Germania, dati ufficiali. 35% di sanitari colpiti da effetti avversi del siero.

25 Settembre 2023 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di The Exposé  nella nostra traduzione, riporta i risultati di uno studio ufficiale tedesco il cui collegamento trovate nel testo. Wikipedia, che come sapete è tutto fuorché una fonte indipendente, cerca di screditare il lavoro di The Exposé, che però pubblica in genere dati ufficiali che i mainstream disdegnano. Distrattoni! Buona lettura e condivisione.

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Un recente studio tedesco sull’impossibilità di lavorare dopo la vaccinazione ha rilevato che il 35% degli operatori sanitari si è messo in malattia dopo aver ricevuto un’iniezione di mRNA covid.

“Tra i 1704 [operatori sanitari] HCW arruolati, 595 (34,9%) HCW si sono assentati per malattia dopo almeno una vaccinazione con covid-19, per un numero totale di 1550 giorni di malattia”, hanno scritto gli autori. “Sia il numero assoluto di giorni di malattia che il tasso di assenze per malattia degli operatori sanitari sono aumentati significativamente con ogni vaccinazione successiva”.

Lo studio è stato pubblicato nel numero di settembre della rivista Elsevier. I dati dello studio sono stati raccolti tramite un questionario elettronico. Fa parte dello studio di coorte CoVacSer in corso.

Lo studio di coorte CoVacSer è un progetto di ricerca che mira a indagare la relazione tra salute mentale, qualità del sonno e immunogenicità delle iniezioni di covid tra gli operatori sanitari. Lo studio è condotto da un team di scienziati dell’Università di Wuerzburg, in Germania, e coinvolge gli operatori sanitari che hanno ricevuto “vaccini” a base di mRNA di covid.

Nello studio sull’inabilità al lavoro, i ricercatori hanno riscontrato che non c’erano differenze significative nelle assenze per malattia dopo la seconda dose tra le iniezioni di Pfizer-BioNTech e Moderna. Tuttavia, la terza dose di Moderna ha indotto un’assenza per malattia significativamente più lunga e più frequente rispetto alla terza dose di Pfizer-BioNTech.

I ricercatori hanno concluso:

Alla luce di ulteriori ondate di infezione da Covid-19 e di vaccinazioni di richiamo, c’è il rischio di ulteriori carenze di personale dovute all’impossibilità di lavorare dopo la vaccinazione, che potrebbero avere un impatto negativo sul sistema sanitario già sotto pressione e mettere a rischio l’assistenza ai pazienti. Questi risultati favoriranno ulteriori campagne di vaccinazione per ridurre al minimo l’impatto delle assenze del personale sul sistema sanitario.

Ecco il collegamento allo studio

L’incapacità di lavorare dopo la vaccinazione COVID-19 – un aspetto rilevante per le future vaccinazioni di richiamo, Elsevier, settembre 2023.
Commentando lo studio, il Dr. Peter McCullough ha scritto: “Mi chiedo se gli amministratori degli ospedali tengano conto del fatto che un terzo degli infermieri si ammala così tanto dopo l’iniezione da dover chiamare il medico e perdere il lavoro. La percentuale sarebbe più alta se l’infermiere non avesse programmato un giorno di riposo dopo l’iniezione.

“Dopo tre anni di vaccinazione con il covid-19, si sa che i prodotti sono tossici e che ci sono gravi conseguenze, tra cui la perdita del lavoro per il datore di lavoro che ha tenuto in riscatto quel prezioso posto di lavoro per una vaccinazione genetica sperimentale indesiderata e sconsiderata”.

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6 commenti

  • unaopinione ha detto:

    Vorrei segnalare questo articolo a chi dovesse interessare (Argomento: vaccini appositamente formulati come bio-armi):
    https://stateofthenation.co/?p=187249 (in inglese).

  • nuccioviglietti ha detto:

    Da aguzzini a… vittime!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    L’inoculazione di massa, in molti casi coatta, non è solo un costo per l’erario e un rischio per la salute in generale, ma concorre all’indebolimento del sistema sanitario impoverendolo di risorse umane mentre lo sovraccarica sempre più di urgenze e degenze.

    L’ottimo Marco Tosatti aveva già segnalato ad esempio che I tumori aumentano drasticamente in concomitanza con le vaccinazioni Covid (articolo del Dr. Guy Hatchard).
    https://www.marcotosatti.com/2023/09/12/cio-giornali-e-tv-non-vi-dicono-sulla-crescita-dei-casi-di-tumore/
    Si tratta di uno studio pubblicato questo mese su BMJ Oncology dal titolo “Global trends in incidence, death, burden and risk factors of early-onset cancer from 1990 to 2019” (Tendenze globali dell’incidenza, della mortalità, dell’onere e dei fattori di rischio del cancro ad insorgenza precoce dal 1990 al 2019) che registra un aumento del 79,1% dell’incidenza del cancro tra le persone di età inferiore ai 50 anni negli ultimi trent’anni.

    Le nazioni maggiormente sviluppate, tra cui il Nord America, l’Europa occidentale e l’Oceania (ovvero la Nuova Zelanda), sono colpite in modo più marcato.

    Più di 1 milione di giovani sotto i 50 anni muore ogni anno di cancro in tutto il mondo.
    Lo studio citato copre i dati fino alla fine del 2019. E dopo? E adesso?

    In assenza di dati certi e specifici, si possono fare delle valutazioni indirette, come quelle di Phinance Technologies, una società specializzata nell’estrazione e nella consultazione di dati indipendenti, che ha presentato un’analisi delle richieste di invalidità nel Regno Unito negli ultimi sette anni (vedi “Analisi PIP del Regno Unito – Sistemi corporei”). Il numero totale di nuove richieste di Personal Independence Payment (“PIP”) per tutte le età e per tutte le cause presentate dalle persone che richiedono l’invalidità rileva che il tasso di nuove richieste di indennizzo per il 2022 è stato superiore del 71% rispetto alla media 2016-2019 e coincide con l’introduzione del vaccino Covid.

    Phinance Technologies riporta anche dati separati per i pagamenti effettuati a coloro che soffrono di invalidità a causa dell’incidenza del cancro. Questi pagamenti sono aumentati del 35% nel 2022 rispetto alla media a lungo termine. Un aumento di 12.271 casi.

    Ma guardate un po’: mentre un aumento del 79% dei tumori ad insorgenza precoce in un periodo di trent’anni ha suscitato preoccupazione e pubblicità a livello mondiale, l’aumento del 35% dell’incidenza del cancro in un anno dopo l’inizio del lancio del vaccino, un tasso 13 volte superiore, è stato ignorato dai media aziendali. Strano, vero?

    Provate a immaginare se queste cifre sono validein tutto il mondo. Si tratterebbe di un milione di casi di cancro in più, che vengono tranquillamente nascosti sotto il tappeto.

    I dati sono ancora più preoccupanti se si considera l’aumento del numero totale di persone che richiedono il pagamento dell’invalidità nel Regno Unito perché non sono in grado di lavorare a causa di varie condizioni: 372.000 persone. Se questa situazione si ripeterà in tutto il mondo, nel 2022 ci saranno 31 milioni di nuovi casi di disabilità. Un altro dato che viene analogamente nascosto dalle autorità mediche e dai governi.

    Finché i dati completi sulla salute pubblica, suddivisi per stato vaccinale, età e condizione, saranno tenuti ben nascosti e celati ai ricercatori indipendenti, nessuno saprà cosa sta accadendo esattamente.

    Su Stilum Curiae qualcosa era già venuto a galla qualche tempo fa, questa volta su dati degli USA.

    https://www.stilumcuriae.com/invisibili-usa-in-crescita-dal-2021-nessuna-correlazione-arrendersi-all-evidenza
    E’ terribilmente logico… causa ed effetto.

    Si tratta del prezzo da pagare agli esperimenti con un RNA modificato, che agisce troppo a lungo e ovunque ed è portato in giro dichiaratamente da dei nanolipidi cationici che non sarebbero utilizzabili nemmeno in veterinaria, con il sospetto che insieme ci sia dell’altro (es. il grafene), non dichiarato in etichetta, presente in quantità variabili differenti da lotto a lotto, chissà se per caso o volutamente (esperimento nell’esperimento).

    La proteina spike è tossica ed infiammogena di suo, un RNA modificato è una novità assoluta, è stato visto che c’è del DNA… e poi potrebbe esserci il grafene.
    Potrebbe essercene davvero?
    -Si, perché esistono studi vecchi di decenni che ne implicavano l’utilizzo in questo ambito
    -Si, perché il processo di manifattura dei sieri prevede esplicitamente l’utilizzo di grafene. Trapela dagli stessi documenti editi da Pfizer:
    Graphene Oxide is required to manufacture the Pfizer Covid-19 vaccine. Pfizer states on page 7 of the study in section 3.4 the following –
    -Sì, perché la nanotecnologia implica nanoquantità che sfuggono ai controlli analitici
    -Sì, perché chi ce l’ha cercato nelle fiale l’ha pure trovato

    Purtroppo anche se non ci fosse il grafene non mancherebbero lo stesso motivi per temere l’insorgere di tumori (oltre a tutto il resto).

    • Adriana 1 ha detto:

      Arrendersi all’evidenza,
      i suoi interventi sono sempre ottimi, chiari, documentati e concisi. La ringrazio di cuore e ringrazio il dott. Tosatti che le apre coraggiosamente il suo spazio.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Se mi dovesse venire un infarto, o altro di pericoloso, non potrei prendermela col siero, in quanto non l’ho fatto.
    Se, al contrario, lo avessi fatto, mi direi: che idiota a essermi fatto convincere a fare il siero.
    Ho conoscenti che si sono fatti il siero, o i sieri, e poi hanno avuto gravi problemi. Per qualcuno, dopo un anno, i problemi sono scomparsi. Per altri i problemi sono rimasti: almeno facciano una denuncia…

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