ORDINE DI MALTA. IL PAPA SCEGLIE IL PARTITO DEGLI AFFARI.

2 Novembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Ieri pomeriggio, dopo che è uscita la notizia della nomina del card. Silvano Tomasi a Delegato del Pontefice regnante per l’Ordine di Malta ci siamo intrattenuti in conversazione con qualcuno che è bene addentro alle vicende dell’Ordine. Ci ha tracciato un panorama sconsolante, che condividiamo con voi. Buona lettura.

***

Cari amici e nemici di Stilum Curiae… come volevasi dimostrare anche stavolta avevamo ragione noi. Il neo nominato cardinale Silvano Tomasi è stato nominato Delegato Speciale del Papa presso l’Ordine di Malta. “La nomino mio Delegato Speciale presso il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (S.M.O.M.) – scrive Bergoglio – col compito di collaborare, per il maggior bene dell’Ordine, con S.E. Fra’ Ruy Gonçalo do Valle Peixoto de Villas Boas, Luogotenente interinale e Gran Commendatore, e col prossimo Gran Maestro opportunamente eletto. Ella godrà di tutti i poteri necessari per decidere le eventuali questioni che dovessero sorgere per l’attuazione del mandato ad ella affidato, per ricevere il giuramento del prossimo Gran Maestro e sarà il mio esclusivo portavoce per tutto ciò che attiene alle relazioni tra questa Sede Apostolica e l’Ordine. La prego  – conclude – di voler svolgere l’ufficio di mio Delegato fino alla conclusione del processo di aggiornamento della Carta Costituzionale e del Codice Melitense e comunque fino a quando lo riterrò utile per l’Ordine stesso”.

Avevamo già avvertito circa la potenziale pericolosità di questa nomina, perché la scelta del soggetto destinato al compito della rappresentanza ufficiale della Santa Sede presso l’Ordine di Malta – una volta congelato il Cardinalis Patronus – rischia di essere assai dannosa, anzi qualcuno dall’interno ci dice “fatale” per la sopravvivenza di questa istituzione quasi millenaria così com’è conosciuto dalla storia e dalla sensibilità comune.

Abbiamo già scritto circa la mancata verginità morale di Tomasi, abbiamo già detto della sua connivenza con certi ambienti interni dell’attuale governo dell’Ordine (pienamente invischiati e attori – a torto o a ragione, nel bene e nel male – dell’attuale crisi istituzionale), abbiamo già scritto della sua sospetta amicizia col cardinale Segretario di Stato vaticano Parolin… e ci è sembrata sin dall’inizio una solenne imprudenza quella eventualità di nominarlo rappresentante del Papa dopo essere stato egli stesso coinvolto in prima persona nell’affaire legato al trustplurimilionario che ha poi acceso la miccia della congestione totale del sistema interno portando alla dimissione del Gran Maestro Festing e quindi, di fatto, ad una forma di commissariamento dell’Ordine stesso. Altro che preservativi – ricordavamo qualche giorno fa – la questione vera era l’approvazione del bilancio sulla quale Festing pose il veto perché non gli tornavano quei milioni in uscita… il cui viaggio era sponsorizzato dalla Fondazione “Caritas in Veritate” facente capo proprio a mons. Tomasi…  Eppure – come ricordavamo – fu lo stesso Tomasi (su nomina pontificia altamente sponsorizzata dal corregionale Parolin) a fare da commissario a Festing accusato di aver abusato del suo potere rimuovendo il Gran Cancelliere Boeselager. E il resto è storia nota.

Adesso, dunque, come avevamo preconizzato, Tomasi ha raggiunto il suo scopo, e probabilmente lo hanno raggiunto anche i suoi compagni di merende all’interno del Governo, per i quali la nomina di questo ottuagenario prelato amico è una sorta di benedizione… perché adesso nessuno gli romperà più le uova nel paniere, esattamente come avevamo già purtroppo previsto.

Dopo la defenestrazione di Festing e il ripristino del governo con atto abusivo, infatti, la nomina di Becciu si era rivelata non molto gradita all’attuale governance… e infatti i maneggioni di Via Condotti confidavano in una riforma accelerata tramite la manipolazione del Gran Maestro fra’ Giacomo Dalla Torre, che però è morto prima di poter mettere a posto le cose. La presenza di Becciu costituì un ostacolo sempre più ingombrante, anzitutto perché comunque faceva gli interessi della Santa Sede svolgendo il suo ruolo (in modo asettico e, di fatto, senza connivenze con quegli ambienti a cui era del tutto estraneo), ma ha anche perché si è impuntato l’osservanza delle procedure ribadendo che fosse necessario prima eleggere un capo dell’ordine e poi procedere a un capitolo generale, dopo “ampia” discussione sulla riforma.

Tomasi si colloca dunque come la ciliegina sulla torta, e potenzialmente costituisce una sicurezza per la linea tedesca, da cui ha ricevuto benefici e probabilmente altri ne aspetta. È chiaro che egli conti di concludere la sua carriera come Cardinalis Patronus. Ma l’Ordine così si trova, come suol dirsi, “a cena con l’assassino”.

Molti all’interno dell’Ordine temono proprio la connivenza di Tomasi con l’area politica che detiene il potere attualmente, quei legami oscuri e nebulosi che riportano a misteriosi affari della dubbia eticità che però non si esauriscono solo nell’infrazione del Settimo Comandamento, ma vanno ben oltre perché per essere realizzati occorre un’istituzione formalmente integerrima che celi il marcio. Tomasi potrebbe essere la sfinge che presiede alla riforma voluta delle eminenze grigie della governance tedesca, l’occultatore di elementi che danneggerebbero per prima la Santa Sede perché la priverebbero dell’intimo legame attualmente esistente con uno dei suoi ordini religiosi più antichi. Il punto, infatti, che preme a molti è il timore di essere trasformati in una ONG senza carisma, in una istituzione mutilata della sua stessa natura, che resiste solo per dare una “idea” di se stessa ma in realtà è un contenitore vuoto, o meglio un contenitore che ha contenuto diverso dall’etichetta. Il progetto di riforma – a cui abbiamo già accennato altre volte – trasforma di fatto l’Ordine in una struttura funzionalistica e lo adegua ad esigenze meramente filantropiche; la riforma marginalizza il ruolo e la funzione del nucleo dei cavalieri professi a una “quota” necessaria per conservare tutto ciò che fa dell’Ordine un soggetto di diritto internazionale (a cominciare dalla sovranità, la cui garanzia è fornita dalla Santa Sede) ma di fatto tutto il potere sarebbe in mano ai cosiddetti “cavalieri di obbedienza” di cui si teorizzano due gradi: uno ordinario fondato su una “promessa” (destinato alle gerarchie locali) e uno “superiore” fondato su un “voto”, che includerebbe pochissimi eletti (sempre da chi governa). In altre parole l’Ordine, pur mantenendo formalmente qualche elemento religioso, sarebbe retto da laici legati tra loro da un vincolo di obbligatorietà (leggasi “clientelismo”) non ben identificato e dunque abbastanza preoccupante (perché comunque poco o nulla avrebbe a che fare con le ordinarie leggi canoniche che regolano l’obbedienza dei religiosi).

E su tutto ciò dovrebbe vigilare Tomasi? Come si può esser certi che egli farà davvero gli interessi della Santa Sede? Qual è il suo grado di terzietà in tutta questa storia? D’altra parte già tutta questa vicenda sembra una pantomima grottesca: qualche settimane fa Tomasi viene riesumato da Repubblica (che di certo non esercita doti divinatorie) per fare un commentino moraleggiante sul caso Becciu (senza peraltro averne né motivo né titolo visto che, alla fine, anche come Nunzio Apostolico la sua carriera è assai mediocre, avendo svolto la quasi totalità della carriera in organismi sovranazionali e a fare inciuci di qui e di lì, mai smentiti); poi viene annunciato il suo nome tra i cardinali ottuagenari (che, almeno nella prassi curiale, sono di norma persone vicine al pontefice regnante premiate per particolarissimi meriti… e ci dovrebbero spiegare quali alti meriti avrebbe Tomasi); e ora, dopo esser stato ricevuto l’altra mattina a Santa Marta, viene nominato Delegato Speciale allo SMOM. Sembra tutto studiato ad arte. E del resto, sfidiamo chiunque a trovare la velocità di rilasciare un’intervista a Vatican News appena mezz’ora dopo che è stata resa nota la notizia (h. 12.35) nella quale commenta la nomina ed espone la sua idea su ciò che dovrà fare. Tanta pubblicità non fu fatta nemmeno a Becciu quando fu nominato scavalcando per la prima volta nella storia un Cardinale Patrono, e si era in piena crisi istituzionale.

Il tutto puzza chiaramente di inciucio curialesco, il che provoca ancora più timori e preoccupazioni negli ambienti interni, perché nei prossimi 7-9 novembre si svolgerà a Roma il Consiglio Compìto di Stato che è chiamato a dare un capo all’Ordine. Singolare è che nella lettera di nomina del Delegato si dica esplicitamente “Gran Maestro”. Gli interni ci dicono che di solito, nelle fasi di transizione, si è sempre teso a eleggere un “Luogotenente di Gran Maestro” che dura in carica un anno e che ha le stesse funzioni del Gran Maestro ma senza le prerogative sovrane, proprio per dare solo una stabilità governativa nell’ordinaria amministrazione ma senza blindare la carica. Invece pare sia proprio quello che vuole l’attuale esecutivo, tanto da avere già un candidato in fra’ Marco Luzzago, che naturalmente ha tutto da guadagnare da questa operazione, blindandola con una carica che, ad oggi, è ancora a vita.

In più è di questi giorni la diffusione di una lettera a firma di quattro cavalieri professi americani che hanno presentato un’istanza al prefetto della Congregazione vaticana per gli istituti di vita consacrata nella quale facevano presenti alcune problematiche connesse alla composizione del Consiglio Compìto di Stato, sostenendo che il numero di religiosi presenti sarebbe inferiore rispetto ai laici, e ciò solleverebbe una questione di legittimità considerato che quell’assemblea elegge sì un capo di stato ma anche il “moderatore supremo” di un ordine religioso. La strada intrapresa da questi professi, che dicono di parlare anche a nome della maggioranza degli altri religiosi, è forse solo un petardo perché, al di là della questione canonica (che gli esperti ci hanno assicurato essere molto dubbia tecnicamente parlando, stanti le regole vigenti), si vuole comunque richiamare l’attenzione della Santa Sede sulle prossime elezioni, ad esercitare una vigilanza più attenta.

Ciò che preoccupa la pars sanior dell’Ordine, adesso però è proprio la nomina di Tomasi, che ancora una volta da controllato diventa controllore. La sua collusione con certi personaggi è nota a tutti (infatti anche quanto abbiamo scritto noi e molti altri in passato non è mai stato smentito).

Certo è che le parole della sua intervista non lasciano molto all’interpretazione: parla di armonia tra le fazioni interne, parla solo un “nucleo” di consacrati, di adeguamento alle esigenze di oggi. E non esita, con quella melensa ipocrita ostentata umiltà ormai cifra di questa neo chiesa, a definirsi un “asinello che tira la carretta”. A questo punto ci viene da chiedere chi è il cocchiere, chi è la frusta, e soprattutto cosa si porta in questa benedetta carretta.

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9 commenti

  • Nicola Buono ha detto:

    ERRATA CORRIGE. Ecco il video COME RISPARMIARSI UN PO’ DI PURGATORIO di Leonardo Maria Pompei

    https://youtu.be/95LF61zvAT0

  • Rafael Brotero ha detto:

    Povero Santo Padre, i modernisti l’hanno fregato ancora una volta.

  • antonio cafazzo ha detto:

    Riscrittura del Vangelo di ieri (Mt. 5).
    “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
    Gli altri – i mercanti del Tempio – laddove si necessita molto refrigerio”.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Prova provata di gattopardismo in scena senza soluzione di continuità…
    Come ne usciremo? «S’ha da aspettà… Ha da passà ‘a nuttata».
    E la data odierna consiglia una salutare meditazione, fuori da schemi larvatamente retorici.

  • Marco Matteucci ha detto:

    NON CADETE NELL’INGANNO DEL FALSO MESSIA; NON GUARDATELO NÉ ASCOLTETELO, PERCHÉ EGLI HA IL POTERE DI FARSI AMARE COME SE FOSSE DIO!

    CHIAMATA DI GESÙ BUON PASTORE AL SUO GREGGE | Messaggio a Enoch (Colombia) – Sabato 28 Ottobre 2020

    Figli miei, il Mio gregge comincia ad essere perseguitato, i lupi hanno cominciato a disperdere le mie pecorelle per farle cadere nel dirupo. In molte nazioni la persecuzione e il maltrattamento del Mio gregge sono già iniziati; al tempo del Nuovo Ordine Mondiale in tutte le nazioni ci saranno persecuzioni, torture, prigionie, sparizioni e morte, tra il Mio gregge fedele.

    I lupi sono a piede libero e molti stanno infiltrando nel Mio ovile, per disperdere il Mio gregge e farlo perdere. Siate molto accorte pecorelle mie con coloro che vi lusingano o si mostrano come il fariseo nel tempio, troppo pietosi solo per farsi notare, ma il loro modo di agire non è coerente con quello che fanno e dicono.

    Ancora una volta vi dico, non aprire il vostro cuore a nessuno, siate pronti ad ascoltare e lenti a parlare; analizzate molto bene le persone che vengono da voi per fare amicizia e chiedere molta oculatezza al Mio Spirito Santo in modo da poter discernere il bene dal male. In verità vi dico: dai suoi frutti conoscete l’albero, perché sapete bene che ogni buon albero, porta frutti buoni e ogni albero malvagio, porta frutti malvagi (cfr Mt. 7,16-20 – Lc. 6,43-45)…

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2020/11/02/non-cadete-nellinganno-del-falso-messia-non-guardatelo-ne-ascoltetelo-perche-egli-ha-il-potere-di-farsi-amare-come-se-fosse-dio/

  • Sherden ha detto:

    Mi pare, allora, che avessi visto giusto: Becciu è stato fatto fuori dal pampero per non scoperchiare le vagonate di milioni in ballo del SMOM, altro che per centomila euro alla Caritas di Ozieri.
    La nomina di Tomasi? Dalle mie parti si dice che “hanno messo il cane a far la guardia alle salsicce”.

  • jds ha detto:

    Chissà, magari le varie questioni contro il cardinale Becciu sono venute fuori proprio perché si è rivelato un ostacolo per certi disegni, dentro l’Ordine di Malta.