Che Cosa Vedono i Giovani Entrando in una Chiesa, e Che Cosa non ci Trovano. R.S.

24 Aprile 2024 Pubblicato da 21 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un fedele amico del nostro sito, R.S., offre alla vostra attenzione queste considerazioni personali sulla fede. Sono un commento a un articolo di Stilum di qualche giorno fa, ma credo siano interessanti per un pubblico più ampio di quello che Forum. Buona lettura e meditazione.

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Ormai ho una certa età… Non mi sento vecchio e non sono più giovane. Osservo chi è più giovane cercando di capire quel che vede diversamente da me.

La differenza sta nel filtro con cui guardo la loro stessa visuale lasciando passare selettivamente la luce ad una lunghezza d’onda e una gamma di colore; così lascio passare completamente il colore del filtro e blocco i colori ad esso complementari (quelli che mescolati danno il grigio).

Guardiamo la chiesa, questa chiesa nelle sue espressioni popolari (quindi non di nicchia): parrocchia e oratorio.

Un giovane entra e vede tanti anziani. Vede le catechiste (i catechisti sono rari), rare suore e rari preti. Poi vede i volontari, quelli che attendono alla routine. Vedono una discreta organizzazione (dove c’è), vedono persone che encomiabilmente si dedicano a un compito, sentono tante parole d’ordine (accoglienza, gioia, amore, solidarietà, servizio…), sentono anche tante chiacchiere (nelle riunioni o parlando del più e del meno), ma rarissimamente si accorgono di una devozione vissuta, di un raccoglimento, di un sostare in adorazione di Dio e non solo del compito che ci si è presi o ci si è dati, fino ad idolatrarlo, per sentirsi utili e fare qualcosa di utile.

Quello che non sentiranno quasi mai è di approfondire una relazione vera e intima, con Dio, Gesù, la Madonna, i santi o gli angeli, tutti derubricati nelle priorità rispetto al consiglio pastorale, la gita, la festa della famiglia, del migrante o della comunità (non si dice nemmeno più della Madonna, perché ci festeggiamo noi).
Anzi: sentiranno qualcuno dei “grandi” (e dei preti, nelle loro omelie fantasmagoriche) che dice loro che è sciocco ripetere il rosario, o fare un digiuno… Vecchi fronzoli ormai superati, roba da rigidi, da gente ancorata alla fetida e malefica tradizione, che non è in uscita, verso il mondo… Noi sì che adesso abbiamo capito tutto, questa è la chiesa vera di papafrancesco, il nostro papafrancesco…

Un giovane non ha quasi mai (lo Spirito Santo riesce ancora in qualcuno a realizzare sorprendenti miracoli) il filtro che mi permette ancora, in questo contesto, di avere al primo posto del mio starci, amando la Chiesa, il desiderio di eternità, di salvare l’anima, di comunione con Dio, di santità, di carità che rende gioiosa anche l’esperienza della croce e sopportabili il fallimento, la fatica e l’esclusione patite invariabilmente da chi è nel mondo ma non del mondo.

Allora c’è da chiederci quali siano i fondamenti che mancano oggi, soprattutto dopo dieci e passa anni di catechesi bergogliana. Non che prima fosse tutto rose e fiori, ma almeno l’orientamento generale era verso Dio. Adesso nemmeno quello: non si dice il centrare il bersaglio, ma proprio dove si mira.

Quali sono i fondamenti principali della fede cristiana? Che cosa diciamo nel Credo? Sono due. Solo due! E non li conosciamo, parlando di tutto tranne questo: l’Unità e Trinità di Dio; l’Incarnazione, Passione e Morte del Nostro Signore Gesù Cristo.

Non c’è la resurrezione! Non perché non sia importante, ma perché viene dopo, segno della verità di Cristo, che è morto in croce per redimerci. La verità fondamentale è nel segno della croce, per cui la messa, che ci mette in cammino in questa vita verso l’eternità, è un sacrificio.

Quel sacrificio lì, che dà senso anche alla croce. Non esiste una gioia irenica e un po’ ebete, senza questa sapienza. Si è beati anche da afflitti perché si è dentro un umile esperienza fatta di persecuzione e di timor di Dio, non di successi mondani o di ridicole pretese di riscrivere il cristianesimo in modo da snaturarlo rendendolo futile.

Privi di quei filtri, i giovani vedono tanto grigiore.

Così tanto grigio che quasi tutti se ne vanno.
Ma la luce che perdono è innegabilmente splendida e splendente, se non fosse coperta, sepolta, sotto carriolate di ciarpame ecclesiale

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21 commenti

  • R.S. ha detto:

    Se l’uomo fosse salvo da sé, per il semplice fatto che Gesù è morto e risorto, senza bisogno di essergli legati, non ci sarebbe bisogno della missione della Chiesa.

    Tuttavia questa missione Gesù, vero uomo e vero Dio, l’ha esplicitamente affidata agli apostoli. Da venti secoli tanti cristiani vi hanno dedicato la loro vita: annunciare la rivelazione divina in Cristo, verbo di Dio incarnato, crocefisso, risorto e asceso al Cielo, da dove tornerà.

    Ovviamente (ma è davvero così ovvio?) in un mistero denso di soprannaturalità la Grazia di Dio ha un ruolo decisivo. Gesù disse che senza di Lui non avremmo potuto far nulla e a suggello della pienezza dei tempi, quando visse tra gli uomini, ha inviato lo Spirito santo sui suoi, perchè agissero con quella forza divina, amministrando i sette sacramenti della Grazia.

    L’operazione voluta dal Padre mediante l’incarnazione e la redenzione in croce del Figlio determina la rinascita dell’alto di chi Gli crede, con l’adozione a figli nel Figlio.

    Detta così pare la dottrina dell’oratorio, ma è proprio la sapienza che manca a un cristianesimo diluito nel mondo, privo di coscienza di un mandato. Se figli di Dio si diventa per Grazia, allora non lo si è solo per Natura.

    Certamente Dio, che è amore, provvede alla salvezza di ogni uomo sulla terra, ma ai cristiani è affidato il compito di testimoniare Gesù Cristo, e non di ritenerlo sorpassato e inutile, perchè tanto tutto fa brodo. La splendida Dominus Iesus del 2000 fu quanto di più esplicito, attuale disatteso si potesse dire sul tema.

    Il tempo pasquale è particolarmente favorevole per comprendere il valore del sacramento del Battesimo.
    Stiamo parlando di un mistero di Grazia, dato in potere alla Chiesa da Cristo. Un lavacro di purificazione, un’unzione per la lotta, una luce contro le tenebre, una veste candida, per dire della macchia tolta dall’anima.
    Tutto agito dallo Spirito Santo in forza della redenzione, sepolti e risorti con Cristo rigeneratore, a piaghe aperte anche nel corpo risorto.

    Il tempo della Chiesa e dei battezzati non è un irenico villaggio vacanze, ma il prosieguo di una dolorosa passione che apre la porta alla beatitudine eterna.

    Gesù (Gv 3,5) lega esplicitamente la rinascita battesimale all’entrata nel Regno di Dio: aperto già qui in terra durante l’esilio nel mondo che è regno altrui.

    Tempo di missione (Mt 28,19) e quindi di martirio.

    Chi ama il suo bambino lo battezza come il dono più grande che possa fargli. Almeno così si è sempre usato.
    Oggi no: al figlio si lascia facoltà di decidere lui da grande. Da piccolo, senza chiedere nulla, ci teniamo il diritto di aborto e qualche obbligo per punturare a iosa.

    Poi c’è chi preferisce accordarsi con gli altri credi, alla fine tutti uguali se ce li diamo da soli, senz’altro mistero se non per qualche accordo segreto tra le parti, per non avere troppi fastidi e magari ricevere un premio.

    Chi ragiona così mica combatte “contro le potenze dell’aria”: è tutto un dialogare orizzontale, terra terra, dove con un po’ di diplomazia e qualche soldo che transita dai conti correnti tutto s’aggiusta. L’unica acqua in gioco è quella del pianeta. Nelle acquasantiere quella benedetta è stata ritenuta infetta e perciò bandita.

    L’acqua sacramentale è quanto di meno attuale possa proporsi all’interesse dei fedeli: meglio l’intelligenza artificiale, che sicuramente fa più presa della Grazia.

    Nella Pentecoste il mistero dell’acqua incontra quello del fuoco. L’acqua unita al vino nella messa segna l’incontro tra le due nature, umana e divina, il fuoco scende a muovere l’intelligenza a parlare lingue nuove per annunciare a tutti il Signore che redime e che tornerà. L’AI è un’intelligenza che non ha bisogno di Dio.

  • Balqis ha detto:

    Le statistiche, citate in numerosi articoli, sembrano confutare la tesi di quello da lei segnalato. Tra i molti articoli, peraltro documentati (pur se nei limiti legati al rischio implicito), ho scelto il primo tra quelli che seguono perché evidenzia la novità e l’ampiezza di un fenomeno da osservare con attenzione, pur senza sottovalutarne gli aspetti controversi. A giudicare dai dati che fornisce, l’autore dell’articolo sembrerebbe di cultura protestante e ciò forse giustifica la scarsità di informazioni sulle conversioni al cattolicesimo, che invece sono oggetto del secondo articolo.
    Li invio entrambi, invitando a cercarne altri (numerosi) nel web, per manifestare il mio sconcerto nei confronti del sorprendente atteggiamento rinunciatario e vittimista di quei cattolici incattiviti che sembrano aver dimenticato la propria storia, che è storia di speranza.
    Invito poi a documentarsi sul fatto che esistono numerosi “Islam”, molto differenti tra loro (non a caso si accusano l’un l’altro di apostasia). In questo senso, un aspetto interessante in relazione al fenomeno in atto è la venerazione, più o meno accentuata dai “diversi Islam”, di Isa (Gesù) e Maryan (Maria), che è l’unica donna citata nel Corano.
    https://it.danielpipes.org/20569/la-pericolosa-conversione-dei-musulmani-al-cristianesimo
    https://www.tempi.it/perche-aumentano-nel-mondo-conversioni-islam-cristianesimo-rifugiati

  • Per Elisa ha detto:

    Per Elisa: 1) Cosa ne sai di quali e quante anime si perdono? Sei forse Dio? Lascia decidere a Lui! 2) Che ne sai di cosa fanno R.S. e gli altri commentatori per contrastare la desolazione in corso? Può darsi che nella loro quotidianità siano molto più attivi e impegnati di quello che immagini. 3) Il quadro è desolato ma non ovunque: nel mondo cattolico, anche in molte parrocchie, ci sonoanche ottime realtà, con ottimi sacerdoti e ottimi fedeli, e dove le cose sono al posto giusto: non buttiamo via tutto!

    • Balqis ha detto:

      Temo che la signora faccia parte della “schiera” (in realtà quattro gatti) di cattolici da podcast che medita assalti alle guardie svizzere e che considera “chiacchiere” le profonde riflessioni di R.S. Ci si domanda come mai non sia ancora eroicamente passata all’azione armata di mazze e bastoni invece di stare a scrivere commenti in un blog.

  • Non trovano ha detto:

    Tanto per cominciare non trovano il S.S. Sacramento, che è stato cacciato in qualche angolino del presbiterio.

  • Lode al Redentore ha detto:

    Le Resurrezione è, in realtà, la chiave di volta di ogni cosa, il cuore pulsante della Redenzione. E hai fatto bene RS a scegliere l’immagine del Pantocratore. Il Crocifisso è essenziale, perché senza Croce non c’è Redenzione. Ma il fine della Croce, la sua causa finale, è la Redenzione. Parliamone. Profondamente. Diffusamente.

    • R.S. ha detto:

      Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede. Eppure la resurrezione non è tra i fondamenti della fede, mente lo sono incarnazione, passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
      Questo perché la resurrezione è un segno certificante, ma il mistero è dato dal farsi carne di Dio, che poi accetta liberamente la passione e muore davvero sulla croce. Per questo la santa messa in essenza e in sostanza è un sacrificio e non una cena. A redimere l’umanità è la creazione è la croce.

      • Lode al Redentore ha detto:

        “Eppure la resurrezione non è tra i fondamenti della fede”. Così, giustamente, il catechismo. Poi c’è dell’altro, compreso il passo paolino da te menzionato. E l’opera della ragione. E il personale sentire. E l’esperienza di vita. E molto altro ancora. Se non ci fosse la Redenzione, tu, R.S., crederesti ugualmente? Sulla base di una croce che non redime crederesti? E in presenza di una redenzione operata mediante altra via, crederesti? Lo so, la Redenzione È avvenuta in quel modo e la Croce HA redento. Ma poiché prova per un attimo a fare astrazione dal dato storico, dalla concreta eventuazione del processo redentivo, e rispondi a questi due quesiti sinceramente (dunque a te stesso, non a me o a chicchessia). P.S. Lo slittamento, se così possiamo chiamarlo, dall’immagine del Pantocratore a quella del Crocifisso meriterebbe un lungo articolo (se ne occupò anche il buon Ratzinger). Così come la scarsità e la relativa marginalità della rappresentazioni del Risorto. (Di passaggio ti segnalo un lapsus, per evitare che qualche panteista di passaggio si formi idee peregrine. Certamente intendevi scrivere che “a redimere l’umanita e la creazione è la Croce”). Ciao.

        • Marco Tosatti ha detto:

          Lo spieghi a San Paolo.

          • Lode al Redentore ha detto:

            “Lo spieghi a san Paolo”. Non c’è bisogno di spiegarlo a san Paolo. È lui che spiega a noi che “se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” (1Cor, 15,14). La centralità assoluta e l’assoluta imprescindibilità della Resurrezione gli era ben chiara 😉

          • Il Proteiforme ha detto:

            Tosatti, non si offenda se dal profondo dell’animo mi permetto di dirLe una cosa: Le voglio bene! E se non avessi le pezze al c*** la manterrei con un vitalizio nel Pritaneo. Grazie per lo spazio che ci assicura e per il modo con cui lo gestisce.

          • Marco Tosatti ha detto:

            🙏🙏🙏

        • Lode al Redentore ha detto:

          Errata: Ma poiché prova per un attimo // Corrige: Ma prova per un attimo

  • Alessandro ha detto:

    È proprio vero, grazie di cuore, poi il finale rispecchia proprio la nostra parrocchia dove tutte le stanze sino piene di giornali ‘cattolici” tipo Avvenire ai quali la parrocchia è abbonata e che nessuno fortunatamente legge… Vero ciarpame ecclesiale

  • luciano ha detto:

    Leggo volentieri i suoi scritti che emanano fede sincera e profonda.
    Pur non essendo totalmente d’accordo su alcune cose, é edificante leggere i suoi scritti, privi di polemiche stupide, inutili e pretestuose che abbondano nei commenti presenti su questo sito .
    “lo Spirito Santo riesce ancora in qualcuno a realizzare sorprendenti miracoli”.
    Non vivo in Italia, ma in un paese dove la burocrazia ecclesiastica abbonda e ha fatto disastri. Eppure vedo giovani inginocchiarsi per ore davanti al Santissimo Sacramento, cambiare vita, chiedere il battesimo da adulti preparandosi per due anni.
    La speranza é una virtú e un dono di Dio. Non perdiamola.

    • Elisa ha detto:

      Sempre chiacchiere e nel frattempo le anime si perdono. Si dice “lanciare il sasso e nascondere la mano”, ma qui si fa solo il gesto di lanciarlo… E il sasso rimane nascosto in mano per paura di muovere l’acqua che nel frattempo si imputridisce. Bah! Ma dove sta il coraggio di testimoniare Gesù, di difenderlo da chi gli continua a piantare e i chiodi? Di lanciarsi addosso a chi lo percuote per bloccarlo, a costo di farsi picchiare, come quando una persona che amiamo dovesse essere aggredita in nostra presenza? Un lettore dice, dei commenti degli altri, che contengono polemiche inutili. E Gesù allora, che è venuto come segno di contraddizione, cosa ci chiede? Di lavarci le mani e lasciar fare come Pilato? Ma come è mai possibile che in blog talmente elevati, ci si perda in un bicchiere d’acqua su cose tanto basilari, della fede dei piccoli, ci si lamenti del degrado, e poi si resti a guardare, pensando che “osservare e rilevare” sia sufficiente? Immagino che per istinto d’amore verso Gesù, dovrebbe venire a tutti noi di lanciarci verso chi tiene quel martello per piantargli i chiodi… per fermarlo. E questo non lo si fa con paroline dolci e vocina sommessa. Lo si fa sì pregando e adorando il Santissimo, supplicando la Santissima Trinità e la Santa Vergine… Ma anche gridando, come perfino le pietre gridano. Il tempo scorre…

    • Mario ha detto:

      Sì, qualche ragazzino molto devoto si intravvede qua e là, così come qualche adulto, ma l’analisi dell’articolo è precisa. Se in parrocchia Gesù Cristo non lo si lascia risplendere, perché “fa paura ed è scomodo, con quello che chiede”, i giovani scappano. Invece è vero il contrario, ovvero che più Gesù Cristo chiede, più il giovane viene attratto, perché ancora affamato di radicalità. I vecchi, le catechiste, i consiglieri parrocchiali o i caritas-tevoli, i chierichettoni, i canterini, i diaconi permanenti e le loro dolci consorti diaconesse permanentate, tutti costoro sono alla rincorsa di un loro ruolo, ovviamente con le dovute eccezioni, e guai a chi lo mette in pericolo o glielo toglie! Son dolori, anche per il parroco, se prova a cambiare lo status quo. Rivolta generalizzata assicurata, con denuncia al vescovo di quel fascistone del parroco, “anti-franciscano”…

    • Balqis ha detto:

      Gentile Luciano, condivido il suo apprezzamento del pacato e profondo articolo di R.S., così come le sue riflessioni sulla necessità di praticare la Speranza, abbandonando gli atteggiamenti astiosi che, pur evidenziando sofferenze che possono anche essere semplicemente esistenziali, sempre più mi sembrano allontanarsi da un’autentica fede cattolica.

  • Nicola ha detto:

    https://rinocammilleri.com/2024/04/germania-5/

    Accade in Germania. I ragazzini e l’islam a scuola…..

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