Quarracino. L’Aborto? Genocidio Britannico contro il Popolo Argentino

18 Gennaio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di José Arturo Quarracino sulla recente legge argentina che legalizza l’uccisione dei bambini non nati. La traduzione è nostra, l’originale viene pubblicato in un altro post. Buona triste lettura.

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L’ABORTO PRATICATO IN ARGENTINA:

Genocidio britannico contro il popolo argentino

 

Il 14 gennaio, il governo argentino ha promulgato la legge approvata dal Senato nazionale il 30 dicembre 1920, che istituisce la pena di morte prenatale nel Paese. E’ stata promulgata attraverso un atto pubblico in cui il presidente ha espresso la sua gioia per tale evento, accompagnando la gioia espressa dalla multinazionale abortista IPPF nello stesso giorno in cui la legge è stata approvata e rivendicando il suo ruolo fondamentale nei 15 anni precedenti, con una costante e clamorosa logistica e sussidi. Così, il presidente “argentino” si è dimostrato un servitore degli interessi della multinazionale genocida, mettendosi sullo stesso piano di altri personaggi della storia argentina che hanno servito gli interessi della finanza britannica e della sua geopolitica imperialista.

Giovedì 14 gennaio il presidente argentino ha promulgato la legge 27.610/20 a favore della pena di morte prenatale (=aborto), sancita il 30 dicembre scorso. I dettagli di questa decisione legislativa si possono vedere nel nostro precedente articolo “L’aborto in Argentina: il Senato approva, tutto il potere al clan Rockefeller”, in cui sottolineiamo che quello che i legislatori argentini hanno fatto è stato dare uno status democratico alle fondazioni inventate dall’oligarchia finanziaria anglo-americana -rappresentata da John Davison Rockefeller III- per giustificare il genocidio prenatale a livello mondiale.

 

In un secondo articolo, intitolato “L’aborto in Argentina: il risultato di un’operazione dall’estero”, abbiamo dimostrato che il progetto di legalizzare l’omicidio prenatale in Argentina è stato promosso dal 2005 in Argentina dalla multinazionale britannica abortista International Planned Parenthood Federation (IPPF), e che sia la promozione pubblica che le iniziative legislative presentate da quel momento ad oggi si sono basate sulla strategia di questa pseudo-NGO antinatalista e genocida.

 

Questa matrice abortista britannica è stata riconosciuta dalla stessa IPPF subito dopo l’approvazione della legge, il 30 dicembre, sia per quanto riguarda la paternità del progetto sia per le 7 organizzazioni “non governative” e fondazioni autoctone che sono state e sono direttamente al servizio del suo piano genocida imperial-colonialista: Casa FUSA – Católicas por el Derecho a Decidir – CEDES (Centro de Estudio de Estado y Sociedad) – Amnesty International in Argentina – Fundación Huésped – CELS (Centro de Estudios Legales y Sociales) – FEIM Argentina.

Questi enti a loro volta hanno sovvenzionato altre 20 organizzazioni di base provenienti da tutto il paese, che sono quelle che “accompagnano i politici e i legislatori, realizzano campagne di comunicazione e diffusione per rendere il ‘diritto all’aborto’ presente nel discorso pubblico, e pianificano attivamente il modo migliore per sostenere l’attuazione della nuova legge”.

In altre parole: l’Argentina ha istituzionalizzato giuridicamente la pena di morte e l’omicidio prenatale, ideato dalla plutocrazia finanziaria angloamericana (Rockefeller-Kissinger) e promosso dall’imperialismo demografico-genocida britannico (British Crown-George Soros), rendendo l’Argentina il terreno di caccia dei nascituri, attraverso organizzazioni “argentine”. In questo senso, la progressività della coalizione di governo (Alberto Fernández-Cristina Fernández de Kirchner) culmina nella lunga storia dei tradimenti argentini a favore delle finanze britanniche, rinunciando ai figli non nati al genocidio, al fine di mantenere e approfondire lo spopolamento nazionale, per la maggiore “gloria” dell’ Imperialismo monetario internazionale.

Il CELS è lo strumento più importante attraverso il quale sono state promosse in tutti questi anni tutte le iniziative e le politiche attraverso le quali è stata ufficializzata la politica dell’aborto ormai legalizzata. Lo ha fatto collocando diversi funzionari nei tre rami del governo, molti dei quali erano presenti alla cerimonia per la promulgazione della legge, tra gli altri: Elizabeth Gómez Alcorta e Carolina Varsky (Ministero della donna, della diversità e del genere), Dora Barrancos (consigliera presidenziale), Leonardo Grosso (deputato nazionale), Marta Alanis e Nelly Minyersky (Campagna per l’aborto legale, sicuro e libero).

Se si considera che il CELS è sovvenzionato annualmente, oltre che dall’IPPF, dall’Ambasciata britannica a Buenos Aires, dal Ministero degli Esteri, dalla Fondazione Ford, dal National Endowment for Democracy, dall’International Women’s Health Coalition e dalle Open Society Foundations (George Soros), si capisce chiaramente perché l’attuale governo “argentino” abbia promosso e cercato di legalizzare l’aborto: perché è penetrata dalla strategia genocida della colonizzazione e dello spopolamento argentino a vantaggio del potere finanziario internazionale, al servizio della dominazione britannica dell’Argentina.

Ma in senso stretto, vista in prospettiva storica, questa emanazione della legge sull’omicidio prenatale costituisce la continuità delle invasioni inglesi del XIX secolo, ma con altri mezzi, nel modo più perverso e insidioso possibile.

Nel 1806-1807 l’Impero britannico cercò di fare dell’attuale Argentina una colonia commerciale, ma fallì nel tentativo. Dal 1810 in poi ha stretto una “triplice alleanza” – l’oligarchia dell’allevamento di bestiame di Buenos Aires, la borghesia mercantile di Buenos Aires e la finanza britannica – per dominare l’economia della ricchezza nazionale, nel quadro della sovranità politica formale dell’Argentina. Questa “triplice alleanza” è stata mantenuta ininterrottamente dal 1852 al 1943, come dimostra lo storico anglo-canadese Harry S. Ferns in due testi storici documentati.

Nel XX secolo, il Trattato Roca-Runciman (1933) significava infatti la subordinazione coloniale del Paese all’economia britannica, come “parte integrante dell’Impero britannico”, secondo la brutale espressione dell’allora vicepresidente Julio Argentino Roca (h), per giustificare la firma del citato patto e ristabilire la subordinazione economica, finanziaria e politica alla Gran Bretagna.

A sua volta, il Trattato di Madrid (1990) ha significato la resa del controllo assoluto dell’Oceano Atlantico all’Inghilterra, la scomparsa virtuale dell’esercito argentino e la privatizzazione delle aziende pubbliche argentine, in molti casi ad un prezzo vile.

In entrambi i casi i governi coinvolti erano chiaramente di orientamento liberale nel primo caso, e una miscela ibrida di “peronismo” e liberalismo, di “relazioni carnali” con la Gran Bretagna nel secondo caso.

Ma con la legalizzazione della pena di morte prenatale, il punto più insidioso e abominevole della politica argentina è stato raggiunto, questa volta da un “governo” chiaramente social-democratico, pseudo-“nazionale e popolare”, che mette la vita dei nascituri alla mercé della politica genocida promossa dalla Gran Bretagna e dai suoi soggetti “argentini” della peggior specie.

Una politica genocida che “delizia” i suoi promotori, il presidente e il vicepresidente della nazione, con uno strumento giuridico che è una mostruosità legale che dimostra che è stato scritto da menti schizofreniche, che lo considerano un progresso culturale che le donne hanno il diritto di uccidere un bambino totalmente indifeso (“l’aborto [uccidere il bambino] non è più un crimine”, ecc.) ), e che nel testo e nella presentazione del testo hanno sancito la scomparsa forzata dei nascituri nella politica dello Stato, una pratica identica a quella delle task force delle dittature militari.

 

José Arturo Quarracino

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[2] La Argentina, Editorial Sudamericana, Buenos Aires 1983, tercera edición (edición original en español 1973); Gran Bretaña y Argentina en el siglo XIX, Ediciones Solar, Buenos Aires 1984, 4ª, reimpresión (edición original en español 1968).

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