Gravissimo Abuso di Mons. Forte, a Chieti. Comunione solo sulla Mano. Perché? La Legge è Diversa…

20 Aprile 2024 Pubblicato da 14 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Messa in Latino, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.

§§§

Gravissimo abuso di potere di Mons. Forte: viola apertamente la legge della Chiesa sulla distribuzione della S. Comunione #chieti #comunioneinmano #abusiliturgici

 

Non ci pare vero. Ma purtroppo lo è. 
Da oggi i fedeli cattolici sappiano che ogni vescovo, in ambito liturgico e biblico può disobbedire al Papa e ai Dicasteri della Curia Romana. 
Prova ne sono la decisione di Mons. Forte di “infischiarsene” della legge universale della Chiesa e la risposta che il suo segretario, don Andrea Manzoni, ha dato per giustificare il grave abuso (divieto di dare la Comunione in bocca) da parte del suo superiore.  
In fondo al post c’è la risposta, ma ora procediamo con ordine. 
 
Già lo scorso anno  S. E. R.ma mons. Bruno Forte aveva imposto, per pretese (ma infondate) esigenze sanitarie, la sola Comunione in mano nella propria arcidiocesi, proibendo la distribuzione in bocca (nonostante poco tempo dopo l’8 maggio 2023 la CEI avesse decretato la fine dell’emergenza anti covid). 

 

Qui il nostro post dell’11 maggio 2023 in cui, in anteprima avevamo riferito del comunicato del 20 aprile 2023 dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto (firmato da mons. Fabio Iarlori, Vicario episcopale per i religiosi e Referente dell’area sacerdotale: liturgia e sacramenti), e fatto giungere ai sacerdoti a mezzo messaggio sul telefono cellulare, con cui si informava che “in

aggiornamento alle attuali norme anti Covid, l’Arcivescovo ritiene opportuno che in ragione dell’attuale situazione, nella nostra Arcidiocesi si continuino a mantenere le seguenti prassi: la comunione eucaristica sia distribuita esclusivamente sulle mani; e non si ponga l’acqua Santa nelle acquasantiere“.

 

All’epoca era stata chiesta conferma alla Segreteria del Vescovo, che rispose: “le confermiamo che il comunicato corrisponde al vero e che è stato inoltrato a tutti i sacerdoti qualche settimana fa per volere del nostro Arcivescovo“.

Passa un anno… e il lupo perde il pelo ma non il vizio. E’ infatti di qualche giorno fa (12/4/2024) la Nota ufficiale della Curia (qui il sito dell’arcidiocesi) firmata dal cerimoniere don Guido Carafa (come mai non dal Vicario o dall’Arcivescovo stesso?), sul reitearto divieto di dare la Comunione in bocca e la possibilità, bontà loro, di riusare le acquasantiere.   

 

Nostra Replica alla Nota 

E’ alquanto bizzarro, con una punta di arroganza, che la Nota, per compiere questo abuso citi (parzialmente) una semplice “Istruzione dell’Episcopato Italiano” del 19 luglio 1989 “Sulla comunione eucaristica” e delle ‘Precisazioni’ della CEI all’OGMR, n. 13). E ciò in violazione di leggi di rango superiore quali l’Istruzione del 2004 𝑅𝑒𝑑𝑒𝑚𝑝𝑡𝑖𝑜𝑛𝑖𝑠 𝑆𝑎𝑐𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑢𝑚 dell’allora Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, nonché l’Ordinamento Generale del Messale Romano (promulgato addirittura dal Papa, S. Paolo VI). 

 

Ma la gerarchia delle fonti dove è finita? 

Inoltre quello stesso documento (citato da don Carafa nella Nota) se letto integralmente, svela l’abuso di potere commesso da Mons. Forte. La Istruzioni dell’Episcopato Italiano  19/7/1989 infatti, fa l’arte della  delibera n. 56 approvata dalla CEI e ratificata dal Culto Divino (che così recita: 

DELIBERA 56 – La Santa Comunione può essere distribuita anchedeponendo la particola sulla mano dei fedeli, in conformità alle norme emanate dalla Santa Sede ed alle istruzioni date dalla C.E.I.)

e al n. 15 nel capitolo sulle Istruzioni sulla  Comunione eucaristica (pag. 195) prescrive chiaramente:

15 – Accantoall’uso della Comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l’Eucaristia deponendola sulle mani dei fedeli protese entrambe verso il ministro, ad accogliere con riverenza e rispetto il Corpo di Cristo.

I fedeli sono liberidi scegliere tra i due modi ammessi. Chi la riceverà sulle mani la porterà alla bocca davanti al ministro o appena spostandosi di lato per consentire al fedele che segue di avanzare 21.

Rircordiamo agli eccellenti occupanti della Curia arcivescovile che anche il n. 15 è tutt’ora in vigore!!! 

 

Ma andiamo avanti. 
 
Ovviamente anche le citate Precisazioni della CEI all’OGMR 2020 pag. 93 e nel Messale pag. LIII (pubblicato nell’edizione italiana del Messale Romano ed. 2020) al n. 13 prevedono entrambi i modi per ricevere la S. Comunione, a libera scelta del fedele comunicando
Al vescovo è lasciata facoltà di ampliare i casi in cui essa possa essere distribuita sotto entrambe le sacre specie, non di abolire quella in bocca. 

Leggiamone il testo:  

13. Distribuzione della comunione e comunione sotto le due specie (cf. OGMR 160-161, 283-287)(a pag. LIII):

Per la distribuzione della comunione sotto la sola specie del pane o sotto le due specie, ci si attenga alle indicazioni presenti nell’Istruzione della Conferenza Episcopale Italiana La comunione eucaristica, del 19 luglio 1989.

I fedeli si comunichino abitualmente in piedi, avvicinandosi processionalmente all’altare o al luogo ove si trova il ministro. Il comunicando riceve il pane eucaristico in bocca o sulla mano, come preferisce (cf. OGMR 160-161). Chi lo riceve sulle mani, protese entrambe verso il ministro (la sinistra sopra la destra) ad accogliere con riverenza e rispetto il Corpo di Cristo, lo porterà alla bocca davanti al ministro o spostandosi appena di lato per consentire al fedele che segue di avanzare. Oltre ai casi previsti nei vari libri liturgici e in OGMR 283, il vescovo diocesano può permettere la comunione sotto le due specie ogni volta che sembri opportuno al sacerdote al quale è affidata la comunità, dopo una conveniente mistagogia sul valore della partecipazione al calice eucaristico. Tale prassi sia sapientemente promossa così che «grazie alla forma più chiara del segno sacramentale, si ha modo di penetrare più profondamente il mistero al quale i fedeli partecipano» (OGMR 14). Nella distribuzione della comunione l’Eucaristia è sempre consegnata dal ministro e non presa direttamente dai fedeli. Se la comunione viene fatta per intinzione, il sacerdote che presiede la celebrazione può far sorreggere il calice (o la pisside) da un diacono, da un accolito, da un ministro straordinario della comunione o da un fedele debitamente preparato. Dopo la comunione si osservi un breve tempo di silenzio. Non si introducano preghiere devozionali o avvisi.

Come si vede, giusto la frase prima quella citata dal don Carafa nella Nota, ribadisce quanto sancito dal Messale: la libera scelta da parte di ogni fedele di ricevere in bocca o in mano il Pane Eucaristico. 
 
E ricordiamo che in vigore è tutto il n. 13… non solo la parte che interessa a Mons. Forte
 
Fin qui l’uso surrettizio dei documenti (di rango particolare) citati dalla Nota, con gli evidenti e gravi omissis da parte della Curia delle parti che dimostrano la lesione dei diritti dei fedeli.

Non meno grave è il macroscopico spregio che tale decisione del Vescovo Forte fa delle Leggi Universali della Chiesa : 

Missale Romanum, Institutio Generalis (cioè OGMR) al n. 161, pag. XXXIV) emanato dal Papa:

161. Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmente

Redemptionis Sacramentum n. 92 (Congregazione del Culto Divino): 

[92.] Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, [178] se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli. [179]

Davanti ad un così evidente e gravissimo abuso da parte dell’Arcivescovo di Chieti, che lede in maniera esplicita i diritti dei fedeli, è stata interpellata la Curia della diocesi di Chieti – Vasto per chiedere spiegazioni o un’interpretazione autentica. 

 La risposta ricevuta conferma la sicumera di Mons. Forte che, di fatto,  conferma di ritenersi superiore alle decisioni della S. Sede e di voler fare come gli pare.  

Il segretario del Vescovo, don Andrea Manzoni, infatti ha detto che il Vescovo in persona ha ribadito di ritenere la modalità della distribuzione della Comunione in mano come quella più opportuna, appoggindo questa decisione ad un’esegesi più letterale del testo biblico in cui Gesù ordina di “prendere” l’eucaristia; ammettendo infine che tale decisione, pur costituendo una restrizione al diritto dei fedeli rispetto alle norme universali e della CEI (quindi prevedendo il tenore delle repliche, quali, ad esempio le nostra sopra esposte?) rappresenta per tutti (clero e fedeli) un ordine a cui obbedire.   

Nostra Replica alla risposta 

Si vede Sua Eccellenza si ritiene superiore agli studiosi e ai biblisti vaticani, ma soprattutto alle regole papali e generali della Chiesa e alla Tradizione. 

Ricordiamo infine che la Comunione in mano è un indulto concesso da Paolo VI e sottoposto alla decisione delle singole Conferenze Episcopali che deve poi ricevere la “recognitio” della S. Sede. 

Qui l’indirizzo della Diocesi per quanti volessero inviare una mail per esprimere educatamente e civilmente il dispiacere per questa decisione episcopale. 

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14 commenti

  • Chiamatemi pure Torquemada. Me ne farò una ragione ha detto:

    Ma forte può anche andare in quel paese…

  • Carlo ha detto:

    …ogni vescovo, in ambito liturgico e biblico può disobbedire al Papa…

    Ma non disobbediscono a Berggy. Anzi.

  • Giuseppe ha detto:

    l’indirizzo della Diocesi per quanti volessero inviare una mail per esprimere educatamente e civilmente il dispiacere per questa decisione episcopale.

    Educatamente e civilmente?
    E se rispondono picche?
    Reiteriamo l’educatamente e il civilmente?
    Par di capire che per non urtare questo sacrilego si debba rinunciare alla Comunione.

  • unaopinione ha detto:

    Che io mi ricordi mai nessuno, salvo Maria, Giuseppe, i Re magi, coloro che hanno dovuto crocifiggereLo e coloro che l´hanno deposto prima dalla Croce e poi nel sepolcro, ha mai preso l´iniziativa personale di toccare Gesú quando era sulla terra. Gli ultimi certamente per volontà di Dio Padre affinché il sacrificio della Croce si adempisse (forse ci saranno altri casi? Non mi pare di ricordarne). E neanche i suoi apostoli ricevettero il potere da Gesú di dire agli altri: “Guarda … se vuoi ti facciamo te Lo facciamo toccare”.
    Addirittura la donna che voleva ricevere una grazia mentre Gesú camminava fra la folla si vide bene dal toccare il Suo corpo e si é limitó a toccare la Sua veste.
    Nella mia abitazione ho una statua della Madonna con Bambino che é stata anche benedetta. A volte la devo spostare. Ebbene, per non mettere le mie mani da peccatore su di Lei, la prendo sempre con un panno. E ogni volta che vado in chiesa e voglio onorare la statua di S. Antonio con Bambino che sta all´entrata, tocco brevemente con la mano sempre le parti che rappresentano le vesti e mai i piedi scoperti.
    Ora … chi si immagina, riportandosi indietro ai tempi di Gesú, che Lo avrebbe toccato con le mani come gli pare(va), allora continui a prendere l´Ostia nelle mani. Chi si rende conto che un tale atto é di una gravitá assoluta (e sí … perché Gesú si volterebbe e direbbe: “Come osi toccarmi con quelle tue mani immonde?”) e non ha altro modo di ricevere l´Ostia perché ha a che fare con dei sacerdoti come il vescovo di Chieti, si limiti alla cosiddetta “Comunione spirituale” (in particolare vada, si inginocchi, riceva il segno della croce dal sacerdote che sta distribuendo le Ostie senza riceverne una lui stesso, recitando nel frattempo nella mente il relativo testo, e ritorni al suo posto). Sono sicuro che Gesú capirà ed apprezzerá.
    Mia opinione.

    • Terminus ha detto:

      Pourtant :
      ▪︎ Luc 7/38 : ”Et voici une femme, qui dans la ville était une pécheresse. Ayant appris qu’il était à table dans la maison du Pharisien, elle avait apporté un vase de parfum.Et se plaçant par derrière, à ses pieds, tout en pleurs, elle se mit à lui arroser les pieds de ses larmes ; et elle les essuyait avec ses cheveux, les couvrait de baisers, les oignait de parfum.”
      ▪︎ Jean 13/25 : ”Celui-ci, se penchant alors vers la poitrine de Jésus, lui dit : ” Seigneur, qui est-ce ? ”
      ▪︎ Jean 21/20 : ”Se retournant, Pierre aperçoit, marchant à leur suite, le disciple que Jésus aimait, celui-là même qui, durant le repas, s’était penché sur sa poitrine et avait dit : ” Seigneur, qui est-ce qui te livre ? “

  • Margotti ha detto:

    Non ho mai ricevuto l’ostia nelle mani e mi chiedo come si possa farlo, al di là di Note, Documenti ufficiali e quant’altro (e non considerando il rischio che la sacra particola venga rotta o fraudolentemente messa in tasca o lasciata cadere inavvertitamente). Qui non stiamo trattando di patatine….

  • Nicola ha detto:

    Basta boicottare in massa le Chiese dove vige la prassi della Comunione sulla mano andando nelle Chiese dove viene seguita la Dottrina e non la Moda dei Tempi .E poi vediamo con le chiese vuote. E poi si potrebbero eliminare le varie offerte dei fedeli verso tali chiese. Ma il mio è chiaramente solo un sogno. Perché ormai la massa dei fedeli ( con una minoranza che è fedele alla dottrina di Cristo e della Chiesa) ormai segue la Chiesa modernista e non si pone più alcun problema di dottrina, pastorale, Comandamenti se vengano seguiti dai Pastori….

  • Michele ha detto:

    A parte gli evidenti spregi delle leggi della Chiesa e gli abusi di potere, la neo-chiesa che si vanta di essere guidata dallo Spirito Santo nel discernimento dovrebbe sapere che una malattia respiratoria si diffonde tramite le vie aeree laddove vi è una elevata carica microbica (ambienti chiusi -non mascherine all’aperto-; dove si permane per molte ore durante la stagione fredda -non in primavera/estate-, : cinema, ristoranti, pizzerie…).
    È IMPOSSIBILE contrarre la banale influenza toccando o ingerendo qualcosa anche se vi sono virus o batteri.
    Gli stessi enzimi della saliva o l’acido cloridrico dello stomaco sono più che sufficienti per eliminare virus comunque presenti in numero insufficiente per vincere il sistema immunitario.
    Non mi risulta che in letteratura medica vi siano casi documentati di trasmissione dell’influenza per contatto o ingestione. Tanti saluti al principio di realtà da parte della neo-chiesa (e dire che monsignore risulta essere, almeno in astratto, persona erudita che ben conosce Aristotele e San Tommaso…mah).

    È evidente l’intento di ingraziarsi l’uomo vestito di bianco dopo essere caduto in disgrazia a causa dell’imprudente confidenza riguardo la stesura dei documenti finali “Amoris Laetitia” del famigerato sinodo.
    «Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati – ha riportato Mons. Forte riferendo una battuta di Papa Francesco – questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fa in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io». Dopo aver riportato questa battuta lo stesso Forte ha scherzato dicendo: «Tipico di un gesuita».

    Tanti saluti alla “Salus animarum suprema lex”, l’effimera gloria terrena viene prima.
    La stessa osservazione basata sul principio di realtà avrebbe dovuto essere applicata per evitare inutili divieti sull’uso del sacramentale dell’acqua benedetta e sull’obbligo tutt’ora in vigore per i sacerdoti di impiastricciarsi le mani gel disinfettante prima di distribuire l’Eucarestia; a parte l’evidente mancanza di rispetto per Gesù Eucarestia considerato veicolo di malattie che non si propagano per contatto o ingestione, vale l’esempio concreto di quanto successo, ad esempio, in Polonia: nessun aumento dei contagi nonostante la distribuzione in bocca dell’Eucaristia.

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    come ho scritto anche su MiL, se mons. Forte appoggiasse codesta sua decisione su pretese necessità sanitarie, sarebbe un incompetente, ma perdonabile per la buona fede mal riposta. Ma quando appoggia la sua decisone su interpretazioni teologico-bibliche che vanno contro la prassi millenaria e a attuale della Chiesa, diventa eretico e scismatico.

  • creazionista ha detto:

    Capisco perché Dio ha incaricato gli islamici e non i cristiani di “proteggere” la spianata delle moschee. Fosse per i cristiani ci sarebbero già una decina di terzi tempi

  • Chiara ha detto:

    Se ci si decidesse una buona volta a distribuire la S.Comunione sotto le due specie il problema della ” mano” sarebbe risolto. O no?

    • Alex ha detto:

      Purtroppo no, c’è chi fa prendere la Particola e la fa intingere in autonomia al fedele(!). Ne ho avuto esperienza diretta. E comunque mons. Forte se la memoria non mi inganna,è quel vescovo che disse pubblicamente i veri intenti di Amoris laetitia, aggiungendo una sua considerazione personale ( molto gesuitico!). Non mi stupirebbe avesse un certo rancore dentro di sé per aver bruciato così le sue possibilità di carriera, ed ora fa il bambino capriccioso a cui hanno rotto il giocattolino buono…

  • MonsX ha detto:

    Mi pare evidente la ragione . Come ha scritto SE mons.LAISE nel sul libretto, “La comunione in mano” è sacrilegio. Detto libretto è la sintesi della documentazione che mons.Laise ( Vescovo cappuccino , consultore di Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI , morto a SanGiovanni Rotondo pochi anni fa ) preparò su richiesta di Papa GP II che doveva servire alla redazione di un documento di Magistero per dissuadere l’uso della comunione in mano. Sic. .

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