La Sentenza del Re. Un’opinione, Quarta Parte.

18 Marzo 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione la quarta ed ultima parte de “La Sentenza del Re”, di Un’opinione, che ringraziamo di cuore. Le puntate precedenti potete leggerle qui, qui, e qui. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

“La prova è assunta” disse subito il Re. Il Tentatore fece un cenno con la testa. Detto questo il Re e il Tentatore rimasero in silenzio, l’uno di fronte all’altro. E ad un certo punto il Re iniziò a fissare con lo sguardo divertito il Tentatore perché non avrebbe mai immaginato quale trambusto avrebbe provocato quando Gli aveva dato mano libera nell´ideare la prova per dimostrare la colpevolezza del giovane. Ma il viso del Re cambiò repentinamente: una sentenza era ora dovuta.

Il Re iniziò a considerare il caso: “Il giovane ha dimostrato di essere innocente: se non uccidi un essere ritenuto inferiore per trenta chili d’oro, quando mai potrai deciderti ad uccidere una persona per dei monili d’oro o solamente di pensare di volerglieli sottrarre?”. Lo sguardo del Re cadde di nuovo sul Tentatore per pronunciare finalmente la sentenza, quando si accorse che la scritta “Chiunque …“ pronunciata a suo tempo, era apparsa a caratteri cubitali sulla fronte del Tentatore: sembrava essere fatta di un materiale indistruttibile. Ed il Re si ricordò del perché aveva veramente fatto mettere alla prova il giovane … e così iniziò nuovamente a pensare: “Il giovane non solo si è rifiutato di uccidere un topo per dell’oro, ma … e sì, io conosco il Tentatore … sicuramente questi gli ha promesso qualcosa in più perché facesse del male a qualcuno dietro di lui … ma conosco anche il cuore del giovane: questo si è voltato non per incassare il maggior premio promessogli, ma per supplicare chi gli stava dietro di smettere di torturarlo … di lasciarlo stare così come era … di non insistere … che non avrebbe mai cambiato il corso del suo destino in cambio di un futuro lastricato d’oro ma a ingiusto scapito di una vita, seppure fosse stata quella di un topo … e nella sua inesperienza si è voltato per cercare di intimorirli con l´unico mezzo che aveva in mano … il fucile che il Tentatore gli aveva appena dato, se non avessero fatto quello di cui li pregava. Ma poi si è reso conto dell´assurditá di tutta la situazione in cui era stato gettato e ha preso quella che era la decisione più giusta: quella di abbandonare totalmente il gioco. Ma così facendo ha superato la prova … la mia prova. Sì …, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo … anche l’ultimo istante trascorso nel mio Dominio è concesso per superare la mia prova: che è quella di dimostrarmi che si ama veramente la vita. E il giovane indubbiamente ama la vita, qualunque forma essa assuma … qualunque colore abbia, qualunque lingua parli, qualunque suono emetta, e … è vero, non sa che esisto, … ma chi mostra tanto amore verso il prossimo non è già irrequietamente alla ricerca della fonte della vita su questa terra? di me? che ho creato tutto non per me stesso … io mi basto da solo … ma unicamente per amor loro? E il giorno in cui verrà a conoscenza della mia esistenza subito dirà: “E’ proprio Lui che cercavo … che ho sempre cercato … prima vagavo senza una meta per il mondo … ma ora so da dove provengo e so dove voglio ritornare”, e … non sono io che decido se e quando dare una traccia della mia esistenza ai miei sudditi?

Per un essere umano la vita nel mio Dominio dovrebbe trascorrere come la vita di un fiume che scorre placidamente e che nelle proprie acque alberga la propria vita. Questo fiume che riceve inizialmente da me la vita, lambendo con le proprie acque le proprie rive lungo il suo corso, riceve anche da fuori gli elementi per nutrirsi e continuare a vivere, ma allo stesso tempo consente a tutti coloro che stanno a valle di dissetarsi liberamente con le acque che gli eccedono … e qua sta l’essenza della prova, anche senza aspettarsi nulla in cambio, affinché tutti gli altri esseri viventi, anche quelli più bisognosi ma che non possono dare niente in cambio, possano continuare a vivere … e tanto è maggiore la portata delle acque con cui l´ho fatto nascere e che ha anche acquistato nel corso della sua esistenza, tanto maggiore è la difficoltà della prova di fronte alla quale l´ho messo … e se decide di superare i suoi argini, lo fa dolcemente … per dare il suo contributo alla vita che fiorisce attorno a sé, rinnovandola o anche solo preservandola, e non straripando impetuosamente per portare via agli altri, violentemente o fraudolentemente, tutto quello che gli altri hanno, anche la loro vita se così gli va. Sí …oggi ho avuto la conferma che il progetto umano é valido e va continuato e incoraggiato a tutti i costi e questo perché il giovane ha dimostrato di essere nobile di animo e di intenzioni ai miei occhi e che puó essere di valido esempio a tutti gli uomini … ma soprattutto per dare giustizia al piú grande incondizionato atto d´amore che sia stato mai compiuto nell´universo: il volontario sacrificio del mio diletto figlio unigenito sulla Croce … e niente e nessuno mi ostacolerà in questo mio proposito” (7).

 

 

Il Re, riaffiorando dai suoi pensieri, cercò subito con la vista il Tentatore ma non lo vide piú, ed abbassando lo sguardo in giú si accorse che stava inginocchiato a terra per raccogliere i mille frammenti della scritta “Chiunque …” che si era staccata dalla Sua fronte e che si era frantumata a terra e questo nel vano tentativo di ricomporre la scritta prima che il Re ritornasse in sé. Il Re non permise che il Tentatore andasse oltre e con decisione si alzò dal suo trono e sollevando la mano all’altezza del suo costato, mostrando di posare idealmente il suo palmo sulla testa del giovane, quasi a volerlo prendere sotto la propria perenne protezione, disse: “Non ti tormentare ulteriormente Tentatore … le grandi prove per lui sono finite … lascia che venga a me … alla mia Corte quando decideró che sarà il suo momento: il giovane è degno di essere mio servitore, non tuo schiavo”. Il Tentatore, capendo che era stato definitivamente sconfitto, lasciò cadere rovinosamente a terra tutto quello che aveva raccolto e chinò la testa in segno di resa definitiva: la preda era definitivamente sfuggita.

xxxxxxxx

Il Re stava abbandonando la sala. Allo studente venne in mente un atroce dubbio e d’impeto si precipitò sul parapetto della balconata per gridare: “Vostra Maestà, vi prego, domandate al Tentatore se quel fucile era veramente …”. Non fece in tempo ad aprire la bocca che il Re, quasi afferrando nell’aria la supplica dello studente, si era già voltato verso il Tentatore e stava giá domandando: “Mi stavo chiedendo … ma quel fucile era veramente carico, voglio dire … era veramente in grado di uccidere?” Il Tentatore esitò per un attimo ma poi abbassò quasi impercettibilmente la testa in segno di assenso. Dai dignitari coronati che stavano assistendo come spettatori alla rappresentazione si levarono delle grida di raccapriccio per il rischio che loro stessi avevano corso. Il Re fece un sorriso e disse: “Con te non c’è nulla da fare … tu fai sempre le cose estremamente realistiche, ma del resto … ti ho dato questo mondo appunto per mettere alla prova le anime ed é giusto che te lo gestisca come meglio credi“ e detto questo riprese la sua strada …

Fine della recita “Il Tentatore”.

xxxxxxxxxxxxxxxx

Quando lo studente riaprì gli occhi, il Re, il Tentatore, il giovane, il pubblico, il topo, i dignitari coronati, il professore, lo studioso, e tutto il resto erano svaniti: era stato tutto soltanto un vivido sogno.

Si era risvegliato a notte fonda coricato su un prato con gli occhi rivolti verso il cielo. Lo faceva ogni notte limpida poiché era uno studente di astronomia e questo nella speranza di poter lui stesso un giorno indagare il mistero dell´origine della vita … ripromettendosi di cercarlo non sulla Terra e neanche limitandosi all´universo che si vedeva, ma cercando di perdersi nel Regno dell´invisibile … dove solo la fede poteva arrivare e per cosí trovare finalmente la conferma alla intuizione che aveva sempre tenuto in cuore, ma che nessuno scienziato unificato avrebbe mai ammesso: che cosí come dentro sé stesso, esisteva anche al di fuori molto ma molto di piú di quello che si vedeva.

Teneva in quel momento lo sguardo basso sull´orizzonte e d´improvviso vide sorgere con tutta la luminosità che annunciava una nuova era, una cometa. Ed anticipandone il percorso il suo sguardo cadde su una nuova Stella mai vista prima che si era posta accanto alla Luna crescente e di cui non sapeva spiegarsi da dove fosse venuta né come fosse giunta lí … ma che sembrava che la volesse per sempre accompagnare … un Astro piú luminoso di tutte le stelle che fino ad allora si erano rivelate nell´universo e che sembrava contenerlo tutto … il suo passato, il suo presente ed il suo futuro … ed anche tutto ció che vi stava fuori, si stava immaginando lo studente. E si immaginó che nonostante il cielo fosse senza alcuna nuvola, delle pallide gocce di pioggia gli stessero cadendo addosso … forse delle lacrime di luna, ipotizzò lui. E questo perché un simposio di grandissimi luminari del pensiero scientifico unico dall´alto delle loro cattedre, cosí ancora si stava immaginando, erano riusciti a convincerla che lei non era nient´altro che uno spicchio di formaggio senza anima sospeso in cielo … e che la Luna stessa, che mai era stata vanitosa, risvegliatasi dalla sua immemorabile feconda tranquillitá a causa delle loro malignità e non sentendosi piú all´altezza del proprio compito di fronte all´universo avesse iniziato a piangere … non per gli amanti sconsolati sulla Terra come aveva sempre fatto, ma su sé stessa stavolta … e che il nuovo Astro si fosse precipitato in suo soccorso per sussurrarle che Lassú c´era Qualcuno che l´amava veramente e di non cedere alle loro menzogne perché lei in realtà era molto di piú di quanto si vedeva …  

ed all´improvviso una Voce santa, una Voce forte, una Voce immortale uscí con infinita potenza da questa Stella portando in piena risonanza con Sé stessa non solo lo studente che si rese conto di non stare piú immaginando ma anche ogni anima dell´universo che credeva in lei: “Non piangere piccola Luna e non temere… confida in me ed io saró con te … per tutti i secoli dei secoli …”.

Fine del racconto “La sentenza del Re”.

( 1 ) https://lanuovabq.it/it/il-denaroe-uno-strumento-non-la-radice-del-male

(2 ) In questo racconto per Regno viene inteso solo il Regno dei Cieli mentre il Dominio comprende anche il mondo.

( 3) Qui chiaramente intendo Dio, senza peró distinguere fra Padre e Figlio. E qui il punto, secondo me, va inteso cosí: chiunque sulla terra (quindi anche musulmani, buddisti, ebrei, induisti, ecc.) verrá giudicato da Gesú al momento della morte (Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me …”- Gv 14:6). Il parametro di giudizio: naturalmente credere a Dio (su questo punto sono peró incerto – infatti il racconto cita il giovane che non sa che esiste un Re), rispettare i dieci comandamenti e comandi vari, l´amore e rispetto per il prossimo (e poi tutto quello che si trova nel vecchio e nuovo Testamento); ed il fatto che non si sia cristiani non esclude nessuno da questo giudizio. Quindi se si é meritevoli non si va all´Inferno.

Per chi crede giá su questa terra che Gesú sia Dio, Gesú stesso, credo in concordia con Dio Padre, ha fatto istituire la Festa della Divina Misericordia con la quale, a determinate condizioni, si ottiene la Misericordia di Dio e non si viene giudicati piú secondo giustizia.

Quindi fondamentalmente: o si viene giudicati e ci si salva secondo giustizia oppure ci si salva ottenendo la Misericordia (e quindi anche il cattolico che non ha mai invocato e ottenuto la Misericordia di Dio sará giudicato secondo giustizia; mentre a colui che non crede che Gesú sia Dio, non verrá mai in mente di ottenere la Misericordia).

E se ció fosse vero, allora oso affermare che l´istituzione della Festa della Divina Misericordia é stato un evento salvifico epocale secondo solo alla Crocifissione di Gesú sulla Croce e di cui non si é finora, secondo me, messo abbastanza in evidenza l´importanza che Gesú stesso le ha voluto attribuire.

Mi ricordo inoltre che in qualche scritto della Valtorta si affrontava proprio questo aspetto. Putroppo non ricordo cosa diceva e non sono riuscito a ritrovare quello scritto (e potrebbe anche differire notevolmente dalla mia convinzione).

(4) In realtà il Tentatore si sta rivolgendo al Re che sta dietro al velo.

 

( 5) Questo tratto l´ho scritto per sottolineare la impossibilità che sembrano tipiche di alcune persone di cambiare opinione su alcune cose, nonostante le evidenze piú evidenti. Insomma, é come se uno, di fronte ad un miracolo, dicesse: “Non credo a questo miracolo perché non sono credente … ma se fossi credente ci crederei”. Ma allora a che servono i miracoli? Forse é dovuto anche a questo?

https://henrymakow.com/2024/03/patrick-ocarroll–lockdowns-da.html (in inglese)

https://www.rumormillnews.com/cgi-bin/forum.cgi?read=237302 (in inglese )

(6 ) Qui forse é meglio spiegare che ci si puó immaginare che il tutto si svolge in un grandissimo teatro. Il Re, una volta preso il Suo posto sul fondo del teatro opposto alla balconata, rimane sempre seduto e non si muove mai, salvo per andarsene via (per sottolineare che tutto si muove eternamente attorno a Lui e che vede sempre cosa succede). Durante prova del giovane, il Re, mentre riesce a vedere tutti attraverso il velo, viene coperto alla vista di tutti dal velo davanti a cui si trova l´oro. Quindi il Re vede alla sua sinistra gli spettatori “nella” rappresentazione, al centro il Tentatore ed il giovane e alla Sua destra la gabbia con il topo, il bar, ecc. Il Tentatore, se sta rivolto verso gli spettatori “nella” rappresentazione, ha dunque il Re alla sua sinistra. Invece i coronati, che sono gli spettatori “della” rappresentazione seguono il tutto come dei normali spettatori, non vedono il Re perché é nascosto alla loro vista dal velo che gli sta di fronte, vedono il Tentatore ed il giovane di fronte sul palco e gli spettatori “nella” rappresentazione sul palco alla loro destra, ecc. Nella balconata alle loro spalle ci sta lo studente.

(7) E da tutto il testo si possono in realtà distinguere due sentenze del Re. La prima é l´assoluzione del giovane dall´accusa di delitto. La seconda invece é la sentenza con la quale il Re promette che non abbandonerà mai l´umanitá a sé stessa e che gli sforzi del Diavolo di appropriarsene certamente falliranno.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

§§§

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

I commenti sono chiusi.