Strategia, arte di conservare la libertà di decidere. Laporta.

5 Luglio 2023 Pubblicato da 11 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il generale Piero Laporta, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla situazione che stiamo vivendo e subendo. Buona lettura e diffusione.

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Occorre stabilire dove effettivamente siamo, per capire se e come sopravvivere nel tempestoso mare dell’imbecillità.
Definimmo a suo tempo che cosa sia la strategia. Essa è “arte di conservare la libertà di decisione”. L’Italia perde la sua libertà di decisione dagli anni ’70 del secolo scorso.
L’apologo seguente suggerisce come muoverci nonostante siamo auto ristretti in NATO, UE e ONU, apparentemente privi della libertà di decisione.

APOLOGO DI PEPPE

Un anziano contadino calabrese, vivendo in campagna, ogni primavera si faceva aiutare dal figlio Peppe, per zappare e ripiantare l’orto. Quell’anno suo figlio, purtroppo in prigione, non lo poté aiutare. Il vecchio scrisse al figlio in galera, solo per dirgli la propria angoscia.

«Caro Peppe,
sono triste poiché quest’anno non posso ripiantare l’orto come invece in passato. Sono infatti troppo vecchio per farlo da solo e tu purtroppo non puoi essere qui per zappare per me la terra.
Ti abbraccio,
Tuo padre»

L’anziano ricevette una lettera dal figlio Peppe alcuni giorni dopo.

«Caro Padre,
per carità, non zappate l’orto. Io nascosi sotto quella terra tutti i miei soldi, le mie armi e altra roba.
Vi abbraccia con affetto il
Vostro figlio Peppe».

La lettera non era ancora giunta quando, alle prime ore dell’alba, le forze dell’ordine, cercando armi e bottino di Peppe, invasero il terreno del vecchio contadino, scavandolo e rivoltandolo fino a sera, inutilmente. Non trovarono alcunché, dopo aver zappato e scavato tutto l’orto; si scusarono quindi e andarono via alquanto scornati.
Trascorsi alcuni giorni, il vecchio contadino ricevette un’altra lettera dal figlio.

«Caro Padre,
adesso potete ripiantare il giardino. Non potetti fare di più, considerate le circostanze.
Vi abbraccia sempre con rispettoso affetto il
Vostro figlio Peppe».

Osserviamo smagati l’ostile panorama intorno all’Italia; non dimentichiamo la lezione di Peppe, figlio intelligente e rispettoso del vecchio contadino. La cultura e la famiglia sono valori importanti. Non è tuttavia l’unica lezione di questo apologo: volgiamo a nostro favore l’imbecillità altrui, abbondante e dilagante, grazie a Dio.

*****

Guerra Russia-USA-UK. A circa un anno e mezzo dalla criminale invasione dell’Ucraina, le sanzioni che avrebbero spaccato le reni alla Russia destabilizzano il Dollaro, incoraggiando le adesioni al sistema BRICS (Brasile, Russia, India, Sud Africa). Le transazioni in Yuan, la moneta cinese, aumentano a scapito del Biglietto verde. La NATO, incapace di vincere il conflitto, fronteggia un Putin che non può perdere la guerra, anche a costo d’una tragica tempesta nucleare.
Donald Trump riuscì a tenere lontano l’Occidente da questa trappola, eppure oggi non ha grandi possibilità di candidarsi alle prossime presidenziali. Gli USA sono quindi lacerati. Questo dovrebbe preoccupare anche i più acerrimi anti americani, se non altro perché nessuno può prevedere che cosa accadrebbe in caso di crollo dell’impero yankee. Un altro virus non risolverebbe la situazione né sembra possibile una dimostrazione di forza militare che vada oltre i miliardari rifornimenti di armi. La commedia di Yevgeny Prigozhin fa il controcanto a quelle quotidiane del guitto di Kiev. Questo conflitto è fatto di morti veri e d’immonde commedie. La tragedia trascolora in farsa, non per questo il dramma s’allontana. Crimine e imbecillità. Chi vincerà?

Vaticano. Patetica mediazione nella guerra ucraina; il millenario prestigio della Curia bruciato dalle beffe di quanti avrebbero dovuto giovarsene. Non bastasse, dalla Terza Loggia avvelenano la memoria di san Giovanni Paolo II. La congiura post mortem è un flop, come già spiegammo, a causa d’un piccolo, trascurato dettaglio: san Giovanni Paolo II fu letteralmente immerso fra centinaia di agenti sovietici e microspie, controllato minuto per minuto. Il Grande Pontefice portò via la Polonia e abbattè il Muro. I servizi sovietici lo avrebbero distrutto seduta stante, quand’anche avesse mangiato troppo gelato, altro che andare a letto con una quindicenne, come vanno sibilando serpenti perditempo e stupidi caudatari magistrali. Alla fine della giostra anche i più increduli vedranno l’operato dello Spirito Santo, nella fine d’un servo dei colonnelli argentini e dei suoi cortigiani. Ammenochè i suoi stessi complici non lo facciano fuori entro l’anno perché vecchio, inefficiente e verboso. D’altronde la chiave di lettura della congiura contro san Giovanni Paolo II è negli archivi moscoviti, i cui servizi sono quindi in grado di pilotare l’incauta mediazione vaticana. Imbecilli e porporati.

Francia. Gérald Darmanin, quello degli schiaffoni a Giorgia Meloni per i migranti, ministro dell’interno di Parigi, conduce la Francia alla guerra (in)civile. La polizia francese è nazista. A Ventimiglia la Gendarmeria porconeggia anche in territorio italiano, ben tollerata quando non favorita dall’indifferenza quirinalizia.
L’incendio francese fu spontaneo, causato da un omicidio volontario (non il primo) d’uno sbirro ai danni d’un 17enne magrebino, cittadino della Francia, odiata in Algeria e in Tunisia, com’è odiata in Africa. L’incendio fu spontaneo ma alimentato da quanti vogliono smorzare gli entusiasmi di Emmanuel Macron per i BRICS e le sue pomiciate coi russi.
Squadre di lepeniani di ferro affiancano la repressione poliziesca, entusiasmando il Salvini Matteo, nostalgico dei missini che salutavano romanamente anche i portieri d’albergo purché infilati in una livrea analoga a un’uniforme militare. Imbecilli col manganello e la erre moscia.

Italia. La situazione di Giorgia Meloni, purché tenga a bada il camerata Salvini, è più forte di quanto sembri, a dispetto dell’antica vulnerabilità. L’Italia non ha possibilità di fermare la guerra in Ucraina, come il vecchio contadino non poté zappare il suo orto. L’Italia deve quindi alimentare la guerra, affinché i grandi si facciano male il più possibile, reciprocamente e profondamente. Solo così abbiamo la possibilità di risalire la china nella quale affondammo, grazie ai grandi della Terra e ai nostrani medium assassini d’Aldo Moro.
I vescovi manutengoli predicano la pace, utile ai satanici padroni. Il più forte vuole la pace, vuole dominare in santa pace. Lo scrivemmo e lo ribadiamo: meglio una guerra crudele che una pace satanica.
Guerra, Malattia, Morte e Carestia sono verità apocalittiche della nostra Fede cattolica. Esse non si fermano con le marce di volenterosi imbecilli, né coi sermoni. Unico rimedio è la preghiera, vissuta e praticata senza odio.
In quanto al pericolo nucleare, esso è reale ma non sarà la Russia a colpire noi. Noi e, con noi, Francia e Germania siamo il mercato della Russia e della Cina. I primi obiettivi di Mosca, in caso di scontro nucleare, sono Londra e la City, dalle cui mura partono tutti i tentativi di disintegrare Mosca fin dal 1989, per mettere le mani sulle sue immense ricchezze. Colpire Londra per avvertire Washington è un’ottima, è l’unica possibile strategia nucleare di partenza per Mosca. E Washington lascerebbe al suo destino Londra, come ha sinora fatto con tutti i suoi alleati.
Imbecillità scongiurabile, imitando Peppe.

Israele e Palestina. Come sempre più frequentemente accade, quando le telecamere puntano altrove, sull’Ucraina per esempio, gli aerei, i missili e i droni stellati martoriano i palestinesi. Sono passati 75 anni dalla legittima proclamazione dello Stato di Israele. Non di meno il problema dell’inesistente e artefatta Palestina, creato a Londra da ebrei a danno di altri ebrei, o viene risolto oppure segnerà una nuova diaspora. La Terra promessa fu data in concessione da Nostro Signore ad Abramo. E già qualche ripensamento Lassù si manifestò nel passato prossimo e remoto. Continuare il braccio di ferro coi cosiddetti palestinesi è un suicidio, che porterebbe a una conclusione sanguinosa come sarebbe stata in Sud Africa, se non avessero avuto Nelson Mandela. Gerusalemme non ha alcun Nelson Mandela, su nessuno dei due fronti. Occorre che Israele risolva il problema – creato da altri e oramai tutto suo – non risolvibile più con la forza né dagli imbecilli con la Kippah.

Conclusione. L’ONU, la NATO e la UE non garantiscono né le proprie sicurezze e ricchezze, né le altrui, tanto meno quelle dell’Italia, la più danneggiata dalle consorterie onusiane, europee e atlantiche, non solo per il vino, il parmigiano e l’inflazione. Dobbiamo quindi essere pronti a far zappare il nostro orto a spese di quanti ci vessano. Dobbiamo quindi essere pronti a regolarci di conseguenza quando il sionista burattino di Kiev farà saltare la centrale di Zaporizhzhia, ottenendo una nuova Chernobyl, per propiziare lo scontro nucleare, auspicato da quanti sognano la distruzione della civiltà cristiana. La lungimiranza di questi funamboli portò al capezzale del PD la bella e intelligente Elly Schlein. Buon lavoro, a costei e ai suoi venerabili confratelli imbecilli, quindi.

Cristo Vince nonostante i vescovi apostati e le mene sorosian-globaliste.

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11 commenti

  • Roberto ha detto:

    È sempre un piacere leggere il nostro Generale e provare simpatia per la sua schiettezza. Poi i soliti ” dipendenti” dei tangueros fanno distinguo, si lagnano, cercano di distorcere il senso, pur estremamente chiaro, delle opinioni espresse.
    Quindi non entro in polemica con i tangueros, non serve. Unica nota che mi sembra importante è l’orrore “generalizzato” verso la guerra. Anche a me fa orrore ma invito a rileggere l’Apocalisse.
    Non mi pare che venga descritta una jam session un po’ hippie e un po’ fusion.
    Forse i ” guai” descritti non sono così teatrali e/o simbolici come forse il nuovo responsabile per la dottrina vorrà farci credere.
    Anzi spero che il Generale, con il suo”indomabile” ottimismo che cerca sempre un minuscolo spazio di serietà nelle nostre fradicie istituzioni, abbia ragione .
    D’altronde la Misericordia di Dio si accontenta di poco.
    Spero che quel che rimane dell’Italia sia in grado di fornire questo ” poco”.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie, davvero
      Questo,non mi stancherò di ripeterlo, non è il momento storico peggiore della Chiesa.
      Sempre Nostro Signore l’ha guidata fuori dalla tempesta,secondo tempi e disegni noti solo a Lui
      La battaglia è nostra la vittoria di Dio.

  • ugo ha detto:

    Se è vero, come è vero, che Giorgia è un gigante in mezzo ai nani della nostra classe dirigente e di quella europea, batta un colpo!
    Si erga fra i belligeranti – USA, NATO e Russia + CINA convocando una Conferenza nella Città Eterna (magari ripulita dalla spazzatura) sull’esempio di Erdogan per il ripristino delle spedizioni del grano e altre derrate alimentari di cui l’Africa necessita. Sarebbe a parer mio una mossa politica intelligente per accreditare l’Italia quale sede futura di Conferenza di PACE!

    • piero laporta ha detto:

      Meloni segue l’unica strategia possibile per l’Italia: basso profilo fra gli alleati e alimentare la guerra fra i grandi. Più si fanno male, meglio è per noi

  • il Matto ha detto:

    “Lo scrivemmo e lo ribadiamo: meglio una guerra crudele che una pace satanica”.

    A prima vista sembra un’affermazione eroica e incontestabile.

    Personalmente, ritengo che la guerra sia una sciagura in ogni caso, santa o meno che sia.

    Esseri umani che ammazzano i propri simili è un’aberrazione, questa sì, satanica.

    E poi, in mezzo alla “pace satanica” è sicuramente possibile difendersi con il raccoglimento contemplativo.

    E con la guerra fatta a se stessi.

    • piero laporta ha detto:

      Non è una frase eroica e incontestabile: è la verità. Chi opprime vuole la pace, vuole opprimere in santa pace. La libertà si nutre col sangue.
      Lei rimanga pure col colonnello Bergoglio, pacifista a spese altrui, che non può tornare in Argentina. Si è mai chiesto perché?

      • il Matto ha detto:

        La informo che io non ho colonnelli – di alcuna fazione – con cui schierarmi. E se pensa che io sia un pacifista è del tutto fuori stradai.

        Sono secoli e secoli che “la libertà si nutre col sangue”, e non sembra che i risultati siano stati e siano lusinghieri.

        Il sangue raggrumato intasa le condutture.

        A parte il fatto che coloro che si scannano a vicenda lo fanno ciascuno per la propria “libertà”.

  • un commento all'articolo ha detto:

    Chiamare “imbecilli” i prelati che stanno cercando, nei limiti del possibile, di farsi parte diligente tra i contendenti mi sembra davvero improprio e ingrato. Il fatto che le parti facciano “pernacchie” non mi pare un buon motivo per denigrare chi si impegna e che peraltro rappresenta l’unica istituzione occidentale che dall’inizio della guerra sta cercando di mantenere una posizione equilibrata riconoscendo le ragioni di tutti.
    Il paragone con Giovanni Paolo II è semplicemente ridicolo; primo perché anche a lui sono fallite tante mediazioni, secondo perché il successo non è necessariamente la misura della bontà dell’azione (non siamo calvinisti credo); terzo perché é semplicemente sciocco dire che il “muro” lo abbia abbattuto Giovanni Paolo II: la vicenza è ben più complessa il Papa Santo sicuramente è stato uno dei fattori, ma non l’unico e nemmeno il più determinante.
    Spiacevole leggere articoli come questo – un coacervo di deliri – e duole che Tosatti lo abbia ritenuto pubblicabile.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie
      La convinzione che le guerre si smorzino con le chiacchiere va bene per i film ma la vita reale è differente, tanto più se chi si propone come mediatore ha una storia personale poco commendevole.
      Non c’è alcun paragone con san GPII.
      Stigmatizzo il tentativo losco di calunniare il papà polacco per coprire le miserie correnti.
      La ringrazio per aver confermato la mia convinzione che l’imbecillità sia dilagante.
      Continui pure a leggermi:le gioverà

  • Tonino T ha detto:

    Ora che la terra è zappata che resta da fare?

    Giacomo 5,7
    Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d’autunno e le piogge di primavera.

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