Laporta. Le Palme sono un Gadget? Forse, ma un Gadget di Fede Vera.

30 Marzo 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il generale Piero Laporta ci ha inviato questa riflessione – nobile e indignata – a difesa di quella religiosità popolare che può manifestarsi anche in forme semplici, ma profondamente sincere e sentite. Personalmente, ritengo che la messa della domenica delle Palme sia uno dei momenti più toccanti e profondi di tutta la liturgia, anche di più della Pasqua e del Natale. Il salmodiare della Passione ci obbliga guardare dentro il mistero della natura umana, la nostra povertà, il nostro facile entusiasmo, le nostre profonde viltà e tradimenti. Siamo tutti Pietro, e sapessimo piangere amaramente anche noi. Buona lettura. 

§§§

 

Facebook, santa Domenica delle Palme. Una Lucia Guida ostenta il suo distacco dal popolo di Dio, quei semplicioni,come me intenti a celebrare il trionfo di Nostro Signore per le vie di Gerusalemme. Offro questo aneddoto a Stilum Curiae sullo smarrimento dilagante anche fra i cattolici più insospettabili: «Se devo essere sincera, a me la Domenica delle Palme non è mai piaciuta» sostiene Lucia Guida «È una festa che mi ha sempre lasciata perplessa. La stessa gente che accoglieva festante Gesù, pochi giorni dopo avrebbe gridato “Crocifiggilo” o sarebbe stata zitta mentre Gli veniva preferito Barabba. E poi il Vangelo è quello della Passione, e io non riesco ad ascoltarlo (quello, come la Via Crucis, in generale) senza provare dolore. Niente, come “festa” non l’ho mai capita».

La stessa gente? Tutta, indistintamente? Da dove le viene questa certezza signora Guida? Su Facebook si leggono migliaia di stupidaggini, una più o una meno, il mondo non cambia. Mi proposi insomma lasciar correre, quando m’accorsi che le venne in soccorso addirittura Costanza Miriano. Costei ha scritto passi per me memorabili sulla sofferenza, sull’aborto, sui temi fondamentali per i cattolici. Miriano ha un largo seguito, ha un blog importante. Essa ha dunque una grande responsabilità. Non di meno sulla celebrazione delle Palme precipita a sua volta, la Miriano, in un qualunquismo da bar dello sport, avallando le tesi della Guida: «Sì infatti è il tradimento che si ricorda con quelle palme, e poi la corsa della gente al gadget» ???risponde la Miriano.

Pensieri che mi appaiono del tutto inappropriati, nella loro superbia elitaria, tanto quello lamentoso della Lucia Guida, quanto quello perentorio e sprezzante della Costanza Miriano. Ambedue contribuiscono significativamente a traviare le coscienze già massacrate dagli apostati vaticani e dal loro capo.

Al contrario di quanto Guida e Miriano sostengono, la celebrazione delle Palme riafferma che la Santa Croce è (stata) necessaria a causa d’una porzione d’umanità, quella che ha tradito (e tradisce oggi) Nostro Signore. L’Umanità non è solo cattiveria e abominio. La celebrazione delle Palme riafferma pure che c’è anche una Gerusalemme che ama Gesù e concorre al disegno di Nostro Signore.

Proprio quanto scrivono la Guidi e la Miriano dimostra l’urgente necessità di celebrare la Speranza – virtù teologale – affinché la disperazione non prevalga nell’imminenza del supplizio; affinché il supplizio stesso non sia banalizzato in un’annuale doverosa mangiata e in uno scambio d’auguri per non si sa che cosa. La Santa Pasqua consegue alla Quaresima e alla Domenica delle Palme. Cristo è risorto.

Gesù, il quale sa perfettamente che cosa lo attende, chiama a raccolta le anime buone di Gerusalemme e così trova il coraggio umano di farsi crocifiggere per i suoi crocifissori.

Non è affatto vero e neppure sensato affermare che tutta la folla plaudente Cristo sia trascolorata in crocifissori. È un pensiero privo di logica, come tale lontano da Dio. La lettura di Maria Valtorta potrebbe confortare ma è persino superflua. È sufficiente il Santo Vangelo. Cristo non è stato crocifisso “dagli ebrei” bensì da un folto gruppo di malvagi al potere e da un loro servo prezzolato, Giuda. Il sinedrio e le sue cerchie, le conventicole di Barabba, Pilato e i suoi soldati (che ebrei non erano certamente) e quanti – allora come oggi – anteponevano l’imperatore alla loro coscienza, antepongono la salute alla libertà, antepongono la salute alla sacralità dell’Eucaristia, antepongono se stessi e il proprio io a Dio. Perderanno tutto e se stessi. Non lasciamo quindi circolare indisturbato il pensiero caldeggiato dalla Miriano e dalla Guidi, una sorta di “Dio e io” inappropriato sotto molti aspetti, oltre che pervaso da un malcelato narcisismo

Leggete Agostino Nobile, per favore. Nessuno ha il copyright del vittimismo, come pure della bontà e della Fede. Le posture elitarie ci fanno servi del mondo, proprio com’è accaduto a Bergoglio, a Mattarella e ai vertici d’ogni specie, inconsapevoli (speriamo) del proprio abominio.

La comunione dei Santi non è una formula vieta. Nessuno ha il diritto a reputarsi isolato e quindi (pensiero inconfessato) migliore degli altri. Lunedì Stilum Curiae ha pubblicato una commovente riflessione – che suggerisco vivamente a Guidi e Miriano – sull’unità fra Dio e popolo, fra la sofferenza della Croce e noi poveri credenti. Questo discende dal discernimento, figlio legittimo della Fede. Nessuno ha il diritto d’accollare il deicidio a un’etnia, indiscriminatamente. Se così facessimo perderemmo la dignità come l’hanno persa quegli ebrei – non tutti gli ebrei –  quelli accaniti maliziosamente e indiscriminatamente contro Cristo e il suo popolo, contro S.S. Pio XII, accusandoli per l’Olocausto. È una comoda via di fuga per evitare di additare, ieri come oggi, uno ad uno i veri traditori, di ieri e di oggi, del Cristo Crocifisso così come degli ebrei gasati anche per mano degli ebrei come Soros.

Occorre quindi l’umiltà che ci fa sentire nel “Dio e Popolo”, nel binomio che ha dato fondamento ai regni duraturi. L’umiltà è figlia della carità e della misericordia, quelle vere, non le sosia traviate, passeggiatrici oggi sotto le colonne del Bernini.

Avverto quindi negli accenti della Miriano il medesimo disprezzo verso il popolo che si reca a San Giovanni Rotondo da Padre Pio e ne torna coi “gadget” del Santo, venduti loro dai medesimi che li disprezzano. Chi sono i malvagi, i figli di Dio, assetati di certezze o gli ipocriti sprezzanti, come quel vescovo di San Giovanni Rotondo che nega i Santi Sacramenti agli ammalati di Covid nell’ospedale di Padre Pio?

È inaccettabile che la Miriano stigmatizzi come “corsa al gadget” il genuino desiderio del Popolo di Dio di agitare una santa Palma contro i demoni che infettano le coscienze i presbiteri e i cattivi maestri prima che le cellule.

Miriano stigmatizza senza spiegarselo lo smarrimento del discernimento di quanti incapaci di leggere il simbolo come conseguenza della Fede e non viceversa. Alla povera gente può succedere, è comprensibile che accada. Non per questo meritano il dileggio dei sapienti di San Giovanni Rotondo, del Sinedrio o delle Miriano. Le parti avverse e i loro servi – consapevoli di questa posposizione nelle coscienze – si prodigano con zelo per drammatizzarla, svilendo il “gadget” e, a loro volta, esibendosi in narcisistica solitaria in tivvù, su FB o in piazza san Pietro. Suggerirei a Miriano di continuare a distinguersi da questi abomini. Durante la Santa Messa delle Palme, la colf rumena, a pochi banchi dal mio, umilmente e fermamente baciava devotamente la santa Palma, benedetta quasi clandestinamente in una Chiesa che si vorrebbe apostatizzare nel laogai, nella finanza inclusiva d’un papa multimilionario e infine nella superbia, pure quella superflua di Facebook.

Dio e Popolo, è l’unica risposta credibile nella Fede, nella politica e nella vita d’ogni giorno. Né il virus né le sue demoniache conseguenze sono una scusante, tutt’altro, per le ostentazioni elitarie di cattolici, illustri o ignoti che siano; ostentazioni appaiate a quelle dei radical chic in politica.

Piero Laporta

www.pierolaporta.it

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42 commenti

  • Milli ha detto:

    Non penso sia giusto giudicare la fede degli altri, danno fastidio le signore in ghingheri o quelli che hanno in rosario in macchina? E cosa ne sapete della loro fede?
    Già il fatto che la sig.ra Guida pensi che la Domenica delle Palme sia una “festa ” mi fa pensare che sia stata molto distratta al momento delle letture, visto che si leggeil Salmo21 e la Passione di Cristo.
    In quanto alle responsabilità del popolo intero , sarebbe utile leggere la descrizione particolareggiata e molto intensa di Maria Valtorta (” L”Evangelo come mi è stato rivelato ” di Maria Valtorta, che si può trovare completo sul web)

  • Enrico Nippo ha detto:

    Il generale LAPORTA conclude così la risposta del 31 Marzo 2021 alle 21:47 ad un mio commento:

    “Non ci capisco nulla. Signore pietà”.

    E’ quel quasi socratico “non ci capisco nulla” che mi ha colpito.

    Primo, perché mi ci riconosco.

    Secondo, perché se tutti progredissimo nel nostro non capire, forse troveremmo nelle profondità della nostra anima quel Sacro Bagliore che è la nostra vera vita.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Caro Nibbio, da stasera nel Santo Rosario un pensiero per Giuda e Barabba non mancherà. Sono nostri benefattori, loro malgrado, ma benefattori dopotutto.
      Visto dove siamo arrivati e chissà dove arriveremo, partendo da un “gadget”? Una preghiera quindi anche per Miriano e Guida.
      ps; Ma Nibbio è il suo vero nome?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Mi scusi, nel commento precedente l’ho chiamata “Nibbio” invece che Nippo. Succede ai generali ai una certa età, non me ne voglia.

  • Marco ha detto:

    Vorrei intervenire in questa querelle molto interessante e non oziosa che spesso fa capolino con accese discussioni tra cristiani intellettualmente impegnati e non su cosa è espressione di vera fede oppure di fede debole o superstiziosa come dice don Ettore barbieri nel suo intervento su questo argomento.
    Vorrei portare non il mio ma lo scritto autorevole di un personaggio che per statura intellettuale e morale di studioso di teologia e per il ruolo che ha nella chiesa certamente gode della nostra più grande stima e autorevolezza e puo veramente porre una parola definitiva,lo spero , sulla diatriba in corso tra il generale La Porta .Lucia Guida e la Miriano

    E adesso un po di pazienza a leggere quanto ho trovato scritto in modo illuminante e pertinente sull’argomento in questione.

    “La fede semplice dell’uomo semplice merita tutto il rispetto e la venerazione del predicatore,che non ha alcun diritto di contrapporre la sua superiorità intellettuale a un tal genere di fede,che, all’occorrenza,come semplice intuizione della totalità,coglie il nocciolo delle cose in modo più netto e puntuale di quanto faccia una riflessione articolata in piu passaggi e che percorra tante singole parziali evidenze.
    A mio giudizio,è fondamentale tener presente che il passaggio
    dall’antico al nuovo testamento si è compiuto nella fede dei semplici: gli anawim(i poveri) non avevano parte né alla liberalità dei sadducei né alla ortodossia del fariseismo,rigoroso fino all’osservanza scrupolosa della lettera.
    Nella semplice verità fondamentale della fede essi vivevano del cuore della promessa e della sapienza di Israele, e si trovarono puntuali sul luogo in cui l’antico testamento poteva trasformarsi nel nuovo: Zaccaria. Elisabetta.maria.giuseppe.lo stesso Gesù.
    La fede dei poveri resta la ricchezza capitale della chiesa. Ecc.ecc…
    JOSEPH RAZTINGER in Dogma e predicazione e , pp 31s

    • LUCIA GUIDA ha detto:

      Marco, la “fede semplice” è cosa ben diversa dalla superstizione o dalla “fede vuota”.

      Io resto ammirata dalla semplicità – che spesso si traduce in una fiducia naturale – della fede pulita dei bambini o di chi, ignorante di libri, ha per Dio lo stesso amore del santo curato d’Ars.

      Non discuto la fede ‘semplice’, ma….contesto la fede vuota.
      Quella che fa andare a prendere la palma, ma magari senza partecipare alla messa, per esempio…

    • Maria Michela Petti ha detto:

      Grazie, Marco, per questa citazione dell’autorevole teologo prof. Ratzinger. Non occorre richiamare tutti gli altri titoli della sua ricca biografia che fanno di Lui uno degli esponenti imprescindibili – per fortuna ancora vivente – della Chiesa che resiste alle “mode” di ogni tempo, anche di questo oscuro presente. Gli studi di teologia – checché se ne dica – servono… eccome! ad illuminare le menti di chi pratica , e vuole continuare a praticare, una fede semplice.

  • LUCIA GUIDA ha detto:

    Sono l’autrice del post da cui ha tratto origine il commento del generale Laporta.

    Lascio a latere la considerazione che la mia bacheca è letta da poche persone, molte meno dei lettori del blog di Tosatti, sicchè mi ha stupita non poco che ci sia stato chi abbia letto il mio post e – invece che limitarsi al commento – sia poi venuto a scrivere anche da un’altra parte, dando una risonanza esagerata al pensiero.
    Comunque, mi hanno avvisata che “sul blog di Tosatti di parla di te”, ed eccomi qua a replicare.

    E’ chiaro che il senso della mia considerazione è stato frainteso. Come è stato frainteso anche quello di Costanza Miriano.
    Invece lo hanno capito bene altri, tra cui una mia amica (campana come me: al sud certe esperienze sono diffuse), che ha considerato, in modo pittoresco e in dialetto: “a non piace perché le chiese belle silenziose con poche persone, sempre i soliti, abbellaebbuono si riempiono. Ci sta un sacco gente e pure intrilliccata, troppo profumata e rumorosa. E prima del covid ti venivano pure a baciare per fargli gli auguri. Ma chi te sape? PS: perdonatemi se non sono una cristiana accogliente. sono limitata ma nun cia faccio”.

    Ecco.
    1) Io ho espresso incomprensione per la “festa”.
    Per la “gente intrilliccata, troppo profumata e rumorosa”, quasi sconosciuta (“ma chi te sape?”) che “auguri! Auguri!” (di cosa?).
    L’ho scritto: non capisco la “festa”.

    E conosco bene – e Costanza Miriano meglio di me – il significato delle palme benedette.
    Il punto è che (ed è questo che voleva dire Costanza: mi meraviglio che ci sia stato chi non lo ha capito. Eppure scrive semplice…) la “Domenica delle palme” è spesso innegabilmente “corsa al gadget”: da sempre ho provato fastidio per le “signore intrilliccate”, col vestito bello da sfoggiare per la ricorrenza, ad accapigliarsi per avere la palma benedetta (come col pane di S. Antonio o la rosa di Santa Rita), da appendere alla porta che non si sa mai, magari porta bene (“però, mi devi dare la palma più bella, eh!”).

    Devozione vera e fede, zero.
    Gratitudine – per il Signore che entra in Gerusalemme con la consapevolezza di andare a morire –, zero.
    Consapevolezza di quanto siamo costati a Gesù, zero.

    Del resto, altrimenti non mi spiego come mai le chiese sono piene solo alle Palme, Pasqua e Natale e non invece tutte le domeniche o in settimana: francamente, io la “forza pubblica per poter entrare in chiesa a partecipare alla messa”, come diceva Padre Pio, non ce l’ho mai vista. Invece, per accaparrarsi il ‘gadget’, sì.

    Festa, solo festa. L’ulivo benedetto sì. Come la corona del rosario appesa allo specchietto dell’automobile e però mai sgranata per dire un’Ave Maria.

    “Signurì, tanti auguri”…ma…per cosa?

    “Festa”?
    Preferisco la gratitudine e il silenzio, in un giorno in cui il Vangelo racconta sì l’ingresso trionfale in Gerusalemme, ma anche il tradimento, il rinnegamento e la Passione.

    2) Il generale Laporta, poi, ritiene che le persone che hanno accolto Gesù con le palme siano state diverse da quelle che hanno deciso la Sua condanna. Secondo il generale, ci sarebbe stata una maggioranza di brava gente “pro Gesù” e, dall’altro lato, “un folto gruppo di malvagi al potere e da un loro servo prezzolato, Giuda. Il sinedrio e le sue cerchie, le conventicole di Barabba, Pilato e i suoi soldati”.

    Tuttavia nel mio post avevo scritto: “La stessa gente che accoglieva festante Gesù, pochi giorni dopo avrebbe gridato “Crocifiggilo” O SAREBBE STATA ZITTA MENTRE GLI VENIVA PREFERITO BARABBA”.

    Al paese mio, le omissioni non elidono la responsabilità.
    Stare zitti mentre chi ti ha beneficato – perché ti ha guarito il corpo o spalancato nuovi orizzonti dell’anima – viene condannato e ucciso significa essere colpevoli tanto quanto chi decide e approva la condanna.

    Se c’è stata una maggioranza di brave persone che pochi giorni prima avevano accolgo festanti Gesù e che pochi giorni dopo permettevano – pavide e silenziose – che Lui fosse messo a morte invece di ribellarsi e fare la rivoluzione…ecco, quella maggioranza di brave persone è stata ugualmente colpevole della Sua morte: dove stava quando il delitto veniva perpetrato? In casa a farsi gli affari propri per paura?

    L’omertà è colpevolezza.
    Non far nulla per impedire un’ingiustizia significa esserne responsabili.
    Si smette di essere “brava gente” se si sta zitti.
    Sotto alla croce, come ‘amici’, c’erano le donne, Giovanni…: la folla delle palme non c’era. E fu colpevole lo stesso.
    Come lo sono io, beninteso: “sono stati i miei peccati: Gesù mio, perdon, pietà”.

    Ribadisco, io la “festa” non la capisco.
    “Festa” è Pasqua, il giorno della vittoria.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Le motivazioni della signora Lucia Guida mi paiono appropriate, anche perché mettono in risalto lo stato di salute della comunità dei fedeli. Non si può negare, infatti, che “le chiese sono piene solo alle Palme, Pasqua e Natale e non invece tutte le domeniche o in settimana”, cosicché il riferimento alla palma come gadget (quasi un feticcio?) non sembra proprio una pignoleria. Emblematica, al riguardo, la “corona del rosario appesa allo specchietto dell’automobile e però mai sgranata per dire un’Ave Maria”.

      La signora Lucia non capisce la Domenica delle Palme come una “festa” fornendo le sue motivazioni, e conclude che per lei ““Festa” è Pasqua, il giorno della vittoria”. Questo finale mi sembra ineccepibile.

      Il tutto fermo restando che ciò risulta da un’osservazione esteriore, mentre riguardo ad ogni singola anima l’Osservatore è solo Dio.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Lei ribadisce? Io pure e di più.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      non solo ribadisco. Aggiungo che è puerile e opaco gabellare fraintendimenti, tanto più se infine si ribadisce.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Noto, e non soltanto in quest’occasione, un certo Suo piglio battagliero, il che non posso biasimare ed anzi trovo positivo vista la situazione penosa in cui ci troviamo.

        Però, dietro questo piglio, mi sembra di cogliere (ma potrei sbagliarmi) una stizza, un’asperità, una determinazione a “ribadire” il Suo punto di vista che, mi concederà, è un … punto di vista (esattamente come il mio che sto esponendo).

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          La ringrazio. Mi pare che lei mi legga da molto, lei sa quindi che è la prima volta che reagisco così. Sì, lo confesso, i radical chic mi danno l’orticaria, tanto con lo smoking quanto con la veletta e l’indice piritollo.

      • LUCIA GUIDA ha detto:

        Generale, mi scusi, ma…lei è “de coccio”.

        Io ho ribadito secondo la linea del MIO pensiero, che ho ulteriormente spiegato e che lei incredibilmente non ha capito.

        Ha accusato me e Costanza di essere omologhe di tanti radical chic…ma qua mi pare che sia lei a insistere a volersi “mettere da sopra”, rifiutandosi di aprirsi alla comprensione della prospettiva altrui.
        Se lei vuole fare il “generale” pure con noi…faccia pure e si tenga la prosopopea.

        • Margherita ha detto:

          Cara Signora, la prego, non insista, il suo punto di vista l’abbiamo compreso profondamente, accetti anche quello altrui.

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          La aspettavo. Come sempre quanti non hanno argomenti attaccano chi argomenta. Lei non ha spiegato proprio un bel nulla. Lei ha ribadito una serie di bizzarrie tesi che non stanno in piedi. Quel delirio sulla folla di ebrei plaudenti che trascolorano in crocifissori, fotografa le fobie che la ossessionano. Io sono di coccio? Sì. Io sono Generale? Sì e me lo sono guadagnato. Io ho la prosopopea? Sono implacabile cogli ipocriti. Suvvia sia seria. I suoi pareri sono sospesi sul vuoto del suo pensiero, che non ha corretto, né lei né la Miriano.
          E, mi tocca scriverlo per la prima volta su queste colonne: non mi annoi ulteriormente finché non riconosce i suoi errori.

    • Gabri ha detto:

      E aggiungiamo che la Croce è stata necessaria non per una parte di umanità che tradiva Gesù, ma per tutta l’umanità, segnata fin dal principio dal peccato di Adamo. Gesù è morto a causa dei peccati di tutti, non di una porzione di umanità peccatrice distinta da una parte buona. Chi ha crocifisso Gesù è ognuno di noi.

  • agostino nobile ha detto:

    Grazie Piero, sottoscrivo ogni tua parola.

  • Guida Guidi ha detto:

    Sarebbe una bella cosa scrivere giusto il cognome della persona in questione.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Grazie, generale Laporta.
    Nelle Sue parole leggo l’esatta interpretazione del mio stato d’animo che non sarei riuscita ad esternare così egregiamente.
    Concordo anche nel preciso riconoscimento delle responsabilità del papa… a me sarebbe costato carissimo se avessi osato esprimermi nei termini usati… sono certa che comprenderà… non è un appunto a Lei.
    Buona Pasqua

  • Margherita ha detto:

    Caro Generale Laporta,
    sono pienamente solidale con lei, la ringrazio per la sua indignazione, ma prima di risponderle sono documentata. Ecco la frase di Costanza Miriano copiata dal blog:
    (A parte alla messa delle palme che essendo quella col gadget in regalo è la più affollata dell’anno).
    Ed ecco la spiegazione della parola incriminata, copiata da internet:
    Gadget sostantivo Piccolo oggetto, di scarsa utilità concreta o francamente superfluo; part., nel linguaggio pubblicitario, il dono allegato come omaggio.
    Chiamare gadget un ramo d’ulivo è offensivo, (e Messa e Palme richiedono il maiuscolo), ma se invece di usare l’inglese usassimo l’italiano diventerebbe dono, omaggio, cioè che veramente avviene nella Chiesa dopo averlo benedetto: un dono un omaggio al fedele che si reca in assemblea per fare memoria del supremo sacrificio di Gesù per ognuno di noi, dal più consapevole al più umile.
    E questo ramo d’ulivo, come le candele e le ceneri, sono un segno della nostra fede, sono un dono benedetto, un omaggio alla persona che crede in Dio.
    Buona Settimana Santa a lei caro Generale Laporta, e a tutti i credenti.
    Margherita

    • Margherita ha detto:

      Sappia la signora Miriano, che il “gadget dato in regalo” nel giorno delle Palme, è l’unico segno di tregua, dalla solitudine, per molte persone.

      • Alda ha detto:

        Non è stato colto il senso ironico della frase di Costanza..
        Probabilmente non conoscete il suo stile😊

  • Romolo ha detto:

    CONTANO I NUMERI
    Nella regione Lazio , secondo i dati Istat , a fronte di 5.722.772 abitanti nell’anno della pandemia 2020 , ci sono stati 62.161 decessi comprensivi di tutte le cause .
    L’anno prima nel 2019 erano stati 58.435 . La differenza fa 3.726 decessi in più in un anno , pari al 1,08 % ( decessi ogni 100 abitanti ) .
    Se confrontiamo il 2020 con il 2017 anno in cui ci furono 60.881 decessi la differenza fa 1.280. L’indice di mortalità fa 1,11% in un anno . I dati della mortalità nella regione Lazio, hanno ruotato sempre attorno ai 60.000 decessi (sempre dati Istat ) .
    E per quanto sopra hanno abolito nel Lazio tutti i riti religiosi ? Questi numeri li conosce anche il Santo Padre ( spero ) e mi chiedo come fa ad assecondare , dati i numeri , un progetto che mira alla distruzione della sua stessa Chiesa Cattolica . Hanno abolito tutte le ricorrenze religiose come il Natale , la Pasqua , le processioni che in questa settimana radunavano i Cristiani di tutto il mondo .
    I numeri non giustificano la rappresaglia governativa contro gli italiani che purtroppo sono stati plagiato da stampa e TV .
    Ricordo che come i numeri dell Lazio c’è tutto il centro sud dalla Toscana alla Sicilia , Sardegna compresa. Al nord in special modo in Lombardia, c’è da fare un altro discorso anzi , c’è da chiarire cosa è successo a partire dal 7 marzo a fine aprile 2020 .
    Dovrebbe essere un compito della magistratura chiarire .

    • : ha detto:

      «L’anno prima nel 2019 erano stati 58.435 . La differenza fa 3.726 decessi in più in un anno , pari al 1,08 % ( decessi ogni 100 abitanti ) .
      Se confrontiamo il 2020 con il 2017 anno in cui ci furono 60.881 decessi la differenza fa 1.280. L’indice di mortalità fa 1,11% in un anno . I dati della mortalità nella regione Lazio, hanno ruotato sempre attorno ai 60.000 decessi (sempre dati Istat ) »

      Condivisibile la sua riflessione, alla quale se ne può aggiungere qualche altra in riferimento ai numeri che ha esposto.

      Visto che i medici affermano che a causa del disservizio del Servizio Sanitario Nazionale, discioltosi al calore del Covid 19, i decessi per gravi patologie sono aumentati di molto rispetto agli anni precedenti, non è che quei 3.726 in più rispetto al 2019, e 1.280 rispetto al 2017 comprendano questi decessi, mentre i morti per Covid 19 pareggino praticamente, o quasi, quelli degli anni precedenti riguardanti le solite epidemie (se così vogliamo chiamarle) influenzali? Altra riflessione: Perchè si contano solo i morti per Covid 19 e non quelli per le varie patologie? Altra ancora: Perchè non ci parlano dei morti per il virus dell’influenza (diciamo così… “normale”, non quella Covid), che certamente anche quest’anno come in tutti gli anni ci ha visitato, e che negli anni precedenti hanno anch’essi causato decessi, anche se mai portati alla conoscenza del popolo? Non è che influenza “normale” e Covid le tràttino entrambe come “Covid”, soprattutto nel darci quotidianamente la buona notizia del numero di decessi per Covid?

      • Romolo ha detto:

        Se Lei va ad impelagarsi sui decessi causa Covid , non ne esce più. Il dato che fa testo è la mortalità in generale . Non dimentichi la circolare del Ministero della Sanità ” Tachipirina e vigile attesa ” che sicuramente avrà determinato decessi . Comunque le sue considerazioni le ritengo corrette .

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        Non crede di aver sbagliato blog? Un caffé ☕ ? Una compressa di Cipralex? Una vacanza? 🤣

        • : ha detto:

          Sì. In effetti è un fuori tema micidiale, e mi sono lasciato trascinare rispondendo.

        • Romolo ha detto:

          Penso proprio di non aver sbagliato blog e non sono un perditempo .
          I nostri patimenti dipendono dai numeri falsati che che ci propinano i FALSARI di Stato e della Gerarchia della chiesa per tenerci in gabbia .
          Cerco in questo modo ed in buona fede, di smontare la narrazione del potere facendo del mio meglio . Io domani sera giovedi 1 aprile , volevo essere alla processione dell’ Addolorata e venerdì a quella dei Misteri che a Taranto sono eccezionali . I numeri dettati dai FALSARI me lo impediscono . Ritengo non sia stato compreso appieno che il solo obiettivo di tutto ciò è il Cristianesimo e non ragionI economiche .
          La ringrazio del commento

          • Romolo ha detto:

            Caro Generale .
            Ho verificato cosa fosse il Cipralex da lei consigliatomi e ho scoperto che è un antidepressivo che lei conosce bene se me lo consiglia. Io non vado da un medico da circa 20 anni per Grazia di Dio . La saluto

          • : ha detto:

            «Io domani sera giovedi 1 aprile , volevo essere alla processione dell’ Addolorata e venerdì a quella dei Misteri che a Taranto sono eccezionali»

            Faccia attenzione a non essere tacciato di «fede vuota» dalla Signora Guida (qui siamo in tema eh?).

            Battute a parte. I “segni” che la Tradizione cattolica e la pietà popolare ci hanno tramandato sono mezzi potenti che ci aiutano a mantenere viva la nostra fede. Il più grande naturalmente è la Santa Croce, poi c’è il Rosario, la medaglietta da portare al collo o – perché no? – appesa allo specchietto della macchina (purché non crei ostacolo alla visibilità), medaglietta o Rosario o altro, anche se non viene recitato un “Ave Maria” (come si fa a sapere che quella persona non recita un’Ave Maria?). Ed altri segni in occasione di particolari ricorrenze nel calendario liturgico, come appunto quella delle Palme. Alla Candelora ci sono le candele benedette. Anche la Processione dei Misteri è un mezzo potente che predispone il cuore e la mente a vivere e immedesimarsi in quelle terribili ore di Agonia che precedettero la Morte di Nostro Signore.

            Una domanda alla Signora Guida (se mi legge): come fa Lei a stabilire che la fede di una persona è “vuota”? Attenzione, non sto parlando di una fede ingenua, o non priva di errori dottrinali, ma “vuota”. Io penso che bisognerebbe avere il Carisma di San Pio da Pietrelcina, di scrutare le coscienze, per poter stabilire una cosa del genere.

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            Caro Romolo, la rassicuro, non soffro di depressione. So cos’è il Cipralex così come conosco altri farmaci senza avere necessità di assumerli.
            Chi non sa scherzare non è una persona seria… e finisce per prendere il Cipralex.
            Mi stia bene.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Caro LAPORTA,

    in una sua opera di cui non ricordo il titolo, Attilio Mordini, a proposito della scelta fra Gesù e Barabba, parla di “primo suffragio universale proteso al deicidio”.

    Ora, in linea di principio il suffragio ha come risultato il da farsi secondo la volontà della maggioranza, ma da quel che Lei afferma sembra che per Gesù non sia proprio così.

    Si deve supporre che hanno vinto quelli che facevano la voce più grossa sopra una maggioranza silenziosa? Ma le supposizioni sono … supposizioni.

    Chi può sapere come sono andate effettivamente le cose?

    E poi: ancora oggi il suffragio funziona così?

    Un caro saluto ed una serena Pasqua.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Caro Nippo, per me Barabba è una figura angosciante, quanto Giuda. Come si concilia il loro libero arbitrio con la terribile e sovrumana determinazione alla Crocifissione dell’Uomo Gesù?
      A me appare – e spero che uno dei teologi presenti su questa pagine mi soccorra – come se i due sciagurati siano condannati a recitare una parte. Mi fanno una profonda pena. Non sappiamo che fine abbia fatto Barabba. Il suicidio di Giuda è il segno d’una disperazione per la quale confido nella misericordia di Nostro Signore.
      Non ci capisco nulla. Signore pietà.

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    Bergoglio è la causa e il responsabile di questa confusione.
    Multimilionario, genuflesso ai Rothschild, ha chiuso le chiese durante la prima fase del Covid; oggi fiancheggia le parti avverse e tuttora lascia che i preti neghino per codardia i sacramenti ai malati di Covid.

    • P. Lorenzo Franceschini ha detto:

      In questi giorni siamo nella Santa settimana il cui lineamento tradizionale fu profondamente alterato nella riforma voluta e attuata da S.S. Pio XII…Gli attuali membri della Gerarchia ancora erano fanciulli…
      Di questo avemmo qui già un accenno di attenta conversazione.
      Di volta in volta si colgono aspetti rilevanti dei mutamenti innescati a Roma nel Dopoguerra, ma si stenta a trattenere la visuale poi di insieme di quanto avvenne. Se oggi ci ritroviamo gli obblighi vaccinali, ieri ammettemmo gli espianti dai morituri..
      Comincio a pensare che sia una dimensione da cui ci si ritrae istintivamente per un oscuro insostenibile timore. In tanti le cose le sanno, ma, non se ne esce.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Sono d’accordo con lei. In effetti, bisogna stare molto attenti a giudicare gli umili, anche per non scandalizzarli.
    Mi permetto però due osservazioni: di per sé la Domenica delle Palme non è una festa, come dice questa signora Guida. È una commemorazione del solenne ingresso di Gesù in Gerusalemme, da lui voluto per realizzare la profezia di Zaccaria che preannuncia il re mite che cavalca un asina; come lei giustamente osserva, il Signore sapeva bene a che cosa andava incontro e le orazioni della Domenica delle Palme mi pare escludano in modo chiaro che si tratti, appunto, di una “festa”; d’altronde, mi sembra che tanto la Guida quanto la Miriano dimentichino che nel Vangelo di Giovanni l’ora della Croce coincida con la Gloria, poiché in essa Cristo realizza il disegno del Padre.
    In secondo luogo, è vero che molte persone vengono in chiesa solo quando c’è qualcosa da “ritirare”: la candela, le ceneri, l’olivo ecc.: è superstizione o fede?
    La mia esperienza personale e l’insegnamento ricevuto dai sacerdoti più anziani di me, soprattutto quando ero molto giovane, mi dicono che bisogna lasciar fare, cercando di trarre spunto anche da questa fede debole e magari davvero superstiziosa per cercare di trasmettere comunque qualcosa di buono.

  • Paco ha detto:

    Io queste Guida e Miriano non so chi siano; e chissenefrega se a loro non piace la domenica delle Palme. Peccato perché questo articolo poteva essere bello, senza gli attacchi al Papa che non c’entrano niente.