…È finita, andate in pace. È finita davvero…don Alberto Strumia.

28 Agosto 2023 Pubblicato da 22 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione queste riflessioni di don Alberto Strumia, pubblicate su Il Pensiero Cattolico, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.

 

… è “finita”: andate in pace!

( Prima parte )

Che cosa è finita? Che significano quei “tre puntini” all’inizio del titolo?
Già nel 2015 il Card. Caffarra, di fronte alla mozione approvata dal parlamento europeo sulle unioni gay ebbe a dire in un intervista al compianto Luigi Amicone: «Siamo alla fine! L’Europa sta morendo».

Ricordandomi queste parole, subito dopo il sinodo dell’Amazzonia del 2019, pensando non soltanto all’Europa, ma alla stessa dottrina e alla vita cristiana nella Chiesa, avevo “buttato giù” qualche riflessione sotto forma di appunti. Poi mi sono trattenuto dall’inviarli per essere pubblicati, perché ho pensato che potessero sembrare “troppo pessimisti”. Ma è bastato attendere meno di un anno perché molto si realizzasse, o almeno, la realizzazione si stesse preparando a passi rapidi. E così ho deciso di attendere ancora…

Ora, però, nella notte della “Passione della Chiesa” – che è il «Corpo di Cristo» (1Cor 12,27) che vive lungo i secoli della storia – ad imitazione della Passione di Gesù, dopo una sorta di nuovo “bacio di Giuda” – non voglio dire di più, ma «chi ha orecchi per intendere intenda» (Mc 4,23) – si prospetta uno strampalato “sinodo sulla sinodalità”, che somiglia più ad un “nuovo sinedrio”, nel quale Gesù non sarà neppure ammesso, né interrogato sulla sua dottrina, tanto è da considerarsi obsoleta, e da cambiare… Un sinodo che si annuncia come un’accozzaglia di contraddizioni, come si contraddicevano le testimonianze contro Gesù, proprio nel sinedrio al tempo della Sua Passione («le loro testimonianze non erano concordi», Mc 14,56).

Così mi sono deciso a riprendere in mano quei miei primi appunti, come riflessione che vuole essere, al contempo, “realistica” e “di fede”, sapendo bene che, comunque vadano le cose “Cristo ha già vinto”, come ci ricordava sempre con serena certezza, il Card. Biffi. E si tratta di attendere il momento in cui ciò sarà evidente, dopo il decomporsi di tutto il resto.

Ho fatto, necessariamente qualche aggiunta a completamento, dopo i nuovi eventi, e ho deciso di proporli oggi. Piuttosto che prendere parte ad interminabili dibattiti “botta e risposta” sul Concilio Vaticano II, non è meglio affrontare la realtà per quello che è, e correre ai ripari preoccupandosi, più realisticamente, di offrire aiuti formativi ai fedeli, piuttosto che discutere con dibattiti interminabili su “di chi è la colpa”, mentre la nave è in pericolo? Teniamo conto che i dibattiti sul Concilio sono divenuti ormai abituali sui blog fino ad annoiare, quasi sempe alla ricerca del “capro espiatorio” sul quale addossare tutte le responsabilità dei mali odierni della Chiesa (un lavoro che può competere ormai più agli storici che alle persone comuni, senza dimenticare che lo Spirito Santo sa “reggere l’urto” anche dei limiti degli uomini!).

Ancora il Card. Caffarra, pochi giorni prima di morire – l’ho sentito con le mie orecchie da vicino, con alcuni amici – ci disse: «Nella dottrina cattolica tutto tiene in una maniera così profonda, così intima, così sostanziale, che se si toglie un mattone l’edificio crolla». Ed è quanto sembra proprio accadere oggi nella Chiesa cattolica, giorno dopo giorno, si toglie un mattone dopo l’altro, con il compiacimento di alcuni “registi” di questo “brutto film”, e il disgusto intristito di non pochi tra gli “spettatori”. Oltre, purtroppo, all’indifferenza non accorta dei più («mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece perire tutti», Lc 17,27).

Quante “buone persone” nelle parrocchie, nei movimenti e anche negli istituti religiosi, si sono sempre sentite sicure, potendosi fidare dell’autorità ecclesiastica, protette da una “regola”, nell’eseguire ciò che veniva loro chiesto dai responsabili e dai superiori, senza porsi nemmeno il minimo dubbio che non fosse una cosa buona… E fino a qualche anno fa ci si poteva fidare, ma ora, in un tempo nel quale l’ambiguità tra la dottrina e la prassi pastorale sta dominando e i metodi della vita ecclesiale sono divenuti più “politici” che “di fede”, non si può legittimamente “fidarsi” abbandonandosi ad un’ingenua “obbedienza” all’andazzo generale.

Come scrisse san Massimiliano Kolbe: «L’obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà. È vero che il superiore può errare, ma chi obbedisce non sbaglia. L’unica eccezione si verifica quando il superiore comanda qualcosa che chiaramente, anche in cose minime, va contro la legge divina. In questo caso egli non è più interprete della volontà di Dio» (Ufficio delle Letture del 14 agosto). Soprattutto per quanto riguarda i Sacramenti che non sono «cose minime»!

Ma anche di fronte a cose che appaiono ai più ormai «minime» come, ad esempio, la nuova versione italiana del “Padre nostro” (si veda in proposito: A.M. Valli ed., E non abbandonarci alla tentazione. Riflessioni sulla nuova traduzione del Padre Nostro, Chorabooks 2020), che è entrata in vigore (Pasqua 2021), con la nuova edizione del messale italiano, o altri discutibili cambiamenti ai quali mi sento obiettare: «Ma si tratta di un piccolo cambiamento, di poche paroline. Lei è l’unico che mi fa queste osservazioni critiche; gli altri sacerdoti non me le fanno»… Per non parlare del modo con il quale viene ormai normalmente trattata e distribuita l’Eucaristia.

Oggi, incredibilmente, non sembra proprio essere più possibile fermarsi a questo modo “semplicistico” di vivere la fede! Oltre alla semplicità delle colombe si è reso necessario dotarsi assolutamente anche della scaltrezza dei serpenti (cf. Mt 10,16). Del resto, il Vangelo lo ha previsto fin dall’inizio. Certo il “semplicismo” dell’eseguire acriticamente tutto e il contrario di tutto, sul momento, rende la vita più facile e non crea problemi immediati! Ma un mattone dopo l’altro si finisce per smontare l’edificio cattolico (e perfino quello cristiano! E anche quello della ragione!), costruito sulla roccia, per sostituirlo con la casa costruita sulla sabbia (cf. Mt 7,26) delle mode e delle ideologie. Si sta precipitando, da tempo, in un idolatrico panteismo ambientalista e relativista pieno di incoerenze e contraddizioni, fedele all’unica obbedienza al Nuovo Ordine Mondiale, ai padroni del mondo, pilotati da un unico Padrone del mondo («il principe del mondo», Gv 14,30).

Ecco che, allora, la formula di congedo che i sacerdoti recitano, usualmente, al termine della celebrazione della santa Messa (“La Messa è finita: andate in pace!”) – dopo quello strano “sinodo amazzonico”, e ora con l’avvicinarsi di quello ancora più strambo sulla “sinodalità”; – dopo il documento di Abu Dhabi e la sequenza in crescendo delle encicliche Laudato sii e Fratelli tutti, – con il sinodo della chiesa in Germania; – e dopo le ultimissime nomine, sembra avere assunto un significato ben più grave di quello che conclude ogni singola celebrazione della Messa. Che cosa dobbiamo aspettarci, se si continuerà su questa strada?

Qui ci spostiamo dai fatti già accaduti al campo di un futuro prossimo assai plausibile, o almeno non impossibile, e ci si deve augurare sinceramente di sbagliare. Ma Gesù stesso nel Vangelo ci raccomanda di saper leggere i segni dei tempi (cfr. Mt 16,3) e non farci cogliere alla sprovvista, senza la “riserva dell’olio” come accadde alle vergini stolte (cf. Mt 25,3).

La dottrina si può benissimo ignorare, o rendere via via ambiguamente “liquida”, fino magari a riscriverla più aggiornata. È questo che si prospetta al prossimo sinodo? E dalla congregazione per la dottrina della fede, che cosa dobbiamo aspettarci? Ben prima della liturgia, poi, si sono “normalizzati” progressivamente “nella prassi”, ormai da anni il divorzio, l’aborto e ora si tendono a “normalizzare” in sequenza l’eutanasia, e perfino la pedofilia, il satanismo come una delle tante accettabili forme di “religione” (il relativismo è “inclusivo”!). Siamo in presenza di una civiltà e di una cristianità che si autodistruggono, lasciando il posto ad altri, non cristiani, che soli ancora avranno ancora tanti figli e arriveranno sempre più numerosi?

Se dobbiamo considerare non solo ammissibili, ma addirittura “paradigmatici”, gli esempi di sincretismo e idolatria, che abbiamo già visto compiersi nei giardini vaticani e in Santa Maria in Traspontina, e poi anche altrove, chi potrà non sentirsi autorizzato a fare altrettanto e “di meglio” seguendo un “processo” ormai avviato e ben collaudato? E magari anche anticipando un rito simil-amazzonico da importare qui da noi come “modello esemplare” di inculturazione, chiedendo pure scusa se non l’abbiamo fatto prima. Ora mentre tutto sembrava temporaneamente tacere, in realtà tutto procedeva. È impressionante ricordare, a distanza di anni, le parole di padre Pio – san Pio da Pietrelcina – che profetizzava il giorno in cui la Messa non ci sarebbe stata più («La mia missione finirà quando sulla terra non si celebrerà più la Messa», in A. Gnocchi e M. Palmaro, L’ultima Messa di Padre Pio, Fede & Cultura, 2019, p. 9 e p. 18). Oggi c’è il rischio che quel giorno si stia avvicinando. Se si tiene conto del carisma profetico – quello di leggere in anticipo i tempi – del quale era dotato questo santo, il riferimento a quanto sta accadendo oggi è per lo meno plausibile? Basterà arroccarsi, rifugiandosi clandestinamente nel vetus ordo, incolpando in blocco tutto ciò che è avvenuto dopo, o dietro c’è qualcosa di più sostanziale da affrontare? Magari con il rischio di non trovare più un sacerdote validamente ordinato che celebri la Messa nell’uno come nell’altro rito?

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22 commenti

  • Mimma ha detto:

    Meglio tardi che mai, don Strumia!
    Ma dovete fare di più , voi sacerdoti che state comprendendo il dramma.
    Moltissimi fedeli, direi la maggior parte, ancora dorme.
    Oppiata dall’astuto Teatrante, ripete a pappagallo le sue frasi mielose e ambigue sulla dottrina sulla morale sulla Madre su Cristo sull’ambiente sui migranti sull’accoglienza e la misericordia…, convinta di trovarsi nel fulgore caritativo, modernissimo, della storia della Chiesa.
    Tanti suoi confratelli, caro don Alberto, aspettano fiduciosi di poter convolare a nozze con la giovane catechista che fa gli occhi dolci da anni o con l’amante segreta che gli ha dato dei figli.
    Altri che se la spassano tra loro da sodomiti si sono fatti sfrontati e manco si nascondono più.
    Ebbene, la gente dice che è meglio così, che siete uomini alla fine e che avete i vostri istinti naturali da sfogare.
    Dunque quelli che siete stati davvero eletti e sapete mortificare tali istinti per amore del Signore, dovete alzare la voce e chiamarci zucconi e buttarci fuori dalle chiese come i ladroni dal tempio , quanti coltiviamo questi pensieri infami.
    Dovete rispiegare daccapo la sana dottrina e metterci in guardia dai trucchi, dalla liquidità degli incantatori, dal veleno mitridatico che oppia e uccide lentamente l’anima
    Ora urge mettere in guardia i piccoli dalle manovre per screditare l’Eucaristia, da come possono essere cambiate le Parole della Consacrazione, da come si può rendere nulla la Messa.
    Fate rete tra voi sacerdoti che state aprendo gli occhi, per incoraggiarvi e per incoraggiarci.
    Gesù ha detto a Luisella Piccarreta che eliminerà i preti apostati perché inutili, prima della grande purificazione.
    E che moltiplichera le forze a quelli santi.
    Siate santi, perché Dio è Santo e, attraverso voi ,vuole salvare noi, povere pecore smarrite in balia dei lupi.

  • luca antonio ha detto:

    Una ventata di Verita’.
    Grazie.

  • Giovanni ha detto:

    Caro don Alberto,
    grazie per aver esposto in pubblico le sue riflessioni: come me le condivideranno tanti, che altrimenti non saprebbero esporne il contenuto, e si sentiranno confortati nella loro tristezza per un situazione che sembra precipitare.
    E forse lo farà: un mio vecchio zio diceva “Non c’è limite al peggio”! Ma se lo farà sarà la riprova che questi sono tempi estremi,se non “i” tempi estremi, che ognuno di noi,in proporzione alle sue doti, deve affrontare con chiarezza, per verificare la sincerità e la profondità della propria fede.

  • Mara ha detto:

    Io penso che il vero punctum dolens sia questo: aver perso come obiettivo quello dell’EVANGELIZZAZIONE. Che non può certo passare attraverso dirette online. La persona consacrata vive in un quartiere così come ci vive il privato cittadino: è lì che deve intercettare le situazioni di deserto spirituale, e ne troverà a bizzeffe. Naturalmente anche noi laici dobbiamo contribuire perché tutti siamo chiamati a portare la Buona Novella al mondo, checché ne dicano Bergoglio e i bergogliosi. È da lì che bisogna ripartire. Prendiamo a modello San Giovanni Bosco e Monsignor Lefebvre, che hanno sparso il seme della Parola con profitto vedendo crescere frutti rigogliosi e tuttora esistenti.

  • gladio ha detto:

    Se articoli come questo arrivano sotto il naso del
    ” Misercordioso” la vedo dura per il nostro Don Alberto…

  • Jsph ha detto:

    Padre Antonio Spadaro ha reso noto che Bergoglio, nel dialogo con i Gesuiti a Lisbona in occasione della Gmg, ha affermato:
    “Io credo che sulla chiamata rivolta a “tutti” non ci sia discussione. Gesù su questo è molto chiaro: TUTTI.
    Gli invitati non erano voluti venire alla festa. E allora lui disse di andare ai crocevia e chiamare tutti, tutti, tutti.
    E affinché resti chiaro, Gesù dice “sani e malati”, “giusti e peccatori”, tutti, tutti, tutti. In altre parole, la porta è aperta a tutti, tutti hanno un loro spazio nella Chiesa.”

    Ma caro Bergoglio, perché hai omesso la conclusione della parabola della festa di nozze del “re”?
    Eppure lo sai che comunque non tutti quelli che andranno alla festa saranno alla fine approvati dallo stesso “re”.
    “Quando entrò per osservare gli ospiti, il re vide un uomo che non indossava un abito da matrimonio. E gli disse: ‘Amico, cosa ci fai qui senza abito da matrimonio?’ Quello non rispose nulla. Allora il re ordinò ai suoi servitori: ‘Legategli mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre. Là piangerà e digrignerà i denti’. Molti infatti sono invitati, ma pochi eletti” (Matteo 22:11-14).

    Cosa sarà mai questo abito da matrimonio se non la grazia di Dio in noi, la nostra conformità al trasformante amore misericordioso del Signore che ci fa suoi sposi?
    Perché, caro Bergoglio, vuoi far dire a Gesù le tue banali, moderne e tremende fissazioni?.
    Ecco le tue belle conclusioni:
    “È evidente che oggi il tema dell’omosessualità è molto forte, e la SENSIBILITA’ a questo proposito CAMBIA a seconda delle circostanze storiche. Ma quello che a me non piace affatto, in generale, è che si guardi al cosiddetto “peccato della carne” con la lente d’ingrandimento, così come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento.
    Negli Stati Uniti la situazione non è facile: c’è un’attitudine reazionaria molto forte, organizzata, che struttura un’appartenenza anche affettiva. A queste persone voglio ricordare che l’indietrismo è inutile, e bisogna capire che c’è una giusta EVOLUZIONE nella comprensione delle questioni di fede e di morale…

    Prepariamoci alla benedizione dell’amore omosessuale: è’ quello che vuole il Gesù bergogliano.
    Gran parte dei vescovi americani (e noi insieme a loro) non capiscono niente, non sono all’altezza dei questi ultimi meravigliosi tempi che vuole Bergoglio.
    Mi sa che più si prega per Bergoglio (come lui vuole) e più il demonio si arrabbia e gli fa dire fesserie.

  • Leonella ha detto:

    Bravo don Alberto . Grazie . Leonella S.

  • Leonella ha detto:

    Bravo don Alberto . Grazie . Leonella S.

  • Ruit hora ha detto:

    Caro Don Alberto, prepariamoci a vivere una tragedia immensa. Succederà tutto quello che lei teme, anzi molto di peggio. Arriverà il giorno ( e non è lontano) che invidieremo i morti. Abbiamo continuato a gozzovigliare e a ridere in questo circo satanico che è il mondo, abbiamo ignorato e irriso la flebile voce di San Giovanni Battista che dal carcere ha continuato a gridarci: ” Non vi è lecito”. La pagheremo cara, molto cara.

    • GINO ha detto:

      Ma non vi vergognate?.ma per voi un signore che vi porta all’abbattimento spirituale e al fatalismo è un uomo degno di fiducia prima ancora che sacerdote cattolico?

  • Vittoria patacchini ha detto:

    Possibile nn sipossa fare qualcosa? I cristiani nn seguono e ignorano, tt questo assurdo.

  • GINO ha detto:

    Don Minutella, non ti curare di costoro ma compatiscili e continua la tua missione.

  • Jacqueline masi lanteri ha detto:

    Condivido in toto il suo articolo. In molti siamo addolorati e portiamo questa croce fatta di confusione, dei si che diventano -no- e viceversa; di questi cambiamenti inefficaci e inutili nel padre nostro, Gloria ecc. Il Pater lo prego solo in latino così come lo accompagno con l’organo durante la Santa Messa. Soffro per la distribuzione ( tipo caramelle) del Corpo di Cristo. Si capisce che non mi pronuncio nel distribuirlo, ma nel riceverlo non si nota alcuna emotività che porti a presentarsi con modestia nel vestire, con riverenza nel ricevere! Un abuso a cui chi. Potrebbe farlo non vuole porre rimedio. Basterebbe ritornare alla prassi in ginocchio e sulla lingua. Forse, i fedeli si renderebbero conto dell’atto di adorazione dovuta a Dio!!! Credo che il Signore Gesù che ha fondato la sua chiesa su Pietro, la roccia che lo ha proclamato “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente” non lascerà mai affondare, nelle eresie moderne la sua Sposa – a mio parere vuole provarla come l’oro nel crogiolo. Mi chiedo ma noi, poveri fedeli alla Chiesa di sempre, riusciremo ad uscirne indenni? Kyrie eleison!

  • Elena ha detto:

    Gentile padre Strumia, lei dice cose anche giuste ma……snobba i dibattiti….ok….dal suo punto di vista , …ma si è dimenticato , per una presunzione sua, delle povere pecore come me, che , forse avevano bisogno di essere informate e magari anche dialogare sui dibattiti, magari anche con lei, che è cosi bravo, di quello che stava succedendo
    Dive è stato in tutto questo tempo?
    Forse io avevo bisogno di sentirla e non vederla spuntare, solo ora, come un fungo autunnale, snobbando quelli che si sono dati da fare. Si accorge adesso del sinodo?

  • E.A. ha detto:

    “ Basterà arroccarsi, rifugiandosi clandestinamente nel vetus ordo, incolpando in blocco tutto ciò che è avvenuto dopo, o dietro c’è qualcosa di più sostanziale da affrontare? “ Certo che no, don Strumia, e grazie per queste sue sacrosante riflessioni, atte a spronare e ad illuminare tanti cuori e tante menti, al momento, dormienti! Manca di aggiungere che, in questa notte buia, di Passione del Corpo Mistico di Cristo, diventa fondamentale riconoscere il “Bacio di Giuda”, perché i traditori e i falsi profeti, per Grazia di Dio, sono usciti allo scoperto ed hanno un nome ed un volto preciso, quello di un falso Papa e dei suoi accoliti. Non prendere coscienza di ciò, preclude dal rimanere fedelmente uniti alla Vera Chiesa di Dio, ne permette anzi la partecipazione,consapevole o meno, alla sua demolizione, e, soprattutto, mette a rischio la propria Salvezza Eterna. Sacerdoti Coraggio!

  • marco ha detto:

    Don Alberto è un grande dono di Dio alla Chiesa. Lo ammiro per la chiarezza e la profondità dei discorsi e per il grande ed instancabile lavoro di disseminazione che fa on line e non solo.

  • Cristina ha detto:

    Siamo tornati nelle catacombe:tutti,depravati,criminali,corrotti .possono dire la loro e più fanno schifo più sono applauditi dal mainstream che ci vuole ridurre a bestie.Gli unici che sono umiliati e perseguitati nella Chiesa e nel mondo invertito sono i veri Cristiani.E questo,secondo le parole di Gesù,ci conferma che siamo nel giusto .

  • Nat ha detto:

    Sagge e vere le parole di don Alberto.
    Una sola chiosa: da qualche anno la formula conclusiva della Messa in tantissime chiese, di ogni rito, è cambiata. Adesso si dice: Buona Gionata, Buon pranzo o Buona serata, secondo i casi.
    Forse anche questo è un “segno dei tempi”.

  • Don Y ha detto:

    Con don Alberto ho militato tanti anni in CL . Entrambi siamo usciti per le ragioni che espone Polito , riprese da Socci nel suo blog. Carron ha tradito Don Giussani . Purtroppo temo , differentemente sa Socci , che oggi sia anche peggio grazie agli interventi del Papa . Grazie don Alberto .don Y

  • MonsX ha detto:

    Caro don Alberto , grazie per questa prima parte di riflessioni . Le condivido in toto. Coraggio ! Tuo Mons ICS

  • MonsX ha detto:

    Caro don Alberto , grazie per questa prima parte di riflessioni . Le condivido in toto. Coraggio ! Tuo Mons ICS

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