…è finita, andate in pace. (II Parte). Don Alberto Strumia.

23 Settembre 2023 Pubblicato da 12 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione la seconda parte del testo di don Alberto Strumia, “la messa è finita”, pubblicata da Il Pensiero Cattolico, che ringraziamo per la cortesia. La prima parte la trovate qui. Buona lettura e condivisione.

§§§

Don Alberto Strumia:

… è “finita”: andate in pace!

( Seconda parte )

In questa seconda parte osiamo spingerci ancora oltre con la “fantaecclesiologia” (ma è poi così “fanta”?…). Se dovessimo azzardare un possibile scenario “futuribile”, ma non irrealistico, potremmo immaginarcelo così. Prima si potranno moltiplicare le celebrazioni sacrileghe della Messa, nelle quali si adoreranno gli idoli pagani insieme all’Eucaristia; anzi i primi a preferenza della seconda, degradata da “presenza reale” di Cristo a simbolo di solidarietà socio-politica, di sentimenti calorosi e poco più.

E così le chiese saranno profanate anche dai “credenti”, oltre che dai nemici della fede – e oggi già lo sono sempre di più, con oltraggi a crocifissi, statue della Madonna spezzate, comportamenti indecorosi di sfida aperta a Cristo, incendi di Cattedrali e chiese – e ben di più di quando vengono allestite per pranzi, dormitori e comizi. Qualcosa di grave è successo già anche nella basilica di san Pietro in Vaticano. Le visioni profetiche avute in sogno da Bruno Cornacchiola, alle quali lo stesso Pio XII prestò seria attenzione, suggeriscono di aspettarsi anche di peggio! Oltre a quanto rivelato a Fatima, la Salette, ecc., sul futuro nella Chiesa.
Le ragioni della possibile non validità delle celebrazioni potrebbero essere prima o poi molteplici.

1) La “materia” con cui viene celebrato il Sacramento dell’Eucaristia potrebbe risultare per lo meno dubbia, almeno quanto al pane che, un po’ alla volta, magari ad experiementum, potrebbe (il condizionale è d’obbligo per ora e ci auguriamo che rimanga tale!) anche non essere più pane di frumento. L’introduzione di una materia più comune in certi luoghi, diversa dal pane di frumento (già si era parlato tempo fa della yucca per l’America Latina, e magari del riso in estremo Oriente), farebbe sì che esso non venisse celebrato come Cristo l’ha istituito nell’Ultima Cena e, quindi divenisse un’altra cosa. Magari anche il vino potrebbe essere sostituito con una bevanda più disponibile in certi luoghi. E se viene meno la materia, elemento essenziale, il Sacramento viene meno e la Messa non è più la Messa. E allora si deve dire che «la Messa è finita», perché non c’è stata nessuna consacrazione valida!

2) Anche per quanto riguarda la “forma”, se venisse alterata arbitrariamente, adattata, dal celebrante che presiede il rito, con parole che paiono più adatte e comprensibili (!) – come si è già fatto con il Padre Nostro – verrebbe meno un altro elemento essenziale per la validità del Sacramento. Il fatto è che pare essere già successo da alcune parti. Le ambiguità lasciano spazio pure a questo. Certo che se noi diventassimo i presunti “successori di Cristo” potremmo anche rischiare di presumere di fare meglio di Lui. Ma perderemmo la Salvezza eterna, perché quella non siamo capaci di farcela in casa da soli, al Suo posto. Ma ce n’è ancora bisogno della Salvezza,, dal momento che non esiste più il peccato (originale o attuale che sia), e se anche esistesse andrebbe obbligatoriamente perdonato senza alcun pentimento e conversione di chi lo ha commesso?

3) Ma spingiamoci ancora più in là nell’immaginare il peggio. Il “ministro” che celebra il culto, d’ora in poi, potrebbe anche non essere un ministro validamente ordinato (vescovo e presbitero). Ormai la Messa la “dicono” da diverse parti, i laici uomini o donne (o altro…) poco importa, basta che indossino dei paramenti liturgici (magari anche modernamente brutti…). Con la carenza di preti bisogna arrangiarsi! Peccato che, non essendo presbiteri, non abbiano ricevuto alcun potere d’Ordine per poterlo fare validamente.

4) Allora non ci sarebbe neppure bisogno di istituirlo il “sacerdozio femminile”, perché sarebbe già la prassi a renderlo “normale”. E nemmeno di autorizzare i preti a sposarsi, e a divorziare, riaccoppiandosi poi in qualche modo con una o più “entità indefinite”.
Ma con queste disposizioni che comprometterebbero il Sacramento dell’Ordine e quello dell’Eucaristia, ci si arrogherebbe il diritto di fare ciò che Cristo non ha fatto, presumendo di potersi sostituire a Lui, sentendosi in qualche modo i Suoi “successori” e, come tali, autorizzati ad abrogare le regole che Egli ha istituito sostituendole con altre a proprio arbitrio, presentandole come illuminazione dello Spirito Santo (?).
Il risultato di tutto questo, se mai si dovesse realizzare (!), sarebbe che i fedeli, accostandosi per ricevere la santa Comunione, il Corpo reale di Cristo, vero Dio e vero uomo, rischierebbero di non sapere più che cosa vanno a ricevere, non solo per la loro non conoscenza della dottrina (che è già abissale perché nessuno li ha più istruiti come si doveva), ma soprattutto per la dubbia validità sacramentale oggettiva della celebrazione. In molti casi non lo riceverebbero, ma consumerebbero un semplice pezzetto di ostia non consacrata (o di altro ancora), non transustanziata. Essi verrebbero illusi, ingannati dal “presunto ministro” che celebra il rito fasullo. E in taluni casi, partecipando consapevolmente a tale “commedia” se ne renderebbero anche volontariamente complici.

5) Un sacerdote, validamente ordinato, che celebrasse in questa situazione incomincerebbe a non essere più del tutto certo di ciò che si trova nel tabernacolo, perché il “sacerdote” (o presunto tale) che lo ha preceduto potrebbe non aver detto una Messa valida, con la conseguenza di non aver riposto nel tabernacolo il Corpo di Cristo, ma delle ostie non consacrate che si verrebbero a mescolare con quelle validamente consacrate. Che profanazione, che disastro! Ma tanto se si insegna che quello che conta non è la “presenza reale” alla quale non credono più in molti, ma la solidarietà tra i “fratelli” (“Fratelli tutti”. Ma non è la Massoneria la paladina della “fratellanza universale”?), il volersi bene attorno all’altare, che cosa c’è da meravigliarsi? Tanto un dio vale l’altro. Gesù lo si cerca ormai solo nei poveri e non più nell’Eucaristia.

6) Se poi, in futuro, si dovesse arrivare ad avere addirittura – Dio non voglia – dei “vescovi” (uomini o donne, o “altro”, come accade da tempo in talune comunità non cattoliche) non validamente ordinati si verrebbe a compromettere, anche nella Chiesa cattolica, la continuità della successione apostolica. E allora si dovrebbe dire non solo «la Messa è finita, andate in pace!», ma addirittura «la Chiesa è “finita”, andate in pace!».

Dobbiamo aspettarci qualcosa di simile come esito del sinodo sulla sinodalità? Ma i piani del Cielo potrebbero anche riservarci delle sorprese, tali che il sinodo non si potrà fare… E poi, si dirà, che un tale disastro è troppo, perché contraddice la promessa di Gesù «le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16,18). Le virgolette che racchiudono la parola “finita” sono state messe, nel titolo, proprio ad indicare che la Chiesa, nella sua totalità, non può essere finita, ma sembra talvolta proprio essere “finita”, o quasi, nella sua “visibilità terrena”, e potrebbe essere destinata ad estinguersi del tutto dopo la morte dell’ultimo Vescovo validamente ordinato. Destinata a morire in croce come il Suo Fondatore. Ma neanche in questo caso paradossale la Chiesa sarebbe veramente finita, perché essa si compone di tre livelli: oltre la Chiesa “militante” (quella terrena visibile) che potrebbe, al limite estremo, anche essere distrutta dagli uomini (?!), nessuno potrebbe distruggere né la Chiesa “trionfante” (in Paradiso), né quella “purgante” (in Purgatorio), perché queste sono già risorte, come Cristo è risorto. Ma resterà comunque anche qui un resto, quasi invisibile, se le porte degli inferi non potranno prevalere del tutto. Non dobbiamo neppure pensare che il Signore permetta che scompaia la Chiesa nella sua realtà terrena, anche quando la sua visibilità fosse compromessa come lo è oggi e, peggio ancora come potrebbe essere domani.
Anche se alcune parole del Signore lasciano intendere che qualcosa di simile possa accadere: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8). Troverà uno scheletro, un’istituzione ecclesiastica senza la fede? Almeno qualche Vescovo, qualche prete, qualche diacono e qualche fedele che ha la fede cristiana cattolica potranno esserci rimasti… Si direbbe di sì, dal momento che il Signore stesso dice: «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli» (Lc 12,37).
Domandiamo la grazia di poter essere tra questi, se il Signore non ci chiamerà, prima di quel giorno, a raggiungerlo. Come ebbe ad anticipare profeticamente l’allora sacerdote Joseph Ratzinger nel 1969: «Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. […] Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i Sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica».
Intanto cerchiamo di fare qualcosa di concreto – senza la presunzione di salvare più di ciò che solo Cristo ha già salvato – che sia utile e formativo per impedirci di annegare a causa delle falle che si sono aperte nella nave e per metterci in condizione di ripararla, piuttosto che limitarci dare la caccia ai presunti colpevoli del passato. Riprendiamo in mano almeno il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, per assimilarne il contenuto, preghiamo e domandiamo insistentemente alla Vergine Maria che giunga presto il trionfo del suo Cuore Immacolato che apre la strada al trionfo visibile del Cuore di Cristo. E manteniamo la serenità cristiana nel profondo dell’anima, perché, Cristo ha già vinto!

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12 commenti

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Una leggenda contadina e boccaccesca delle mie parti narra di un parroco che una domenica si presentò all’altare con delle piume. E, nella credulità generale, raccontò che gli era apparso l’arcangelo Gabriele e gliele aveva lasciate per ricordo.
    Non m’è riuscito di capire che fine abbiano poi fatto gli apporti angelici, ma qualche sospetto ce l’ho. Di storie, reliquie e secolari coperte di Linus come queste, che oggi fanno tenerezza, era piena la cristianità (chi ha la tentazione e l’arroganza del “moderno” di scagliare la prima pietra accenda la tv, si veda 2 minuti 2 di pubblicità, e taccia per sempre).

    Lei, carissimo, sta dicendo che a tutte le generazioni credulone precedenti il 13 marzo 2013 avete raccontato frottole.
    A proposito dell’indefettibilità della Chiesa garantita dalla materializzazione delle promesse di Cristo che è il Papa.
    Che il potere di “legare e sciogliere”, il mandato di “pascere le pecorelle” e “confermare i fratelli”, il “non praevalebunt”, le manifestazioni artistiche, le bolle, le encicliche, i catechismi, le definizioni dogmatiche con cui avete posto il Successore di Pietro a sigillo della cattolicità e della verità del Vangelo, erano accessori, postille, favole che il vento dell’apostasia “papale” si è portate via.

    Un bivio è quanto di meno inclusivo esiste. Divide i viaggiatori e impone di fare una scelta netta.
    Chi segue la via sinodale e in discesa di Bergoglio verso le accoglienti fogne del mondo.
    Chi applica l’aut-aut evangelico e se ne va per la strada stretta e piena di rovi. Per cui “o” l’adoratore della pachamama non è mai stato Papa “o” possiamo andarcene tutti al fiume a pescare.
    E chi sta scavando un fossato di parole intorno al palo pur di non scegliere tra la melma e le spine.

  • Nat ha detto:

    Per quanto mi riguarda, caro don Alberto, mi atterrò a quanto diceva Padre Pio:
    “Ricordati… quando verranno quei tempi: i Comandamenti di Dio, preghiere del mattino e della sera, Santo Rosario, Sacramenti, catechismo, i santi e fate tutto nella fede dei nostri padri, nella fede dei nostri padri!… nella fede dei nostri padri!!… e non ascoltate più nessuno”.

  • operazione mangusta ha detto:

    + SERVE UNA NUOVA CROCIATA +
    Nota sulla crisi e sulle strategie di risoluzione. Chi la condivide agisca di conseguenza.
    *******
    Breve sintesi.
    I) Premessa. I punti fermi: non può esistere un papa non cattolico; Bergoglio è un antipapa, in quanto apostata; Benedetto XVI non ha mai rinunciato al papato; Il Concilio è parte del problema; se non si capiscono le cause della crisi non si può trovare la soluzione.

    II) Le cause della crisi: le aberrazioni tradizionali (fatalismo; obbedienza assoluta ai superiori; pseudomistica della sofferenza e della passività; giuridicismo). Queste aberrazioni impediscono di agire in modo adeguato e aggravano la situazione.

    III) La soluzione della crisi: una crociata di riconquista, che parta dalla purificazione individuale e dalla purificazione del tradizionalismo dalle varie aberrazioni. Bisogna riunificare le forze tradizionali e passare al contrattacco. Resistenza e attesa non sono più sufficienti.

    IV) Le narrazioni politiche e della tragedia: concezioni errate della crisi (chiesa come partito/stato; crisi come destino voluto da una divinità crudele e contraddittoria). Sono complementari al modernismo e lo rafforzano.

    V) Sulla strategia di Mons. Viganò. Parte da una descrizione errata del problema: ‘non dobbiamo farci buttare fuori dalla Chiesa’. In realtà Bergoglio è antipapa e non ha alcun potere di farlo.

    VI) Sulla sede impedita: l’ingenuità del neo-conclavismo e della soluzione canonica. Non ci sono le condizioni se prima non si risolvono problemi più gravi.

    VII) Conclusioni: serve una crociata. Bisogna abbandonare le aberrazioni, riunificare le forze cattoliche e riconquistare la sede, cacciando gli usurpatori.

    APPENDICE: la riunificazione delle forze e il principio di benevolenza: le faide interne tra cattolici fanno il gioco dei bergogliani.
    *******
    TRATTAZIONE COMPLETA.

    I) Premessa. Non si può prescindere dai seguenti punti fermi:

    A-Non può esistere un papa non cattolico (neopagano, islamico, massone, ecc) per incompatibilità metafisica:
    il papato è un ruolo spirituale, la fede cattolica non è opzionale;
    un ruolo non può includere la sua negazione: chi opera volontariamente contro la missione del papato sta rifiutando il papato.
    Il ‘papa non cattolico’ è un antipapa: non ha mai accettato il papato, oppure è decaduto automaticamente per apostasia .
    Il papa non cattolico è una assurdità come il vegano carnivoro.

    B-Bergoglio è evidentemente apostata, non cattolico, quindi non può essere papa. E’ un antipapa.
    Tutti i tentativi di legittimazione si basano o sulla negazione dell’evidenza o su sofismi, spesso conditi da minacce o ricatti (siete scismatici, ci scomunica).
    Ad esempio, dire che Bergoglio è papa perché non è stato ufficialmente dichiarato antipapa è come dire che il leone è in gabbia perché ufficialmente non è stata comunicata la fuga, nonostante il leone sia effettivamente fuori dalla gabbia a fare danni.
    Inoltre l’incertezza sul ‘come’ sia uscito dalla gabbia non autorizza a inventarsi che sia ancora in gabbia.
    Allo stesso modo, a prescindere dal modo in cui sia divenuto antipapa (conclave inesistente per assenza di sede vacante, conclave invalido, decadenza automatica), la sua apostasia è l’evidenza che è antipapa.

    C-La rinuncia di Benedetto XVI al papato non è mai avvenuta.
    Se si pensa che era vero papa (cattolico) allora bisogna concludere che non ha mai voluto abdicare ed è rimasto in sede impedita fino alla morte (neo-sedevacantismo).
    Se si pensa che non era cattolico e che ha da sempre voluto sdoppiare il papato creando il papato emerito, allora non è mai stato papa e non aveva nulla a cui rinunciare (errore sostanziale che conduce al sedevacantismo).
    Dire che Benedetto XVI ha validamente rinunciato al papato significa ignorare o falsificare le evidenze macroscopiche.

    D-Il Concilio Vaticano II è parte della crisi e non può essere minimamente la soluzione della crisi.
    Non servono interpretazioni, correzioni di rotta, piccoli aggiustamenti. E’ una strada errata.
    Oggi però ci troviamo in una situazione molto più grave di quella postconciliare.
    Chi rimane fisso solo sul Concilio e non capisce gli sviluppi ulteriori non può affrontare adeguatamente il problema.

    E-Se non si capisce in cosa consiste la crisi e quali sono le cause della crisi allora non si può risolvere la crisi.

    II) Le cause della crisi
    Si devono capire le vere cause della crisi e del perché non si riesce ancora a risolvere la situazione.
    La causa della crisi non è Bergoglio, ma neppure il Concilio Vaticano II.
    Questi sono effetti. La causa è l’infiltrazione massonico-satanista e modernista iniziata dall’800 e la reazione insufficiente a contrastarla.

    Da una parte c’è stata una una reazione forte, ma molto minoritaria, dall’altra una grande massa di tiepidi o moderati che ha fatto poco o nulla, e dall’altra ancora una reazione parziale dovuta a varie aberrazioni.
    E qui c’è il punto chiave: ci sono problemi gravi nel tradizionalismo, e questi sono la vera causa della crisi, perché hanno permesso l’infiltrazione e continuano a permettere agli infiltrati di avere il potere, bloccando o ostacolando le azioni necessarie a fermarli.

    Le aberrazioni ‘tradizionali’ sono:
    -fatalismo/predestinazionismo (gli eventi sono già scritti, deve passare la nottata, bisogna accettare le disgrazie, la crisi è voluta dalla divinità e non bisogna ribellarsi)

    -obbedienza assoluta ai superiori (anche nel falso e nel male; include ricatti spirituali: se non obbedisci sei immorale, ribelle, scismatico, vai all’inferno; tu osi giudicare il papa, ti fai la tua chiesa personale)

    -pseudomistica della sofferenza e della passività (non difendersi, non combattere il male, dobbiamo solo soffrire e subire in silenzio)

    -giuridicismo (idolatria del diritto canonico, livello metafisico e spirituale subordinato a quello giuridico; per fare il bene serve prima un permesso legale; la soluzione deve per forza venire dal diritto canonico e da dichiarazioni ufficiali).

    Tutte queste aberrazioni poi producono pseudo-dottrine incerenti (es.teoria del papa non cattolico) e pseudo-soluzioni (petizioni; aspettare per secoli; conclavi inciucio o finti conclavi; divisione in ghetti litigiosi; confidare in una soluzione canonica quando i fondamenti metafisici sono negati).

    Questa denuncia delle aberrazioni è molto rara. Paradossalmente il problema viene proposto come soluzione: attesa indefinita, continuare a sopportare in silenzio, confidare in soluzioni burocratiche…
    Il più grande nemico del tradizionalismo non viene dai bergogliani, ma da noi stessi e dalle auto-limitazioni.

    La purificazione dalle aberrazioni deve partire dalla supremazia del divino sull’umano; della verità e della legge divina sui ricatti spirituali, le norme canoniche e gli ordini dei superiori (la Verità rende liberi, non serve un permesso per fare il bene; bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini); dalla supremazia della carità, del bene spirituale e della benevolenza divina sul fatalismo e il masochismo (Dio non vuole il male, quindi non vuole la crisi, ma la sua risoluzione; combattere il male non è immorale, difendersi non è immorale; la crisi non serve per dividere tra eletti e non eletti, ma significa milioni di anime in pericolo).

    III) La soluzione della crisi
    Gran parte delle strategie sono fallimentari o inattuabili perché o non si riesce a inquadrare correttamente il problema, o non si capisce la vera causa, o si nega implicitamente l’azione risolutiva.
    Sono sostanzialmente strategie passive (se non masochiste) o al massimo difensive. Inoltre sono strategie che non riconoscono pienamente lo stato di guerra in cui ci troviamo (ad esempio pensando di risolvere tramite protocollo, canoni, dichiarazioni ufficiali, ecc…). Si aspetta una soluzione normale ad una situazione anormale, oppure ci si rassegna all’orrore.

    Le opzioni contro il bergoglismo/modernismo sono:

    – resa (sottomissione totale e adeguamento)
    – compromesso (sottomissione parziale)
    – catacombe (resistenza e creazione di isole/rifugi)
    – fuga (sette ‘mistiche’; scismatici ortodossi)
    – crociata di riconquista

    I conservatori oscillano tra resa e compromesso (elemosinare il diritto di essere cattolici nel circo bergogliano). I tradizionalisti sono orientati quasi totalmente all’opzione catacombale, cioè una posizione principalmente difensiva, ma non di riconquista e di attacco diretto.
    Quasi tutti sperano in un futuro papa che rimetta a posto le cose, magari tra secoli.

    L’unica opzione vincente è andare oltre la semplice resistenza.
    Per farlo però bisogna partire dalle vere cause.
    Serve una nuova crociata, che parta dalla purificazione individuale e dalla purificazione del tradizionalismo dalle varie aberrazioni.
    La purificazione eliminerà gli ostacoli all’azione e all’unificazione delle forze cattoliche.

    IV) Le narrazioni politiche e della tragedia
    Esaminiamo ora le linee predominanti in campo tradizionale. Sono principalmente di due tipologie, spesso sovrapposte: la linea giuridico-politica e la linea spirituale-tragica.
    Queste linee sono prodotte direttamente dalle aberrazioni (fatalismo, obbedienza assoluta, giuridicismo, culto della sofferenza).

    -La linea politica concepisce la crisi della Chiesa principalmente come una anomalia dovuta a influenze esterne (nwo, stati corrotti) e a una maggioranza di eretici, massoni, apostati (ecc…) nella gerarchia ecclesiastica.
    In modo analogo ai governi secolari, si pensa che tali individui siano sempre vere autorità e quindi il problema lo può risolvere solo un ‘cambio di governo’ (=nuovo papa; maggioranza di vescovi cattolici: ‘la chiesa deve “ritornare cattolica” (?!)), qualche conclave-inciucio, qualche potere politico esterno o qualche soluzione canonica ufficiale.
    Di conseguenza i fedeli e i sacerdoti o non possono fare nulla per ‘obbedienza’ (‘non capisco ma obbedisco’, ‘non ho il permesso scritto’) oppure possono limitarsi a resistere, stando attenti a non farsi ‘buttare fuori’ dal gruppo (scomunica).
    Altra mentalità è quella relativistica per cui non importa chi sia veramente il papa perché importa solo chi è considerato tale, chi ha effettivamente il potere. E quindi se i media dicono che quello è vero papa, allora i suoi ordini sono ufficiali e le sue scomuniche sono reali.
    E’ chiaro che questa è una linea profondamente offensiva verso l’essenza della Chiesa, riducendola a una sorta di partito o aggregazione sociale.
    E’ l’introduzione di una mentalità mondana e secolare nel tradizionalismo.

    -La narrazione della tragedia invece afferma che la crisi è un destino già scritto e ineluttabile, perché tutto ciò che accade è predeterminato dalla divinità (fatalismo/predestinazionismo).
    Si afferma praticamente che la divinità vuole ‘punire’ i fedeli e quindi invia il ‘papa apostata’ per corrompere la chiesa e perseguitare il cattolicesimo.
    Ma se la divinità stessa vuole questa mostruosità che stiamo vivendo come possiamo sperare di risolvere la situazione?
    La conclusione proposta infatti è che non si può fare nulla e bisogna solo soffrire, ‘sopportare con pazienza in silenzio’, rassegnarsi, accettare, non ribellarsi, non combattere il male, ecc…
    Ma le implicazioni e le conseguenze di ciò sono mostruose: significa la corruzione globale di varie generazioni, un male spirituale enorme. Questa passività coincide col fregarsene delle conseguenze.

    E inoltre, cosa pensare di una divinità che vuole il male spirituale, la corruzione del mondo e vieta ai fedeli di combattere il male? Che divinità è quella che che concepisce un papato e una chiesa contraddittori: sia cattolici che pagani, sia santi che satanici?
    Si ritorna a una concezione della divinità di tipo gnostico e pagano, un antivangelo delle tenebre (predestinazionismo e culto della sofferenza): la divinità in realtà vuole che solo pochissimi eletti si salvino e che essi soffrano e subiscano il male, mentre la massa è destinata all’inferno.
    Per questo trasforma la chiesa in un mostro guidato dal ‘papa diavolo’, che predica un magistero satanico e pratica riti pagani.

    Se il tradizionalismo propone questo osceno veleno demoniaco, crudele e sadomasochista come possiamo sperare di battere la finta misericordia dei bergogliani?
    E’ chiaro che la massa dovendo scegliere tra una tragedia demoniaca alla saw l’enigmista e una truffa satanica, ma allegra e che li legittima nei loro vizi (paese dei balocchi, caramelle avvelenate) cadrà nell’imbroglio bergogliano.
    Quello che manca qui è proprio il vero vangelo, cioè la benevolenza divina, che è totalmente assente sia nel misericordismo (legittimazione del peccato e finto paradiso per condono universale), sia nella narrazione della tragedia (divinità che non vuole il trionfo del bene per tutti, ma preserva solo pochissimi eletti masochisti che accettano di soffrire riconoscendo come capo il papa diavolo, che conduce agli inferi le masse).
    E’ evidentemente una follia. Solo chi è stato ideologizzato a credere nel fatalismo e nel comandamento della sofferenza (entrambi falsi) può credere che la divinità voglia il papa satanista e la crisi della chiesa.

    C’è infine anche chi ha elaborato una sacrilega pseudo-mistica della resa: la dottrina, la morale e la liturgia cattolica, come i gruppi tradizionali, dovranno essere inevitabilmente distrutti, perché ‘la chiesa deve morire per poi risorgere’. Un imbroglio perfido smentito da millenni di lotte alle eresie e agli antipapi: la chiesa precedente avrebbe sbagliato tutto allora. Guardacaso lo stesso concetto dei bergogliani.
    Se ci deve essere una passione della Chiesa, questa è la persecuzione e la privazione dei poteri materiali (mediatico, economico, politico) per purificarsi e ripartire dall’essenziale (lo spirituale, la dottrina, la liturgia) e vincere miracolosamente l’impostura (la falsa chiesa) che si avvale di poteri materiali enormi.
    Questo è totalmente diverso dal ‘suicidio assistito’ voluto dai bergogliani e propagandato dai mistici dell’estinzione e della rassegnazione.

    -Sia la narrazione ‘politica’ che quella ‘tragica’ sono complementari al modernismo/progressismo, perché sono solo apparentemente contrapposti ad esso. In realtà lo consolidano e lo rafforzano.
    Da una parte portano i tradizionalisti a ricoprire il ruolo di ‘opposizione’ solamente in senso politico, quindi comunque a legittimare il regime antipapale e limitare le azioni di contrasto.
    Dall’altra negano direttamente qualsiasi soluzione, perché ‘non bisogna opporsi alla volontà divina’ (concepita come fato).
    Chi abbraccia queste narrazioni ha già perso in partenza, perché si sta allontanando implicitamente dalla vera divinità.

    V) Sulla strategia di Mons. Viganò (critica rispettosa e costruttiva)
    La tesi di Mons. Viganò è questa:
    -Bergoglio e i suoi (la ‘deep church’, servi dei mondialisti) vogliono introdurre cambiamenti eretici/immorali e usare il potere per obbligare i cattolici tradizionali alla scelta tra sottomissione e scomunica.
    -La ‘parcellizzazione’: bisogna mantenere una frammentazione in campo tradizionale, per rendere più difficile il tentativo bergogliano di espellere i fedeli cattolici dalla chiesa.

    Questa strategia però si basa su premesse ambigue, se non proprio contraddittorie: l’oscillazione tra il riconoscere gli usurpatori come vere autorità (non ha mai detto che Bergoglio è un antipapa) e occasionalmente lasciare intendere che non siano tali.

    Il prinicipio metafisico dell’impossibilità del papa non cattolico non viene tenuto in considerazione, e la questione dell’invalidità della rinuncia di Ratzinger viene vista come mera ipotesi o illusione.
    Mons. Viganò parla di ‘abuso dell’autorità’ da parte di papa Bergoglio l’apostata, mentre in realtà c’è assenza di autorità (Bergoglio è un antipapa).
    Parla anche di “usurpazione di autorità” (sinonimo di l’abuso di autorità?), mentre sarebbe meglio parlare di usurpazione materiale (=impostori, nessuna autorità).

    Da queste premesse ambigue discende direttamente una descrizione errata del problema: Papa Bergoglio vuole cacciare i cattolici dalla chiesa cattolica.
    In realtà Bergoglio in quanto apostata è un antipapa e fuori dalla Chiesa, e quindi non ha il potere di cacciare nessuno dalla Chiesa.
    Da questa esigenza di resistere senza essere ‘buttati fuori’ discende la strategia della parcellizzazione. Una strategia a metà tra la guerriglia e le prede che si dividono per rendere più difficile il compito al cacciatore.
    E’ una opzione di tipo catacombale che punta giustamente a salvare il salvabile ma si perde dietro un problema inesistente (l’esigenza di non farsi ‘buttare fuori’).

    La frammentarietà inoltre è anche un problema: le forze tradizionali sono divise in quanto una parte è sottomessa all’antipapa, l’altra resiste ma lo riconosce come capo, mentre solo una lo combatte totalmente.
    Mons. Viganò in sintesi oscilla tra strategie politiche e opposizione spirituale parziale (principalmente difensiva).
    Quello che serve invece è la guerra santa.

    VI) Sulla sede impedita
    Gli unici che stanno facendo un’opera di contrasto ancora più attiva rispetto alla resistenza e alla denuncia dell’antipapa sono don Minutella e Cionci.

    Bisogna però fare una critica costruttiva: c’è troppa ingenuità e troppo ottimismo (soprattutto in Cionci).
    E’ irrealistico pensare che il diritto canonico risolva la situazione, come se le norme canoniche avessero il potere di autoapplicarsi.
    Il diritto canonico non garantirà la cacciata del cuculo (l’antipapa).
    Gli infiltrati e i traditori stanno attaccando direttamente la verità divina e la legge divina, ignorando completamente anche l’evidenza e il senso comune, come si può pensare che si sottomettano volontariamente a norme giuridiche?
    Inoltre, molti conservatori e parte dei tradizionalisti sono ingabbiati in ideologie aberranti (possibilità di un papa neopagano; obbedienza assoluta ai superiori; fatalismo; culto della sofferenza e della passività).
    Sono i cardinali pre-2013 che hanno eletto Bergoglio e tra questi pochissimi hanno opposto resistenza in questi anni. Come pensare realmente che la soluzione possa venire da loro?
    Come credere che chi al massimo ha borbottato contro i riti satanici e ha fatto orecchie da mercante sulla rinuncia di Benedetto XVI ora si svegli e faccia un conclave?
    La soluzione neo-conclavista è infattibile.
    Si sta mettendo il carro davanti ai buoi.
    Qui si vuole far vincere una maratona a dei soggetti che a malapena hanno la voglia di alzarsi dalla poltrona.

    Si tratta la sede vacante come un problema da risolvere quando è solamente l’effetto di problemi più gravi.
    E inoltre, anche se per miracolo fosse fatto un conclave vero il cuculo non si smuoverà di un millimetro per ‘rispetto del diritto canonico’. Andrebbe cacciato con la forza.
    E’ solo una questione di potere. Soprattutto spirituale. Il giuridico ormai è fuori dai giochi. Si riduce tutto allo scontro tra vera divinità e falsi dei. Siamo già in guerra.

    Giustissimo tentare di convincere i vescovi e i cardinali, ma va tenuto conto dei problemi chiave (le aberrazioni) e va esercitata una pressione fortissima, non solo appelli o lettere. Bisogna andare personalmente, fisicamente, tipo ‘iene’ a metterli davanti alle loro responsabilità.
    Se qualcuno non crede nella sede impedita, almeno ammetta l’evidenza dell’antipapato, in quanto un papa non cattolico è impossibile.

    VII) Conclusioni

    Serve subito una crociata di riconquista.
    O il tradizionalismo si purifica dalle aberrazioni, oppure non possiamo risolvere la crisi.
    Le opzioni ‘catacombali’ di resistenza sono insufficienti.
    Quelle conclaviste sono rischiose o inconcludenti, perché mettono il carro davanti ai buoi: la sede vacante non è il problema, ma l’effetto di problemi più gravi.
    Se parte del mondo tradizionalista non sa cosa è il papato (cfr. teoria del papa non cattolico), come possiamo pretendere di avere un papa?
    Se parte del tradizionalismo professa un fatalismo tragico, nega il combattimento contro il male, come possiamo sperare di vincere?
    Che senso ha sbraitare (giustamente) contro il Concilio Vaticano II e poi avere dei piccoli concili vaticani II individuali, dove si scende a compromessi col mondo e con l’antipapa?

    Bisogna prendere in considerazione l’ipotesi che la soluzione dei problemi non verrà da un papa, perché non potrà esserci un papa fino a quando non sarà riconquistata la sede.
    Non possiamo avere un papa perché la sede è invasa dagli infedeli. Non possiamo riconquistare la sede perché le forze cattoliche sono divise.
    Non possiamo unificare le forze perché il mondo tradizionalista è succube di aberrazioni secolari, le stesse che ci hanno condotto a questo punto: fatalismo, culto della sofferenza, obbedienza assoluta ai superiori, giuridicismo.
    Poi potrebbe anche essere che una volta riunificate le forze si arrivi a un vero conclave e il papa guidi la riconquista. Ma bisogna porre le premesse.

    +APPENDICE: Riunificazione delle forze cattoliche e principio di benevolenza.

    E’ necessario che si adotti il proncipio di benevolenza, per evitare di creare gruppi di ‘eletti’ e faide inutili, che rafforzano indirettamente i bergogliani. Le lotte tra conservatori, lefebrviani, sedevacantisti e neo-sedevacantisti (sede impedita) sono un regalo agli usurpatori e devono cessare immediatamente.

    Gli una cum Bergoglio non sono necessariamente eretici o scismatici: lo sono solo qualora seguano le sue direttive immonde. Molti fedeli sono ignoranti o superficiali e non conoscono la dottrina, e quindi sono vittime dell’inganno bergogliano.
    I gruppi di una cum di ‘resistenza’ (es. lefebvriani) non vanno accusati di eresia e scisma, perché sono realmente cattolici e non seguono Bergoglio. Non sono realmente in comunione con l’antipapa, ma hanno un principio incoerente (dottrina del papa non cattolico) e credono erroneamente che un antipapa a Roma significhi la fine della Chiesa.

    I sedevacantisti classici sono realmente cattolici, se in buona fede credono che la sede sia vacante a causa di antipapi postconciliari.
    Il punto chiave è che si può in buona fede riterenere un individuo papa o antipapa, tenendo fermo il principio dell’impossibilità di un papa non cattolico e il rigetto delle deviazioni conciliari.
    I papi postconciliari (fino a Benedetto XVI) hanno commesso degli errori e non hanno saputo rimediare alla crisi. C’è chi interpreta questo come un errore strategico (papi indegni, inadeguati, o casi limite) o come un difetto di potere pratico (ostracismo, minacce, crisi troppo estesa per agire). Altri, a causa della situazione grave, lo interpretano come un tradimento volontario (antipapi truffatori modernisti).
    Già questo dimostra che, a differenza di Bergoglio, non c’è una forte evidenza ma molta ambiguità e il giudizio fattuale è influenzato dal grado di fiducia verso i vari Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, ecc…
    Ma un errore di giudizio fattuale in buona fede non rende eretici o scismatici, ma solo troppo ingenui o troppo avventati.
    Il fulcro è la dottrina. Il nemico non è il sedevacantista o il neosedevacantista, o il lefebvriano vittima di concezioni incoerenti, ma neppure l’ignorante disinformato che non sa nulla degli atti di Bergoglio.

    Riassumendo: dirigere lo scontro verso altri gruppi cattolici (che possono poi essere eventualmente in errore fattuale o in incoerenza di principi), accusandoli di eresia o scisma, è sbagliare bersaglio e creare un capro espiatorio, che va a catalizzare l’attenzione distogliando dagli usurpatori della sede.
    Queste faide sono una perdita di tempo e una distrazione. Le forze che andrebbero impiegate efficacemente contro gli usurpatori vengono dissipate nell’attacco di altri gruppi. E gli usurpatori giocano sui vari spauracchi (attenti allo ‘scismatico’) per consolidare il proprio dominio.
    Non è improbabile che siano gli stessi bergogliani a voler acuire lo scontro, per frammentare ulteriormente l’opposizione, per sottomettere meglio i conservatori e dissuadere i fedeli incerti dal ribellarsi alle riforme o dalla denuncia dell’antipapato (creazione dei ‘mostri’: il lefebvriano, il sedevacantista, il minutelliano).

    E’ necessaria invece una sospensione delle ostilità per concentrarsi sull’essenziale, sulla risoluzione della crisi e sui veri nemici.
    Questo non significa relativismo: gli eventuali errori (es. dottrina del papa non cattolico, deviazioni conciliari) vanno corretti. Ma non bisogna lanciare anatemi e accuse reciproche di eresia o scisma, trattando l’altro come un infedele.
    Spesso chi sostiene cose incoerenti lo fa per o ignoranza o perché non ha ragionato abbastanza sulle conseguenze.
    E quando la divergenza non è sui principi ma solo sul giudizio fattuale in buona fede su Ratzinger e gli altri papi postconciliari, si deve essere comprensivi. La cattolicità non dipende da un eventuale errore di valutazione su Ratzinger.
    Bisogna essere uniti nella dottrina, nella morale e nella liturgia, e nell’opposizione all’unico antipapa che è assolutamente evidente in quanto apertamente apostata. Bisogna essere uniti nella crociata di riconquista, uniti nello scopo e nell’azione.
    Serve una unità delle forze cattoliche.

    FINE.

  • E.A. ha detto:

    Uscite da Babilonia! “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi…”(Ap18:4,5). Un piccolo e sparuto gregge, rimasto fedele al Signore e “profetizzato “ da Papa BXVI, è già realtà! È quello uscito da questa Impostura di una falsa chiesa con un falso Papa, che spargendo terrore, confusione, divisione, sommerà le nefandezze da lei don Strumia elencate a quelle già perpetrate, fatte di eresie, blasfemie, idolatrie, ed elevandosi al di sopra dell’Altissimo, ne sovverte le Sue Leggi, la Sua Parola, il Suo Insegnamento, spalancando così non le Porte a Cristo, come ci esortava Papa GPII, ma agli Inferi!!! “Uscite da Babilonia, fuggite lontano”(Is 48-20) “Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita, guardate di non perire per l’iniquità di lei!”(Ger 51:6)

  • paola caporali ha detto:

    Una domanda: il riferimento alla “rugiada”, rende invalida la consacrazione?
    Grazie

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      La parola “rugiada” è nel testo originale latino. Fu tradotta con “effusione” e poi per il desiderio di rimanere fedeli al latino, con “rugiada”. È un’immagine biblica. Certo, “effusione” era molto più chiaro.

  • Elena ha detto:

    Basta ammettere che benedetto non ha abdicato e attenersi alla universidominici gregis e dichiarare che Bergoglio non è il papa ma un usurpatore ecc…..

  • Carlo ha detto:

    L’unico punto positivo dell’ antipontificato di Bergoglio è che segnala la fine definitiva di quella soporifera, annacquata, sporca, tiepida e dolciastra teologia del post concilio. Le maschere sono cadute. Per l’intelletto, viviamo tempi privilegiati. Tutto è ormai chiaro. Mancano solo i c. per dirlo.

    • Gabriela Danieli ha detto:

      Carlo, se la massoneria ecclesiastica è riuscita a ad occupare i vertici della Chiesa, la colpa è del disprezzo e della disobbedienza sempre più generale ai papi concilio e post concilio. Sopratutto a papa G. PII e a Benedetto XVI.

      Dunque, solo il demonio e i suoi “schiavi” oggi si ostinano a giudicare Cristo e la divina autorità a di coloro che hanno rappresentato la Sua persona in terra, responsabili dell’attuale impostura religiosa. ad opera della massoneria ecclesiastica e del suo capo: l’eretico idolatra JMB.l.
      Prova ne è che sono gli stessi pseudo-tradizionalisti a riconoscerlo loro capo, rendendosi così corresponsabili delle sue opere diaboliche.

      E questo non ve lo dico io, ma papa PIO XII che voi dite falsamente di riconoscere:

      … *Gesù Cristo infonde nei fedeli il lume della fede; Egli arricchisce in maniera DIVINA i Pastori e i Dottori, e specialmente il suo VICARIO in terra, dei doni soprannaturali della scienza, dell’intelletto e della sapienza affinché CUSTODISCONO CON FEDELTÀ IL TESORO DELLA FEDE* , lo difendano con coraggio, e piamente lo spieghino e diligentemente lo ravvivino;
      🔥Egli (Cristo) infine, sebbene non visto, PRESIEDE E GUIDA i CONCILII della Chiesa
      (cfr. Cyr. Alex., Ep. 55 de Symb; Migne, PG, 77, 293).

      http://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi.html
      Ergo:
      È ora di finirla di definire eretico il CVII e giudicare la divina autorità dei papi che lo hanno guidato e confermato, perche di fatto accusate GESÙ CRISTO IN PERSONA.
      Perché ripeto, è VERITÀ DI FEDE che Egli (Gesù Cristo) sebbene non visto, PRESIEDE E GUIDA i CONCILII della Chiesa.

  • Giampiero ha detto:

    Le promesse di Cristo sono state fatte alla “Chiesa militante”,quella fondata sul Pietro di turno. Menzionare la purgante e la trionfante per sostenere che lì la Chiesa è più che viva, volendo salvare in tal modo l’indefettibilitá che Cristo le ha garantito, mi sa di escamotage per salvare capra e cavoli , per capirci.
    “MA IL FIGLIO DELL’UOMO QUANDO TORNERÀ TROVERÀ ANCORA LA FEDE SULLA TERRA? Parole terribili e bisognose di armonizzarsi con altre parole di Gesù. Cominciamo col domandarci sul cosa intendesse Gesù riferendosi alla “terra”. Problema aperto da lasciare agli esegeti. E altresí se il non trovare la fede sia conciliabile con la presenza di qualcuno che quella fede è stato candidato a garantire e confermare.

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Rev. D Sturmia, lei sa benissimo che la messa è già finita da un pezzo (perché invalida e illecita).
    Da quando cioè i sacerdoti privano i fedeli del Pane quotidiano, ostinanandosi a celebrarla con piena coscienza e deliberato consenso in comunione, non con il legittimo vicario di Cristo, come D’OBBLIGO, ma sacrilegalmente una cum l’impostore eretico JMB non canonicamente eletto che, come lei ha accennato, col prossimo sinodo intende eliminare del tutto il ministero sacerdotale e quindi la S Messa.

    Dunque reverendo,
    perché nella sua analisi lei accenna solo alle prime 3 cose neccessarie per la validità del sacramento dell’Eucaristia, e non alla QUARTA, visto che già da anni NON È OSSERVATA?

    Come spiega San Pio X nel Cat . Maggiore al n 522, per fare un sacramento si richiedono:
    1) la materia;
    2) la forma;
    3) il ministro; (validamente ordinato);
    4️⃣) IL QUALE ABBIA L’INTENZIONE DI FARE CIÒ CHE FA LA CHIESA.

    E qual’ è l’intenzione obbligatoria richiesta della Chiesa Cattolica?

    Rispondono Il Card. Ratzinger in:
    “Il primato del Successore di Pietro nel mistero della Chiesa”
    e papa San Giovanni Paolo II nell’enciclica “Ecclesia de Eucharistia n 39 c. 81-82:

    81.”… poiché « il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il PERPETUO e visibile principio e FONDAMENTO DELL’UNITÀ sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli», 82 LA COMUNIONE CON LUI È UN’ESIGENZA INTRINSECA (❗) DELLA CELEBRAZIONE DEL SACRIFICIO EUCARISTICO.
    ◾Di qui la “GRANDE VERITÀ” espressa in vari modi dalla Liturgia: «Ogni celebrazione dell’Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l’Ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo.
    ◾OGNI VALIDA CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA ESPRIME QUESTA universale COMUNIONE CON PIETRO e con l’intera Chiesa…”

    Dunque, perché quasi tutti i sacerdoti negano questa VERITÀ liturgica, trattando questi Papi da ERETICI?

    Forse per giustificare le loro messe invalide e sacrileghe una cum l’antipapa massone?

    Don Alberto, Dio per salvare la Chiesa ha bisogno di sacerdoti coraggiosi, pronti a farsi umiliare ma sopratutto sottomessi al Magistero primaziale di Pietro (Benedetto XVI), che già nella sua profezia da cardinale (da lei accennata), indicava come unica via neccessaria per salvare la Chiesa dalla grande impostura oggi in atto:

    «… Alla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto…Non sarà più in grado di abitare gli “EDIFICI”… 
    🔥 SARÀ UNA CHIESA PIÙ “SPIRITUALE”… povera e diventerà la Chiesa degli indigenti»…

    http://www.korazym.org/65921/la-profezia-di-ratzinger-del-1969-sul-futuro-di-una-chiesa-della-fede-e-quel-piccolo-gregge-di-credenti

    Che Maria, Madre della Chiesa invochi su di Lei Don Alberto e su tutti i sacerdoti, la forza dallo Spirito Santo per uscire dalla Babilonia massonica dell’impostore iniquo e di ricostituire la vera Chiesa SPIRITUALE di Gesù Cristo nelle catacombe.

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