Vogliono Convincervi che Bibbiano Fosse una Favola. Famiglie Distrutte, Bambini Segnati a VIta. Adinolfi.

16 Aprile 2024 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo post pubblicato da Mario Adinolfi sul suo profilo Facebook, che illustra un ennesimo caso vergognoso di collusione fra politica, magistratura e giornalismo di sinistra per coprire e passare in oblio tragedie umane gigantesche. Buona lettura e indignazione.

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NON LASCIO SOLE LE FAMIGLIE DI BIBBIANO
di Mario Adinolfi
La strategia processuale dell’avvocato di Claudio Foti ha pagato: sganciarsi dal processo con rito ordinario e scegliere il rito abbreviato, che gli ha evitato il dibattimento in aula.
Niente sfilata dei testimoni, nessun ascolto del dolore delle famiglie di Bibbiano cui sono stati sottratti indebitamente i figli, tutto è stato deciso solo basandosi sulle carte.
In più il rito abbreviato garantisce sconti di pena. Così la condanna subita da Foti in primo grado già era ribassata di un terzo, poi è arrivata addirittura l’assoluzione in appello confermata in Cassazione perché nelle carte le accuse di abusi e lesioni sono risultate non capaci di generare una prova sufficiente. Foti è riuscito a percorrere i tre gradi di giudizio a tempo di record, basti pensare che il vero processo agli altri 17 imputati procede lentissimo, ancora in primo grado.
Mediaticamente vi vogliono convincere che il caso Bibbiano sia una colossale montatura politica, una bufala, Foti si è paragonato a Enzo Tortora.
L’errore dell’estate 2019 fu certamente la politicizzazione del caso e lo scrissi subito, appena vidi Luigi Di Maio registrare l’arcinoto video del “mai con il partito di Bibbiano” intendendo il Pd del sindaco Carletti, anche lui imputato.
Poi Di Maio un mese dopo col Pd ci fece il governo e questa fu la prima mazzata mediatica, cui seguì la mobilitazione delle destre con in testa Meloni e la Lega, lì la politicizzazione fu completata.
Compresi immediatamente che con la politica di mezzo ciò che era effettivamente successo ai bimbi di Bibbiano e alle loro famiglie non sarebbe più stato il vero oggetto del processo, ma la sfida tra le fazioni politiche avrebbe prevalso.
I fatti sarebbero stati ignorati e, secondo la buona tradizione italiana, ci si sarebbe trasformati solo in tifosi.
I fatti allora voglio ricordarli io, perché non c’è un solo giornale che lo faccia, tutti gli organi di informazione compresi siti, radio e tv vi ripetono a manetta che con l’assoluzione di Foti il caso Bibbiano si è concluso rivelandosi una bufala, cogliendo l’occasione per intimare a Meloni e alle destre di chiedere scusa al Pd, perché della questione interessa solo la politicizzazione (errata) che ne è stata fatta.
Invece la questione è gravissima e lo resta.
I servizi sociali della Val d’Enza sottrassero indebitamente dei bambini alle loro famiglie per abusi che quei bambini non subirono.
Questo è un fatto ed un fatto non in discussione, tant’è vero che quei bambini dopo anni di doloroso allontanamento presso strutture e affidatari, sono stati riportati tutti alle famiglie d’origine.
L’allontanamento è stato già riconosciuto come sbagliato, peraltro foriero di ferite e traumi tremendi e non sanabili per quei bambini, tutti restituiti.
Al processo si discute se quello di Bibbiano fosse un sistema doloso messo su dagli assistenti sociali, che sottraevano i bambini per affidarli a coppie amiche anche omosessuali, in qualche caso addirittura composte da donne ex amanti della responsabili dei servizi sociali di zona, usando poi consulenze psicologiche ben pagate e compiacenti per dimostrare abusi mai subiti da parte delle famiglie d’origine, per giustificare l’allontanamento forzato.
Consiglio a tutti di vedere la serie Veleno su Amazon Prime o di recuperare il podcast originario del giornalista Pablo Trincia, basato sul racconto di una vicenda antecedente, il caso dei “diavoli della Bassa modenese”, che nella serie tv si allarga poi fino al caso di Bibbiano.
Trincia era un giornalista di Repubblica, non sospettabile dunque di connivenze con le destre, ora lavora in proprio.
Quando questi fatti non erano stati ancora iperpoliticizzati li ha raccontati con una dovizia di particolari e di oggettive fattualità che mettono letteralmente paura.
Se non credete a me, guardate Veleno. Il caso dei “diavoli della Bassa” causò morti e condanne folli per i poveri genitori cui furono sottratti i figli, peraltro mai restituiti alle famiglie.
Che nel caso delle famiglie di Bibbiano i servizi sociali abbiano sbagliato non è in discussione, è accertato, i bambini sono stati fatti tutti tornare a casa. La discussione anche processuale, unendo i puntini, è: esiste un sistema che sottrae con dolo bambini alle famiglie per interessi altri che coinvolgono servizi sociali, loro amici e amiche, consulenti psicologici (quasi sempre gli stessi) e segmenti delle istituzioni?
C’è un’ideologia di base secondo cui tutte queste componenti si muovono?
Una ideologia che giudica la stragrande maggioranza delle famiglie naturali come luogo di abuso ai danni dei bambini, specie se sono famiglie non ricche e non “colte”?
Guardando la serie Veleno c’è una intervista di Trincia in cui Foti offre pure una percentuale, tre su quattro sarebbero le famiglie abusanti.
Da questa ideologia, deriva tutto il resto.
Poiché la politicizzazione del caso ha mandato in soffitta qualsiasi attenzione mediatica al processo, il dolore delle famiglie sfilate in dibattimento è stato totalmente oscurato.
Nessun giornale in questi anni ha mai dedicato una sola riga al racconto di infinite testimonianze che hanno spiegato il dolore inferto alle famiglie di Bibbiano.
Nessuno ricorda più le esplicite intercettazioni in cui una povera bimba veniva fatta scendere sotto la pioggia e lasciata lì per strada perché non voleva confermare gli abusi subiti dal padre.
Perché non li aveva mai subiti. Chi urlava indiavolata era una ex amante della responsabile dei servizi sociali da cui aveva ottenuto la bimba in affido dopo la sottrazione alla famiglia “abusante”.
Il processo di Bibbiano è su questi fatti, ma questo processo e questi fatti sono stati totalmente silenziati (a parte qualche articolo sulla piccola testata finanziata dal Consiglio nazionale forense, che sostiene acriticamente le tesi degli avvocati difensori degli imputati).
Nessun giornale, nessuna tv ha raccontato le testimonianze del dolore subito dalle famiglie di Bibbiano.
Ho provato io a tenere accesa l’attenzione con molti articoli, chiedendo dall’inizio perché il processo procedesse così a rilento, perché tra la prima e la seconda udienza sono stati fatti passare sei mesi, perché fosse così evidente che si sta puntando a due obiettivi: silenziamento mediatico sulle testimonianze processuali, lentezze finalizzate alla prescrizione dei reati.
Tra inchiesta e processo sono passati ormai cinque anni e con il battage mediatico accompagnato alla assoluzione in appello per Foti confermata dalla Cassazione, l’operazione è stata quasi completata.
Per l’opinione pubblica Bibbiano oscilla tra la bolla di sapone e l’errore giudiziario, provate oggi a parlarne al bar, vi diranno tutti così.
Invece Bibbiano è sinonimo di famiglie ingiustamente ferite, di bimbi per sempre traumatizzati da allontanamenti certamente errati, di una infinita scia di dolore che non si esaurirà concretamente mai e a mio avviso di un sistema ideologico intrecciato a interessi economici, che considera la famiglia naturale in sé come contesto abusante.
Tenere vivo il dolore delle famiglie di Bibbiano e non isolarle, ma continuare a sostenerle perché hanno certamente subito un danno ingiusto, provato dal fatto che i figli sono stati tutti loro restituiti, è un dovere per chi è intellettualmente onesto.
Quello che leggete in queste ore, quelli che vi stanno spiegando che i fatti di Bibbiano non sono in sostanza mai avvenuti e ve lo spiegano dopo aver mediaticamente silenziato un processo “disturbante” per il loro impianto ideologico, intellettualmente onesti non sono.
Io non lascio sole le famiglie di Bibbiano, usate dai Di Maio di turno e oggi abbandonate a loro stesse, con l’Italia intera convinta che l’immenso dolore loro inferto in realtà non sia mai esistito.
Invece è lì, raccontato nelle testimonianze processuali in tutta la sua potenza. Giornali e tv vi hanno chiuso gli occhi, hanno fatto in modo che voi non lo vedeste. Io per anni ho cercato di aprirveli, pur essendo dall’inizio preoccupato per l’errore della politicizzazione del caso. Continuerò a farlo.

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