Il Siero a mRNA Può Provocare Danni ancora non Calcolabili. Studio di Nature.

16 Dicembre 2023 Pubblicato da 5 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione due elementi: il primo è un articolo inviatoci da un amico medico, e che abbiamo voluto far leggere e valutare dal nostro Arrendersi All’Evidenza, che ringraziamo di cuore per la generosa disponibilità, e di cui trovate più in basso il commento. Buona lettura e condivisione. Come sempre, i media mainstream, LorServi di LorPadroni, muti…

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IL VACCINO mRna PROVOCA LO SLITTAMENTO DEI RIBOSOMI.
E questo causa danni INIMMAGINABILI.
Uno studio pubblicato su Nature
mostra che l’mRNA del vaccino danneggia la sintesi proteica.
1) LA 1-METIL-PSEUDOURIDINA PORTA AD ERRORI DI TRADUZIONE DELL’MRNA
All’interno delle cellule la traduzione di un segmento del codice genetico è affidata ai ribosomi che leggono il codice dell’mRNA messaggero a gruppi di tre nucleotidi. Ogni tripletta, chiamata codone, sintetizza per un amminoacido o per una sequenza di stop; gli amminoacidi si uniscono insieme e formano una proteina.
Lo studio mostra che la 1-metil-pseudouridina che hanno inserito nell’mRNA artificiale dei veleni sperimentali per fare in modo che le nostre cellule non degradino l’mRNA estraneo, che tra l’altro è la cosa a cui il sistema ha dato il Nobel, comporta lo slittamento dei ribosomi di un posto in avanti e ciò comporta degli errori di traduzione dell’mRNA che fa produrre alle cellule delle proteine Spike del tutto anomale che non sono mai state studiate prima, perché mantiene in stallo i ribosomi durante la fase di elongazione della sintesi proteica. Questo errore di traduzione fa in modo che gli anticorpi che si vengono a formare siano basati su qualcosa che non esiste in natura, cosi da avere affinità per la proteina tradotta male, piuttosto che per quella virale, indebolendo la risposta immunitaria rispetto a quella di un non vaccinato.
Essendo lo studio molto recente, non sappiamo se questo slittamento della traduzione possa essere associato a degli effetti avversi in particolare, ma sicuramente è associato ad una risposta immunitaria inefficace e alla selezione di varianti.
2) CANCRO E AUTOIMMUNITÀ
La sintesi proteica non è un processo che avviene in isolamento, di norma un singolo filamento di mRNA è tradotto da più ribosomi contemporaneamente, potrebbe capitare che lo slittamento dei ribosomi
causi delle collisioni tra i ribosomi stessi,
andando a promuovere ulteriori slittamenti e ulteriori anomalie nella traduzione della proteina.
Gli slittamenti
sono presenti nelle cellule tumorali
e quelli che sfuggono al controllo dell’organismo possono facilitare la proliferazione di cellule tumorali perché alleviano i segnali di stress causati dalle collisioni dei ribosomi.
Questo studio
mostra inoltre che lo slittamento di una posizione in avanti è associato alle malattie autoimmuni, perché questo porta ad anomalie della struttura terziaria delle proteine anomale e queste possono essere riconosciute come bersaglio dai linfociti t citotossici, e la risposta immunitaria viene generalizzata dall’antigene presentato sulla cellula alla cellula stessa, come mostra
questo studio
sulle artriti dove l’autoimmunità era stata causata da uno slittamento ribosomiale.
Lo slittamento ribosomiale però accade anche in condizioni normali, perché degli errori nella traduzione possono avvenire per diverse ragioni.
Per innescare un fenomeno di autoimmunità ci deve essere un forte stress immunitario, come quello causato dagli adiuvanti dei vaccini che sono sostanze concepite per provocare una forte infiammazione.
Proteine che normalmente verrebbero degradate vengono
legate al complesso di istocompatibilità di classe 1
e presentate sulle superfici delle cellule che vengono attaccate dai linfociti t.
La causa non è il virus,
come invece vogliono lasciar intendere i provax.
CONCLUSIONI
Lo slittamento dei ribosomi associato al veleno sperimentale è stato appena scoperto, tuttavia una cosa fa riflettere: per scoprirlo non c’è voluto niente di che.
È bastato iniettare a dei topi il veleno sperimentale e vedere se i loro anticorpi avessero affinità con la proteina anomala che avrebbero prodotto se ci fosse stato lo slittamento.
Un esperimento di routine che dovresti fare prima di sottoporre una cosa che stai spacciando come il vaccino salvifico all’intera popolazione mondiale. Il non essersi accorti di una cosa così semplice indica che gli studi sui vaccini Pfizer non li ha proprio fatti, ma si è limitata a compilare un foglio di dati inventati da far pubblicare.

***

Come è noto l’RNA utilizzato da Pfizer e Moderna è un RNA modificato (si noti l’ambiguità di quella m, che sarebbe in natura “messaggero”, ma poi è diventato “modificato”) mediante la sostituzione dell’Uracile con la metilpseudouridina (Ψ), in particolare la N1-metil pseudouridina. Questo accorgimento, insieme ai nanolipidi della formulazione, permette che l’istruzione impartita dal siero superi la normale attività immunitaria dell’organismo, che avrebbe distrutto l’RNA estraneo prima di codificare la produzione di proteina Spike, secondo l’intendimento volto ad “immunizzare” dal coronavirus in questo modo.

La N1-metil-metilpseudouridina inganna il sistema immunitario ed è la chiave per lo sviluppo della potenzialità del mRNA nell’indurre una risposta immunitaria facendo sintetizzare ai ribosomi una proteina antigene. La tecnica ha avuto impatto non solo nella produzione di vaccini mRNA, ma anche nelle terapie mirante al rimpiazzo di un gene. La N1-metil-metilpseudouridina è più resistente alla degradazione mediata dall’enzima RNasi L, in quanto limita l’attivazione del 2′-5′-oligoadenilato sintetasi, enzima normalmente attivato nella risposta antivirale innata in presenza di RNA double stranded (tipico di un’infezione virale).  

Ovviamente questo effetto, desiderabile per permettere all’istruzione vaccinale di raggiungere l’obiettivo, non è l’unico che deriva dalla presenza della N1-metil-metilpseudouridina (Ψ). Cambia anche la struttura del RNA modificato e cambiano in parte anche le proprietà chimiche: tutto questo nelle cellule eucariote ha effetti sulla traslazione dell’istruzione in proteine: sono stati osservati degli eventi inusuali nella decodifica provocati da Ψ negli anticodoni tRNA mitocondriali in particolare sul codone che funge da stop alla decodifica con la comparsa di mutazioni “nonsense” e può risultarne alterata la successione amminoacidica propria della proteina che si vuole sintetizzare.   

L’anticodone è una sequenza di 3 nucleotidi consecutivi che riconosce il corrispondente codone presente nell’mRNA (RNA in cui la m sta per “messaggero”), individuando lo specifico amminoacido da introdurre nella catena proteica durante la sintesi proteica. Alcune basi dei tRNA possono essere chimicamente modificate dopo la trascrizione e formare così appaiamenti insoliti.

Lo studio qui pubblicato, https://www.nature.com/articles/s41586-023-06800-3 mostra proprio che l’mRNA del vaccino influenza, alterandola in peggio, la sintesi proteica. Nei ribosomi l’mRNA (messaggero) viene letto a segmenti di 3 nucleotidi. La tripletta (codone) identifica un amminoacido o uno stop alle aggiunte di amminoacidi nella catena proteica.

Il problema è il cosiddetto “slittamento dei ribosomi”: esso induce degli errori di trascrizione dell’mRNA e così le proteine Spike che ne derivano sono anomale. Posto che la proteina Spike si è dimostrata infiammogena di suo per l’interazione con i recettori ACE2 (https://www.marcotosatti.com/2022/08/04/arrendersi-allevidenza-virus-e-vax-loro-impatto-sulle-vie-metaboliche-interessate/) e che essa perdura ben più a lungo della proteina Spike del virus, le anomalie implicano, tra l’altro, la possibilità di situazioni del tutto inedite e non coperte dagli studi clinici. Anche gli anticorpi che ne originano non sono coerenti con lo scopo. Uno dei rischi è di avere affinità per la proteina tradotta male invece che per quella virale, confondendo e così indebolendo la risposta immunitaria dell’individuo vaccinato rispetto a quella di un non vaccinato.

Potrebbe essere associato alla selezione di varianti.

Purtroppo il fenomeno degli “slittamenti” accade anche nelle cellule tumorali, per cui c’è chi ipotizza che la proliferazione di situazioni di slittamento ribosomiale possa correlarsi alla perdita di controllo dell’organismo che coincide con situazioni patologiche (tumorali o autoimmunitarie): la modifica della struttura dimensionale della proteina è infatti una delle cause di intervento dei linfociti T citotossici che riguardano ad esempio le artriti.

 
Come spiega bene chi ha proposto tutte queste informazioni, a lorsignori e lorservi fa comodo attribuire al virus molti problemi che invece attengono alla Spike, in particolare una Spike derivante da anomalie innescate dalla N1-metil-pseudouridina e dal contesto che vede presenti anche i nanolipidi cationici (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmicb.2022.840911/full)
 
AAE

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