Zaki libero, Egitto Bel Paese. Vincenzo Fedele.

26 Luglio 2023 Pubblicato da 11 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione questi pensieri sparsi sulla liberazione di Patrick Zaki. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

Egitto bel paese

Patrik Zaki è libero – Viva Patrik Zaki.

Non è solo la trasposizione di: il Re è morto – Viva il Re. E’ la sua attualizzazione. E’ la sua caricatura.

E’ triste commentare la parabola di questo “eroe del nostro tempo” che, anche per questo, incarna tutto il peggio che i tempi correnti ci propongono.

Patrik George Zaki è figlio di genitori egiziani di religione cristiana ortodossa copta. Viene arrestato a febbraio 2020 al suo arrivo per visitare i parenti al Cairo, da Bologna, dove era impegnato nella selezione per accedere al Master in studi di genere all’Università di Bologna. Oltre al suo attivismo a favore dei diritti umani, gli vengono contestati, in particolare, alcuni post su facebook che, secondo Il Cairo, gettavano discredito sull’Egitto ed incitavano contro lo Stato egiziano.

Fra processi, rinvii ed attesa di giudizio si fà 22 mesi di carcere. Mentre è ancora in Egitto sotto processo, in attesa di sentenza definitiva, il 5 luglio di quest’anno si laurea all’Università di Bologna e viene proclamato dottore, via collegamento informatico, in letterature moderne comparate postcoloniali con 110 e lode. Non sappiamo esattamente come possa un partecipante ad un Master sugli studi di genere laurearsi in “Letterature moderne comparate postcoloniali” con soli 2 (due) esami dati realmente ed il resto discusso dalla sua cella egiziana via Skipe. Si comprende che, quando si portano avanti battaglie ideali, si cerchino tutti i modi per dare luce al soggetto da promuovere, ma forse c’erano altri modi per aumentarne la visibilità senza screditare le nostre istituzioni. Zaki non parla italiano e cerca di farsi capire in inglese. Forse si è lodevolmente ispirato alla celebre frase di Nelson Mandela, da lui pure citata durante la discussione a distanza per il conferimento della laurea: “Tutto sembra impossibile finchè non viene attuato”.

Ma veniamo ai fatti ultimi. Arriva la sentenza definitiva che lo condanna a tre anni di carcere. Come carcerazione preventiva ha già fatto 22 mesi. Viene arrestato subito in aula e deve quindi scontarne altri 14.

Diplomazie mondiali in azioni, italiane in particolare, ed il Presidente Al-Sisi concede la grazia. Patrik viene scarcerato e dopo pochi giorni arriva in Italia.

Non ci addentriamo neanche in considerazioni, che sarebbero comunque da approfondire, su un regime carcerario da terrore che consente tranquilli studi in carcere che abilitino a conseguire il titolo con il pomposo nome sopra ricordato e la possibilità di effettuare esami a distanza con collegamenti skipe scambiati per cavi elettrici di tortura. Una università italiana che consente di effettuare esami in lingua egiziana, visto che Zaki non parla italiano e l’inglese ….. diciamo che non è a livello di discussione accademica.

Diciamo che dopo tre anni di inutili tentativi dei governi Draghi e Conte, la Meloni e Tajani sono riusciti nell’intento di liberarlo. Ha anche ringraziato il nostro Governo, ma ha anche rifiutato il volo di Stato per il rientro (offerto non si sa a quale titolo) preferendo pagare in proprio il biglietto aereo, pur di non farsi fotografare con qualche nostro esponente governativo.

Poche considerazioni dopo la storiella, che rimane comunque da completare.

Chi lotta veramente per le proprie idee e denuncia le malversazioni di un regime dittatoriale al proprio popolo, non dovrebbe accettare compromessi. Soprattutto quando da oscuro studente fuori sede diventa simbolo mondiale della lotta alla repressione.

Gli esempi dal passato, anche se non tutti edificanti, sono numerosi. Dal sacrificio di George Sand che si lascia morire in carcere nella lotta irlandese contro l’Inghilterra alla famosissima Angela Davis, delle Pantere Nere USA.

Per chi non ricordasse la storia della Davis, rammentiamo che era stata coinvolta in una strage con irruzione armata in una sede processuale USA, colpi di fucile in aula e morti. Il giudice sequestrato e poi ucciso. La Davis era sfuggita all’arresto ma, forse su espresso ordine dei suoi capi, in seguito si fa arrestare e processare. Fa da cassa di risonanza  in tutto il mondo. Alla fine verrà anche assolta dalla giustizia americana e diventa un simbolo della lotta alla segregazione razziale. Le Pantere Nere spariranno, seppellite dai propri errori, ma il simbolo rimane e viene oggi ripreso dai loro epigoni attuali.

Senza andare troppo lontano da noi, basterebbe ricordare che pochi giorni fà è ricorso l’anniversario della morte di Giovannino Guareschi scomparso il 22 luglio 1968. L’unico (UNICO) giornalista italiano finito in carcere per quello che aveva scritto. Nessuno voleva che lui finisse veramente in carcere, neanche lo stesso De Gasperi, oggetto degli attacchi documentati di Guareschi, e gli furono offerte mille possibilità di evitare la galera. Lui le rifiutò tutte convinto (non si saprà mai se a torto o a ragione), che lui aveva pubblicato la verità e che, se il regime condannava la sua voce libera, l’unica protesta che lui poteva attuare era proprio quella di denunciare il regime scontando in galera la pena ingiusta che gli era stata comminata.

La libertà ha sempre un prezzo.

Zaki ha ottenuto la grazia. Tutto il mondo ringrazia il Presidente Al-Sisi per la sua magnanimità e sarà questo che sarà ricordato in futuro. Non la violenza di un regime che opprime il proprio popolo. Che non permette neanche una critica sui social media e che incarcera chi si permette di contraddire. La Legge, pur se dura, è Legge. Ma il Presidente è una brava persona e concede benevolmente la grazia.

Quale impatto avrebbe avuto, in tutto il mondo, per il regime egiziano, se Zaki avesse deciso di scontare in carcere i 14 mesi rimanenti a causa delle sue critiche al regime stesso ? Per Zaki sarebbe stato senza dubbio un sacrificio, ma accettabile. Avrebbe potuto correre il rischio di ottenere una nuova laurea (Tutto sembra impossibile ……). Con tutti gli occhi del mondo fissi su quella cella non avrebbe avuto un regime da carcere duro, come del resto non l’aveva subìto nei 22 mesi precedenti. La condanna del regime egiziano, se Zaki voleva veramente combattere per i diritti umani, sarebbe stato imperituro. Invece viene fuori l’immagine di un Egitto che, anche con le sue dure Leggi, è governato da un Presidente illuminato, che smussa gli angoli, che corregge le deviazioni e gli estremismi legislativi e polizieschi, che sa stare a tavola al cospetto delle migliori democrazie mondiali che lo ringraziano di cuore.

Di Regeni, invece, nessuno parla più. Rimane qualche striscione appeso sulla facciata di qualche municipio, qualche dichiarazione di continuità nelle indagini, anche le inutili fiaccolate ormai non si fanno più ed ai poveri genitori viene concessa solo qualche dichiarazione negli anniversari. Forse i nostri nipoti sapranno la verità su Regeni, quando, fra 50 e passa anni, verranno desecretati gli archivi e si saprà il vero coinvolgimento dei servizi segreti inglesi nella morte del povero Giulio Regeni. Se la sua morte fosse stata causata soltanto da qualche eccesso delle polizia egiziana, il Presidente Al-Sisi non avrebbe avuto alcuna remora a sacrificare qualcuno dei suoi, anche di alto livello, per uscirne bene e chiudere il caso. Il condannato sarebbe stato rinchiuso, in diretta mondiale, ma in una prigione a 5 stelle dotata di tutti i confort, in attesa di essere liberato e riabilitato in silenzio e senza clamori mediatici. Invece ci si limita ai proclami e non si va a scavare, con esiti risibili anche da parte della magistratura italiana. Non si sa (o si sa molto bene) perchè queste cose accadono sempre quando ci sono di mezzo i servizi segreti inglesi.

Con la Francia, invece, è tutto un altro discorso. La Francia ha da sempre un canale privilegiato con Al Sisi, tanto che a dicembre 2020 Emmanuel Macron ha conferito ad Al-Sisi la Legion d’Onore, onoreficenza cavalleresca della Repubblica francese, conferita per meriti militari o civili. Quali siano questi meriti, nel caso di Al-Sisi, non è molto chiaro o forse lo è fin troppo. Questo non vuole essere uno stimolo di approfondimento per il Generale Laporta, ma solo ……. uno stimolo !

Il generale Laporta ha descritto molto bene le interazioni dei servizi segreti francesi con il nostro Paese, da Aldo Moro all’attentato a San Giovanni Paolo II sino al suo ultimo intervento su questo sito (vedi quì). A tanta chiarezza non c’è nulla da aggiungere. Ma se approfondisce …………

§§§

Aiutate Stilum Curiae lo

IBAN

IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT

UNCRITM1E35

§§§

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: ,

Categoria:

11 commenti

  • Priscilla ha detto:

    Il titolo di un corso di laurea puo’ avere significati diversi a seconda di chi legge.
    Per esempio nel mio corso di laurea c’era un esame complementare dal titolo roboante CIBERNETICA E TEORIA DELL’INFORMAZIONE. Mi aspettavo un corso di robotica o simili e mi trovai alle prese con lavagnate di integrali a sazieta’.
    Per chi arriva da un mòndo diverso forse il titolo del corso dell’Universita’ di Bologna puo’ far pensare a un corso in cui venga difeso ed esaltato il matrimonio cristiano, cioe’ monogamico in opposizione alla poligamia musulmana. Un mondo in cui non viga la legge della sharia che fa differenza tra le femmine e i maschi nelle divisioni ereditarie. Ecc. Ecc.
    E si’ , forse, che non impicchi gli omosessuali come accade nell’antica terra dei Magi.

  • Mara ha detto:

    Nessuno se ne abbia a male: l’articolo è alquanto cervellotico e i rimandi non sono da tutti conosciuti. Credo tuttavia di averne colto il senso, che condivido

  • Gabriel terzo commento. ha detto:

    Veniamo alla parte per noi piu’ dolorosa. Giulio Regeni.
    Non credo c’entrino i servizi inglesi , ma bensi’ la docente di Oxford che lo ha inviato in Egitto , approfittando dell’ottima conoscenza di Giulio della lingua araba.
    So che al nostro illustre generale informazionecorretta.com non e’ molto gradita, ma proprio perche’ filoisraeliana, la rubrica ha buon fiuto nello scovare i nemici di Israele. E i fratelli musulmani sono nemici di Israele. I fratelli musulmani furono fondati dall gran mufti di Gerùsalemme che eŕa un ammiratore di Hitler con cui fu anche fotografato. I fratelli musulmani hanno un raggio d’azione piuttosto vasto utiliźando mdtodi all’apparenza buoni (carita’, cultura , ecc.) Per raggiungere il potere che e’ il loro unico scopo. Ma utilizzando anche metodi di guerriglia o di guerra aperta contro gli infedeli.Aŕafat , che, giustamente, il nostro generale non stima era il nipote del gran mufti di Gerusalemme.
    Bene. I fratelli musulmani erano giunti al potere in Egitto democraticamente. Ma la dittatura di Morsi si rivelo’ insostenibile e si giunse così alla presidenza Al Sisi. Giulio fu mandato a fare indagini in Egitto alle dipendenze di questa signora che lo utilizzo’ vigliaccamente come carne da cannone ben felice se il gioco si fosse rivelato duro.
    Ovvero Giulio e’ stato stritolato negli sporchi giochi di potere tra le due fazioni che si contendono il potere in Egitto.

    • giovanna ha detto:

      L’Oxford Institute è una dependence dell’ MI6.
      DOVREBBE BASTARE. OVE NON BASTASSE IL COMPITO ERA DI INTRALCIARE I RAPPORTI ITALO EGIZI , ANZI ENI E GOVERNO EGIZIANO..
      BASTA?

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Di Regeni, invece, nessuno parla più”.

    Il tempo che passa si accumula e sopravviene la dimenticanza.

    Anche sulla guerra russo-ucraina ormai le notizie sono diminuite sensibilmente e s confondono con i pettegolezzi e la cronaca nera.

    Ormai non gliene frega niente di niente a nessuno.

    Manco a quelli che vanno in tv a rompere le balle con le solite cento parole vomitate in tutte le salse.

  • nuccioviglietti ha detto:

    Affare Zaki… sublimazione di concetto di intromissione in affari altrui tipiche di occidente!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Gabriel secondo commento ha detto:

    C’e’ voluto parecchio tempo prima che’ Zaki fosse processato.
    Tempo trascorso agli arresti domiciliari dopo i 22 mesi di carcere. Ovvero Zaki ha sostenuto gli esami e la tesi dal salotto di casa sua. Visto alcune volte in tv. Decisamente un salotto borghese. Ma l’opinione del sottoscritto sulle carceri egiziane non corrisponde a quella di Vincenzo Fedele. Ñon credo siano confortevoli. Il loro utilizzo per la repressione sia della liberta’ in generale , sia in particolare della liberta’ religiosa e’ noto.
    Ho conosciuto almeno un paio di medici egiziani uno cristiano , l’altro probabilmente no. (si chiamava Moamad) che esercìtano qui in Italia. Perche’ fermarsi ad esercitare qui in Italia, se la vita in Egitto fosse facile e priva di pericoli ?
    Sia chiaro : la repressione non e’solo contro i copti. Esiste anchè una repressione pesante all’interno della religione islamica. Ad un docente della piu’ prestigiosa universita’ islamica, quella di cui e’ capo l’imam amico di Bergoglio, furono inflitte pesanti torture perche’ si era permesso di mettere in discussione dei versetti del Corano.

    • ex : ha detto:

      «l’opinione del sottoscritto sulle carceri egiziane non corrisponde a quella di Vincenzo Fedele. Ñon credo siano confortevoli»

      Evidentemente non ha capito. Fedele non ha detto che le carceri egiziane sono “confortevoli”; ha fatto capire che è stata “confortevole” quella per Zaki, il quale ha perfino potuto laurearsi (quindi disponibilità di tutti gli strumenti tecnologici necessari alla bisogna, ed altro ancora). E questo proprio perché il “nostro” (o “loro”) era oggetto di attenzione internazionale («Con tutti gli occhi del mondo fissi su quella cella»), in particolare italiana con la quale già l’Egitto aveva (anzi ha) qualche problema per la faccenda Regeni.

      Anzi Fedele denuncia proprio la pubblicità a favore della (falsa) bontà del sistema carcerario egiziano grazie alla vicenda Zaki.

      • Televisionario. ha detto:

        I metodi repressivi egiziani non sono particolarmente delicati. La pressione internazionale gli ha fatto trascorrere in carcere 22 mesi. Dopo abbiamo visto tutti il salotto do casa Zaki in perfetto barocchetto piemontese dorato. E’ da li che Patrick ha sostenuto gli esami.

  • laura cadenasso ha detto:

    Cristo vince. Ogni invocazione è Speranza/ ogni Speranza racchiude il Mistero che -in/su- DIO è Totale. A volte mi trovo a lasciar cadere le braccia lungo i fianchi in piena consapevolezza della mia inutilità. Concludo lo sfogo con una preghiera sincera e mi fermo ! Ringrazio il gentile Vincenzo Fedele per “la sua caricatura” che “incarna tutto il peggio che i tempi correnti ci propongono” !

  • Gabriel ha detto:

    Ci sono molti studenti egiziani nelle nostre universita’.
    Nella maggior parte dei casi sono invisibili perche’ non si distinguono dai nostri ne’ per l’aspetto fisico ne’ per la padronanza della lingua. Hanno infatti studiato al Cairo in una scuola secondaria superiore (non chiedetemi se liceo o istituto tecnico ) gestita dai salesiani e hanno fatto la stessa maturita’ dei nostri ragazzi. Quindi a loro non e’ neppure richiesto l’esame di lingua italiana obbligatorio per chi non ha la nostra maturita’.

Lascia un commento