LO DICONO I SONDAGGI: IL PAPA NON UNISCE, DIVIDE LA CHIESA

17 Novembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici  e nemici di Stilum Curiae, l’abate Faria ci ha mandato questa sua riflessione dopo essersi immerso – il che non capita di frequente – nell’attualità giornalistica… buona lettura. 

§§§

Caro Tosatti,

non so Lei ma dopo l’ennesima performance in occasione delle elezioni americane la mia già scarsa fiducia nei confronti di quello strano mondo che è la sondaggistica si è ulteriormente incrinata.

Sicché ora tutte le volte che mi imbatto in un sondaggio sono, come dire, pesantemente prevenuto. Intendiamoci, non mi accoderò alla già nutrita schiera di chi è solito fare di tutt’erba un fascio, so anch’io che c’è sondaggio e sondaggio, e che ce ne sono di società che fanno seriamente il loro mestiere.

Però… insomma, se proprio devo essere sincero, parafrasando il grande De Filippo di “Natale a casa Cupiello”,  mi verrebbe spontaneo dire “nun me piace ‘o sondaggio”.

Ciò premesso, è pur vero che ogni tanto capita di trovarne qualcuno di interessante. Ad esempio, sabato scorso un amico mi segnala su Repubblica un articolo a tutta pagina dal titolo “Dalla fede alla fiducia Francesco più popolare della sua Chiesa”.

Ammetterà che un titolo del genere quanto meno incuriosisce. Mi fiondo dunque mio malgrado (trattandosi di Repubblica, ovvio) a leggere il pezzo, e scopro con mia grande sorpresa che proprio il giornale fondato da Scalfari ha commissionato alla società Demos & Pi un sondaggio i cui risultati vengono esposti e commentati nell’articolo in questione dal ben noto sociologo Ilvo Diamanti.

Risultati che, una volta tanto, sono l’esatta fotografia della crisi in cui versa la Chiesa. Ma andiamo con ordine.  Innanzitutto Diamanti ricorda come Francesco è “da sempre, al centro dell’attenzione pubblica e dei media”. E questo sia per il ruolo che ricopre sia perché ha impresso uno stile non convenzionale al suo pontificato, assumendo “posizioni e prendendo decisioni discusse anche fra i cattolici, oltre che all’esterno”, con anche qualche “tensione” come nel caso della famosa frase sulla tutela legale a favore degli omosessuali.

Quel che è certo, e qui entrano in campo i risultati del sondaggio, è che Francesco ha goduto fin dal 2013 quando venne eletto di un ampio consenso (oltre 8 italiani su 10) che va oltre il mondo cattolico. Non solo. La fiducia nei suoi confronti, si legge, è stata “molto superiore rispetto alla Chiesa”. E già qui si può cogliere un primo tassello di un puzzle che sarà ben chiaro alla fine.

Emerge cioè quello che sarà il fil rouge del sondaggio, ossia una netta contrapposizione tra Francesco e la Chiesa. I motivi della scarsa fiducia nei confronti della Chiesa sono presto detti: essa viene sovente “valutata con distacco e, talora, diffidenza, dai “non cattolici”. E dai non-praticanti. È, anzi, probabile che il diverso grado di fiducia espresso verso Papa Francesco e verso la Chiesa rifletta, in qualche misura, l’impressione che il Pontefice agisca in modo diverso — e quasi alternativo — rispetto alla curia vaticana. Non per nulla, in passato, l’ha definita “l’ultima corte d’Europa”.

Succede tuttavia, e questo è un secondo elemento, che “la popolarità di Papa Francesco è scesa in modo significativo dopo il 2016 e fino al 2018, quando, dall’82%, è calata al 72%, nel 2018.”. La cause del calo sono da rinvenire, da un lato, nel “sostegno dichiarato e ripetuto di Francesco a favore dei “poveri del mondo”. In particolare, gli immigrati, che varcano i nostri confini. E generano insicurezza. Danno un volto alla nostra paura della globalizzazione.

Per questo sono divenuti un tema di campagna elettorale permanente”; dall’altro (anche se qui a dire il vero l’articolo si ferma molto in superficie), le ragioni del calo di popolarità sarebbero addebitabili al “cambiamento”, o meglio alla delusione rispetto al proposito di Bergoglio di riformare la Chiesa dal di dentro e nel suo rapporto col mondo. Ma dopo la parentesi del biennio 2016-2018, ecco che la fiducia nei confronti del pontefice è tornata e resta su livelli molto elevati. “La più elevata – scrive Diamanti – in Italia, tra le figure pubbliche, secondo le indagini più recenti. Infatti, continua a riscuotere il consenso di 7 italiani su 10.

E si tratta di un sostegno “trasversale”. Che attraversa settori differenti. Dentro e fuori la Chiesa. Riflesso di un “Dialogo fra credenti e non credenti” proposto, in diverse occasioni, da Eugenio Scalfari, in queste pagine. Così, la fiducia verso Papa Bergoglio risulta pressoché totale fra i “praticanti assidui”, coloro che vanno a messa (quasi) tutte le domeniche. Ma risulta maggioritaria anche fra i “praticanti saltuari”. E coinvolge metà dei “non praticanti”.

Tutto bene? Non proprio. Perché mentre Francesco va a gonfie vele, la “fiducia nella Chiesa, invece, scende sensibilmente, insieme alla pratica religiosa. Fino a toccare il 9% fra coloro che non vanno mai a messa”. Di nuovo, Francesco da una parte, la Chiesa dall’altra. Non meno interessante è cosa accade a livello politico. Dove si conferma una trasversalità dei consensi nei confronti di Francesco, ma con una novità rispetto al passato quando soprattutto a sinistra la distanza tra Papa e Chiesa era più marcata.

Ora invece, complici i ben noti sconvolgimenti del secolo scorso (crollo del Muro, ecc.), succede che “la fiducia verso il Papa tocca il massimo fra gli elettori del Pd (87%) e diminuisce a Destra” pur restando “elevata dovunque. A Sinistra, al Centro e a Destra. Papa Francesco, infatti, è stimato da oltre il 70% fra gli elettori di FI e del M5S. Inoltre, da circa due terzi della base dei Fd’I. E da poco più della metà di chi vota Lega.”.

La Chiesa, al contrario (e fanno tre), “ottiene considerazione solo fra gli elettori di FI. Oggi, che il partito di Berlusconi ha perduto la centralità” di un tempo.”. Complessivamente il dato che emerge è che anche nella Chiesa è avvenuto quel fenomeno cui abbiamo assistito a livello politico, ossia una forte personalizzazione. “Questa  – chiosa infine Diamanti – è “la Chiesa di Francesco”. E Papa Francesco, di conseguenza, non esita ad aprire conflitti nella Chiesa. Perché se la fiducia nei confronti del Papa dovesse crollare, crollerebbe anche la “fede”. Nella “sua” Chiesa”.

Insomma, caro Tosatti, più chiaro di così si muore. Una volta tanto, ripeto, il sondaggio ha colto nel segno come meglio non avrebbe potuto. Soprattutto laddove sottolinea quello che, ahinoi, è sotto gli occhi di tutti (tranne ovviamente delle anime pie che fanno finta di non vedere), il fatto cioè che ci troviamo innanzi ad un pontificato che “non esita ad aprire conflitti nella Chiesa” pur di preservare la “fede” nella “sua” Chiesa.

E se lo dice Repubblica c’è da crederci, non trova? Ma non finisce qua, caro amico. Perché una conferma di quanto emerso dal sondaggio del giornale di riferimento dei radical-chic, è arrivata nientemeno che da… un altro sondaggio! Eh già, stavolta ad opera di SWG (il mio amico di prima m’ha segnalato che se ne parla espressamente qui), che sempre nei giorni scorsi ha fatto anch’essa un’indagine la cui sintesi è “Un Papa due Chiese”. E potremmo anche finirla qua. L’operato di Francesco, con buona pace della grancassa mainstream che batte sul tasto dell’inclusività ecc., risulta essere alquanto divisivo. Esistono, ben delineati, due precisi schieramenti, quasi “due chiese parallele”, appunto: quella dei favorevoli (52%) e quella degli oppositori (14%) dell’attuale pontificato. “Da una parte  – si legge – ci sono i progressisti: sedotti dalla “teologia del popolo” di Bergoglio, ammaliati dal suo impegno a difesa dei migranti, dalle sue battaglie contro il nazionalismo e dalla sua retorica anticapitalista.

Dall’altra ci sono i tradizionalisti: strenui oppositori del Pontefice, conservatori di ferro che rimproverano al Papa un eccessivo interventismo politico. I primi si dicono convinti che grazie a Francesco la chiesa sia più aperta, più giusta, più vicina alla gente. I secondi invece la pensano diversamente e accusano Bergoglio di non seguire fedelmente il Vangelo.”. A dividere non ci sono solo gli aspetti, per così dire, strettamente ecclesiali o teologici; il problema, semmai, è prevalentemente di natura politica, nel senso che “Ci sono soprattutto visioni politiche che si scontrano dimostrando che oggi la comunità dei fedeli è più variegata che mai, un pot-pourri di sensibilità davvero difficile da tenere insieme. Si scopre così che l’appartenenza partitica è il vero e proprio discrimine tra le due fazioni.

Tra i più feroci critici di Francesco troviamo infatti una folta rappresentanza di elettori del centrodestra (58%). Un astio alimentato dalle invettive contro il sovranismo lanciate a più riprese dal Pontefice. Sul versante opposto invece si collocano gli elettori PD ed M5S. Il 37% dei supporter giallorossi appare conquistato dal populismo gesuita di Bergoglio (così lo definisce nel suo ultimo libro Loris Zanatta, storico particolarmente attento alle vicende latinoamericane).

Il quadro finale dunque è chiaro: la Chiesa è sempre più divisa tra progressisti e tradizionalisti e la conseguenza è che oramai i cattolici in politica procedono in ordine sparso. Insomma, da qualsiasi angolatura la si guardi, la Chiesa appare, anzi è disunita, spaccata, lacerata. Ma non è neanche questo il problema.

Voglio dire, divisioni ci sono sempre state, lo sappiamo. E che anche i Papi del passato avessero oppositori e favorevoli, pure è noto. Dunque non discuto sul fatto delle divisioni in sé (con tutto che non è certo un bello spettacolo, sia chiaro); discuto invece, eccome, sul fatto che chi dovrebbe fare di tutto per preservarne l’unità sembra invece incurante o, peggio, favorire egli stesso la spaccatura. Ma non disperiamo (peccheremmo pure); in fin dei conti l’unico e solo capo della Chiesa è quel Cristo che disse “non praevalebunt” e “io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. E tanto basta.

Abate Faria

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30 commenti

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Gesù disse a Pietro “Vade retro”, che si traduce vai dietro di me; adesso abbiamo uno che va avanti a Gesù e alla Sua Chiesa, uno che si mette al posto di Dio per farsi ad….? – venerare come un dio.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Mamma mia, quanta gente che legge Repubblica!!

  • Diana ha detto:

    Mah, questi 7 italiani su 10 che guardano con favore a Bergoglio somigliano agli elettori dell’onda blu di Biden.

  • Luca Monforte ha detto:

    L’operazione appare sempre più chiara.
    La Chiesa Cattolica è in mano ad appostati che sono anche maggioranza.
    La manovra progettata dai modernisti è giunta a compimento con l’elezione di Bergoglio. Ora raccolgono quanto seminato nel corso di quasi un secolo e dopo essere formalmente riusciti ad occupare lentamente ed inesorabilmente la gerarchia.
    Il passepartout con cui hanno aperto il portone principale è stato l’evento Conciliare: un veleno in dosi piccole che ha dispiegato lentamente i suoi effetti.
    Loro hanno vinto.
    Noi abbiamo perso.
    E siamo minoranza perseguitata nella nostra stessa Chiesa e dalla nostra stessa Chiesa.
    Questa la misera realtà che ci rivelano (anche) i sondaggi.

    • Virro ha detto:

      Coraggio Luca, lucifero e i suoi seguaci sono già vinti, la Vita è Eterna, e noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio.
      In Gesù Cristo che È l’unico e vero Dio, non ci sono false promesse ma sempre e soltanto grandi VERITÀ
      Luca siamo di CRISTO non di bergoglio.
      A domani
      👼

  • Marco Matteucci ha detto:

    PLAYPOPE

  • Ot eterosessuale casto ha detto:

    Una prova che e’ eterosessuale (mai avuto dubbi) 🙂

    Ps: per me sti social son discutibili….

    https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/25254067/papa-francesco-dagospia-mi-piace-foto-lato-b-modella-brasiliana.html

  • Berlicche ha detto:

    Questo commento ricade ahimè nello stesso errore di coloro che critica: assume che i credenti siano divisi in base alla politica. Nel mio caso è esattamente il contrario: scelgo la parte politica che più si avvicina, o almeno non combatte ferocemente, la mia fede.

    E’ un errore grave, perché dimentica cosa realmente importi, e riduce quello che è importante ad una opinione.

    • Raffaele Vargetto ha detto:

      Il tema divisivo non è la politica o l’appartenenza partitica. Queste sono solo scelte secondarie. La vera divisione riguarda la Fede cattolica trasmessa dagli Apostoli. In ultima analisi, é Cristo, Quello vero, che è divisivo. La Sua Parola non stravolta, non adulterata. Le divisioni e i contrasti sul campo vertono sui temi della Dottrina cattolica. Il resto, le scelte partitiche, gli immigrati, etc. sono visioni della vita debitrici della sana dottrina oppure di una interpretazione del Vangelo sempre più lontana dalla autentica Tradizione. In questo senso, si comprende perché il maggior numero di consensi all’attuale linea del pontificato di Francesco vengano dai settori della sinistra nostrana e da quelli della sinistra internazionale. Perché nel loro dna non c’è l’amore verso la Fede cattolica e la civiltà da essa forgiata; anzi, vi è l’odio e il desiderio di superare e liquidare il vero Cristianesimo.

  • Marco ha detto:

    Nell Angelus di domenica 15 novembre 2020 il papa ha detto : “qualcuno dice ma questi preti questi vescovi parlano di poveri poveri ma padre noi vogliamo che ci parli di vita eterna .fratelli e sorelle ma i poveri sono al centro del vangelo…….” da una mia interpretazione mi sembra che
    Il papa mette cristiani della stessa chiesa in contrapposizione tra loro :quelli della vita eterna contro quelli per i poveri .
    Ma vita eterna e amore per il prossimo in particolare per i poveri fanno parte della stessa unita di vita nella fede. E poi la povertà non è uno stato di santità ma una disgrazia su cui si volge la carità cristiana per elevare il povero e le varie povertà esistenziali. Questo hanno fatto tutti i santi da san Filippo neri .don bosco santa francesca cabrini fino a santa teresa di Calcutta mai mettendo da parte o sottostimando le parole di Gesù ” tu solo hai parole di vita eterna ” E poi centrale nel vangelo mi sembra che sia il Cristo il figlio del Dio vivente che annuncia il regno dei cieli di cui in verità i poveri e gli ultimi sono i prediletti o no?

    PS questo commento già postato su” poveri tutti” di ieri ma penso che sia piu azzeccato con l articolo odierno dell’abate faria.
    Grazie

    • Gian ha detto:

      Bergoglio l’impostore si mostra ossessivamente paladino dei poveri, richiamandosi al Vangelo.
      Per tutto il resto si richiama al Manifesto.

  • Luca Antonio ha detto:

    “la fiducia verso il Papa tocca il massimo fra gli elettori del Pd (87%)”
    Come dire, nel 1982, :
    i tifosi dell’inter hanno molta fiducia nel presidente Farina .😂😂😂
    P.s. per chi non segue il calcio :
    Farina fu presidente del Milan l’anno dell’unica retrocessione sul campo della gloriosa squadra.

  • Raffaella ha detto:

    Un papato divisivo con tifoserie da stadio non si era mai visto!!
    Non conferma nessuno nella Fede, anzi…
    Politicamente schierato…
    Uno schifo.

  • Valentina ha detto:

    Il sondaggio più attendibile è quello delle chiese vuote grazie a Bergoglio (ma a livello globbbbale)

  • Zuzz ha detto:

    Tutto molto interessante. Sarebbe interessante avere sondaggi simili fatti tra i fedeli degli altri paesi. Per esempio la Francia, la Spagna, gli USA. Interessante poi sarebbe avere simili sondaggi per tutti i paesi della cosiddetta America Latina.
    I fedeli italiani sono una minoranza rispetto ai fedeli di tutto il mondo.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Non sono di sinistra ma non ho nessun astio contro Papa Francesco, per cui prego ogni giorno, dico però che è forse il Papa peggiore della storia, perché certi pessimi Papi del passato si limitavano a dare scandalo a livello personale, lui, invece, non difende la fede ma, anzi, mette dei dubbi ai piccoli che ne rimangono scandalizzati.
    Un Papa che porta la confusione.
    Basti pensare che lui, che deve interpretare la Parola di Dio al popolo in modo CHIARO, ha bisogno di Marco Tarquinio che lo interpreta e spiega quello che vuole veramente dire.
    Manco il Papa fosse Dante e Tarquinio Benigni.
    Repubblica è a caccia di sondaggi come la Chiesa fosse un partito politico, ma il fine della Chiesa non è la popolarità, ma è amministrare i SACRAMENTI e la GRAZIA della salvezza.
    I Sacramenti vanno offerti a tutti, ma questo non significa “dare le perle ai porci e le cose sante ai cani”, metafora di Gesù che non vuole disprezzare nessuno ma solo dimostrare quello che avviene se a essere disprezzate sono proprio le “cose sante”.
    E’ chiaro però che se il Papa usa il termine sovranismo significa che fa politica, per cui io, che sono per la sovranità dei popoli e per lo sviluppo dei popoli africani, e perciò contro l’immigrazionsmo indotto, lo vedo non solo come un Pastore che sta tradendo la sua chiamata, ma anche come un avversario politico. Con tutto il rispetto, naturalmente.

    • Zuzz ha detto:

      Papa Dante e Tarquinio Benigni ? Ma Benigni non considerava un vanto recitare i canti della Divina Commedia nella fedeltà più assoluta?

      • Astore da Cerquapalmata ha detto:

        Forse Benigni pensa di essere fedele a Dante e forse Tarquinio pensa di tradurre le esternazioni del Papa in modo da essere fedele al suo pensiero. Cioè le giudica lui per primo come espressioni maldestre e cerca di “accomodarle”.
        Ma la cosa strana è che il Papa, quando parla di fede, dovrebbe dare indicazioni chiarissime e precise, e invece confonde solo le idee a tanti e Marco Tarquinio interpreta l’interprete.
        Sarà che il Papa è confuso perché non parla di fade, ma di altre cose, come la politica, in cui lo Spirito Santo non lo assiste, ma il rischio è che i cattolici invece di abbeverarsi al Magistero pontificio, si abbeverano al “magistero” di Tarquinio.

    • After ha detto:

      Concordo. E non l’ho fatto per sabotare le sue riflessioni, vista la giusta fama che ho nel blog.

    • After ha detto:

      Francesco mi pare un pasticcione, se non peggio.
      Purtroppo si e’ insediato in tempi grami. Tempi in cui la pedofilia , l’omosessualita’, l’avidita’ curiale sono arrivate sui giornali. I populisti- questa volta di sinistra- lo vedono come un moralizzatore. Cosa che puo’ pure essere. Ma il fatto piu’ grave e’ toccare la dottrina. Per il resto ha ben detto l’amico sopra.
      L’anticristo e’ un’apostata, uno che recede o cambia il kerigma. Non un cattivone o un omosessuale (e non dico peggio). Quelli son peccatori, secolarmente magari criminali. Ma l’anticristicita’ non ha carattere morale. Ha a che fare con il depositum fidae.
      Stimcuriale la palla a lei 🙂

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Scriptori-busillis
        Lapsus calami : depositum fidae.
        Errata corrige : depositum fidei.

      • Astore da Cerquapalmata ha detto:

        Il Papa sta demolendo la fede in tanti cuori anche semplicemente non facendo nulla per difenderla, come il non riprendere pubblicamente il suo amico gesuita coi baffi, quello che è stato fatto generale dell’ordine, quando ha detto che il diavolo non esiste ma è solo un simbolo.
        O come quando non ha risposto ai dubia, e molte altre volte.
        Ma aprendo al culto della Pachamama ha raggiunto il massimo dello scandalo.
        La Pachamama in Vaticano la considero un punto di non ritorno, per cui, a meno che il Papa non faccia pubblica ammenda, come cattolici saremmo costretti a bere il nostro calice fino alla feccia.

  • Iginio ha detto:

    Premesso che non capisco quale rappresentatività abbiano questi cosiddetti sondaggi (un gruppetto di gente può rappresentare tutti?), e premesso che quel Diamanti è un furbastro per non dire ciarlatano (anni fa se ne uscì sentenziando che Veneto e Emilia Romagna avevano lo stesso tipo di economia ma in Veneto erano egoisti mentre in Emilia Romagna erano attenti al “sociale”!), osservo: sarebbe sufficiente presentare le domande del sondaggio in modo diverso per ribaltare le conclusioni.
    Ossia: “Vi piace un Papa che fa politica?”. Proviamo a chiederlo agli elettori di sinistra. Dopo di che: “Come la mettiamo col fatto che non volete le ingerenze del papa in politica e poi trovate simpatico papa Francesco che si ingerisce pesantemente in politica?”.
    E ancora: “In che misura papa Francesco ti ha fatto riavvicinare alla fede o meglio ti ha fatto cambiare opinione e atteggiamento verso la fede?” (la risposta è: nessuna, ma lasciamo che siano i sondaggi a scoprirlo).
    Ecco. Altro che sondaggi. Insegniamo alla gente a ragionare. Ma questo non lo fanno certo i giornaloni alla Repubblica.

  • Boanerghes ha detto:

    Sinceramente non credo a questo sondaggio.
    Non credo che 7 italiani su 10 guardino a Francesco con favore.
    Semmai, proprio il calo del favore verso la chiesa Cattolica è sinonimo di calo di popolarità del Papa regnante, giacché spesso le due cose procedono insieme.
    Lo testimonia il calo di presenza all’angelus, alla catechesi del mercoledì, non certo per il Covid.
    Questo Papa regnante non piace ai cristiani, ma agli altri.

    • Milli ha detto:

      Concordo. È un sondaggio inventato, come tanti altri per manipolare la concezione della realtà.
      Se il lettore bue sapesse che Bergoglio piace solo agli omosessuali (non tutti) , ai piddini (m5s ormai è un partito finito) e ai massoni , forse Piazza San Pietro si svuoterebbe del tutto.
      Repubblica poi, da buon giornale ateo e doppiogiochista è maestra nel’appoggiare Bergoglio e affondare la Chiesa cattolica, per esempio facendo sapere che il papa ha un conto personale in una banca svizzera dove c’erano milioni di sterline.
      Il papa che vuole la Chiesa povera non ha mai detto che lo debba essere pure il suo pontefice!!