Tradizionalismo Cattolico e Apparizioni. Qualche Precisazione di Porfiri.

29 Giugno 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il precedente articolo del M° Aurelio Porfiri ha suscitato un dibattito molto vivo e interessante sul tema del tradizionalismo cattolico, e dei suoi vari aspetti. L’autore, letti i commenti, ha preso spunto da essi per una serie di precisazioni e puntualizzazioni. Buona lettura.

§§§

Tradizionalismo cattolico, qualche precisazione

 

La mia riflessione sul tradizionalismo cattolico ha suscitato alcuni commenti e mi offre la possibilità di sviluppare ulteriori riflessioni su quanto ho detto. Ripeto, per sicurezza, che certamente io privatamente mi sento in consonanza con molte delle battaglie combattute nell’ambito tradizionalista, anche se a me non piace essere etichettato con questo nome. Ci sono anche cose che mi dividono da questo mondo preso nella sua complessità. Quindi, almeno spero, cerco di offrire una visione equilibrata ed oggettiva in tempi in cui mi sembra ci sia un intensificarsi della tensione tra diverse anime di questo mondo. La mia vuole essere una riflessione sui princìpi, non un parteggiare per questo o per quello.

Ho detto che mi sembrava essere ora prevalente una variante apocalittica (permettetemi questo richiamo all’attualità) rispetto ad un passato in cui il tema prevalente nel mondo tradizionalista era quello della liturgia. Alcuni hanno garbatamente contestato questa mia affermazione asserendo che il tono apocalittico (uso questa parola per semplificare, non cercateci connotazioni negative) era già presente nel mondo tradizionalista grazie a tutti coloro che si rifacevano e rifanno al fenomeno dell’apparizionismo, cioè tutti coloro che si identificano con i vari fenomeni di apparizioni (solitamente mariane) riconosciute o meno.

Ora, non entriamo nella veridicità di questo o quel fenomeno, non è questo l’oggetto dell’articolo. Io semplicemente contesto l’inclusione del mondo delle apparizioni nell’ambito del tradizionalismo. Anzi, mi sembra che molti di coloro che trovano forte sostegno alla loro fede dalle apparizioni mariane, hanno più un carattere che definirei “carismatico” che tradizionalista, cioè di mettersi al seguito di persone che affermano di avere ricevuto uno speciale carisma per cui possono comunicare con il mondo soprannaturale e ricevere messaggi per tutta l’umanità. In effetti in questo ambito hanno forte presa i movimenti ecclesiali, non tanto i gruppi tradizionalisti. Forse l’unico legame forte fra realtà tradizionaliste e apparizioni può essere legato a Fatima, ma qui siamo in un ambito ben circoscritto dall’approvazione della Chiesa, mentre l’apparizionismo si muove spesso in un mondo di confine, fra apparizioni riconosciute e altre non riconosciute, garantite dagli apparenti carismi dei supposti veggenti.

Poi non dimentichiamo che anche qui bisognerebbe distinguere tra apparizioni vere e proprie, visioni e rivelazioni, come ben fa il padre Gabriele M. Roschini nel suo Dizionario di Mariologia: “Le apparizioni sono manifestazioni sensibili extranaturali di un oggetto assente (ma che sembra presente) fatte ai sensi esterni o all’immaginazione. Si distinguono perciò sia dalla “visione” (la quale è intellettiva) sia dalla “rivelazione” (la quale è la manifestazione di una cosa nascosta, con percezioni puramente spirituali)”.

Nel contesto dell’apparizionismo non si fanno molte distinzioni. Poi, ci sono delle differenze fondamentali tra il tradizionalismo e l’apparizionismo. Una è proprio quella della Messa tridentina, che è tratto distintivo del mondo tradizionalista cattolico mentre svolge un ruolo marginale in quello apparizionista, l’altra è quella del Concilio Vaticano II come momento dirimente, che è ben viva nel mondo tradizionalista mentre non ha questa importanza nel vasto mondo dei fenomeni di apparizione.

Poi, ho avuto l’impressione che qualcuno pensi io voglia sottovalutare questo tradizionalismo apocalittico, voglia essere quello che Corrado Ruini in un recente articolo su Accademia Nuova Italia definisce un “normalista”: “In questa epoca, sembra che appartenere ad una categoria numericamente molto ridotta di persone liberamente pensanti, sia una grave colpa. Qualcosa di cui vergognarsi, soprattutto per l’etichetta e la categorizzazione violentemente negativa che viene data a tutti costoro tra cui mi ascrivo fieramente e liberamente d’ufficio. Negazionisti, complottisti, no mask, no vax, globalmente definiti come cattivi, molto cattivi in un linguaggio parlato da schifare del tutto e quindi da schivare. Sembra aumentare di giorno in giorno il livello di disapprovazione sociale complessivo di massa verso chi non osserva le regole leggi del pensiero unico”.

Lungi da me il sottovalutare che ci possano essere forze occulte o meno che operano per la distruzione della civiltà e che queste vanno denunciate e combattute. Questo non significa che ritengo tutte le battaglie che vengono portate avanti da certo mondo tradizionalista come le mie o come battaglie che vale la pena affrontare. Ma sono ben consapevole, e ne ho parlato in tanti miei articoli, libri e video, che ci troviamo in un momento storico cruciale in cui la sempiterna battaglia fra il bene e il male ha raggiunto un momento apicale e questa guerra va ben oltre l’ambito tradizionalista cattolico perché non va solo a colpire il fatto religioso, ma anche quello meramente umano.

Ricordiamo quanto Plinio Côrrea de Oliveira affermava: “Siamo figli della lotta, perché figli di una Madre che lotta e schiaccia continuamente il capo al serpente. Siamo dei combattenti per vocazione, e ogni volta che non ci sentiamo dei lottatori smarriamo la nostra fisionomia e il nostro spirito. Siamo nella lotta, viviamo nella lotta, viviamo per la lotta, e speriamo poter morire nella lotta” (in: Roberto de Mattei, Plinio Corrêa de Oliveira, apostolo di Fatima, Profeta del regno di Maria). Quindi questo aspetto di combattimento mi è ben presente e cerco di applicarlo nella mia vita di tutti i giorni. Mi permetto modestamente di riflettere su questi fenomeni con il necessario equilibrio per capire quali battaglie, fra le tante possibili, vale veramente la pena combattere perché rappresentano un pericolo reale e imminente.

§§§

 




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 

Y este es el enlace al libro en español


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , ,

Categoria:

14 commenti

  • Iginio ha detto:

    Premesso che, come dice un bravo sacerdote di mia conoscenza, bisogna essere per la Tradizione e non per i tradizionalisti, e premesso che il concetto di Tradizione cattolica non ha nulla a che vedere con quella dei vari Guenon, Evola eccetera, e premesso che un certo papa Gregorio XVI, pensate un po’, condannò coloro i quali facevano della “tradizione” erroneamente intesa l’unico criterio di conoscenza di Dio;
    premesso inoltre che esistono fior di carismatici del Rinnovamento che non hanno nulla contro la Messa del vecchio rito, anzi la apprezzano, essendo persone di preghiera,
    le apparizioni sono per tutti, non solo per i “tradizionalisti”. Il problema è che Fatima è stata strumentalizzata dai pliniani, che come al solito non ci capiscono niente e non vogliono sentir parlare della apparizioni mariane successive (per loro esiste solo Fatima e poi il diluvio). Non ci capiscono niente perché il messaggio di Fatima era per la penitenza e il sacrificio, non per la crociata anticomunista: suor Lucia parlò del messaggio concernente la Russia solo molti anni dopo le apparizioni.
    La lotta cui siamo chiamati, checché ne dicesse Plinio, è quella contro il peccato che si insinua dentro di noi, non quella contro le ideologie politiche cui andrebbe contrapposta una bislacca ideologia elitaria neoghibellina.
    Caro Maestro, segua il mio consiglio: eviti di plinizzarsi e resti libero nello Spirito Santo.

    • FRANJO ha detto:

      Affermazioni condivisibili. L’avversione di quegli ambienti per Medjugorje, ad esempio, li rende incapaci di coglierne l’importante connessione con Fatima, di cui pure si proclamano interpreti privilegiati.

  • Luca ha detto:

    Concordo con l’articolo, ma lo spirito apocalittico non nasce dal nulla, e, d’altro canto, è condiviso in pari grado dalle forze atee/materialistiche del mondo: che altro sarebbe la follia ecologista che prevede la distruzione del pianeta e l’estinzione del genere umano nel giro di pochi decenni, se non una escatologia senza Dio?
    Certo, non dobbiamo commettere l’errore dei vari protestanti, che non avendo una chiesa finiscono sempre sul concentrarsi in maniera ossessiva sull’eschaton ed elaborare follie teorie su teorie. Però viviamo davvero in tempi decisivi, e c’è qualcosa nell’aria che percepiscono un po’ tutti.

  • Irene ha detto:

    Io non mi sento più o meno tradizionalista, sono semplicemente cattolica, appartengo solo al Dio della Rivelazione. La distinzione va fatta tra i cattolici e quelli che si definiscono tali, ma di cattolico hanno solo il nome e non credono di fatto più a nulla…

  • Virginio ha detto:

    Breve domanda: non sarebbe stato più saggio che in occasione del concilio avessero profuso maggiore impegno per ridurre le distanze dalla Chiesa ortodossa? Il tentato avvicinamento ai protestanti, oltre al disastroso risultato rispetto alle aspettative, ha conseguito anche un ulteriore distanziamento da tutti i cristiani d’oriente.

    • ZALEUCO ha detto:

      Sarebbe certamente stato più saggio. Se però mettiamo la natura del Cattolicesimo e quella dell’Ortodossia come emergono dalle rispettive storie, vediamo che il cristianesimo latino si distingue, fra gli altri aspetti, per la tendenza a riarticolare continuamente il proprio linguaggio: lo si coglie un po’ in tutti gli aspetti, dal rito all’iconografia, dall’ecclesiologia alla teologia. Di contro il mondo ortodosso si caratterizza per una sostanziale staticità. Il Vaticano II nasce, a me sembra, come ennesima iniziativa di aggiornamento (che diventa poi adattamento, inseguimento, adeguamento…) del Cristianesimo latino ai temi e al linguaggio della contemporaneità. In tale prospettiva l’Ortodossia non poteva che essere considerata espressione di istanze antitetiche. Nei suoi riguardi ci si limitò a qualche timido passo ecumenico, il minimo sindacale per non dare l’impressione di tradire i tanto sbandierati propositi di dialogo (per certi aspetti un po’ come nel caso del Summorum Pontificum, atto minimo di un pontefice che da cardinale aveva insistito non poco sulla centralità della tradizione liturgica). Si preferì guardare al mondo protestante, erroneamente considerato una forma di Cristianesimo più avanzata nel confronto con il mondo contemporaneo, mentre era soltanto una forma più cedevole e supina. Il risultato lo conosciamo bene: la progressiva protestantizzazione della Chiesa Cattolica, di cui quello che l’amico Alessio nel commento qui appresso chiama “riduzionismo” (ovvero riduzione al sociale, allo psicologico, al meramente umano, al contingente, al materiale, ecc.) è una delle manifestazioni più evidenti. Muovere incontro agli Ortodossi sarebbe stato indubbiamente più saggio e avrebbe consentito al Cattolicesimo un confronto con la contemporaneità ben più fecondo e ben più sostanzioso, secondo l’aurea massima del buon Giuseppe Verdi: “Torniamo all’antico, sarà un progresso”. Non so, gentile Virginio, se sono riuscito a rispondere almeno in parte alla sua domanda. Ma sul tema del Cristianesimo orientale credo che avremo modo di ritornare.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        In realtà, la maggiore attenzione al mondo ortodosso rispetto a quello protestante fu dovuta all’egemonia degli episcopati nordeuropei al Concilio, che avevano a che fare, appunto, con luterani e calvinisti. Quanto all’Ortodossia e alla sua supposta vicinanza alla Chiesa cattolica ci andrei un po’ più cauto: non è tutto oro quel che luccica e mi pare che negli ambienti legati alla Tradizione ci si faccia un po’ abbagliare.

        • ZALEUCO ha detto:

          Che nell’Ortodossia non sia tutto oro zecchino è senz’altro vero. Ma ciò non toglie che avremmo fatto meglio, e meglio faremmo, a interloquire in profondità con il mondo ortodosso, invece che inseguire improbabili adeguamenti alle sirene sfiatate del protestantesimo (magari celebrando Lutero come un grande esempio di spiritualità…).

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Questo è poco ma sicuro. Comunque, nel mondo ortodosso, occorre distinguere tra Patriarcati.

    • Iginio ha detto:

      Mai sentito parlare di cancellazione delle scomuniche, abbraccio tra Paolo VI e Atenagora, invito al Concilio degli osservatori della Chiesa russa ortodossa (e posteriore ira dei pliniani per questo)… No, eh?

      • ZALEUCO ha detto:

        Sentito, sentito, e visto. Ma si trattò appunto di quelle timide aperture ecumeniche di cui si diceva. Quanto all’ira, in certi circoli è un’attitudine di casa, per lo più inutile, improduttiva e inemendabile.

  • alessio ha detto:

    Mi permetto di dire che quello che sta
    distruggendo la Chiesa è il riduzionismo.
    Come quando appare Gesù per
    istituire la devozione al Sacro Cuore
    o la Madonna a Lourdes alla piccola
    Bernardette o ai pastorelli di Fatima ,consideriamo un fatto trascurabile.
    Riduzionismo è parlare di Gesù solo
    come grande uomo e non come Dio.
    Parlare della Madonna solo come
    discepola , di Maria Maddalena come
    ex prostituta , mentre aveva un amore
    e un’intelligenza che io me la posso
    solo sognare , parlare del Battista
    come di uno che aveva poca fede
    solo perchè quando era rinchiuso
    in prigione mandò a chiedere a
    Gesù se era lui o doveva aspettare
    un altro in un momento di cedimento .
    Riduzionismo è avere una messa
    depotenziata dai cervelloni del
    concilio , come quando alla confessione ci
    dicono che i sogni religiosi non
    contano nulla ,mentre sono stati
    fondamentali per San Giuseppe e
    la Madonna .
    Nel film non guardarmi non ti sento ,
    dove un cieco e un sordo testimoni
    di un omicidio , il poliziotto che li
    interroga esclama: vorreste dire
    che tra tutti e due avete visto e
    sentito tutto?
    Questo succede , se uno sta
    attento Dio dà a tutti un dono ,
    piccolo o grande.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Grazie, Maestro: per l’opportuna puntualizzazione, per l’obiettività di giudizio e per il “sano” giudizio critico.

  • ZALEUCO ha detto:

    Molto apprezzabili queste puntualizzazioni, e anche la professione di consonanza parziale e ragionata e di parziale e ragionata dissonanza con il cosiddetto mondo “tradizionalista”.
    Ma se è vero che l’inclinazione all’apparizionismo e al veggentismo non è carattere esclusivo o peculiare di tale mondo, ne però un tratto piuttosto costante (e tutt’altro che circoscritto a Fatima). Rilevar ciò non significa porre un’identità fra tradizionalismo e apparizionismo/veggentismo, quasi che i due termini fossero intercambiabili. L’osservazione, poi, sulla presenza dell’elemento apocalittico in seno all’orizzonte tradizionalista si basa sulla presenza di tale elemento nell’orizzonte delle Scritture e della Tradizione, presenza riconducibile alla dimensione profetica, che rappresenta una delle cifre imprescindibili della Rivelazione cristiana (cosa significa, del resto, ἀποκάλυψις?). Chiarito questo, non c’è dubbio che recentemente anni la piccola, eterogenea, galassia tradizionalista sia attraversata da un sempre più acuto senso di imminenza delle cose ultime. A giudicare dalla congiuntura storica che stiamo attraversando, ho l’impressione che questi umori, chiamiamoli così, non siano peregrini, ed anzi ossequino onorevolmente l’esortazione di Nostro Signore a leggere i segni dei tempi.