Benedetta De Vito. L’Acqua Santa.

27 Maggio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito nel suo peregrinare per Roma e nella memoria, oggi ci parla dell’Acqua Santa. Buona lettura e distensione. E ne approfittiamo per ricordarvi il libro di Benedetta, “Cuore Sardo”

§§§

 

Papa Sisto V, in pochi anni, restituì alle fontane romane l’acqua zampillante che è frescura al corpo e all’anima. Mmmm, a questo pensavo, ieri, mentre, al volante della mia Cinquecento, nel solleone già al mattino presto. mi recavo a casa di mia madre, novant’anni, alta nella persona eretta, sempre con i capelli a posto e ben cucita nella semplicità. E prima di arrivar da lei, sentivo come una vocina: “Lavami, ti prego, non vedi che non sono più candida ma impura e sporca e contaminata”.

Ed era, non ci crederete, il fiato della mia automobile che mi rimproverava e così, detto fatto, a una certa fontanella, a mezza strada tra casa mia e la casa di lei, mi sono fermata, ho parcheggiato e dai a fregar con una spugna su cofano, sportelli, vetri e tetto, con l’aiuto di una bottiglia che andavo riempiendo alla fontana, nel via vai, in tandem con un signore che, guardandomi, ha sospirato: “Ogni tanto ci vuole…”. Già, ci vuole, mi sono detta e, bianca di nuovo l’auto, eccomi da mia madre.

Parliamo, il caffè è pronto, lei, come sempre, mi dice, sospirando, che bisogna far fare il battesimo ai suoi pronipoti (che oramai quasi vanno a scuola) e poi è tempo di tornare a casa e, mentre torno a casa, in folgore, al pensiero dell’acqua di Santa Caterina (che ho portato alla mia mamma), penso: “Oddio, ora so perché le Chiese sono così aride e tristi i sacerdoti con il bavaglione: manca l’Acqua Santa!

Con un balzo, aiutata dall’ombrellino di Mary Poppins, sono qui giù di un rigo e, riavvolgendo il nastro della mia vita, mi vedo, con un cappottino verde, il colletto in velluto, la coda di cavallo, ai piedi le scarpe traforate in ghirigoro fiorito, con il bottoncino sul fianco destro. Sono per mano a mia madre giovane, con un foulard annodato sotto la gola. Insieme, pian pianino, camminiamo lungo il viale alberato, che è indirizzo di casa (di lei) e su su fino alla piazzetta del Rione Miani, dove svoltando sulla sinistra, raggiungiamo la chiesa di Santa Marcella. Appena entrata, giù,  a baciare con il ginocchio nudo (sono in calzettoni) il pavimento e siamo, lei e io (e non so perché non venissero gli altri fratelli)  al banco.

Mia madre si china su di me: “Hai preso l’acqua Santa?”. No, no, no, salto su e volo prima che la funzione inizi, a tuffar le dita in quel guazzetto allegro che mi bagna fronte e cuore. Irrorata, purificata, nutrita dall’acqua santa (che doveva, molti e moltissimi anni più avanti, poi sgorgarmi dentro in fonte viva), ma inconsapevole, piccina come ero, la Santa Messa poteva cominciare ed era come aver fatto fare all’anima  un bel bagno con sapone, bolle e paperelle. Un bagno tutto interiore. Sì, Sisto V restituì l’acqua delle fontane romane, mentre Bergoglio, con la scusa della psicopandemia, ha tolto di mezzo, in quattro e quattr’otto, l’acqua viva della Chiesa, quella di cui non si può fare a meno, come so con la sapienza del cuore. E certo non è un caso, ma volontà della Provvidenza, se, proprio ieri, ho aperto, nell’andare a coricarmi, un vecchio libro che si intitola “Manuale di Filotea” ed è di un sacerdote milanese che si chiama Giuseppe Riva, che dedica all’acqua santa parecchie righe del suo trattato lungo lungo. E che ora, rubandolo alle pagine ingiallite, in lettere formica, vado qui a riassumere per capire che cosa ci  stiamo perdendo, imbavagliati, intorpiditi e senza neppure protestare. Il capitolo si intitola “Istruzione sull’Acqua Santa”. Ci informa il sacerdote che asperger d’acqua santa i fedeli è tradizione antichissima della Chiesa, che risale al II secolo. San Giustino la usava  per purificare i devoti e Papa Alessandro I “comandò ai Sacerdoti di benedire  tutto il popolo con l’Acqua Benedetta”. Il primo ad usarla, comunque, fu uno degli evangelisti: San Matteo. Pensate un poco…

E l’Acqua Benedetta era ed è il sangue vivo delle chiese. Se ne stava, placida e ridente, nelle belle acqusantiere portando il respiro della vita nella preghiera e durante l’intera Santa Messa. C’era e tanto bastava. E sentite un poco che cosa ha da dire questo vero Sacerdote sul come si fa l’Acqua Santa e qual è la sua simbologia profonda come il mare aperto. Lo faccio dire a lui che è molto più abile scrittore di me e sentite  un poco: “L’Acqua Santa si fa dai sacerdoti in cotta e stola, mischiando il sale coll’acqua, recitando sopra di essa le orazioni prescritte dalla Chiesa. Si mischia il sale coll’acqua affinché, essendo il sale il simbolo della prudenza e della incorruzione, e l’acqua simbolo di semplicità e purità, tutti coloro che di essa si aspergono restino purificati da ogni immondezze premuniti contro le insidie diaboliche e. coll’aiuto divino, divengano prudenti come serpenti e semplici come le colombe”. Ecco quello che ci perdiamo e non è giusto! Ma sentite ancora, l’Acqua Benedetta è il simbolo dell’unione tra il divino cioè Gesù (il sale che dà sapore a tutto) e l’acqua che rappresenta la nostra  meschina natura umana…

E ora so perché, per molti anni, sono andata a San Marcello al Corso a rifornirmi di Acqua Santa che regalavo in giro (anche a sacerdoti) e che tenevo sempre in casa, come fosse una scorta di vivanda. Non so, piselli in scatola, rigatoni, fagioli, pelati.  Sì, non lo sapevo allora, era un gesto naturale, senza pensiero, ma era verità e l’acqua benedetta cibo spirituale, pronto all’uso. Ecco, arriviamo alla fine, e chiedo a voce alta a chi può farlo di ridarci, e subito, l’Acqua Santa, odiata dall’arcinemico, che la teme come teme e odia la purezza, i bambini, l‘ordine del cosmo, la penitenza e la bontà. Il Signore ha scritto la Sua Santa legge nello scrigno del nostro cuore e, come un delicato fiore, essa deve essere irrorata. Sì, dall’Acqua Benedetta.

§§§




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30 commenti

  • Chedisastro ha detto:

    Ci sono in giro, nelle chiese tenute dai sacerdoti più premurosi, dispenser di acqua benedetta che non sono piacevoli a vedersi e nemmeno a usarsi, ma che, bene o male, in questi tempi così bui e tristi, permettono di farsi un Segno della Croce in grazia di Dio, scacciando anche, alla fine delle funzioni, gli eventuali peccati veniali commessi per distrazione.
    Alle belle acquasantiere asciutte e abbandonate, però, nemmeno le lacrime escono, ché gli osceni gel disinfettanti che le infestano le hanno paralizzate.

  • Il Matto ha detto:

    A proposito di acqua.

    «L’uomo e il mare: un’immagine che più volte incarna quella dell’uomo di fronte a Dio e, ancor più, dell’uomo alla ricerca di Dio. A questo riguardo sembra quanto mai opportuno citare alcuni versi del più grande poeta mistico di lingua persiana: Jalàl ad-Din Rumi (1207-1273). In queste parole la vastità e la profondità degli abissi marini evocano al contempo l’insondabile Mysterium del Divino e l’oculus cordis dell’anima, che l’uomo deve incessantemente risvegliare dentro di sé:

    “L’occhio del mare è una cosa, un’altra ne è la spuma; tralascia la spuma e guarda con l’occhio del mare! Giorno e notte, provenienti dal mare, si muovono le falde di spuma; tu vedi la spuma, non il mare. Come è strano! Urtiamo gli uni contro gli altri come barche; i nostri occhi sono accecati; tuttavia l’acqua è chiara. O tu che ti sei addormentato nel battello del corpo, hai visto l’acqua; contempla l’Acqua dell’acqua! L’acqua ha un’Acqua che la emette, lo spirito uno Spirito che lo chiama”. (Mathnawi, III)».

    Valentina Dordolo, I Logia arabi di Gesù.

    L’Occhio del mare … l’Acqua dell’acqua … lo Spirito dello spirito …

    Sublime! …Il segreto del risveglio dell’Occhio della Contemplazione!

  • acido prussico ha detto:

    C’è Acqua e Acqua.
    Quella raccontata da BDV è quella Santa e Benedetta.
    Ma nella Chiesa odierna – evaporata l’acqua “benedetta” e con dispenser di idrogel – ci sono altri tipi di acque.
    Vi sono acque “torbide”:
    “La comunione con il Corpo di Cristo è segno e causa strumentale di un dinamismo relazionale che plasma la Chiesa”. (Le parole del Papa alla Pontificia Commissione per l’America Latina)
    … e acque sulfuree:
    “Gli irlandesi vi hanno portato il whisky e gli italiani la mafia”. (Francesco a un americano)
    Notizie lette oggi su https://www.infocatolica.com/

  • Dora ha detto:

    Un poco fuori Tema, ma forse non troppo.
    Abituata a pensare al Battesimo di Gesù nel Giordano non mi ero accorta che anche Gesù, dopo essere stato battezzato, si era messo a sua volta a battezzare nel Giordano.
    E voi ve ne eravate accorti ?

    • Rolando ha detto:

      Certo, anche se appena accennato. E la valenza è grande, troppo grande, per l’indagine storica. Il battesimo del Battista, inoltre, ci viene in aiuto perché, secondo la testimonianza di Giuseppe Flavio, non era finalizzato al perdono dei peccati, ma segno per una affiliazione/appartenenza.
      Una volta si diceva che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Oh Santo Cielo! Questa mi giunge nuova. Ma mi dica in che Vangelo l’ha letto? Non mi dica che è Matteo 3,11 :
      –Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco.–
      perchè è una profezia di Giovanni Battista sulla missione di Gesù Cristo.

      • Stilobate ha detto:

        Dora e Rolando si riferiscono, immagino, al fugace accenno di Gv 3, 22: “Post hæc venit Jesus et discipuli ejus in terram Judaeam: et illic demorabatur cum eis, et baptizabat” (“dopo queste cose Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea: e là si tratteneva con loro, e battezzava”); qui è appunto scritto a chiare lettere che Gesù battezzava (ἐβάπτιζεν). E che si tratti proprio del battesimo con acqua è suggerito dal versetto immediatamente successivo (Gv 2, 23): “Erat autem et Joannes baptizans, in Aennon, juxta Salim: quia aquae multae erant illic, et veniebant et baptizabantur” (“anche Giovanni battezzava, a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua: e la gente veniva a farsi battezzare”).

        • luca antonio ha detto:

          STILOBATE, non ho il link sotto al suo intervento del
          28 Maggio 2022 alle 16:38
          “Ma forse Rolando intende dire che tutto muta, fuorché, appunto, la legge del mutamento, la quale invece non muta e proprio per questo sancisce la mutevolezza del tutto. ***È una struttura logica simile a quella per cui, in un’ontologia coerente e rigorosa, tutto appare e scompare, poiché nulla può sorgere dal nulla e al nulla tornare (non essendo il nulla possibile), epperò quell’ ente che è l’apparire degli enti non può eclissarsi nel non manifestato, perché nel suo caso, e soltanto nel suo, la scomparsa equivarrebbe a un annientamento, ovvero all’impossibile.”
          Ottima considerazione e complimenti per la sintesi, ma per essere “vera” tale legge deve rimanere “esterna” al sistema, altrimenti, per il principio entropico, verrà essa stessa prima o poi annientata; nel post Rolando dice che anche Dio, , muta, e quindi è interno al sistema del mutamento, da qui la mia valutazione.
          A meno che…il Dio della Bibbia non sia Dio ma solo un “demiurgo”, un dio inferiore…o una favola.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Chiedo lumi.

      Da dove risulta che, come afferma Dora, anche Gesù battezzò nel Giordano?

  • Roberto ha detto:

    Complimenti all’autrice che, con leggerezza di bambina, ci avvicina allo Spirito Santo. L’accenno all’Acqua che “sgorga in me” mi ha fatto fare in sobbalzo in ricordo di una antica esperienza.
    Grazie, e grazie per aver accennato a come si prepara.
    Indegnamente, ma con devozione, cercherò di farlo.
    Meglio la mia “difettosa” acqua che quella benedetta da un sacerdote perverso.

    • Rolando ha detto:

      Roberto caro. Basta insultar quei pochi sacerdoti che son rimasti. I vecchi non tornano più. Non mi sembra difficile da capire. Santa Teresona diceva: “Tutto passa solo Dio resta”. Sii felice per Dio. Rassegnati per ciò che passa. In fondo non è Lui che fa nuove tutte le dottrine ed abitudini vecchie?
      Un giovane normale sceglierebbe una vecchia zitella per accoppiarsi?

      • Il Matto ha detto:

        Mon cher Roland,

        “Tutto passa solo Dio resta”.

        5 parole il cui significato ultimo è difficilissimo da intuire da parte di teste intasate da pensieri, peraltro anch’essi passeggeri.

        Un mondo di pensieri: quanto di più illusorio.

        • Rolando ha detto:

          Caro il mio MATTO. Ognuno intende ciò che vuole intendere. Solo l’ignorante che non sa relazionarsi nella difficile reazione alchemica del pensiero per progredire, resta quel che è. Ed a ragione arriva a chiamare fedeltà anche l’ignoranza. Non progredi est regredi.
          Ma che se ne faccia Dio di tali testardi, né caldi, né freddi lo ha già detto: “li vomito” (Apocalisse).

        • Rolando ha detto:

          Dice il salmo: ET VERITAS DOMINI MANET IN AETERNUM.
          Ma quale è secondo il Budda la verità che rimane per sempre?
          L’UNICA VERITÀ È CHE TUTTO CAMBIA.
          Anche Dio cambia. “Io sono ciò che sarò”. Oppure: “Io sarò ciò che sono”. Oppure: “Io sono il primo Io sono”. Aser ebraico ha anche valenza numerica. Ecc…
          Insomma nella Bibbia trovi tutto ed il contrario di tutto. Da qui il principio rabbinico di sempre: non c’è mai un punto fermo. La discussione è perenne. Anzi è vietato fare punto.
          E pensare che i cristiani che hanno fagocitato i loro libri sacri ne fanno un Depositum fidei, assieme al NT che vorrebbe essere “completamento”.

          • Il Matto ha detto:

            Ciao Rolando.

            Ma … “io sono ciò che sarò” , “io sarò ciò che sono” possono significare … io sono colui che sono (è): IEVE, quindi “sono colui che non muta”, assoluto, sciolto dal tempo.

            D’altra parte il mutamento presuppone qualcosa che in sé non muta e proprio per questo può mutare diversificandosi.

            Il mozzo della ruota … la cima della montagna … l’asse del mondo … chung jung (chu yo): l’invariabile mezzo o asse che non vacilla…

          • luca antonio ha detto:

            Rolando caro, “L’UNICA VERITÀ È CHE TUTTO CAMBIA” ,
            -compresa, ovviamente, la verità che tutto cambia- è un’aporia camuffata con un’astuzia lessicale; la frase corretta dovrebbe essere ” l’unica verità è che non esiste alcuna verità” oppure “la sola cosa che non cambia è che tutto cambia” , detta correttamente l’antinomia è evidente.

          • Stilobate ha detto:

            Ma forse Rolando intende dire che tutto muta, fuorché, appunto, la legge del mutamento, la quale invece non muta e proprio per questo sancisce la mutevolezza del tutto. *** È una struttura logica simile a quella per cui, in un’ontologia coerente e rigorosa, tutto appare e scompare, poiché nulla può sorgere dal nulla e al nulla tornare (non essendo il nulla possibile), epperò quell’ente che è l’apparire degli enti non può eclissarsi nel non manifestato, perché nel suo caso, e soltanto nel suo, la scomparsa equivarrebbe a un annientamento, ovvero all’impossibile.

      • Roberto ha detto:

        Non ho capito una h della sua risposta
        Cosa voleva significare?

  • Rolando ha detto:

    L’acqua è qodesh, cioè “separata”, santa perché nella notte di Pasqua il Sacerdote la benedice immerrgendovi il cero [= Gesù Cristo] invocando: Descendat in hanc plenitudinem fontis virtus Spiritus Sancti.
    Il pneuma, cioè il vento, spira asciugando il cosiddetto mar delle canne e permettendo il passaggio all’asciutto degli Israeliti in viaggio verso la Libertà in un paese tutto loro.
    Gesù è il nuovo pneuma per i cristiani che lo ritengono il loro Redentore.
    L’acqua non è per niente santa, cioè separata [Dt 23, 14-18] dalla terra. Anzi è la benedizione di YHWH proprio in quanto impregna la Terra conservando la vita.
    L’acqua limpida, non inquinata dall’uomo, cui anela la cerva alla ricerca del Mistero Ineffabile, inesprimibile in dottrine stantie.

  • Claudio Gazzoli ha detto:

    ma dott. Tosatti, voi che accettate la pubblicità di Google, non avete capito che gli spot che vi mettono sono studiati a tavolino per delegittimare, ridicolizzare, beffare tutto il valore di verità dei vostri blog ?? cfr. “LA PROSTATA GUARITA IN 10 GIORNI…”

    • Rolando ha detto:

      Ma va, Claudio Gazzoli caro. Non sai che indipendentemente dalla soggettiva intenzionalità, l’azione che ne segue sortisce sempre per gli altri effetti differentemente convenienti e non convenienti ?
      Tu sta forte nella fede e chiudi gli occhi a ciò che non ti conviene. San Domenico Savio camminava sempre ad occhi bassi, rivolti a terra. Un giorno San Giovanni Bosco gli chiese: ” Ma perché non alzi mai gli occhi?”. Risposta: “Non voglio guardare, in Paradiso, con occhi sporcati dalle immagini sozze create dall’uomo il volto ineffabile dell’Immacolata Concezione”.
      Chiaro? Non criticare il sito, ma critica te stesso, se non vuoi correre rischi per la salvezza eterna o per il tuo cocetto di pudicizia hic et nunc.
      Omnia munda mundis.

    • Rolando ha detto:

      Ah, dimenticavo Pico della Mirandola: ” Non è furbo chi si crede furbo, ma colui che conosce il furbo”.