Aborto in Argentina. Il Senato Approva, Tutto il Potere al Clan Rockfeller.

30 Dicembre 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, José Arturo Quarracino ci ha inviato questo articolo sull’approvazione da parte del Senato argentino della proposta di legge per l’istituzione dell’aborto legale nel Paese; a dispetto delle massicce dimostrazioni popolari contrarie, e del fatto che il 60 per cento della popolazione fosse contraria. Buona lettura.

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La mattina presto di mercoledì 30 dicembre, il Senato nazionale ha approvato il progetto di legalizzare l’aborto in Argentina, attraverso un vera e propria buffonata legale basata su un diritto inesistente, quindi nullo: che la donna abbia il diritto di uccidere il proprio figlio prima della nascita. Si tratta di un diritto che non è né istituito né sancito da alcuna legge nazionale o internazionale.

Da questo “diritto” inventato di uccidere il proprio figlio, il disegno di legge deduce che l’aborto è poi una questione di salute pubblica, perché esercitandolo si mette a rischio la propria salute, che lo Stato deve salvaguardare. Questa concezione dell’aborto come questione sanitaria è quella che articola l’intero testo approvato, una concezione che ha costituito il cavallo di battaglia del Presidente per giustificare la sua intenzione di legalizzare l’aborto (“l’aborto è un problema di salute pubblica”), del suo segretario di presidenza, l’avvocato Vilma Ibarra, del suo ministro della Sanità, Ginés González García, di alcuni dei ministri del gabinetto nazionale, e della maggioranza dei deputati e senatori che hanno sostenuto il progetto.

Ma questa articolazione necessitava di una procedura: eliminare dal testo normativo ogni riferimento e menzione ai bambini da far nascere, eliminazione testuale che si è compiuta rigorosamente, in quanto non vengono menzionati nemmeno una volta. È questa scomparsa testuale che giustifica la scomparsa pratica da esercitare con l’aborto, cioè la scomparsa forzata dei nascituri, senza alcuna possibile difesa: se la donna vuole uccidere “quello” nel suo grembo, la decisione viene eseguita sommariamente, entro un termine massimo di 10 giorni.

Così, i bambini non nati in Argentina diventano l’unico gruppo demografico che ha il “diritto” di essere ucciso legalmente, nonostante non abbia commesso alcun crimine. D’ora in poi, un serial killer, uno stupratore, assassini di ogni tipo e colore vengono tenuti in vita, ma i bambini non nati possono essere uccisi, con una vera e propria pena di morte che la Costituzione argentina vieta espressamente.

In altre parole, il disegno di legge approvato viola chiaramente e innegabilmente la Costituzione nazionale argentina

Ma in più, la sua fondazione “sanitaria” non è stata creata o inventata dal governo, che si definisce progressista, “nazionale e popolare”, ecc., ma semplicemente copiata, poiché, come abbiamo più volte affermato, è stata inventata nel 1972 da John Davison Rockefeller III, nel suo piano globale di controllo delle nascite per gli Stati Uniti, su richiesta dell’allora presidente Richard Nixon: “[…] la contraccezione è il metodo di scelta per prevenire una nascita indesiderata. Riteniamo che l’aborto non debba essere considerato un sostituto del controllo delle nascite, ma piuttosto come un elemento di un sistema complessivo di assistenza sanitaria materno-infantile.

Un modo curioso di prendersi cura della salute dei bambini, uccidendo il bambino (????).

In altre parole, la legge sancita non è una legge progressista nata e cresciuta dal binomio Alberto Fernández-Cristina Fernández de Kirchner, ma una legge basata sull’ideologia antinatalista e genocida del potere finanziario globale che la famiglia Rockefeller rappresenta.

Così, la concezione abortista della plutocrazia anglosassone diventa il principio di una legge di “democrazia” governata dai progressisti kirchneristi al potere.

In questo modo, il dominio economico esercitato dal clan Rockfeller attraverso il Consiglio delle Americhe 2 creato da David Rockefeller nel 1965 è rafforzato dall’istituzionalizzazione giuridica della sua concezione antinatalista e abortista nella legislazione argentina. L’economia argentina è già di proprietà della plutocratica famiglia angloamericana, ora la legislazione che consente la pena di morte prenatale – senza causa, senza processo e senza condanna – anche.

Insomma, il governo Alberto Fernández-Cristina Fernández de Kirchner fa la sua “offerta di Natale” alla famiglia Rockefeller, consolidando il suo dominio coloniale sulla nazione argentina, in nome di un governo “progressista, nazionale, popolare e femminista”.

In questo contesto di impegno, vale la pena di notare la reazione decisiva di gran parte del popolo argentino, che per un mese è sceso in piazza nelle principali città delle province argentine e nella città di Buenos Aires, per respingere il progetto dell’aborto, a stragrande maggioranza. Vari sondaggi d’opinione condotti da diverse società di consulenza hanno mostrato che oltre il 60% della popolazione argentina rifiuta visceralmente l’aborto come diritto, un dato che in alcune città e regioni sale all’85%.

 

Nonostante questa opposizione popolare, il governo argentino è riuscito a raggiungere il suo obiettivo abortista, poiché, tra l’altro, ha trovato molto funzionale e favorevole l’atteggiamento passivo, compiacente e silenzioso della gerarchia cattolica, nazionale e vaticana; per un anno ha mantenuto un silenzio quasi assoluto, interrotto solo nelle ultime settimane da dichiarazioni che sembravano più destinate a mostrare la mite opposizione al progetto abortista3 che non a contrastarlo realmente, o direttamente a mantenere l’assoluto silenzio nel Messaggio natalizio papale urbe et orbi4.

Anche se è vero che il 28 e il 29 ci sono state dichiarazioni di alcuni vescovi argentini, come pure di monsignor Marcelo Sánchez Sorondo e dello stesso papa Bergoglio, ma quando le lettere erano già uscite.

Ma ciò che colpisce è l’assoluto silenzio dei vescovi e dei sacerdoti chiamati “villeros”, ad eccezione di padre José De Paola, che si era già pronunciato nel 2018 e anche in questi ultimi mesi a favore della vita degli esseri umani nascenti, ma nella più assoluta solitudine sacerdotale, rispetto ai suoi confratelli e ai vescovi del Paese.

Il 25 marzo di quest’anno, nei primi giorni del confino ordinato dal governo di fronte alla pandemia di Covid-19, il vescovo “paesano” dell’arcidiocesi di Buenos Aires, monsignor Gustavo Carrara, e i sacerdoti “paesani” José María “Pepe” Di Paola, Juan Isasmendi, Nicolás Angelotti, Eduardo Drablle, Carlos “Charly” Olivera e Lorenzo “Toto” de Vedia hanno incontrato il presidente Alberto Fernández.5 In quell’incontro, i sacerdoti hanno offerto la collaborazione della Chiesa per affrontare le sfide dell’assistenza sociale necessaria alle fasce più vulnerabili della popolazione servite dai suddetti ecclesiastici. Al termine dell’incontro hanno pregato un Padre Nostro con il Presidente.

Ma inspiegabilmente, dal momento in cui il presidente argentino ha inviato la proposta di legge sull’aborto al Congresso del 17 novembre, nessuno dei sacerdoti sopra citati – eccetto padre De Paola – né il vescovo Carrara ne ha parlato. Si pone allora la domanda: qual è l’impegno politico, e forse crematistico, dei prelati nei confronti delle autorità di governo, in particolare della vicepresidente Cristina Kirchner? Perché il silenzio assoluto? Il loro rapporto politico con la vicepresidente a favore dell’aborto è più forte del loro sacerdozio? Quanto costa il loro silenzio? In ogni caso, dovrebbero spiegare al popolo argentino e al gregge che servono perché hanno tenuto la bocca chiusa di fronte all’avanzata di questa legge incostituzionale e genocida, antinazionale e anticristiana.

Con la legalizzazione sancita, il popolo argentino sarà costretto ad affrontare in profondità l’offensiva criminale promossa dall’imperialismo abortivo internazionale a vantaggio della plutocrazia finanziaria internazionale che cercherà di istituire il genocidio prenatale come base e fondamento della società argentina.

José Arturo Quarracino

 

1Population Growth and the American Future, Nueva York 1972, Capítulo 11. Human Reproduction E

 

2Ver https:///www.as-coa.org/about/coa-corporate-members

 

3 http://magister.blogautore.espresso.reppublica.it/2020/12/17/no-censura-sino-silencio-calculado-una-carta-desde-argentina-sobre-el-papa-y-el-aborto/

4https://www.marcotosatti.com/2020/12/26/quarracino-aborto-en-argentina-la-indiferencia-del-papa-bergoglio/

 

5https://www.cronica.com.ar/politica/Alberto-Fernandez-se-reunio-con-curas-villeros-en-Olivos-20200325-0097.html

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10 commenti

  • Antonella ha detto:

    Un diritto esiste perché ispirato ad una morale, trova fondamento sulla ratio della giustizia e rimanda necessariamente alla visione che un popolo ha maturato dell’uomo nel rapporto tra vita e morte.
    La storia dimostra quanto abbia influito il pensiero cristiano su certe scelte compensando la stessa morale naturale e alimentando il dibattito legislativo, diversamente il “pensiero unico” impone di sovvertire il rapporto moralmente assunto, conformando il diritto all’arbitrio, annullando ogni ostacolo interposto nel conflitto tra coscienza e libertà di azione.
    Il diritto di uccidere non potrà mai compiacere la coscienza umana, nè potrà sopprimere quel rimorso radicato dentro di noi da quando Caino stronco’ la vita ad Abele.
    Si vuole mettere a tacere la coscienza ritenendo di poter svuotare l’uomo di tutto quello che lo ha contraddistinto come persona, un individuo da robotizzare, adattato ad un nuovo sistema di vita, uniformato a principi del tutto opposti a quelli riconosciuti fino ad oggi.
    L’automatismo imposto non si limita a determinare come leciti i comportamenti illeciti, ma ne vuole legittimare i criteri credendo di poter pianificare nuovi processi di adattamento sulla base dell’azzeramento, resettando la memoria da ogni vincolo col suo passato. Se ragioniamo a fondo incontriamo tutta la mostruosità di un’umanità svuotata di bellezza, priva di libertà, anestetizzata delle emozioni…..
    Un inferno chiamato paradiso per assecondare il pensiero settario di pochi imbecilli convinti di riformare il mondo, impadronendosi dell’uomo, manipolandone la vita …..
    Non è solo l’accelerazione di un processo contrassegnato dalla follia e che il risveglio dei popoli dovrà contrastare, ma la guerra sotteranea dichiarata da un potere occulto venuto allo scoperto, che ha aperto la sua battaglia finale alla Donna dell’Apocalisse.

  • Nicola Buono ha detto:

    Fuori Tema ma è da leggere perché è incredibile quello che accade in GB. Sapete il detto evangelico CHI NON LAVORA NON MANGI ? In Inghilterra non funziona….

    http://www.rinocammilleri.com/2020/12/gb/

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Risuona profetica la condanna della “dittatura del relativismo” – «che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie» – pronunciata dall’allora decano del Sacro Collegio Cardinalizio, card. Ratzinger, nel corso dell’omelia della “Missa Pro Eligendo Romano Pontifice”, il 18 aprile 2005. Dittatura che pare essersi effettivamente insediata con l’«astuzia che tende a trarre nell’ inganno» come avvertito da San Paolo (cf Ef 4.14), da cui mise in guardia.
    Riflettendo sul dilagare di “correnti ideologiche” e “mode di pensiero”, che fanno apparire il relativismo «come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni» al contrario dell’«avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa» che «viene spesso etichettato come fondamentalismo», il cardinale eletto al Soglio Pontificio il giorno seguente quella celebrazione, insistette sulla necessità di radicare la nostra fede in Cristo, per noi «misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità» aggiunse, precisando ancora che l’amicizia col Figlio di Dio «aiuta a discernere tra il vero e il falso, tra inganno e verità… a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Dio».
    L’approvazione della legge sull’aborto in Argentina, che tra l’altro rivela l’inefficacia di ogni tipo di opposizione a chi riesce nella scalata al potere e al successo, fa sorgere spontanea una domanda a proposito dell’insistente narrazione su “scarti” e “scartati”.
    Forse che non rientrano nella classifica che si vuole azzerare – primo passo per ristabilire un clima di concordia e fratellanza universale – gli invisibili, incorporei, quasi fossero nient’altro che frutto di un errore umano da cancellare per mostrare l’immagine di una società ripulita? Nemmeno degni di essere nominati…

  • FRANJO ha detto:

    Dall’articolo sul sito di Repubblica sull’approvazione della legalizzazione: “L’Argentina entra a pieno titolo nell’Olimpo dei paesi più avanzati nei diritti sociali.”
    Non ha proprio senso il “dialogo” con un “mondo” che pensa così, è solo una corsa verso la dissoluzione.

  • antonio cafazzo ha detto:

    Ultima udienza generale 2020 del Papa Francesco. 30 dicembre 2020
    Dopo la “catechesi” ha rivolto un pensiero speciale alla Croazia colpita da un violento sisma.
    “Esprimo la mia vicinanza ai feriti e a chi è stato colpito dal sisma e prego in particolare per quanti hanno perso la vita e per i loro familiari. Auspico che le Autorità del Paese, aiutate dalla Comunità internazionale, possano presto alleviare le sofferenze della cara popolazione.”
    E dei milioni di morti “innocenti” che consentirà la legge pro-aborto del suo “querido” governatore argentino Alberto Fernández ?
    Silenzio tombale.

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      In questo caso infiammarsi almeno per dovere d’ufficio non sarebbe da coda di… Paglia!

  • miserere mei ha detto:

    La strage dell’aborto, nelle sue articolazioni, riguarda ogni anno circa 50 milioni di esseri umani.
    Dal punto di vista dell’informazione e dei padroni del discorso non è tuttavia da definire strage, bensì diritto.
    Costituisce uno dei fondamenti della salute riproduttiva.
    Dove una legge, come la 194 in Italia, sancisce qualche paletto etico e normativo, esso può essere aggirato con l’avallo di un comitato scientifico (l’Aifa) come recentemente avvenuto a proposito della pillola del giorno dopo, fatta rientrare nella contraccezione di emergenza, ma ipocritamente negata come abortivo.
    In effetti, come anche i pareri scientifici sull’idrossiclorochina, pare evidente come la scienza di certi comitati rientri più che mai nell’ideologia.
    L’aborto allora, ideologicamente, non rappresenta più un omicidio (da cui la nozione di strage, se esso contabilizza numeri che fanno impallidire persino le narrazioni più terroristiche della pandemia), bensì il diritto di un soggetto, esercitato in assenza del soggetto destinato a soccombere, cui non solo viene negato di nascere, ma di essere concepito come essere umano, dopo averlo concepito in tutta la sua potenzialità biologica di esserlo.
    Più ancora dell’ideologia può l’ipocrisia.
    In ambito ecclesiale, addirittura a livello di Pontificia Accademia per la Vita, alla nozione di ideologia, necessaria per negare la realtà delle cose, potrebbe essere necessario aggiungere quella di apostasia, dal momento che la ragion di stato e un silenzio tutt’altro che mistico (anzi: un cantare in coro con certi potentati) comporta un colpevole rinnegamento del dolore innocente.
    Chi sta dietro certi pronunciamenti o progetti, chi manipola le coscienze per resettarle, riformattando la memoria delle coscienze, ha bisogno di molti smanettatori dell’hardware come del software.
    Funziona così dai tempi in cui il serpente antico promosse un Ctrl-Alt-Canc ad Adamo ed Eva, facendo perdere loro l’Eden e rendendo necessaria la Salvezza Divina. Dopo Cristo la Chiesa ha avuto la chiavetta contenente l’antivirus, per inserire la vita spirituale nella creatura umana, corrotta dal peccato originale.
    Ora è il tempo dei falsi profeti, di quelli che si spacciano per esperti del bene, ma ti spediscono e-mail infette, dicendoti di aprirle in nome del ruolo e dell’indirizzo da cui possono spedirtele.
    Così la strage può garantirsi di sempre maggiori coperture legali, secondo la logica del mondo, del pensare secondo gli uomini (corrotti dal peccato originale) e non secondo Dio (per la grazia di un Battesimo che cambia le cose): in effetti dalle chiese è scomparsa l’acqua santa, con cui immergerci in questa consapevolezza. Il gel lavamani è il sostituto per purificare le zampe con cui prendere anche Gesù vittima, nell’ostia consacrata. Così però si tiene tutto a livello dei comitati tecnico-scientifici, e quindi dell’ideologia. Il virus più radicato, quello da cui ci guarisce solo la Grazia di Dio, in Gesù, avrebbe bisogno di un comitato ben più attento alla verità delle cose. Cominciando a chiamare strage, la strage. Erode non era solo a Betlemme. Oggi detta ancora legge.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “un diritto inesistente, quindi nullo: che la donna abbia il diritto di uccidere il proprio figlio prima della nascita”.

    E’ proprio sulle parole “uccidere” e “figlio” che c’è lo scontro.

    Per gli abortisti sii può dire “uccidere” e “figlio” soltanto dopo la nascita, perché prima della nascita l’essere vivente nel grembo della madre non è già un essere umano, non è ancora un figlio, e quindi la donna (“donna”, altro nome abusato) ha su di esso diritto di vita o di morte.

    E’ roba da matti, e non per modo di dire; questi sono matti davvero e vanno in giro a piede libero.

    Il mondo, ormai, ad ogni di livello, è in mano alle teste di cavolo (dico cavolo per educazione, ma non so quanta educazione meritino queste teste di …)