RIDURRE IL CONTANTE PER ANNIENTARE LA LIBERTÀ. (NON SOLO ECONOMICA)

2 Luglio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, e popolo dei troll che si affacciano su questi liti – segno di efficacia, se non non si cururebbero delle nostre povere cose – l’avvocato Giovanni Formicola, leggendo la riflessione del dott. Paolo Tanga sulla balla del contante come fonte di evasione è stato così gentile da inviarci due suoi articoli, scritti qualche tempo fa, ma estremamente attuali, su questo argomento. Tenete presente che l’avvocato Formicola opera in Penale al Foro di Napoli, quindi ha un’esperienza di prima mano su un certo tipo di realtà. Buona lettura.

§§§

Dopo Monti – uno specchietto per gli allocchi (in senso ornitologico) moderatisti e persino cattolici, fino al punto di accelerare mutazioni genetiche in mondi che furono coraggiosi nel difendere la verità sociale –, rieccoci con la guerra al contante. È strano, ma ogni volta che un governo è imposto dall’Europa finanziaria, cioè dai padroni dello spread con il concorso dei governi franco-tedeschi, il danaro contante e il suo uso vengono ad essere demonizzati. Chissà che non ci sia qualche lieve conflitto d’interes-si tra i popoli, la grande Banca e la tecnocrazia al potere in Europa.

E il governo dei due nichilismi alleati – uno rozzo e qualunquista, l’altro più pensato – sin da subito segue la linea.

Il che significa pagare (al sistema bancario) per pagare ed essere pagati, ma soprattutto favorire il controllo di stato sui movimenti di danaro costretti alla dimensione elettronica-virtuale, e cioè

  1. ridurre la riservatezza, ch’è uno dei costitutivi della libertà – come diceva Ortega y Gasset, lo spessore delle pareti domestiche ne misura l’estensione. Certo, libertà e riservatezza sono funzionali anche all’illecito, come la velocità è funzionale al volo, ma non può essere accettabile la tesi consequenziale secondo la quale «l’unico mezzo per affrancare l’uomo dalla sua tendenza alla delinquenza è togliergli la libertà»(Evgenij Zamjatin, Noi);
  2. generare mostruosi profitti per le banche e comunque per il sistema finanziario, che si sommano a quelli già derivanti dalla stampa e il prestito di carta straccia che non è più neppure una nota di credito «pagabile a vista al portatore» (provate a leggere una qualunque banconota che avete in tasca, e una vecchia banconota in lire, franchi, etc.).

La riduzione dell’uso dei contanti o di altre non tracciabili modalità di pagamento è moralisticamente un modo per annientare la libertà, e non solo quella economica.

Lenin dichiarò – dimostrando di sapere bene che cosa fosse e quanto fosse in sé stesso totalitario e insopportabile – che «il socialismo è innanzitutto censimento» (Serge 1991, p. 87), e non si riferiva certo a quello demografico, ma al censimento di stato anche dell’ultima libbra di pane. Egli, e con lui il bolscevismo, era perfettamente cosciente che tale obiettivo non sarebbe stato raggiungibile, e con esso l’abolizione della proprietà privata e della libertà economica, se non con l’eliminazione del danaro.  «Ogni membro della società, eseguendo una certa parte del lavoro socialmente necessario, riceve dalla società uno scontrino [la sottolineatura è mia: all’epoca non esistevano le carte magnetiche…] da cui risulta ch’egli ha prestato tanto lavoro. Con questo scontrino egli ritira dai magazzini pubblici di oggetti di consumo una corrispondente quantità di prodotti» (Lenin, 1977). E così, prima ancora che ci pensassero le banche – provate a farvi liquidare allo sportello un assegno bancario sul quale sta ancora scritto «pagabile a vista al portatore»! –, dispose già alla fine del 1917 che «I prelievi dai conti correnti personali non potevano superare 600 rubli al mese, cifra ridotta a 500 rubli in febbraio [1918]» (B. Lincoln, 1991). Le tesi del VII congresso del Partito bolscevico prevedevano, tra l’altro, che il potere sovietico avrebbe disposto «la registrazione di tutte le operazioni commerciali – dato che il denaro non era stato ancora soppresso [sottolineatura dell’autore]» (V. Serge, 1991). Ed in effetti, «Il comunismo di guerra nella fase matura, cui pervenne solo nell’inverno 1920-21, comportava una serie di misure radicali intese a porre sotto la gestione esclusiva dello Stato, o più precisamente del partito comunista, tutta l’econo-mia […].  Tali misure erano […]  3. Eliminare il denaro come unità di scambio e di contabilità, a favore di un sistema di baratto regolamentato dallo Stato» (R. Pipes, 1995). Come sia andata a finire, è inutile ricordarlo. L’idea del neo-governo dei due nichilismi – naturalmente con il nobile scopo di debellare l’evasione fiscale, che spesso altro non è che legittima difesa sociale – va nella stessa direzione. Se è quella giusta, allora vuol dire – e non forzo nulla – che i bolscevichi avevano ragione. E se lo stato è tutto, e i suoi debiti sono i debiti della nazione, e le sue spese sono le spese delle famiglie, allora certo che avevano ragione. Peccato che per la realizzazione di questo modello così contrario alle più elementari esigenze di libertà, come la storia ha dimostrato, non esista altro mezzo che la coazione. E da questo punto di vista, non c’è molta differenza tra la Polizia Tributaria ed Equitalia e gli «organi» (eufemismo per l’apparato repressivo) bolscevichi, se non nei mezzi cui questi ultimi ricorrevano (e, naturalmente, non è poco). Ma la riduzione se non la negazione della libertà, e non solo economica, è la stessa.

È un prezzo troppo alto da pagare: s’impedisce il risparmio privato, si ostacola la libertà economica, si nega la festa, si elimina ogni legittima riservatezza, e come effetto spesso non visto si scoraggia – oltre tutti gli anti-incentivi morali – la procreazione. Ricominciare a fare figli sarebbe l’unica soluzione strutturale, ma con queste «manovre» di bilancio si contribuisce pesantemente all’inverno se non al suicidio demografico.

I nodi comunque verranno al pettine, e non senza dolore per tutti.

Bibliografia
Serge 1991: Victor Serge,  L’anno primo della rivoluzione russa, trad. it. Einaudi, Torino 1991.
Lenin 1977: Lenin,  Stato e Rivoluzione, trad it. Editori Riuniti, Roma 1977.
Lincoln 1991: W. Bruce Lincoln,  I Bianchi e i Rossi. Storia della guerra civile russa, trad. it., Mondadori, Milano 1991.

Pipes 1995: Richard Pipes,  La Rivoluzione russa. Dall’agonia dell’ancien régime al terrore rosso, trad it., Mondadori, Milano 1995.

Ogni tanto ci viene inflitta una genialata.

«Eliminare il contante eliminerebbe le mafie». «È l’uovo di Colombo», fa da contrappunto qualche altro genio della specie.

Sì, e se ci estirpiamo tutti i denti avremo eliminato la carie. Come in Islanda e nel Regno Unito è stata di fatto debellata la trisomia 21, debellando con l’aborto a seguito di diagnosi prenatale i nascituri che ne sono affetti, che così non nascono più, e la sindrome di Down sparisce.

«Ma che c’entra», dirà qualche anima bella… C’entra c’entra, come ogni soluzione semplicistica di problemi gravi. Amputiamo il braccio malato, e non abbiamo più il problema di curarlo. Se la libertà sta al male come la velocità al volo, basterà eliminare la libertà per sradicare il male. Così scriveva nel 1920-21 nel suo capolavoro Noi, il romanzo distopico (anti-utopico, cioè disvelante l’inumanità dell’utopia collettivista e negatrice della libertà personale), Evgenij Zamjatin, ingegnere russo geniale come (quasi) tutti gl’ingegneri. Bolscevico, ma progressivamente pentito, tanto che dopo la Rivoluzione (rectius, colpo di stato) dell’Ottobre fu sempre più critico nei confronti del governo rosso. Ne è un esempio il racconto che descrive una città il cui sindaco decide che l’uguaglianza è la chiave per rendere tutti felici. Egli costringe ogni cittadino, incluso sé stesso, a vivere in una grande baracca, a radersi i capelli e a diventare mentalmente disabile per far sì che tutti condividano lo stesso livello di intelligenza (rectius, demenza, ma neanche in questa si riesce ad essere proprio eguali).

È forse questo livello d’intelligenza (come sopra) egualitario che induce a certe proposte e ad accoglierle con entusiasmo.

Ed invero, al di là del fatto che la mafia propriamente detta ha molto più a che vedere con il potere che con il denaro (basti pensare a come vivevano molti dei suoi capi) – e lo spiegava bene sant’Agostino, quando diceva che un regno, cioè un potere, senza giustizia altro non era se non un’enorme associazione a delinquere, ciò ch’è appunto una mafia: un potere ingiusto –, si deve osservare che una simile misura sradicherebbe con la zizzania tanta di quell’erba buona da rappresentare una vera e propria catastrofe socialmente desertificatrice.

La prima erba buona ad essere strappata via sarebbe la libertà, di cui la privatezza degli scambi e l’uso del contante sono presidi. Infatti, la totale tracciabilità delle transazioni economiche costituirebbe una forma di controllo sociale antitetico ad ogni forma di libertà, di cui si può abusare, come osservava Zamjatin, ma è noto che abusus non tollit usum, così come non è un modo saggio di prevenire la carie l’estirpazione a prescindere di denti sani. Inoltre, non si comprende come la mafia avrebbe bisogno del contante per farsi pagare appalti pubblici e/o privati ottenuti con la prepotenza, e così per la gestione d’imprese e attività economiche usurpate con gli stessi metodi. E quanto alla droga, finché ce ne sarà domanda libertaria, un modo per venderla e comprarla senza ricorrere a bonifici e assegni si troverà sempre (o ci penserà la repubblica a propinare droga di stato, come previde nel 1932 Aldous Huxley?).

Altro frutto velenoso della geniale proposta – a questo punto perché non un coprifuoco da venti ore al giorno?, tanto con internet si può ben lavorare da casa[1] – sarebbe il perfezionamento del prepotere, già troppo diffuso, della banca. Infatti, se non si può usare contante per pagare ed essere pagati, anzi neppure si può detenerlo perché non sarebbe più coniato, allora per la banca passerebbe ogni transazione (mi manca come si potrà mettere la monetina nella cassetta dell’ascensore, o nel cappello del mendicante, ma forse con la mafia saranno eliminate anche queste vetuste realtà), e così essa sarebbe creatrice e padrona di tutto il danaro. E la pratica degl’interessi negativi – cioè una sorta di fitto da pagare per tenere i propri soldi in banca, ciò che sarebbe necessario e inderogabile nel modo più completo in mancanza di contante – verrebbe universalmente istituzionalizzata.

Allora il sistema bancario lucrerebbe tre volte con i nostri soldi.

Una volta, facendosi pagare per tenerli in (necessario, anzi coatto) deposito; la seconda, prestandolo al prezzo di interessi mai condivisi con il proprietario del danaro; la terza, facendosi pagare per ogni nostro pagamento o incasso.

Inoltre, il danaro – che in origine era cosa preziosa, poi carta che conteneva un’obbligazione («pagabile a vista al portatore»), oggi carta straccia convenzionalmente (e solo convenzionalmente) accettata – diventerebbe finalmente volatile, aria, nome, idea, di cui il mantice, l’anagrafe, il pensiero che la pensa, sarebbe nel totale dominio delle banche. E bisognerà avere il marchio (un microchip, un PIN?) ch’esse solo conferirebbero per vendere e comprare (cfr. Ap 13, «Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia […]  Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome»).

Altra erba buona ad essere sradicata sarebbe lo sviluppo economico e sociale, che senza la flessibilità, la rapidità, la facilità degli scambi per contanti, e senza il valore del danaro materiale, non può che vivere la stessa esperienza dei regimi totalitari comunisti. I quali, per eliminare il male potenzialmente e talvolta effettivamente connesso all’esercizio della libertà economica ed all’uso proprietario dei beni capitalizzati, oggi diciamo contante, ne hanno causato di infinitamente maggiori. Un tremendo portato: sacrificio di vite umane – cento milioni almeno, e solo nell’area del comunismo sovietico –; catastrofe antropologica; indicibili miseria e fame – e questa in particolare portò, dopo il disseppellimento delle carogne d’animali, a nutrirsi dei bambini che morivano per primi –; devastazione sociale e persino ecologica (dice niente Chernobyl?).

D’altra parte, i primi a parlare di abolizione del contante furono appunto Lenin e i bolscevichi (cfr. il mio precedente articolo), certo non propriamente amici della libertà e artefici di sviluppo umano, sociale ed economico.

È impossibile negare che chiunque di nuovo sostenga l’eliminazione del danaro circolante, quali che siano le ragioni (rectius, i pretesti), si ponga nella stessa scia e possa essere, se soddisfatto, all’origine degli stessi mali, rispetto ai quali la mafia impallidisce. Anzi, diventa, non come nome, ma come fatto, finalmente e “legalmente” padrona di tutto.

[1] Questo scrivevo nel dicembre 2019. M’hanno preso in parola, estendendo però il “coprifuoco” a ventiquattr’ore. Ah, “benedetto” Covid, una manna per certi figuri.

§§§

 




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20 commenti

  • Carlo ha detto:

    Oggi mi sono recato alle poste (proprietà dello stato italiano) per un vaglia postale. Non hanno accettato né carta di credito né bancomat, solo contanti. Schizofrenia del potere

  • stefano raimondo ha detto:

    Gli spazi di libertà si riducono ancora, e poi parlano del medioevo come “età oscura”… Del resto finché vedono che nessuno si ribella, accentuano l’oppressione sempre più esplicitamente. Comunque la cashless ideology va combattuta senza tregua.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Nell’immediato dopo guerra, in Italia ci fu una forte crisi di liquidità. Ma gli italiani, sempre ingegnosi, supplirono con montagne di cambiali non registrate, girate mille volte, anche del valore di poche centinaia di lire ( in valuta 100 lire = 0,052 euro) . Dicono che buona parte del patrimonio edilizio della Riviera Romagnola sia stato costruito a suon di cambiali.

  • giulia anna anna meloni ha detto:

    http://www.imolaoggi.it/2020/05/12/obamagate-il-sistema-globale-sta-per-essere-distrutto/

    Forse Dio inizia veramente a dire il Suo “Basta”

  • Marcolino ha detto:

    🤣 dato che mi pare ci siano molti “genovesi” troll e non, possiamo rifare il complesso:

    I NEW TROLLS 🥴

  • La Verità vi farà liberi ha detto:

    Limitazione della liberta:
    Smartphone – siamo controllati 24 h al giorno ed ogni nostra scelta viene influenzata dai cookies, sanno ogni istante dove siamo, cosa facciamo, e cosa diciamo, alcuni Sacerdoti addirittura consigliano di mettere il telefono in modalità aereo durante la confessione.
    Finte Pandemie – segregazione forzata dei popoli, e martellamento mediatico, con conseguente controllo delle coscienze, dell’economia, e col mantenimento di potere di governanti, vedi Conte, PD, etc., che sarebbero stati spazzati via da regolari elezioni.
    Chiesa – che per piacere al mondo è diventata serva del mondo, e al posto che generare Figli di Dio, genera utili idioti.
    Eliminazione del contante – i tuoi soldi sono in mano alle Banche, e quindi anche tu.
    Lavoro online – il tuo lavoro è in mano alla Microsoft, e quindi anche tu.

  • borghi ha detto:

    E’ lo scotto che paghiamo all’europa, convinta che l’Italia sia fatta di evasori fiscali. In realtà il nostro sommerso è il più alto d’europa , almeno di un 30-40% sopra la media. Il fatto è che non si può fare emergere , perchè la maggior parte di nero viene dalla parte d’Italia dove vive l’avv.Formicola e viene mantenuto politicamente quale integratore di reddito…

    • Januensis ha detto:

      Non sarei così sicuro che il nero sia prodotto esclusivamente nella parte di Italia in cui vive l’avvocato Formicola.
      Anche al nord esistono sacche di evasione e almeno per due terzi non riconducibili a meridionali.
      Certo, negli anni del dopoguerra la differenza sociale tra nord e sud era molto alta. Forse aver dovuto mendicare aiuti per raggiungere una qualche solidità economica ha potuto produrre una mentalità sbagliata, in cui il povero onesto che paga le sue tasse è considerato un imbecille, e quindi un pollo da spennare.

      • Marcolino ha detto:

        Esistono dei luoghi nel mondo, chiamiamoli paradisi fiscali- dove capi di stato, delinquenti comuni, comunisti di nome e soprattutto multinazionali e anonimi, detengono il 99 per cento della ricchezza delle nazioni.
        Son gli stessi che in Italia-ad esempio- danno da lavorare ai dipendenti, defraudati alla fonte da tasse altissime.

        Questo e’ NOM secondo me. Non certo il tempio con tre religioni e con le colonne a 666. Quelli possono essere simboli.
        Ma non si può servire Dio e Mammona.

        Io non penso che Dio sia contro la ricchezza, ma se questi pagassero le tasse IL GIUSTO, sarebbero liberi uguali: invece rubano.

        Quando la gente muore per mancanza di servizi li uccide il 666 o chi non paga quello che deve, COME UN DIPENDENTE!!!

        (tra l’altro questi usano le strade e molti servizi che usano tutti, una civilta’ senza welfare non e’ mai esistita, gia’ prima delle religioni “tradizionali”. L uomo ha qualche caratteristica “naturale”, una e’ la solidarieta’ ai più sfortunati, agli handicappati, alle vite inutili. Poi se guardiamo qui non si parla nemmeno più di solidarieta’ ma di furti.

        • Valentina ha detto:

          Se le tasse fossero più basse, non varrebbe la pena evadere. La “Decima” era il 10% del tuo guadagno: di 10 galline che avevi 1 andava al “Principe”, le altre 10 erano tue.
          Dire che la pressione fiscale in Italia è decisamente ALTA, altro che “Decima”. Questo è strozzinaggio legalizzato. E’ mai possibile che io lavori per lo Stato per più della metà dell’anno? Cioè, io lavoro per pagare le tasse e con quello che, di grazia, lo Stato mi lascia, fatico a vivere, ed ha pure da dirmi come lo devo spendere? Roba da matti!
          Poveri che rimangono poveri. Classe media smantellata. Ricchi, sempre ricchi. Sfaticati e mascalzoni, politici.

          • Valentina ha detto:

            Ah, non ci sono vite inutili. Se esistono è perché Dio le ha amate così come sono. Chissà, magari servono alla Santificazione di qualcuno oltre che alla loro?
            La parola solidarietà è inflazionata. Io non posso essere obbligata a essere solidale con il prossimo, io decido di amare il mio prossimo ed essere solidale GRATUITAMENTE. Certo, in virtù di un Dio che mi ha amata per prima, altrimenti non c’è nulla che mi dica che lo devo soccorrere. Ma il primo aiuto è toglierlo dall’ignoranza di vivere senza Dio, insegnandoli a santificarsi. Si chiama Carità Cristiana, ma non si può dire…

  • G.M. ha detto:

    Formicola, la soluzione sta nel baratto ….

    • Valentina ha detto:

      Certo, ma questa sarebbe una “scappatoia”. Il problema qui è il lento ma inesorabile avanzare della dittatura massonica senza che si dica nulla, ma anzi, contenti di uno Stato che ci “semplifica” la vita; mentre in realtà ci sta vendendo al Nemico.

  • Valentina ha detto:

    La domanda sorge spontanea, anche qui dobbiamo subire supinamente tutte le scemenze che questi criminali dicono e fanno o abbiamo ancora qualche margine di manovra per toglierci da sta morsa? Perché andando avanti così, non mi resteranno che le gioie della mia squadra di calcio…finché durerà…

    • Marcolino ha detto:

      Ho smesso di credere nel calcio dal calcio scommesse dei primi anni 80. Ora se eliminano il contante come lie comprano i calciatori? Io penso che un modo si trovi. Fai un giroconto in un paese con segreto bancario ed esentasse 🥴

    • @ valentina ha detto:

      Se vuoi vedere IL CALCIO vai dove non c’e’ denaro. A vedere i ragazzini (se non c’e’ denaro) li si gioca con passione.
      Non come certi rappresentanti della nazionale che per primi scommettono sulle partite e vengono lo stesso convocati.

    • Raffaella ha detto:

      Tifando Inter sto sempre molto in ansia…😂

      • Marcolino ha detto:

        Io invece tifando Sampdoria so’ che ormai nessuno ci vende le partite nemmeno a credito. 🤣

        • Januensis ha detto:

          In questa casa regni
          Pace e amore.
          Evviva la Sampdoria
          La squadra del mio cuore.

      • Valentina ha detto:

        @RAFFAELLA. Amala!! Mai stati in B, neanche due volte 😂!! Ma qui penso che ormai stiamo scivolando spediti fuori tema…