Israele, Galli della Loggia e Noi. Vincenzo Fedele.

28 Ottobre 2023 Pubblicato da 10 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele offre alla vostra attenzione questo articolo sulla crisi in Medio Oriente. La fotografia è l’immagine satellitare di Gaza prima e dopo il bombardamento senza sosta che sta subendo da quasi tre settimane. Buona lettura e condivisione.

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 Israele, Galli della Loggia e noi.

Il 22 ottobre un editoriale di Ernesto Galli della Loggia discute sui nostri limiti e perplessità per quanto sta avvenendo in Israele a seguito dell’attacco di Hamas. Le domande sono retoriche in modo da avere una risposta quasi precostituita. Queste righe, quindi,  non sono una risposta a Galli della Loggia, ma una riflessione su come vogliono che siamo indirizzati, cosa ci vogliono occultare e come noi stiamo reagendo.

In breve Galli della Loggia dice:

E’ facile dire che la risposta di Israele è sproporzionata, ma voi al posto loro cosa avreste fatto? Cosa si propone di fare ? C’è una soluzione diversa alla reazione per eliminare Hamas ? Quale sarebbe la risposta “giusta”?

Prende anche in considerazione la distinzione tra Hamas ed il popolo palestinese concludendo che Hamas governa Gaza e, quindi, è impossibile distinguere l’uno dagli altri. Come paragone tangibile afferma che è’ come se, nella seconda guerra mondiale, ci si proponesse di attaccare i nazisti preservando i tedeschi. Allora non meravigliamoci se Gaza viene rasa al suolo e se, insieme a Sansone, (Hamas), moriranno tutti i Filistei.

In pratica l’anticipo della fatale conclusione se non proprio la giustificazione preventiva di un genocidio.

Chiede “l’illuminato parere” sulle domande di cui sopra a coloro che criticano la reazione dopo che Israele  si sveglia una mattina sommerso da una pioggia di missili, con un migliaio di morti per terra e 200 ostaggi (si sottolinea donne, vecchi e bambini) rapiti. La risposta, come detto, è incorporata nella domanda.

Infine arriva a mettere veramente il dito sulla piaga.

Imputa, infatti, il silenzio, in risposta alle domande retoriche,non solo alla scarsa cultura militare ed alla vasta avversione nostrana verso lo Stato ebraico,  ma all’impotenza dell’Europa. Non approfondisce i motivi di questa impotenza  e non arriva a discutere dell’irrilevanza cui l’Europa si è auto condannata.

Tocca, però, un altro punto che forse  svela l’irrilevanza e l’impotenza: Il tabù della guerra.

Noi non riusciamo più ad immaginare che ci possano essere delle necessità o eventi, per cui è indispensabile mettere in gioco la propria vita ricorrendo, se necessario, anche alle armi.

Questo, a mio parere, è invece il paradosso in cui siamo imprigionati. Il “buonismo”, cioè  l’illusione che la pace sia un bene ormai acquisito e la violenza sia un orpello inutile a prescindere dalle situazioni, ci dà la giustificazione per non farci coinvolgere direttamente nella lotta. Qualsiasi lotta.

Però non ci ostacola nell’appoggiare colui o coloro che riteniamo vittime. Basta che ci vengano dipinte come tali e facilmente ci convinciamo che lo sono veramente. Allora gli strali di giove pluvio si possono abbattere sul malfattore di turno. Ma sempre per interposta persona. Mai direttamente.

Una sorta di codardia intraprendente o di coraggio sfuggente. Una volta, per rendere l’idea,  si diceva “fare il finocchio con il culo degli altri”. Adesso non è politicamente corretto e non si può dire, ma il concetto è chiaro.

Questo accade per qualsiasi avvenimento ad ogni latitudine. In Ucraina ci hanno chiarito chi è l’aggredito e chi l’aggressore e noi mandiamo fondi ed armamenti a Zelensky ed imponiamo sanzioni a Putin. Anche durante il COVID era chiarissimo che gli untori erano i NO-VAX ed allora era giusto che facessero la fine dei topi, che non avessero il passaporto verde, che stessero rintanati in casa, che perdessero il lavoro e lo stipendio, che fossero radiati dagli ordini professionali, ecc. Adesso è altrettanto evidente che i terroristi di Hamas hanno massacrato gli israeliani ed hanno rapito le loro donne ed i loro bambini, ed allora piena solidarietà per lo sterminio di tutto il popolo palestinese della Striscia di Gaza con la buona aggiunta di molti della Cisgiordania.

L’abbiamo già fatto in passato (Iraq, Afganistan) dove siamo anche intervenuti dopo, a cose fatte. In altri casi abbiamo anche dato supporto logistico e pratico (Jugoslavia, Kosovo, Libia). Sempre a nostro danno, ma non importa. L’importante è partecipare.

Alla fine i buoni vincono sempre, ed i buoni siamo noi. Beh, non proprio noi, ma il nostro fratello grande, gli USA, che manda la cavalleria, oltre a proteggerci con l’ombrello atomico, ed alla fine l’amore vince su tutto. Qualche lacrima sulle terribili immagini che scorrono in TV, ma senza  preoccupazioni eccessive. I morti ed il dolore  sono quelli giusti, anche perché gli altri morti e gli altri dolori non celi fanno vedere, e la nostra coscienza è a posto.  Non ci sfiora nemmeno il dubbio che intanto il fratello grande si sia palesato, in realtà, come il Grande Fratello di Orwelliana memoria. Ci indigniamo a comando davanti alle immagini che ci fanno vedere, illudendoci che si tratti della realtà. Chiudiamo anche gli occhi sulle conseguenze, che in realtà ci pongono sulla soglia del fungo atomico finale. Ma questo, di certo non accadrà. Basta chiudere occhi e mente.

Ritornando ad Israele, ci indigniamo vedendo la vecchietta, sopravvissuta ai lager nazisti, che piange il nipote morto il 7 ottobre per l’attacco di Hamas. Non possiamo indignarci, perchè non li vediamo, per le centinaia di bambini morti sotto le macerie delle centinaia di obiettivi civili che Israele bombarda giornalmente, non ci indigniamo per il milione di sfollati, compresi donne e bambini, senza acqua, cibo ed elettricità. Non ci indigniamo vedendo le file di camion carichi di aiuti umanitari bloccati alla frontiera con l’Egitto e che non possono entrare a Gaza per alleviare le sofferenze, la fame e la sete di centinaia di migliaia di persone. Non ci indigniamo per gli ospedali bombardati e che, comunque, sono senza più farmaci, bende e neanche elettricità per eseguire interventi chirurgici sui pazienti condannati a morte da chi blocca gli aiuti.

Un bambino che piange per le ferite o per la fame è una tragedia che tocca il cuore.

10.000 morti sono un dato statistico. 100.000 persone che soffrono di  fame, sete o mancanza di cure sono un dato statistico. Gli aiuti umanitari bloccati alla frontiera  sono un dato statistico.

Un, o una, giornalista dissidente russo che viene incarcerato fa notizia. Oltre 20 giornalisti arabi e palestinesi morti a Gaza negli ultimi giorni non hanno diritto neanche alla citazione né a veder comparire il proprio nome in un ricordo pur fugace.

Noi non contiamo più nulla nello scacchiere mondiale perchè abbiamo rinunciato alla nostra libertà. Abbiamo rinunciato  alla voglia di sapere e conoscere liberamente. Abbiamo rinunciato alla voglia di capire. Abbiamo rinunciato alla voglia di reagire pur se con difficoltà siamo riusciti a capire.

I punti di dissenso dall’impostazione di Galli della Loggia sono, quindi, numerosi e oltre questi ci sono anche gli aspetti politici, geo-economici, militari e strategici.

Iniziamo col dire che non vi è una risposta “giusta” alla domanda posta. Sia perchè è difficile dare risposte giuste, ma è ancora più difficile porre domande corrette. La domanda corretta da porre non è quella, anche perchè, come si sà da sempre, “le guerre è meglio non farle, ma se si fanno è meglio vincerle”.

Una domanda corretta sarebbe stata: Cosa si sarebbe dovuto fare per evitare di arrivare a questo punto?

Per quanto attiene alla guerra, il paradosso è che Israele è obbligato a vincere, ma, come per qualsiasi giocatore che gioca al raddoppio, alla fine perde sempre perché a lungo andare vince sempre il banco. Ricordo ancora il film “Lo scopone scientifico”, con Alberto Sordi.

Il primo dei punti su cui riflettere, invece, è proprio che le guerre è meglio non farle.

Occorre perciò, anzitutto, non dimenticare tutte le premesse e le condizioni al contorno che abbiamo visto su Stilum e che, in breve, possiamo riassumere in:

* Israele è uno Stato artificialmente impiantato in Palestina nel 1948, estromettendo le popolazioni che abitavano quelle terre da secoli, grazie a finanziamenti e favoreggiamenti che hanno origine già prima del 1900;

* Dopo gli scontri iniziali e la guerra dei sei giorni si era infine arrivati (1995) agli accordi di Oslo e Oslo 2 che prevedevano due stati distinti per gli israeliani e per i Palestinesi.

* Questi accordi, sottoscritti anche da USA e ONU come garanti, non sono mai stati rispettati da Israele che ha derubato delle loro terre i palestinesi in Cisgiordania ed ha bloccato quasi totalmente quelli di Gaza.

* Come corollario politico ha sempre cercato di sminuire la rappresentatività della Autorità Palestinese, delegata dagli accordi a rappresentare la Palestina, che infatti adesso ha voce in capitolo pari a zero, a vantaggio degli estremisti di Hamas che da sempre ha nel proprio statuto la distruzione di Israele.

Se la reale volontà di Israele fosse stata la coesistenza pacifica di due popoli in due nazioni vicine bastava attuare gli accordi sottoscritti ed osannati mondialmente. Il fatto che Israele abbia sempre emarginato l’OLP prima (Arafat) e l’Autorità Palestinese dopo (Abu Mazen) a vantaggio di Hamas favorendo anche i finanziamenti pubblici del Qatar, testimonia che finora Israele ha sempre e solo cercato di avere un comportamento binario che, se fosse praticato da un individuo avrebbe avuto come unico sbocco il ricovero in manicomio: cercare accordi con gli stati arabi del medio oriente (ultimi quelli di Abramo in attesa di quelli con l’Arabia Saudita) mentre per i palestinesi ha sempre attuato attività predatorie dei territori con nuovi insediamenti e nuovi coloni in Cisgiordania, da cui ormai i palestinesi sono praticamente e silenziosamente estromessi manu militari, mentre nella striscia di Gaza ha sempre sfruttato gli attacchi dei miliziani di Hamas per giustificare le periodiche reazioni militari, isolare la striscia stessa e bloccarla economicamente e fisicamente condannando milioni di persone all’indigenza ed alla pura sopravvivenza in condizioni molte volte al limite dell’umana sopportazione.

Se “le guerre è meglio non farle”, occorre che ci siano le condizioni che ne facciano cadere i motivi mentre Israele ha sempre e solo cercato attizzare le braci sotto la cenere della vendetta palestinese contro chi ti ha ucciso i parenti o ti ha distrutto la casa o ti impedisce di lavorare onestamente, di curarti o anche solo di vivere, invece di cercare di sopravvivere sperando in una rivalsa anche a costo della propria vita, visto che forse è meglio morire che sopravvivere senza dignità ed in quelle condizioni.

La mia risposta alla domanda corretta, da amante della pace giusta, potrebbe essere : Avrei cercato di rispettare gli accordi di Oslo. Avrei cercato di emarginare il terrorismo, oltre che con azioni di intelligence, anche con la scolarizzazione dei palestinesi, la creazione di posti di lavoro, la collaborazione nel campo sociale, agricolo, industriale ecc. Cercando di conoscersi a vicenda perchè solo comprendendo le ragioni degli altri e discutendo le proprie si possono appianare i dissidi. Cercando di favorire le frange meno radicalizzate per far toccare con mano quanto è buona la collaborazione e quanto è deleteria la voglia di vendetta e di distruzione contro un nemico che si conosce solo tramite quello che qualcuno ha interesse a dipingere. Il comportamento di Israele ha, infatti, favorito tutti coloro che hanno dipinto lo Stato ebraico con connotazioni negative, instillando l’odio contro il nemico ebreo fin dalla culla. Purtroppo si vede chiaramente che questo all’elite israeliana faceva comodo per poter continuare a reagire e cercare di spazzare via quel che rimane della popolazione palestinese.

In merito, per noi cristiani, ma non solo, sono anche preziose le riflessioni di Fulton J. Sheen da “For God and Country” – 1941 : “C’è qualcosa di marcio nel mondo; e quel marcio è così radicale e universale che non si spiega con le cose, ma con uno spirito: lo spirito del male. E’ la nostra cecità a non vedere che c’è il male, perché ne abbiamo negato l’esistenza. Un uomo senza occhi può essere convinto che la notte è giorno e il giorno è notte”. E ancora “Gli uomini pensano che il male debba venire sotto le sembianze di un germe, o di una bomba, o di un incidente, o di un disastro ferroviario, o di un fallimento bancario, dimenticando che il grande male può venire all’uomo sotto le mentite spoglie dei pensieri e delle idee umane”. “E’ sotto la maschera e il travestimento di un progresso che nega il peccato e la colpa che l’Anticristo sfila oggi nel mondo, siede nelle nostre aule, scrive sulle nostre riviste, si pavoneggia sui nostri palcoscenici, promettendo di redimere l’uomo quando avrà abbandonato la Croce e la penitenza”.

Del resto basta vedere come il mondo (quasi tutto il mondo occidentale, non solo Israele), ha reagito alle sagge parole che, una volta tanto, ha pronunciato il Segretario dell’ONU Guterres :

. «Le recriminazioni del popolo palestinese non possono giustificare i terribili attacchi di Hamas. Questi orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese», ha scritto su X Guterres. La rabbiosa reazione di Tel Aviv, sempre all’ONU, per bocca dell’ambasciatore israeliano Gilad Erdan, chiarisce tutto: «Viste le sue parole, negheremo il rilascio dei visti ai rappresentanti dell’Onu. È arrivato il tempo di dare loro una lezione».

Se ci fosse bisogno di ulteriori prove sul nulla pneumatico esistente a Bruxelles basta vedere che dal programma dell’ultimo vertice UE è scomparso il testo che offriva «sostegno all’appello del segretario generale per una pausa umanitaria». Guterres cancellato con un colpo di spugna. Solo il premier spagnolo, Pedro Sánchez,ha speso due parole in suo favore dicendo timidamente: «Dà voce della maggioranza che chiede una pausa umanitaria».

Del resto basta leggere senza paraocchi cosa ha detto l’Ambasciatore israeliano a Roma e si comprende come anche noi, se non soprattutto noi, siamo ostaggi mediatici nelle mani di Israele.

Israele non si è resa conto che le condizioni sono cambiate e che tutto gli si sta ritorcendo contro o, forse, se ne è resa conto tanto bene che deve cercare la soluzione finale a breve, altrimenti dopo sarà troppo tardi, senza comunque capire che è tardi già adesso.

Dalla disintegrazione della società civile israeliana, alimentata anche dalla diatriba fra Parlamento e Corte Suprema oltre che delle falle fin troppo vistose che hanno consentito l’attacco di Hamas, all’estrema debolezza degli Stati Uniti ed allo stravolgimento delle condizioni geopolitiche mondiali, alla perdita di credibilità israeliana sia militare che come struttura democratica rispettosa dei diritti civili.

Ma di questo ne parleremo a parte.

Vincenzo Fedele

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10 commenti

  • Maria Cristina ha detto:

    “Da adesso in avanti la lotta non sarà per le colonie e i diritti delle nazioni, ma per l’anima degli uomini. I lineamenti della battaglia si stanno delineando chiaramente e le questioni principali non sono più in dubbio. D’ora in poi gli uomini si divideranno tra due religioni intese di nuovo come resa a un assoluto. Il conflitto del futuro è tra un assoluto che è il Dio-Uomo e un assoluto che è l’uomo-dio; tra il Dio che divenne uomo e l’uomo che si rende dio; tra fratelli in Cristo e compagni nell’anticristo. Venerabile Fulton Sheen

  • giovanni ha detto:

    Sapienza sprecata per chi ha occhi ma non vuole vedere ed orecchie ma non vuole sentire. Tristi attori d’una tragica commedia, quella dell ‘ occidente, avvolto dal male travestito da bene ad ogni livello nella societa’, ormai ai titoli di coda.

  • Carlo ha detto:

    Il Santo Padre si alza come un leone per condannare il massacro dei colonni israeliani da parte dei mostruosi bambini palestinesi. Una luce per tutti noi.

  • andreottiano ha detto:

    Satana si serve di chi lo serve.
    Promette libertà e ti fa schiavo.
    Può darti tutto, ma non ti fa felice.
    E’ il principe di questo mondo.
    E’ l’artista della menzogna.
    E’ l’eternamente sconfitto.

  • Anonimo verace ha detto:

    Sembrerebbe un ragionamento corretto.
    Ma , purtroppo, si tratta di un ragionamento in gran parte omissivo dove viene cancellato , come se non esistesse proprio, tutto l’antico Testamento. E viene altresi cancellata la storia dell’èspansione islàmica fatta non con la predicazione ma con la spada .
    Se il Dio ebraico – cristiano e’ la Verita’ chi sara’ il cosiddetto dio islamico che impone ai suoi adepti la dissimulazione ? Ovvero l’opposto della Verita’ ?

  • Marco Matteucci ha detto:

    E bene che questa gente, compresi tutti coloro che li fiancheggiano, se ne rendano conto il più rapidamente possibile.
    Il 2024 è a un tiro di sasso e intanto dal cielo continuano a saettare milioni di palline da golf con una potenza di fuoco molto superiore a quella di un bazooka!

    • Longino ha detto:

      Purtroppo per noi tutti Biden è un devoto figlio spirituale di Bergoglio. Come abbiamo visto in questo decennio di pontificato l’occupazione di ogni strapuntino disponibile fu l’occupazione
      fondamentale di Bergoglio e dei suoi soci. Il prossimo conclave si svolgerà secondo il disegno di Bergoglio e dei suoi luogotenenti.
      Vuole che Biden non abbia un disegno analogo per impedire l’accesso di Trump alla casa bianca ?

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