Panorama Geopolitico, Sesta Puntata. Armi e Armamenti. Vincenzo Fedele.

30 Gennaio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul panorama geopolitico, con particolare attenzione alle armi. Le precedenti puntate le trovate quiquiqui, qui. e qui. Buona lettura e condivisione.

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Panorama Geopolitico 6 – Armanenti

Continuando nella disamina della visione geopolitica del mondo reale parliamo di armamenti per toccare con mano che anche qui l’occidente in declino ha già ha perso la leadership mondiale.

Gli imperi di tutte le epoche si sono sempre basati sulla potenza bellica e sulla volontà di utilizzarla. La potenza economica può anche essere elevata, o irrisoria, ma  se il nostro avversario ha un armamento nettamente  superiore al nostro, unito alla volontà indomita di utilizzarlo, dovremmo piegarci alla forza delle sue armi.

Ci interesseremo delle sole forze convenzionali, Esercito, Marina, Aeronautica  includendo anche il settore missilistico sapendo che oggi non esistono più esercito, marina e aeronautica distinti e separati tra loro, ma una forza interconnessa che, se non agisce in sinergia, è destinata alla disfatta o all’immobilità

Tralasciamo, in questa sede, due aspetti certamente non secondari:  Potenza nucleare e armi non convenzionali (risorse energetiche, guerra sanitaria e psicologica, occultamento della verità, ecc.). Per la deterrenza nucleare dovremmo parlare di Armaghedon, fine de mondo, e non di battaglie per il dominio del nemico. Oltretutto nel nucleare Russia e Cina sono nettamente avanti agli Stati Uniti, come numero di vettori e come tecnologia di lancio.

Per le armi non convenzionali dovremmo fare un volume a parte, anche solo per sfiorarle.

Ultimo avvertimento, prima di entrare nel merito: questo vuole essere un articolo di riflessione per non addetti ai lavori. Chiediamo quindi scusa agli esperti per  le semplificazioni e a tutti gli altri se non abbiamo semplificato abbastanza usando tecnicismi, forse astrusi, ma necessari per capire cosa andiamo a descrivere.

Vediamo quindi lo stato dell’arte in campo militare.

C’è un report, reperibile sul web interrogando “Global Firepower”, dove viene annualmente pubblicata la classifica delle forze armate più potenti al mondo. Personalmente non condivido l’approccio nè la classifica, anche se ben fatta e redatta in modo trasparente. Ritengo che i soli numeri non riusciranno mai a dare una visione delle forze in campo. Basterebbe dire, ad esempio, che la nostra Italia è al 10° posto. Davanti alla Francia o alla Corea del Nord. I dati comprendono, oltre agli armamenti veri e propri, anche la popolazione, i soldati impiegabili e quelli impiegati,il retroterra economico,  la capacità produttiva industriale e bellica, ecc. Come approccio sarebbe corretto, visto che una iniziale debolezza potrebbe essere compensata, in una guerra di logorio, da una forza industriale ed economica di supporto che, alla lunga, potrebbe ribaltare i rapporti di forza. Purtroppo non è questo il caso e lo vedremo a parte.

Al primo posto di questa speciale classifica ci sono gli Stati Uniti seguiti, per pochi millesimi di punto, dalla Russia con la Cina al terzo posto e di seguito India, Corea del Sud, Regno Unito, Giappone, Turkia, Pakistan e, al 10° posto, l’Italia. Già il fatto che la Russia sia ad un’incollatura dagli USA dovrebbe far riflettere, visto che il divario era ben maggiore negli anni precedenti.

In una analisi del genere non si può prescindere dalla guerra in Ucraina, dove si testano le armi verificandone i limiti nel mondo reale e non nei poligoni. A questo si aggiungano le innovazioni, l’elettronica e l’intelligenza artificiale. Molte armi oggi in uso in Ucraina neanche esistevano all’inizio del 2022.

La Russia è notevolmente avanti in tutte le tecnologie di punta come anche nell’aggiornamento delle tecnologie consolidate (armamenti leggeri, blindati, carri armati, ecc.). Poi parleremo anche della Cina.

Nel settore missilistico la Russia non ha rivali e le tecnologie, sperimentate e operative, sono anni avanti rispetto a tutto l’occidente messo insieme.

I missili ipersonici ne sono una riprova, per l’equipaggiamento elettronico e per lo sviluppo dei materiali utilizzati che devono resistere a temperature altissime e in occidente sono utilizzati solo per impieghi spaziali. Questi sviluppi ingegneristici sono un dilemma per l’occidente sia come tecnologia che per costi di produzione.

Per capire di cosa si parli occorre distinguere i normali missili da crociera, da quelli supersonici (2 – 3 volte la velocità del suono), e da quelli ipersonici (10 – 20 volte la velocità del suono).

Già dai primi mesi dello scorso anno, quando i missili russi piombavano sul’Ucraina per distruggere le nuove armi inviate a Kiev in vista della futura controffensiva finita malissimo. le notizie che arrivavano da noi erano tutti florilegi del tipo “….. su 60 missili russi ne sono stati abbattuti 54 …..” con pochi reportage sui 6 andati a bersaglio e con enfasi solo emotiva sui bambini coinvolti e interviste ai feriti invece di informare e spiegare la realtà che, semplificando, riepiloghiamo in breve:

Un missile ipersonico viaggia ad oltre 10 volte la velocità del suono, ma la sua potenza devastante non sta nella sola velocità. In realtà la velocità massima è raggiunta al vertice della parabola ascendente, dopo di che il missile spegne i motori e la velocità viene mantenuta oltre il limite atmosferico. Quando inizia a planare verso l’obiettivo riduce man mano la velocità e rientra nell’atmosfera. Quando viaggia a mach 10 si forma come una capsula elettromagnetica che lo rende irraggiungibile dai segnali esterni. Non può quindi essere rilevato da alcun radar, ma non può neanche ricevere segnali di guida elettronica. Quando riduce la sua velocità, in caduta verso l’obiettivo, ritorna ad essere rilevabile dai radar, riaccende i motori e torna nuovamente ad essere guidabile per le manovre. A quel punto, però, le difese hanno solo 20 – 30 secondi per reagire all’impatto devastante. Detto questo, l’attacco russo opera così: invia droni a basso costo per far attivare le difese dei Patriot a terra che accendono i radar di rilevamento per abbattere i droni, ma così rivelano la loro posizione e su queste puntano i missili ipersonici lanciati subito dopo. In diverse occasioni non sono stati sufficienti i droni, perchè gli ucraini, capito il “trucco”, non attivavano i Patriot al loro arrivo. I russi adesso, prima di lanciare gli ipersonici, lanciano dei normali missili da crociera o supersonici, per i quali vengono attivati i Patriot su cui piombano, dopo, i missili ipersonici, distruggendoli.

Quanto descritto veniva diffuso in occidente con: “I Patriot in Ucraina riescono ad intercettare e distruggere i missili ipersonici russi, anche se qualche Patriot è stato …. danneggiato”. L’abbattimento, ampiamente previsto, di qualche missile da crociera o supersonico, per distruggere le postazioni Patriot, era venduto, senza contraddittorio, come la possibilità ucraina di distruggere gli ipersonici Kinzhal in servizio dal 2019 senza che, tuttora, ci sia una credibile contromisura NATO. Da qualche video disponibile si vede chiaramente il Patriot che lancia tutti i suoi 30 missili prima di essere distrutto con la procedura descritta sopra.

 A fronte di questo scenario di poca consistenza delle difese occidentali, proprio nei punti che si credevano di massima deterrenza, i massimi vertici del Pentagono hanno deciso di disabilitare, temporaneamente, i Patriot in attesa di ulteriori decisioni. Uno scacco immane di cui si hanno poche  notizie in occidente. Gli USA hanno adesso cessato la fornitura dei Patriot all’Ucraina, avendo esaurito le scorte NATO  e invitano l’Europa a fornirli.

Proprio all’inizio del 2024 la NATO ha detto che sosterrà un gruppo di Paesi, fra cui Germania, Olanda, Romania e Spagna per favorire un contratto di acquisto sino a 1.000 missili Patriot da dislocare in Europa a protezione da possibili attacchi russi (?). Il contratto ha un valore di circa 5 miliardi di Euro e la produzione avverrà in un nuovo stabilimento in Germania. Cioè dopo la dimostrata inefficienza dei Patriot,  gli USA  decentrano la costruzione in Germania proponendolo come esempio virtuoso di collaborazione produttiva tra le due sponde dell’Atlantico. Quando le tecnologie diventano obsolete vengono smistate in Europa, che le riceve con entusiasmo pagando profumatamente tecnologie superate, visto che i Patriot sono operativi dal 1980. Ogni missile  ha un costo di 3,7 milioni di Euro, oltre radar, apparecchiature, manutenzione, ricambi, ecc.

Gli altri sistemi di difesa che Kiev ha sinora utilizzato comprendevano, oltre i vecchi S-300 di epoca sovietica, i tedeschi Gepard e i francesi Samp/T. Questi sistemi erano stati abbandonati, in quanto inefficaci, a favore dei Patriot a loro volta dimostratisi inefficienti, ma sono la nostra punta avanzata di una difesa aerea spuntata. La NATO quindi, oltre ad avere armamenti obsoleti, si è trasformata in agenzia deputata a far guadagnare altri miliardi di dollari all’industria USA imponendo ai partner  una difesa aerea inefficace e umiliata.

Rimanendo al settore missilistico, lo scorso anno l’arma risolutiva USA erano i micidiali  missili GLSDB (Ground Launched Small Diameter Bombs)  che, fornendoli a Kiev, avrebbero sconvolto le sorti della guerra. Sono sofisticati missili da 90 Kg, capaci di seguire il terreno e raddoppiare la gittata rispetto agli 80 Km degli Himars, precedentemente descritti come risolutivi.  Utilizzano un sistema di lanciarazzi multiplo, l’M26 Multiple Launch Rocket System (MLRS), che consente di colpire bersagli vari in simultanea. Sono dotati di sistemi di contromisura elettronica, guida laser per tracciare il bersaglio  e, montati a bordo di veicoli, facilmente spostabili per non essere distrutti dalla reazione russa. Ogni struttura costa circa 40 mila dollari, ma, oltre la propaganda, non si ha avuto notizia di attacchi devastanti o sfondamenti al fronte con questi sistemi operativi in tutto il 2023. Se non sono stati totalmente neutralizzati hanno comunque creato poco danno ai russi che non hanno patito questi nuovi armamenti e stanno contrattaccando con successo.

La vera novità sul campo è al momento rappresentata dai droni che hanno letteralmente sconvolto gi scenari di battaglia. Sarebbe un po’ come l’avvento della mitragliatrice nella prima guerra mondiale o del carro armato nella seconda. Forse ancora di più. E’ stato l’unico settore in cui inizialmente gli ucraini hanno messo in crisi i russi e si è molto ironizzato, anche a sproposito, sul loro utilizzo visto che nel 2022 erano riusciti a mettere sotto scacco le forze russe.

Queste notizie erano trapelate in occidente perché funzionali alla propaganda ucraina, poi sono scomparse per non agevolare il nemico. Alcuni haker e operatori civili ucraini avevano iniziato a modificare artigianalmente i propri droni, dotandoli di armamenti rudimentali ma micidiali per le unità russe che, fino a quel momento, avevano il totale controllo dei cieli. I russi, nel frattempo hanno adottato contromisure per limitare i danni, ma la nuova arma si prospetta comunque micidiale. Con poche migliaia di Euro si possono colpire obiettivi di centinaia di milioni. Visto le contromisure adottate dai russi, i droni, attualmente, sono utilizzati dagli ucraini per compiere azioni isolate ma spettacolari, quali l’attacco al ponte di Crimea (droni acquatici) o alla nave a Sebastopoli o ai depositi di carburante o, purtroppo, contro i civili di Belgorod.

Anche in questo campo la risposta russa non si è fatta attendere. Dopo la sorpresa della nuova tecnologia, presa inizialmente sottogamba, hanno subito utilizzato con successo  i droni Shahed di produzione iraniana avviando subito dopo un loro sviluppo autarchico con apparati radar e supporto elettronico fino ad arrivare ai micidiali droni kamikaze. La Russia prevede in pochi anni di produrne in proprio 32.000 all’anno finanziando il progetto con 700 miliardi di rubli (circa 7,5 miliardi di Euro). La Corea del Nord ha già in produzione una copia del drone americano da ricognizione RQ-4 Global Hawk e gli USA sono anche certi che la Corea del Nord scambia informazioni e documentazione tecnica con l’Iran per produrre queste macchine. Fra l’altro l’Iran sta inviando in Russia anche missili a corto raggio segno inequivocabile che Teheran non è più isolato e che la tecnologia militare, oltre quella nucleare,  è stata sviluppata anche in Iran.

Contro questi nuovi killer volanti non c’è ancora una copertura sicura e c’è da sorridere al pensiero che Svezia e Finlandia new entry nella NATO stanno spiegando agli altri partner quella che viene definita “azione agile in combattimento”(ACE). Cioè una strategia, costosa ma efficace, da loro sviluppata ai tempi della guerra fredda, di dislocare i costosi aerei in tante piccole basi e mantenerli sempre in movimento attrezzandoli in modo agile e capace di riarmare una missione aria-aria in 10 minuti. La vera operatività non è mai stata, fortunatamente, testata sul campo, ma gli esperti NATO la stanno studiando come fosse una delle nuove opzioni per non vedersi distrutti gli aerei a terra.

Gli stessi droni, che stanno sconvolgendo il mondo militare, pur essendo agli albori del loro utilizzo, comportano altri problemi non da poco. Con il proliferare di droni sempre più miniaturizzati e potenti, come si farà a distinguere gli amici dai nemici ? Anche nelle nostre città, visto il loro uso in campo civile, con la pizza o il pacco Amazon che ti viene recapitato dal cielo, come si farà a distinguere il postino aereo dal pazzo scatenato che finora si armava di mitra ed andava a sparare nel cortile di una scuola mentre adesso potrà pilotare dal divano un drone armato che devasta ed uccide in modo impensato e imprevisto ?

In guerra hai bisogno di capire chi è il tuo avversario, quali sono i suoi obiettivi strategici e come ha la capacità di raggiungerli. Oggi i tuoi avversari potrebbero essere quasi chiunque. Uno stato straniero, un servizio di intelligence ostile, un’organizzazione terroristica o un lupo solitario. Molti dispositivi volano bassi e lenti, quindi difficili da individuare. In Ucraina entrambe le parti in conflitto stanno  adattando droni che hanno velocità superiori a 250 mph (oltre 450 Km/h) e la sperimentazione si rivolge a sviluppare sistemi autonomi, cioè che non trasmettono segnali, quindi non sono individuabili. Infine è da considerare che i droni si stanno sviluppando in termini di ore o giorni, non di mesi o anni. Come può un esercito tenere il passo con questo e ritenersi al sicuro ?

Anche nello spazio le tecnologie non sono più appannaggio dell’occidente. La Russia era molto più avanti degli USA prima della conquista USA della Luna e partecipa con successo anche in azioni congiunte con la NASA. Se l’esperienza russa nel settore è fuori discussione, è anche da prendere in considerazione quella cinese, sviluppata autonomamente e velocemente.  Non solo dallo spazio si potrebbero deviare o disattivare satelliti mettendo in crisi le strutture a terra, ma anche provocare deleterie tempeste magnetiche o altro. Anche i dati trasmessi, oltre che alterati, possono semplicemente essere rubati. Finora nessun satellite si è mai avvicinato a meno di 150 – 200 Km ad un altro. Ultimamente alcuni satelliti si sono avvicinati tra loro sino a 13 Km, cioè quasi a sfiorarsi, ed a questa distanza il travaso dei dati è semplicissimo ed effettuabile senza che si lasci traccia.

Visto questi potenziali pericoli, uno degli scenari che si prospetta è che la Russia, insieme alla Bielorussia ed all’enclave di Kaliningrad crei una linea difensiva con barriere elettroniche che dal Mar Glaciale Artico e dal Baltico arrivi alla Crimea e oltre, sino all’Iran e all’oceano indiano in modo da monitorare eventuali infiltrazioni di oggetti volanti non identificati che potrebbero essere estremamente pericolosi.

L’Europa ha una simile possibilità ?

Il Regno Unito sta cercando di sfruttare la geografia dei suoi territori d’oltremare installandovi sensori per monitorare l’attività nello spazio. Luoghi come le Isole Falkland, Ascension, Diego Garcia e altri, possono essere importanti per colmare le lacune nel monitoraggio dello spazio. Analoga possibilità per gli USA.  Ma si può pensare di proteggere tutto ? Con quali costi e con quali limiti realistici ?

Anche nel settore aereo i caccia russi sono molto più avanzati degli F-16 che Kiev richiede da tempo. La prima fornitura che sarebbe dovuta arrivare dalla Danimarca è stata rinviata di almeno 6 mesi. Doveva arriva adesso, ad inizio anno, ma forse arriverà nel secondo semestre, visto che occorre ancora addestrare piloti e personale di supporto. La favola che fosse sufficiente un addestramento di 6 mesi era, appunto, una favola. In realtà piloti ucraini erano in addestramento da oltre 2 anni ed alcuni F-16 sono già arrivati dalla Polonia, smontati e riassemblati. Ai primi voli operativi sono stati subito abbattuti dai russi.

L’Inghilterra inizia a sviluppare un nuovo caccia “Tempest” insieme, da dicembre, a Italia e Giappone con il team di sviluppo GCAP. Questo progetto va a collidere con l’analogo programma franco-tedesco-spagnolo FCAS che viene visto come rivale. Entrambi impattano con un analogo progetto USA di sviluppo di un caccia di nuova generazione. Molti si chiedono come possa l’Europa sostenere due costosi progetti distinti per un unico obiettivo che, oltretutto, andrà a contrapporsi alla potenza USA. Sembra che ci sia spazio per tutti e tre i progetti di fronte alla tecnologia russa ed anche a quella cinese ritenuta molto credibile.

Si è fatta molta ironia, con enorme impatto propagandistico, alla constatazione che alcuni missili russi erano dotati di chip provenienti da elettrodomestici quali lavatrici o lavastoviglie. L’ironia è finita quando diversi esperti occidentali hanno preso atto che l’elettronica civile è più avanti di quella militare e che, viste anche le sanzioni, i russi dovevano fare di necessità virtù.

Notevole, per quest’aspetto, l’onestà di un esperto americano che ha commentato la crescita esponenziale della potenza di calcolo dei chip dicendo: “Ho ricevuto il mio primo computer Commodore 64 nel 1982, appena tre anni dopo l’entrata in servizio del Tornado. Il Tornado è rimasto in servizio fino al 2020, quando è stata introdotta la PlayStation 5. Rispetto al Commodore 64 la PlayStation 5 ha una potenza di elaborazione dei FLOPS superiore di 10 miliardi di volte mentre i miglioramenti del Tornado erano stati marginali”. Bisogna del resto prendere atto che chip acquistati per pochi Euro anche su Amazon o Alì Babà sono più avanzati di quelli utilizzati in occidente su molti sistemi d’arma.

Le interfaccia di alcuni giochi elettronici da tavolo e da realtà virtuali sono migliaia di volte più efficienti delle interfaccia di gestione di un aereo da caccia USA. Gli esperti del pentagono sono sguinzagliati a ricercare haker nei campus universitari americani sperando di trovare futuri sviluppatori fra coloro che si sono fatte le ossa hakerando i registri per modificarsi un voto o per acquistare la pizza a scrocco su deliveroo.

Gli stessi haker, domani, potrebbero essere un problema. I vertici militari americani si chiedono cosa accadrebbe se i giovani amanti della libertà perdessero la fiducia in quella che è stata finora spacciata per democrazia (Libertà Obbligatoria direbbe Gaber) o come anti-dittatura e, invece di hakerare russi o cinesi iniziassero a non più appoggiare le liberticide politiche occidentali ?

Le guerre delle menzogne e delle disfatte, in Iraq come in Afganistan come altrove non sono semplicemente “terminate”. Hanno lasciato strascichi non indifferenti nella psiche dell’americano medio. Un vero militare ha anzitutto il senso dell’onore. Verso se stesso, i commilitoni, la sua Patria, i principi che condivide e che lo portano a porre questi valori davanti alla propria stessa vita. Quando li vede traditi cosa pensa ? Cosa pensa di una guerra in Iraq iniziata per liquidare inesistenti armi di distruzione di massa ? Cosa pensa quando dopo 20 anni di occupazione si fugge in modo ignominioso dall’Afganistan consegnando un Paese nelle mani dei talebani che si dovevano debellare e che chiudono le scuole, emarginano le donne, negano i diritti minimi nel silenzio di chi ha ordinato la fuga abbandonando il territorio ai carnefici che, a parole, si combattono ? Come si fa a meravigliarsi del calo drastico di giovani che vogliono arruolarsi ? Un esercito è fatto anche, se non soprattutto, di stati d’animo, di ardimento o di scoramento e negli USA oggi, purtroppo, non c’è molto spazio ideale per una speranza nel futuro. Cosa pensa un giovane che volesse arruolarsi quando vede i militari tornare a casa distrutti moralmente ed emarginati socialmente, come fossero i responsabili della disfatta, mentre i veri responsabili sono promossi e fanno carriera ?  Gli USA sembra siano guidati dal giorno per giorno, senza una prospettiva e senza un disegno strategico, invece di pensare al prossimo decennio o alla prossima generazione. Questo sarebbe un impero ?

Chiarito lo stato dell’arte si comprende come un esercito possa reputarsi invincibile finchè non si confronta con un altro di pari livello scoprendo di avere limiti mai prima esplorati o volutamente occultati.

Gli handicap sono anche, oltre che nel settore missilistico o aeronautico, di integrazione sia fra le varie armi, esercito, marina e aeronautica, che con i propri alleati.

Si è scoperto che la standardizzazione degli armamenti NATO non esiste e neanche le munizioni sono intercambiabili fra nazioni che fanno esercitazioni congiunte e che dovrebbero combattere fianco a fianco. In Ucraina gli armamenti funzionano se chi fornisce il sistema d’arma invia anche il munizionamento. Su un sistema d’arma fornito da una nazione difficilmente possono essere utilizzate munizioni che arrivano da una nazione diversa, con tutti i problemi logistici che questo comporta.

Oltre alla brutta bestia della burocrazia anche la corruzione, unita all’intrigo di intelligenze,  gioca un ruolo non certo marginale.

Più di 40 mila armi inviate da Europa e USA in Ucraina sembra, secondo il New York Times, siano letteralmente scomparse prima ancora di essere distrutte da Putin. Attrezzature come carri armati Abrams, droni, sistemi missilistici anticarro (ATGM), visori notturni ed altro per oltre 1 miliardo di dollari non si sa che fine abbiano fatto. Probabilmente, sono finiti sul mercato nero oppure “perse” deliberatamente per armare cellule terroristiche in giro per l’Asia o il Medio Oriente secondo i desiderata della CIA, MI6 o altri. Altri dubbi sono avanzati su forniture precedenti che comprendevano anche oltre 10.000 missili anticarro Javelin e più di 2.500 missili terra-aria Stinger. La giustificazione del Pentagono che il mancato tracciamento è anche da addebitare a mancanza di personale USA all’ambasciata a Kiev fa solo ridere. Hanno migliaia di istruttori e consulenti, oltre a mercenari ed agenti CIA e c’è mancanza di personale ? Notevole è anche che, in un documento ufficiale del Pentagono, si precisa che questo miliardo di dollari è da considerare a fronte dei 50 miliardi inviati a Kiev dal 2014, e non dal 2022. Non potrebbero esserci segni più evidenti di questa confusione totale, dove i rammendi sono peggiori delle falle, per vedere la caduta di un impero.

Se oltre a fare paragoni con l’orso russo ci confrontiamo con l’impero cinese il bilancio non è certo migliore.

Le intelligence occidentali sono atterrite dai rilevamenti fatti nei poligoni militari cinesi. Oltre a riscontrare i miglioramenti continui dei sistemi di puntamento che la Cina sta sviluppando, sono rimasti terrorizzati quando in uno dei deserti cinesi è comparsa la sagoma, in scala 1 a 1, della portaerei Ford usata come bersaglio in quel poligono dove vengono condotti centinaia di test missilistici.

Secondo il Wall Street Journal, il ramo più avanzato dell’esercito cinese è il People’s Liberation Army Rocket Force (Plarf), ovvero la Forza missilistica dell’Esercito popolare di liberazione che, secondo il giornale, è una delle più potenti forze missilistiche al mondo ed ha sviluppato armi in grado di eludere le difese statunitensi.

Nel 2015 i missili cinesi vantavano una gittata massima di 1.250 miglia. Oggi possono colpire con precisione sino a 2.500 miglia, il doppio, avendo così sotto tiro le più importanti basi militari statunitensi in Asia.

In assenza di notizie certe dalla Cina, ma in base ai dati a disposizione, gli 007 Usa ipotizzano un aumento di 100 testate nucleari rispetto all’anno precedente, quindi oltre 500 ordigni nei silos di lancio, e una Marina che, fra navi e sottomarini in servizio è aumentata a 370, rispetto ai 340 mezzi rilevati l’anno precedente.

Oltre questi dati, già preoccupanti, sembra ci sia una nuova chicca. Una nuova arma che consiste in una specie di cannone elettromagnetico in grado di sparare proiettili che viaggiano a Mach 7. Questa nuova arma è ancora avvolta dal mistero ma, secondo quanto trapelato, gli scienziati cinesi sarebbero riusciti a creare un guscio intelligente per nuove armi a energia cinetica che, se confermato, rivoluzionerebbe il panorama militare. Il proiettile intelligente è anche denominato proiettile miracoloso o proiettile da sogno e finora gli Stati Uniti non sono riusciti ad attuare nulla di simile.

Fin dal 2012 la marina USA aveva introdotto questo termine (dream shell) per designare un progetto innovativo che prevedeva cannoni elettromagnetici, o a bobina, per sparare proiettili a Mach 5 guidati da segnali GPS. Gli USA prevedevano di sviluppare il progetto in 5 anni, ma nel 2017 le ricerche erano ancora in alto mare e nel 2021 il progetto è stato abbandonato e non si ha più notizia di armi USA a guida GPS.

In Cina, invece, il progetto sembra sia andato avanti e, guidato dall’equivalente cinese del sistema GPS di navigazione satellitare che usiamo nei nostri google maps, secondo il South China Morning Post, sembra sia in grado di regolare continuamente la propria traiettoria di volo riuscendo a colpire bersagli nel raggio di 15 metri dall’obiettivo puntuale.

Una precisione di 15 metri non è il massimo e, ad esempio, non si è sicuri di colpire un carro armato, ma si può centrare un edificio, una nave, una struttura portuale, un ponte, oltre ad ipotizzare miglioramenti futuri e tenendo conto che il proiettile viaggia a 2.500 metri al secondo.

La segretezza cinese potrebbe anche essere una copertura per divulgare allarmistiche notizie fasulle, quindi non mi sento di confermarle, ma le fonti USA le accreditano come possibili.

Avendo chiarito il gap esistente nella missilistica e nelle armi aeree, spendiamo ancora due parole sulle armi terrestri, pesanti e leggere. Sui carri armati, almeno sul teatro ucraino, sembra che non ci sia competizione. I Leopard sono stati sbaragliati e gli Abrams sono troppo ingombranti e poco maneggevoli per quel terreno. Non si è appurato cosa potrebbero fare gli stessi  carri a terra se fossero coperti dalla protezione dal cielo, che però è stata appannaggio totale della Russia e le battaglie non si fanno con possibilità inesistenti.

Le stesse armi leggere ci mostrano il gap tra occidente e Russia a svantaggio nostro. Il Kalasnikov, noto anche come AK-47, progettato nel 1947, è tuttora uno dei fucili mitragliatori più affidabili al mondo. Può operare in qualsiasi condizione, anche nei deserti sabbiosi o nei ghiacci artici.

La Germania, per fare un paragone, ha valutato che l’attuale fucile d’assalto G36 deve essere sostituito, anche perché è tristemente famoso per mancare il bersaglio e surriscaldarsi. Nessuno dei fucili NATO è ritenuto all’altezza delle armi leggere dei potenziali nemici e nel 2015 la Bundeswehr tedesca ha proceduto ad una gara d’appalto per sviluppare un nuovo fucile d’assalto, che dovrebbe entrare in servizio nel 2026. Il progetto è adesso sotto accusa perché anche questo, nei test, spara storto e con l’utilizzo si surriscalda. Intanto i soldati tedeschi continuano ad utilizzare il G36, in dotazione dal 1997.

Anche sull’elettronica, come abbiamo visto, il settore civile è più avanzato di quello militare. Molte aziende automobilistiche stanno conducendo, con successo, sperimentazione di veicoli a guida automatica nel traffico urbano senza intervento umano, come anche su robot domestici  autonomi. Dopo la sperimentazione dei veicoli su piste riservate sono state effettuate prove, con esito positivo, di autoveicoli autorizzati a circolare nel normale traffico cittadino, con uomini a bordo, ma solo per intervenire in caso di emergenza. Anche queste prove hanno avuto esito positivo. Poi i veicoli sono stati oggetto di attacchi haker e sono impazziti  perdendo l’affidabilità, bloccandosi o finendo fuori strada. Adesso i progressi devono essere indirizzati a schermare interferenze dall’esterno, ma finora sembra sia impossibile. Molte di queste tecnologie sono trasferite sui veicoli militari e ci si chiede quanto sia conveniente bombardare una colonna militare invece di far impazzire elettronicamente i sistemi di guida dei veicoli, facendoli andare fuori strada o semplicemente spegnendoli e bloccandoli elettronicamente.

Anche su questi aspetti sembra che cinesi e russi siano più avanti di noi. Se si ricercano su Google notizie su segnali RF e a banda larga vengono ci sono migliaia di pagine di capacità informatiche emergenti, e sono quasi tutte le provenienza cinese.

Avendo accennato alle armi terrestri, c’è anche la variabile umana da considerare, visto che non basta distruggere dall’alto, ma occorre una presenza umana sul campo. In occidente ci sono 1,3 – 1,5 miliardi di persone a seconda di come si consideri il recinto che ci delimita. Il rimanente 6,5 – 6,8 miliardi sarebbero potenziali avversari, se non proprio nemici. Diverse nazioni europee, oltre agli Stati Uniti, iniziano a porsi il problema degli uomini disponibili e si parla già di tornare alla leva obbligatoria. Anche la Svezia, in vista dell’ingresso nella NATO, sta pianificando un reclutamento diffuso oltre a soldati professionisti.

Per preparare il terreno psicologico di una nuova leva obbligatoria proprio a fine gennaio parte la più grande esercitazione militare NATO con 90 mila uomini coinvolti, 20.000 dalla sola Gran Bretagna,che durerà sino a maggio con aerei da guerra, artiglieria, carri armati, ecc. “Bisogna rendersi conto che stiamo passando da un mondo post bellico a uno pre-guerra” ha sottolineato Londra aggiungendo che  “l’aeronautica non basta. Dobbiamo essere credibili anche riguardo alla nostra forza via terra”. Per questo l’ esercito britannico dovrà avere almeno 120mila unità. E comunque non basta”. Da notare che nel 2006 avevano 106mila soldati, oggi siamo a 74mila e i numeri sono in picchiata. Evitiamo, per carità di Patria, di dettagliare i dati italiani.

Meglio degli inglesi prevede di fare il governo polacco che si sta attrezzando per formare il più grande esercito europeo con  300mila effettivi di cui 250mila professionisti e 50mila volontari. La Polonia, inoltre, ha firmato importanti accordi con Stati Uniti e Corea del Sud per l’acquisto di carri armati, aerei da combattimento, artiglieria e sistemi di difesa aerea. Sarà il più grande esercito europeo ed ha poca importanza che molti sono certi che questa escalation polacca è indirizzata a sfruttare la crisi ucraina per annettersi, dopo la sconfitta di Kiev, i territori ucraini da sempre rivendicati dalla Polonia.

Potremmo citare altre armi ed altri settori in cui l’occidente è in forte handicap, ma riteniamo che il quadro fornito, già molto lungo, sia significativo.

Si ha la certezza, che la superiorità “occidentale” sia sbandierata solo er propaganda sui media compiacenti.

Anche su questo punto gli esempi sarebbero innumerevoli. Ad esempio, fonti russe hanno annunciato pochi giorni fa che, dopo aver superato tutte le fasi di test, sta iniziando la produzione in serie della nuova bomba a grappolo Drel, difficile da rilevare e corazzata contro disturbi elettronici, pensata per distruggere veicoli corazzati, postazioni radar e sistemi anti-aerei.

All’annuncio sono subito partiti i cori contrari alle bombe a grappolo, cori che erano rimasti silenziosi quando gli USA le hanno fornite a Kiev. Nel bombardamento di pochi giorni fa al mercato di Donetsk gli ucraini hanno utilizzato munizioni a grappolo M864 di fabbricazione USA. I morti civili sono 28, di cui 2 bambini. I nuovi ordigni  russi sono programmati per autodistruggersi dopo un certo tempo se al momento dell’apertura della bomba non dovessero detonare contro l’obiettivo, cosa possibile nelle bombe a grappolo, in modo da non presentare pericolo per la popolazione civile dopo la fine delle ostilità. Anche questo aspetto viene taciuto anche se è benevolmente innovativo, per quanto possa esserlo un arma, rispetto al passato.

Quanto descritto, per grosse linee anche se ho dovuto essere lungo, è lo stato dell’arte per gli armamenti. L’impero USA, e quindi tutto l’occidente, non ha superiorità d’arma né tecnologica in nessuno dei settori militari. Gli sviluppi futuri sono tutti a favore delle nuove tecnologie in mani a cinesi e russi. La deterrenza militare, quindi, non è in mano alla NATO, anche se a noi viene garantito il contrario.

Chiarito questo vedremo nel seguito, anche se abbiamo già parlato dei BRICS, i rapporti geopolitici ed economici che sono l’altro aspetto del crollo dell’impero USA e dei suoi satelliti, cioè noi.

Vincenzo Fedele

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5 commenti

  • Hacker ha detto:

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Hacker

    Laureato all’università della vita?

  • unaopinione ha detto:

    Credo che possa essere di interesse: secondo questo articolo gli Stati Uniti congela, a quanto sembra per motivi ambientalistici, l´approvazione per la costruzione di nuovi impianti per la produzione di LGN e per cosí aumentare l`esportazione di GLN verso l´Europa.
    https://www.naturalnews.com/2024-01-27-biden-cuts-off-lng-war-western-europe.html (in inglese)
    ora dopo la Russia (a causa dell´embargo e della distruzione del Nordstream 2 molto probabilmente causata dagli/con la complicità degli americani), l`interruzione delle esportazioni di LGN dal Quatar (ufficialmente a causa attacchi Houtis al traffico marittimo nel mar Rosso), arriva l´altra batosta da parte degli USA.
    Senza gas non ci si riscalda, non si cucina e si muore. Dopo il genocidio dei palestinesi é iniziato quello degli europei?

  • Orso Garibozzi ha detto:

    si si si . ma se i russi sono tanto bravi perchè non sono a trieste ? e lo stesso per i cinesi : perchè se sono cosi bravi non sono ancora arrivati a marsala ?

    • Marcello ha detto:

      Forse perché non hanno intenzioni imperialistiche?

      • Davide Scarano ha detto:

        Forse perchè -per adesso- a Russia e Cina non conviene una guerra “globale” ovvero ritengono che tra qualche anno l’Europa e l’Occidente saranno politicamente, economicamente e militarmente più deboli. PS I movimenti della storia non sono mai lineari, talvolta subiscono delle improvvise accellerazioni, allo stesso modo per cui un ponte -lasciato privo della necessaria manutenzione- crolla improvvisamente ed ignominiosamente.