BDV: Senso di Colpa, Sibilo di satana, i “Vaccini” e la Colpa di Esistere.

20 Giugno 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Benedetta De Vito ha letto l’articolo di Agostino Nobile sulle colpevolezze cosmiche (secondo alcuni, interessati) dell’uomo bianco e la lettura le ha fatto esplodere questo articolo pieno di santa indignazione, e, amico parere, bellissimo. Buona lettura (e se volete, indignatevi anche voi…).

§§§

Il 27 gennaio in tutte le scuole d’Italia e anche in quella di uno dei miei nipoti si celebrava ( e tutt’ora si celebra) il ricordo dell’Olocausto. E si passava, mi diceva Giacomo, la mattina intera, di solito, non chini sui banchi a studiare, ma a guardar qualche film terribile, sconvolgente  sulla tragedia della “soluzione finale” e più era cruda violenza più doveva “insegnare”. Poi, dopo tanta allegria, si apriva un dibattito, dicevano i professori, affinché tutto quel che avevan visto nella pellicola i ragazzi non accada più. Ma quale dibattito! Più che parole servivan fazzoletti, mi spiegava Giacomo. Nessuno aveva voglia di parole. Il 27 gennaio era il giorno delle lacrime in classe, come spiegava mio nipote direi efficacemente, così: “Le ragazze, tutte, piangevano a singhiozzi e alcuni di noi si rifugiavano in bagno per non farsi vedere con gli occhi rossi”. Carlotta, una delle sue compagne, forse quella che gli piaceva,  tornava sempre a casa piangendo ancora e di più e passava il pomeriggio a chieder lumi alla madre che non aveva tempo mai. E le veniva mal di pancia…

Fu in un giorno di questi, di commemorazione, che dissi a mio nipote: “Senti, Giacomo, tu non c’entri nulla. Tu non sei colpevole. Non sei tu che hai compiuto quelle scelleratezze. Quindi niente lacrime. E avanti”. Di tutto questo mi ero bell’e dimenticata se un giorno, poco tempo fa, Giacomo, oramai uomo, non mi avesse telefonato per dirmi grazie di quell’insegnamento che gli aveva tolto dalla schiena, mi disse, il senso di colpa. Già, il senso di colpa, un sibilo di Satana: “E’ colpa tua, devi morire…”

Seguo, dunque, il sentiero di questa brutta bestia che mi condurrà a capir meglio, e a accendere una fiaccola a beneficio dei miei lettori (che ringrazio qui, per i commenti, che vengono anche da Paesi lontani…. Grazie!!) il burrone in cui, ruzzoloni, siamo finiti, piano piano spinti da quei malefici sussurri che ci hanno tolto la gioia di vivere, in rotonda semplicità, come creature amate dal Signore, degne di amare e d’essere amati, e di calcare i piedi sulla stupenda terra che Lui ci ha donato.

Penso, ripenso, chiudo e apro la memoria e mi vengono in mente altri episodi in cui il senso di colpa, abitando la mente e il cuore di chi lo alimenta e vive, crea alla fine una fitta rete di odio nei confronti della propria vita e di se stessi. Ricordo una amica tedesca che doveva tornare a vivere a casa sua, a Colonia. Mi disse, come se si sentisse in colpa di essere tedesca, che per fortuna Colonia è città cosmopolita e che di tedesco c’è poco o nulla. Odiava la sua stessa vita, odiando il fatto di essere tedesca. E perché? Ma certo per il senso di colpa a lei inoculato per via della pestilenza hitleriana… Ricordo che le dissi, ma senza pensarci su, senza ben capire che cosa la spingeva a odiarsi: “Ma la Germania è stupenda e la cultura tedesca ha prodotto Bach e il  mio amatissimo Buxtehude!”. Mi guardò sorpresa e poi: “Già”, disse. E niente altro.

Ancora, inseguendo il sentiero di sassolini bianchi del senso di colpa, questa volta sono sulle scale di un bel palazzo romano e sto andando a trovare un’amica, di sinistra, molto politicamente corretta. All’aprir la porta a me, dice: “Hai visto che cosa è successo in Marocco?”. “No”, rispondo. Si riferisce, naturalmente, agli africani respinti dagli spagnoli a Ceuta. Di nuovo, li vedo, i cornetti del senso di colpa che fan capolino dalla sua bella testa rossa. Le hanno insegnato e detto e ripetuto che gli immigrati sono buoni e che noi siamo i malvagi che li opprimono. In quel caso, questa volta sì ben consapevole, le mostrai sul telefonino la mappa dell’Africa (enorme) e poi quella dell’Europa (minuscola) e le domandai: “Secondo te, gli africani c’entrano tutti qui da noi?”. Il senso di colpa ruzzolò fuori dalla porta e rimbalzando, gradino per gradino, giù fino al portone.

Ma egli, il senso di colpa, non si dà mai per vinto, e figuriamoci. Dopo aver costruito giorni di resipiscenza che a nulla servono, se scorriamo le cronache della terra, eccolo ridiventar vanitoso e gonfio di boria mettendo, addirittura, un bel paio di treccine. Sì, sì, il senso di colpa si è travestito da bambina innocente, nei panni della bambina Greta, l’apocalittica paladina della terra. Greta tende il suo ditino accusatore contro l’umanità, colpevole di aver distrutto il pianeta e arma i suoi coetanei, invitandoli a colpire il “virus”, cioè noi, gli uomini, che abbiamo costruito il patatrac.

E poco importa se, a soli venti chilometri da Roma, le campagne sabine, negli incantati filari di ulivi d’argento che decorano le colline, sono tali e quali a quelle dei tempi di Orazio, che respirava nel suo poderetto sabino, e se il Monte Soratte è lì allora come adesso… Greta attacca noi, il virus. Noi, colpevoli di “moltiplicarci” come ha detto di fare il Padreterno. Noi, da punire con un veleno, ops no, con un vaccino i cui effetti non si conoscono, noi cavie mandate al macello. E macelli, con rispetto parlando, sembrano i centri vaccinali, come mi ha scritto anche un amico dal Brasile. Ecco, l’ho scritto: noi siamo il virus, non il Covid 19, che a pensarci bene non è altro che un mascheramento del “Quid” latino, cioè il Quir del dio Quirino che muore e risorge, sì la vis (perché in latino qu è come dir v), la vita…

Sì vogliono uccidere la vita.  Noi siamo il virus! Noi e con noi la nostra stupenda civiltà. Ed ecco, spiegato in quattro e quattr’otto e senza tanto latinorum, la “cancel culture” e il “Black lives matter”. Sono gli amari frutti del senso di colpa. Senso di colpa per aver liberato il Santo Sepolcro (i crociati), senso di colpa perché il Signore maledice il peccato omosessuale, senso di colpa perché abbiamo studiato il greco e  il latino che sono bandite in erte università americane. Il senso di colpa della nostra civiltà si è declinato nelle scuse proferite dai Pontefici dal  del Vaticano II  in poi a tutto il mondo. Noi, i cattolici, secondo loro, cioè secondo i nostri Pastori, colpevoli. Di tutto. Non più sale della terra, ma zizzania…

E amarissimo frutto del senso di colpa è anche l’islamofilia che alimenta i sogni degli “eautontimouromenoi”, cioè dei punitori di se stessi. Frotte di immigrati islamici portano la loro finta fede a noi che abbiamo l’unico Dio Vero e la Via, la Verità e la Vita. E vengono accolti a braccia aperte e rispettati, nel loro credo, come non avviene a noi cattolici, presi per picchiatelli e oramai spediti nelle catacombe. E quindi porte aperte agli islamici e chissenefrega se non hanno il “green pass”!

Così eccoci in questo deserto, tutti pieni di odio verso il prossimo (che potrebbe contagiarci), immersi nel birignao del politicamente corretto che è la  cultura stessa del senso di colpa. Eccomi in una Sardegna bellissima  e deserta perché, con questo clima di sospetto, non c’è “ripartenza”, per dirla con una orrenda parola della neolingua. Siamo qui, certo, ma passerà. I “grandi” della terra e chi li comanda sono già smascherati:  infatti durante il G7 non portavano le mascherine che erano soltanto per i camerieri (servi come noi, colpevoli di respirare…).

Noi, ai piedi della Croce, sale della terra, non più ciechi ma con gli occhi ben aperti, siamo già vincitori perché il Signore è morto e risorto per noi, Egli regna, è il Re dei Re e la Madonnina guiderà la battaglia insieme al suo generale San Michele e noi, nelle nostre invisibili corazze d’oro, dietro in compagnia della Comunione dei Santi. Non siamo soli! Avanti, con il cuore in alto, senza sensi di colpa!

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 

Y este es el enlace al libro en español


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

28 commenti

  • Antonello ha detto:

    Una cosa è il senso di colpa, una cosa è non fare memoria del male del passato. Se certi studenti si sentono in colpa per la Shoah, significa che non hanno capito nulla o che gli è stata presentato male il problema dagli insegnanti. Il punto non è sentirsi in colpa, il punto è avere consapevolezza di quanto accaduto (per la Shoah cone per altre tragedie) per generare quei sani anticorpi sociali e civili che possano far sì che certe cose non accadano mai più.
    Non ci si può lavare la coscienza dietro al “non è colpa tua, non lo hai fatto tu”, perchè comuqnue noi siamo inseriti in un popolo e in una storia di cui siamo parte ed eredi. E di quel popolo e di quella storia siamo figli ed eredi nel bene e nel male. Della Shoah, come di Dante, come di Michelangelo. Perchè se è vero che non è “colpe tua” allora è anche vero che “non è merito tuo” nel caso di grandi artisti, santi e letterati del passato. O il passato lo si assume in toto o lo si rigetta in toto, non si può prendere solo quello che ci piace: non è serio.
    La leggerezza con la quale in questo articolo si affronta il tema della Shoah è agghiacciante. Un tema sul quale l’Italia e gli italiani non hanno ancora fatto i conti fino in fondo. Andatevi a leggere le infami leggi razziali del 1938 e i manifesti di propaganda anti-ebraica dell’epoca. Facile poi lavarsi la coscienza pensando che solo Hitler fosse brutto, sporco e cattivo e gli italiani tutti brava gente.
    No, mi spiace, questo articolo non è bello. Dal “non è colpa tua, non sei stati tu” il passo verso l’indifferentismo e il menefreghsimo è fin troppo breve. Perchè allora lo stesso discorso vale per tutti i tipi di mali che attanaglian il nostro mondo. L’aborto? Non è colpa mia, non sono stato io. L’eutanasia? Non è colpa mia, non sono stato io. Lo sfruttamento? Non è colpa mia, non sono stato io. Etc.
    Si finisce in un attimo penasre come Eichmann che quando gli venne chiesto perchè commise tante atrocità rispose: “erano ebrei”. E allora l’aborto? E’ solo un grumo di cellule. L’eutanasia? E’ solo una vita che non vale più la pena di vivere, Etc.
    Ricordiamoci sempre, come disse E. Burke, che: “PERCHÉ IL MALE TRIONFI È SUFFICIENTE CHE I BUONI RINUNCINO ALL’AZIONE”.
    No, questo articolo non è bello: è agghiacciante e rivoltante.

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Il senso di colpa che attualmente va per la maggiore.
    Non essersi messi un baccellone sotto il letto. Pardon, una siringa con l'”alieno” nel braccio.
    https://www.youtube.com/watch?v=JqPY6lfJR-0
    (sui pupazzi schiumosi il tasto off funziona molto meglio del forcone, provare per credere; per dormire davvero tranquilli staccare la spina)

    Il ricatto dell’esclusione, della morte sociale si fa di giorno in giorno più pesante. E già solo questo dovrebbe far suonare tutti i campanelli d’allarme possibili e immaginabili, in una società schizofrenica che ha fatto dell’Inclusione a prescindere un dogma. Oramai anche persone intelligenti e avvertite si stanno facendo trascinare dalla sindrome del lemming; il che umanamente è più che comprensibile: nessun uomo è un’isola. In mezzo agli ultracorpizzati è sempre più difficile tenere occhi aperti e cervello sveglio.
    In ogni tempo e luogo sono sempre pochissimi (Sciascia) Quelli che riescono a fare partito a sé, roccia solitaria contro i venti e le tempeste.
    Sintesi: o troviamo un modo per fare anche noi massa critica, ergo comunità, a ritrovarci umani anche fuori dal web, o faremo questa fine (una delle due).
    https://www.youtube.com/watch?v=NIvH2dPolsM
    (finale originale, prima che venisse aggiunto l’happy end; negli occhi di Dana Wynter il non plus ultra dell’orrore: il vuoto, l’involucro senz’anima)

    In cauda. I sensi di colpa più sono grandi più vanno maneggiati con pinze da uranio, quelli artatamente indotti a maggior ragione.
    C’è un meccanismo psicologico basico di cui sembra non vogliano tenere conto. O forse pensano davvero che l’homo televisivus sia un’altra specie (difficile dar loro torto).
    Quando il senso di colpa diventa insopportabile, e neanche la valvola di sfogo dell’autolesionismo basta più, la reazione si ritorce contro ciò che la suscita.

    • : ha detto:

      «o troviamo un modo per fare anche noi massa critica, ergo comunità, a ritrovarci umani anche fuori dal web, o faremo questa fine»

      Questo è il problema: la domanda è: “come?”, “chi?” Chi sarà organizzatore e guida di questa “comunità”? Intendo in modo fattivo, concreto! Come potrà costituire questa comunità, con tutti i vincoli e trappole cosparse sul terreno per impedire un dissenso organizzato, o quanto meno un gruppo che si distingua efficacemente dalla massa “normalizzata”?

      Perchè centri di dissenso (soprattutto nel web), in cui si leggono e si sentono cose buone e vere ce ne sono diversi, e non solo di stampo cattolico. Ma chi riuscirà a riunire ed organizzare tutte queste potenzialità, che tali restano se a sé stanti, ma potrebbero diventare una vera forza se riunite in un’unica entità, seppur senza perdere ognuna le proprie originali peculiarità?

      • Enrico Nippo ha detto:

        “Chi” e “come”:

        è la stessa domanda che in passato ho posto a più riprese e a cui non è stata data alcuna risposta. Com’è assai probabile che sarà in questa occasione.

        Noi siamo fortissimi nella diagnosi, ma nella terapia …

      • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

        (Nippo deve essere un giocatore di scacchi. Questa si chiama “inchiodatura”. Avrei risposto ugualmente, comunque buona mossa mon ami.)

        Comincerei col dire cosa assolutamente NON fare.
        Non aspettarci salvezze dall’alto (minuscolo).
        La politica succube della finanza -ormai dovrebbe essersi capito- è la scelta tra mali e mali minori. Che finiscono sempre per diventare maggiori, soltanto con un illusorio differimento di tempo. Se ha ancora un senso rivolgersi alla politica, è per ottenere dall’avvocato d’ufficio un rinvio dell’esecuzione. Avendo però l’accortezza di approfittarne per approntare un bel tunnel.
        Sorvolo stavolta su colui che nell’ordine delle cose dovrebbe essere la pietra di scandalo, o quantomeno di paragone, sulla strada del mondo in progress. E invece sta riempiendo le buche con le macerie di San Pietro.

        Veniamo al positivo.
        Non si aspetti “terapie” miracolistiche. Altrimenti non saremmo qui a parlarne. Negli scacchi c’è una situazione che si chiama “unica e sola”. Quando resta un’unica mossa -o combinazione- che non porta a una sconfitta certa.
        Nelle condizioni date, ciò che resta è tentare di mettere assieme chiunque -chiunque- non vuol essere assorbito dal blob, motivarlo, organizzarlo e farne lo zoccolo duro da cui partire quando il Sistema andrà in crisi (inevitabile, nel momento in cui faranno collassare -all’americana e secondo Agenda- le vecchie strutture; da qui la forzatura sulle misure preventivo-securitarie).
        Come creare il fronte? Anche qui, niente di nuovo.
        Catalizzatori (persone con il carisma di aggregarne altre, riconoscendo il merito sul campo e da lì a crescere, vista l’assenza/pavidità di capitani coraggiosi; valorizzarle rinunciando ciascuno a un pezzetto di ego per la costruzione comune; possibilmente evitando di prendere lucciole per lanterne e piantoni per capitani) e bandiere (simboli e argomenti riconoscibili e qualificanti -importantissimo- senza necessità di tante spiegazioni; il “mattone” dei twittaroli è un esempio semi-ludico che rende idea e potenzialità).
        L’obiettivo da raggiungere il prima possibile?
        Massa critica: 4 si liquidano con un tso, 400 sono spregevolissimi no-qualchecosa, per 40000 in piazza Duomo non ci sono droni o pizzardoni che tengano. E pure Mentana sta attento a come ne parla.
        Dalle parole ai fatti. Ovvero: perché (pallone escluso, in via di castrazione con bromuro marca BLM) non si muove quasi foglia?
        Avversario a parte, che ha il vantaggio della mossa e dei miliardi, può spendere e spandere in think-tank e -ologi assortiti, e ha il controllo pressoché totale di “narrazione” e narratori: non c’è niente di più difficile, fisicamente e sociologicamente, che vincere un’inerzia assestata e favorita da decenni. Però…
        Gliela faccio breve: conosce la storia di Giovan Battista Perasso, detto Balilla (nato 200 anni prima e senza camicia nera)?
        Genova 1746, occupazione austriaca. I signori nei loro palazzi a farsi i loro affari, i popolani a subire e mugugnare. E aspettare, anche senza saperlo. Un ragazzino e una pietra.

        (E chi l’ha detto che la Provvidenza non può agire anche su una scacchiera?)

        • : ha detto:

          Caro Fantasma di Flambeau, è un piacere dialogare con Lei.

          I diagnostici, ovviamente, sono necessari; quelli veri intendo (tra cui non metto me stesso, anche se mi sforzo di avere chiare le idee con l’aiuto dei veri diagnostici). E su questo sono certo che sia Lei che Nippo siate d’accordo. Ce ne sono di veramente eccellenti, ed anche su questo blog ne appaiono ogni tanto. Ma ormai mi sembra che ci sia ben poco da diagnosticare: si tratta soltanto di ripetere diagnosi già note su vicende che quotidianamente ci offrono gli autori e gli esecutori del programma infernale, i quali ormai dominano sui Governi dei singoli Stati (quelli “occidentali”, bisogna specificare; cioè quelli ex ed oggi anti-cristiani. A parte il continente africano, più colonia oggi di quanto lo fosse un secolo fa).

          La via d’uscita (dalla trappola):

          In fase d’esecuzione sono d’accordo con la sua argomentazione, che possiamo sintetizzare con quei «40000 in piazza Duomo». Ma come realizzare, raggruppare quei «40000»? «Come creare il fronte?», ha premesso Lei stesso, e a seguire ha dato delle indicazioni:

          «persone con il carisma di aggregarne altre […]; valorizzarle rinunciando ciascuno a un pezzetto di ego per la costruzione comune»

          Ecco, su questo mi è capitato in passato di fare qualche cenno, ma il discorso non si è mai sviluppato.

          «persone con il carisma», e direi alche con mezzi (p. es. blog e siti Internet), organizzazioni, associazioni… ce ne sono; il problema è la rinuncia al «pezzetto di ego». Non intendo ergermi a moralista: ognuno di noi ha un proprio ego, e – credo – per tutti è difficile rinunciare ad una sua parte. A ciò si aggiunge una routinità (mi si perdoni il “neologismo”), acquisita con la pratica delle proprie funzioni, dai cui binari è un po’ difficile, ed anche scomodo uscire e come si suol dire, ognuno si trova bene nel proprio orticello, trova soddisfazione nel dirigere il proprio “mezzo” senza interferenze esterne. Ripeto, non si tratta di tritare giudizi su chicchessia, ma di esporre le difficoltà oggettive nel creare questi “quadri dirigenti”, ben coordinati fra loro.

          Insomma, mettere insieme i «40000» è difficile, ma possibile una volta creata la premessa dei quadri dirigenti; più difficile è quest’ultimo aspetto, anche se sono certo che alcuni o molti di essi, se coinvolti in un progetto serio e fortemente credibile, siano propensi a cedere quel «pezzetto di ego» per il bene comune.

          Ma qui vengo a quanto scrissi nel primo intervento: occorre l’organizzatore, lo stratega, il comandante in capo: le truppe si possono raccogliere, come già detto; i generali ci sono, si tratta di estrarli dalle loro caselle. Manca il condottiero, perché con “troppi galli che cantano non fa mai giorno”.

          • Enrico Nippo ha detto:

            Non è che bisogna essere un giocatore di scacchi …

            “Manca il condottiero, perché con troppi galli che cantano non fa mai giorno”.

            Impietosa, reale, inconfutabile realtà.

            Almeno fino ad ora.

            Poi (quando?) potrebbe esserci un improvviso … scacco matto.
            🥴

          • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

            La ringrazio per l’apprezzamento, che ricambio.
            La parola “condottiero” evoca brutte associazioni, a noi che siamo stati educati all’individualismo, e chissà com’è ci ritroviamo gregge più che mai e pure felici di esserlo.
            Senza un’organizzazione, un gruppo dirigente all’altezza e un leader che faccia sintesi non si va da nessuna parte. Su questo non c’è alcun dubbio. Come non c’è dubbio che i galli occupati a beccarsi tra loro fanno il gioco della volpe. Resta da vedere se capiranno, e capiranno in tempo utile, o finiranno/finiremo tutti in padella.
            I “tempi interessanti” danno di queste risposte.

            E’ una vecchia questione. Sono gli uomini che fanno la storia, oppure è la storia che fa gli uomini? Se si va a vedere, è evidente che un Alessandro nato pochi anni prima o pochi anni dopo non sarebbe diventato Magno. Le condizioni perché nascesse la civiltà ellenistica però in potenza c’erano già tutte, e aspettavano solo un catalizzatore che le traducesse in atto. La domanda è: la nicchia sarebbe stata comunque occupata, il terreno di coltura/cultura avrebbe deterministicamente prodotto un altro “Alessandro”, oppure l’elemento umano è indispensabile quanto non-meccanico?

            Provo l’impresa in tre righe, rispondere di… sponda.
            Guardando a tutti coloro i quali, avendo appeso il cartello “non disturbare il guidatore” sull’autobus della Storia, ai “disturbatori” sono sempre stati attentissimi. Al punto, nei casi estremi, di ottusamente trascurare strada (realtà) e condizioni del mezzo (società). E andare a sbattere.
            Volendo usare un’altra immagine: ovulo e spermatozoo, situazione e occasione, entrambi non scontati. L’uno senza l’altro non porta a nulla. Insieme possono creare un mondo.
            Di mio aggiungo che i leader, quando li si è trovati, coltivati, o addirittura inventati (se necessario), vanno protetti. Dagli autisti, dai controllori, e dai passeggeri a cui non importa di andare a sbattere.

  • ANTONINO ha detto:

    Un aspetto sul quale varrebbe la pena di interrogarsi è se fra la forma mentis (o, se si preferisce, il carattere nazionale) che ha prodotto fenomeni come Buxtehude, Bach ecc., su su fino a Wagner (per limitarci all’ambito musicale) sia la medesima che ha prodotto il nazionalsocialismo. Personalmente ritengo di sì e credo che essa affondi le sue radici anche, sebbene non solo, nella struttura fondamentale della lingua tedesca. Il tema è appassionante, anche se non dipanabile nello spazio di un blog.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Le scienze umane non riguardano solo la biologia e la medicina. Ci sono anche altre discipline come la storia, la psicologia, la sociologia, la psicologia sociale, l’antropologia culturale, la linguistica, la semantica, la didattica e chi più ne ha più ne metta. In un blog siamo a livello di conversazione, non certo a livello di un congresso scientifico. Accontentiamoci così.

  • Antonino ha detto:

    Bel pezzo, complimenti a Benedetta.
    Aggiungo soltanto una considerazione a mezza voce. Trovo bizzarro che si imponga ai ragazzi delle scuole italiane una giornata di contrizione per un crimine che non solo, come osserva Benedetta, non hanno commesso, ma che non ha commesso nemmeno la loro nazione. Se gli italiani, che come popolo non hanno in relazione alla Endlösung non alcuna immediata responsabilità, sono chiamati a battersi il petto ogni 27 gennaio, che penitenza dovrebbe toccare ad austriaci, ungheresi, polacchi, bielorussi, ucraini, baltici, olandesi, romeni, francesi, ecc., nei cui paesi gli ebrei uccisi, spesso con il concorso della popolazione locale, furono decine, talora, centinaia, di volte più numerosi dei pochissimi deportati dall’Italia sotto l’occupazione tedesca? E quale atto di contrizione dovrebbero compiere i tedeschi, che invece oggi godono, anche tra gli ebrei, di ottima stampa, ossequiati come la nazione egemone d’Europa.
    E aggiungo: tempo un’illustre personalità ebraica d’Italia ha dichiarato di non poter perdonare i persecutori dei suoi famigliari e del suo popolo per il fatto che a perdonare possono essere, eventualmente, solo le vittime. Giusto. Ma per la stessa identica ragione, a portare il peso della colpa possono essere solo i carnefici, e non i loro pronipoti. Quindi accollare persino a un giovane tedesco le colpe commesse dai suoi avi e chiedergli di cospargersi il capo di cenere è privo di senso.
    La memoria dell’Olocausto, di tutti gli Olocausti (quello armeno, quello cambogiano, ecc. ecc.) va indiscutibilmente preservata. Ma senza retoriche mozioni degli affetti, che, fra l’altro, alla lunga finiscono per sortire effetti opposti a quelli desiderati.

    • Bastian contrario ha detto:

      Mi è giunta voce che, se si cercasse di studiare la storia della cultura letteraria tedesca si potrebbe trovare un filo rosso che partendo da Martin Lutero arriva ai campi di sterminio nazisti. Ovvero i campi di sterminio nazisti possono essere visti come la conseguenza della posizione antiebraica degli scritti di Lutero.
      Ma, nella nostra Bella Italia tra l’analfabetismo endemico e l’esistenza reale dell’indice dei libri proibiti mi sembra ovvio che il libello di Lutero sia circolato piuttosto poco. Sto parlando del libriccino dal titolo . La casa editrice Einaudi lo ha pubblicato nel lontano ottobre 2000 e lo ha ristampato nei mesi scorsi. Quel libretto ha il potere , appunto , di generare un complesso di colpa perché fa sentire l’incauto lettore molto ignorante nei confronti della Bibbia.
      Ma, purtroppo di errori storici, nella Chiesa di Roma ve ne sono stati. E molte scuse sono state giuste. Ora la Chiesa avrebbe potuto cercare di opporsi alla promulgazione delle leggi razziali del 1938. Ma troppi sacerdoti, a cominciare da padre Agostino Gemelli, erano fieramente fascisti. E qui sta l’errore.

      • Il titolo ! ha detto:

        Il titolo del libello di Lutero è:
        DEGLI EBREI E DELLE LORO MENZOGNE.
        non capisco perché si sia cancellato !

    • ANTONINO ha detto:

      Il fil rouge è ancora più antico, ma la posizione di Lutero nei riguardi degli ebrei, ben ricordata da Bastian Contrario, ne è una prima risultante di rilievo.
      Il rapporto della Chiesa con il regime fascista, invece, è una questione estremamente complessa, che non si lascia liquidare in poche battute.

      P.S. Se mai il direttorio che attualmente governa l’Italia varerà provvedimenti discriminatori contro i non vaccinati, avremo modo di valutare se le giornate della memoria saranno servite a qualcosa o se saranno state esercizi di vuota retorica strumentale.

  • antonio cafazzo ha detto:

    Carissima BDV.

    Il “senso di colpa” non esiste:
    – le donne corrono a frotte nelle cliniche abortiste.
    – le ragazzine comprano facile-facile la “pillola del giorno dopo” e gli adulti i preservativi negli scaffali del super.
    – i gays – una legione – hanno i loro giorni (anzi mesi) di ORGOGLIO.
    – i politici legiferano leggi che “de-pena-lizzano” l’eutanasia e l’aborto mangiando a sbafo “il corpo di Cristo”.
    – i medici somministrano “vaccini” dubbiosi e perfin pericolosi.
    – i giovinotti imbrattano i muri di graffiti e i turisti le spiagge.
    – il mondo “puzza” perché bisogna “produrre” e si ha “voglia di evadere”.
    – i penitenzieri e i confessionali languono mentre la fila al “pasticcino” aumenta.
    – persino i “pastori di Dio” non si sentono in colpa per aver “perduto” quasi tutte le pecore affidate loro.

    Dov’è il senso di colpa?

    Il sussurro di Satana a questa umanità imbambolata è piuttosto “Godi, godete e fate quel che vi piace…perchè Dio è MISERICORDIOSO ed io sono solo UN SIMBOLO”.

  • giovanni ha detto:

    Le tecniche di indottrinamento che usano sono talmente trite e ritrite che spesso penso a come sia possibile che funzionino ancora. Eppure puntualmente constato che il livello di comprensione generale e’ cosi’ basso da produrre una sorta di scivolo mentale agevolatore del messaggio. Nel mancato uso delle sinapsi giocano svariati fattori che vanno dall’indolenza alla collaborazione interessata. Comune denominatore per tutti e’ la mancanza di fede e nessuna conoscenza della scrittura che pure potrebbe aiutare a leggere il momento storico. Eppure queste persone usano internet dove e’ possibile trovare qualche sito che non si allinea al bon ton imperante. Nulla , a loro va’ bene cosi’, c’e poco da fare. Questa incancrenita situazione appare, al momento, senza sbocchi, o meglio potrebbe cambiare solo in presenza di un forte shock.

  • Il Matto ha detto:

    Ma perché Stilumcuriale Emerito vede nell’emanciparsi dalla massa un “negativismo”?

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Il negativismo lo vedo in queste parole e non solo : Nessuno si illuda di liberarsi dalla massa restando sano di mente, impiegando la “ragione” e la “logica”, magari impastate con la fede. Che c’è di positivo in affermazioni come questa?

      • Il Matto ha detto:

        Non è detto che ciò che non viene visto non ci sia. Ed anzi può accadere che il positivo venga giudicato negativo e viceversa.

        Ogni mente vede soltanto quello che la sua formazione culturale, religiosa, scientifica e via dicendo le permette (sottolineo le permette).

        Quindi ogni forma mentis è un limite, che per di più viene facilmente a conflitto con altre forme mentis.

        Ogni sano di mente ha una propria forma mentis che gli presenta il mondo da una determinata prospettiva, nella quale egli ripone la propria fiducia. Una forma mentis in cui ogni certezza e ogni dubbio vengono sistemati nella loro casella (di modo che “i conti tornano”).

        Invece il matto, molto semplicemente, si sente soffocato dalla propria forma mentis, ne percepisce il potere condizionante e si da a demolirla poiché intuisce intensamente che oltre di essa, dove i conti non tornano, c’è la vera libertà.

        Ma non è un processo facile né scontato.

        • Luca ha detto:

          Insomma, il “matto”, come lei lo definisce ( ma essere matto è un altra cosa) è un orgoglioso che pretende di crearsi la sua verità. Buono a sapersi…

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ma perchè il “matto” è sempre così impregnato di negativismo?

  • Marco Matteucci ha detto:

    LA GRANDE PERSECUZIONE
    Rivelazioni e profezie date dal Cielo a Luz De María

    LA PEGGIOR PANDEMIA DI QUESTA GENERAZIONE È LA PERDITA DELLA FEDE…

    Il Cielo in queste Rivelazioni date a Luz de Maria, mette in chiaro che non si tratta della fine del mondo, ma della Purificazione di questa Generazione. L’umanità sta vivendo la Purificazione previa alla Seconda Venuta di Nostro Signore Gesù Cristo.

    Tutto è stato profetizzato e la Trinità Sacrosanta non cessa di chiamare il Suo Popolo, ma se l’umanità non aprirà la mente ed il cuore a questi Appelli Divini, ne pagherà le conseguenze.

    Dio non rimane indifferente e per questo invia la Regina e Madre degli Ultimi Tempi in aiuto ai Suoi figli.
    Riportiamo qui di seguito la Parola Divina che esplicita quanto sopra esposto e meditiamo su tutto quello che il Cielo ci ha detto, risvegliando la coscienza per accettare che questi sono gli ultimi tempi di questa generazione…

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.com/la-grande-persecuzione/

  • Chedisastro ha detto:

    Come sempre riflessioni bellissime, ma ora alle ultime righe mi è presa una commozione diversa, come un sentimento di orgoglio e di forza, ché no,non sono in solitudine nella mia fiducia verso il sacro esercito guidato dalla Regina delle Vittorie e sostenuto da tutte le Sue celesti milizie. Con Lei nel cuore siamo più forti noi, anche se in pochi e cadranno tutte le ragnatele del male e con esse tutti i loro infernali tessitori.

  • Il Matto ha detto:

    Il senso di colpa è uno dei tanti fenomeni di massa che, in quanto tali, non possono essere eliminati: la massa, entità tipicamente moderna e post-moderna, è manipolabile da chi ci mette le mani sopra.

    La massa possiede un’intelligenza infima, quasi inesistente, certamente inferiore di molto a quella del singolo che ne è fagocitato.

    Tutto sta ad emanciparsi dalla massa e sentirsi unici, irripetibili, immortali.

    Si tratta di un’impresa aristocratica, che comporta anche il liberarsi da una certa influenza religiosa, anch’essa tendente alla massificazione.

    Grande o piccola che sia, una massa resta una massa imprigionante.

    L’Ut unum sint è di là da venire, ed essendo fuori della portata del massa, c’è poco anzi niente da sperare.

    Chiaro che per per (tentare di) emanciparsi dalla massa occorre essere … matti.

    Nessuno si illuda di liberarsi dalla massa restando sano di mente, impiegando la “ragione” e la “logica”, magari impastate con la fede.

    Troppo comodo, troppo, come si dice oggi, “in sicurezza”. Quando i conti tornano dovrebbe accendersi un spia di allarme.

    Abbattere le transenne e tuffarsi … vada come vada … e questo solo un matto può farlo.

    Altrimenti , resta la massa al di qua delle transenne di sicurezza. Con l’ombrello quando piove, il condizionatore quando fa caldo e il termosifone quando fa freddo, tutte metafore delle “spiegazioni” che uno si da per “inquadrare” la situazione.

  • P. Brian Paul MAGUIRE,c.p. ha detto:

    Abbiamo avuto la risposta giusta nella 2.a lettura domenica scorsa, cioè in 2 Cor. 5, 10. Dio è il giudice giusta che darà a ciascuno quello che merita, e ciascuno sarà giudicato dal giusto Giudice (Heb. 12, 23) sulle PROPRIE azioni e non su quelle degli altri (Rom. 2, 16). Neanche gli Ebrei possono nascondere i propri peccati sotto i peccati dei Gentili, per es. dove mettiamo il genocidio dei 90.000 cristiani massacrati in Palestina da 614-618 su una popolazione di 300.000, o i 1.500.000 massacrati un secolo fa dai “Young Turks” che erano degli Ebrei di Saloniki?
    “People in glass houses should not throw stones”. E perché gli Ebrei SEPHARAD degli USA respinsero le navi con vittime dell’Olocausto solo per il fatto che erano degli Ebrei Khazari/Ashkenazi chiamati “sporchi”? (Gal. 6, 7)!!

  • FRANJO ha detto:

    Considerazioni centrate e – tristemente – incontestabili. Aggiungerei la chiara, eppur non ben percepita, selettività dei sensi di colpa inoculati dai “padroni del discorso”.
    Non troverete nessuno che si strappi le vesti per la persecuzione (di oggi, non di 80 anni fa!) di cui sono vittime i cristiani nel mondo. Nei programmi dedicati alla povera Saman, nessuno dei facondi commentatori, di destra o di sinistra, ha parlato del Pakistan, in cui un ministro e un giudice hanno perso la vita per difendere la coraggiosa Asia Bibi, cristiana pretestuosamente e vergognosamente perseguitata, nel silenzio dei Saviano e company. Invito a leggere gran parte delle polemiche “culturali” a comando dei nostri giorni (gender, immigrazionismo ecc.) ponendo attenzione all’ipotesi che il loro oggetto “mediato” non sia “l’Occidente” ma Gesù Cristo.