Una messa a San Teodoro, in Sardegna. Benedetta De Vito.

31 Agosto 2023 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste riflessioni ed emozioni da una chiesa in Sardegna. Buona lettura e meditazione…

 

Una fuga rapace di nuvoloni neri danzava nel vento impazzito spazzando i cuori induriti e facendo ballare i capelli sul capo, ieri nel paesino gallurese di San Teodoro e io ero lì per restituire alla piccola libreria giardino una copia del mio “Cuoresardo”  (cuoresaldo), che mi aveva prestato.  E prima di continuare con la cronaca di un giorno particolare lasciatemi dire che qui il librino piace e vende e chissà quanti han capito che, tra le paginette mie, il mondo,  stufo di camminare con i piedi al cielo, fa una ruota al sole e si rimette –  e ringraziamo il Signore – a camminare a piedi in giù. Ma avanti e addio piccolo naviglio!

Dunque sono qui, nel vortice tenebroso del cielo, e alle diciannove c’è la Santa Messa,  così attendo nella chiesa dedicata al Santo Patrono (che per me è piena di ricordi) per scoprire,  appena in tempo  (grazie a un fedele che mi avverte di essere nel posto sbagliato: anche alla domenica non si celebra più qui! E che dolore sento io che qui, nella chiesa in piazza, ascoltavo le omelie di Don Pala e l’Ave Maria in sardo…). Bando alla nostalgia da sorpassati “cuorisar-l-di”e sono già arrivata.

La chiesa è dedicata a madre Teresa di Calcutta.  Saluto con rammarico e devozione San Teodoro,  milite,  martire,  con un nome in pizzo di sangallo divino e mi precipito due metri più in giù e faccio in tempo a pensare che anche a Venezia a San Teodoro meschino, è toccato uno  spietato oblio,  obbligato a lasciar la  Serenissima al patronato di San Marco dal leone alato… E sono già arrivata.

La chiesa è nuova e ampia e costruita,  mi pare,  in forma,  circolare,  il che mi fa sentire in un teatro greco. Ci metto poi un secondo ad accorgermi che l’altare (ma forse più un “bassare”)  è più in basso, infatti, della “platea”  e che,  ai due lati del presbiterio sono tirate due cortine color amaranto, molto teatrali…ma basta, Benedetta, basta, cercare il pelo nell’uovo,  sei noiosa,  uffi,  e comincia la funzione.

Facile intuire che sono capitata in un lunedì speciale: la chiesa è piena e,  poco prima,  ho intravisto un gruppo di persone in nero,  e che portavano vassoi di dolci della pasticceria buonissima di Budoni (riconosco la carta che li avvolge). In Sardegna Messa e Mensa insieme. Infatti è una messa di trigesimo per la morte di un giovanissimo di nome Giovanni.  Prego per lui,  non sapendo nulla (eppure tutto capendo) della sua malattia che immagino fulminante e vola il mio pensiero a giugno, quando,  a causa della morte improvvisa di una giovane signora a Porto San Paolo in lutto non si sono svolte le feste per il Santo Patrono.

La verità,  silente e inesorabile, mi insegue,  ma nessuno mi crede,  nessuno sembra voler fare due più due.  Timeo Danaos et dona ferentes.  Anche il magico siero  era un regalo. Come il cavallo pieno di guerrieri. Basta,  sono stanca.  Eccomi,  sono sul Calvario,  dove ho piantato oramai la mia tenda  rosa e chiudo gli occhi e prego.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN

IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT

UNCRITM1E35

 

§§§

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , ,

Categoria:

2 commenti

  • Chedisastro ha detto:

    Le chiese stanno chiudendo tutte, le vendono al miglior offerente, le trasformano, ne fanno persino discoteche col dj in postazione sull’ex altare che tanto ex non è, dato che altare rimane quello dove pane e vino son diventati da sempre il Santo Sacramento dell’Eucaristia. Sì moltiplicano i sacrilegi e gli oltraggi a Nostro Signore e i suoi custodi, nel loro delirio infernale, ne sono insieme autori e complici. Mai tempi sono stati più bui. Che la Madonna mitighi questo straziante dolore.

  • Boris ha detto:

    Quella chiesa a San Teodoro, quegli scalini prima del portone, quella piazza chiassosa, modaiola pullulante di chiassosi vacanzieri e’ anche parte della mia storia. Da adolescente e fino alla inoltrata gioventu’ e’ stata palcoscenico delle vacanze per tanti, forse troppi anni. Quando fui libero di scegliere e compresi che SanTeodoro, il paese, il suo santo patrono, i suoi abitanti e l’ atmosfera stessa che vi si respirava non erano piu’ le stesse di quando a frequentare quei luoghi eravamo solo pochi e sparuti gruppi di vacanzieri, smisi di andarci a San Teodoro. Purtroppo.

Lascia un commento