ABATE FARIA. SE IN CENTRO A ROMA CHIUDONO LE PARROCCHIE.

17 Settembre 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’Abate Faria ci scrive righe sconsolate su una delle più grandi e belle chiese del centro di Roma, San Biagio e Carlo ai Catinari (qualcuno mi disse una volta, non so se aveva ragione, che è la più grande cupola dopo San Pietro, nella capitale). Ora è chiusa, per restauri, e le celebrazioni si svolgono nella piccola chiesa di Santa Barbara dei Librari. Ma il problema non è questo, come vedrete…e io temo che l’atteggiamento remissivo della Chiesa in tempi di Covid  abbia avuto conseguenze devastanti. Buona lettura. 

§§§

La chiesa di san Carlo ai Catinari a Roma, una delle chiese storiche del centro storico a due passi da largo Argentina, non è più parrocchia. È stato deciso di trasformarla in rettoria, visto che comunque era chiusa da qualche tempo per restauri.
Ma questa è solo una parte della situazione reale. Come ammette l’attuale parroco in un’intervista, oramai la partecipazione alle Messe era calata drammaticamente. Si fa intendere che questa soluzione di trasformazioni di parrocchie in rettorie riguarderà anche altre chiese. Onestamente, soltanto per la mia esperienza avrei in mente altre tre o quattro chiese, parrocchie, in cui oramai si predica ai banchi. E capisco che allo stato attuale quelle parrocchie a poco servono.
Tutto questo ci dovrebbe far riflettere sul reale stato di salute del cattolicesimo negli ultimi decenni. Una volta, quando io lamentavo la crisi del cattolicesimo, un confratello mi disse che era una crisi che riguardava tutte le religioni. Forse in parte è vero, ma a me sembra che la disaffezione nei paesi di tradizione cattolica sia molto più rapida e feroce che quella che riguarda altre tradizioni religiose.  È una caduta verticale.
Tutti questi problemi non sono certo nati nel 2013 ma molto prima e hanno progredito così tanto da portare alla situazione di degrado attuale. Un degrado per cui non si vedono soluzioni in vista e la recente pandemia ancora in corso ha dato il colpo di grazia ad uno stato di cose che era già profondamente precario. Deus adiuva nos!
Abate Faria

§§§




 

 

STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK C’È LA PAGINA

stilumcuriae




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI 




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina

 

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

30 commenti

  • Restauratio Legis ha detto:

    vorrei esporvi il mio personale travaglio. Avevo assistito sporadicamente a Messe in latino in passato, poi alla revoca di Queste ero tornato al novus ordo senza ulteriori indugi. La segregazione insensata e criminale degli ultimi mesi mi ha fatto vivere una sofferenza grande, senza avere possibilità di confronto con consacrati che potessero accogliere le mie richieste di chiarimento. La messa di Pasqua vista in TV celebrata dal Papa mi lascia ancora oggi un ricordo di dolore e paura.
    La Resurrezione di Cristo, il giorno della felicità è stato fonte di angoscia.
    Da li sono tornato nonostante gli svariati km che devo fare al vetus ordo, ed ho compreso.
    Non si devono distinguere le due versioni perchè c’è una sola Messa, nella Chiesa non ci sono tradizionalisti e modernisti, ci sono cattolici ed eretici, stop.
    Ora la comunione la faccio in ginocchio in bocca sostanzialmente di nascosto, dinnanzi a Cristo non mi ci presento col volto coperto, anche se infimo anche se peccatore, non nego la mia umanità che Egli ha amato fino alla morte di Croce, la mia Fede non è in vendita, la mia anima vale più del mio corpo.

  • Federico ha detto:

    Disaffezione e rapido spopolamento del centro città.

    • Diana ha detto:

      Condivido Federico, il centro di Roma è ormai un museo a cielo aperto. Anche grazie ai varchi, alle domeniche a piedi, a chi divora le case delle vedove. Sono anni (e dico anni) che tento di visitare San Carlo ai Catinari per vedere la chiesa dove si sono sposati i miei nonni, perennemente chiusa senza uno straccio di bacheca di fuori che indichi gli orari delle Messe, o almeno quelli di apertura. L’ultima volta c’era un foglio di carta appiccicato ad una transenna che diceva, appunto, di recarsi ai Librari.

  • EquesFidus ha detto:

    Ci sarebbero moltissime cose da dire, riguardo a questa situazione che attanaglia non solo Roma ma tutto l’orbe cattolico. Mi concentrerò tuttavia su tre punti essenziali: la perdita di fede cattolica nel popolo (che questa epidemia ha evidenziato ma che era già presente), l’infedeltà del clero e la corruzione della Divina Liturgia cattolica.
    Questi tre elementi, in effetti, sono tra loro inestricabilmente collegati, dato che senza un popolo incredulo non avremmo sacerdoti scadenti; senza sacerdoti scadenti, una Messa rivoluzionaria; senza una Messa rivoluzionaria, un popolo incredulo. In realtà, tutto ciò si può ricondurre alla penetrazione di ideologie Sette-Ottocentesche in seno alla Chiesa, con l’avvento del liberalismo e del socialismo ammantati di quella patina falsamente religiosa che è il modernismo, le quali si sono imposte a partire dagli anni Sessanta nella Cattolica con la fine del Concilio Vaticano II. Stiamo bene attenti, però, a non cadere nell’errore di pensare che fu il Concilio Vaticano II la causa di tutti i mali: i problemi per cui venne convocato già esistevano, e ne fu prova proprio il primo post-Concilio (diciamo tra il 1965 e il 1975), quando preti formati ed istruiti nei vecchi seminari e che sottostavano ad un CIC sicuramente più severo, creduto ed applicato di quello attuale corsero a devastare le chiese, scardinare le balaustre ed i pulpiti, piantare altari coram Populo (per giunta uno più brutto dell’altro) in mezzi ai presbiteri ed a distruggere antichi e preziosi manipoli, quando da nessuna parte nel Messale nel ’65 (un compromesso tra Messa tridentina e modernismo che vorrebbe essere quantomeno in parte riesumato dai “riformatori della riforma”) prima e del ’69 (con la famigerata rivoluzione liturgica di Bugnini) poi si parlava di tutto ciò. Quei preti, in realtà, già avevano in sé il seme del modernismo, della contestazione, del socialismo e del liberalismo che sarebbe poi esploso a partire dagli anni ’70 in poi: pur essendo stati formati in seminari al rito tridentino ed alla sana Dottrina cattolica ed al tomismo, avevano già ricevuto robuste dosi di veleno e radiazioni (in primis dal mondo, che la gerarchia non ostacolò nei suoi desideri anticattolici o, se lo fece, lo fece senza una reale progettualità, anzi quasi rassegnandosi all’”inevitabile” presa di potere del comunismo, come emergerà dalla non-condanna di questa perniciosa dottrina atea nell’assise conciliare stessa) che li avevano portati ad accettare supinamente qualsiasi mutamento nella fede, arrivando persino a precorrere i tempi nel loro “entusiasmo”. Dobbiamo ben renderci conto che i Rahner, i Kung e similari ed i loro allievi e discepoli non sono venuti fuori dal nulla, ma che anzi furono “coltivati”, come delle erbe velenose, in seno alla Chiesa già a partire dall’epoca del venerabile Pio XII e prima ancora. In questo senso, il più grave demerito di San Giovanni XXIII fu proprio quello di aver convocato molti di questi soggetti che erano stati allontanati dal suo predecessore.
    Detto questo, non sarà possibile attuare il Ripristino se non tornando, finalmente, alla fede ed alla Divina Liturgia cattolica credute e vissute, nonostante l’opposizione di una gerarchia che non ha più niente da dire se non dando contro ancora a chi, paradossalmente, crede ancora nel suo ruolo. Questa fede si dovrà rendere realmente vissuta nell’Adorazione del Santissimo, nella celebrazione solo ed esclusivamente della Messa pre-conciliarenell’ approfondimento continuo ed in un impegno concreto nella carità (quella vera, che procede dalla Verità e non la ignora o assale) dei cattolici. Potrà procedere solo riconoscendo umilmente di quanto si sia andati fuori rotta negli ultimi decenni, con una revisione serena e critica del Concilio Vaticano II (che, volutamente, non volle essere dottrinale ma pastorale – e infatti, al 90% non lo è), con un ritorno, anzitutto da parte dei singoli, dell’adesione alla Verità tutta intera ed all’adorazione di Dio nella Chiesa militante riunita nella sola Messa che esprima compiutamente la fede della cattolicità latina, con l’adozione del dogma, della verità come solo schema di pensiero, senza più doppiopesismi e senza più falsi pudori, il tutto nella Carità. Questo si avvererà, come detto prima di me, anche quando purtroppo (nessuno dovrebbe goderne, dato che si tratta di una sventura data dalla malafede e dall’ignoranza di molti!) avverrà il tracollo a causa del fatto che, in Italia (all’estero è peggio), circa il 10% della popolazione è fattualmente cattolico ed è destinato a diminuire ancora, perché a quel punto le maree di arruffapopolo, donnine e cicisbei (non solo chierici, ma anche e soprattutto laici) rivolgeranno i loro malsani appetiti altrove. Basta vedere la Germania per avere un’idea del nostro futuro tra vent’anni, con funzionari statali, fintamente legati alla Chiesa ma in realtà solo al proprio stipendio, che chiacchierano di “aperture”, di “riconoscimenti” ecclesiastici per le loro ed altrui unioni sodomitiche e per mille e mille altre cose in contrasto coi precetti della Chiesa e col volere di Dio. A loro dico: voi non siete cattolici, voi siete degli approfittatori che vivono dei soldi della Chiesa per andare contro la Chiesa. Non vi fate luterani, o valdesi, solo perché loro non possono garantirvi il tenore di vita che avete adesso sotto quella rovinosa (e rovinata, come istituzione in sé anzitutto) Conferenza Episcopale. In realtà non credete in nulla, se non nelle vostre viscere. Se foste coerenti ve ne andreste o, meglio ancora, professandovi cattolici vi convertireste, tornereste nell’ovile dell’Unico, Vero Dio, invece no, cercate di piegare la Chiesa universale e la volontà di Nostro Signore ai vostri desideri, mescolate il miele della carità col veleno del pietismo, prendete a martellate la Dottrina e lo chiamate libertà: voi non siete cattolici, siete degli impiegati statali che non hanno più fede (se mai l’hanno avuta) e scambiano per evitare la propria coscienza la loro povertà spirituale per umiltà e carità.

  • don Sandro ha detto:

    La situazione non riguarda certo soltanto le chiese di Roma! Ma non ci rendiamo conto che, nella grande maggioranza dei casi, noi ci limitiamo ad una pastorale che non ha più alcun senso? La nostra è la pastorale del canguro: grandi salti da un sacramento all’altro, Battesimo, Comunione, Cresima, Matrimonio per giungere poi al Funerale, senza che in mezzo ci sia quasi mai assolutamente nulla.
    E questo in una società dove i sacramenti hanno perso quasi del tutto il loro vero significato.
    Tutti noi preti ci lamentiamo alla grande del calo dei fedeli, quando invece dovremmo lamentarci del calo di fede! Il problema non è il numero sempre più esiguo di chi frequenta: il vero problema è che c’è uno scollamento generalizzato tra la vita di tutti i giorni e la fede! Ma forse proprio a noi preti, al di là delle belle parole, spesso e volentieri non ci interessa più di un tanto: le nostre pecorelle ce le abbiamo sempre! Ma ne siamo proprio sicuri?

  • Nicola Buono ha detto:

    Provocazione alla neo Chiesa. Nella neo Chiesa non si può essere ammassati e vicini ma distanziati e ricevere la Comunione sulla mano ……A Milano sui bus ATM invece è possibile stare ammassati da seduti ed in piedi ( mascherine e distributore di liquido alcolico disinfettante gratuito ). Che la cosa sia sbagliata è dimostrata dal fatto che dietro l’autista ci sua una cordicella di ferro per isolare i due sedili dietro l’autista in modo tale che due passeggeri gli stiano dietro e lo possano contagiare…..Ed invece la Chiesa zitta e muta subisce ed obbedisce supinamente al potere. Che tristezza….

  • Michele ha detto:

    Il Santo curato d’Ars divenne parroco di un villaggio di anticlericali incalliti, nessuno andava in chiesa e lui iniziò a celebrare le messe e a fare l’adorazione eucaristica da solo di fronte al Santissimo. Sappiamo tutti com’è andata: il santo parroco non aveva tempo per mangiare e dormire tanto grande era la folla di fedeli che accorrevano da tutta la Francia per confessarsi e assistere alla sua celebrazione eucaristica dopo aver affrontato i disagi di giorni di lunghi viaggi e attesa.

    Se ci sono gruppi di preghiera, associazioni che praticano l’adozione eucaristica…perché non si propongono (scegliendo bene i responsabili cui rivolgersi) per pregare e adorare in tali bellissime chiese? Se poi si trova qualche sacerdote, anche anziano, disposto a guidare tali preghiere e/o celebrazioni eucaristiche, almeno nei giorni festivi, tanto meglio (ci sono tanti anziani sacerdoti avviliti e messi da parte perché anziani e considerati poco “produttivi” per le attività sociali delle parrocchie, ma per essere ministri di Dio non è necessaria la prestanza fisica).
    Qualcosa di buono, di tanto buono, avverrà di sicuro.

    Sei laici non prendono qualche iniziativa, meglio se preceduta da preghiere e sacrifici a tal fine, succederà che, nella migliore delle ipotesi, tali splendide chiese verranno adibite a sale polifunzionale per concerti, spettacoli e mostre di dubbio valore, dibattiti politicamente corretti, iniziative di qultura con la “q” minuscola…Sulle ipotesi peggiori lascio lavorare l’immaginazione dei lettori.

  • Nicola Buono ha detto:

    Sottoscrivo e sono totalmente d’accordo con P. Cesare Baronio . Ho potuto constatare personalmente che , sia sul web , sia nelle Chiese , ove predicano e fanno catechesi Santi Sacerdoti ( come Don Don Leonardo Maria Pompei ) che incarnano il Vangelo nella loro vita , il seguito dei fedeli è enorme. Lo stesso vale per i buoni confessori che hanno file kilometriche ai loro confessionali e lo stesso vale per gli ordini religiosi maschili e femminili ( come ha scritto Rino Cammilleri in un suo vecchio articolo ) dove si vive e si predica secondo il Vangelo SINE GLOSSA e le vocazioni sono fiorenti e convinte mentre gli ordini religiosi che si sono adeguati al mondo e predicano secondo il mondo si stanno praticamente estinguendo.

  • cattolico ha detto:

    stiamo vivendo l’11 settembre della chiesa,cosi disse mons.georg alla presentazione del libro opzione benedetto.viviamo le macerie di una chiesa che parla di tutto tranne che dei propi martiri, santi, sante,filosofi,scrittori; di quelli che hanno vissuto il cattolicesimo come modello di vita.tra una ventina d’anni ci troveremo nelle nostre case a ricordare la santa cena dell’agape come si faceva nelle catacombe.

  • Cesare Baronio ha detto:

    Caro e reverendo Abate,
    Ella sa bene, da buon ecclesiastico, che il popolo frequenta le chiese su ispirazione della Grazia di Dio. La spiritualità dei fedeli è nutrita da Messe celebrate santamente, da buone prediche, da Sacramenti amministrati con decoro e pratiche religiose svolte con pietà.
    Orbene, non tutte le chiese sono deserte: veda il caso della Ss.ma Trinità dei Pellegrini, e di molte altre realtà in cui la dignità dei riti si accompagna alla devozione del Clero e dei fedeli.
    Le chiese vuote sono quelle in cui il Cattolico non trova più la Presenza e la Parola di Dio, ma rivendicazioni sindacali e deviazioni dottrinali; in cui la Messa non è riconoscibile da un servizio luterano (ben che vada) o dal culto valdese; in cui i sacerdoti predicano di immigrazione e lanciano anatemi su Salvini e i sovranisti.
    Se quelle chiese sono vuote, dobbiamo ringraziarne il Padreterno e il buon senso (sensus fidei) dei fedeli, così come dobbiamo rallegrarci se in Piazza San Pietro non c’è ormai più nessuno, al punto che il Satrapo ha dovuto spostare l’Udienza del mercoledì al Cortile di San Damaso, dove i quattro gatti che vi si recano tra un po’ dovranno spostarsi sul pianerottolo dell’ascensore di Santa Marta, se non vogliono sembrare troppo pochi.
    E mentre questi continuano imperterriti a distruggere qualsiasi traccia di Dio dai loro riti e dalle loro omelie, altri raccolgono il piccolo gregge e crescono, aumentano di numero, dimostrano che il rito millenario non è appannaggio di vecchi rimbambiti, ma fonte di grazie per tanti giovani e molte famiglie con prole.
    Alla fine, quando i seguaci della chiesa del concilio saranno estinti (un po’ perché non si moltiplicano, un po’ perché sono vecchi, un po’ perché corrono dietro a LGBT e migranti islamici) della Chiesa di Cristo rimarrà solo la parte sana, e gli altri saranno un triste ricordo dell’orrida parentesi conciliare.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Sottoscrivo.

    • Michel Berthoud ha detto:

      Perfetta sintesi della situazione attuale della Chiesa, complimenti Sig. Baronio.

      • Maria Cristina ha detto:

        Caro mons. Baronio
        , e’ proprio vero, Io che frequento la Santa Messa Vetus Ordo a Milano mi rendo conto che solo la santa Liturgia tradizionale rimarra’ per sempre , ora relegata e contrastata, ma l’ unica VIVA e che vivra’ per sempre . Il buon albero che da’ buoni frutti ,
        I cattivi alberi che danno cattivi frutti saranno presto secchi, come il fico maledetto da Gesu’.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Non solo per gli spagnolo-parlanti rilancio con un altro video di Adoración y Liberación (10-09-2020).
    Tenebroso. Inquietante.
    Chiese chiuse? Mah!
    Auspicabile? Forse!

    • Corrado Bassanese ha detto:

      Sono sempre più confuso.
      Non ci resta che pregare.

    • Michel Berthoud ha detto:

      Sconvolgente se vero.

    • MARIO ha detto:

      @ Antonio Cafazzo.

      Che ci sia gente che si permette di fare e commentare fotomontaggi sacrileghi perfino sull’ostia della Messa di Pasqua 2020 del Papa, mi sembra una cosa di una gravità assoluta, a dir poco diabolica.
      Tanto più se chi la fa o la propaga pretende di essere più cattolico degli altri.

      Il video qui postato dimostra che l’odio verso il Papa in certi ambienti ha raggiunto livelli mai visti prima e viene propagato con l’inganno, sfruttando l’ignoranza della gente.

      Perché in questo video vien fatta vedere solo una foto del momento dell’Elevazione e non anche uno spezzone di filmato? Perché è molto più facile, anzi banale, manipolare una foto piuttosto che un filmato.

      Caro Antonio Cafazzo, se una persona fosse onesta con se stessa e con gli altri, trattandosi di una cosa tanto grave e scandalosa, prima di far girare queste porcherie avrebbe dovuto fare almeno una piccola verifica, dando un’occhiata al filmato originale della Messa del Papa, da cui è tratta la foto del video da lei postato. E’ facilissimo da trovare. bastano 2 minuti.

      Dal filmato originale della Messa, si può desumere con certezza che il video da lei pubblicato è una truffa vera e propria.
      Allo scopo allego il link del filmato della Messa, con visualizzazione immediata del momento dell’Elevazione dell’ostia (al minuto 51:30):
      https://youtu.be/d_DS7HZyHtk?t=3090

      • Boanerghes ha detto:

        Tuttavia il moderatore dovrebbe censurare simili filmati. Come ho già detto, dissentire nella carità è una cosa (ed è la strada di nostro Signore), seminare odio continuamente porterà a raccogliere tempesta.
        Ed il piccolo gregge che rimarrà dovrà essere composto da tutti quelli che poi qui si accodano a piangere dopo aver visto tale filmato?
        O a un Cesare Baronio che ancora fa distinzione tra celebrazione liturgica antica e nuova?
        Al di là di possibili e frequenti abusi, ma vogliamo capire che è sempre lo stesso e identico sacrificio incruento del Cristo?
        Lo vogliamo rispettare?
        Al di là dei buoni propositi, questo diventa un calderone di commenti che comunque nuoce alla chiesa Cattolica.

        • : ha detto:

          In effetti nel filmato proposto da Mario non si vede nulla di quello che appare su quello taroccato (fino a prova contraria) basato su un unico passaggio del filmato. E’ vero che in quest’ultimo si parla di “con contrasto” e “senza contrasto”, e non so se queste espressioni consistano in manovre legittime per mettere in evidenza certe particolarità non normalmente evidenti (come per esempio si fa con una radiografia) oppure se in esse consista il “taroccamento”. Dal filmato (taroccato) non è chiaro, tanto più che è in lingua spagnola che io non conosco. In assenza di chiarimenti propendo per la versione di Mario e Boarneghes; ed essendo una cosa molto grave mi aspetto che dalle parti del Vaticano compiano qualche azione in merito.

          Piuttosto, caro Boanerghes, sulla questione delle due forme di Messa, non mi sembra opportuno difendere l’una o l’altra, o dire che non c’è differenza, negando ciò che è di massima evidenza: fermo restando, come giustamente dice Lei, che «è sempre lo stesso e identico sacrificio incruento del Cristo», non è possibile negare che c’è «distinzione tra celebrazione liturgica antica e nuova», e non vedo perché prendersela con chi tale distinzione la pone in evidenza, non per un proprio godimento o per un’esposizione fine a se stessa (nel qual caso è giusto deplorare) ma per gli aspetti che sono connessi, in particolare sull’attrazione e frequenza dei fedeli al Santo Sacrificio di Cristo.

          L’uomo è fragile e peccatore sin dal principio (altrimenti Cristo non sarebbe sceso in terra), ma vuole emendarsi, e per farlo ci vuole forza (morale e spirituale), e non tutti l’hanno nella stessa misura: San Paolo dice: «Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (Rm 7, 18-19). Lui. San Paolo, e noi?

          Ora, se per Lei è indifferente presenziare ad una forma liturgica o all’altra, io l’ammiro sinceramente, ma non tutti hanno questa disposizione che non esito a definire eroica. D’altro canto in questo blog, ed anche in questo topic ci sono frequenti testimonianze di utenti, dei quali abbiamo il dovere di non dubitare la sincerità, riguardo al grande giovamento che trovano nel presenziare ad una Messa (c.d. antica) rispetto ad una N.O. Dobbiamo mettere la mordacchia a questi fratelli? Testimonianze in contrario non me ne ricordo: non dico che non ce ne siano, ma il loro numero evidentemente non colpisce (anche se forse subito dopo questo mio scritto spunteranno a iosa); comunque non è importante il numero ma il fatto che ci siano persone che, non avendo la sua granitica fermezza di spirito, elevano molto il loro, nel presenziare ad una Messa V.O.

          Non mi soffermo sulle particolarità che determinano la differenza delle due Liturgie, né sull’oggettivo senso del sacro nell’una e nell’altra contenute, perché nel clima, purtroppo di fazioni, creatosi su quello che costituisce l’essenza dello stesso Cattolicesimo, tornerebbe a sollevare poco caritatevoli prese di posizione.

          Voglio però fare un solo accenno: Lei, come ho detto prima, giustamente definisce la Santa Messa il «Sacrificio incruento del Cristo». Ed infatti così è sempre stata definita la Messa col V. O.: «Sacrificio Eucaristico», e tutta la Liturgia è improntata su questo aspetto messo in evidenza.- Oggi invece la Messa N.O. viene detta «Mensa eucaristica». Per fare un esempio, nell’Udienza Generale del 5/2/14, Papa Francesco ebbe a dire: «La partecipazione alla mensa eucaristica ci conforma in modo unico e profondo a Cristo». E coerentemente la relativa Liturgia è centrata particolarmente sull’aspetto di Mensa, di convivialità, di una comunione tra uomini, orizzontale, più che una comunione con l’Altissimo, da cui poi discende il vincolo di unione tra uomini.

          Non dico che sia errato parlare “anche” di Mensa, ma se se ne privilegia il significato e su di essa si sposta l’Attenzione piuttosto che sul Sacrificio, non c’è dubbio che il credente ne venga influenzato, tranne come detto sopra, per chi ha una fede ed una forza talmente eccelsa da superare quella di San Paolo.

          E questa differenza è talmente vera che oggi la Messa si celebra, anziché sull’Altare del Sacrificio come nella Messa Antica, sul piano di una Mensa.

          • Boanerghes ha detto:

            Non sono un eroe, anzi.
            È che per me la messa è il sacrificio incruento del Signore. Come lo si celebri. Lo si potrà cambiare finché si vuole, ma per me quello rimane.
            Come preferisco e amo il canone romano, e detesto le recenti e future innovazioni del messale, che per me sono inopportune.
            Allo stato attuale molto dipende dal celebrante.
            A Ferrara spesso i celebranti fanno riferimenti e citazioni del Papa regnante. Mi ricordo che ai tempi di Giovanni Paolo II, questo accadeva raramente. Chissà, forse hanno ricevuto istruzioni dal vescovo.
            Non nego che la celebrazione della Messa abbia necessità di uno scossone.
            Ma questo dovrebbe partire dall’alto.
            Se si parla sempre meno di Dio, i fedeli si allontanano.

          • Boanerghes ha detto:

            Poi se i fedeli volessero andare in massa alla Messa in forma antica, io mica mi oppongo. Anzi.
            Però si rispetti anche l’altra e i Papi che l’hanno celebrata.

        • Enrico Nippo ha detto:

          Ehi, Boanerghes,

          ma non si era pentito si aver usato la parola “calderone” per questo blog?

          Ci ha ripensato? Uhm … 🥴

          • Adriana 1 ha detto:

            Non sappia il ” Figlio del tuono ” 1 , quel che ha scritto il
            ” Figlio del tuono ” 2 .

          • Boanerghes ha detto:

            È riferito ai commenti e a certe inserzioni.
            È inverosimile che un Papa celebri con una simile particola, tra l’altro con la possibilità di essere visto.
            Se uno vuole appartenere ad una certa setta, lo tiene nascosto.

    • MARIO ha detto:

      E ANTONIO CAFAZZO, in qualità diretto interessato, perché non risponde e chiarisce?
      Coda di paglia? Getta il sasso e nasconde la mano? Mah…

  • Giovanni Cerbai ha detto:

    Diciamo che il colpo di grazia a questa Chiesa agonizzante l’ha dato il lock-down, con il suo corollario di Messe in streaming. Ora molti di coloro che frequentavano la liturgia in presenza ritengono che sia lecito farlo, anche senza motivi serissimi di salute, per via multimediale. Ringraziamo la pavida CEI, che non si è opposta a suo tempo alla chiusura dei luoghi di culto quando tabaccherie e centri commerciali restavano aperti e frequentati.

  • Iginio ha detto:

    Ricordo che già una quindicina di anni fa in quella parrocchia mi dissero che era diventata un’impresa far venire i ragazzini a catechismo…
    Mi dispiace molto-
    Vero peraltro è che ormai da quelle parti o ci sono solo uffici o ci abitano radical chic e affini. Il vero popolo romano, che frequentava le chiese e cantava canti sacri alle finestre quando passava una processione, è scomparso.