Hanno Celato il Rischio Tumori di un Elemento del Siero. Arrendersi All’Evidenza.

27 Ottobre 2023 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Arrendersi All’Evidenza ha commentato l’articolo pubblicato ieri da Stilum Curiae, in cui si parlava della presenza di una sequenza forse tumorale  nei vaccini anti-Covid. Quello che scrive ci sembra molto importante per capire il comportamento di Big Pharma in tutta questa storia. Buona lettura e condivisione.

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Per aiutare a capire l’importanza della cosa spero sia utile fornire qualche rudimento sulla materia. Mi scuso con chi saprebbe presentarlo con maggior precisione e competenza.

Circa 15 anni fa la ricerca impegnata sui plasmidi DNA si era imbattuta in un grosso problema: una volta imparato a manipolare geneticamente l’informazione, come farla arrivare dove serve?

Un modo per trasferire DNA in cellule ospiti è la trasfezione virale (cioè la consegna mediante un virus), ma uno dei fattori che limita l’efficienza del procedimento è la scarsità dell’ingresso del plasmide nel nucleo una volta che è arrivato al citoplasma.

La soluzione al problema fu la scoperta di una regione del virus vacuolizzante della scimmia, abbreviato SV40 (dall’inglese Simian virus 40, un polyomavirus presente tanto nelle scimmie quanto negli esseri umani).

In particolare la regione di cui parliamo è il frammento 372-bp, che include il promoter e l’enhancer della trascrizione. Per chi vuole approfondire vedere qui:

https://en.wikipedia.org/wiki/Transcription_(biology)

Non è fantascienza, ma materia già studiata dai ricercatori dalla fine degli anni novanta.

Ebbene questo spezzone genico ha le prerogative adatte a risolvere il problema dell’inserimento nel nucleo della cellula del contenuto immesso nei plasmidi.

Evitiamo qui di approfondire le potenzialità della scoperta: ciò che conta è il fatto che sia possibile.

Abbiamo un adatto DNA-targeting sequences (DTS), un vettore plasmidico da indirizzare dove serve, guarda caso particolarmente indicato nella consegna mediata da lipidi cationici (dal 2020 sono NANOlipidi cationici) .

Che bravi? Siamo tutti contenti? Gli diamo un premio?

Per la genialità sì, ma poi si è scoperta un’altra cosa.

Infatti l’SV40 ha la peculiarità di inibire un importantissimo oncosoppressore naturale, il p53.

E’ vero che è tuttora controversa l’oggettiva responsabilità del SV40 nell’insorgenza di determinati tumori, ma che inibisca un oncosoppressore è certo e quindi costituisce un fattore di rischio.

E’ inquietante che chi ha proposto il siero a mRNA e sapeva della sequenza SV 40 abbia fatto finta di nulla, non segnalandolo. Correttezza avrebbe voluto che sia identificata “qualsiasi sequenza di DNA biologicamente funzionale all’interno di un plasmide al momento della presentazione” …

Hanno fatto lo gnorri

La materia è molto delicata.

Il dsDNA (derivante dai processi di produzione del mRNA) ha un potenziale oncogenico potendo interferire con il DNA naturale: il problema è che nelle fiale c’è e in certi casi è tanto. Questo è provato.

Il DNA potrebbe creare problemi come oncostimolatore diretto (da dimostrare), ma anche per inibizione di un oncosoppressore, il gene p53 (e questo è certo).

Anche se fossero eventi rari, sono certamente dose-dipendente: più nei prendi e più si sommano gli addendi, che (come si è visto) sono molto variabili da lotto a lotto.

Poco tranquillizza l’ammettere limiti < 330 ng /mg, che sarebbero già inadatti alla presenza concomitante dei nanolipidi, se poi le analisi non le fanno su tutti i lotti, considerando la variabilità di processo retrostante (non convalidato) e quindi la possibilità che esistano lotti con valori di dsDNA molto più alti!

La contaminazione da DNA oltre il requisito di 330ng/mg dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e i requisiti di 10ng/dose della FDA è stata assodata in alcuni dei lotti testati. Nel caso peggiore, il 30% (30 volte il limite !!) del materiale genetico presente nella fiala era costituito da DNA plasmidico.

Le Agenzie regolatorie erano avvertite del problema, dato che Pfizer aveva presentato all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) i già citati documenti comprovanti la presenza di DNA a doppio filamento (dsDNA).

Un livello di impurezza che avrebbe richiesto il richiamo precauzionale dei lotti, ma ciò avrebbe discreditato tutta l’operazione, per cui… silenzio.

In un processo che può prevedere un’impurezza non è scandaloso che essa ci sia, ma ne va garantito un livello minimo, soprattutto se ne è nota la pericolosità dell’impurezza.Se si supera quel livello, le regole impongono che il lotto sia respinto e che i lotti futuri prevedano azioni correttive del processo che impediscano il ripetersi dell’evento.

Scusandomi ancora per qualche approssimazione, penso che possa far comprendere meglio la delicatezza dell’argomentazione dell’articolo.

Che si conclude con l’interrogativo del dottor Lindsay circa il perché Pfizer non abbia evidenziato il promotore dell’SV40 alle autorità di regolamentazione come la Food and Drug Administration statunitense, l’Agenzia europea per i medicinali e Health Canada.

“Li hanno nascosti. Quindi non è solo il fatto che sono lì, è il fatto che sono stati intenzionalmente nascosti alle autorità di regolamentazione”.

Pfizer non ha risposto alla richiesta di commento di The Epoch Times

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