Verità e Riconciliazione. Lettera Aperta alla Chiesa sugli Effetti Avversi.

27 Ottobre 2023 Pubblicato da 4 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questa lettera di un sacerdote, a cui uniamo un post dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Ci aspettiamo da tempo, ma senza molta fortuna, che alcuni dei “cattolici” che hanno sponsorizzato senza se e senza ma la campagna di inoculazione del siero – ottenuto come ben sappiamo – dagli effetti devastanti sulla salute della persona facciano un mea culpa. E l’immagine della parte del contratto, firmato dall’UE, con Pfizer in cui l’azienda ammette che non conosce le conseguenze del siero. Vediamo se avranno il coraggio cristiano e l’umiltà di farlo. Buona lettura e condivisione.

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Tre anni fa fui tra i primi – e certamente il primo Vescovo – a denunciare la frode pandemica e vaccinale. Espressi con argomentazioni che oggi emergono come vere e fondate le criticità e l’immoralità di una terapia genica sperimentale, per produrre la quale venivano e vengono usati feti abortiti. Scrissi anche due lettere aperte alla Congregazione per la Dottrina della Fede, rimaste senza risposta. Vi fu chi, in ambiente conservatore, arrivò ad attaccarmi personalmente e ricorse alle dichiarazioni indimostrate e palesemente false di una dottoressa che lavorava assieme al marito per BigPharma. Espressi il mio sconcerto per il silenzio dei vescovi, dei sacerdoti, dei parroci, di tanti religiosi impegnati negli ospedali e per lo zelo servile con cui la Gerarchia Cattolica si adeguò alle folli e criminali norme sanitarie e alla promozione del siero da parte di Bergoglio. Venni pubblicamente insultato in trasmissioni televisive e sui media, nel silenzio dei miei confratelli. Dinanzi a un crimine contro l’umanità che da tre anni continua a consumarsi sotto i nostri occhi con l’avvallo e l’incoraggiamento di Bergoglio, avrei pensato che tanti Pastori avrebbero trovato il coraggio di levare la voce e unirsi alla mia denuncia del piano di depopolazione mondiale attuato dal Word Economic Forum, dalla Bill & Melinda Gates Foundation, dalla Rockefeller Foundation, dall’OMS, dall’ONU, mentre i fondi di questi criminali venivano elargiti anche al Vaticano, trasformando Bergoglio in un piazzista di vaccini e in un sostenitore della frode climatica, oggi diventata “magistero” con Laudate Deum e con la “chiesa amazzonica e sinodale”. Nemo propheta in patria. Ma se oggi dei sacerdoti si arrendono all’evidenza e chiedono ai giornalisti cattolici di dire la verità sugli effetti avversi, mi chiedo con quale serenità essi abbiano sinora messo a tacere la loro coscienza, e se il loro silenzio omertoso e pavido – come quello dei medici, delle forze dell’ordine, dei magistrati, degli insegnanti e dei governanti – non si sia mutato oggi in timida protesta solo perché essi vedono avvicinarsi la resa dei conti e temano per la propria reputazione più che per la salute dei miliardi di persone sottoposte all’inoculazione di un prodotto che sin dall’inizio si sapeva essere pericoloso e persino letale. Il loro silenzio sulla frode pandemica è identico a quello sull’apostasia della Gerarchia Cattolica. E la responsabilità morale che grava su di essi rimarrà come una macchia indelebile di cui dovranno rispondere a Dio, agli uomini e alla Storia.

+Carlo Maria Viganò

 

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Gentili amici, professori, giornalisti,
vi scrivo a nome del gruppo Verità e Riconciliazione, che raduna da due anni decine di preti e religiosi, distanti dalla narrazioni imposte in tema di lock-down e vaccinazioni.
In allegato trovate la presentazione della nostra iniziativa e la lettera che abbiamo deciso di pubblicare e diffondere il più possibile. Mandata alle redazioni cattoliche e rimasta senza risposte significative, la lettera chiede conto del silenzio dei nostri media ecclesiali attorno al dramma degli affetti avversi del vaccino.
La Verità ha anticipato alcuni stralci della lettera domenica 22 ottobre: https://www.laverita.info/effetti-avversi-infranto-tabu-chiesa-2666039053.html

Ecco il testo:

Gli eventi degli ultimi tre anni hanno introdotto e normalizzato atteggiamenti che hanno lasciato perplessi e confusi non solo molti fedeli, ma anche decine di sacerdoti, religiosi e consacrati. Nella situazione di generale disorientamento si è costituito il gruppo “Verità e Riconciliazione”, una rete di amicizia che raduna un molti preti, frati e suore, uniti dal desiderio di rileggere quanto accaduto a partire dall’inverno 2020, sentendosi liberi di esprimere le proprie perplessità e uscendo dalla logica di proibizione, silenzio e pensiero unico purtroppo penetrata anche all’interno di tanti ambienti ecclesiali ordinari.

Per due anni il gruppo si è soprattutto confrontato e ha cercato degli elementi di formazione all’insegna del dialogo sincero, del rispetto reciproco e dell’accoglienza pastorale. Di recente in seno al gruppo sono maturate alcune iniziative.

Una è quella di “Chiesa in Ascolto”, di cui si è parlato su La Nuova Bussola Quotidiana (https://lanuovabq.it/it/un-conforto-ai-danneggiati-ecco-la-vera-chiesa-in-ascolto) e su altri portali (https://www.aldomariavalli.it/2023/10/23/preti-in-ascolto-dei-danneggiati-da-vaccino/https://www.sabinopaciolla.com/chiesa-in-ascolto-dei-danneggiati-da-vaccino-covid/).

L’altra è l’invio di una lettera alle tre principali testate cattoliche nazionali, nella quale si chiede conto del grande silenzio della stampa cattolica attorno al dramma delle reazioni avverse da vaccino anti-Covid.

Vista l’assenza di risposte significative, o che comunque non hanno avuto sviluppi, il gruppo “Verità e Riconciliazione” ha successivamente illustrato al quotidiano La Verità la propria iniziativa, che è stata divulgata domenica 22 ottobre (https://www.laverita.info/effetti-avversi-infranto-tabu-chiesa-2666039053.html).

Il testo integrale della lettera e i suoi principali firmatari vengono pubblicati di seguito.

 

LETTERA DI “VERITÀ E RICONCILIAZIONE” ALLE PRINCIPALI TESTATE CATTOLICHE ITALIANE

Cari Direttori e cari membri della redazione di Avvenire, Osservatore Romano, e di  Famiglia Cristiana.

Siamo un gruppo di amici sacerdoti, religiosi, laici e scriviamo anche a nome di malati e persone che risentono ancora le conseguenze dei vaccini per il CoViD-19. Siamo  lettori di quotidiani, di riviste e organi di stampa cattolici che per statuto sono al  servizio del Vangelo e della vita della Chiesa. Ora, dopo aver molto riflettuto e facendo  eco a tanti che ci chiedono di intervenire, abbiamo aderito al loro desiderio, che era  maturato anche in noi, di porvi una domanda che a tutti sta a cuore; e cioè conoscere  il perché nelle vostre pagine, dopo le campagne vaccinali anti-CoViD 19, non si è  data, secondo noi, sufficiente documentazione delle reazioni avverse e purtroppo  delle morti causate da quello che ormai per stessa ammissione delle case  produttrici si può chiamare un farmaco sperimentale (l’opposto di ciò che è un  vaccino). La nostra non è una critica alla passione di chi ha sostenuto in buona fede le  campagne vaccinali e si è fidato di ogni proposta più o meno testata. Le scelte libere  meritano il nostro rispetto. Chiediamo però che in un dibattito, oggi molto forte e talora  ricco di polemiche, possa trovare spazio anche questa nostra povera voce pacata che  non ha pretese di imporre agli altri le proprie convinzioni. L’unica aspirazione è  stimolare una informazione il più completa possibile e per questo amante della  verità tutta intera, avendo molti più dati oggi a disposizione: una stampa che  comunichi i varî aspetti del problema, realizzando così in pieno quel diritto  all’informazione che ci pare la Chiesa sempre proclami. D’altronde Gesù stesso  afferma «la verità vi farà liberi», e dice di Sé stesso: «Io sono la Verità». Nel  documento “Inter mirifica” del Concilio Vaticano II, al n. 5, si precisa così il  diritto all’informazione: «Il retto esercizio di questo diritto esige che la  comunicazione sia sempre verace quanto al contenuto e, salve la giustizia e la carità,  completa; inoltre, per quanto riguarda il modo, sia onesta e conveniente, cioè rispetti rigorosamente le leggi morali, i diritti e la dignità dell’uomo, sia nella ricerca delle  notizie, sia nella loro diffusione. Non ogni conoscenza infatti giova, “mentre la carità  è costruttiva” (1 Cor 8,1)».

In quest’ultimo periodo tante notizie non vere, e talora persino volutamente occultate  e che ormai i social definiscono menzogne, sono venute fuori anche tramite intercettazioni telefoniche e ambientali di dominio pubblico e indagini scientifiche  mirate e non soggette a interessi di parte. Stimolati dalla sfiducia che tanti cominciano  a nutrire verso la comunicazione oggi così pervasiva, e consapevoli della nostra  responsabilità di pastori d’anime, chiediamo che le pagine della stampa cattolica  possano essere luogo di ampio dibattito per pervenire alla dovuta completezza  dell’informazione. Questo costituirebbe, a nostro avviso, una risposta evangelica al  dovere di rendere la carità della verità a tutti i nostri fratelli. Ci domandiamo inoltre se  il dovere morale di servire la verità e, grazie all’indispensabile servizio che voi svolgete  nella Chiesa e nella società, di difendere i più deboli e smarriti, sia stato realmente esercitato dai vari organi e media cattolici. Ormai tutti sanno che ricercatori australiani hanno provato che la proteina Spike -Sars-CoV-2 è tossica e produce una svariata  serie di malattie. Ricercatori di altri Stati hanno invece dimostrato che i sieri ad  mRNA producono una risposta immunosoppressiva, moltiplicando le reinfezioni  da CoViD. Secondo voi, non sarebbe opportuno e onesto comunicarlo alle persone,  affinché siano completamente al corrente quando intendono sottoporsi  volontariamente, e non obbligate per legge, a iniezioni che promettono benefici che  alla prova delle sperimentazioni non sembra che si siano del tutto dimostrati tali e  quindi da non considerare benefici reali?

Molte persone che conosciamo e che hanno visto scomparire rapidamente alcuni  loro cari si domandano se non sarebbe giusto informare di tutte le morti per  malori improvvisi e dei danneggiati da “vaccini”, oltre che, come ora anche in parlamento viene chiesto da alcuni rappresentanti del popolo italiano, di fermare ogni  deriva di controllo autoritario della società civile, su base sanitaria. Queste  domande, finché resteranno senza risposta, non lasceranno in pace noi e molte persone  che il nostro ministero pastorale ci fa incontrare e che chiedono conforto, sostegno,  spesso sentendosi isolate e talora persino abbandonate dalla Chiesa. Siamo certi che  questi interrogativi sono ben presenti anche in voi e vorremmo che grazie a questa  nostra riflessione, vi sia possibile più facilmente affrontarli. Siamo infatti persuasi che  quanto sta emergendo non può lasciare tranquilli neppure voi, specie sapendo che  la carità «non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità» (1 Cor 13,6), e non  delle omissioni.

Siamo certi che coglierete lo spirito collaborativo di questo intervento che riprende  riflessioni certamente a voi ben note e che ci capita di ascoltare da persone talora molto risentite verso la società e persino verso la Chiesa, e speriamo che ci dedicherete un  po’ del vostro tempo. In “Fides et Ratio”, san Giovanni Paolo II ha parlato  dell’importanza dell’amicizia (della fede) per la ragione. Anche noi vogliamo proporvi  le sue parole, ma trasponendole a vantaggio di un clima sereno che non accusi nessuno  di “complottismo”, ma stia attento alla verità tutta intera, che non è più quella del  filosofare a cui faceva riferimento il papa polacco, ma che non smette di essere  orientata, come ogni verità, all’unica Verità che è Nostro Signore: «Non si dimentichi  che anche la ragione ha bisogno di essere sostenuta nella sua ricerca da un dialogo  fiducioso e da un’amicizia sincera. Il clima di sospetto e diffidenza, che a volte  circonda la ricerca speculativa, dimentica l’insegnamento dei filosofi antichi, i quali  ponevano l’amicizia come uno dei contesti piú adeguati per il retto filosofare» (§ 33).  Non si potrebbe dire lo stesso, mutatis mutandis, per l’informazione?

Vi ringraziamo fin d’ora se vorrete accogliere in un contesto di amicizia questo  nostro richiamo. Sappiamo quanto sia complesso il lavoro della comunicazione nella  Chiesa e dalla Chiesa, condizionato com’è da tanti elementi che all’uomo qualunque sfuggono, e per ciò vi auguriamo di non trascurare niente di ciò che conta agli occhi di  Dio. Grazie per il vostro ascolto e la vostra attenzione. Vi chiediamo di pubblicare  questa lettera. Siamo, come potete notare, persone che da diverse parti d’Italia vi  fanno pervenire la loro voce e quella di tante persone.

Firmatari: P. Giuseppe Agnello, diocesi di Patti (ME); Federica Angelini del Comitato  “Ascoltami”; P. Marco Begato, religioso; don Angelo Boattin, diocesi di Massa Carrara  – Pontremoli; fratel Tommaso Bogliacino, piccolo fratello del Vangelo; don Luigi Bonarrigo, diocesi di Milano; don Federico Bortoli, diocesi di San Marino Montefeltro; don Armando Bosani, diocesi di Milano; Giuseppina Bruno, laica; suor  Patrizia Calosci, eremita; P. Vladimiro Calvari, diocesi di Reggio Calabria-Bova; don  Pietro Cesena, diocesi di Piacenza-Bobbio; don Eugenio Cocco, diocesi di Cagliari;  Fabrizio Costa, laico; don Danilo Costantino, diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro;  don Paolo Crescini, diocesi di Bolzano-Bressanone; don Eraldo De Agostini, diocesi  Novara; don Stefano De Paulis, arcidiocesi metropolitana di L’Aquila; P. Guglielmo  Fantuzi, diocesi di Pescia (PT); don Alessandro Giannattasio, diocesi di Milano; don  Daniele Leoni, diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro; Ciro Lomonte, laico; Frà Luigi  Lorusso, diocesi di Pescia; diacono Fabio Mondani, diocesi Arezzo-Cortona Sansepolcro; don Diego Minoni, diocesi di Milano; Antonina Muceo, laica; don Mario  Oliva, arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela; Flaviano Patrizî, Himmel  edizioni; don Dario Pedretti, diocesi di Brescia; don Emanuele Personeni, diocesi di  Bergamo; P. Mario Ramello, religioso della diocesi di Genova; don Carlo Romagnoni,  diocesi di Milano; don Tullio Rotondo, diocesi di Isernia-Venafro; don Massimiliano  Scalici, diocesi di Palermo; don Stefano Tartabini, diocesi di Fermo; P. Andrea  Tavolaccî, eparchia di Piana degli Albanesi; don Luca Tuttocuore, arcidiocesi di  Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela; don Martino Maria Verdelli, diocesi di Parma;  Silvia Vernò del Comitato “Ascoltami”.

Poscritto: «Grazie, cari amici, per aver condiviso con me questa vostra ansia pastorale  che anch’io ben conosco e condivido. Il Signore benedica ogni vostro sforzo teso al  vero bene della nostra società e della Chiesa. Da lontano vi accompagno con la preghiera. Vostro + Giovanni D’Ercole vescovo».

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4 commenti

  • UN PARROCO ha detto:

    Sono un sacerdote fieramente non vaccinato. Mi piacerebbe sapere quanti tra i sacerdoti firmatari si sono fatti inoculare il siero. Perché si fa presto a cadere nell’ipocrisia ora che i fatti hanno portato alla luce tutte le problematiche della triste faccenda covid, lockdown, green pass, vaccini, ecc. Io sono tra coloro che hanno resistito fin dall’inizio e si sono rifiutati di sottomettersi alla dittatura sanitaria e al pensiero unico dominante, avendo intuito fin dall’inizio tutte le criticità ed il malaffare, subendo discriminazioni, ricatti e accuse in ambito sociale e anche ecclesiale con l’insensata indicazione del vescovo che riteneva il vaccino per i sacerdoti un “obbligo morale’, praticamente un ricatto. Mi dispiace ma non mi sento di condividere questa iniziativa che trovo apprezzabile in quanto al fine, ma fuori tempo e ambigua. Bisognava essere lucidi e coerenti fin da subito. Condivido in tutto e per tutto la riflessione di Monsignor Viganò. Salvo rare eccezioni, la voce andava alzata proprio quando, al contrario, quasi tutti sono rimasti muti e accondiscendenti. Ora è facile unirsi e sentirsi solidali, ma c’è qui si è sentito isolato, abbandonati e ha dovuto affrontare tutto da solo e in silenzio.

  • Giovanna ha detto:

    “La srittura é severa con chi giudica a sproposito”
    Giustissimo! Questo vale anche per il giudizio su mons.Vigano’…mi pare…
    L’unica cosa che rimprovero al mons. é di non essersi esposto pubblicamente…nel senso che non era “fisicamente” raggiungibile…
    Se non ho riconosciuto qualcuno di voi nelle piazze o nella rete…
    chiedo venia…mi ricordo solo di don Floriano Pellegrini a questo proposito…
    Per il resto la stima e la fiducia in questa chiesa l’ho già persa da un pezzo…
    Ho trovato molta più sollecitudine in persone che non si definiscono credenti…
    Poi il giudizio finale lo lasciamo a Dio.

  • Giovanna ha detto:

    Avete la mia massima disistima!!!
    Non mi riferisco a mons. Viganò…
    Dov’eravate quando la gente andava al macello?
    Non vi é mai giunta voce delle numerosissme manifestazioni, testimonianze di scienziati autorevoli che quotidianamente dai social, da tutte le piazze, persino dall’aula del senato mettevano in guardia la gente frastornata, impaurita e ingannata dal pericolo?
    Don Emanuele…l’un ico che ha fatto qualcosa di concreto…
    Le vostre sono lacrime di coccodrillo…per giunta versate da una posizione completamente prona, a tappetino, verso una stampa che si definisce cattolica mentre é completamente venduta al potere… a partire dall’uomo vestito di bianco, completamente venduto ai poteri mondiali!
    Non ho parole sufficienti per esprimere la mia indignazione e la mia profonda tristezza…

    • Marco ha detto:

      Eravamo nelle piazze o a radunare i fedeli anche di altre parrocchie. Se non ci conosci, trattieni il giudizio. La Scrittura è severa con chi giudica a sproposito. E anche mons. Viganò dovrebbe essere più cauto, accorto e documentato, se non vuole perdere stima e fiducia.

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