MONS. ICS: OBBEDIENZA AL PAPA? SÌ MA PRIMA C’È LA VOLONTÀ DI DIO.

19 Ottobre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, mons. ICS ha seguito sia la risposta che mons. Carlo Maria Viganò ha dato a Vicente Montesinos, di Adoración y Liberación che le domande poste da Pezzo Grosso all’arcivescovo. Ed è voluto intervenire , per aiutare a fare chiarezza nella questione. Buona lettura. 

§§§

LA CONFUSIONE PROVOCATA SULLA OBBEDIENZA AL MAGISTERO DEL PAPA.

Caro Tosatti, mi riferisco all’intervento di Pezzo Grosso (ed ai commenti che ne son seguiti), cioè a Pezzo Grosso che chiede a mons. Viganò come si possa “obbedire” a Papa Bergoglio nelle indicazioni, errate, date nell’Enciclica Fratelli Tutti.

Ma vorrei anche riferirmi in generale al suo Magistero, da Evangelii Gaudium a Amoris Laetitia, per finire con Laudato Sì.

Io credo che il tema obbedienza o no al Magistero di Bergoglio sia un punto chiave per i cattolici, perché potrebbe confonderli, preoccuparli, angosciarli.

Quanti sono quelli che si domandano se dissentendo dalle sue indicazioni magisteriali, che suppongono adesione ed obbedienza, peccano o no?

Bene fa mons Viganò pertanto a aiutare con la sua saggia dottrina ed esperienza.

Mi permetto una brevissima, molto pratica, sintetica e “didattica” considerazione che vorrebbe tentare di integrare quelle di Mons. Viganò.

E spero di riuscire ad essere chiaro.

-Anzitutto obbedienza è sottomissione alla volontà di Dio. Chiaro?

-Gesù stesso ha vissuto l’obbedienza fino alla morte in croce. Il nostro modello è Gesù. Chiaro?

-Se ci si sente confusi da un magistero “fuorviante” è utile ricorrere al Buon Pastore, cioè colui che entra dalla porta della fedeltà alla dottrina della chiesa.

Cioè colui che non si comporta come il mercenario che fugge davanti al lupo abbandonando le pecore.

  1. Agostino fu chiarissimo rilevando che Gesù ha specificato “buon” pastore, perché ci sono anche i “cattivi” pastori. Chiaro?

-Se il pastore non difende il “deposito della fede”, guai a lui! Se chi ha missione di vegliare sul bene spirituale, veglia sulle foreste amazzoniche, non deve turbare troppo il cattolico saggio, deve solo farlo pensare a chi mai può essere questo pastore e cosa possa volere. Chiaro?

-Ma questo cattolico saggio non deve scandalizzarsi per questo. Dio ha promesso assistenza alla sua Chiesa, ma non ha garantito la fedeltà degli uomini che la compongono. Chiaro?

-Poiché nella vita spirituale non può esserci un evoluzionismo che cambia il Vangelo di Cristo, noi dobbiamo continuare a <instaurare omnia in Christo>, come ha insegnato San Paolo. Chiaro?

-San Pietro aveva insegnato esplicitamente che dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. E il Papa è un uomo. Chiaro?

-San Paolo nella lettera ai Galati (1,8) dice: “…vi sono alcuni che vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo, orbene, se anche noi stessi o un Angelo del cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello (di Cristo) che vi abbiamo predicato, sia anatema!”.

Attenzione! San Paolo dice: “se anche noi stessi” o “un Angelo del cielo”. Mi pare sia stato piuttosto chiaro. No?

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22 commenti

  • Carmela Mastrangelo ha detto:

    Molto chiaro. Così è. Dice Gesù che il falso profeta farà cose tali da riuscire ad ingannare anche gli eletti. Ma io penso che nei veri seguaci di Gesù Cristo c’è un sesto senso che dice loro: “Questo sì e questo no”. Sentono a pelle la malizia, l’inganno e la falsità. Ed allora obbediscono a Dio e non a chi vuole ingannarli.

  • Ottotrapen ha detto:

    Prima di tutto occorre analizzare se Bergoglio è Papà Francesco oppure solo Cardinale, ex artt. 33 e 34 Universi Dominici Gregis, poiché alle votazioni ha preso parte uno scomunicato latae sententiae in quanto eretico. Che SER Mons. Viganò nella sua lectio magistralis indichi doverosa l’obbedienza al Papà, a mio avviso, è per evitare una possibile scomunica, che farebbe molto comodo ai suoi tanti nemici.

  • Michel Berthoud ha detto:

    Grazie Monseigneur ICS.
    Il suo intervento è chiaro ed esaustivo. Apprezzo molto i suoi approfondimenti sempre esaurienti e precisi. La invito a partecipare e condividere con noi più spesso le due opinioni e il suo pensiero. Scenda su di me la Sua benedizione.
    Michel Berthoud

  • Diana ha detto:

    Grazie monsignore per la chiarezza. Personalmente, dopo anni trascorsi ad immaginare arguti striscioni da esporre all’Angelus, lanci di pomodori ai sangallisti e di manuali di Logica al card. Schönborn, oggi non condivido gli appelli a questo o a quel principe della Chiesa “ar gggesto eclatante”.
    Il buon Dio ci ha dato il libero arbitrio e il potere di legare e di sciogliere, in foro interno si può ben trattare come un pagano e un pubblicano chi persevera nell’errore, senza mettersi a giudicare la prima sede o ad improvvisarsi fini canonisti, ché dietro queste alte opinioni di sé c’è sempre il Nemico.
    La giustizia di Dio non lascia impunito alcun peccato, in questa vita o nell’eterna. Ma ho un ruolino personale troppo penoso per occuparmi degli altri.

  • Ali ha detto:

    Quando nel 2013 fu eletto Bergoglio, notai un fatto che mi stupì moltissimo: i media, cominciando dalle televisioni, presentavano come assolute novità gesti e atteggiamenti che in realtà non lo erano: “il papa che bacia i bambini, il papa che indossa i cappellini che gli regalano, il papa povero…”. Tutti ricordiamo l’autentica tenerezza verso i piccoli, bambini, malati, vecchi, da parte del grande Giovanni Paolo II, i suoi gesti spontanei, veramente eclatanti all’epoca, come accettava i piccoli doni della gente e li indossava, rompeva i protocolli, la semplicità della vita personale (il suo primo gesto da Papa, compiuto privatamente e con naturalezza, fu quello di andare a trovare un amico all’ospedale), le vecchie scarpe da montanaro sformate con cui era arrivato al conclave, le frasi colloquiali (eppure sempre misurate malgrado l’ottima ma non perfetta conoscenza della nostra lingua). Naturalmente Giovanni Paolo II era Papa e uomo di tutt’altra levatura, teologo, filosofo, intellettuale, mistico, di altissimo profilo; la sua fede era totale, era una roccia nell’amore per Dio, per la Madonna, ma aveva anche un immenso amore per l’umanità e non solo per alcune categorie. Non è che un Santo non commetta mai errori: anche lui ha commesso i suoi. Ma che fede, che chiarezza nella fede, che limpida grandezza! Naturalmente è stato seguito da un Papa che, umanamente dal tratto più riservato, tuttavia spargeva bontà ma anche chiarezza e grande intelligenza e coraggio… anche se la sua ultima scelta da Papa non cessa di suscitare giusti interrogativi. Ma tornando a Giovanni Paolo II, per 27 anni il mondo, l’Italia, i media hanno visto i suoi modi di fare, la schiettezza, la dinamica semplicità dei gesti quotidiani, l’allegria e l’affettuosità verso la gente comune, i gesti fisici di tenerezza e di vicinanza verso i fedeli. Nel 2005 i media e gli occhi della gente, cattolici e ‘laici’, erano pieni dei filmati, continuamente trasmessi alla morte del grande Papa, di 27 anni di pontificato anche per quanto riguardava proprio i suoi atteggiamenti di semplicità e di umano contatto con la gente, pieni delle immagini delle mani che stringeva, dei bambini che baciava, del sorridente anticonformismo (sempre nei giusti limiti) e di quel suo avvicinarsi alla gente con genuino interesse, con schietta concentrazione, con intensità del cuore ma anche dei gesti.
    “Com’è possibile”, pensavo nel 2013, veramente sbalordita, “che considerino ‘nuovo’ ogni gesto, ogni atteggiamento di questo tipo, da parte di papa Francesco? Sembra che non abbiano mai visto prima un papa prendere in braccio un bambino o rompere il protocollo o vivere con semplicità la vita quotidiana o accettare un cappellino dai fedeli e metterselo in testa. Come possono i giornalisti non ricordare??! Come può la gente comune aver già dimenticato, e assorbire con tanta facilità la finta notizia che tutto questo non si sia mai visto, quando l’abbiamo visto per 27 anni ed è stato documentato per migliaia di ore…? Come può la gente dimenticare tanto in fretta?
    Che i mass media sfruttino tutto questo per aumentare l’ascolto, non lo condivido ma da un loro punto di vista arrivo a capirlo: però da parte loro, dei media, è veramente troppo massiccia, troppo corale, troppo unanime e sfacciata questa finta ignoranza di un recente, lungo e popolarissimo passato, questo inventare e ingigantire e propalare una novità che non c’è. Perché tutto questo?”.
    Per la verità, pensai nitidamente “Cosa c’è sotto?”.
    Accenno soltanto alla pessima impressione che mi fece il fatto che il primo atto da capo di Stato, compiuto dal nuovo papa, fu quello di andare a Lampedusa a dire ad un altro Stato, il mio, l’Italia, come si doveva comportare nei confronti dei clandestini…
    Tornando alle manipolazioni dei media (a tutti i livelli e praticamente di tutti gli schieramenti) all’inizio del pontificato, difficile non pensare che, in cattiva o buona fede, per passività o complicità, per credulità o quieto vivere, abbiano tutti (eccezioni ci saranno state, naturalmente. Sto parlando di un fenomeno capillare, ma che evidentemente non sarà stato totale) seguito un copione scritto in realtà nei minimi particolari, abbiano obbedito più o meno consapevolmente ad un disegno ben preciso. Con il popolo, credente e non, immediatamente disposto a farsi guidare e dirigere nelle impressioni, nelle opinioni, nei ricordi e nelle smemoratezze, nel dare la propria fiducia, nei sentimenti e nelle idee (un po’ come adesso su altri problemi mondiali: la libertà e la democrazia in bilico in Italia e nel mondo col pretesto di un’epidemia esistente ma gonfiata e con la propagazione strumentale del terrore…).
    Insomma, col senno di poi penso che nel 2013, complici (in modo complessivamente gigantesco) e quindi colpevoli i media (almeno la stragrande maggioranza di essi), anche in quell’oblio, in quel travisamento, con quella megamenzogna di aver fabbricato una novità che non c’era, fosse incominciato il grande inganno.

  • -AG-TA- ha detto:

    Premetto che a questo punto è necessaria una risposta chiara di VIGANO’ sul tema specifico dell’autorità, del Papa, dell’antipapa e di chi sia Bergoglio.

    Mons.Ics dice cose giuste ma come quasi tutti tralascia il punto chiave, contribuendo così alla confusione.
    Chi professa una religione diversa da quella cattolica (es. paganesimo) è fuori dalla Chiesa, è scomunicato, si è posto lui stesso fuori.
    Perché se io o altri signori nessuno ci mettiamo a venerare Zeus o altri falsi dei siamo fuori dalla Chiesa e se lo fa il ‘papa’ è soltanto un cattivo pastore?
    Il libero arbitrio non c’entra. E’ chiaro che un individuo che è Papa è ancora libero, ma dal momento in cui è apostata è fuori dalla Chiesa e cessa di essere Papa. Se invece era già apostata non è mai stato eletto, perché già fuori dalla Chiesa e quindi ineleggibile.
    Questi sono principi base, formali, che valgono a prescindere dalla situazione storica.

    Il papato non è una carica giuridica o un travestimento che può essere assegnato a chiunque (perché non fare papa il Dalai Lama allora?).
    E’ volontà divina che la Chiesa possa essere governata da membri di altre religioni?
    La fede cattolica non è requisito essenziale per essere Papa, capo della Chiesa? se non lo è e allora perché dovrebbe esserlo per i fedeli, per essere membri della Chiesa? E se non è essenziale credere e adorare la vera divinità perché dovrebbe essere essenziale obbedire alla morale, o andare a messa o tutto il resto? Una volta ammesso l’assurdo crolla tutto l’edificio. L’errore ha conseguenze ancora più gravi, sulla divinità. Una divinità che crea una religione auto-contraddittoria non può essere perfetta, e quindi è falsa.
    Ripeto: una volta ammesso l’assurdo crolla tutto. Falso papa, falsa chiesa, falsi dei. E’ la conseguenza inevitabile.

    Inoltre, la presa del papato richiede l’accettazione del soggetto e l’accettazione è ad ‘essere papa’, non a travestirsi da papa, abitare in Vaticano e comandare delle persone. Essere papa significa essere cattolici, difendere la fede e governare la Chiesa, non fare altro.
    C’è differenza tra un papa vigliacco, superficiale, poco adatto e un individuo che ha una fede differente, obiettivi differenti e che usa strumentalmente aspetti socioculturali (vestito, media, potere economico) per ingannare e distruggere la Chiesa.

    L’anatema infine è la maledizione divina e la scomunica. Uno scomunicato non può essere capo della Chiesa, perché è fuori da essa.

    Mons.Viganò, visto che è uno dei pochi che si è esposto realmente in prima persona, deve affrontare il tema e applicare le conclusioni alla situazione attuale. Viganò deve rispondere.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    L’IMBROGLIO sta nel fatto che Francesco per le sue Encicliche usa due penne:
    – una Roller Ball (a base acquosa / liquida) per scrivere il testo;
    – una Mont Blanc per firmarla.

  • Paoletta ha detto:

    Ergo: non si puo’ dar retta a Bergoglio.

  • ulisse ha detto:

    Chiarissimo e sintetico cosa rara.
    La Chiesa è di Gesù Cristo e di nessun altro eccetto ovviamente la Trinità, Dio Padre e Spirito Santo.
    Il papa dovrebbe essere il vicario di Cristo che non è soltanto un “titolo storico”, questo è un colossale lapsus freudiano dell’Annuario Pontificio.
    Il problema è cosa possiamo fare per evitare questa deriva se un giornale fa un titolo “”Adesso Il caos regna sovrano: cosa ha fatto Papa Francesco…ecc.”.
    L’attacco a testa bassa serve solo ad irritare e può provocare reazioni da Orgoglio ancora peggiori.
    Incomincerei da questo semplice suggerimento, ha voluto usare il nome di Francesco ed allora utilizzi il saluto francescano che è così bello “Pace e bene a tutti” al posto del banale buongiorno e buonasera.
    Quello me lo dice l’edicolante quando compro il quotidiano e il barista quando prendo il caffè.
    A noi avevano insegnato di salutare un prete con “Sia lodato Gesù Cristo” cui avrebbe risposto “Sempre sia lodato”.
    Esageruma nen si direbbe a Torino e se vuole allenarsi impari da padre Mariano da Torino al secolo Paolo Roasennda di cui esisto0no tanti brani su Youtube Scrivendo questo ho visto alcuni di questi brani e a sentire la sua voce ho provato una sensazione di dolcezza.
    Basta ho detto sintetico e non voglio contraddirmi.

  • Raffaele Vargetto ha detto:

    Vorrei porre all’attenzione di Tosatti e di qualche monsignore che interviene con i suoi articoli il nuovo Messale che, nella mia Diocesi di Piazza Armerina, è già stato presentato ufficialmente sia ai laici – in verità uno sparuto gruppo in Cattedrale – sia ai sacerdoti e consacrati, con la presenza del vescovo, nel seminario estivo nei pressi della mia città. Un consacrato di mia conoscenza, che ha partecipato alla presentazione insieme ai sacerdoti e consacrati, mi ha informato che sono state cambiate le parole della consacrazione, fulcro della S.Messa, là dove si menziona il Sacrificio offerto da Cristo. Le parole “Questo è il Mio Corpo offerto in sacrificio per voi” diventerebbero: “Questo è il Mio Corpo dato per voi”. Io ho fatto presente al mio amico consacrato che, se così fosse, ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo che rischierebbe di inficiare il carattere sacrificale della S.Messa con la possibile conseguenza della mancata transunstaziazione. Gli ho detto – lui ne conveniva – che così ci si incammina a larghi passi verso l’abominio della desolazione predetto dal profeta Daniele, richiamato da Gesù nel discorso sugli ultimi tempi. Veda lei Tosatti o qualche suo collaboratore di accertarvi su questa notizia che mi è stata data.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    -Anzitutto obbedienza è sottomissione alla volontà di Dio. Chiaro?- dice MonsX.
    Ma per me e,credo per molti come me, il problema sta qui:qual è la fonte da attivare per conoscere,oggi, con certezza, quale sia la volontà di Dio ? Chi è, oggi, in grado di parlarcene? E se vogliamo cercarla nei libri bastano una Bibbia (di quale edizione? commentata da chi?) un Catechismo della Chiesa Cattolica (quello di Pio X o quello di G.Paolo II o il Compendio di Benedetto XVI ?) e, magari una Imitazione di Cristo ? Non è facile nemmeno per chi è preparato e pieno di impegno e buona volontà; figurarsi per le masse sbandate e in fuga disordinata anche dalla vecchia dottrina. Meglio di tutto sarebbe (ma è un sogno) avere un Papa santo, onesto, affidabile e con una fede e una cultura a tutta prova.

    • XXX ha detto:

      Caro Stilum Curiae Emmerito, abbiamo per i tempi di crise la regola di San Vincenzo di Lerino che ci insegna:

      “Ed in essa Chiesa Cattolica è da guardare, che si tenga fermamente come principio di vera credenza quello, che dappertutto, che sempre, e da tutti è stato creduto come di fede. Imperocchè è ciò veramente Cattolico, come la forza della stessa parola ci esprime, che tutte le verità comprende senza eccezione di sorta. E siffatta cattolicità sarà tenuta da noi, ove seguitiamo la universalità, l’antichità, e la unanimità. E seguiremo certamente la universalità, qualora noi confessiamo quella essere l’unica e vera fede, che tutta la Chiesa in tutto il mondo professa; l’antichità, ove noi punto non ci scostiamo dal sentire professato e dichiarato dai santi nostri Padri e Maggiori; la unanimità finalmente, se nella medesima antichità noi consentiremo colle definizioni ed i placiti di tutti, o quasi tutti i vescovi e dottori di santa Chiesa”. Commonitorio, San Vincenzo di Lerino – https://pascendidominicigregis.blogspot.com/2020/08/san-vincenzo-di-lerino-istruzione-per-i.html?m=1

      L’applicazione della regola:

      “4. Come dovrà comportarsi il Cristiano cattolico, ove una frazione si stacchi dalla universale credenza della Chiesa? La risposta è assai risoluta e recisa. Egli dovrà certo preporre la salute di tutto il corpo al taglio d’un membro contagioso e corrotto. Cosa dovrà egli poi fare, se una peste novella attenti attaccare e corrompere, non che una piccola parte, tutta, del pari, la Chiesa [12]? In tal caso osserverà quale dottrina abbia la priorità di tempo, la quale non può mai travisarsi per nessuna frode di novatori. [Lat. Quid si novella aliqua contagio non jam portiunculam tantum, sed totam pariter Ecclesiam commaculare conetur? Tunc item providebit, ut antiquitati inhaereat, quae prorsum jam non potest ab ulla novitatis fraude seduci. N.d.R.] Come potrà regolarsi, ove in essa l’antichità [= ove nella stessa antichità, lat. si in ipsa vetustate N.d.R.] vegga l’errore di due o di tre persone, o d’una città, od anche d’una intiera provincia? In tale emergenza avrà cura d’opporre i vetusti, e generali placiti della Chiesa alla temerità ed alla ignoranza dei pochi. Che strada finalmente sarà d’uopo egli batta, ove insorga non mai altre fiate ventilata quistione? Studierassi in tal caso di consultare e meditare, tra loro collazionandole, le dottrine degli antichi; di quelli intendiamo noi bene, i quali avvegna vivuti [= benchè vissuti N.d.R.] in tempi diversi, ed in località disperate, essendo pure eglino stati perseveranti nella comunione e nella credenza dell’unica Chiesa Cattolica, si chiarirono intemerati maestri di lei; e tenga egli di dover credere con ogni certezza non ciò, ch’uno, o due solamente difendono; ma quanto con chiarezza, proposito ed asseveranza hanno tutti ugualmente convenuto di credere, scrivere, ed insegnare. Ed affinchè ciò che finora dicemmo rendasi più evidente e palpabile, stimiamo doverlo meglio esplicar con esempi, ed alquanto più largamente trattare; perchè la soverchia concisione e precipitanza di dire non vizino le ragioni delle discusse dottrine”.

      Un esempio de applicazzione concreta nel nostro tempo:

      È stato creduto in tutti i tempi e luoghi che la Chiesa di Cristo è la Chiesa Cattolica o che la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa Cattolica?

      La formula del sussiste in è una novità. Se crediamo con l’intera Chiesa di tutti i tempi che la Chiesa di Cristo è la Chiesa Cattolica non possiamo credere nel “subsistit in”. Cristo ha fondatto la sua Chiesa sul Pietro non ha affermato che la sua Chiesa sussistirebbe in Pietro.

      Abbiamo anche il consenso unanime dei Padri Della Chiesa sulle dottrine che non è permesso nemmeno aí Papi cambiarli. Il problema è che nelle due regole c’e bisogno di conoscenza teologica. In questo senso, sarebbe di grande aiuto a tutti i Fedeli se i buon pastori applicasserò le regole alla situazione concreta che viviamo.

  • Rafael Brotero ha detto:

    Ma prima di domandare se si deve obbedire a “Papa Francesco”, bisogna sapere se è veramente Papa, chiaro?
    Quello che, in maniera infinitamente scandalosa, il clero soi-disant cattolico non lo fa, con le solite eccezioni risapute.
    By the way, ieri a Roma una magnifica omelia di Don Minutella sul tradimento dei chierici:
    https://youtu.be/UP_NX_Bae24

  • IPM ha detto:

    A me, anima semplice in cerca di verità, sembra chiaro e mi conferma quanto ho sentito sabato dal confessore. Grazie mille.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Elenco schematico di principi salienti riproposti con incontestabile chiarezza, tanto da rendere superflua la pertinente domanda ad ogni punto.
    Suggerirei la lettura della meditazione esposta nel corso della concelebrazione eucaristica con i membri della Pontificia Commissione Biblica, il 15 aprile 2010, proprio sul comando: “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini” (At 5,29) da papa Benedetto XVI che, sviluppando il tema anche con un richiamo a Socrate, ribadisce e approfondisce l’idea della libertà nell’obbedienza, come nella frase da me tratta dal suo libro “L’ infanzia di Gesù” e citata nel mio commento al Post di due giorni fa con il quesito di PG a mons. Viganò, cui si riallaccia oggi Mons. Ics.
    Un’omelia di una lucidità e profondità di pensiero tali da consigliarmi di non deturparne la concatenazione con l’estrapolarne qualche stralcio; tutti di una sublimità spirituale senza confronti. E dire che l ‘Emerito l’aveva introdotta precisando di non aver “ trovato il tempo per preparare una vera omelia”!!!
    http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2010/documents/hf_ben-xvi_hom_20100415_pcb.html

  • Isabella ha detto:

    Grazie monsignore. Veramente chiaro.
    Io ho attraversato vari stati d’animo, rispetto alla tempesta in corso nella Chiesa: sgomento, scandalo anche….e sofferenza, senso di abbandono. Ma il Signore, mi sono ripetuta, non abbandona la sua Chiesa e non permette che le forze degli inferi prevalgano su di essa. Permette la Croce, anche quella di avere cattivi pastori. Decido di fidarmi del Signore, interamente, fino in fondo. Ciascun cattolico ha il dovere di decidere da che parte stare e di chi fidarsi, anche se sembra tutto perduto, come nell’episodio del Vangelo in cui la barca sembra affondare, Gesù dorme e i sui discepoli hanno paura : hanno avuto poca fede. La fede non è scontata, viene provata, messa a ferro e fuoco!
    Il Signore non ci lascia soli: come Maestro interiore lo Spirito Santo ci istruisce e ci guida nel cammino della fede lungo tutta la vita: leggere e meditare il Vangelo, lasciando con umiltà allo Spirito Santo il suo compito….farsi piccoli, umili, così che il Maestro possa plasmarci a suo piacimento: ecco che abbiamo tutto, non ci manca nulla. Certamente io prego per avere buoni pastori e perché la Chiesa sia aiutata in questo momento. Ma non voglio provare più scandalo, non voglio “perdermi” negli errori altrui… (ne ho già abbastanza dei miei!).
    Accolgo, anche se talvolta molto faticoso, questa occasione che il Signore permette…. per non scendere più a compromessi con Lui, vero Maestro , l’Unico che non abbandona mai, unica Via Verità e Vita.

  • Gaetano2 ha detto:

    “…credo che il tema obbedienza o no al Magistero di Bergoglio sia un punto chiave per i cattolici…”

    Mi chiedo perché mai non si consideri il fatto più ovvio, almeno come ipotesi da verificare.
    Spiegherebbe tutto.
    E cioè che l’accoglione non è papa (e nemmeno antipapa).
    È stato imposto dai nemici della Chiesa che hanno contato ed approfittato della dabbenaggine dei neocattolici.
    È vero che c’era chi si era accorto di quanto avveniva già un anno prima che il tutto si compisse (ricorda niente l’affermazione, vado a mente, di un cardinale che predisse che l’anno successivo Benedetto XVI non sarebbe stato più papa o che sarebbe morto, non ricordo esattamente), ma dopo le rivelazioni e fatti successivi dovrebbe essere evidente a tutti quello che è.
    Da notare anche, è non è un dettaglio di poca importanza, che oltre a quello di creare una immagine caricaturale della Santa Made Chiesa, considerare “Papa” l’accoglione porta discredito al concetto di “Papato” in sé che era certamente uno degli scopi dei nemici. E penso che non ci sia bisogno di spiegarlo. O no?

  • Enrico Nippo ha detto:

    Sì, ma allora non occorre ammettere che ciascuno, individualmente, conosce qual è la volontà di Dio e può permettersi di giudicare se un papa, un vescovo, un sacerdote, o anche un laico, dice e fa cose che sono in armonia o meno con Essa?

    La facilità, la spontaneità, si direbbe quasi l’automatismo con cui ciascuno, individualmente, trae a piene mani dalle Scritture e dai Documenti ufficiali i passi per giustificare il proprio obbedire o non obbedire, sono lecite o quanto meno sospette?

    Che facciamo? Ognuno si fa il suo magistero personale? Oppure, addirittura, si rifà al suo “Cristo interiore”? O magari al “carismatico” Spirito Santo che insuffla la verità?

    • Corrado Bassanese ha detto:

      Credo sia abbastanza sufficiente sapere e seguire ciò che abbiamo assimilato dalla catechesi dall’infanzia fino alla Cresima (Confermazione del Cristiano perfetto), per poter giudicare se un Pastore ci conduce all’ovile o al macello.

  • Raffaella ha detto:

    Grazie Mons.Ics per la sua chiarezza: ad un papa (che forse non è papa) che non conferma i fratelli nella fede e che più volte ha sparso ambiguità non è dovuta obbedienza.
    Quest’ultima è dovuta solo al Vangelo di NSGC!!!

  • Francesco Maracino ha detto:

    Tutto quello che scrive mnsg. Ics è perfetto. Ed è l’unica cosa da dire (il resto son parole per “dare un colpo al cerchio e uno alla botte”). Peccato che non abbia il coraggio di dirlo facendosi avanti con nome e cognome, come dovrebbe fare (prima ancora che un cattolico) un uomo degno di questo nome. In questo, ho la presuntuosa pretesa di affiancarlo a tutti i cardinali ed a tutti i vescovi che tacciono di fronte alle quotidiane, impudenti bestemmie di bergoglio.