Messa, Valida o No a Seconda della Citazione del Papa “Giusto”? Una Risposta.

5 Marzo 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum curiae, il post del Monaco Eremita pubblicato da Stilum Curiae continua a suscitare reazioni. Abbiamo ricevuto, e doverosamente portiamo alla vostra attenzione, queste riflessioni di un amico del nostro sito. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

Gentile dott. Tosatti,

in merito al post intitolato “Domande di un monaco eremita…” visibile a questo link [https://www.marcotosatti.com/2024/03/02/domande-di-un-monaco-eremita-a-mons-gaenswein-e-alle-memores-di-benedetto/] le chiedo la cortesia di pubblicare il seguente testo ugualmente come post, come mio contributo per correggere un errore che si sta diffondendo sempre più.

L’errore consiste nel ritenere valida o no la Santa Messa a seconda della corretta citazione del Santo Padre nella preghiera eucaristica che si recita durante la Santa Messa.

 

PREMESSA: UNA QUESTIONE DI METODO

Nel giudicare tutti gli elementi sulla “magna quaestio” io ho dato grande valore alle singole parole e alle virgole dei documenti ufficiali della Chiesa; a me sembra logico così e questo mi sembra il metodo cattolico, anzi evangelico, dove si afferma che “tutti i capelli del vostro capo sono contati”.
Mi sembra che sia il metodo che anche i sostenitori della nullità del conclave 2013 hanno usato, quindi credo sia logico e coerente usare lo stesso metodo anche nella presente analisi.

LA SANTA MESSA VALIDA: IN UNIONE CON PIETRO

Quindi per tale questione ho tenuto conto della lettera, prima di ogni interpretazione, del testo citato anche da don Minutella, la Ecclesia De Eucharestia, n. 39:
Parimenti, poiché «il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli », la comunione con lui è un’esigenza intrinseca della celebrazione del Sacrificio eucaristico. Di qui la grande verità espressa in vari modi dalla Liturgia: « Ogni celebrazione dell’Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l’Ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo. Ogni valida celebrazione dell’Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l’intera Chiesa, oppure oggettivamente la richiama, come nel caso delle Chiese cristiane separate da Roma».
Quindi, stando alle precise parole, ogni valida celebrazione esprime (oppure richiama) la comunione con Pietro, non con l’attuale Papa regnante!
La “citazione” del Papa regnante serve quindi a “esprimere” questa comunione con Pietro, poiché il primo “quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli”. Tale principio serve alla “grande verità espressa in vari modi dalla Liturgia”, cioè “ogni valida celebrazione dell’Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l’intera Chiesa”.
Solo se il criterio per la valida celebrazione è la comunione con Pietro allora diventa comprensibile la validità delle celebrazioni delle “Chiese cristiane separate da Roma”.
Se al contrario per la validità della celebrazione fosse necessario nominare il Papa “giusto”, allora la celebrazione delle Chiese cristiane separate da Roma non potrebbe essere considerata valida.
Inoltre, paradossalmente, dal momento in cui un Papa passa a miglior vita e fino alla elezione regolare del successore, cioè quando si ha la sede vacante nessuna Santa Messa potrebbe essere validamente celebrata!

UNA CUM: IL CANONE ROMANO

Legare poi la questione della “comunione con Pietro” citando il Sommo Pontefice come viene richiamato nella Preghiera Eucaristica del Canone Romano, mi sembra davvero “artificioso”:
Ecco il testo in lingua italiana del cosiddetto Canone Romano (la questione non cambia con gli altri testi utilizzabili), come viene recitato nelle parrocchie ogni domenica:
Padre clementissimo,
noi ti supplichiamo e ti chiediamo
per Gesù Cristo, tuo Figlio e
nostro Signore, di accettare e benedire
questi doni, queste
offerte, questo sacrificio puro e santo.
Noi te l’offriamo anzitutto
per la tua Chiesa santa e cattolica,
perché tu le dia pace e la protegga,
la raduni e la governi su
tutta la terra,
[una cum famulo tuo…]
in unione con il tuo servo il nostro papa …,
il nostro vescovo …
e con tutti quelli che custodiscono
la fede cattolica, trasmessa
dagli apostoli.
Prima considerazione: questa è la preghiera sui doni che la Chiesa presenta a Dio Padre.
Li offriamo “per la tua Chiesa… perché tu le dia pace… e la governi su tutta la terra in unione con il tuo servo e nostro Papa…”.
La preghiera esprime una intenzione. che evidentemente si spera si realizzi, ma non è detto che si realizzi.

Poiché si chiede, non può essere definita certa oppure dogma ALMENO IN QUESTO PUNTO, ALL’INTERNO DI QUESTA PREGHIERA.
Non sono un latinista, ma mi pare che le parole “una cum” possano definire una collaborazione, ma nemmeno necessaria (“siamo servi inutili”, no?), un concetto molto differente da quello di “comunione” espresso sommamente nella Eucaristia, dove la Sua carne entra nella nostra carne, per cui diventiamo un corpo solo. Pensare di realizzare e/o significare la “comunione con Pietro” grazie alla citazione “una cum” in questo contesto, mi pare davvero un discorso artificioso.
In altre parole, in questo punto si esprime una intenzione di preghiera (“Dio Padre governa la tua Chiesa… in unione con il tuo servo e nostro Papa…”), non si fa una affermazione del tipo “noi qui riuniti vogliamo celebrare in comunione con Pietro grazie alla nostra unione con il Papa…” o qualcosa di simile.
Paradossalmente, sia chi afferma la nullità del conclave 2013 sia gli “una cum” potrebbero fare lo stesso grave errore, avendo intenzione di celebrare in unione con il papa ritenuto valido, mentre “Ogni valida celebrazione dell’Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro”, come afferma la Ecclesia De Eucharistia.

Come dovrebbe essere noto a tutti i cattolici, le condizioni per la validità della Santa Messa sono quattro:

la materia (pane e vino);
la pronuncia delle parole “questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue…”;
il ministro validamente ordinato
la volontà del ministro di celebrare secondo le intenzioni della Chiesa.
Queste sono le condizioni e niente altro.

La saluto cordialmente

Ciellino Partigiano

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38 commenti

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    @ Mario.
    Il commento riporta opinioni da profano (anche in nozioni minime giuridiche), dichiarate come estrapolate dalla dottrina cristiana ma di fatto prive di riferimenti dottrinali, che -spiace- nella materia de quo, non ci sono.
    “Può un sacerdote che sottoscrive anche una sola eresia [ ] celebrare validamente?
    No, perché non celebrerebbe secondo la mente della Chiesa.”

    Errato!! In linea di massima un sacerdote eretico (che non riconosca ad es. il dogma della Immacolata Concezione) non intacca la validità della sua Messa ma solo la liceità. E un fedele che sia in buona fede (non coscosca l’indegnità del ministro e la sua scomunica) partecipa senza alcun dubbio a Messa e Comunione validissime. Sia chiaro quindi che i 4 elementi di validita non sono “intaccati” per il solo  fatto che l’eresia ponga il prete eretico fuori dal cattolicesimo!
    Certamente è pur vero che un ministro che non riconosca ad es. la reale presenza del Corpo e Sangue nell’Eucaristia, invaliderebbe il 4 elemento della volontà (ma diciamo pure che coerentemente neanche celebrerebbe).

    “Messe celebrate in comunione con gli eretici non possono essere valide”

    Errato!! Le messe con gli eretici, non sono valide solo per via l’eresia del ministro o del simpatizzante. C’è un altro motivo, perchè la comunione o la simpatia dell’officiante con un eretico determina solo la propria ereticità, non la sua capacità di officiare.
    Il vero modo per verificare la validità della Messa non è tanto verificare la nomina esplicita di un eretico durante la Liturgia, ma il momento della liturgia e lo scopo per cui viene nominato. Se il nome dell’eretico è citato per un qualsiasi motivo senza modificare le formule previste (ad es. nella omelia per invocare la conversione) si inficia la liturgia rendendola (solo) illecita per l’officiante e per chi la frequenti (vds.nota 1). Se invece il nome di un eretico (o di un antipapa) è pronunciato nella Preghiera Eucaristica la Messa non solo è illecita ma anche nulla e invalida. È nulla perchè c’è soluzione della Comunione Ecclesiale al quale l’eretico (falso papa) non appartiene, ma perchè soprattutto da parte del prete non si è voluto (o potuto, se in buona fede vive isolato sull’Everest o nella fossa delle Marianne) consentire che si faccia la volontà della Chiesa che -nella Messa- desidera sia richiamata la Comunione Ecclesiale nel preciso nome

    del (vero) Papa che, secondo il Magistero e la dottrina, ne è il garante indispensabile e essenziale.

    “riserva mentale come ‘ipocrisia’, ma è di fatto una soluzione valida, pienamente accettata e anche in molte circostanze raccomandata dalla dottrina tradizionale. La riserva mentale rende quelle Messe pienamente valide.”

    Balla cosmica!! La riserva mentale, non è un istituto giuridico ma una restrizione di volontà che non può applicarsi in modo positivo alla Messa rendendola magicamente valida, sanando la liturgia con una bugia detta ad arte. Non è una sanatio positiva di un Sacramento, nascosta in una intenzione non espressa per salvare convenienze o dubbi. Chi ha dubbi validi e seri su un Papa è chiamato a non oltraggiare e rendere nulli i Sacramenti, con accorgimenti puerili o peggio e -per la vita della sua anima- è tenuto a capire se Bergoglio è oppure no papa, non a trovare appezzottamenti liturgici e rimedi personali caserecci.

    La “riserva mentale”, come mancanza di consenso non ha valore alcun liturgico lecito nè è legittimabile il pronunciare falsamente un nome (Francesco) ed intenderne un altro (Benedetto o una situazione di sede vacante). Anzi di fatto, più che una assurda riserva mentale, è un diniego a dir la verita per opportunismo, cioe un vero vizio di volontà (violazione 4°elemento) poichè la Chiesa chiede espressamente che nella Preghiera venga pronunciato il preciso nome canonico del (vero) Papa (non di un antipapa) essendo ininfluente poi intendere un’altra persona (che non viene nominata).
    Il ministro che volontariamente, ma anche chi lo fa in perfetta buona fede . Vds nota (2) comunque pronunci il nome di un falso Papa nella Preghiera Eucaristica inficia la Messa, che è nulla, e se lo fa di proposito compie grave peccato per la sua infedeltà alla verità.
    ————
    nota (1): è arcinoto, visto che la Sig. Danieli lo ha postato fino alla nausea, che è proibito richiamare il nome di un eretico durante il Santo Sacrificio per disposizione di Papa Benedetto XIV in “Ex quo primum,” del 1756. Tale citazione rende la Messa illecita.

    nota (2): ho già indicato precisamente la posizione di chi partecipi a Messe invalide su questo blog in data 10 e in data 13 febbraio: https://www.marcotosatti.com/2024/02/10/benedetto-xvi-rinuncia-invalida-un-cul-de-sac-supplet-ecclesia-mons-schneider/#comment-231979
    ——–
    @ E.A. Cara e dolce amica hai ben detto: l’articolo del sig.Ciellino è anticattolico, è inaccettabile: non solo sminuisce la figura di tutti i papi nominati in 2000 anni dopo Pietro ma il loro stesso ruolo degradadoli a Papi di serie C, facendo un distinguo fra le loro attribuzioni e quelle del primo Apostolo. Non solo, l’articolo intacca -con la figura del Papa- la realtà ministeriale del Pontefice nella Messa e persino la consistenza spirituale della Messa stessa nell’ambito ecclesiale. Cambia la liturgia in una formula precompilata e riferita ai tempi Simon Pietrok dissacrando la unità della Chiesa espressa nel Papa di ogni tempo come garante unico e vivente e non storico unico della comunione ecclesiale. E mi fermo qui… per il rifiuto della banalizzazione del fulcro della nostra religione.
    ____
    @ Adriana 1. Chiedo scusa cara, mi sono accorta solo ora del suo interlocutorio sul link di cui alla nota(2): mi perdonerà? Non l’ho visto sepolto fra 140(!) commenti.

    Mi sembra evidente comunque che fra i codici ed i codicilli io prediliga il Magistero: infatti se, nelle mie piccole opinioni seppur supportate dai canoni, vi metto correttamente questa docenza primaziale, son sicura che nessuno può permettersi di contraddirla per fede e morale (vorrei vedere!😜), materie non omogenee con la famosa Donazione di Costantino, dunque non confrontabili nè abbinabili.
    Grazie l’attesa cara Adriana; la saluto con stima.
    ____
    @ Stilobate. Dopo un caro saluto, direi che la superiorità del V.O. sta nella bellezza che il cuore e mente umana vedono come incomparabile per i testi, i gesti e i richiami alla nostra antica fede e una lingua essenziale e splendida, come il latino. Ma tutto rimane nell’ambito umano estetico, sentimentale e, seppur religioso, imperfetto e potenzialmente deviante se strumentalizzato. Messa e Comunione sacramentale sono equivalenti, raggiungono lo scopo, permettono e rinnovano il Sacrificio, perpetuano la morte e la resurrezione, uniscono la Chiesa al Cristo?
    Sì? Allora non c’è superiorità fra gli Ordo.

    • Nathan ha detto:

      Per quanto concerne le “balle cosmiche” è il caso di consultare l’approfondito studio di Artemio Brindolo, “Cosmic Fakes and Imaginary Antipopes: LSD Ripple Effect on Beguines’ Mental Map”, Churchy & Sons, London 2020.

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    @ Stilobate. Dopo un caro saluto, direi che la superiorità del V.O. sta nella bellezza che il cuore e mente umana vedono come incomparabile per i testi, i gesti e i richiami alla nostra antica fede e una lingua essenziale e splendida, come il latino. Ma tutto rimane nell’ambito umano estetico, sentimentale e, seppur religioso, imperfetto e potenzialmente deviante se strumentalizzato. Quello che occorre chiedersi è: la Messa e la Comunione sacramentale sono equivalenti? Sì? Allora non c’è, non può esserci superiorità fra gli Ordo.
    ——-
    @ E.A. Cara e dolce amica hai ben detto: l’articolo del sig.Ciellino è inaccettabile: non solo sminuisce la figura di tutti i papi nominati in 2000 anni dopo Pietro ma il loro stesso ruolo degradadoli a Papi di serie C, facendo un distinguo fra le loro attribuzioni e quelle del primo Apostolo. Non solo, l’articolo intacca -con la figura del Papa- la realtà ministeriale del Pontefice nella Messa e persino la consistenza spirituale della Messa stessa nell’ambito ecclesiale, dissacrando la unità della Chiesa espressa nel Papa come garante unico della comunione ecclesiale. E mi fermo qui…
    ____
    @ Adriana 1. Chiedo scusa cara, mi sono accorta solo ora del suo interlocutorio sul link di cui alla nota(2): mi perdonerà? Non l’ho visto sepolto fra 140(!) commenti.

    Mi sembra evidente comunque che fra i codici ed i codicilli io prediliga il Magistero: infatti se, nelle mie piccole opinioni seppur supportate dai canoni, vi metto correttamente questa docenza primaziale, son sicura che nessuno può permettersi di contraddirla per fede e morale (vorrei vedere!😜), materie non omogenee con la famosa Donazione di Costantino, dunque non confrontabili nè abbinabili.
    Grazie l’attesa cara Adriana; la saluto con stima.
    ____
    @ Mario. Il commento riporta opinioni da profano (anche in nozioni minime giuridiche), dichiarate come estrapolate dalla dottrina cristiana ma di fatto prive di riferimenti dottrinali, che -spiace- nella materia de quo, non ci sono.

    “Può un sacerdote che sottoscrive anche una sola eresia [ ] celebrare validamente?
    No, perché non celebrerebbe secondo la mente della Chiesa.”

    Errato!! In linea di massima un sacerdote eretico (che non riconosca ad es. il dogma della Immacolata Concezione) non intacca la validità della sua Messa ma solo la liceità. E un fedele che sia in buona fede (non coscosca l’indegnità del ministro e la sua scomunica) partecipa senza alcun dubbio a Messa e Comunione validissime. Sia chiaro quindi che i 4 elementi di validita non sono “intaccati” per il solo  fatto che l’eresia ponga il prete eretico fuori dal cattolicesimo!
    Certamente è pur vero che un ministro che non riconosca ad es. la reale presenza del Corpo e Sangue nell’Eucaristia, invaliderebbe il 4 elemento della volontà (ma diciamo pure che coerentemente neanche celebrerebbe).

    “Messe celebrate in comunione con gli eretici non possono essere valide”

    Errato!! Le messe con gli eretici, non sono valide solo per via l’eresia del ministro o del simpatizzante. C’è un altro motivo, perchè la comunione o la simpatia dell’officiante con un eretico determina solo la propria ereticità, non la sua capacità di officiare.
    Il vero modo per verificare la validità della Messa non è tanto verificare la nomina esplicita di un eretico durante la Liturgia, ma il momento della liturgia e lo scopo per cui viene nominato. Se il nome dell’eretico è citato per un qualsiasi motivo senza modificare le formule previste (ad es. nella omelia per invocare la conversione) si inficia la liturgia rendendola (solo) illecita per l’officiante e per chi la frequenti (vds.nota 1). Se invece il nome di un eretico (o di un antipapa) è pronunciato nella Preghiera Eucaristica la Messa non solo è illecita ma anche nulla e invalida. È nulla perchè c’è soluzione della Comunione Ecclesiale al quale l’eretico (falso papa) non appartiene, ma perchè soprattutto da parte del prete non si è voluto (o potuto, se in buona fede vive isolato sull’Everest o nella fossa delle Marianne) consentire che si faccia la volontà della Chiesa che -nella Messa- desidera sia richiamata la Comunione Ecclesiale nel preciso nome

    del (vero) Papa che, secondo il Magistero e la dottrina, ne è il garante indispensabile e essenziale.

    “riserva mentale come ‘ipocrisia’, ma è di fatto una soluzione valida, pienamente accettata e anche in molte circostanze raccomandata dalla dottrina tradizionale. La riserva mentale rende quelle Messe pienamente valide.”

    Balla cosmica!! La riserva mentale, non è un istituto giuridico ma una restrizione di volontà che non può applicarsi in modo positivo alla Messa rendendola magicamente valida, sanando la liturgia con una bugia detta ad arte. Non è una sanatio positiva di un Sacramento, nascosta in una intenzione non espressa per salvare convenienze o dubbi. Chi ha dubbi validi e seri su un Papa è chiamato a non oltraggiare e rendere nulli i Sacramenti, con accorgimenti puerili o peggio e -per la vita della sua anima- è tenuto a capire se Bergoglio è oppure no papa, non a trovare appezzottamenti liturgici e rimedi personali caserecci.

    La “riserva mentale”, come mancanza di consenso non ha valore alcun liturgico lecito nè è legittimabile il pronunciare falsamente un nome (Francesco) ed intenderne un altro (Benedetto o una situazione di sede vacante). Anzi di fatto, più che una assurda riserva mentale, è un diniego a dir la verita per opportunismo, cioe un vero vizio di volontà (violazione 4°elemento) poichè la Chiesa chiede espressamente che nella Preghiera venga pronunciato il preciso nome canonico del (vero) Papa (non di un antipapa) essendo ininfluente poi intendere un’altra persona (che non viene nominata).
    Il ministro che volontariamente, ma anche chi lo fa in perfetta buona fede . Vds nota (2) comunque pronunci il nome di un falso Papa nella Preghiera Eucaristica inficia la Messa, che è nulla, e se lo fa di proposito compie grave peccato per la sua infedeltà alla verità.
    ————
    nota (1): è arcinoto, visto che la Sig. Danieli lo ha postato fino alla nausea, che è proibito richiamare il nome di un eretico durante il Santo Sacrificio per disposizione di Papa Benedetto XIV in “Ex quo primum,” del 1756. Tale citazione rende la Messa illecita.

    nota (2): ho già indicato precisamente la posizione di chi partecipi a Messe invalide su questo blog in data 10 e in data 13 febbraio: https://www.marcotosatti.com/2024/02/10/benedetto-xvi-rinuncia-invalida-un-cul-de-sac-supplet-ecclesia-mons-schneider/#comment-231979

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Perfavore dott. Tosatti, mi permetta cortesemente di esprimere con rispetto anch’io la mia opinione, che vuole solo ribadire una “grande Verità” insegnata dal S. Magistero infallibile della Chiesa di Cristo :

    La SS. Eucaristia può essere accostata “solo” nell’unità con la sua “AUTORITÀ” e con tutta la Sua Chiesa […]
    ◾La comunione col “PAPA” è la comunione con il tutto, senza la quale “non” vi è comunione con Cristo.”

    http://papabenedettoxvitesti.blogspot.com/2009/07/card-ratzinger-1977-la-comunione-con-il.html?m=1

    (vedi anche l’enciclica di papa S. Giovanni Paolo II “Ecclesia de Eucharistia” n 39.
    E “Il Primato del Successore di Pietro nella Chiesa” n. 11-15 dell’allora card. Ratzinger).

    Sacro Magistero immutabile che spiega perché l’eucaristia è “valida” solo se celebrata in unione col legittimo vicario di Cristo e con la Sua Chiesa.

    E quindi, mai in comunione con un antipapa eretico e con la sua setta.

    Attenzione, perché, che Bergoglio fosse un ERETICO seguace di Lutero già da vescovo, lo ha dimostrato lui stesso più volte, ad es. quando ha ricevuto in ginocchio la benedizione di vescovi anglicani protestanti, o quando non ha creduto nella realtà sostanziale del cuore sanguinante di Gesù Eucaristia nel miracolo avvenuto nella sua Chiesa di S Maria a Buonos Aires.
    Miracolo che, anziché esporlo all’adorazione perpetua dei fedeli, lo ha nascosto dietro un muro.
    Le prove documentali si trovano nel libro del giornalista Maurizio Blondet:
    https://www.lafeltrinelli.it/cuore-per-vita-eterna-fatto-libro-maurizio-blondet/e/9788885223738
    (Video testimonianza)
    https://youtu.be/RC8QCTKAF7E.

    Ora chiedo:
    Potrebbe mai Gesù Cristo scegliere un vescovo sacrilego, iscritto al Rotary Club dal 1999 e già scomunicato latae sententiae da Leone X con la Bolla “Decet Romanum Pontificem” perché ERETICO seguace di Lutero?
    NO.

    E infatti, lo stesso Gesù Cristo, attraverso il Suo vicario in terra papa Paolo IV, con la Bolla “CUM EX APOSTOLATUS OFFICIO” – ha già confermato la” NULLITÀ DELLA GIURISDIZIONE PONTIFICALE DI TUTTI GLI ERETICI” (Bergoglio compreso) :

    _ 6…. se mai dovesse accadere in qualche tempo che un VESCOVO …”prima” della sua ELEVAZIONE a romano Pontefice, avesse “DEVIATO DALLA FEDE CATTOLICA” o fosse caduto in qualche “ERESIA” […] SIA NULLA, NON VALIDA E SENZA ALCUN VALORE LA SUA PROMOZIONE OD ELEVAZIONE, anche se avvenuta con la concordanza e l’unanime consenso di “tutti” i cardinali; […]

    _ Ma non solo, di fronte a questa possibilità, papa Paolo IV impone a tutti i vescovi, sacerdoti e fedeli l’obbligo di disconoscere il falso papa e di disobbedirgli::

    _7. La LICEITÀ delle persone subordinate di recedere impunemente dall’obbedienza e devozione delle autorità deviate dalla fede.
    Paolo IV “Cum ex apostolatus officio” – infallibilità papale
    https://cooperatores-veritatis.org/2018/04/10/paolo-iv-cum-ex-apostolatus-officio-infallibilita-papale/

    Appello filiale ai cardinali della S. Chiesa di Cristo:

    Eminenze Reverendissime, vi supplico di rendervi conto che spetta a voi il compito di permettere a Gesù Cristo di poter riprendere in mano il comando della Sua Chiesa, oggi usurpato dagli astuti nemici, e prendersi cura dei suoi figli, attraverso il legittimo successore dell’ultimo papa Benedetto XVI, in comunione col quale poter offrire a Dio il S. Sacrificio di espiazione valido, oggi tanto neccessario per trarre la forza di testimoniare la fede cristiana durante grande persecuzione, oramai imminente.

    Dimostrate di essere quei veri e coraggiosi Pastori che per amore delle le pecore, sono disposti a perdere anche la vita per obbedinza a Cristo e alla Sua Chiesa Unam et Sanctam.
    Grazie

    • Gabriela Danieli ha detto:

      Grazie di cuore dott. Tosatti.

      E se posso, vorrei aggiungere anche quanto disposto dalla Bolla di Papa Paolo IV Cum Apotolatum Officio al & 5- Pene di scomunica per il delitto di favoreggiamento delle eresie:
      Inoltre, incorreranno nella sentenza di scomunica «ipso facto», tutti quelli che scientemente si assumeranno la responsabilità D’ACCOGLIERE e DIFENDERE, o FAVORIRE (costoro) […]

      • Rolando ha detto:

        Bene Gabriela Danieli cara,
        “Potrebbe mai Gesù Cristo scegliere un vescovo sacrilego….” ?
        Se lo Spirito Santo scende su di te a conferma della tua parola di verità, tutti i vescovi che ancora difendono il “depositum fidei” perché tergiversano, perché indugiano a scomunicare i confratelli vescovi eretici sostenitori dell’eresia?
        Trovo alquanto ipocrita additare papa Francesco senza valutare quanti la pensano come lui a cominciare dalla negazione che il Dio cristiano romano sia un Dio cattolico. Perché questi vescovi che resistono fortes in fide non trovano il coraggio di scomunicare?

        • Gabriela Danieli ha detto:

          Caro Rolando, “Potrebbe mai Gesù Cristo scegliere come SUO VICARIO IN TERRA un vescovo sacrilego, eretico, massone ….” ? Certo che NO. Sarebbe peccato solo il pensalo.

          Ma tu dici :
          Allora, perché quei tre CARDINALI validamente eletti, così come disposto dalla nuova Legge UDG, non hanno il coraggio di perdere onore, casa e stipendio per amore della Chiesa di Gesù Cristo, dichiarando legalmente Bergoglio e soci FUORI DELLA CHIESA?

          E aggiungo io, perché non si decidono di nominare “validamente” il legittimo Petrus Romanus successore di Benedetto XVI, attraverso il quale Gesù stesso possa finalmente tornare a governare visibilmente la Sua Chiesa e liberarla del tutto dalle mani dei nemici?

          Rolando, Io non credo che spetti a noi fedeli il compito di “giudicare” se si tratta di vile DISERZIONE o di OBBEDIENZA a papa Benedetto XVI che potrebbe aver già disposto il momento giusto per farlo. (Solo Dio lo sa).

          A noi fedeli, che come obiettivo primario abbiamo solo GESÙ EUCARISTIA, per le leggi “diritti e doveri” del CJC, spetta il DOVERE oltre che di GRIDARE LA VERITÀ DAI TETTI, di incoraggiare tutti i sacerdoti a seguire l’esempio del vero papa Benedetto, abbandonando le strutture occupate dalla falsa chiesa e di venire a celebrare la Messa valida nelle nostre case.

          Perché la Chiesa di Cristo, quella costituita dallo Spirito Santo non ha bisogno di “mura”.
          Giusto?

          Spero comunque tu sia d’accordo con me sul credere che sia stato per umile obbedienza alla Divina Volontà che, prima Papa San GPII con tutte le sue nuove leggi, e poi papa Benedetto XVI con la sua “rinuncia invalida”, a decidere di “ritirarsi” apposta dalle “mura” vaticane” occupate già da anni dalla massoneria ecclesiastica …pur restando Capo legittimo, anche se impedito, della vera Chiesa di Cristo.

          Onde far emergere tutti i nomi e cognomi dei vescovi, cardinali e sacerdoti seguaci dell’antipapa JMB, che fanno parte della Massoneria ecclesiastica, così da poter essere falciata in un solo colpo da Gesù Cristo attraverso il Suo legittimo Vicario in terra, non ancora eletto.

  • Mario ha detto:

    Le 4 condizioni per la validità della Messa sono le seguenti:

    1. la materia (pane e vino);
    2. la pronuncia delle parole della preghiera consacratoria;
    3. il ministro validamente ordinato;
    4. la volontà del sacerdote di celebrare secondo le intenzioni della Chiesa.

    Supponiamo che le prime tre condizioni siano esaudite. Rimane il dubbio sulla quarta…
    Può un sacerdote che sottoscrive anche una sola eresia (in materia di fede o morale, eresia sufficiente per non essere più considerato cattolico) celebrare validamente?
    No, perché non celebrerebbe secondo la mente della Chiesa.
    E adesso veniamo alla questione dell’espressione “una cum”. Nella storia della Chiesa (fino ad epoche recentissime) si è sempre affermato il principio corretto che non vi può essere comunione alcuna fra coloro di retta fede e gli eretici. Pertanto, Messe celebrate in comunione con gli eretici non possono essere valide, in quanto chiunque sia in comunione con gli eretici diventa eretico lui stesso, implicando la comunione la sottoscrizione degli stessi princìpi (eretici).
    Nel nostro caso il problema sorge se il sacerdote si ritiene veramente in comunione non con San Pietro e con la Chiesa di sempre, bensì con il Propalatore attuale di eresie.
    Comunque, quando si arriva alla fatidica frasetta “una cum”, attualmente molti sacerdoti celebrano con riserva mentale… Gli insipienti forse catalogherebbero questa riserva mentale come ‘ipocrisia’, ma è di fatto una soluzione valida, pienamente accettata e anche in molte circostanze raccomandata dalla dottrina tradizionale. La riserva mentale rende quelle Messe pienamente valide.
    Per concludere, non essendo l’ “una cum” la questione dirimente per la validità o meno della Messa (perché ci può essere riserva mentale), la soluzione per assistere a Messe sicuramente valide è quella di evitare quelle in cui il sacerdote celebrante è palesemente e pubblicamente sottoscrittore di tesi eretiche riguardanti, come si è detto sopra, la fede e la morale.

    • Rolando ha detto:

      Carina questa idea della “riserva mentale”!
      È come se il sacerdote celebrante in persona Christi, cioè al posto dello stesso signore Gesù Cristo, dicesse a Dio, alla Trinità: “non son sicuro che il Bergoglio sia papa in quanto ritengo che sia eretico decaduto o che come tale non è mai stato papa”, quindi vedi Tu, io non voglio cascare in eresia od essere tramite e complice di eresia!”.
      Bella pretesa, indice di superbia sulla base di un proprio personale giudizio, ipocritamente trasformata in umiltà scusante davanti a Dio come se a Dio sfuggisse la verità, o non sapesse che le cose vanno come Lui permette che vadano. Cioè vuole, a casa mia! Se il sacrificio della messa è in pari tempo la più sublime delle preghiere gradite a Dio, allora pregando anche una cum papa Francesco, cioè come ci appaiono le cose, si prega comunque per la salvezza anche di lui, dei “pro multis in remissionem peccatorum” anche perché nessuno al mondo è soggettivamente assolutamente certo di tale salvezza! Non può uno convertirsi? Un papa “vero” cessa di essere peccatore o un “omnis homo fallax”? Stento a capire che specie di razzismo sia la presunta eresia fra tutti quelli che invocano il nome di Gesù, e si dicono cristiani, dal momento che sotto i cieli tutti professano che non c’è altro Nome in cui ci sia salvezza! E perfino il diavolo si inginocchia!

      • Mario ha detto:

        Quanto scritto sopra è la dottrina cattolica di sempre, compreso l’insegnamento sulla riserva mentale. Aderirvi non è sintomo di superbia, ma di umiltà.
        Detto questo, la preghiera eucaristica I (canone romano) dice: “Noi te l’offriamo anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace e la protegga, la raduni e la governi su tutta la terra, in unione con il tuo servo il nostro papa N…” E la preghiera eucaristica Il recita :”Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: Rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro Papa N…” Questa, fino a prova contraria, non è una preghiera per la conversione del singolo peccatore, chiunque esso sia, bensì una preghiera per l’unità della Chiesa, che deve essere perfetta in unione con il papa, vescovo ecc. Non ci può essere unione con gli eretici. Anche questa è dottrina della Chiesa a cui umilmente sottomettersi.
        La preghiera eucaristica III non contiene l’una cum: “Conferma nella fede e nell’amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra: il tuo servo e nostro Papa N…”
        Così anche la n. IV. Però il richiamo all’unità della Chiesa è parimenti presente in altro loco e fa da contesto.

        • Rolando ha detto:

          Caro Mario, conosco una sola risposta alle tue parole:
          “Aderirvi non è sintomo di superbia, ma di umiltà.”
          E cioè con parole evangeliche innanzitutto: “ma non avete un cervello con cui pensare?”(Mt). E poi “aderire” è molto spesso un rinunciare a pensare, perché è molto più comodo che altri pensino per te perché ti “conviene”. Ma non tutto ciò che “conviene” è secondo verità e soprattutto amore. Anzi è molto pericoloso perché potrebbe contenere il germe della schiavitù all’uomo, che è realtà molto diversa del virgineo abbandono [=dono al Padre] al Padre Universale.
          Ma poi, tutti i cristiani invocano il nome di Gesù.
          E se è una preghiera diversa quella su cui tu rifletti, ed a ragione, è una superiore preghiera-dono per tutti quella di Gesù che il sacerdote impersona “misticamente”: “et pro multis in remissionem peccatorum “.
          E il sacerdote celebrante impersona Gesù, non per una velleità spirituale, ma per un dogma dato in quanto Gesù, figlio di Dio Padre, ha sacrificato se stesso sull’altare della croce QUIA IPSE VOLUIT. Mi è capitato quasi mezzo secolo fa di contestare un sacerdote celebrante, dopo la messa, per aver sostenuto in predica che Gesù non voleva quell’orribile sacrificio, ma obbedì al Padre.
          Voler saperne troppe di Dio da parte dell’uomo, fino a piegare Dio all’uomo, significa fare dell’uomo più che un falso devoto, un autentico empio come già insegnava duemila anni fa Filone alessandrino.
          E poi, la “rivelazione” per ciascuno di noi si attua oggi, cioè ogni millisecondo sempre nuovo del cammino della vita individuale sulla terra “DONO DEL TUO AMORE”.

    • Rolando ha detto:

      E quindi io con sant’Agostino sarei insipiente: IN DUBIO LIBERTAS IN OMNIBUS CHARITAS.
      E chi sono allora gli orgogliosi cui Dio resiste? E l’arcangelo San Michele schiaccia sotto i piedi dicendo: “Chi è come Dio?”.
      “Una cum omnibus” perché il cuore di Dio non è solo cattolico romano.
      “Amico, chi ti ha detto di sederti al posto d’onore, puzza via di qui!” (Dal vangelo secondo Gesù).

      • Rolando ha detto:

        E poi caro Mario, come spieghi tu queste parole di richiesta al Padre: “Rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro Papa N…” ? Qui c’è chiara e tonda per tutti la parola “amore” dove si crede o si pensa vi sia la verità! Quindi non si chiede una perfezione per la Chiesa cattolica apostolica romana nella “verità”, bensì nell’ “amore”. Come minimo penso che anche logicamente ci si riferisca alla “verità dell’amore” in cui aspirare a quella perfezione indicata da Gesù quando disse “solo Dio è buono” alias “Dio è Amore” e non all’amore della verità che è una realtà irraggiungibile per l’uomo, contrariamente l’uomo stesso sarebbe il Dio Onnisciente. E per di più è proprio umanamente parlando che si dice e si sperimenta che l’amore non ha misura, non può essere misurabile; ci sorpassa e ci avvince contrariamente a quanto avviene nella cosiddetta ricerca della verità o, peggio ancora, da chi crede di possederla, averla in tasca o in un depositum istituzionale umano creduto l’unico, autentico, vero divino del Dio vero da Dio vero. Ma io amo anche queste carissime persone e mi par di comprenderne il pensiero per esserci passato in mezzo e non disdegno di parlar cordialmente con loro e riflettere e sicuramente non sono loro il mio scandalo. Io sono scandalo a me stesso nella ricerca di Dio, di Colui che È.

  • Bill Schuetter ha detto:

    Non e’ vero che solamente una consecrazione invalida faccia una messa invalida? (dagli Stati Uniti)

  • Antonio ha detto:

    Pietro appunto. Tutti i Papi regnanti sono stati Pietro. E Bergoglio come lo chiamiamo? Pietro pure lui? Oppure ci starebbe meglio Giuda? Non lo so, fate voi. Bergoglio il dolce Cristo in terra? Ti presenti all’altare del Padreterno la domenica con Bergoglio? Auguri!

  • Mimma ha detto:

    Osservazione pertinente chiara e logica.
    Andiamo a Messa tranquilli.
    Non sono i papi che la rendono valida i invalida, ma le nostre disposizioni personali.
    Se non siamo in grazia di Dio , possiamo andarci ogni giorno e finire all’inferno lo stesso.
    Grazie,Ciellino!

  • E.A. ha detto:

    Dall’articolo si dovrebbe desumere che Pietro, all’Interno della Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica, sia da considerarsi un Simbolo Astratto, oppure, nella sua Persona, come l’Unico, Primo e Ultimo Vicario di Cristo sulla Terra, finendo così col ritenere tutti gli altri suoi legittimi Successori, degli accessori del tutto marginali, non Necessari, non Indispensabili al Fondamento e all’Unita’ della Santa Chiesa Stessa… il che lo trovo inconcepibile, quanto anticattolico al massimo!

  • Stilobate ha detto:

    Nel Novus Ordo le parole “Questo è il mio sangue” non vengono pronunciate. La formula suona infatti “Questo è il calice del mio Sangue” (“Hoc est enim calix Sanguinis mei”). Qualcuno potrebbe argomentare che la consacrazione del vino non ha luogo, sostituita da quella del calice: il contenitore al posto del contenuto. E qualcun altro potrebbe persino eccepire sull’inserimento di “enim” (che nelle messe in italiano però scompare).

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Stilobate,
      la liturgia del N.O. sta al V.O. come il disegno di un bambino (imitato da degli adulti) può stare ad una Madonna del Botticelli.
      Può essere un’impresa affascinante- Picasso affermò che ci aveva impegnato la vita per riuscire a dipingere come un bimbo-
      Ci riuscì: ma il risultato di questo pittore-letterato,
      ( cit. Bonito Oliva ), rimane ancor oggi “discutibile” e da molti aborrito.

      • Stilobate ha detto:

        Be’, nel caso specifico, carissima Adriana, la duplice formula latina è fortunatamente la medesima nei due riti: “Hoc est enim Corpus meum” e “Hic est enim calix Sanguinis mei”. Le mie considerazioni sul contenitore volevano essere una battuta. Però concordo del tutto con l’idea da Lei espressa: la forma N.O. sta a quella V.O. come lo scarabocchio di un bambinetto sta al disegno di un grande maestro. Il Vetus Ordo è superiore al Novus Ordo pressoché in tutto. Certo, si sarebbero potute apportare piccole modifiche, come si è sempre fatto nel corso dei secoli, ma purtroppo si è optato per uno stravolgimento poco sensato. E i risultati si vedono.

        • Adriana 1 ha detto:

          Caro Stilobate,
          grazie della risposta. Veramente io avevo suggerito qualcosa di peggio, e di artificioso, a proposito del disegno citato come esempio: che il disegno non fosse di un bambino autentico, ma della mano di un adulto che volesse produrre un “falso” facendolo passare per un prodotto infantile e, soprattutto, “spontaneo” e naturalmente “inventivo”. Faccenda che giustificherebbe tutte le libere invenzioni liturgiche successive: dalle danze ai droni, e così via celiando…da autentici Cristiani “cripto-adulti”.

          • Stilobate ha detto:

            Bisogna riconoscere, cara Adriana, che l’impressione è proprio quella cui Lei accenna. Ma come sempre in questi casi, non è facile stabilire con certezza fino a che punto si è trattato di premeditazione dolosa e fino a che punto di ingenua stupidità. Resta il fatto che la rottamazione dell’antico e venerabile rito romano è stata un crimine culturale, oltre che una iattura cultuale. *** Non sarà un caso che il nuovo rito funzionicchi – mi passi il termine – solo quando l’azione sollecita di un celebrante di qualità lo rende quanto più prossimo al rito antico. *** A mio avviso il primo punto su cui occorrerebbe intervenire è la rimozione dei tavolacci denominati “mensa” (gli pseudoaltari cui ogni tanto qualche celebrante inspiegabilmente si inchina anche quando son sgombri) e il ripristino degli altari, con conseguente celebrazione ad Deum (ad Orientem). *** Speriamo, Adriana, che in futuro sempre più ministri del culto tornino a comprendere l’importanza della simbologia tradizionale e di ciò che l’ha ispirata. *** Intanto, se non abbiamo messe in rito antico a disposizione, cerchiamo di scegliere quelle in rito moderno officiate nel modo più degno e sacrale possibile. E concentriamoci su Nostro Signore e il Suo salvifico Sacrificio, la sola vera ragione per cui attendiamo alla S. Messa.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Stilobate,
            concordo. Ma, siccome dalle mie parti si usa celiare molto, oppure accelerare il tutto con ispirazione burocratica, preferisco ricorrere ad una-logisticamente lontana. messa V.O.-

          • Nathan ha detto:

            Consultate al riguardo la miscellanea di Artemio Brindolo, “Quot ordines tot itinera: la ricerca di buone messe e il rincaro dei carburanti”, in “Acta Minucioncitelliana” VIII (2021), pp. 98-125.

    • Che è poi ha detto:

      …che è poi, per inciso, la stessa formula del Vetus Ordo: HIC EST ENIM CALIX SANGUINIS MEI…

    • Rolando ha detto:

      “Hic est enim calix sanguinis mei novi et aeterni testamenti – misteryum fidei – qui pro vobis et multis effundetur in remissionem peccatorum”.
      Calix, calicis in latino è maschile.
      Si quelle sole sono le 4 condizioni per la validità e liceità della messa.
      Il sacerdote validamente ordinato che celebra il sacrificio incruento “IN PERSONA CHRISTI”.
      Che esprima la volontà di celebrare secondo le intenzioni della Chiesa:”tota aecclesia congemiscente”.
      Il pane di farina di frumento ed il vino d’uva.
      E pronunci correttamente sull’ostia e sul calice del vino le due formule della consacrazione.
      E si compie il miracolo della transustanziazione: cioè la sostanza del pane e quella del vino diventano, quindi sono, realmente il corpo, il sangue, l’anima e la Divinità del Signor nostro Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
      Non: si trasformano. Cambiano sostanza. Ed a noi appaiono ancora solo gli accidenti del pane e del vino.
      Quod non capes quod non vides animosa praestat fides praeter rerum ordinem.
      Visus, tactus gustus in te fallitur sed auditu solo tuto creditur; credo quidquid dixit Dei Filius: nihil hoc verbo veritatis verius. Ma oggi non lo dicono più neanche in fedele traduzione.

      • Nathan ha detto:

        Come la mettiamo con i celiaci e con chi è a corto di alcol deidrogenasi? Il problema è stato molto opportunamente sollevato dalla professoressa Bernarda Benvenuta, che ha fornito definitive dilucidazioni a riguardo nel suo articolo “Stille di rugiada: l’imaginifico nel N.O.M.”, in “Acta ciancicata” LXI (2023), pp. 32-33.

      • Adriana 1 ha detto:

        Rolando,
        molto avvincente…se non lo conosci ti consiglio di vedere il Cristo alla colonna del Bramante, dove-in parallelo- sul davanzale della finestra è posata una pisside. Illustra perfettamente quanto hai espresso.

    • Rolando ha detto:

      Ho saltato un “pro” quello del “pro multis” per la moltitudine. Come si vede anche nella formula tradizionale si diceva Hic est calix sanguinis mei…questo è il calice del mio sangue…..

  • Donna ha detto:

    Mi viene alla mente la profezia di Malachia su “Pietro Romano” nel nominare la successione dei ultimi papi…e se allora significasse “la comunione con “Pietro” secondo il canone “Romano”?(visto che per. Malachia Benedetto è l’ultimo papa della serie)…?

    • fra Giovanni Maria ha detto:

      Devo dire che è una domanda valida, ma tendo di rispondere di “no” per il fatto che non sarebbe successione nel senso proprio, è una spiegazione spiritualista, che abbandona il realismo tomista.
      Forse gli ultimi due motto, vedi l’articolo mio pubblicato da Tosatti, si spiega in modo banale cosi: c’è uno che siede, ma non è papa, e ci sarà uno che non siede, ma sarà il papa delle catacombe a subire il martirio.

      • Donna ha detto:

        Non ho letto il suo articolo purtroppo mi e sfuggito, comunque , riflettendo su suo input, mi par di notare che in questa profezia tutti i motti indicano una caratteristica di quel determinato Papa , e che questo termini con Benedetto XVI (de Gloria olive).
        Successivamente si dice “In persecutione extrema S.R.E. sedebit.”, che è la descrizione di una situazione e non una caratteristica di un determinato Papa, per cui può voler significare che chi siede non sia necessariamente papa , probabilmente non lo è; in quanto al termine ultimo è scritto «Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis.», che però qui sembra invece
        Indicare un vero Papa , in quanto di lui si dice che “pascet”, come deve fare il”Romano pontefice”,successore di Pietro.(Petrus Romanus?).
        Ipotesi?pura teoria?forse….molte volte la realtà è più fantasiosa.

  • E.S. ha detto:

    Ma la Santa Messa è finalizzata alla celebrazione del sacrificio di Gesù; nella quale, con la consacrazione, si ha il miracolo della transustanziazione (il pane e vino diventano corpo e sangue di Cristo!) proprio per la ‘comunione’ con Cristo (e la Sua Chiesa?).
    Ma mentre prima il sacerdote lo faceva dicendo:
    “… trasforma con il tuo Spirito i doni che Ti offriamo …”
    oggi dice:
    “… trasforma questi doni con la rugiada del Tuo Spirito…”.
    Nel primo caso occorre un atto di fede dei fedeli per credere che il ‘miracolo’ sia avvenuto, nel secondo (visto che si richiede una specifica manifestazione concreta e visibile dello Spirito sotto forma di rugiada e non di fuoco, vento, colomba, ecc.), non occorre ‘credere’ basta semplicemente constatare se c’è o meno la ‘rugiada’ e se non c’è … lo Spirito non si è manifestato ed il ‘miracolo’ … non è avvenuto.
    In altre parole, con questa variazione si è cambiata la modalità di ‘percezione’ dello Spirito, che non è più dell’anima ma (dei sensi) del corpo.
    Se si vuole credere il contrario (cioè contro l’evidenza) da ‘credenti’ si diventa ‘creduloni’!
    Nel dubbio che queste considerazioni, da semplice fedele, potrebbero essere errate ho chiesto spiegazioni a vari sacerdoti sul perchè è stata cambiata la ‘formula’ (e nessuno ha saputo dare una risposta adeguata) e sul suo nuovo significato (e tutti hanno dato risposte diverse: qualcuno ha detto che era solo una formula di rito, come nella magia!?).
    A prescindere dalla formula di consacrazione, mi chiedo: è valida una messa in cui il sacerdote oltre ai fedeli non sanno o non capiscono quello che dice?
    È valida una messa in cui l’ostia non è (o si ritiene che non sia) consacrata.

    • Rolando ha detto:

      La rugiada del tuo spirito è concetto ed immagine prese da Isaia e veicolano in sé un non so che di pagano.
      Per certi aspetti mica male per altri introduce un concetto relativista di verità.

      • La Signora di tutti i popoli ha detto:

        Sono concorde sul fatto che ogni modifica bergogliana al messale insospettisca o che lasci disorientati ma non vedrei in Isaia un veicolo verso concetti pagani. Peraltro non sono convinta neanche del richiamo al S.Spirito/rugiada derivato da Isaia 26,19 o da Isaia 18,4, il primo fa pensare alla resurrezione e l’altro alla protezione divina delle creature umane.

        Credo invece che la introduzione della variante bergogliana nella preghiera Eucaristica II sia un riferimento ipocrita e poco azzeccato al famoso Salmo 133, come un richiamo alla enciclica “fratelli tutti” nell’evidente concetto massonico di “fratellanza” (non certo di fraternità), che rammenta anche l’articolo di Ravasi: “Cari Fratelli Massoni”.

        salmo 133″ :
        […]quant’è buono e quant’è piacevole
        che i fratelli vivano insieme!
        È come olio profumato che, sparso sul capo,
        scende sulla barba, sulla barba d’Aronne,
        che scende fino all’orlo dei suoi vestiti;
         è come la rugiada dell’Ermon,
        che scende sui monti di Sion.”

  • G. D. ha detto:

    Ricordo a TUTTI I VERI CRISTIANI che, riconoscendo Benedetto XVI quale unico e legittimo ultimo Vicario di Cristo, fanno ancora parte della SUA Chiesa…
    che è loro preciso dovere per il Canone 213 del CJC:
    Di UNIRSI IN GRUPPI IN OGNI DIOCESI, per chiedere ai SACERDOTI il coraggio di celebrare la messa VALIDA e LECITA con la formula della PREGHIERA EUCARISTICA PREVISTA DURANTE LA SEDE VACANTE per la morte del legittimo papa Benedetto XVI:

    “NOI TE L’OFFRIAMO ANZITUTTO PER LA TUA CHIESA SANTA e CATTOLICA, perché tu le dia pace e la protegga, la raccolga nell’unità e la governi su tutta la terra con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli Apostoli”.

    (Cfr. Ordo Rituum Conclavis, p. 192)

  • Boris ha detto:

    Prevedo che in men che non si dica, a queste sconclusionate tesi, a questo sconclusionato argomentare rispondera’ e confutera’ agevolmente con incrollabile pazienza, logica e puntuale precisione chi, piu’ dotto e preciso del sottoscritto … sommo normoragionante. Per esempio, dopo la morte di un romano pontefice e prima dell’ elezione del suo successore, quale e’ la formula prevista dalla liturgia ???

    • Nathan ha detto:

      Sul punto hanno scritto pagine memorabili Artemio Brìndolo e Bernarda Benvenuta, nel loro “Cince che ciancano: monofania o monomania?”, Cenci Editore, Perugia 2002.