MALTA. TOMASI AL POSTO DI BECCIU? MA NON ERA QUELLO CHE….

6 Ottobre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

 Cari amici e nemici di Stilum Curiae, voci di corridoio di quel che resta dei Sacri Palazzi si fanno sempre più pressanti sull’ipotesi che a prendere il posto del de-cardinalizzato Angelo Becciu possa essere mons. Silvano Maria Tomasi, arcivescovo nunzio apostolico a riposo e già Osservatore permanente della Santa Sede presso le Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni specializzate a Ginevra e l’Organizzazione mondiale del commercio nonché Rappresentante della Santa Sede presso l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

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Iniezioni di fosforo

Tuttavia c’è da ricordare che l’inesauribile monsignore dall’ossimorico stemma con su scritto “Humilitas”, intimo amico del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, non è nuovo ad avere le sue zampe presso l’Ordine, come quando, al sorgere della crisi interna che portò alla inedita defenestrazione del Gran Maestro Festing e al congelamento del Cardinale Patrono Burke tra il dicembre 2016 e il gennaio 2017, proprio Tomasi fu nominato presidente della commissione d’inchiesta che avrebbe dovuto raccogliere prove contro la gestione Festing (il “contro” non è un errore!) affinché se ne potesse legittimare la dimissione. E così è stato: Tomasi, nel suo ufficetto di Palazzo San Calisto, sarebbe riuscito a trovare (!) elementi da presentare al Papa, e Festing, richiamato a Santa Marta col favore delle tenebre, fu caldamente invitato a dimettersi. Ma questa è storia nota.

Il punto è che Tomasi – chiamato a fare da controllore – a sua volta era stato un controllato da Festing, in quanto come è stato già scritto con dovizia di particolari (vedi: https://m.dagospia.com/ecco-tutta-la-verita-sulla-guerra-all-ordine-di-malta-capitolo-4-dieci-domande-al-vaticano-140278 ), lo stesso monsignore era il responsabile della fondazione “Caritas in Veritate”  destinataria di parte cospicua dei famosi 120 milioni di euro da parte di “Caritas Pro Vitae Gradu” (CPVG), il trust caritativo costituito in Nuova Zelanda. Insieme a lui nella stessa commissione d’inchiesta “vaticana” furono nominati (da Parolin, guarda caso!) Marc Odendall, segretario della stessa fondazione, e Marwan Senhaoui, più volte coinvolto nei convegni organizzati da tale fondazione, nonché presidente dell’Associazione Libanese dell’Ordine di Malta. Tutti amici, insomma. E tutti coinvolti nella stessa questione del trasferimento di denaro che così sintetizziamo utilizzando delle informazioni pubbliche e mai smentite:

Nel 2012 il Sig. Marc Odendall, senza alcun incarico da parte del governo dei Cavalieri di Malta, concorda con il “trustee”, il fiduciario, del CPVG alcune donazioni verso entità dell’Ordine, indicando fra queste una fondazione presieduta da monsignor Silvano Tomasi, allora nunzio vaticano a Ginevra presso le Nazioni Unite, fondazione che in realtà nulla aveva a che fare con l’Ordine medesimo, ma di cui lo stesso Odendall era tesoriere.

– Nel 2013 due persone fisiche denunciano penalmente il fiduciario del CPVG, per una presunta distrazione di fondi da una eredità a loro destinata. Il procuratore di Ginevra apre un procedimento penale contro ignoti per “gestione sleale qualificata, abuso di fiducia e riciclaggio di denaro”. L’Ordine di Malta e un’altra istituzione religiosa si associano al procedimento. Il trust CPVG sarebbe in possesso, dopo numerosi passaggi non perfettamente tracciabili, di 120 milioni di franchi svizzeri, provenienti in origine da una fondazione in Liechstenstein denominata “Malta Stiftung”, che il proprietario avrebbe voluto destinare per il 25 per cento all’Ordine di Malta.

– Nel periodo fra il 2013 e il 2016 Marc Odendall, monsignor Tomasi e Marwan Sehnaoui, assieme al barone tedesco Albrecht Freiherr von Boeselager, dapprima Ospedaliere e poi Cancelliere dell’Ordine di Malta, esercitano tutte le possibili pressioni sull’allora Gran Maestro dell’Ordine Fra’ Matthew Festing per addivenire a una transazione con il fiduciario del CPVG. Il Gran Maestro blocca però ogni accordo, in attesa di un pronunciamento della magistratura svizzera.

– Il 6 dicembre 2016 viene aperto un procedimento disciplinare interno all’Ordine a carico di Boeselager, per una distribuzione di contraccettivi e pillole abortive in progetti assistenziali dell’Ordine in Myanmar e Sud Sudan. Boeselager viene sospeso dall’Ordine e pertanto destituito dalla carica di Cancelliere.

– Il 21 dicembre 2016 la Santa Sede, che nel frattempo ha nominato il fratello di Boeselager, Georg, consigliere dello IOR, Istituto per le Opere di Religione, la “banca” vaticana, istituisce una commissione di inchiesta sull’operato del Gran Maestro. A far parte di tale commissione chiama Marc Odendall, monsignor Silvano Tomasi e Marwan Sehnaoui.

– Il 14 gennaio 2017 il Gran Maestro denuncia l’evidente conflitto di interessi della commissione e annuncia la costituzione di una commissione professionale interna per far luce su questo conflitto di interessi e il trust CPVG.

– Il 24 gennaio 2017 papa Francesco convoca il Gran Maestro presso il palazzo apostolico e lo costringe alle dimissioni. L’Ordine di Malta è organismo sovrano riconosciuto internazionalmente. L’evento appare a molti un abuso che mina la sovranità dell’Ordine.

– Il 25 gennaio il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin informa con una lettera i membri del Sovrano Consiglio dell’Ordine che il Santo Padre ha accettato le dimissioni del Gran Maestro e che “sulla base dell’evidenza emersa dalle informazioni da Lui assunte [tramite la commissione? – ndr] ha determinato che tutti gli atti compiuti dal Gran Maestro dopo il 6 dicembre 2016 sono nulli e invalidi. Così anche quelli del Sovrano Consiglio”. Boeselager torna pertanto di nuovo Cancelliere.

– Il 1 marzo 2017 il nuovo “governo” dell’Ordine firma una transazione con il fiduciario del trust CPVG. La transazione prevede donazioni per sette anni all’Ordine.  Ma il procuratore di Ginevra non dissequestra i fondi.

– L’Ordine commissiona un’indagine sulla provenienza di quei fondi a una società di audit esterna, il Promontory Financial Group, il cui responso, mai reso pubblico, figura come accettato dalla Camera dei Conti dell’Ordine stesso. La Camera dei Conti è però un organo collegiale, mentre in realtà il responso sarebbe stato accettato da una ristretta commissione “ad hoc”.

– Nel dicembre 2017 il procuratore di Ginevra va in pensione. I fondi del trust CPVG sono dissequestrati. E la prima donazione è appunto per l’associazione presieduta da Marwan Sehnaoui. I fedelissimi vanno premiati. Inoltre ci saranno presto, il 2 e 3 maggio 2018, le elezioni del nuovo Gran Maestro o del Luogotenente ed è naturale chiedersi per chi voteranno Senhaoui ed altri.

– Il 9 febbraio 2018 il comunicato dell’Ordine citato all’inizio ringrazia monsignor Tomasi e Marc Odendall “per aver facilitato le buone relazioni con i fiduciari del trust sin dal 2012”. Il gruppetto che ha defenestrato il Gran Maestro Festing è dunque più che mai in sella. I due fratelli Boeselager controllano ora sia le finanze vaticane (in debito di ossigeno), sia le finanze dell’Ordine di Malta (grazie anche al silenzioso sequestro di beni donati da famiglie Italiane ad entità italiane dell’Ordine), sia i denari del trust neozelandese pervenuti all’Ordine in modo così tortuoso.

Intanto, all’interno dell’Ordine, questo governo “diversamente legittimo” a trazione tedesca sta tirando le fila di un processo di revisione costituzionale. Tutti quelli che non si allineano all’indirizzo dominante vengono esclusi dal processo e dalle discussioni, squalificati come fomentatori di divisione. (fonte: https://www.catalunyareligio.cat/it/node/224816)

Alla luce di queste premesse suonerebbe davvero surreale – oltre che oggettivamente preoccupante – che la Santa Sede consegnasse la sua unica attuale rappresentanza presso l’Ordine di Malta nelle mani di mons. Tomasi – e dunque ai suoi compagni di merende – perché sarebbe come dare a questa secolare istituzione il cosiddetto bacio della morte, così come preconizzato dalle parole conclusive dell’ignoto ma inappuntabile autore citato poc’anzi.

Venuto infatti meno il filtro di Becciu – che lo stesso Bergoglio aveva nominato come suo uomo di fiducia presso l’Ordine come delegato speciale, onde evitare ulteriori intromissioni del Segretario di Stato – adesso Parolin – secondo le ultime indiscrezioni – potrebbe avere campo libero per far spazio nuovamente alle sue vecchie conoscenze e convincere il Papa che l’uomo adatto a prendere il posto di Becciu non può che essere Tomasi.

Tuttavia è bene che il Papa, attento com’è alle questioni di cassa, sappia chi è realmente quest’uomo d’affari in filettata che, non si comprende bene per quale motivo, nonostante i suoi 80 anni il prossimo 12 ottobre e nonostante Bergoglio stesso abbia ricordato che è importante “Imparare a congedarsi”, sia ancora in sella a dirigere operazioni non proprio da pensionato.

Secondo uno sconsolato amico che fa parte dell’Ordine, “lo sterco del diavolo non smette di mietere vittime, e si aprono ingombranti interrogativi sulle responsabilità di chi, sotto il tendone di questo pontificato delle mille maschere, non ha vergogna né timore ad utilizzare i metodi più subdoli pur di non essere risucchiato dal vortice. Tutto ciò riconduce la questione dell’Ordine di Malta alle lotte intestine legate al mercato nel Tempio che in questi tempi bui stanno scuotendo la Chiesa con un terremoto endemico che sta sclerotizzando l’intero sistema portandolo all’agonia”.

I timori dell’amico Cavaliere sono chiari: “A farne le spese, però, come sempre sarà la fede, e la prima vittima potrebbe essere proprio l’Ordine di Malta, che si avvia – nel progetto tedesco che potrebbe vedere concreta realizzazione con l’elezione di un capo dell’Ordine prono e succube di quella fazione nel prossimo novembre – ad una pervasiva laicizzazione, sgretolando la sua natura religiosa in nome di una vuota filantropia che scimmiotterebbe la carità e che, d’altra parte, riempirebbe le tasche di pochi a discapito dei molti. Ma del resto già qualcuno si vendette Gesù Cristo per trenta denari”.

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6 commenti

  • Zuzzurellone ha detto:

    I cavalieri sono potenti. Se Becciu avesse cercato di allungare le mani sui tesori dell’ordine, non credo che i cavalieri avrebbero fatto finta di nulla. Discretamente e silenziosamente avrebbero fatto giustizia.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Ogni verità che scopriamo, altrettanti enigmi di più da risolvere. Ogni scoperta migliaia di problemi. Ogni scoperta, superiore ignoranza. ( Giuseppe Prezzolini, ” Filosofia del nulla”)

  • Sherden ha detto:

    Pur non conoscendo a fondo le questioni interne dell’Ordine di Malta,, chissà perché continuo a pensare che la defenestrazione di Becciu abbia a che fare con questa montagna di soldi che gira in maniera maleodorante.
    Altro che i 100.000 euretti alla Caritas di Ozieri.