BDV, la Sardegna, i Preti à la Page e la Tristezza di Ciò che le Manca.

18 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Benedetta De Vito, dalla sua Sardegna (a proposito, vi ricordiamo il suo libro, Cuore Sardo) ci ha mandato questo messaggio accorato, che offriamo alla vostra attenzione. Anche se forse al posto suo opportune et importune avrei chiesto e richiesto.  La vigilia del giorno in cui la liturgia  celebra il Corpus Domini…buona lettura.

§§§

 

Domenica scorsa mentre me ne andavo, guidando la mia Cinquecento, verso la Santa Messa, in una bella chiesa moderna, affrescata in squillante ardore, d’un paesino bianco, mi dicevo, qui in Sardegna ho tutto quello che amo, eppure, eppure, mi pare di non avere niente. E guidavo e pensavo e andavo a ritroso per capire come mai, pur nel ringraziamento, mancava qualcosa o forse tutto. E d’un tratto ho capito:  ma certo, mi manca la Santa Eucarestia! Non ho il pane di vita e quindi non ho nulla.

Ed ecco perché, tutta convinta e messi in un paniere coraggio e fortezza, ho deciso di riprovare anche quest’anno a chiedere al parroco del paesino bianco di poter avere la Particola sulla lingua, che è l’unico modo, per me, per prenderla. E il percome è, detto in semplicità, che io non ho le mani consacrate, come avevano gli apostoli, con i quali il Signore spezzò il pane nell’ultima Sua Cena (e questo per rispondere a un certo sacerdote che, al contrario di me, pensa sia un abuso prender l’Ostia senza toccarla con le dita o con il palmo…). E piango nel cuore, ma avanti e giù d’un rigo con un salto con l’asta, oplà.

Sicché, fattami verde speranza, eccomi ancora una volta di fronte al parroco e gli rivolgo la mia richiesta che ora è anche legittima in quanto la Cei ha decretato che si può tornare al vecchio modo. Invece lui, il parroco, che è giovane e sardo, mi risponde di no, anche un poco alterato, e mi spiega che altrimenti dovrebbe darla a tanti altri che la chiedono. Vorrei rispondergli che allora dovrebbe, visto che in tanti la chiedono e che è bellissimo che la chiedano, ma lui ha altro da fare. Qualcuno denuncia che in Chiesa gli han portato via il cellulare e così via al galoppo e io dietro, fatta muta.

Fatta muta e senza la speranza di trovar chi mi dia il mio “panis angelicus”, me ne vado a orecchie basse, il mento spalmato sul marciapiedi. Penso e ripenso e mi viene in mente che, lungo il litorale, ci sono altre parrocchie e una, verso sud, la scarto da subito perché il parroco, che ho avuto la sorte di conoscere lo scorso anno, mi ha già dato del filo da torcere (dicendomi che la mia non è la sua di Chiesa e, in pratica, mi ha mandata via come se fossi stata un’appestata). Così penso a quelle tutte intorno e comincio ad informarmi. E più mi informo più la speranza si fa microbo, perché scopro che, in una parrocchia (quella dove andavo, bambina, con i miei genitori e dove parroco era l’adorabile Don Pala, con la sua talare nera ondeggiante nel vento sardo) ora c’è un sacerdote canterino, che organizza anche dei balli in chiesa per attirare i giovani, mi dicono.

Eppure un giovane, che ha l’età di mio figlio, e che con me si è confidato, mi ha detto che lui non ci va perché gli sembrano tutte “buffonate”. Allora, penso, l’entroterra. Lì, tra i monti galluresi foderati di mirti, lentischi, olivastri e pitosfori, è rimasto di certo lo spirito dell’Ave Maria in sardo. Sì, col fischio! Il giovane di cui sopra mi mostra il profilo Instagram del parroco di un altro paesino solitario, un paesino piccolo così che respira nella campagna e guarda da lontano il mare. Clicco e… oh Signore, non è possibile! E invece sì: il parroco compare in una fotografia mentre emerge dalle acque, con il torace bronzeo e muscoloso, l’acqua sensuale a scendergli dai capelli sulle spalle insieme, mi pare. In un’altra foto c’è sempre lui che fa la linguaccia. In un’altra… ma basta, chiudo e non voglio saperne oltre. Anche se ci sarebbe di più da scrivere e da dire, ma il cuore mi duole. “Ma guardi che è così in tutta la Sardegna!”, mi dice un altro signore sulla cinquantina con il quale mi è capitato di fare quattro chiacchiere in un bar. Basta, chiudo gli occhi, e penso con tanta gratitudine alla Beata Elisabetta Sanna, che mi ha insegnato, forse sapendo tutto questo, a fare la Comunione spirituale.

Sì, sì, dovrà bastarmi la Comunione spirituale e quindi per sostituire l’ieri all’oggi e pensare alla mia Sardegna com’era, tutta spirituale, mariana, sprofondata nel mistero, risveglio nel ricordo il dolce Don Pala e com’è come non è, lo associo sempre ala canto “Resta con noi”, che  lui cantava con una bella voce sonora e stringendo il “resta”, alla maniera sarda. Se, invece, andavamo nella chiesa di Straulas, e celebrava sempre Don Pala, un coro di donne anziane, in costume quotidiano, cioè gonna a piegoline nere e camicetta bianca, c’era la grazia dell’Ave Maria in sardo. Che ancora oggi, nella parrocchia del paesino bianco, dove non posso prendere il Signore in sacramento, viene cantata da un bel coro di giovani e giovanissime. E mi accontento…

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10 commenti

  • Don Alessandro parroco di San Teodoro (SS) ha detto:

    ERRATA CORRIGE:
    Questa vostra “religione” si chiama “religione Cattolica autoreferenziale”. Decidete voi cosa è giusto e sbagliato, cosa si deve e cosa non si deve fare. Oppure, invece di ascoltare il Magistero, ascoltate qualche sacerdote “tradizionalista” che dice e fa quello che vi piace ascoltare e fare. Vivere un Vangelo secondo lo schema umano, ossia legalista e moralista: Gesù chiama queste persone “IPOCRITI”. Oltretutto dicendo anche bugie e sparlando e calunniando i sacerdoti in questo articolo. Siete miserabili anche in questo, poiché sparlare sapendo che nessuno vi può rispondere? Ma strano caso io lo faccio e se siete veramente cristiani, venite in parrocchia e abbiate il coraggio di dire le vostre posizioni pubblicamente come avete fatto in questo articolo. Sicuramente non lo fate perché criticate e giudicate, come i Farisei i un tempo, (noi preti e laici) attraverso i social proprio come “leoni da tastiera”, accusandoli/ci anche di essere tropo social e moderni quando voi per primi lo siete e acculturate la Vostra “falsa dottrina” attraverso internet invece che attraverso il Magistero della Chiesa Cattolica. Che Dio vi benedica e vi converta il cuore indurito dalla “legge fai date”, da una morale ipocrita medievale accecante, e vi conceda una spiritualità autentica come i santi che sono i primi ad aver obbedito al vero ed unico Magistero.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Gentile don, rilegga quello che ha scritto – e che come vede, è stato pubblicato, quindi è ben possibile rispondere – e giudichi se forse non avrebbe fatto meglio a lasciare sbollire l’irritazione prima di spargere accuse di ipocrisia e fariseismo e altro ancora a destra e manca. La sua reazione è un avallo di quanto BDV scrive, purtroppo.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Caro son Alessandro,

      data la mia personalissima trasmutazione da Cattolico tradizionalista tout court a Cattolico tradizionalista ecumenico (non ecumenista, ecumenico), posso comprendere il suo intervento piuttosto duro e, mi conceda, non propriamente misericordioso.

      Però, deve ammettere che gli abusi tanto liturgici quanto contro la morale sono all’ordine del giorno, ormai da decenni, in seno alla Chiesa di cui è attuale pontefice Bergoglio.

      Ritengo che il suo atteggiamento sia l’esatto contrario dei cattolici tradizionalisti rimasti legati alla Chiesa pre-conciliare, di concerto, in qualche modo, con i cattolici post-conciliari che stravedono per Ratzinger (mistura a mio parere discutibilissima).

      Mi auguro voglia prendere atto dell’inconciliabilità tra le due fazioni che si fronteggiano disprezzandosi a vicenda senza giungere a nulla di positivo, ciascuna accaparrandosi il dono dello Spirito.

      Ragion per cui le chiedo: va bene così?

    • MASSIMO TREVIA ha detto:

      Lei ringrazi Dio che io non abito in Sardegna ma sono ligure:se capitassi li’ non mi muoverei finche’ non mi venisse data l’Eucarestia in bocca;e non scomodi le regole della Chiesa visto che(al di la’ del fatto che non dovevano esserci certi obblighi causa virus)fra l’altro la CEI permette di nuovo la comunione in bocca.Che mi risponde?

    • Quannocevocevò ha detto:

      Caro Don, mia nonna, di fronte alla stizza ingiustificata di certe persone, soleva commentare così: “Non mi dire il vero che mi si arruffa il pelo”…

    • Stefano ha detto:

      Se questi, egregio parroco, sono gli argomenti che opponete a chi la pensa diversamente da voi…beh, me lo lasci dire che siete veramente alla frutta…

  • Francesca ha detto:

    Sono sarda e conosco molto bene il posto del “parroco canterino” dove andiamo in vacanza da 40 anni … Don Pala non c’è più, ma provi a scendere a sud. A Cagliari e a Selargius il mio parroco la dà sulla lingua e in ginocchio a chi la vuole così e in altra parrocchia sempre in ginocchio il corpo e il sangue di Cristo. Sono sicura che anche in altre parrocchie agiscono così.

    • Giorgio ha detto:

      Confermo, anche in altre Parrocchie della Sardegna meridionale si riesce a ricevere la Santa Comunione in modo degno. Poiché questi Santi Sacerdoti sono sempre più rari e troppo spesso vengono bistrattati e osteggiati in ogni modo sia dai confratelli che dai superiori, non ritengo opportuno indicare neppure la zona precisa su forum/internet di libero accesso, al solo fine di proteggerli. Purtroppo per i fedeli è una sorta di caccia al tesoro di situazioni non pubblicizzabili, ma la cui penosa ricerca è ben descritta dall’Autrice e il non commentabile intervento del Sacerdote è illuminante circa le reazioni alle quali si va incontro.

  • Emilio ha detto:

    Gentile signora pensi che nella mia città di Reggio Emilia in una parrocchia un sacerdote ha negato la comunione a due miei nipoti, rispettivamente di 25 e 23 anni, perché, pur disposti a riceverla nella mano, chiedevano di riceverla in ginocchio.
    La saluto con affetto e stima