Vannacci. Un generale fa appello al Presidente della Repubblica, Comandante delle F.A.

24 Agosto 2023 Pubblicato da 17 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il generale Piero Laporta offre alla vostra attenzione, e soprattutto a quella dell’inquilino del Quirinale, questo appello. Nel suo articolo precedente il generale, che esprime, a quanto ci dicono, sentimenti ampiamente diffusi nell’ambito delle Forze Armate, chiedeva al Presidente del Consiglio di sostituire in responsabile della Difesa. Oggi rivolge lo stesso appello al Presidente della Repubblica, nella sua qualità di comandante supremo delle Forze Armate. Stilum si è occupato del caso anche a questo collegamento. E a questo. In calce, quello che scriveva Antonio Padellaro, citazione di cui ringraziamo Luigi Casalini. E un’immagine di quelle che circolano sui social, testimonianza di un sentire diffuso. Buona lettura e diffusione.

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Il Presidente della Repubblica deve sedare la cagnara innescatasi con le pubbliche dichiarazioni del ministro della Difesa, ostili all’autore di un libro.

Il problema oggi non è il contenuto del libro – incondivisibile o meno che sia – ma la legalità attraverso la quale s’afferma la disciplina militare. Atteso che la legge prevede che ogni militare è libero di esprimere il proprio pensiero, purché non tratti argomenti “di carattere militare riservato o di servizio”, è altrettanto evidente che il ministro della Difesa ha il più completo diritto di eccepire sui contenuti del libro.

Egli non può tuttavia farlo se non attraverso quanto prevede la legge che regola la disciplina militare, amministrata dallo stesso ministro. In questo caso un ufficiale inquirente, delegato dal superiore diretto dell’ufficiale in sospetto di aver violato la disciplina militare, deve accertare quanto accaduto, in fatto e in diritto, per stilare quindi una relazione. Sulla base di tale documento, le autorità militari decidono il da farsi, perfino deferire davanti all’autorità giudiziaria.

Come il lettore può comprendere, quanto ho scritto sinora prescinde dai contenuti del libro. Purtroppo il ministro della Difesa, sceso in campo ripetutamente attraverso i “social media”, come fosse un adolescente, per esprimere contrarietà e ostilità all’autore sulla base di notizie di stampa, ha messo le Forze Armate nel mezzo d’una contesa politica tra tifosi e nemici del libro. Questo è inaccettabile.

Neppure riporta nell’alveo della legittimità l’ultima notizia stampa, secondo la quale sarà fatta un’inchiesta “sommaria”, invece di quella formale di cui ho detto. Sarebbe una medicina peggiore della malattia.

Il capo del governo avrebbe dovuto indurre il ministro della Difesa a farsi da parte non appena la questione è uscita dai binari della legge e della disciplina militare, imboccando lo sgangherato binario destra contro sinistra.

A questo punto, il Presidente della Repubblica e Comandante supremo delle Forze Armate deve intervenire sul Capo del Governo e, mediante le sue peculiari leve di manovra, indurlo ad accettare un nuovo ministro della Difesa , per portare a buon fine l’inchiesta disciplinare, senza ombre di partigianeria in un verso o nel suo opposto. Le Forze Armate devono essere mantenute lontane dalla contesa politica.

Il ministro oggi in carica deve quindi farsi da parte perché la sua condotta introduce un vizio insanabile di forma. Egli, avendo infatti espresso giudizi ostili all’autore del libro, offre il destro a un qualsiasi avvocaticchio di vincere l’impugnazione davanti al TAR delle conclusioni dell’inchiesta disciplinare, perché sovrastate dalla cinghialesca presa di posizione del ministro, al di fuori dei riti di legge.

Il successore di questo ministro non può essere, inutile spiegarne i motivi, di Fratelli d’Italia, ma neppure provenire dalle fila di Forza Italia né da quelle della Lega, i cui esponenti si esibiscono pro o contro l’autore. Dilettanti.

È indispensabile che il Presidente della Repubblica intervenga al più presto. È la prima volta che un ministro della Difesa mina alle basi la disciplina militare che invece egli avrebbe dovuto amministrare con equilibrio. Il Presidente della Repubblica e Comandante supremo delle Forze Armate non può evitare di intervenire.

Gen. D.g. (ris.) Piero Laporta

www.pierolaporta.it

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MENTANA: “Non sarà, per caso, che l’egemonia del politicamente corretto abbia generato un fallo di reazione di una fetta di opinione ormai insofferente ai dettami del catechismo etico-politico calato dall’alto?”.

Questa domanda retorica, originata ovviamente dal clamore per il libro scritto e autoprodotto dal generale Vannacci, ci mette davanti al vero nocciolo della questione. Non l’ha posta un ottuso oscurantista, ma un grande giornalista, Antonio Padellaro, sul Fatto Quotidiano. Qualsiasi italiano al di sopra dei quarant’anni sa che i contenuti di quel volume erano in un tempo non lontano ampiamente diffusi nel corpo del paese, e non soltanto nelle caserme, ma anche negli oratori e delle sezioni di partito. Chi studia la politica oggi sa che la crescita dei nuovi sovranismi nell’est Europa e non solo si fonda anche sul recupero dei “valori tradizionali”. Molta parte di quel che ha scritto il generale Vannacci è facilmente reperibile nei discorsi elettorali di un Orban, ma anche nelle leggi in via di approvazione alla Duma russa, oltre che nei programmi della Vox spagnola. Ma soprattutto: chi vuol conoscere l’Italia di oggi non può fermarsi alle immagini e alle parole nobili e impegnate viste e ascoltate anche pochi giorni fa attorno all’addio di Michela Murgia. Vi si rifletteva una nobile élite, e con essa una corrente forte soprattutto tra le nuove generazioni. Ma al di fuori, in parti non marginali del paese profondo, la reazione a quel “catechismo etico-politico calato dall’alto” è stata e resta di estraneità e anche non di rado di ostilità. E si manifesta anche nell’adesione alle tesi riportate nel libro del generale. Pare di scorgere la stessa dinamica che abbiamo visto l’estate scorsa: una intensa, tambureggiante, pervasiva spinta culturale e politica contro i rischi di un risorgente fascismo. Si sa poi come è andata alle elezioni.
Mi pare chiaro che la battaglia delle idee non possa oggi essere combattuta come una sorta di opera di civilizzazione di indigeni ignoranti compiuta da autoproclamati portatori di valori superiori e più moderni. È il modo migliore per perderla”.

 

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17 commenti

  • Davide Scarano ha detto:

    Caro Laporta, davvero Lei spera in Mattarella? Mi verrebbe da dire: “più facile ottenere un miracolo dalla Madonna”. Ma andiamo avanti. La forza del progressismo, ovvero dell’agenda liberal che informa, in misura variabile ma tendenzialmente crescente, l’ordine mondiale è riassumibile, a mio parere, con la celebre espressione di Guareschi “contrordine compagni”, ovvero aver reso la Verità non più oggettiva ma fluida, cioè conforme alle priorità del momento. Certo non ci sono più i compagni di una volta, come ha magistralmente illustrato Augusto del Noce, ma sotto certi aspetti è addirittura peggio, visto che che questo “modus pensandi” si è diffuso trasversalmente tra tutti i partiti. Molto altro si potrebbe aggiungere, ricordando Orwell e pure i processi pilotati, ergo, la verità pilotata, citati da Solgenitzin in “Arcipelago Gulag”. Ecco, nel mondo in cui i Media -a servizio di chi?- conformano l’Agenda agli imperativi del momento i processi devono
    seguire lo spirito del tempo, pertanto sfuggono le lungaggini giuridiche e si svolgono “nel segreto di una telefonata” con verdetto unanime e senza appello.
    Infine un’amara constatazione: anche al tempo del Covid vi erano un tot di leggi ma sono state allegramente calpestate.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Io spero solo in Nostro Signore. Per quanto concerne i rimanenti, li metto davanti alle loro responsabilità. Poi si arrangino. Sono fedele al mio giuramento alla Repubblica e vederla violentata da cialtroni è insopportabile. Tutto qui.

  • Adriana 1 ha detto:

    Formalmente e giuridicamente il generale La porta ha ragione…però esistono ragioni politiche- o meglio, partitiche- che con il giuridico non hanno nulla a che fare ( anche da parte del gen. Vannacci che non è da scambiare con Giovanna d’Arco ).
    Si veda ” il Vaso di Pandora ” Pino Cabras, Davide Rossi:
    youtube.com/watch?v=9GLsPLA9LLA.

  • Paoletta ha detto:

    Occhio a non farsi troppe illusioni sul Vannacci…magari è solo a caccia di poltrona.

    • Mac ha detto:

      Magari se la merita molto più di altri presunti servitori della Patria.

      Saluti.

    • piero laporta ha detto:

      La questione non è sul libro di Vannacci ma se un ministro e un presidente della Repubblica (a sentire il ministro) possano violare ripetutamente e gravemente la legge.

  • Gsk ha detto:

    La Verità del 24 agosto 2023 ” Mattarella, l’uranio e la mina Vannacci” ….

  • Mimma ha detto:

    Basterebbero dieci menti come quelle dei Generali La Porta e Vannacci che avessero amor di patria ardente, oltre che coraggio, per liberare gli Italiani da questi traditori, ladri , corrotti e corruttori?

  • FRANJO ha detto:

    Analisi impeccabile, tuttavia sappiamo bene che non succederà nulla di quanto auspicato.
    Più in generale, mi pare di assistere ad una sorta di voltafaccia di questo governo rispetto alle istanze che ne hanno determinato l’ascesa. Per esempio, sull’immigrazione l’assenza di un pur minimo cambio di passo rispetto ai predecessori sorosiani mi pare confermato dal gioco delle parti con l’italo-svizzera del piddi’ che, a fronte della gravissima perdita di controllo sui flussi (e sulla gestione delle persone all’interno), cambia il tema del discorso, accusando la Meloni di introdurre il “reato di solidarietà”, in realtà legittimandola come destrorsa dura e pura….

  • E.A. ha detto:

    Mi perdoni Generale, ma stavolta è come chiedere all’oste se il vino è buono! È sacrosanta la battaglia intrapresa, ma non mi aspetto nulla dai soggetti chiamati in causa! Questo Sistema, ormai intriso di marciume fino all’osso, ha i giorni contati, imploderà e con esso la Torre di Babele su cui si erge! Il botto sarà fragoroso e di pari entità alla superbia ed alla malvagità con cui entrambi sono stati costruiti, nell’intento di sfidare l’Onnipotente e di sovvertire le Sue Leggi. CRISTUS VINCIT

    • Giampiero ha detto:

      Condivido, non ci si può appellare a chi in questi ultimi anni avrebbe potuto intervenire in più occasioni e con determinazione ma non lo ha fatto, avallando così certe derive. O meglio, lo si potrà pur fare , ma col risultato di rivederci ahinoi ancora una volta riconfermati nel nostro sconcerto.

  • Domenico Leoni ha detto:

    Chiedere a chi è causa del tutto, non mi sembra una idea vincente. Ma magari il sempre interessante generale Laporta conosce qualche notizia che al grande pubblico è preclusa?

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