Müller: Nessun Processo Canonico Può Dichiarare un Papa Eretico. Crisis Magazine.
19 Gennaio 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum curiae, offriamo alla vostra attenzione, nella nostra traduzione, questa intervista realizzata da Crisis Magazine, che ringraziamo di cuore per la cortesia, al card. Gerhrard Müller. Buona lettura e condivisione.
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Recentemente ho inviato alcune domande al cardinale Gerhard Müller in merito all’infallibilità papale e alle recenti parole del cardinale che descrive Papa Francesco come un sostenitore dell’eresia materiale. Il Cardinale è stato così gentile da rispondere alle mie domande nel seguente scambio di e-mail.
Come descriverebbe la natura dell’infallibilità papale? In quali circostanze si applica l’infallibilità papale?
Cardinale Müller: La natura, le condizioni e i limiti dell’infallibilità papale come espressione dell’infallibilità di tutta la Chiesa sono definiti nel capitolo 4 della Costituzione dogmatica Pastor aeternus del Concilio Vaticano I (1870). In riferimento all’integrazione della suprema autorità nel collegio episcopale, di cui è il capo visibile, il Vaticano II dichiara:
L’infallibilità di cui il divino Redentore ha voluto dotare la sua Chiesa nel definire una dottrina di fede e di morale si estende fino a dove lo richiede il deposito della rivelazione divina (divinae Revelationis depositum), che deve essere puramente conservato e fedelmente interpretato”. (Lumen Gentium 25).
I vescovi tedeschi, con l’approvazione di Papa Pio IX, dichiararono al cancelliere tedesco Bismarck, che voleva abusare del Vaticano I per giustificare la distruzione della Chiesa cattolica nel “Kulturkampf”: “… il magistero infallibile della Chiesa è legato al contenuto della Sacra Scrittura e della Tradizione, nonché alle decisioni dottrinali già date dal magistero ecclesiastico” (Denzinger-Hünermann n. 3116). Questo è anche ciò che il Vaticano II afferma con la massima autorità nella Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei verbum (art. 10). Va aggiunto che i fedeli devono rendere “religiosa obbedienza di volontà e di comprensione” ai loro vescovi e in particolare al magistero autentico del Vescovo di Roma, anche se questi non parla in virtù della massima autorità magisteriale (ex cathedra). Questo vale a seconda dell’enfasi posta su una particolare dottrina, che deve comunque essere esplicitamente o implicitamente contenuta nella rivelazione.
Cosa ha insegnato tradizionalmente la Chiesa sui limiti dell’autorità papale?
Cardinale Müller: Secondo l’autorità divina di Cristo, la rivelazione di Dio stesso è la base e il limite dell’insegnamento e del ministero pastorale della Chiesa: “Andate a tutte le nazioni… e insegnate loro ad obbedire a tutto ciò che vi ho comandato” (Matteo 28:20). L’approccio a un’ecclesiologia cattolica è importante. Nella Lumen Gentium, il Vaticano II non ha iniziato con il Papa perché, contrariamente a quanto riteneva la polemica protestante tradizionale, la Chiesa cattolica non è la Chiesa del Papa e i cattolici non sono quindi papisti ma cristiani. Cristo è il capo della Chiesa e da Lui tutta la grazia e la verità divine passano alle membra del suo corpo, che è la Chiesa. Ma Egli l’ha anche costituita sacramentalmente come comunità visibile di confessione, di mezzi di grazia e di unità nella guida episcopale. Ecco perché i vescovi e i sacerdoti insegnano, guidano e santificano i fedeli nel nome di Cristo (e non nel nome del Papa).
Ma i cattolici non sono sudditi di superiori ecclesiastici, ai quali devono una cieca obbedienza caduca come in un sistema politico totalitario. Come persone nella loro coscienza e nella loro preghiera, si rivolgono direttamente a Dio in Cristo e nello Spirito Santo. L’atto di fede è rivolto direttamente a Dio, mentre il magistero dei vescovi ha solo il compito di conservare fedelmente e completamente il contenuto della rivelazione (dato nella Sacra Scrittura e nella Tradizione apostolica) e di presentarlo alla Chiesa come rivelato da Dio.
Il magistero non è al di sopra della parola di Dio, ma la serve insegnando nient’altro che ciò che è stato tramandato, perché ascolta la parola di Dio per mandato divino e, con l’assistenza dello Spirito Santo, la ascolta con riverenza e la conserva sacralmente e la interpreta fedelmente… (Dei verbum 10)
In una cultura alienata dal cristianesimo, è importante non interpretare l’autorità ecclesiale in termini di potere politico e di manipolazione dell’opinione da parte dei media, ma alla luce della rivelazione di Dio in Cristo come luce che illumina ogni essere umano e conduce alla vita eterna (Giovanni 1:1-18). Anche i cardinali della Chiesa romana non possono promettere obbedienza assoluta al Papa e sacrificare la propria coscienza e competenza a un’agenda discutibile, come vorrebbe sostenere l’esperto vaticanista britannico Christopher Lamb contro la cosiddetta “opposizione interna alla Chiesa” nel suo libro The Outsider. Coloro che vengono meno alla fede e alla disciplina della Chiesa devono essere riportati sulla retta via con mezzi spirituali e punizioni ecclesiastiche. I governanti assoluti che hanno eliminato i loro colleghi indisciplinati in un politburo comunista o nel Consiglio reale inglese con l’esilio, la privazione dei beni e i processi farsa non sono un esempio per noi. Anche la storia papale ci offre alcuni spettacoli indegni di un potere che trionfa sulla legge.
Potrebbe descrivere brevemente alcuni pareri comuni su diverse opinioni teologiche riguardo a come rispondere a un papa eretico e quanto queste opinioni siano ampiamente accettate tra i teologi e i canonisti?
Cardinale Müller: Il problema fondamentale nasce dalla distinzione tra il papa come titolare dell’ufficio petrino con i suoi poteri specifici, da un lato, e il papa come singolo cristiano in stato di pellegrinaggio, che può anche perdere la grazia santificante attraverso il peccato mortale o che può allontanarsi interiormente ed esteriormente in modo manifesto dalla fede, contraddire ereticamente la dottrina della fede o addirittura separarsi scismaticamente dalla Chiesa. Per quanto riguarda l’apostasia, l’eresia manifesta o l’aperto scisma del Papa come individuo, si tratta più che altro di una questione teorica o della valutazione storica e teologica di figure dubbie della storia papale (la più nota è la questione dell’eresia e della scomunica di Papa Onorio I). Nella sua grande opera De Romano Pontifice (Libro II, 30a sezione), il Dottore della Chiesa Roberto Bellarmino riassumeva le opinioni teologiche espresse fino a quel momento sulla possibile eresia di un papa e sulla sua perdita della carica. In ogni caso, si esclude l’opinione che qualsiasi autorità ecclesiastica o addirittura secolare possa deporre il papa in un procedimento legale (soprattutto contro il conciliarismo, il gallicanesimo, ecc.).
Egli è effettivamente scelto dai cardinali come persona che deve occupare la Cattedra Petri. In realtà, però, è nominato da Cristo se ha accettato l’elezione ed è Vescovo di Roma per consacrazione e quindi successore di Pietro. In caso di palese e nota contraddizione, che Dio non voglia, con l’insegnamento della Sacra Scrittura o con le definizioni dogmatiche della dottrina della fede, i fedeli non sarebbero più obbligati a obbedirgli ed egli stesso perderebbe, per così dire, la sua carica. In pratica, però, come nel tardo Medioevo, questo dividerebbe la Chiesa in diverse obbedienze, a seconda di chi considera il proprio papa il legittimo successore di Pietro. Dobbiamo una discussione dettagliata di questa spinosa questione al Prof. Arnaldo Xavier da Silveira (Se un Papa è eretico: che fare? Roma 2019; “Può un Papa essere eretico”). Io stesso ho pubblicato un libro sull’intera teologia del papato: Gerhard Cardinal Müller, Il Papa: His Mission and His Task (Catholic University of America Press, Washington, DC, 2021).
Come lei sa, c’è una differenza tra le opinioni teologiche, anche quelle diffuse o probabili, e l’insegnamento ufficiale della Chiesa. Qual è lo stato attuale dell’insegnamento della Chiesa su come trattare un Papa eretico? La Chiesa ha una visione ufficialmente definita? C’è mai stato un momento nella storia della Chiesa in cui la Chiesa ha avuto una visione specifica o definita su questo argomento?
Cardinale Müller: Non ci può essere una definizione di questi casi limite perché le definizioni si riferiscono alla fede rivelata. Lo si può vedere nei tentativi dei concili di Costanza e Basilea, che dovettero trovare una via d’uscita pratica dallo scisma d’Occidente nonostante la falsa dottrina della superiorità del concilio sui papi e antipapi del loro tempo. Al di là della suddetta distinzione (tra il papa nel suo ufficio di successore di Cristo e l’attuale detentore di questo ufficio durante il suo pontificato), non può esistere una procedura canonica (cioè una legge ecclesiastica puramente positiva al di sopra della legge divina) che possa dichiarare ufficialmente un papa regnante un eretico formale e deporlo legalmente. Il carisma personale dell’infallibilità ex cathedra non va confuso con la grazia speciale di essere salvati dal peccato e dall’apostasia nello stato di pellegrino. Questa lacuna non può essere colmata all’interno della Chiesa perché l’autorità suprema non può essere giudicata all’infinito da un’autorità ancora più alta e quindi l’unico giudice del Papa regnante è solo Dio. Egli farà in modo che la Chiesa non si distrugga alla radice della sua unità nella verità di Cristo. Ecco perché la nostra umile preghiera e uno stile cristiano di trattare gli uni con gli altri è tanto più necessario in questa situazione.
Il carisma personale dell’infallibilità ex cathedra non va confuso con la grazia speciale di essere salvati dal peccato e dall’apostasia nello stato di pellegrino.
C’è mai stato un Papa eretico in passato e, se sì, come ha reagito la Chiesa? Cosa possiamo imparare da questi eventi storici?
Cardinale Müller: Nel corso dei secoli, il termine eresia è stato interpretato in modo più o meno ampio. Nel senso tecnico odierno di eresia formale, cioè la negazione diretta di una dottrina rivelata e definita dogmaticamente dalla Chiesa, non c’è stato un solo papa eretico (nemmeno come persona privata), nemmeno in retrospettiva storica. Il fatto che i vescovi romani nella successione di Pietro siano sempre rimasti fedeli alla fede apostolica e l’abbiano attivamente presentata a tutta la Chiesa è sia storicamente dimostrabile sia oggetto di fede cattolica e divina (Vaticano I, Pastor aeternus, IV capitolo).
Sembra che, con alcune dichiarazioni di Papa Francesco, egli sia consapevole dell’insegnamento della Chiesa e sappia che i fedeli cattolici conoscono l’insegnamento della Chiesa, e quindi non si preoccupa troppo di riaffermare o interpretare semplicemente l’insegnamento della Chiesa, quanto piuttosto di tentare di utilizzare gli strumenti spirituali e pastorali disponibili per portare le persone in una comunione più profonda con Cristo e la Sua Chiesa, e di affrontare le questioni pratiche relative a questo. Questo sembra essere il caso anche delle dichiarazioni più problematiche o fuorvianti di Papa Francesco. È d’accordo con questa valutazione?
A questo si collega l’idea, avanzata da alcuni commentatori, che molte delle implicazioni che la gente vede nelle parole di Papa Francesco sono lette nelle parole di Papa Francesco da alcune persone nei media che vogliono che la Chiesa cattolica cambi i suoi insegnamenti, e se la Chiesa non può o non vuole cambiare i suoi insegnamenti, possono almeno distorcere le parole di Papa Francesco per far sembrare che stia per cambiare l’insegnamento della Chiesa.
Quanta parte degli elementi problematici degli insegnamenti di Papa Francesco ritiene derivino da questa dinamica?
Cardinale Müller: Certamente, in un’epoca mediatica altamente ideologizzata, i vari gruppi che strumentalizzano le dichiarazioni di Papa Francesco per i propri interessi devono essere messi al loro posto. Dobbiamo anche rispettare la personalità sulla cattedra di Pietro. In termini di profondità teologica e precisione di espressione, Papa Benedetto è stato un’eccezione piuttosto che la norma nella movimentata storia dei papi. Ma i vescovi e il Papa devono anche essere consapevoli dei limiti della loro missione. Possono usare la loro autorità donata da Cristo solo per condurre le persone a Cristo attraverso la Parola di Dio e i santi sacramenti (e in nessun modo danneggiare la credibilità della Chiesa con nepotismo e favoritismi, ingraziamenti zeitgeisty). Va inoltre osservata la relativa autonomia delle diverse aree disciplinari secolari (Gaudium et spes 36), con le quali sono coinvolte solo nella misura in cui devono difendere la dignità e la libertà dell’uomo dalle invasioni politiche, ideologiche e mediatiche. Non vi può essere inoltre un’opposizione assoluta o addirittura pragmatica tra dottrina e pastorale, perché Cristo stesso è maestro e pastore nella sua persona. Non si può assolutamente dare per scontata la conoscenza della dottrina della Chiesa di oggi (purtroppo nemmeno da parte di tutti i vescovi, di cui ci sono abbastanza esempi) per concentrarsi solo sull’applicazione pastorale a singole persone o a “gruppi emarginati”. Non basta farsi fotografare con i cosiddetti “transpersons”, ma bisogna anche avere il coraggio di definire il cambio di sesso ostile al corpo come un grave peccato contro la volontà del Creatore. Inoltre, l'”insegnamento degli apostoli” (At 2,42) sotto forma di confessione della Chiesa non è un sistema di pensiero qualsiasi con cui il normale cattolico non ha nulla a che fare, ma la Parola di Dio che crea la salvezza e risveglia la fede, che è data alla Chiesa nella parola apostolica dei vescovi e dei sacerdoti (cfr. 1 Tessalonicesi 2,13). Anche il formato dei media deve essere considerato in termini concreti. Le interviste papali possono essere utili e incoraggiare le persone nella loro fede e fornire un orientamento. Non sono documenti vincolanti che interpretano autorevolmente la fede della Chiesa. Con l’attenzione dei media per la Chiesa che si concentra globalmente sul Papa, va notato che i cattolici credono in Cristo e possono aspettarsi la salvezza solo da Lui e che il Papa e i vescovi sono solo suoi servitori. Poiché si dimentica che la Chiesa, in quanto corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo, è la più intima comunione di vita con il Dio trino, di cui la forma visibile della Chiesa serve solo come mezzo (Lumen Gentium 8), si giudicano erroneamente i giornalisti usando categorie politiche e ideologiche (sinistra-destra, conservatori-modernisti, ecc.). Un’inquadratura e una formulazione lusinghiera della “Chiesa di Papa Francesco” o dei vescovi sulla “linea di Bergoglio”, che sta rivoluzionando la Chiesa di Cristo attraverso decisioni “irreversibili”, non solo è teologicamente sottoesposta, ma mina anche la credibilità della Chiesa come sacramento di salvezza del mondo in Cristo Gesù (1 Timoteo 2:5).
Come devono rispondere i fedeli cattolici alle dichiarazioni teologicamente o spiritualmente problematiche del pontefice? Come devono mantenere la necessità dell’obbedienza e della comunione con il Papa e la necessità di evangelizzare in presenza di dichiarazioni problematiche o difficili da interpretare da parte del Papa?
Cardinale Müller: Attingiamo la nostra fede dalle Sacre Scritture e dagli insegnamenti della Chiesa riassunti nel Catechismo ufficiale basato sugli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Viviamo della grazia di Cristo nei sacramenti. La vita della Chiesa si svolge nelle parrocchie, nelle comunità di preghiera, nelle scuole cattoliche e nelle istituzioni. Per quanto sia importante l’orientamento verso “Roma” per quanto riguarda l’unità della Chiesa universale nella verità di Cristo, non dobbiamo confondere l’articolo di fede del primato pedagogico e giurisdizionale del vescovo romano come successore di Pietro con un culto della personalità, come avviene anche in contesti secolari. Cristo è il capo della Chiesa, da cui promana tutta la grazia e la verità. Gli apostoli, con Pietro a capo, sono solo suoi testimoni e annunciatori. Si dedicano al “ministero della parola e delle preghiere”, la liturgia (At 6,4). Non è il loro prestigio sociale e la loro presenza nei media il criterio per il Papa e i vescovi nel nostro tempo, ma la questione se rendono presente Cristo in questo tempo. Il Papa e i vescovi servono la Chiesa come modelli, seguendo l’esempio del buon pastore che ha dato la vita per le sue pecore (1 Pietro 5:1-4).
Grazie a Sua Eminenza per aver trovato il tempo di rispondere a queste domande.
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Tag: crisis magazine, eresia, müller, papa
Categoria: Generale
In conclusione, forse, sarebbe utile per tutti leggere l’ultimo libro del prof. Viglione :” Papa eretico, rinuncia, Sede vacante? “.
Un’intervista al prof. Massimo Viglione da parte di Aldo Maria Valli, appena pubblicata anche sul suo fb.
Grazie della segnalazione. Oggi lo acquisto. L’ultimo che ho letto e riflettuto sul tema è stato: “Papa, non più papa, La rinuncia pontificia nella storia e nel diritto canonico. A cura di Amedeo Feniello e Mario Prignano, dicembre 2022.
Rolando,
bene…e spero che anche lei voglia esprimere il suo parere su questo libro. (grazie alla intelligente liberalità del “padrone di casa”, Tosatti).
Cara Adriana, il mio parere è anche il mio convincimento che Benedetto XVI volesse, “in qualche modo istituzionalizzare” (o spingere a farlo) nella Storia della Chiesa cattolica il ruolo di “papa emerito” giocando sul ruolo del “munus”. Purtroppo la storia del papato non sembra aver mai definito, nei rari casi, questo ostico ruolo. Il papa è uno per prassi ortodossa nella cattolicità romana. Ma all’argomento sta bene il “quia” dantesco, una volta tanto anche per la “vanità” (biblica) delle faccende umane.
Ammiro quel papa che dopo aver ben mangiato e bevuto, stiracchandosi soddisfatto ed insonnolito esclamava: ” O quanta mala patimur pro Ecclesia sancta Dei!”.
Suppongo fosse Leone X 😊, peraltro, gran intenditore d’Arte…Sono anch’io della sua opinione. Pur essendo “esterna” ai sacri penetrali, avevo letto di qualche intervista sua in cui egli aveva dimostrato una notevole soddisfazione per la successione da “vivo”. Qui nessuno parla della sua antica amicizia con Hans Kung, né delle impressioni di lui su Ratzinger e neppure del senso della sua tesi di laurea molto, ma inutilmente osteggiata. Ne traggo l’impressione che egli coltivasse un’anima “innovativa”, o “rivoluzionaria” che dir si voglia, e
che però desiderasse manifestarla ricorrendo alle “belle maniere” e con uno stile “ellenistico” più che “gotico”.
Una utopia da studioso.
Cara Adriana1, non è una tua impressione è l’impressione di molti, e la mia, che Ratzinger negli anni 60 e prima fu un rivoluzionario innovatore e contestatore della curia vaticana. La svolta venne dopo essersi fatto strada come consultore teologico del card. Joseph Frings, arcivescovo di Colonia, al Concilio Vaticano II. Basta leggere i suoi giovanili articoli su “Quaderni”, ecc…ecc… Roma è una grande attrazione per la carriera ecclesiastica… Ma qui conviene fermarsi. È doveroso. Comunque nihil novi sub sole.
Poi ricito con più precisione (infatti neppure io ricordavo bene chi ne fosse l’autore): “O sanctus Deus, quanta mala patimur pro ecclesia Dei. Ergo bibamus!” e giù calici di vernaccia!!! Papa Martino IV.
A proposito di Hans King: Morire felici? Lasciare la vita senza paura. Ciao.
Rolando,
grazie della risposta. Veramente tra i gruppi che capeggiano questa lotta “cattolica” all’interno del “cattolicesimo” non so quale sia il più savio o il più avventato. Tutti però mi sembrano spinti da una pari ambizione.
(noticina: W Martino IV).
In conclusione, forse, sarebbe utile per tutti leggere l’ultimo libro del prof. Viglione :” Papa eretico, rinuncia, Sede vacante? “.
Un’intervista al prof. Massimo Viglione da parte di Aldo Maria Valli, appena pubblicata anche sul suo fb.
Tornando all’argomento trattato dall’articolo, si vedono molte citazioni. Mancano però le citazioni di articoli del Codice di Diritto Canonico e della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis che mostrano come l’attuale NON Vicario di NSGC, che tiranneggia in Vaticano, non è mai stato papa e non lo è nemmeno ora, ovviamente.
Quindi se il Card., o quel che è, Müller prendesse in considerazione questa realtà oggettiva con i suoi colleghi potrebbe tentare di fare ciò che gli compete. Non sarebbe poco!
La SIGNORA DI TUTTI I POPOLI è, forse, obnubilata.
Io no ho insultato Benedetto XVI. A quel presunto “vile” ho premesso un “se” troppo grande. Ho assolutamente salvato le condizioni fisiche e poi viene un “se” ideologico non di giudizio. Ed il motivo è semplice: di nessun papa ho mai seguito i discorsi, i pronunciamenti e gli scritti quanto questo. Anzi da quando ancora era segretario del cardinale al Concilio…..e contestatore. Ma lasciamo! Non facciamo del papa un Dio Onnisciente! Con o senza divisa. Preghi per me, dolce Signora e che il buon Dio sia con tutti noi! Si iniquitates observaveris Domine, Domine quis substinebit! Copiosa apud eum redemptio!
Alla SIGNORA DI TUTTI I POPOLI che ritiene il tema concluso. Io invece continuo a pensare.
Cara SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, invece io la sfido ancora proprio sulle dimissioni di Benedetto XVI, che non ha avuto il coraggio di rimanere in Cattedra, la cattedra di Pietro, e gridare la vera dottrina cattolica di sempre fino alla consumazione di sé.
Benedetto XVI sapeva benissimo, e fin da cardinale, che erano in atto autentiche deviazioni dottrinali che confondevano e deviavano i credenti. E venivano proprio dall’interno della Chiesa cattolica.
Per spiegarmi cercherò il modo più breve e chiaro possibile, ma devo una premessa sul termine “cattolico”.
Premessa: il salmo 24 al versetto 1 spiega con la massima precisione e senza ombra di dubbio il significato della parola “cattolici”.
Essi sono secondo il greco della LXX “οἱ ϰατοιϰοῦντες”, cioè gli abitanti dell’Universo [A YHWH la Terra come la totalità di Universo e gli abitanti in esso].
Scriveva il card. Carlo Maria Martini in “Conversazioni notturne a Gerusalemme”: “Non puoi rendere Dio cattolico. Dio è aldilà dei limiti e delle definizioni che noi stabiliamo”.
Il 1°ottobre 2013 Eugenio Scalfari pubblicava questa frase pronunciata da papa Francesco: “E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio”.
Ma se noi leggiamo il catechismo di Matteo Ricci, che venne pubblicato, al posto di quello del precedente gesuita Michele Ruggieri, nel 1603 riporta: “Chi non ha mai alzato gli occhi e guardato verso il cielo? Così facendo, non c’è nessuno che non sospiri silenziosamente dentro di sé e non dica: “Deve esserci sicuramente Qualcuno lì in mezzo che lo governa!”. Questo Qualcuno non è altro che il Signore del Cielo, il quale nei nostri paesi di Occidente viene chiamato Deus”. Poi il catechismo prosegue con l’accenno alla “incarnazione del Signore del Cielo” ma non riporta né lo scandalo della croce, né Gesù Cristo risorto da morte e glorioso, come osservò anche Pascal.
Mancano quindi due verità fondamentali.
Ciò nonostante papa Benedetto XVI nel 2010 presentò Matteo Ricci, come “un caso singolare di felice sintesi fra l’annuncio del Vangelo e il dialogo con la cultura del popolo a cui lo si porta”.
[“Signore del Cielo”. Viene in mente la triplice invocazione nella Turandot pucciniana].
Insomma ciò che pareva follia ai gentili e scandalo ai Giudei, le uniche cose che Paolo dichiarava di conoscere, i gesuiti sembrano ignorarle e da tanto.
Ma sicuramente non le ignorava la teologia di papa Ratzinger. Perché non ha resistito? vien normale chiedersi. Ma sulla non cattolicità romana del Dio, Signore dell’Universo, non ci sono spazi al dubbio.
“Qualcosa scricchiola” diceva un amico docente invitato da Ratzinger a cena.
Cicuta, tintura madre venefica,
prezzemolo ingannatore,
letale presenza,
offende, ironizza, maligna, critica, dissacra, disgusta,
veleno che amareggia, confonde, irride,
succhia le forze vitali del blog (!),
ironia amara e cattiva che disprezza,
velonosa e deleteria presenza,
corrompere, colgiere in fallo,
essere senza umanità,
irridente e sbeffeggiatore,
senza carità,
essenza amara già persa e morta,
insofferente d’amore,
essenza da luoghi umidi,
tassonomia e falso prezzemolo,
fuoco sulfureo acceso sotto le membra,
non legato alla sua morte spirituale sul rogo,
i suoi (miei) tormenti interiori.
Per una “signora” che si esprime con questo livore, la diagnosi non è difficile.
Per fortuna non siamo ai tempi di Giordano Bruno!
Al carissimo don Ettore, al quale mi sento legato da un’istintiva simpatia, dico che, a mio parere, “cattolico” è una parola difficile.
Attraverso il tempo (molti anni) mi è accaduto du rendermi conto che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, cosicché, parlo sempre per me, le “certezze” sono diventate trampolini invece che restare stampelle. Ovvero: altro è sapere a menadito una dottrina e credervi, e altro è “penetrarvi” e viverla integralmente.
Ciò mi ha condotto ad apprezzare l’apofasi di cui, come ormai tutti i frequentatori del blog sanno, sono un convinto praticante e testimone (seppur modesto) con i miei articoli.
E qui ritorno alla parola “cattolico” citando l’incipit (emblematico) di una composizione indubbiamente apofatica di san Giovanni della Croce:
“Entro e non so dove entro
resto nell’insipienza
trascendo ogni scienza”.
Era “cattolico” san Giovanni della Croce?
Potrei dilungarmi parecchio sui “cattolici” di questo stampo, che, del resto, sono convinto lei conosca.
Un caro saluto.
La ringrazio per la sua simpatia nei miei confronti. Quanto all’apofasi, lei sa che San Tommaso diceva che alla fine dell’indagine teologica, la nostra conoscenza di Dio è tenebra e ignoranza.
Diceva anche che la distanza tra noi e Dio è infinita, mentre quella tra la creatura e il nulla è misurabile e questo spiega perché la disperazione abbia un fascino sull’uomo.
Capisco la sua allergia per quelli che pensano di avere la verità in tasca e di usarla come grimaldello da dare in testa agli altri, cosa purtroppo non così rara nel tradizionalismo.
Però, bisogna stare attenti a non lasciarsi troppo allettare dalle molte sirene che popolano il mondo..
Un caro saluto anche a lei
Caro Don Ettore Barbieri, tu scrivi: “la distanza tra noi e Dio è infinita, mentre quella tra la creatura e il nulla è misurabile”. Sì, ma solo se mi sai dire cos’è “nulla”! Anche la matematica conosce il segno per indicare l’infinito oltre il numerabile. Nella scala delle cose misurabili, l’occhio umano può spaziare tra l’undicesimo ed il trentanovesimo grado, Al di sotto ed al di sopra fino al 43mo, bisogna affidarsi agli strumenti dell’attuale tecnologia creata dalla scienza umana. E da ambo le parti ci sta una misurazione immensa senza confini stabiliti perché l’uomo non è al momento misura di tutte le cose e probabilmente non lo sarà mai. Ma quel che si sa è più che sufficiente per mettere in crisi tutte le nostre cosiddette certezze di “credo” metafisico, quello almeno fino ad ora, supporto di fede religiosa dottrinale . Oggi la filosofia, di fatto, insegue la scienza sperimentale. La metafisica, a meno che non venga fagocitata dal principio di conservazione dell’energia, oggi è una strana favola del passato, specialmente quella tomistica. E come una favola può essere ancora utile. C’è invece una antichissima ed ineffabile preghiera che mette i bridivi; unica nella liturgia della chiesa cattolica ed è la triplice invocazione, fino ad ieri in lingua greca, del venerdì santo:
Άγίος ὸ Θεόϛ
Άγίος ίσχυρός
Άγίος αθάνατος
(ελείσον ημάς). Pietà di noi! Fa riflettere per chi cerca il Dio. Il Dio, che come dice il papa Francesco, non è cattolico romano.
Per questo ho pietà, di chi, qui, ha decretato in sinodale compagnia che io sono ateo.
Non atei, ma empi forse sono loro, Filone adiuvante.
Non lo dico io, ma San Tommaso. Il nulla in sé stesso è inconcepibile, appunto perché nulla è non il “vuoto”, ammesso che esista il vuoto.
So bene che la filosofia contemporanea insegue, almeno nella sua componente neopositivista e analitica, la scienza, ma non è affatto detto che questo sia un bene.
Sul fatto che la metafisica sia considerata una favola del passato da almeno due secoli (il primo è stato Feurbach) si può ribattere che questa considerazione si basa su una riduzione della realtà al piano materiale che è tutt’altro che scientifica. L’esistenza del pensiero e dell’autococienza, come capacità di riflettere sul nostro pensare e sul nostro agire, sarebbero già sufficienti per postulare una spiritualità.
Caro Don Ettore Barbieri, se è vero, e forse non lo si può negare che “che la metafisica sia considerata una favola del passato da almeno due secoli (il primo è stato Feurbach)”, oggi, ma direi già da più di mezzo secolo, le più ardue conquiste della scienza portano le menti più profonde a considerazioni che sono ben lontane da una riduzione della realtà al piano materiale. Anzi, è proprio quello che per menti addomesticate ad un tremendo dualismo dottrinale, caro a certa religiosità, appare ora tutt’altro che credibile e degno di fede.. L’esistenza del pensiero e dell’autococienza, come capacità di riflettere sul nostro pensare non solo restano ancora un grande “mistero” ( da non intendersi in senso dottrinale-dogmatico), ma costituiscono una “sfida” della realtà della Natura su se stessa. “Anima”, “spirito” e per estensione anche il termine “mente” (a meno che non ci si riferisca ad un verbo “mentare” come attività naturale di un cervello evoluto a produrre pensiero e pensiero di pensiero come immagini), tali termini non hanno alcuna valenza in campo scientifico, per gli scienziati (e neanche per lo scienziato credente nell’espletamento della ricerca).
Le dottrine religiose dualistiche hanno in sé più o meno tutte quante una nobiltà umana, ma non va trascurato il fatto, che, come già spiegava Cicerone, la parola stessa “religione” è strettamente originata e legata inscindibilmente all’umano istinto di conservazione in vita, che nell’uomo pensante costituisce un grande bisogno e triste “mistero”. Come scriveva Kant, il pensiero umano è impossibilitato a concettualizzare “morte”. La scienza è già sulla strada dell’unica realtà del Tutto [ma lo furono anche tante nobili filosofie]. Le dottrine religiose campano di dualismo da favola. Essere sulla strada non vuol dire sapere dove e se c’è un traguardo. Anzi un concetto di “traguardo” è deviante.
Comprendere e soprattutto Accogliere la Volontà Divina, rimane spesso, per un credente, lo scoglio più ostico da superare, o se vogliamo, a cui saldamente aggrapparsi… il Lume della Ragione, alimentato da una Potente Fede, dona la possibilità di avvistarlo e trasformarlo in uno strumento per la propria ed altrui Salvezza! Tale diventa lo scoglio rappresentato dalla mai avvenuta Abdicazione di Papa BXVI, una Preziosa e Mirabile Ancora di Salvezza, che il Signore Tende ai Suoi Figli… non vederla può risultare fatale, vederla e non afferrarla…
Caro E.A.,
quindi ogni buon cristiano cattolico deve provarsi ad essere “sgarzolo” come l’Edipo tebano che sa risolvere
l’indovinello della Sfinge?
Siamo all'” Edipeo Enciclopedico” della indimenticabile
” Settimana Enigmistica ” ?
Cara Adriana, con questa risposta è lei che “vede” Cristo come il dio Apollo, da interpellare con gli oracoli, e la Fede cristiano-cattolica come una sorta di cabala, o una settimana enigmistica da risolvere. Per me Cristo è il Verbo Incarnato, il Logos di cui la Fede si Nutre. Ma anche lei è libera di pensarla e di vederla come vuole, perché i suoi pensieri, le sue vedute si poggiano su una Libertà più Grande, Assoluta, quella che il Signore ha donato a tutti gli uomini. Non è pertanto mia intenzione non rispettarla, tantomeno innescare dibattiti, con profluvio di argomentazioni, che il più delle volte sortiscono il solo effetto di mantenere gli interlocutori saldamente ancorati alle proprie convinzioni, dette appunto “inconciliabili”. Un caro saluto.
E.A.,
un caro saluto anche a lei. Concordo sulle sue osservazioni, mi limito a dubitare che i codici, le pandette e le novellae ecclesiastiche formatesi in lungo prosieguo di tempo rispecchino perfettamente lo splendore del Logos giovanneo: tutto qua.
Ben detto! Non la semplice nudità dei Vangeli, anche se solo quattro, perchè quattro sono i punti cardinali o le ruote angeliche della Gloria di YHWH, a detta di Sant’Ilario, ma anche e soprattutto il rivestimento della Chiesa, che si basa su quelli che ha scelto, come un circolo vizioso! E che rivestimento sacramentale e dogmatico fino a fare Dio non solo cristiano, ma un “cattolico e romano”.
Trovo l’intervento del cardinale molto chiaro ed equilibrato. Direi ineccepibile.
Sottolineo questo passaggio:
“Inoltre, l’”insegnamento degli apostoli” (At 2,42) sotto forma di confessione della Chiesa non è un sistema di pensiero qualsiasi con cui il normale cattolico non ha nulla a che fare, ma la Parola di Dio che crea la salvezza e risveglia la fede, che è data alla Chiesa nella parola apostolica dei vescovi e dei sacerdoti (cfr. 1 Tessalonicesi 2,13)”
E cosa fa Francesco, vescovo di Roma, e papa, di diverso, se non fare e dire come Cristo: imparate da me che sono mite ed umile di cuore ed il mio peso è soave e leggero? Vi sentirete sollevati, incoraggiati e rinvigoriti. Non l’uomo è fatto per il sabato, ma il sabato per l’uomo. E Dio è il Dio di Tutti e Tutto.
“E cosa fa Francesco, vescovo di Roma, e papa, di diverso…”
Rende culto, pubblico tra l’altro, a pachaname ed altre divinità sataniche, per es. Insomma niente di che!
Niente di che, GAETANO2, caro!
È proprio Dio in persona (EL YHWH) che impone: “Non avrai altri ELOHIM (Dio) all’infuori di me”.
Nella sua onniscienza un Dio ammette che non è solo.
A meno che l’uomo non tergiversi tra fantasmi pazzi.
Adesso spiega tu se ti senti in grado. Anche la Trinità (trias), si stabilisce che è un solo unico Dio, ma in 3 persone. Non sono le persone che sono in Dio unico, a renderlo riluttante alla normale ragione umana, ma la numerazione matematica 3, squalificata dalla ineffabile Infinità del Dio unico. Lo avevano capito i tre grandi dottori e Padri della chiesa Cappadocia, insegnando che questo 3 non è un numero della matematica. Lo aveva implicitamente scritto Filone alessandrino: di Dio si può dire solo che È è niente altro. Ebrei ortodossi e mussulmani son tutti senza ragione e senza fede in Dio?
Ridicolo, penoso, per non dire INDEGNO, il fatto che Muller cerchi ancora di difendere Bergoglio presentandolo come povera vittima di manipolazioni altrui. Ma basta, via!
E poi dice di voler difendere la Verità…
Concordo! Sì, sì, no,no tutto il resto viene dal maligno!!!!
Bergoglio non è vittima ma rappresenta la punizione divina per esserci allontanati da Cristo e dal Vangelo! È uno strumento al pari di Giuda…entrambi necessari per il trionfo di Cristo, per separare la pula dal grano per sconfiggere il maligno attraverso le enormi sofferenze che questo falso pastore provoca ai cristiani fedeli che stanno espiando al fianco di Cristo sul Calvario per la salvezza del mondo
Nessuna polemica, ma solo desiderio di verità e di bene per le anime, anche quelle dei nemici.
Il Card. Muller attribuisce a S. Roberto Bellarmino, in merito alla possibile deposizione formale di un papa, una categoricità impropria, pur comprendendo bene lo spirito dell’impianto a tutela del papa contro eventuali “maggioranze” (conciliarismi) a lui ostili.
L’attualità infatti esula dall’ipotesi suddetta, perchè la fantasia della storia propone uno scenario più intricato del tentativo di prevederlo qualche secolo addietro.
Trascurando per ora il perchè Benedetto XVI abbia deciso di fare quel che ha fatto (ma sarebbe da indagare meglio dai signori Cardinali) e trascurando il contesto curiale/ecclesiale (non privo di aspetti penalmente inquietanti) almeno da papa Luciani in qua, non è che la “scelta” dei Cardinali caduta su Bergoglio nel 2013 potrebbe essere stata anomala?
Suggerita non dallo Spirito Santo, ma da altro spirito?
E che il Bergoglio si sia insediato con quello spirito?
Se l’ha nominato Cristo, perchè lo disturba esserne Vicario al punto da cancellare il titolo dall’annuario?
Il Cardinal Muller dice: … “è nominato da Cristo SE ha accettato l’elezione ed è Vescovo di Roma per consacrazione e quindi successore di Pietro”.
In questa frase, qualora il SE venisse meno, non c’è la situazione inedita che sbroglia la matassa? Forse quella che invece l’UDG -in tempi recenti- previde possibile?
Certamente ogni fedele non è tenuto a bestemmiare se il papa dovesse emettere una norma che impone la bestemmia, ci mancherebbe… Qui però la situazione per i Signori Cardinali è un po’ più delicata e sfumata: dovrebbero porsi delle domande sulla legittimità con la quale non si è giunti alla bestemmia, ma ci si è prossimi.
Non mi scandalizza l’eresia di chicchessia, ma temo l’incapacità di poterla stabilire da parte di chi la sente!
Far finta di niente perchè lo dice una norma (interpretata) ricorda la situazione farisaica che vorrebbe impedito di fare il bene in giorno di sabato. Gesù chiese: chi tra di voi, avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? … un uomo vale molto più di una pecora! E forse il bene delle anime vale molto di più di un rigidismo interpretativo, in presenza di molti appigli per riprendere in mano tutti gli ultimi dodici anni, almeno.
Non mi scandalizza l’eresia di chicchessia, ma temo l’incapacità di poterla stabilire da parte di chi la sente!”
Il punto esclamativo finale mi lascia intendere che il “temo” possa anche essere inteso come ” non e’ più’ tollerabile ….”
Concordo.
La SIGNORA DI TUTTI I POPOLI auspica la “comunione fra i veri fratelli e discepoli di Gesù”, fra i quali, mi sembra, annovera senz’altro se stessa.
LUCIA BUTTARO, ponendosi sul versante opposto, si annovera anch’essa (si evince da quanto scrive) tra gli appartenenti alla vera Chiesa.
E questo non è che un esempio delle dispute, anche piuttosto aspre, che impazzano fra cattolici tanto ecclesiastici quanto laici.
Detto alla romana: che volemo fa’?
Non so se qualcuno ha mai visto la cicuta, erba di potente azione, magari sui bordi di correnti d’acqua, ma lei la conosce bene, ne rappresenta ad ogni effetto la tintura madre venefica. Bene, coloro non l’abbiano mai vista, sappiano che la abbiamo anche qui fra i blogger. Nel nostro blog si trova dappertutto, in ogni nuovo articolo: è come il prezzemolo, assomiglia a questa essenza ma non da sapore con post intelligenti ma ne ha l’aspetto esteriore, ingannatore, direi.. bergogliano.
La cicuta che si presenta qui, con la sua letale presenza, offende il lettore, ironizza su chi si esprime, maligna senza nesso, critica senza pietà, si intromette fra chi colloquia, dissacra la povera fede altrui e alla fine disgusta. A chi esprime una idea il suo veleno la amareggia, a chi chiede lumi li confonde, a chi ha una ipotesi la irride.
Vive nel blog succhiandone le forze vitali e, se non scrive articoli senza nè capo nè coda, fingendosi “erba matta” per non pagare il dazio ma tutti regolarmente pubblicati, legge e critica e l’unico apporto che da è un’ironia amara e cattiva che disprezza l’animo del malcapitato. Velenosa, la sua presenza è deleteria: come la cicuta più letale disgrega e cerca di corrompere il corpo così questa pianta indigena cerca di colpire l’animo di chi legge, con critica passiva e inconsistente, senza dar motivazioni e analisi logiche, pronta solo a cogliere in fallo o a inventarlo per stuzzicare e offendere: il veleno disgregatore della logica è la sintesi del suo essere senza umanità, che al minimo è irridente e sbeffeggiante ma sempre costantemente senza carità. Un essenza amara già persa prima della perdizione, morta prima di morire, insofferente d’amore senza saperne soffrire.
A Napoli si dice: “è quello che è!”
Che ci fa un alcaloide fra i cristiani?
Una reazione da vera “signora di nessun popolo” che la dice lunga.
🧐
Vedo che sono sola, certo!
Ma sola contro chi? Contro chi, ferito dalla mie parole non difende se stesso dimostrando la sua innocenza? Non ritratta il livore espresso contro i papi? Non ritratta le sue irrisioni di questi anni vs chi scrive ma colpisce me, non argomentando con una chiara contro-risposta, o, senza fede, chi dice che la “differenza fra un Papa e un uomo è la sua veste bianca”? Ma chi può bestemmiare su un blog cattolico apostolico? Mio Dio Tosatti perchè permette questo? Questa è una affermazione da anatema o si spera che passi assieme all’invettiva vs di me e la verità sembri meno vera? Forse nel mondo è così, ma non nella giustizia che dovrebbe vivere intensamente un cristiano vero.
Ma resta purtoppo per voi la verità: chi parla male del Papa offende un Dio perfettissimo e offendere me, che lo faccio notare, non equivale a chiedere perdono a Lui e scusarsi pubblicamente come pubblicamente ha ardito scrivere.
Oltre quanto sopra, ricordo che chi, perduto il tempo da seminarista o dimenticati i doveri da battezzato, chiami pubblicamente “vile” un Papa e apertamete lo denigri nelle sue precipue attribuzioni, come ha fatto qui, oltre a pronunciare una bestemmia, di cui risponderà a breve nel fine vita, è però anche destinatario dei provvedimenti previsti dal codice canonico di cui agli art.1365, 750 e 752, 1368 e 1373 e se dipendesse da me li irrogherei su voi.
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Alla sig. Adriana non rispondo a tono e potrei, pur essendone capace, ferirla ma farei a lei quello che si fa a me… che non dimentichi che spesso sono chiamata a difendermi e… mi è bastata dire la verità. Ma vorrei invece ricambiare la sua stizza solo con dolcezza e stima quale lei merita da ospite storica di questo blog. Credo che alle sue domande si possa rispondere richiamando il “Dei verbum”, che -preciso- è legge per noi. Però la invito di cuore comunque a rimanere lungo il solco di Pietro, poichè è di fede che solo il Papa e gli altri Apostoli se uniti a lui, servono con perfezione la volontà di Iddio e la insegnano infallibilmente su questa terra… non vale la pena deviare per far dispetto a me.
Il rispetto poi delle decisioni che un amico (ma qui forse tutti i battezzati si chiamano amici ma non certo nel senso evangelico) nella sua libertà si perda (nel senso cristiano di “perdersi” e non nelle sue elugubrazioni umane tese alla critica della ragion divina) non giustifica il nostro stare a guardare immobili. Io ho fatto il possibile, anche tempo addietro, ma nessuno ha saputo leggermi in un contesto fraterno, seppur necessariamente incisivo e figurato: all’amore non si può obbligare, tantomeno a capirlo, segno che non bastano il catechismo, i seminari e i Sacramenti se manca la buona volontà.
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E per ultimo a chi si finge matto. Che non dimentichi che sono stata spesso oggetto dei suoi lazzi e che mi ha saturato con la sue malignità. Come le brucia essere chiamato cicuta… Sarà che libera l’anima dal corpo ma è un veleno tremendo e uccide!
“Entro e non so dove entro
resto nell’insipienza
trascendo ogni scienza”.
La sua vita Sig. Nippo non può accusare una “notte oscura”, perchè credo leggendola che lei non abbia mai amato Cristo, tanto da trovarsi vicino alla disperazione da non sentirLo e, avendo rifiutato il Suo amore, parla e scrive con quello che gli rimane, l’odio e l’indifferenza per chi ama. Come fanno i cattivi, non i pazzi, è citare una frase estrapolata ad arte (ora espressa da un santo) che seppe soffrire, credo, e rifiutare le cose che era facile avere per la sua anima. Ma lasciamo al lei le interpretazioni che feriscono la santità che lei non ha, io non ho abbastanza grazie.
Questo è ancora una volta modus operandi di chi corrompe volontariamente la verità e usa le parole, non per esporre una domanda o un dubbio ma per confondere e far deviare un pubblico che legge: non è un dispossente mentale; non un disilluso ma un illuso perchè dimentica che non prevvarrà.
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Circa il tema (principale)del card. Müller e della sua inerzia nei confronti di un Papa illegittimo, di un antipapa che è un comune mortale, è chiaro che costui rimane solo da scacciare dalla poltrona. Certo ci vuole coraggio e fermezza: chi si pone in questa situazione di denuncia, non solo dichiaratoria ma di combattimento reale contro forze molto grandi deve essere un vero uomo, e pur se “capiti” un eunuco per ragion di fede, non può esserlo per forza morale. Ma si noti qui come altrove: è più facile parlar male di un vero papa morto, anzi dileggiarlo, piuttosto che dire Bergoglio NON È PAPA! Dove sono i veri uomini? Speriamo nelle donne allora? Può essere.
Ritengo il tema concluso per me, non risponderò oltre.
Cara SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, invece io la sfido ancora proprio sulle dimissioni di Benedetto XVI, che non ha avuto il coraggio di rimanere in Cattedra, la cattedra di Pietro, e gridare la vera dottrina cattolica di sempre fino alla consumazione di sé.
Benedetto XVI sapeva benissimo, e fin da cardinale, che erano in atto autentiche deviazioni dottrinali che confondevano e deviavano i credenti. E venivano proprio dall’interno della Chiesa cattolica.
Per spiegarmi cercherò il modo più breve e chiaro possibile, ma devo una premessa sul termine “cattolico”.
Premessa: il salmo 24 al versetto 1 spiega con la massima precisione e senza ombra di dubbio il significato della parola “cattolici”.
Essi sono secondo il greco della LXX “οἱ ϰατοιϰοῦντες”, cioè gli abitanti dell’Universo [A YHWH la Terra come la totalità di Universo e gli abitanti in esso].
Scriveva il card. Carlo Maria Martini in “Conversazioni notturne a Gerusalemme”: “Non puoi rendere Dio cattolico. Dio è aldilà dei limiti e delle definizioni che noi stabiliamo”.
Il 1°ottobre 2013 Eugenio Scalfari pubblicava questa frase pronunciata da papa Francesco: “E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio”.
Ma se noi leggiamo il catechismo di Matteo Ricci, che venne pubblicato, al posto di quello del precedente gesuita Michele Ruggieri, nel 1603 riporta: “Chi non ha mai alzato gli occhi e guardato verso il cielo? Così facendo, non c’è nessuno che non sospiri silenziosamente dentro di sé e non dica: “Deve esserci sicuramente Qualcuno lì in mezzo che lo governa!”. Questo Qualcuno non è altro che il Signore del Cielo, il quale nei nostri paesi di Occidente viene chiamato Deus”. Poi il catechismo prosegue con l’accenno alla “incarnazione del Signore del Cielo” ma non riporta né lo scandalo della croce, né Gesù Cristo risorto da morte e glorioso, come osservò anche Pascal.
Mancano quindi due verità fondamentali.
Ciò nonostante papa Benedetto XVI nel 2010 presentò Matteo Ricci, come “un caso singolare di felice sintesi fra l’annuncio del Vangelo e il dialogo con la cultura del popolo a cui lo si porta”.
[“Signore del Cielo”. Viene in mente la triplice invocazione nella Turandot pucciniana].
Insomma ciò che pareva follia ai gentili e scandalo ai Giudei, le uniche cose che Paolo dichiarava di conoscere, i gesuiti sembrano ignorarle e da tanto.
Ma sicuramente non le ignorava la teologia di papa Ratzinger. Perché non ha resistito? vien normale chiedersi. Ma sulla non cattolicità romana del Dio, Signore dell’Universo, non ci sono spazi al dubbio.
“Qualcosa scricchiola” diceva un amico docente invitato da Ratzinger a cena.
Mi pare un po’ troppo severa la sua analisi. Penso che Enrico sia un disilluso. Uno che pur avendo frequentato ambienti tradizionali molti anni fa ha poi proseguito la sua strada verso altri lidi. È cattolico? Difficile dirlo. È cinico? Quel tanto che gli deriva dalla sua disillusione. Anch’io spesso non mi trovo d’accordo con lui in tutto o in parte, ma non penso che sia una persona cattiva, ma insofferente alle certezze.
Il dottor Tosatti lo ospita perché questo è un blog sulla Chiesa cattolica, sicuramente orientato nel senso dell’ortodossia dottrinale, ma non in modo tale da impedire che altre opinioni vengano espresse.
Caro don Ettore,
perdoni,ma…la sua mi sembra tanto una “excusatio non petita…accusatio manifesta” ( del reo ).
Capisco il suo desiderio di “mota sedare”, ma, forse, non si è accorto da quale parte
-sedicente cristianissima, autorevolissima e cattolicissima- provengano i tellurici “mota”.
Cara Signora,
deve ricordarsi di rinnovare la sua scorta di fiammiferi…li ha consumati tutti nei suoi roghi prediletti.
Cara Adriana, una vera amica è a volte pari ad una madre quando vede soffrire un amico. Adriana non guardi alle parole incisive ed inclementi che hanno descritto quella essenza da luoghi umidi, ma guardi alla sostanza delle situazioni di chi frequenta il blog e sappia leggere fra le righe della tassonomia di Enrico.
Le direi: basta con il suo istinto materno, ma le farei violenza chiamandola a rinunciare a ciò che di bello permette ogni donna di volare sopra dei limiti dell’uomo. Una madre ama anche un figlio delinquente ed assassino ma non lo giustifica e non tace, anzi desidera la sua morte fisica piuttosto che quella eterna, dell’anima… Una amica deve cercare sempre un bene superiore e dunque se ama questo falso prezzemolo, non sorrida ai suoi lazzi, non trattenga i suoi basta! Una amica certo accetta i difetti dell’amico, ma non la cattiveria, spesso qui gratuita e dunque ingiusta; allora lo corregge e lo avverte, gli apre gli occhi col suo amore. Se vera amica in Cristo lo sprona al rispetto dell’altro, che è il primo step del Vangelo dell’amore fra fratelli, o dimentichiamo che ogni regola di vita deriva dai due principali: amar Dio e amare il prossimo?
Non ho bisogno di zolfanelli, un fuoco -forse sulfureo- per autocombustione si è già acceso sotto le ancora libere membra di Enrico, che non è legato da funi alla sua morte spirituale sul rogo e che può evadere ancora dal suo destino, che rattrista pure me.
Ma, alla sua irriverente malignità di uomo inquieto che riversa ingiustamente sugli altri, occorre dire basta… ne son piene le fosse… e che egli lo sappia, perchè per ogni lettore bastano i mali che già lo affliggono ogni giorno.
Grazie cara.
—-
Rispondo con un “preghiamo” a don Ettore, perchè questo fratello veda nelle nostre parole, per i suoi tormenti interiori, la ns tristezza per lui e la ns speranza che scopra, che voglia scoprire amore… anche anche se non riesce a scorgerlo nel ns rifiuto al suo modo di agire.
Carissima SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, ho sempre difeso le donne, che di per sé non avrebbero neanche bisogno di difesa, ritenendo il maschio meno “sensibile” diciamo così o forse non altrettanto estesamente sensibile in rapporto all’infinito “mistero” di una Natura sensibile; lo trovo un poco più stupido della donna; ma lei la spara tragica: “Una madre ama anche un figlio delinquente ed assassino ma non lo giustifica e non tace, anzi desidera la sua morte fisica piuttosto che quella eterna, dell’anima… ”
Questa non è umana reale sensibilità, neppure quella creata da un supposto Dio creatore, ma un mettersi al posto di Dio e Dio quos vult perdere dementat. Non lo dico io, ma la Parola di Dio che lei fa intendere di conoscere bene e si pone a difesa. Ma non vede come la Storia documenta che dal desiderio si è passati all’atto? Salvare il depositum fidei, quanti autodafè son costati!
Me lo lasci dire: Dio è Amore. Totale Amore.
Cara Signora,
parafrasando la discutibilissima Gioggia ( non Gioia ),
potrei dire: “Sono una donna, sono una madre, sono cristiana”…e saremmo alle consuete ipocrisie…Aggiungiamoci pure il “sacro dovere dell’amica”
che qua somiglia al dovere della Cavernicola di B.C. di randellare il povero Ser-pente appena sente qualcuno pronunciare la prima sillaba del nome temuto
Non ritengo indispensabile considerare i lettori di questo blog come appartenenti a un kinderheim di “diversamente normali”, bisognosi di sorveglianza da parte di spietate Crocerossine (molto simili a quella capo-infermiera che domina i pazienti in ” Qualcuno volò sul nido del cuculo”, e che però amano presentarsi al mondo fregiandosi dall’ altruistico “blasone” di Flora Nightingale.)
Da ultimo…la cicuta: erba preziosa per aver dato sollievo a tante sofferenze, ma, soprattutto, per esser stata strumento -provvidenzialmente necessario- alla esaltazione della altezza morale di Socrate: il filosofo più equilibrato, umano e grande della storia.
La cara “SIGNORA DI TUTTI I POPOLI” propinandoci una lezione sulla cicuta, così si esprime:
“come la cicuta più letale disgrega e cerca di corrompere il corpo così questa pianta indigena cerca di colpire l’animo di chi legge, con critica passiva e inconsistente”.
Socrate insegna del grande beneficio della cicuta più letale che sciogliendolo dal corpo, liberava il suo animo da ogni altra peggiore razza di cicuta dottrinale inconsistente e passiva.
In Seminario mi insegnarono che quel Dio che mi creò senza di me non può salvarmi senza di me.
Rex tremendae maiestatis qui salvandos salvas gratis, salva nos omnes fons pietatis!
«[…] La posizione del Suàrez […] può essere riassunta così:
«[…]
[…] Se il Papa diventa eretico ed è incorrigibile, può venir giudicato dalla Chiesa, o per mezzo del Concilio generale, o per mezzo dei concili provinciali, dopo che consti dell’accordo di tutti [‘De fide’. disp. X, sect. VI, 8]. La sentenza conciliare non porta pregiudizio alla suprema autorità pontificia; essa è soltanto una ‘sententia declaratoria’ con la quale il Papa è giuridicamente dichiarato eretico e quindi indegno del Sommo Pontificato […].
«Se il Papa eretico dopo l’ammonizione si penta, non può essere deposto: lo può invece, se è recidivo o troppo contumace [‘De fide’, disp. X, sect. VI, 11] […].
«[…]
«Finalmente se solo esternamente, costretto con la violenza, se mostrasse eretico o idolatra, ritenendo la fede interna, non potrebbe essere deposto se prima della sentenza facesse penitenza.»
(F. Spanedda, ‘L’ecclesiologia di Francesco Suárez’, Sassari 1937, pp. 82-84.)
Gentile dott. Mendonca, dovrebbe essere ormai chiaro quello che dice Müller ribadendo i concetti ripresi dalla “Pastor aeternus” sui quali non si possono opporre opinioni differenti e da quello che dice lei, citando Suarez: il concetto di “Papa eretico” è solo una ipotesi di scuola e la realtà di 2000 anni di Papato ci dice chiaramente che un non è mai esistito un pontefice eretico nè quindi potrà mai esserci.
Perchè è evidente che il Munus, concesso dal Cristo, è a tutti gli effetti un sacramento “speciale” (mi si permetta una analogia imperfetta) donato da Dio senza ministri celebranti ad un uomo, legittimamente eletto da altri uomini, che prima abbia accettato tale nomina e che abbia in se le caratteristiche dell’elettore passivo e non sia escluso nel Corpo Mistico (scomunicato).
La straordinarietà della questione è quella che segue. Da un lato abbiamo un pampero qualunque, messo su un trono da una organizzazione scomunicata ex se per inciuci preelettorali, impostasi in una contingenza storica e con un Papa teologo di prima luce, latinista eccelso e conoscitore dei sacri segreti, cosciente di fatti e nomi dell’inferno vaticano.
Da un’altra abbiamo un Benedetto che volente o nolente, cosciente o incosciente, ( secondo le vv. interpretazioni eterogenee) di fatto non ha potuto, non ha dovuto e non ha voluto privarsi del Munus e -sempre in stato di grave costrizione morale e forse sub minacce fisiche- ha ceduto obtorto collo (costretto ma non privo di un residuo di autonomia decisionale) il solo esercizio del potere petrino, (e questo deve ammettersi indipendentemente dai vv. processi interpretativi sulle sue intenzioni e sui modi operati, certamente inediti).
La essenza della questione, fatto su cui si glissa qui e altrove, è che se il Munus non è stato DI FATTO ceduto (e sulla declaratio è ben chiaro, ma anche leggere è impossibile per chi non vuol vedere) allora in ogni caso, ogni nuova elezione papale e ogni candidato eletto NON SONO VALIDI.
Bergoglio NON è Papa e dunque non si deve cincischiare, con argomentazioni dottrinali meramente teoriche e non adattabili de quo, sul fatto che un papa falso non possa essere buttato fuori da un Concilio di vescovi e cardinali, che sarebbero assurdamente a lui in subordine… Trattandosi non di un vero papa ma addirittura di un individio, cristianamente apolide, FUORI DELLA CHIESA, Bergoglio è un signor nessuno, un impostore peraltro in male fede, oltre che adoratore satanico.
Come può Pietro costituito, scelto, quale prima pietra sulla quale Cristo fonda la Sua Chiesa,
ridare, restituire il dono (Munus) al Cristo che glielo ha dato ed è stato a sua volta accettato?
Certo può, ma l’ingratitudine e l’offesa al Cristo sarebbero di una empietà e scandalo unici, a meno che non si trovasse nell’impossibilità psichica e/o fisica di poter esercitare l’uso delle Chiavi.
Ma se un papa, invece, rinuncia solo all’esercizio del suo alto ministero, uso delle Chiavi (Ministerium), per un aspetto si può ben comprendere il trattenersi il dono (munus), sul piano strettamente personale; ma per un altro aspetto (sempre che non si invochi incapacità fisica e/o pischica) mi sembra solo viltà. La sede impedita è solo un pretesto non un argomento valido.
Se i cardinali sono chiamati a versare il loro rosso sangue per il papa, il papa per primo deve versare il suo per Cristo e tanto più se gli stessi cardinali, venendo meno al loro vincolo di fedeltà, gli impediscono di esercitare quel “ministerium” suo proprio ed unico conferitogli da Cristo in uno col dono, munus.
Non vale ritirarsi in Vaticano. Non doveva scendere dalla cattedra di Pietro, anche se i congiurati commettevano il sacrilegio di strapparlo dalla cattedra. In questo caso si sarebbe visto dove stava Satana e dove il calcolo e la viltà.
Il veleno può essere un farmaco, ma iniettato endovena quasi sempre è letale. Vile è chi fugge, non chi resta. Se però resta e muore naturalmente, chi gli succede e’ regolare. Invece in questo modo il subentrato poggia sulla sabbia e la fanghiglia. Ci vuole tantissimo coraggio, a restare così.
ANDREOTTIANO caro, lei gioca con le parole. Quel restare in Vaticano è un ancor più vile camuffare secondo umana debole natura che non voleva restare in cattedra per paura….del martirio autentico per Cristo, vero capo della Chiesa.
“….mi sembra solo viltà. La sede impedita è solo un pretesto non un argomento valido. Se i cardinali sono chiamati a versare il loro rosso sangue per il papa, il papa per primo deve versare il suo per Cristo e tanto più se gli stessi cardinali, venendo meno al loro vincolo di fedeltà, gli impediscono di esercitare quel “ministerium” suo proprio ed unico conferitogli da Cristo in uno col dono, munus.
Non vale ritirarsi in Vaticano. Non doveva scendere dalla cattedra di Pietro.”
Incredibile….ma vero🤗…sono d’accordo totalmente con lei, Rolando, e la ringrazio di questa chiara sintesi che sembra tanto ostica da capire ai piu’.
Tre sono i momenti della “rivelazione” del Pastore Tedesco e papa Benedetto XVI.
1) primo atto: omelia pro eligendo sommo pontefice + secondo atto: omelia dell’Incoronazione.
2) rinuncia del capo della Chiesa Docente a rispondere alle domande della Chiesa Discente alla Sapienza. Un grande teologo e papa non confessa Cristo, via, verità e vita ai sapienti del moderno areopago.
3) dimissioni equivoche con il motivo dell’età e delle relative forze, quando ben sapeva quanto scrive Cicerone: “seneptus ipsa morbus est” e quanto fece il centenario vescovo e martire san Policarpo che salì sul rogo da solo per amore del Cristo suo Capo.
Gesù (o chi lo ha scritto per lui) invitava a leggere i segni dei tempi.
Egregio Rolando, la sua opinione, che si riassume in “esser pronti a dare la vita” è logica ma poco sensata e troppo frettolosa, ed è quella che qui, anche il Gen La Porta, implicitamente spesso formula nel definire Papa Benedetto come un vile, un traditore.
Se vediamo al nostro dolcissimo Gesù, ebbene per quel fine “redentivo” certo, ce lo dice lui stesso, specie in Giovanni ev., occorreva che fosse innalzato per la salvezza dei peccatori e non allontanasse il calice amaro che lo attendeva… solo in questo modo cruento avrebbe attratto tutti a se!
Ma il compito di un Papa vero non sta nell’accollarsi i peccati del mondo ma di portare in cielo le pecorelle affidategli.
…sono sincera anche io ero sgomenta: avevo prenotato (era disponibile solo in tedesco) anche il corposo “Una vita” di Seewald proprio per capire il perchè chi “mise mano all’aratro sembrava si fosse volto indietro”. Ma non fu così. Benedetto non tradì, non fu vile, ma combattè fino in ultimo da vero Papa, la giusta battaglia per lui, per il suo vicariato, per le sue pecorelle.
Non era il Cristo, per il quale era prevista dall’inizio dei tempi la Sua morte ma era il Pietro della Chiesa degli ultimi tempi, momenti unici in cui un Papa dotato di grande fede, tanto grande quanto la sua speranza, era destinato un altro martirio lunghissimo temporalmente, durissimo nella fatica apostolica e di grande sofferenza fisica e psichica per le minacce e le tensioni subite. Forse non fu cruento, sempre se non subì anche questo con una punturina sul finire del 2022, da un caro amico di Keirot per ordine del Ministerium: ai posteri la verità…!
Spero che lei non sia come quel militare che non capisce, per istruzione data ai cadetti per la guerra, che le virtù eroiche di un martire cristiano non sono necessariamente sempre quelle che vedono gocciolare il sangue in un combattimento visibile o dopo una violenza fisica. Benedetto invece combattè invisibilmente e fu violato nello spirito e nell’anima e fu martire nel suo spirito per tutto il suo pontificato, compresi gli ultimi 10 anni, in cui il suo Dono fu sempre esercitato perfettamente e il male fu limitato e sconfessato ed oggi anche svergognato.
Io non ho mai nominato sul Blog (s. e o.) il dott. Cionci perchè alle mie conclusioni ci sono arrivata da sola e senza conoscere il suo “codex”, se non a posteriori. Ma mi ritrovo pienamente nella logica delle sue, essenziali e che combaciano con la mia fede o se si vuole con il mio cuore che le ha sentite autonomamente.
Il discorso è lungo e nessuno dovrebbe fare affermazioni se prima non esamini i motivi che portarono Benedetto, partendo dalla conoscenza intergrale dei segreti di Fatima e dalle azioni di decenni del pontificato di G.P. II, a costruire un modus operandi nel momento in cui sarebbe stata presa la decisione di eiettare fuori, non se stesso, ma la falsa chiesa massonica insediata in Vaticano (e in tutto il mondo), fuori dicevo, dalla vera Chiesa di Cristo, scoprendola, evidenziando le zizzanie fra il frumento ( Cionci direbbe con precisione:”scismandola”). Il piano costruito ad arte in 2 pontificati fu messo in azione, tirando la leva di emergenza che catapultò la chiesa assatanata (già scismatica di fatto) in zizzania matura, pronta per essere tagliata e gettata nel fuoco eterno.
Quello che non poteva essere ceduto al Nemico fu la consacrazione divina a Pontefice: il Dono divino!! Il Munus, per gli idioti e superficiali che non si accorsero di nulla, ciechi come quelli che hanno gli “occhi aperti”, i “matti” per satana, i vari “don Diego de la Vega”… essi non sapevano (e non sanno) cosa fosse: in fondo il loro target era solo prendere il potere. Le scimmie di Dio pensarono che le loro pentole potessero bollire senza coperchi.
Se Benedetto avesse abdicato veramente o si fosse fatto uccidere, cosa avrebbe protetto? …chi avrebbe confermato nella fede? …a chi avrebbe ostacolato i piani di far perdere il gregge? Il Munus, se B.XVI fosse stato abdicatario, non sarebbe più disceso su un papa onesto (però formalmente eletto!!) che non avrebbe dato con se stesso il consenso di fare “cio che vuole la Chiesa” e di difendere le pecorelle ma avrebbe accettato la nomina solo con l’intenzione di ucciderle: avremmo avuto un Bergoglio formalmente papa ma vero lupo in veste bianca di agnello.
Se Benedetto invece si fosse fatto uccidere allora il suo Munus sarebbe stato ucciso con lui e un Bergoglio come il primo citato, con le zanne e artigli, lo avrebbe sostituito.
Quello che fa un vero Papa, per la salvezza della fede è sempre perfetto e giusto, caro amico. Se Benedetto tirò la leva di emergenza, pronta da tempo per la salvezza della vera Chiesa, vuol dire che era arrivato il momento giusto per farlo.
Sappia che nessun vero cattolico mette in dubbio un vero papa, non gli attribuisce epiteti vergognosi e falsi, perche sa con certezza che opererà sempre, senza defezione dai suoi doveri, per difesa della morale e senza diserzione dalla fede (eresia). Perchè questo ingiuste offese da caserma, a chi non può guardarti negli occhi? Chi sosterrebbe lo sguardo di Benedetto se ora fosse vivo, un militare coraggioso, una persona leggera? Perchè insultare il Suo Vicario è grave offesa a Dio per primo, ingiusta e ingrata, principalmente perchè mette in dubbio la Sua azione perfettissima nella storia che ne piega le sorti al Suo volere, non a quello umano.
Cara Signora,
ma come la mettiamo con Gregorio Magno per cui il Papa è “Servus servorum Dei”, e con Yeshua che in Marco
(9, 30-37), afferma: ” Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti. “? Di tutti… NON di un gruppetto di pre-salvati ( o che si ritengono tali per esser rimasti in pochi, come- con un certo nefasto scetticismo- aveva supposto lo stesso Ratzinger ).
Io non so e neppure voglio entrare nell’animus di Ratzinger, solo Dio può farlo. Avrà sofferto? Oppure si sarà rilassato? Mistero umano. So però che la Chimera a due teste è manifestamente opera sua, così come doveva essergli evidente che questa scelta
–emeritenziale- avrebbe portato al Kaos, per quanto ligio alla tradizione fosse stato il suo successore…e compagno di Consolato.
Lei Signora confonde il papa con Dio . Gli accolla le medesime onnipotenti perfezioni, ma poi lo differenzia totalmente dal Cristo, il figlio fatto uomo con queste parole: “Ma il compito di un Papa vero non sta nell’accollarsi i peccati del mondo ma di portare in cielo le pecorelle affidategli.”.
Mi dica un po’ come Cristo ha potuto aprire ai credenti le porte del Paradiso, senza prima redimerli col suo sangue! E come può un papa “portare in Cielo le pecorelle affidategli” se non fossero state redente?
E poi a cosa servono le chiavi, se non a sciogliere o legare? Troppa idolatria, troppa! Purtroppo neppure Dio avrebbe potuto dire: “non avrai altri dei (ELOHIM) all’infuori di me” se non ne avesse ammesso l’esistenza e non ne fosse stato geloso (arso di gola e con le narici di fuoco)! Ma di Dio, come scriveva Filone, oltre ammettere l’esistenza, altro non si può dire. Dei papi sì!
Sono uomini maschi umani come tutti gli altri, la differenza, come insegnava al piccolo Richard Feynman, il suo papà, sta solo nella divisa che indossano quando fanno il loro lavoro.
Cara SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, levami una curiosità: perché scrivi: “è evidente che il Munus, concesso dal Cristo, è a tutti gli effetti un sacramento “speciale”…”.
In effetti questo atto istitutivo di Gesù appare lampante più di ogni altro….
Un cristiano non è mai un cristiano emerito. Casomai un cristiano eretico o scismatico…
I sacramenti sono segni efficaci della grazia istituiti da Gesù Cristo per santificarci e uno solo è sulla Terra il Santo Padre, il dolce Cristo in Terra. Quindi il papa ha più grazia santificante di tutti…
Peccato che Gesù non sia stato tanto chiaro sui sacramenti. Tanto che Paolo, che non ha mai conosciuto Gesù, solo volando da Dio al terzo Cielo, col corpo o senza il corpo, non lo sa neppure lui!, ha osato opporsi a Pietro, viso a viso.
Sai, mi pongo questa domanda: dove voleva arrivare il grande teologo Benedetto XVI conservando il titolo, o istituendolo?, di papa emerito. Semmai veramente lo pensasse.
Non è assolutamente vero; di sicuro vi sono diversi casi in cui il pontefice può essere considerato decaduto dalla carica; es. nel caso di apostasia, nel caso di eresia grave, ostinata e manifesta, nel caso di incapacità psichica irrimediabile, ecc.
Il successore di San Pietro è la base non il capo o tiranno assoluto di un’entità che nulla ha più della Chiesa di Cristo.
Il suo è un potere-dovere derivatogli da Cristo per cui, nel momento stesso in cui si ribella in modo palese e pervicace al capo e al fondatore, minando perfino l’esistenza stessa della Chiesa, il vicario deve considerarsi ipso facto decaduto. I cardinali, i vescovi, i sacerdoti e i fedeli debbono salvaguardare l’esistenza e l’onore della Chiesa e se il vicario la minaccia egli è già fuori della Chiesa. Mi pare che nessun dubbio possa esserci su questo.
Il card. Muller cita brevemente ma superficialmente il Bellarmino e non menziona le varie interpretazioni di costui sul tema del “Papa eretico”, descritte in più capitoli del “de romano pontifice”.
Muller se avesse letto a fondo l’opera avrebbe dedotto il motivo per cui nessun vero Papa può essere eretico, nè tantomeno apostata e quindi non riesce ad estrapolare razionalmente che la situazione del pontificato anomalo di Bergoglio è inconciliabile per nullità assoluta con un vero papato, molto più inconciabile di un papato anche solo dubius (nullus quoque).
In altre parole Muller, per mancanza di Grazia o deliberatamente, non riesce o non vuole fare 2+2 e realizzare che solo un falso Papa, cioè non regolarmente eletto, perchè privo dell’assistenza divina può scivolare verso l’eresia, privata e pubblica, continuata nel tempo. Di conseguenza non prende minimamente in considerazione che Bergoglio non sia stato eletto legittimamente, sia quindi privo del Munus per due motivi:
1- Benedetto XVI non ci ha mai rinunciato;
2- il Concilio elettivo del 2013 era comunque irregolare perché non doveva essere indetto oltre che per accordi di elettori in sede preelettiva ( S.Gallo) e invalidato per la conseguenziale partecipazione di cardinali oramai scomunicati latae sententiae (vds Universi Domin. Gregis).
Dunque Bergoglio da allora esercita irregolarmente l’ufficio senza alcuna investitura del Cristo.
La dimostrazione banale che Bergoglio non ha nè investitura nè relativa assistenza Spirituale è nella sua pubblica reiterata, pervicace eresia, che nel tempo peraltro non ha tenuto conto delle correzioni [filiali] in materia di fede e di morale.
Muller, se accenna correttamente al fatto che un Papa (vero) non è giudicabile da un Concilio riunito ad hoc, poichè tale organo collegiale sarebbe di grado inferiore però non vuol prendere in considerazione che un Papa, se falso, essendo fuori della Chiesa non ha alcuna valenza gerarchica.
Il cardinale, ancora molto di sfuggita, accenna che un pontefice, ammesso e non concesso che sia eretico, sarebbe ipso facto destituito dal Cristo ma non dice che in tale condizione, un eventuale Concilio costituito ad hoc ne potrebbe dichiarare, non la destituzione già divinamente decretata, ma l’allontanamento del falso Papa dall’esercizio dell’ufficio. Tuttavia correttamente precisa che mai si è trovato in passato e fino ad oggi (Bergoglio escluso, perchè non legittimo Papa) un Papa “eretico” nella storia della Chiesa.
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Da San R. Bellarmino: De Romano Pontifice, IV, cap. 6:
“È probabile e si può piamente credere che, oltre al fatto che il sommo pontefice non può errare come papa, neppure potrebbe essere eretico o credere ostinatamente a qualche errore nella fede come semplice particolare persona. Ciò è dimostrato principalmente perché è richiesto dalla dolce disposizione della provvidenza di Dio. Perché il pontefice non solo non deve e non può predicare l’eresia, ma deve anche insegnare sempre la verità, e senza dubbio lo farà, poiché Nostro Signore gli ha ordinato di confermare i suoi fratelli […].
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“Pertanto, chiedo, come potrebbe un papa eretico confermare i suoi compagni di fede e predicare loro sempre la vera fede? Dio potrebbe, senza dubbio, strappare da un cuore eretico una confessione di vera fede, come una volta fece parlare l’asino di Balaam. Ma questa sarebbe piuttosto violenza e per niente conforme al modo di agire della provvidenza divina, quella che tutto dispone con dolcezza. […]”
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“Ciò è provato in secondo luogo dai fatti, perché fino ad oggi nessun papa è stato eretico […]; allora questo è un segno che una cosa del genere non può accadere.”
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Resta da chiarire come mai Muller ( & C. ) eluda la verità ormai assodata nel non prendere in considerazione la invalida abdicazione di Benedetto e di non voler utilizzare la UDG per liberarsi dell’indesiderato ospite argentino.
Minutella (e Cionci, si presume) spara a a zero su Muller e Schneider.
E fanno bene a mettere i fratelli nella verità. È carità!
DANKE
Anche il cardinale Muller è una grande delusione. Prima sembra illudere e poi arriva a deludere. Anche il suo è un dire e non dire. Dice e contraddice. Sì ma anche un po’ no, e no ma anche un po’ sì. Ha stancato anche lui!
Nessun commento?
Cardinale Muller, bisogna riprendere gli studi di Bellarmino perché è arrivata l’Ora ed è questa di approfondire la Dottrina sulla infallibilità del Papa e sulla sua eventuale destituzione se si rivela essere Giuda.
La Chiave è nella Parola di Dio che va approfondita proprio in relazione al dialogo di Gesù con Pietro sul Monte Tavor: stai dietro a me SATANA perché tu non ragioni secondo Dio.
La Chiamata dei 12 comprende sempre un Giuda che rimane in mezzo al Corpo mistico di Cristo finché non lo tradisce per 30 denari ( A. 2039)
La Sposa di Cristo non può essere da meno del Maestro ma perché viva la Sua stessa Passione è necessario che ci sia sempre un Giuda che la tradisca!
Pietro , oggi, ha tradito palesemente Gesù Cristo, vero è che se Gesù fissa lo sguardo su di lui può sempre pentirsi e tornare a confermare i fratelli nella fede.
Ma l’Apocalisse di Giovanni , le profezie di Fatima , Cornacchiola quando ci avvertono che l’abominio della desolazione siederà sul trono di Pietro e che per questo tradimento della Chiesa Cattolica , alla fine del mondo, resteranno i DUE testimoni, senza citare Pietro, cosa ci dicono del destino di Pietro?
Dove due o più persone invocheranno il mio Nome io sarò in mezzo a loro!
La Chiesa Cattolica pellegrina non verrà meno ma il Papa e il clero devono essere purificati.
Quando B XVI ha spaccato il pontificato assegnando a Francesco il Governo della Chiesa Cattolica e a se stesso il titolo blasfemo di Papa Emerito, tra i due vi fu un accordo che Francesco ha definito in una intervista rilanciata recentemente da Cionci da perfezionare nelle modalità delle dimissioni ma comunque accettabile.
Si congratulava con l’Emerito per essere uomo “discreto”
A quale proposito?
In che senso?
La Verità è che entrambi hanno riformato in senso luciferino il PAPATO e , oggi, capiamo meglio che Francesco rinuncia a dichiarare se stesso Vicario di Cristo perché ormai, la falsa Chiesa Cattolica sarà uno Stato etico, con un Capo di Stato autoreferenziale che la Governa in un nuovo regno: il nuovo ordine mondiale!
Non si è trattato di un errore di valutazione ma della esecuzione di un progetto SATANICO nel quale la presenza dello Spirito Santo sarebbe stata fatta sparire da Ratzinger seppellendo il munus con la sua morte!
Dov’è la colpa dei Cardinali?
Non avere preteso la proclamazione della nullità del PAPATO Emerito e la scomunica di Benedetto XVI.
La fedeltà dei Cardinali avrebbe riportato Francesco alla fedeltà al Vangelo?
Si, e potrebbe essere l’unico modo per salvare l’anima di Pietro: vai dietro a me SATANA!
Cardinali Vescovi voi dovete avere il coraggio di ripetere a Ratzinger e Francesco: vai dietro a me SATANA!
Prendete la vostra Croce e seguite il Maestro Gesù Cristo!
Parola di Dio!
Mi meraviglio che il Signor Tosatti, pubblichi i suoi interventi nonostante siano pieni di bestemmie continue contro Colui (Benedetto XVI) che ha davvero rappresentato Cristo in terra e Cristo crocifisso.
E che mai ha revocato il MUNUS PETRINO
Spero verrà pubblicato anche il mio commento di filiale ammonimento filiale rivolto al Card Muller.
In cui spiegavo che la Chiesa non è un mostro bicefalo con DUE teste: Cristo e Pietro.
Ma che Cristo e Pietro formano un unico Capo infallibile della Chiesa.
E chi non crede nel DOGMA dell’infallibilita’ del papa stabilito da Cristo è eretico e scomunicato. (cat. Magg. N. 202)
Cara Sara, sono sempre stata d’accordo con i suoi incisivi post. Anche in questo caso lei ha ragione circa la cattiveria insulsa e neanche articolata in argomenti validi, usata nei confronti di Benedetto XVI… ma lasciamo scrivere una risposta a lui stesso, in materia cogente di dottrina e nella speranza che lo si legga con attenzione;
“Il Romano Pontefice è […] sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all’uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; […] Il Successore di Pietro è la roccia che, contro l’arbitrarietà e il conformismo, garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio: ne segue anche il carattere martirologico del suo Primato.”[…]La piena comunione voluta dal Signore tra coloro che si confessano suoi discepoli richiede il riconoscimento comune di un ministero ecclesiale universale […]La Chiesa Cattolica professa che questo ministero è il ministero primaziale del Romano Pontefice, successore di Pietro […]
La sig.ra Lucia Buttaro dovrebbe sapere che l’offesa portata ad un (qualsiasi) Papa (vero e legittimo intendiamoci) è fatta alla Chiesa stessa, al Cristo e alla Sua Sapienza innanzitutto: a Lui che ogni pontefice ha consacrato e voluto sul trono di Pietro e da Lui stesso istituito; ed è una offesa alla unità stessa della Chiesa che grazie al Pontefice si concreta senza soluzione di continuità nelle azioni santificanti dei sacramenti, non solo valide e legittime, ma pienamente operanti in Grazie e benedizioni sul gregge cattolico e nella precipua azione di custodia e conferma della Fede, che tengono vivo ed unito il santo Corpo Mistico.
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Quanto al dott. Tosatti, spero veda questi nostri post, non come critica alla sua gestione, ma come suggerimento fraterno, non teso a far cassare le opinioni di scrive, o per mettere ostacoli alla gestione del blog, ma per ricordare a chi scrive e chi fa scrivere di donare piuttosto un valore morale ad un pubblico attento, poichè queste pagine dovrebbero ricordare -con devozione- la dottrina e non negarla; altresì devono proclamare l’amore per il Magistero dei Papi (veri e legittimi) e non offendere il Cristo malignando sui suoi Vicari.
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Vero anche che io stessa qui ho subito un bella percentuale di censure sui miei post, certo non dolci ma non certo contro la Fede, veritiere e indirizzate agli scritti dei soloni, amici degli amici, ai quali forse qualcuno non può dire di no, ma che sono poi quelli che allungano le frange delle loro vesti e vogliono sedere nelle prime file dei blog, con citazioni e concetti che non mettono in pratica; quegli “occhi chiusi” alla carità, quelle menti farisee che predicano bene, quei “savi” che amano confondere la verità con ragionamenti contorti. Tutti quelli disquisiscono senza che però siano mai cassati.
Grazie se sarà pubblicato il mio desiderio di stare qui in comunione: quello fra i veri fratelli e discepoli di Gesù.
La ringrazio Signora di tutti i popoli per aver difeso la divina autorità del nostro Santo Padre Benedetto XVI che tanto ha sofferto con Cristo nel Getzemani e sulla croce del totale abbandono, per fare solo la Divina Volontà:
Salvare la Chiesa, permettendo al buon grano di crescere assieme alla zizzania (setta massonica dell’antipapa GMB) fino al tempo in cui Cristo separerà il buon grano dalla zizzania.
Per questo i veri cristiani, oggi più che mai, ricevono dallo Spirito Santo la luce per comprendere che devono uscire dalla Babilonia (zizzania) dell’impostore iniquo e rientrare nella Vera Chiesa di Cristo, quella povera e spirituale costretta a celebrare nelle catacombe.
E in effetti riguardo il primato di tutti i legittimi Sommi Pontefici, anche quelli conciliare e in particolare l’ultimo papa Benedetto XVI, nella bolla “Unam et Sanctam, papa Bonifacio VIII spiega che:
“… se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore;
◾ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà essere GIUDICATO SOLAMENTE DA DIO e non dagli uomini; del che fa testimonianza l’Apostolo: “L’uomo spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso NON È GIUDICATO DA ALCUN UOMO”, perché QUESTA AUTORITÀ, benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, NON È UMANA, MA SENZ’ALTRO DIVINA, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa inconcussa come roccia per lui e tutti i suoi successori, in colui che egli confessò, poiché il Signore disse allo stesso Pietro: “Qualunque cosa tu legherai…”.
◾ Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno che non pretenda, come i Manichei, che ci sono due principi (Cristo e Pietro); il che noi affermiamo FALSO ed ERETICO, poiché (come dice Mosè non nei principi, ma “nel principio” Dio creò il cielo e la terra.
◾Quindi noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Pontefice di Roma.
(quello stabilito da Cristo in un valido Conclave)!
Data in Laterano, nell’ottavo anno del nostro Pontificato, il 18 novembre 1302
E che papa Benedetto XVI si sia tenuto il MUNUS e sia rimasto l’unico legittimo successore di Pietro fino alla morte, lo dichiara lui stesso.
Questa la prova documentale:
https://youtu.be/jdHXf5jUV1M?si=mATyF0J1DjADL9uN
Continua a menare il can per l’aia. NOn ha alcuna importanza che sia eretico, il problema è che stato eletto a papa non morto e non abdicatario. E quindi NON E’ IL PAPA . E c’è la Universi Dominici Gregis che lo fa arrestare.
Comincio a crederci anch’io: l’albero si vede dai frutti e questi li vedo abbastanza marci… Ahime!😪
Completamente de acuerdo. Y añado que el mismo Monseñor Müller ha citado al Santo Cardenal y Doctor de la Iglesia Bellarmino expresamente: En caso de herejía manifiesta pierde automáticamente el Oficio.
Si allontani dalla Chiesa Cattolica perché le potenze degli inferi non prevarranno!
Lei è fuori strada e la invito a non intrufolarsi tra Cardinali Vescovi Sacerdoti fedeli perché terribile sarà la sua fine!
Parola di Dio