Monseñor ICS y el Adviento. Una Exhortación a Tener Fe que Da Esperanza

6 Dicembre 2020 Pubblicato da

 

 

Marco Tosatti

Muy estimados Stilumcuriales, monseñor Ics nos invita a reflexionar sobre el Adviento y a encontrar razones de fe y de esperanza también en los tiempos atormentados y tormentosos que estamos viviendo, con frecuencia, con demasiada frecuencia, sin el auxilio de los pastores. Buena lectura y buena meditación.

§§§

Estimado Tosatti, estamos en tiempo de Adviento, aunque la Iglesia romana no nos ayuda como debería, debiendo pensar en las cosas prácticas, reales: en los migrantes, en el cuidado de la Tierra y en el decrecimiento económico.

Querría entonces por mi parte contribuir a estimular a sus lectores a volver en estos días a buscar reforzar su fe.

Más fe da más esperanza, la cual aumenta la fe, que es el verdadero tesoro que tenemos los católicos.

El tesoro más grande que debemos preservar, defender y comunicar a la mayor cantidad de personas posibles.

Me gustaría recordar un pensamiento muy actual de san Vicente de Lerins, místico franco-belga del siglo V, quien escribió el Commonitorium (en el 435 d.C), una especie de manul para distinguir la verdadera doctrina de las herejías, que se valió de las enseñanzas de san Ambrosio (cuya fiesta se celebrará el próximo lunes 7 de diciembre, antes de la Inmaculada).

En una época de confusión doctrinal como la nuestra, provocada en el interior de la Iglesia misma, es necesario vigilar para no ceder ni siquiera mínimamente en el contenido de nuestra fe, porque (dice el santo): “…si se cede en algún aspecto del dogma católico, después será necesario ceder en otro, después también en otro, hasta que tales renunciamientos se transformen en algo normal y lícito. Y una vez que se ha puesto a desmontar el dogma pieza por pieza, ¿que sucederá al final, si no el repudio total? (Commonitorium, n. 23).

Debemos -he dicho debemos- estar dispuestos a manifestar con audacia nuestra fe, despreciando el miedo de hacerlo si nos ponen obstáculos.

El poder de Dios está con nosotros y disipa todo posible temor. Él nos ha dado la vocación y la misión para vivirla, nos dará toda gracia para cumplirla. Para el que no tiene fe existen obstáculos. San Marcos escribió: “Todo es posible para el que cree” (Mc 9, 23). También nosotros en estos días de mortificación física, espiritual, sacramental e intelectual a causa del Covid y a la forma en que se ha gestionado (pero también por la forma en que es padecida por la autoridad moral), como los apóstoles de Cristo sentimos la falta de fe.

La Iglesia nos dice hoy que este momento es un don de Dios, pero por el contrario, gracias a ella, somos pobres de medios y no somos con frecuencia capaces de contemplar estos acontecimientos con perspectiva sobrenatural.

Recordemos entonces lo que escribió san Ambrosio: “La fe defiende toda la casa si es fuerte. Toda nuestra vida”. (San Ambrosio, Comentario al salmo 118, 12-13).

Solamente con la fe podemos obtener frutos que están por encima de nuestrasa fuerzas. Imitemos a los apóstoles en estos día: “¡Señor, aumenta nuestra fe!”.

Y pidámosle que mire a su grey, abandonada por los pastores, ,para que sepa llegar alegremente (a pesar de todo) a celebrar la Navidad, el gran misterio de nuestra salvación.

Publicado originalmente en italiano el 5 de diciembre del 2020, en https://www.marcotosatti.com/2020/12/05/mons-ics-lavvento-unesortazione-ad-avere-fede-che-da-speranza/

Traducción al español por: José Arturo Quarracino

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1 commento

  • Patrizia ha detto:

    Anzitutto, intendo muovermi dall’ esternazione, a mio avviso, più scandalosa di tutta la disamina esposta: “tuttavia don Alessandro non ha considerato i danni pastorali che si sono generati”.
    Caro investigatore biblico, si è mai posto due domande sui danni pastorali generati da quelle che lei, en passant, liquida come ‘affermazioni altamente discutibili’ di Bergoglio ‘pronunciate in modo del tutto personale’ (sic!), ‘interviste e reportage cinematografici’ ?
    Le sfugge, imperdonabilmente, (o forse no, dato che la scelta dell’ anonimato non consente alcun accreditamento di specifici titoli accademici da lei posseduti) che il Documento della Congregazione per la Dottrina della Fede “Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa” (31.10.1998) afferma che il papa “ha una grazia materiale specifica”(n.4). Così il papa, non solo ex cathedra, ma nell’ esercizio ordinario del ministero petrino, “dà voce alla volontà del Signore”(n.7).
    Non si comprende, dunque, come sia possibile che “in modo personale” possa sbagliarsi.
    Il Documento ribadisce che il vescovo di Roma ha “una speciale assistenza dello Spirito Santo che gode anche, in certi casi, della prerogativa dell’ infallibilità” (n.9). Viene, quindi, affermato chiaramente che l’ assistenza dello Spirito Santo non è relegabile soltanto alla prerogativa dell’ infallibilità, ma si estende a tutto il suo ministero e che, casomai, l’infallibilità è soltanto una prerogativa non ordinaria. D’ altra parte il Documento aggiunge che il papa è chiamato da Cristo ad “aiutare tutti a mantenersi nella fede professata” e che tale compito “trova la migliore garanzia, da una parte, nel suo inserimento nella Tradizione e nella comunione fraterna e, dall’altra, nella fiducia nell’ assistenza dello Spirito Santo che governa la Chiesa” (n.10) Alla luce di tutto questo, come giustificare allora la drammatica serie di affermazioni e manifestazioni eretiche, idolatriche di Bergoglio (Amoris Laetitia, Pachamama, tonterias mariane, giusto per fare qualche esempio, ma l’ elenco è sconfinato) se egli è veramente il papa? Che fine fa l’ assistenza dello Spirito Santo?
    Si può autorizzare, nella distinzione tra munus e infallibilità, un magistero ordinario del tutto eretico e, al contempo, un magistero straordinario cattolico? Si porrebbe seriamente in discussione il senso del Documento sopra citato.
    Quasi una riproposizione del noto “Dottor Jekyll e Mister Hyde”!
    A riguardo poi dei tre aspetti che lei, con una certa trepidazione, sottolinea, la invito, piuttosto, a preoccuparsi della gravità della serie di comunioni sacrileghe – qualora il Signore fosse ancora realmente Presente in quelle Messe – dal momento che Bergoglio promuove una misericordia a basso costo assolutamente sganciata dall’ abbandono della condizione di peccato (paradigmatico, fra tutti, il cardinale Bagnasco che dà la comunione a Vlamidir Luxuria!).
    Casomai, la domanda da porre è: come tutti questi sacerdoti donnabondisti possono permettere che tantissime anime, mangino e bevino la propria condanna – san Paolo docet – sprofondando nel baratro della perdizione?!!!
    A questo punto, ne converrà, si ribalta la prospettiva.
    Pertanto, onore a don Minutella che non allontana dai Sacramenti bensì dalla loro profanazione e che mette in guardia e scoraggia dal comunicarsi se non si è in grazia di Dio! – sulla base del bimillenario insegnamento della Chiesa che Bergoglio e il silenzio connivente dei pastori hanno invece asfaltato. Cosicché il fedele, presane finalmente coscienza, s’impegnerà in un cammino di conversione che fortificherà e farà da scudo e barriera contro gli attacchi del maligno.
    È lo stato di grazia il parafulmine contro il demonio! L’ accostamento all’ Eucaristia – ammmessa la Presenza Reale di Gesù Cristo nelle celebrazioni una cum Papa Francisco – in condizione di peccato costituisce l’ humus fertile per l’ azione del demonio!
    Anche a proposito della questione della nullità del Conclave mostra un approccio assai approssimativo. Quelle che lei definisce “ipotesi giornalistiche e rivelazioni private” sono confessioni documentabili e dimostrabili di un cardinale presente al Conclave del 2013 (Godfried Danneels) – peraltro appartenente alla frangia ultra progressista – che ha prodotto nomi, luoghi e date. E, in merito alla Declaratio di rinuncia di Benedetto XVI, fra’ Bugnolo, latinista ed esperto di diritto canonico, ha denunciato una serie di “difetti” tali da inficiarne la validità.
    Benedetto XVI sottolineò: “La comunione con il Papa è la comunione con il tutto, senza la quale non vi è comunione con Cristo”. Le prove canoniche e teologiche per cui Benedetto XVI è ancora il legittimo papa sono innumerevoli.
    Rebus sic stantibus, a lei le conclusioni…