24 Aprile 1915, Inizio del Genocidio Armeno. 24 Aprile 2024, Pulizia Etnica in Nagorno Karabakh/Artsakh.

24 Aprile 2024 Pubblicato da 2 Commenti

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae il 24 aprile del 1915 a Costantinopoli aveva iniziato il primo genocidio del secolo scorso, quello contro gli armeni, il Metz Yeghèrn, il Grande Male. Oggi quel dramma si ripropone con la pulizia etnica di centoventimila armeni dal Nagorno Karabakh/Artsakh. Offriamo alla vostra attenzione questo comunicato della Comunità armena di Roma, in ricordo di questa data tragica.

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24 APRILE 1915 – 24 APRILE 2024

109°ANNIVERSARIO DEL GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO

Anche quest’anno, il 24 aprile, noi, italiani di origine armena ed armeni in Italia, raccolti insieme alle comunità cittadine e alle Istituzioni italiane, siamo chiamati a rispondere alla domanda: perché fare memoria del Genocidio subito dagli Armeni nel 1915?

Il primo pensiero non può che andare alle vittime innocenti dell’immane tragedia del Metz Yeghern: a loro, contro l’ostinato e criminale silenzio che vorrebbe rimuovere il loro ricordo, va restituita la giusta luce, quella di martiri che si sono offerti al destino di morte senza perdere la propria umanità e di testimoni, anche per le nostre coscienze, di valori di fede e cultura che nemmeno la furia dei carnefici riuscì a cancellare.

Ma la memoria serve, soprattutto, a noi vivi, perché è a noi che viene affidato un compito: custodire e salvare quei valori, con un impegno che non possiamo lasciare ai sopravvissuti, ormai tutti scomparsi, né solo ai loro discendenti. Sono valori che ci appartengono come uomini e trovano la sintesi più vera nel diritto di ogni persona, gruppo, popolo di mantenere la propria identità, fisica e spirituale, e di avere un futuro nella libertà e nella sicurezza.

In un contesto internazionale quale quello attuale, così segnato da conflitti sanguinosi, instabilità ed incertezza, scegliere questa prospettiva significa guardare anche agli eventi che accadono oggi senza piegarsi alla logica dei rapporti di forza e delle convenienze, ritrovare il coraggio di testimoniare contro le ingiustizie, indagando le complessità dei fatti e dando voce a chi non ce l’ha, contro ogni retorica e ipocrisia.

Non possiamo, allora, in questa giornata, non ricordare e sentirci tutti vicini ai 120 mila Armeni vittime dell’occupazione militare da parte dell’esercito dell’Azerbaijan del territorio dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Dopo il drammatico epilogo a settembre dello scorso anno, essi sono stati costretti ad abbandonare la terra in cui erano insediati da secoli.

Il silenzio che è seguito a quel dramma rischia di renderci conniventi con l’atteggiamento minaccioso del Governo azero nei confronti dell’identità stessa del popolo armeno e con la sua volontà, già realizzata in altri territori, di procedere alla sistematica distruzione delle tracce della sua esistenza.

Ricordare è, dunque, un’assunzione di responsabilità collettiva che si rinnova a presidio di valori che fondano la nostra convivenza civile.

Se crediamo che la forma delle cose sia nella loro durata, forse è in questo che possiamo ritrovare il senso di questa ricorrenza: il cammino è lungo ma è una sfida che è giusto raccogliere insieme.

Coordinamento organizzazioni e associazioni armene in Italia

 

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2 commenti

  • Margotti ha detto:

    I missionari italiani che operavano in quelle terre testimoniano che le violenze contro gli armeni iniziarono già intorno al 1908.
    Pensiamo che la Turchia non riconosce ancora oggi il genocidio, cosa vergognosa che dovrebbe meritare sanzioni molto dure verso quel paese.
    Il genocidio fu condotto sia per ragioni religiose (fondamentalismo musulmano) che etniche. Il governo dei Giovani Turchi legato alla Massoneria fu responsabile della mattanza.

  • Mara ha detto:

    Bisognerebbe istituire a livello mondiale due giorni che rispettivamente commemorino questi abomini di cui purtroppo si parla poco e niente

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