Wanda Massa. Comunione sulla Lingua: il Gran Rifiuto. Accade a Milano.

17 Giugno 2022 Pubblicato da

comunione, ostia, eucarestia

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, portiamo alla vostra attenzione la lettera che un’amica del nostro sito, Wanda Massa, ci ha inviato ieri. Buona lettura, e meditazione.

§§§

 

Comunione sulla lingua: il gran rifiuto

Ho ricevuto questa testimonianza dell’ennesimo tristissimo caso in cui un fedele si è visto negare la Santa Comunione solo perché “pretendeva” di riceverla sulla lingua, come del resto prevede l’Istruzione Redemptoris Sacramentum al numero 92(Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli).

Protagonista del “gran rifiuto” il vicario episcopale della diocesi di Milano, mons. Franco Agnesi, già noto per aver apposto la sua firma a decreti liberticidi, ancora più estremisti di quelli imposti dallo stesso governo e dalla CEI, oltre che infondati dal punto di vista del diritto canonico, com’è stato evidenziato in vari comunicati dell’associazione Iustitia in Veritate (rif. qui e qui).

Coerentemente a questa impostazione dispotica, peraltro completamente e sempre più palesemente infondata dal punto scientifico (si legga al riguardo l’intervista al dott. Filippo Boscia, presidente dei Medici Cattolici: qui), il monsignore è stato vivacemente contestato da una signora, per nulla intimorita dal suo atteggiamento ostinato e polemico.

In breve i fatti, come mi sono stati riferiti dalla diretta testimone.

Domenica 12 Giugno alle 11 nel santuario di Santa Maria degli Angeli presso San Celso a Milano (qui la locandina) si teneva la solenne celebrazione conclusiva dell’esposizione della Madonna Pellegrina di Fatima, presieduta da mons. Franco Agnesi.

Una signora, che legittimamente desiderava ricevere la Santa Eucarestia in bocca, si è avviata verso il celebrante, occupando prudentemente l’ultimo posto della fila.

Giunta di fronte al monsignore, si è vista opporre un rifiuto umiliante e categorico; in spregio al sensus fidei, le è stato ordinato di ricevere le Sacre Specie sulla mano. Di fronte alle insistenze della donna, mons. Agnesi le ha quindi negato Santissimo Sacramento.

Alla fine della Messa la signora, sollecitata da un’altra fedele, ha fatto notare all’alto prelato che il suo responsabile, l’arcivescovo Mario Delpini, concede la Santa Comunione a chi la chiede sulla lingua, aggiungendo che rifiutare l’Ostia ad un fedele, a meno che non si tratti di un pubblico peccatore, è un atto ingiustificato e molto grave.

La Provvidenza ha disposto che il giorno successivo in cui mi è stato riferito questo spiacevole episodio, facessi parte della delegazione Patris Corde ricevuta da mons. Mario Delpini.

Oltre ai vari argomenti trattati in quell’udienza (di cui è possibile leggere una breve sintesi sulla chat Patris Corde e sul canale Telegram di Iustitia in Veritate – Forum) ho quindi potuto riferire l’accaduto direttamente all’arcivescovo di Milano.

Dopo un’ora di colloquio, mentre venivamo accompagnati all’uscita, non ho potuto far a meno di notare sulla parete vicino alla porta un bellissimo quadro, che mi sembra il commento più adeguato a questo articolo e il miglior auspicio per il futuro dei fedeli ambrosiani.

Wanda Massa

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comunione, ostia, eucarestia




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30 commenti

  • Mariachiara De Lorenzi ha detto:

    Mi sono sempre chiesta xke’ ai Cattolici non venga data la S.Comunione sotto le due specie. Basterebbe intingere L’ Ostia in un po’ di vino e si risolverebbero i problemi della stessa sulla mano e del rischio di trafugamento per altri scopi. Qualcuno me lo sa spiegare? Grazie

    • Guess who ha detto:

      Premesso che esistono varie ragioni, che forse verranno spiegate da altri commentatori, ti rispondo con quella più semplice e che fu, con ogni probabilità, il volano che spinse questo modo di accostarsi alla Comunione da parte dei laici quello universalmente utilizzato dalla Chiesa.
      La praticità.
      La Chiesa Cattolica ha ereditato dagli antichi romani una certa dose di pragmatismo (che ultimamente sembra aver smarrito, ma questo è un altro discorso) e questo è uno dei casi in cui lo ha esercitato.
      Quando le persone che si accostavano alla Comunione è aumentato si sono presentati diversi problemi che le piccole comunità iniziali, dove il numero dei comunicandi era più o meno noto, non conoscevano. In primis la questione igienica (anche secoli fa non piaceva a nessuno l’idea di bere dalla stessa coppa in cui aveva appena bevuto qualcuno con un herpes ben visibile), poi la dispersione del vino (ragione per cui si era scelto di utilizzare le ostie, ma con un liquido la questione si presentava amplificata, con goccioline che volavano ovunque e si tratta comunque del Sangue di Nostro Signore) e, last but not least, la conservazione.
      Ovvero, le pissidi eventualmente avanzate, possono essere riposte nel Tabernacolo e consumare anche a distanza di qualche giorno. Ma per il vino non funziona così. Così come domandare al sacerdote di terminarlo lui alla fine della Messa, sul lungo periodo rischia di portarlo agli Alcolisti Anonimi o in lista per un trapianto di fegato.
      Così si è deciso di far comunicare i laici solo tramite il pane che, essendo Corpo di Cristo, contiene anche il sangue.

      Attualmente può capitare che ci siano preti che danno la Comunione sotto le due specie, soprattutto durante Messe a cui partecipano poche persone o gruppi dei quali il sacerdote conosce già in anticipo il numero dei comunicandi, ma si tratta di casi rari.

      • Matta ha detto:

        Nel rito cattolico bizantino si usa il pane non azzimo e lo si dà in bocca al fedele intinto nel vino. Ho fatto molte volte la Comunione in questo rito e davvero non si perdono gocce e viene calcolato il quantitativo del vino occorrente perché quello che eventualmente resta non mandi il celebrante agli alcolisti anonimi. Ovviamente con il problema Covid le cose sono cambiate. Credo che comunque ci voglia buon senso e non essere intrappolati in ritualismi o dolci ricordi del passato.
        Mi viene in mente una miniatura tardo medievale in cui si nota un sacerdote che con lunghe pinze porge l’Ostia al fedele in quarantena attraverso una finestra del piano terreno. Semplificazione, praticità e buon senso e soprattutto non trovare scuse da legulei per privare un fedele del Pane di Vita

      • gabriele ha detto:

        Nelle chiese orientali la danno sempre sotto le due specie e non risulta che i preti siano negli Alcolisti Anonimi🙂

      • Roberto ha detto:

        La praticità è una scusa puerile. Di fronte all’importanza della forma sacramentale così come è stata istituita, la praticità conta meno di zero. Le vere ragioni devono necessariamente essere altre.

    • Matta ha detto:

      La Chiesa Cattolica di rito bizantino ha sempre dato il pane intinto nel vino. Alcuni Movimenti cattolici lo fanno anche se di rito latino o addirittura bevono dallo stesso calice ( questo ante COVID). Gesù prima ha distribuito il pane e alla fine della cena ha offerto a tutti lo stesso calice.
      Ci sono miniature tardo medievali che riportano scene di sacerdoti che con lunghe pinze passavano l’Ostia attraverso una finestra del piano terra a chi stava in quarantena.
      Credo che ci voglia un po’ di buon senso e di carità e comunque trovare tutti i modi possibili perché un/a fedele possa ricevere il Pane Eucaristico senza che possa esserci pericolo che l’Ostia possa essere oggetto di sacrilegio.

  • Silvia ha detto:

    Sig. Borghese Pasciuto, perché spreca il suo prezioso tempo a leggere gli articoli di questo blog?

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Colgo l’ostinato e ottuso convincimento che chi desidera essere “imboccato” ritenga sacrileghi coloro che “tendono la mano”.
    Il problema è esattamente l’opposto: è chi chiede la Sacra Particola in bocca ad essere additato come sovvertitore, disobbediente, retrogrado preconciliarista.

    Oltre a ciò ci sono leggi ecclesiastiche molto chiare.
    Ma, guarda caso, vengono soppiantate e abrogate nel più totale silenzio.
    D’altronde lo Stato non ha fatto lo stesso con i diritti costituzionali?

    Aggiungo una considerazione sconcertante: nessuno di voi, da quando mascherine e “obbligo” di comunicarsi sulla mano sono un must, trova frammenti di ostie per terra o sugli inginocchiatoi?
    Molti portano la Santa Comunione alla bocca con ancora indosso la mascherina che, scontrando l’Ostia, ne causa la frammentazione di alcune parti…

    Questa non è incresciosa faccenda ma sacrilegio favorito e consentito dalla maggioranza dei prelati.
    Una responsabilità che non grava sulle coscienze di chi si comunica facendosi “imboccare”.

    • Corrado Bassanese ha detto:

      Nella mia chiesa è successo che a una signora, mentre si recava al suo posto dopo averla ricevuto in mano le sia caduta a terra l’Ostia sacra con “naturale” indifferenza di tutti, compreso il sacerdote (ovviamente per carità cristiana non avrà voluto umiliare la signora…)
      Seppur io sia rimasto scandalizzato, devo dire che me l’aspettavo prima o poi un fatto del genere.

      • CAGI41 ha detto:

        “… umiliare la signora …”, mai sia. Umiliare Gesù, invece, è cosa buona e giusta!
        Il solito “mondo alla rovescia”!

  • Daouda ha detto:

    Di tutta questa incresciosa faccenda che palesa l’indegnitá dei gerarchi non meno preoccupanti sono gli starnazzi di chi seguita a ritenere la ricezione della divina eucarestia sulla mano ed in piedi come sacrilegio, sbugiardando il Cristo stesso e la Chiesa antica

    • Marco Tosatti ha detto:

      Starnazzi? Complimenti per la delicatezza espressiva e la sim-patia verso le sensibilità differenti

      • Guess who ha detto:

        Dott. Tosatti
        A questo hanno fatto pelo e contropelo i commentatori di Chiesa e Post Concilio. I quali, senza nulla togliere a chi commenta da lei, hanno generalmente una preparazione di altissimo livello e non si fanno intortare da chi usa tre o quattro paroloni e fa artatamente taglia e cuci di documenti e vicende storiche pro domo sua.
        Così, con la coda fra le gambe, adesso è qui a pontificare chiedendo attenzione.
        Il segreto è ignorarlo e farsi quattro risate per la serietà che ci mette in quello che scrive.

      • LUCIANO MOTZ ha detto:

        I commenti di uno che non ha il coraggio di sottoscriverli con le proprie generalità non meritano di essere né letti né replicati.

        • Daouda ha detto:

          Non credo si riferisca a me. Io su Chiesa e post concilio non riesco più a scrivere.
          Ho confutato l’articolo buffo sul latino del professore polacco ma non me lo pubblicheranno mai.

    • Petrus ha detto:

      Allora Daouda, se è provato scientificamente, e lo hanno provato con particole non consacrate, che dare la Comunione sulla mano favorisce maggiormente le possibilità di dispersione delle Specie Eucaristiche, sei ancora convinto che bisogna prendere Gesù Eucaristico con mani che non sono anche consacrate? Se addirittura gli angeli davanti alla Maestà Divina si “prostano” in adorazione noi creature umane possiamo andare a ricevere il Santissimo Sacramento senza nessun atto di riverenza ma solo presentando le mani come andare a prendere un qualsiasi pezzo di pane? Rifletta su questo invece di insultare chi vuole secondi coscienza ricevere la Santa Eucarestia come da secoli la Chiesa dice: sulla lingua e possibilmente in ginocchio.

      • Daouda ha detto:

        Tralasci la prosternazione. In occidente pochi sanno cosa sia.

        Io non faccio molte volte la comunione eucaristica e preferisco certo riceverla in ginocchio ed in bocca come da prassi romana ma sostenere che È SACRILEGO ricevela in piedi e sulla mano questo è deviante.
        Se uno vuole riceverla in ginocchio ed in bocca al novus ordo, esiga allora che al vetus ordo l’abbia in piedi e sulla mano. Le sembrerebbe normale?

        Difatti il nodo della questione è il novus ordo, non in sè il riceverla in mano od in ginocchio. Diamine, nostro Signore stesso e la prassi dei primi secoli sbugiardano questa falsa concezione

        • Petrus ha detto:

          NO È SACRILEGIO DISPERDERE LE SPECIE EUCARISTICHE E LA COMUNIONE PRESA SULLA MANO FACILITÀ DI PIÙ LA DISPERSIONE…. PENSO DI ESSERE STATO CHIARO.

          • Daouda ha detto:

            Glielo spieghi alle scuole liturgiche dei primordi ed alle chiese domestiche primitive, che vuole da me?

    • R.S. ha detto:

      In questi tempi siccitosi che prosciugano anche un fiume come il Po, mi è venuta in mente la spugna.

      E’ un materiale con una forma costante, ma se c’è acqua il suo peso può decuplicare. La capacità di assorbire si deve alla tensione superficiale dell’acqua. Grazie alla porosità della spugna, l’acqua all’interno si organizza in piccole celle dove l’effetto della tensione superficiale è massimizzato. La spugna toglie l’acqua alla superficie e la ingloba dentro di sé,
      E, paradossalmente, una spugna umida assorbe più liquidi di una secca, perché l’acqua presente al suo interno agisce di concerto con la spugna sempre per la tensione superficiale.
      Per ottenere la massima assorbenza, prima è meglio passare la spugna sotto l’acqua corrente, inzupparla e strizzarla un paio di volte.

      Che cosa c’entra? La grazia che viene dal sacramento può trovare superfici plastiche impermeabili o spugne. E spugne asciutte o spugne preventivamente bagnate in acqua corrente (vivere il battesimo fa la differenza) .

      Essere pieni di grazia, arrivare a ricevere dieci volte il proprio essere (il vangelo esagera e parla del cento per uno) anche mantenendo la stessa forma e volume non è cosa comprensibile a chi pensa che nel sacramento non succede niente. E’ per gente così che esistono i profeti come Elia o Eliseo, per non pensare che i Baal siano profeti come loro.
      O che gli Acab e le Gezabele possano fare quel che gli pare con Naboth.

      Gli impermeabili pensano che la pioggia sia un disturbo.
      Le spugne abbisognano di acqua per riempirsi.
      C’è molta siccità. Quel poco che piove è bene trattenerlo.
      Ce lo insegna Maria, la spugna a illimitata assorbenza.

  • Carlo Delfino AGOSTO ha detto:

    A.M. Due anni or sono, a me ,è accaduta esattamente la stessa cosa nella Chiesa del Sacro Cuore di Torino – dove mi ero recato per una Messa funebre -ma con una aggravante peggiore. Il celebrante ha chiamato il sacrestano il quale mi ha raggiunto nel banco – dove ero raccolto in preghiera – per dirmi che avessi ancora provato una volta, mi avrebbe cacciato fuori…e lo disse a voce alta , di fronte a tutti i quali guardandomi si chiedevano cosa mai io avessi potuto combinare di brutto…Risposi di abbassare il tono sia della voce che dei contenuti e anche perchè eravamo in una Chiesa dove all’interno del Tabernacolo c’era Gesù. Lui rispose – sempre a voce alta ! – che sarebbe stato meglio che non mi fossi mai più fatto vedere…cosa che io – naturalmente ! – feci. Con rammarico per questi brutti episodi… Carlo D.Agosto

  • paola caporali ha detto:

    Mi è capitata, più o meno, la stessa cosa nella mia parrocchia, ad Arezzo. Ho scritto al parroco, che non ha risposto, per ora. Ho scritto al Vicario del Vescovo, che, gentilmente, mi ha comunicato, via mail, che, sostanzialmente, in ciascuna diocesi il Vescovo decide, e qui si è deciso di fare così. Che dire? Facciamoci sentire, e forte.
    Sursum corda.

  • Luisella G. ha detto:

    che c’è di strano in questo avvenimento narrato da WandaMassa ? il rifiuto di comunione in bocca è vissuto ormai da molti , a me succede spesso poichè per lavoro mi sposto con frequenza . Ormai per esser certo di comunicarmi , quando sono a casa , devo andare in una parrocchia a 12 km di distanza da casa , dove celebra un buon sacerdote che se ne frega delle indicazioni bergoglianeCEI . Certo lo fa con criterio e prudenza : per ultimo , in ginocchio ,

  • miserere mei ha detto:

    Disposizioni della Diocesi di Milano perle celebrazioni liturgiche.

    https://www.chiesadimilano.it/avvocatura/files/2022/06/Allegato-A-Protocollo-celebrazioni-16-giugno-2022-in-rosso.pdf

    Si noti l’assenza di disposizioni chiare e semplici in merito alla Santa Comunione. In un documento emesso il giorno della festa del Corpus Domini è singolare (o emblematico).

    LA DISTRIBUZIONE DELLA COMUNIONE
    – La particola grande, tenuta in mano da chi presiede la celebrazione, sarà interamente da lui consumata.
    – Chi presiede la celebrazione ed eventualmente gli altri Ministri, dopo che si saranno comunicati, provvederanno ad indossare la mascherina e procederanno a una scrupolosa detersione delle proprie mani con soluzioni idroalcoliche. È
    possibile usare dispositivi di distribuzione. In caso di contatto tra Ministro e fedele, il Ministro provvederà subito a igienizzarsi nuovamente le mani.
    – Si consiglia ai fedeli di detergere le mani con soluzione idroalcolica prima di ricevere la Comunione.

    La terza voce lascia pensare che la Comunione sia da ricevere soltanto sulle mani. Però chi la chiede sulla lingua può farlo, se non si trova di fronte un emulo di Mons. Agnesi.

    Com’era che ha detto? “Il vostro parlare sia si, si, no, no etc…”

    • Guess who ha detto:

      Tecnicamente, se uno volesse riceverla in bocca, può igienizzarsi le mani prima della Comunione e poi inginocchiarsi e richiederla in bocca.
      In punta di diritto, ha eseguito alla perfezione quello che richiede il documento.

  • Borghese pasciuto ha detto:

    Un fatto di una gravità inaudita … Eh eh eh

    • Marco Tosatti ha detto:

      Per lei no. Ma l’incapacità di capire che per altri una cosa del genere può essere molto importante testimonia solo della sua straordinaria ottusità. Da lobotomizzato lettore di Repubblica.

    • Satanasso ha detto:

      Eh eh eh, commento degno di te. Me ne rallegro! A presto