LAPORTA: PIO XII, GLI EBREI. L’INGANNO DELLE ACCUSE MAI PROVATE.

8 Giugno 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il generale Laporta comincia oggi ad affrontare un tema che è stato oggetto di controversie (a mio modesto parere molto strumentali e strumentalizzate) nei decenni passati: il ruolo di papa Eugenio Pacelli, Pio XII, a fronte dell’occupazione tedesca di Roma e del dramma del 16 ottobre. Buona lettura, e buona discussione. 

§§§

Esaminate le potenzialità [leggi qui] e gli ostacoli [leggi qui] delle relazioni fra Ebrei e Cattolici, occorre addentrarsi in un altro campo minato, di gran lunga più insidioso del precedente: S.S. Pio XII e gli Ebrei.

Questo argomento, nonostante il protagonista sia S.S. Pio XII, uno dei più grandi pontefici dell’era moderna, ha aspetti esclusivamente politici. Per ora si ometta di spiegarne i motivi. L’esame obiettivo della vicenda impone di rifiutare la logica “noi cattolici, voi ebrei”, in nome della sete di verità degli uomini di buona volontà. Costoro sono gli interlocutori, non i rimanenti protervi, impegnati a distorcere e nascondere i fatti, per aggiogarli a interessi di parte. Contro questa violenza siamo impegnati tutti, senza alcuna distinzione.

Allorché tale esame sarà esaurito, sarà evidente l’inganno da parte di tanti, troppi, non importa se sedicenti cattolici o ebrei.

La tesi di questo lavoro è duplice: 1) nessuno degli accusatori fornisce la prova documentale e testimoniale che S. S. Pio XII non abbia fatto quanto possibile per soccorrere gli ebrei perseguitati dai tedeschi; 2) le accuse sono avanzate, nel merito, prive d’ogni aderenza alla realtà dei fatti.

La questione deve quindi essere esaminata nel metodo e nel merito. L’esame del metodo è la verifica della congruità con la quale le accuse a S.S. Pio XII sono sollevate e motivate. Si procede quindi senza entrare – per ora – nel merito documentale di tali accuse, che sarà operato nella prossima puntata, valutando il contenuto dei documenti già noti, la loro comparazione, la loro affidabilità.

Prima distorsione nel metodo. Si accusa S.S. Pio XII per quanto contiene un’opera teatrale d’un tale Rolf Hochhuth, esigendo che l’accusato provi la propria innocenza. Tale sistema repelle persino a un decente Stato di polizia. Semmai ricorda i “processi” che la Ceka, madre del Kgb, teneva nei sotterrai del Cremlino: «Compagno, sei accusato d’essere un reazionario, traditore del Partito! Che cos’hai da dire a tua discolpa?» Seguiva invariabilmente un colpo alla nuca a concludere il processo. Invece d’un colpo di rivoltella abbiamo avuto 70 anni di accuse calunniose e prive d’ogni riscontro.

Seconda distorsione nel metodo. Non uno degli accusatori di S.S. Pio XII confuta le prove documentate e testimoniali che connettono Hochhuth ai servizi segreti dell’Unione Sovietica.

Terza distorsione del metodo. I protagonisti della tragedia, chi furono? Per comprenderci, nel caso Moro per decenni passò la narrativa secondo cui tutto ruotava intorno a un manipolo di terroristi scalcagnati, allo statista Aldo Moro e alla sua scorta. Oggi sappiamo che non è così. Non sappiamo come andò nel dettaglio, ma certamente la narrativa ufficiale è fasulla.

Con perfetta analogia, la tragedia del 16 ottobre 1943 la si circoscrive a S.S. Pio XII e ai 1.110 ebrei deportati da via della Lungara. Persino i tedeschi diventano comprimari in tale narrativa, come vedremo. La malizia di tal modo di porgere la questione risalta da un veloce sguardo al mondo di quel momento.

Papa Pacelli divenne Vicario di Cristo il 2 Marzo 1939, si spense il 9 ottobre 1958. In precedenza fu Segretario di Stato dal 9 Febbraio 1930. Egli fu quindi investito dalla seconda guerra mondiale, dai suoi antefatti e da quanto ne seguì.

La spinta a Hitler venne dalle umiliazioni del trattato di pace di Versailles e dalla Grande Depressione, esplosa nel 1929. Crollò il commercio internazionale e interno, i redditi, i prezzi, le entrate fiscali e i profitti. Crebbero ovunque disoccupazione e povertà. Sono curiose le molte analogie coi giorni correnti. La Sterlina, allora moneta di riferimento, fu dominante, come oggi il Marco sotto mentite spoglie di Euro.

Quando le banche ritirarono diciottomila milioni di dollari, cancellarono i fidi e ne pretesero il rientro, i fallimenti si susseguirono e scoppiò la Grande Depressione. Il Federal Reserve Act del 1913 impediva al governo statunitense di emettere moneta a credito o di corso legale. La sovranità monetaria della Federal Reserve Corporation fu proprietà di Rockefeller, Morgan e Rothschild – e imperava grazie al meccanismo finanziario ideato da Paul Warburg, ebreo con radici in Germania e in Italia.

In quel frangente si poté affermare che “alcuni ebrei” furono responsabili di innumerevoli tragedie economiche? Certamente sì.

In quel frangente si poté affermare che “tutti gli ebrei” furono responsabili di innumerevoli tragedie economiche? Assolutamente no.

La propaganda – non dimentichiamolo mai – non fa differenza, ieri come oggi, fra “alcuni” e “tutti”. D’altronde le cerchie tedesche dei nobili e dei proprietari terrieri – danneggiati da Versailles, dalla Grande Depressione e incalzati dalle sedizioni comuniste – erano da sempre antisemiti. Essi spinsero Hitler al vertice dello Stato tedesco il 30 Gennaio 1933, nominandolo legittimamente Cancelliere.

La Germania di Hitler si tirò fuori dalla disoccupazione grazie all’industria di guerra. Altrettanto fece Stalin in Russia. La convergenza fra due mondi opposti si palesò col patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939. Una pace effimera, considerati i propositi inconfessati di Hitler e i ripetuti tentativi di Mosca di dilagare in Germania. Nel 1920 i capicellula comunisti tedeschi furono tutti riuniti nelle retrovie dell’Armata Rossa sul fronte occidentale, preparandosi a invadere la Germania a seguito di rivolte scatenate dagli attivisti tedeschi. Il tentativo fallì; fu ripetuto nel 1923, quando Lev Trotsky chiese di dirigere le operazioni. Stalin gli preferì invece Iosef Unshlikht, in quel momento numero due della Ceka, la polizia segreta.

Il piano per mettere sossopra la Germania fallì nuovamente a causa della dissidenza nel gruppo di Arkadi Maslow e Ruth Fischer, cui appartenne pure Werner Scholem, membro del Reichstag. Erano tutti ebrei, come d’altronde Lev Trotsky e tanti dirigenti di spicco nei partiti comunisti europei e sovietico. Finché erano fedeli a Stalin, andava tutto bene, se dissentivano diventavano “i soliti ebrei”. Scholem e molti altri ebrei comunisti dopo l’ascesa di Hitler nel 1933 furono deportati a Buchenwald nel 1938. In questo come in altri casi il patto Molotov-Ribbentrop del 1939 non segnò alcun mutamento nella sorte del malcapitato ebreo.

Nello stesso periodo uno degli argomenti più sfruttati dalla propaganda anticomunista era la diffusa presenza di ebrei ai vertici delle formazioni socialiste, in Unione sovietica, in Europa e negli Stati Uniti.

In quel frangente fu lecito affermare che “numerosi ebrei” furono sovversivi comunisti? Certamente sì.

In quel frangente fu lecito affermare che “tutti gli ebrei” furono sovversivi comunisti? Assolutamente no.

La propaganda – non dimentichiamolo mai – non fa tuttavia differenza fra “numerosi” e “tutti”.

In altri termini, l’antisemitismo arse più violento che mai prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. La deportazione degli ebrei romani, il 16 ottobre 1943, non fu quindi faccenda ristretta ai rapporti fra Vaticano ed Ebrei, come si lascia intendere.

La Divina Provvidenza proiettò in questo il verminaio il cardinale Eugenio Pacelli, prima segretario di Stato e subito dopo pontefice. Il lettore malizioso a questo punto chiede: «E l’Italia, c’era l’antisemitismo in Italia?» Certo, come dappertutto, in Europa, nell’Unione sovietica, negli Stati Uniti e…in Francia. Nessuno rammenta, tanto meno gli ebrei italiani d’oggidì, che cosa fu – ed è tuttora, insieme a quello naziluterano – l’antisemitismo francese.

Questo è il mondo nel quale la Divina Provvidenza proiettò S. S. Pio XII, pastore angelico. Un mondo, come si comprende, ben più vasto e complicato dei sotterranei di palazzo Salviati in via della Lungara e della contigua Città del Vaticano.

Lasciamo per ora in sospeso un paio di domande: «S.S. Pio XII fu antisemita, al pari di tanti illustri personaggi d’ogni tendenza politica, nel verminaio antisemita europeo? S.S. Pio XII trasse vantaggi economici dalla deportazione del prigionieri di via della Lungara?» Rimandiamo le risposte, per ora.

Quarta distorsione nel metodo. L’assimilazione acritica di un’opera teatrale, asseverandola come fosse un documento storico, non si ferma alla sua comparsa sulle scene teatrali di Broadway, finanziata da un agente del KGB, ebreo a sua volta. La falsa asseverazione della narrativa teatrale è alimentata sino ai giorni correnti. Per capire a che punto sia tale distorsione limitiamoci a quanto scrive uno degli quotidiani italiani.

Valeria Gandus, ebrea, su Il Fatto Quotidiano del 22 Febbraio 2016: «Il Vicario, l’opera teatrale di Hochhuth h racconta i rapporti tra Chiesa e nazismo».

La Gandus cita Hochhuth  che fa dire al gesuita Fontana, uno dei personaggi chiave: «<Non fare nulla non è meno luttuoso del collaborare». Fontana «porta al Papa la testimonianza dall’interno di Kurt Gerstein , sconvolto dalla scoperta dell’uso che si faceva nei lager dello Zyklon B, la sostanza chimica che avrebbe dovuto liberare i campi dai parassiti e che veniva invece usata per gassare gli ebrei. Gerstein morì a Parigi, nel 1945, nel carcere dove era stato rinchiuso con l’accusa di complicità nelle violenze naziste>.

La signora Gandus (Hochhuth prima di lei) trascura un piccolo dettaglio: Gerstein non informò solo il Vaticano. Egli informò del pari la Svezia, la Svizzera e il governo olandese in esilio. In altri termini, è impossibile che tali informazioni sfuggssero ai servizi britannici, statunitensi e sovietici. Forse la nostra ricerca è difettosa, non ci risultano tuttavia bombardamenti, neppure uno, sui campi di sterminio in costruzione né sulle ferrovie che vi adducevano. Certo, sì, sarebbe stato opportuno provvedere coi cacciabombardieri del Vaticano o con un colpo di mano delle sue 151 Guardie svizzere.

Va bene, sorvoliamo su queste minuzie. Ve ne sono tuttavia ulteriori, tante; citiamone solo un altro paio. L’«informazione seria» accredita Rolf Hochhuth  quale profeta della verità sull’Olocausto, senza alcun approfondimento. Stupisce che la signora Gandus, ebrea, ignori che tale mediocre commediografo è negazionista – avete capito bene, negazionista della Shoa – e fu inoltre condannato per diffamazione, per un altro capolavoro teatrale, centrato sulla caduta al decollo, nel 1943 da Gibilterra, d’un aereo inglese che trasportava Władysław Sikorski, comandante dell’esercito polacco e primo ministro del governo polacco in esilio, causandone la morte. Il cialtrone negazionista Hochhuth accusò Winston Churchill d’aver fatto assassinare Sikorski. Peccato che il pilota del Liberator sia sopravvissuto e abbia confermato la versione ufficiale dell’incidente, con conseguente denuncia, condanna e lauto risarcimento danni per diffamazione. È singolare che il fior fiore degli intellettuali ebrei – la signora Gandus, Gad Lerner, Moni Ovadia, rav Riccardo Di Segni e tanti altri ebrei italiani e soprattutto romani – ignorino tali fatti.

Esistono inoltre documenti a certificare che Pio XII fu sollecitato dal Dipartimento di Stato USA a pronunciarsi contro le atrocità naziste, dopo averlo già fatto nel messaggio natalizio del 1942 e nel 1941, contro le deportazioni degli ebrei francesi da parte di Philippe Pétain. Nessun positivo effetto conseguì alle parole di S.S. Pio XII. Egli quindi declinò l’insidiosa proposta del Dipartimento di Stato mentre era già concretamente impegnato ad aiutare gli ebrei. Anzi la persecuzione contro il clero cattolico – non luterano, cattolico – in Olanda e altrove s’era inasprita, senza limiti etici e morali a frenare i criminali tedeschi.

Ripetiamolo, nel 1941 S.S. Pio XII intervenne direttamente sul governo francese di Vichy che deportava ebrei con zelo più acuto di quello teutonico. Il maresciallo Philippe Pétain fu sordo e, ancora una volta, non si registrarono bombardamenti o colpi di mano sui campi e sulle indispensabili ferrovie francesi. Sì, sarebbe dovuta intervenire la valorosa Guardia svizzera vaticana.

Quinta distorsione nel metodo. Ancora Hochhuth, ma è indispensabile. Fondare un’accusa infamante non su documenti storici ma asseverando apoditticamente l’opera teatrale Il Vicario, scritta da un cialtrone prezzolato e diffamatore, mette gli accusatori in un vicolo cieco. Il falso non è falsificabile altrimenti sarebbe vero. La falsità di questo modo di procedere rifulge in un aspetto riverberante fino ai giorni correnti. Hochhuth mentre punta perfidamente il dito su S.S. Pio XII, «Non fare nulla non è meno luttuoso del collaborare», gabella i gerarchi tedeschi quali personaggi sofferenti per quanto obbligati a compiere, poverini, per ordine di Hitler. Insomma, bisogna averne comprensione, essi dopo tutto obbediscono obtorto collo agli ordini dell’unico responsabile, la bonanima di Hitler. La maleodorante cortina dell’«obbedienza», com’è noto, a Norimberga fu spazzata via. Non sfugge a nessuno tuttavia che il giustificazionismo e il negazionismo di Hochhuth riflettono la miseria dei suoi propositi e di quanti non di meno lo accreditano fino ai giorni correnti.

Sesta distorsione nel metodo. Si esige l’accesso ai documenti vaticani, antecedenti il 1940. Va bene. È una montagna di documenti, finalmente catalogati, ordinati e accessibili. Sarà curioso vedere se gli studiosi ebrei saranno altrettanto numerosi di quelli che hanno visionato i dodici volumi già editi da decine di anni. Siamo altrettanto curiosi circa i documenti che attestano i comportamenti della Resistenza a Roma e della partecipazione degli Ebrei a essa. Vorremmo fermarci qui, non prima però di porre una domanda cui vorremmo fosse data risposta, innanzi tutto dal rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di Segni: «Perché S.S. Pio XII, sul quale ricadeva la responsabilità di quaranta milioni di cattolici italiani, nonché di centinaia e centinaia di milioni di cattolici nei teatri di guerra tedeschi, perché S.S. Pio XII, di venerata memoria, doveva anteporre (come in effetti fece) la salvaguardia di 9mila ebrei romani e di milioni di ebrei nel mondo»?

Nella prossima puntata entreremo nel merito dei documenti e delle falsificazioni, a infangare un gigante della Chiesa, S.S. Pio XII, di venerata memoria. (9-continua)

Piero Laporta

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26 commenti

  • gianni ha detto:

    Sarebbe sufficiente dire con chiarezza come stanno le cose: lo stermino degli ebrei ha coinvolto unicamente i c.d. Askenaziti. Studiate la storia degli Askenaziti e le loro origini Kazare . Domandatevi il perché quando studiate storia nessuno fa riferimento al popolo Kazaro, coevo con quello Franco e composto da una popolazione di 800000 abitanti, tutti convertitisi all’ebraismo per volere del loro Re. Studiate in quali paesi dell’Est Europa si è insediato il popolo Kazaro negli anni successivi al crollo del suo impero.
    Nei campi di concentramento venivano internati ebrei polacchi, tedeschi dell’est, sacerdoti cristiani, zingari, ma non un ebreo israelita vi ha mai messo piede.
    Nessuno si domanda il perché ? Perché il Nazismo e il Comunismo sono creazioni del e necessarie al Sionismo. Cercate le origini occulte del Nazismo, la provenienza etnica dei loro capi (Heichmann, Borgmann, Rosenberg, Hess…) e quella dei Bolscevichi (Lenin, Trosky, Bogdanov, Stalin…) .
    Il fine così ben celato dalla solita mente farisaica era creare l’etat d’esprit necessario perché il popolo ebraico divenisse “intoccabile” e quindi anche la Chiesa Cattolica, nemica eterna del Giudaismo, venisse additata come colpevole di odio verso quel popolo. Una strategia orchestrata da menti specializzate nel falso, i soliti sepolcri imbiancati.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Mah… è davvero così sicuro? Conosco una quantità di ebrei niente affatto Ashkenaziti i cui cari furono deportati e sterminati al pari di altri. Non di meno anche fra costoro vi sono i calunniatori di S.S. Pio XII benché i loro genitori e fratelli furono ospitati nei conventi e nelle chiese di Roma. D’altronde troverà in giro una quantità di lapidi a commemorare la caritatevole ospitalità di ebrei da parte di persone qualunque, non una invece sulle mura dei conventi o delle chiese nelle cui viscere si salvarono migliaia di ebrei.
      Mi perdoni, più che nei complotti ho un’incrollabile fede nella presenza nella storia di quattro attori: Nostro Signore, l’odio, l’amore e la stupidità; quest’ultima senza limiti.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Torno indietro per ringraziarla tanto, perché la sua osservazione è comunque stimolante. La invito cortesemente, se può e le va di farlo, di tenere in piedi le sue tesi con qualche documento o testimonianza. Lo trovo comunque molto interessante.

      • gianni ha detto:

        Bene, allora prima di replicare freneticamente a tutti i commenti, approfondisca gli spunti che Le ho proposto. Es. La guerra occulta. De poncins e Malinsky.
        Da parte nostra è facile rispondere a chi pensa di liquidare come complottista tutto quello che ignora solo perché non fa rima con la solita narrativa del mainstream della quale evidentemente è impregnato indelebilmente : Le basti sapere che abbiamo fin troppa esperienza diretta delle cose massoniche, delle quali Lei nulla può conoscere.

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Mi onoro di essere all’oscuro di “cose massoniche”. Lei ne è esperto? Bene, la prego quindi di illuminare tutti noi. Le saremo tutti molto grati. La prego in tal caso di seguire il metodo rigoroso: fatti, documenti e testimonianze. Grazie, davvero.

          • gianni ha detto:

            Ci aspettavamo la reazione piccata. Ma deve stare sul tema e replicare con argomenti. Fare l’offeso non serve a nulla, tantomeno a Voi. Se non sa di cose massoniche non significa che è Cattolico, anche San Pio da Pietralcina ne sapeva molto, come Don Villa, solo per fare due nomi.
            Il metodo rigoroso…pensa veramente che le Sette diffondano i loro documenti e rendano pubbliche le loro decisioni prese all’oscuro delle Logge ? Comunque qualcuno meno infantile e più sagace avrà capito e accoglierà l’invito ad aprire la propria mente. Qui chiudo visto il livello di comprensione.

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            Non sono io piccato e offeso, piuttosto è lei a esigere d’essere creduto sulla parola. Offende inoltre il mio “livello di comprensione”, a mo’ di quanti sono privi di argomenti.
            Fatti,documenti, testimonianze, se non ne possiede, taccia.

  • Gian ha detto:

    Leggo in ritardo, articolo molto coinvolgente, come sempre. Grazie.

  • Iginio ha detto:

    Generale, le segnalo una chicca.
    Lo spregevole scrittorucolo tedesco, nel delineare la figura dell’inesistente sacerdote Fontana che vuole salvare gli ebrei ma è ignorato da Pio XII, sembra ispirarsi – ma travisandola di brutto – alla figura realmente storica di mons. Giuseppe Di Meglio, uditore della nunziatura in Germania, sul quale la nipote Rita sta pubblicando una biografia; cfr. anche https://www.ischialarassegna.com/rassegna/Rassegna1998/rass06-998/gius-di-meglio.pdf

  • Pino ha detto:

    Grazie Piero e ringrazio anche gli interlocutori che nei commenti hanno. riportato l’esperienza del rabbino Zolli. Hanno aiutato a comprendere e risolvere molti dubbi personali. Attendo il seguito. Grazie ancora.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie a te, per favore fallo girare fr amici e parenti, non pochi dei quali infettati dalle calunnie.

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    siamo solo alla prima udienza, tutta procedurale, e già la ridicola infamia del complotto emerge chiarissima.
    Ma i primi nemici di Pio XII non sono gli ebrei, i primi sono gli apostati che pretendono ancora il nome falso di cattolici, e odiano l’ultimo Papa interamente cattolico: dopo di lui, la curva della cattolicità segna un costante declino.

  • Gaetano2 ha detto:

    Nel caso potesse interessare qualcuno, copio e incollo l’introduzione di Estera Lobkowicz al testo pubblicato in Polonia col titolo “Przed Switem” (Before the down) nel 1999.

    Nel 1954 Zolli, ex Rabbino Capo di Roma, pubblicò il testo “Before the dawn” (Prima dell’alba) in inglese. Il testo venne pubblicato in Italia solo nel 2004, cinquant’anni dopo. Ormai pochissimi si ricordavano di Zolli e la propaganda contro il Grande Pio XII era diffusa e accettata anche dai neocattolici della neochiesa.

    Przed śvitem, Fronda, Varsavia, 1999.

    Introduzione
    Izaak Lichtenstein, Ephraim Ben Eliakim, George Benedict, Henry Bregman, Samuel Stern, Chil Slostowski, Charles Freshman, Leopold Cohn, Asher Levy, Rudolf Herman Gurland, Max Wertheimer – sono nomi di alcuni, solo rabbini, che nel nostro secolo hanno riconosciuto Gesù Cristo quale Messia e Figlio di Dio promesso dai profeti ebrei. Senza dubbio il rabbino più conosciuto, che nel XX secolo ricevette il battesimo e divenne cristiano, fu Israel (Eugenio) Zolli. Per 35 anni ricoprì la carica di rabbino capo di Trieste e nel periodo della II guerra mondiale fu rabbino capo di Roma.

    Motivando il proprio passaggio al cattolicesimo, Zolli disse: «Il Vecchio Testamento mi appariva in complesso come un telegramma cifrato di Dio mandato alle genti. Il codice e il cifrato sono Cristo, e proprio nella sua luce prende significato il brivido che scorre attraverso tutti i libri della Antica Alleanza».

    Per Zolli, ebreo educato nella tradizione dei padri, il riconoscimento di Gesù come Salvatore non significava rifiuto delle proprie radici culturali e religiose. Grazie a Cristo egli poté, in modo più profondo, leggere la storia del proprio popolo. Non disse di sé che era un Giudeo convertito, ma che era un Giudeo realizzato/compiuto: «La Chiesa costituisce il coronamento della Sinagoga. Poiché il giudaismo è la promessa, e il cristianesimo la realizzazione di tale promessa». Solo grazie al riconoscimento di Gesù quale Messia e Figlio di Dio scoprì pienamente la propria ebraicità, solo allora iniziò a comprendere in pieno la Bibbia.

    Alla domanda del perché ricevette il battesimo nella Chiesa cattolica, e non in una delle numerose confessioni protestanti, Zolli rispose: «Poiché il protestare non è testimonianza. Non intendo annoiare nessuno con la domanda: Perché aspettare 1500 anni per protestare? La Chiesa cattolica è stata per quindici secoli riconosciuta da tutto il mondo cristiano quale vera Chiesa di Dio. Nessuno può senza imbarazzo cancellare quei 1500 anni e dire, che la Chiesa cattolica non è la Chiesa di Cristo. Posso accettare solo la Chiesa, proclamata con tutto l’essere dai miei antenati, i dodici Apostoli, come me venuti dalla Sinagoga»

    Gli Ebrei che credono in Gesù Cristo, vengono rinnegati dal proprio popolo e dalla propria famiglia. Non diversamente fu con il rabbino Zolli. Quell’ammirato e stimato studioso, direttore del Collegio Rabbinico Ebraico Italiano, da un giorno all’altro divenne, per gli ambienti ebraici, ignorante, eretico e traditore. La sinagoga romana lo condannò come apostata. Gli venne rifiutato il diritto di chiamarsi Ebreo. Richiesto se nonostante ciò si considerasse Ebreo, Zolli rispose: «Ma Pietro, Giacomo, Giovanni, Matteo, Paolo e centinaia di altri Ebrei simili a loro smisero di essere Ebrei quando seguirono il Messia e divennero cristiani? Senza dubbio no».

    Zolli fu testimone dell’Olocausto. Tuttavia ciò non lo condusse, come molti connazionali, alla convinzione sulla “morte di Dio” ad Auschwitz. Non lo condusse neppure all’accusa al cristianesimo della preparazione del retroterra per la Shoah. Anzi al contrario – subito dopo la conclusione della guerra scrisse: «Sono convinto, che dopo questa guerra l’unico modo di contenere la forza distruttiva e la ricostruzione dell’Europa sarà l’accettazione del cattolicesimo, cioè l’idea di Dio, la fratellanza universale in Cristo, e non la fratellanza fondata su razza e superuomini, poiché non c’è né Giudeo né Greco, né schiavo né libero; poiché tutti siete uno in Cristo».

    Per il lettore di oggi, assuefatto agli attacchi della stampa a Pio XII, che per quanto si dice, sarebbe quel papa che non fece abbastanza per salvare gli Ebrei durante la guerra, sorprendente sarà la testimonianza, entusiasta, che Zolli dette del vescovo di Roma. In breve: nessuno agì allora per la salvezza degli Ebrei più di Pio XII. Questo afferma colui che data la sua posizione sapeva moltissimo sia della situazione degli Ebrei, sia della politica del Vaticano. Così parla colui che ai nazisti che occupavano Roma, in cambio della liberazione di centinaia di suoi connazionali, come ostaggio, offrì se stesso.
    Estera Lobkowicz

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie. Vedrà che la vicenda è ancora più sudicia.

    • MARIO ha detto:

      Un’altra conversione bellissima, commovente e molto istruttiva quella di Israel (Eugenio) Zolli. Grazie.
      Se a qualcuno può interessare, allego il link a un filmato YouTube in cui Mons. Angelo Comastri racconta la storia del rabbino convertito Zolli.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Una piccola aggiunta a margine.
    Basta un po’ di spirito di osservazione per constatare che i gruppi umani, di qualsiasi genere, specie e natura, sono più inclini a protestare per il male ricevuto che a ringraziare per il bene ricevuto. Purtroppo questo è vero anche per gli ebrei. Ci sono cattolici che hanno rischiato la pelle per nascondere ebrei in casa propria, nei conventi ,nelle canoniche e nei monasteri; per nascondere in casa propria gioielli e valori, pronti a restituire tutto al loro ritorno ; si sono prestati a gestire gratuitamente le loro proprietà, a favorire la loro fuga in Svizzera attraverso valichi impervi col rischio di prendersi una fucilata da parte dei militi fascisti.
    Quanti di questi ebrei hanno ringraziato?
    Pochi, pochissimi. Ma proprio questo avvalora il loro ringraziamento. Come quello che qui sotto riporto.
    http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/biography/documents/hf_p-xii_bio_20070302_biography.html
    A favore degli ebrei, colpiti dall’insensato odio di una folle dottrina razzista, egli (Pio XII, ndr) svolge una preziosa opera di carità, che verrà testimoniata dagli ottanta delegati dei campi di concentramento tedeschi che nella speciale udienza in Vaticano del 29 novembre 1945 ringrazieranno «personalmente il Santo Padre per la generosità da lui dimostrata verso di loro, perseguitati durante il terribile periodo del nazifascismo».

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie, E’ tutto condivisibile, grazie.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Generale, non so se ha avuto il tempo e la voglia di leggere i miei commenti precedenti e di farsi un’idea di me. Comunque sia, le dò una bella notizia: ho un nipote (figlio di una mia sorella) che da diversi anni è in pensione col grado di generale. Quello che ho scritto è tutto vero perchè io c’ero e sulla solidarietà data dai cattolici agli ebrei perseguitati potrei scrivere un libro. Ma tant’è, non mi crederebbero.

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Queste affinità mi fanno molto piacere. In quanto al libro, lo scriva o comunque testimoni, la prego, le verità a sua conoscenza.

  • cattolico ha detto:

    generale ha dimenticato eugenio zolli,rabbino capo di roma che salvato da pio xii si convertì al cattolicesimo e prese il nome del papa

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie, non l’ho dimenticato, no, lo potrà constatare. Semmai è stato dimenticato da tanti altri 🙂

  • Sherden ha detto:

    1^ puntata: OTTIMA.
    Aspettiamo il seguito