Dignitas Infinita, il Nuovo Documento Vaticano sulla Dignità Umana.

8 Aprile 2024 Pubblicato da 19 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Messa in Latino, che ringraziamo di cuore, che pubblica il testo del nuovo documento vaticano sulla Dignità Umana. Buona lettura

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BREAKING NEWS: anteprima della dichiarazione del DDF “Dignitas infinita circa la dignità umana” #dignitaumana #ddf

In anteprima esclusiva per MiL-Messainlatino.it pubblichiamo il testo della dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita circa la dignità umana”, la cui pubblicazione fu annunciata su questo blog lo scorso 21 gennaio (QUI).
Rinviamo a successivi post le analisi ed i commenti.
Ringraziamo le nostre fonti vaticane in altissimo loco per avercelo inviato in anteprima. 
L.V.
Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita circa la dignità umana”
Presentazione
Nel Congresso del 15 marzo del 2019, l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede decise di avviare «la redazione di un testo evidenziando l’imprescindibilità del concetto di dignità della persona umana all’interno dell’antropologia cristiana e illustrando la portata e le implicazioni benefiche a livello sociale, politico ed economico, tenendo conto degli ultimi sviluppi del tema nell’ambito accademico e delle sue ambivalenti comprensioni nel contesto odierno». Un primo progetto al riguardo, elaborato con l’aiuto di alcuni Esperti nel corso dell’anno 2019, venne ritenuto insoddisfacente da una Consulta ristretta della Congregazione, svoltasi l’8 ottobre dello stesso anno. Si procedette ad elaborare ex novo un’altra bozza del testo da parte dell’Ufficio Dottrinale, sulla base del contributo di diversi Esperti. La bozza venne presentata e discussa da una Consulta ristretta svoltasi il 4 ottobre del 2021. Nel gennaio 2022 la nuova bozza fu presentata nella Sessione Plenaria della Congregazione, durante la quale i Membri hanno provveduto ad abbreviare e semplificare il testo.
Il 6 febbraio del 2023, il nuovo testo emendato è stato valutato da una Consulta ristretta che ha proposto alcune ulteriori modifiche. La nuova versione è stata sottomessa alla valutazione della Sessione Ordinaria del Dicastero (Feria IV) il 3 maggio del 2023. I Membri hanno concordato che il documento, con alcune modifiche, poteva essere pubblicato. Il Santo Padre Francesco ha approvato i Deliberata di questa Feria IV nel corso dell’Udienza a me concessa il 13 novembre del 2023. In questa occasione, mi ha inoltre chiesto di evidenziare nel testo tematiche strettamente connesse al tema della dignità, come ad esempio il dramma della povertà, la situazione dei migranti, le violenze contro le donne, la tratta delle persone, la guerra ed altre. Per onorare al meglio tale indicazione del Santo Padre, la Sezione Dottrinale del Dicastero ha dedicato un Congresso all’approfondimento della lettera enciclica Fratelli tutti, che offre un’originale analisi ed approfondimento della questione della dignità umana “al di là di ogni circostanza”.
Con lettera datata 2 febbraio 2024, in vista della Feria IV del successivo 28 febbraio, è stata inviata ai Membri del Dicastero una nuova bozza del testo, notevolmente modificata, con la seguente precisazione: «questa ulteriore stesura si è resa necessaria per andare incontro ad una specifica richiesta del Santo Padre. Egli ha esplicitamente sollecitato a fissare meglio l’attenzione sulle attuali gravi violazioni della dignità umana nel nostro tempo, sulla scia dell’enciclica Fratelli tutti. L’Ufficio Dottrinale ha provveduto così a ridurre la parte iniziale […] e ad elaborare più dettagliatamente quanto indicato dal Santo Padre». La Sessione Ordinaria del Dicastero, in data 28 febbraio 2024, ha infine approvato il testo dell’attuale Dichiarazione. Nel corso nell’Udienza concessa a me insieme al Segretario della Sezione Dottrinale, Mons. Armando Matteo, in data 25 marzo 2024, il Santo Padre ha quindi approvato la presente Dichiarazione e ne ha ordinato la pubblicazione.
L’elaborazione del testo, protrattasi per cinque anni, permette di capire che ci si trova di fronte ad un documento che, per la serietà e la centralità della questione della dignità nel pensiero cristiano, ha avuto bisogno di un notevole processo di maturazione per arrivare alla stesura definitiva che oggi pubblichiamo.
Nelle prime tre parti, la Dichiarazione richiama fondamentali principi e presupposti teorici, al fine di offrire importanti chiarimenti che possono evitare le frequenti confusioni che si verificano nell’uso del termine “dignità”. Nella quarta parte, presenta alcune situazioni problematiche attuali in cui l’immensa e inalienabile dignità che spetta ad ogni essere umano non è adeguatamente riconosciuta. La denuncia di tali gravi e attuali violazioni della dignità umana è un gesto necessario, perché la Chiesa nutre la profonda convinzione che non si può separare la fede dalla difesa della dignità umana, l’evangelizzazione dalla promozione di una vita dignitosa, e la spiritualità dall’impegno per la dignità di tutti gli esseri umani.
Tale dignità di tutti gli esseri umani può, infatti, essere intesa come “infinita” (dignitas infinita), così come san Giovanni Paolo II affermò in un incontro con persone affette da certe limitazioni o disabilità,[1] al fine di mostrare come la dignità di tutti gli esseri umani vada al di là di ogni apparenza esteriore o di ogni caratteristica della vita concreta delle persone.
Papa Francesco, nell’enciclica Fratelli tutti, ha voluto sottolineare con particolare insistenza che questa dignità esiste “al di là di ogni circostanza”, invitando tutti a difenderla in ogni contesto culturale, in ogni momento dell’esistenza di una persona, indipendentemente da qualsiasi deficienza fisica, psicologica, sociale o anche morale. A questo riguardo, la Dichiarazione si sforza di mostrare che ci troviamo di fronte a una verità universale, che tutti siamo chiamati a riconoscere, come condizione fondamentale affinché le nostre società siano veramente giuste, pacifiche, sane e alla fine autenticamente umane.
L’elenco degli argomenti scelti dalla Dichiarazione non è certo esaustivo. I temi trattati sono, tuttavia, proprio quelli che permettono di esprimere vari aspetti della dignità umana che oggi possono essere oscurati nella coscienza di molte persone. Alcuni saranno facilmente condivisibili da diversi settori delle nostre società, altri di meno. Comunque, tutti ci sembrano necessari perché, nel loro insieme aiutano a riconoscere l’armonia e la ricchezza del pensiero sulla dignità che sgorga dal Vangelo.
Questa Dichiarazione non ha la pretesa di esaurire un argomento così ricco e decisivo, ma intende fornire alcuni elementi di riflessione che aiuteranno a tenerlo presente nel complesso momento storico in cui viviamo, affinché in mezzo a tante preoccupazioni e ansie non perdiamo la strada e non ci esponiamo a più laceranti e profonde sofferenze.
Víctor Manuel Card. Fernández
Prefetto
Introduzione

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19 commenti

  • giovanni ha detto:

    A parte il solito, abbondante, versamento di miele nelle orecchie, pare un abile mix fra politiche del Wef e parte del Cristianesimo. Sono perplesso. Gli elementi caratteristici evocati dal libro “The Lord of the World” del Vescovo Cattolicon Inglese Robert Hugh Benson sembrano esserci. Nella testa mi frulla idea : potrebbe essere usato quale documento fondante ( una sorta di Costituzione politico – religiosa ) per un nuovo ordine mondiale. Vedremo………

  • a capriccio ha detto:

    il va sistema a capriccio

  • nuccioviglietti ha detto:

    Dignitas infinita… da chi avallava green pass… siamo su scherzi a parte?…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Piccolo passo avanti ha detto:

    Documento dignitoso

  • R.S. ha detto:

    Nel capitolo 3 del vangelo di San Giovanni c’è l’interessantissimo dialogo tra Gesù e Nicodemo.
    Tema: all’uomo è possibile rinascere dall’alto, cioè nascere dallo Spirito.
    Questo diventa possibile grazie a Cristo, che mette in guardia gli scettici che non accolgono la sua testimonianza: “Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo”?
    Gesù per molti è poco credibile anche quando tratta questioni semplicemente terrene… senza allargare o approfondire lo sguardo nell’Oltre che vuole farci scorgere, permettendoci di diventare creature che abitano il cielo.
    Gesù (vero uomo e vero Dio) in questo ruolo è unico e inimitabile: “Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. Inimmaginabile, prima di lui, anche il come: il Dio incarnato si lascia crocifiggere, cioè si lascia trattare come il serpente sull’asta, per guarire chi sta morendo avvelenato nel tempo tra la liberazione dalla schiavitù e la Terra Promessa, quando l’incertezza fa mormorare contro Dio e rimpiangere l’Egitto. “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. Ad essere sconfessati nel loro scetticismo non sono solo i “lontani”, ma anche coloro che si ritengono maestri di religione e non intuiscono il Mistero che Gesù maestro disvela davanti ad occhi pieni di pregiudizio.
    Ad essere messo in discussione dalla rivelazione è tutto un mondo religioso autoreferenziale e preoccupato della terra.
    Così dis-orientati rispetto al vero da non riconoscere lo Spirito pur nominandolo a vanvera per autogiustificarsi nell’attribuire al Suo soffio molta aria fritta che esce da bocche intenzionate a soddisfare innanzitutto l’al-di-qua.
    Come dire: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie”… (Is 55,8). Sì Dio ha preso carne, ha sacrificato corpo e sangue e come sacrificio abita realmente tra noi in ogni tabernacolo, ma la carne e il sangue della terra non sono adeguati a decodificare l’Oltre che si dispiega alla visione di un’anima riempita dalla Grazia. Solo la Verità rende liberi, altrimenti si resta o in Egitto, o a mezza strada col rimpianto dell’Egitto e con il veleno del morso del serpente.
    La menzogna satanica spadroneggia nella realtà mondana sovvertendo i significati, abitando l’apparenza e impedendo di leggervi altro, mentre nel secolo del regno del mondo si diventa burattini di abili manipolatori e la cattiva educazione dei falsi maestri porta a ritenere il sentirsela soggettivamente come se fosse lo Spirito Santo, così che ognuno crede “dio” la sua propria volontà, esattamente come chi non sa che farsene di quella di Dio.
    Nicodemo inizia a capire. Ed è anche bello che lo faccia un po’ di nascosto, per sganciarsi dal sinedrio. Arriverà ad occuparsi del corpo di Cristo deposto dalla croce, attirato là dalla Verità. Perciò resterà in vita, sconfitta la morte e sconfitti tutti quei poteri coalizzati per far morire il Signore. La Croce come trono di Gloria!
    La Croce, emblema dell’essere abbassati e resi inermi, innalza al Cuore di Dio, all’eternità beata che ci attende.
    Lo Spirito di Verità è ben altro dal cantarcela e dal suonarcela, autorizzandoci a far quel che ci pare.
    La dignità più alta di un uomo è di essere in comunione con Dio, per iniziativa di Dio, cercando quella porta stretta da cui passare per entrare nel Regno dei Cieli. Poi c’è una dignità perduta, peccando impenitenti, presumendo nostri dei diritti che da noi non abbiamo, impugnando la verità conosciuta e senza timor di Dio.

  • Veniamino Vigolo ha detto:

    Non va trascurato che il monte Minus Tella è da considerarsi sotto più aspetti territorio assai disagiato, facendo registrare ben 114 sulla scala Butcher (cfr. Jeremy Butcher, Discomfort Index 1-100, Holy Willie, Simpleton 2005). È in questa luce che vanno inquadrate le reazioni dei suoi indigeni, naturalmente proclivi a generare effetti «fuori topo» (FT, ingl. OT).
    In tutta l’area cionciara, massime nella regione minustelliana, le funzioni mentali, quando attive, appaiono monodirezionali, secondo un processo che nella sua seminale (ingl. seminal) rassegna etnografica Popoli indigeni di Cionciaria (in «Psicologia dell’Età involutiva» XXV – 1988) Artemio Brindolo ha definito «lupo (ingl. loop) involutivo»: a un inpùto (ingl. input) qualsiasi, e.g. «Come va?» o «Tieni, mangia questa cincia allo spiedo!», corrispondono invariabilmente risposte quali «È un ANTIPAPA ERETICO!», «Egli NON ha il MUNUS!». Non è raro, inoltre, che tali risposte vengano presentate in forma iterata ( «Egli NON ha il MUNUS! Egli Non ha il MUNUS», «È un ANTIPAPA ERETICO! È un ANTIPAPA ERETICO! È un ANTIPAPA ERETICO!», ecc.).
    Segnalo agli amici e ai nemici del presente bloggo (ingl. blog) che nel mese di agosto p.v. sulla questa complessa fenomenologia si terrà a Soriano nel Cimino, presso il dipartimento di Studi cionciari del C.R.E.P.A., il convegno internazionale «Monomania settaria in Cionciaria», con l’intervento di prestigiosi relatori, come mons. Dixan Levi di Torno, ricercatore di Diritto munusministeriale presso la Spigola vaticana, e il prof. Andreas Tschontsch, ordinario di Comunicazione impedita all’Università di Hamelin (Germania).

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Attenzione ! Non si tratta di un documento papale ma di una –Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita circa la dignità umana”–, che — Il Sommo Pontefice Francesco, nell’Udienza concessa al sottoscritto Prefetto insieme al Segretario per la Sezione Dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede, il giorno 25 marzo 2024, ha approvato…….e ne ha ordinato la pubblicazione.—
    A prima vista il documento si presenta molto bene, magistralmente redatto, ma a parer mio non esaustivo. In effetti tratta solo di una dignità minima che appartiene ad ogni uomo in quanto uomo. Non è presente alcuna scala che contempli i diversi livelli di dignità in ambito sociale e non si accenna all’idea di “perdita della dignità” che nell’etica sociale è un fatto non trascurabile.
    Ho scritto questo per precisare un concetto , non per togliere valore al documento, sia chiaro.

  • andreottiano ha detto:

    Il termine dignità appare 16 volte nella Bibbia.

    Nell’antico Testamento (12 volte) il termine riguarda soprattutto l’accezione di ruolo elevato (in essere, conferito o perduto) salvo un passaggio in 2Mac 15 in cui l’accezione è quella di onore, reputazione ed elevatezza.

    Nel Nuovo Testamento (4 volte) si trova nelle lettere di San Paolo a Timoteo e Tito e nella lettera di Giuda.
    In San Paolo il contesto riporta a re, padri con i figli, buona condotta e purezza di dottrina.
    In Giuda addirittura riguarda gli angeli ribelli che persero la loro!

    Viene da pensare che la dignità non sia “a prescindere”, ma dipenda da come la creatura interpreta il ruolo.

    Ed è tutta qui la differenza tra la Parola di Dio, ispirata, e i bla bla umani, tra ONU, Bruxelles, Strasburgo e carramba che sorpresa.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Invece nel documento vaticano la parola “dignità” compare ben 337 volte!!!!
      Grazie a Dio compare anche Gesù, ma solo 11 volte .
      Toeghen foera se ghe n’è denter !!!!!!
      Ciao.

  • Gabriela ha detto:

    Gv 10,11-18
    In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon PASTORE.
    Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
    IL MERCENARIO – CHE NON È PASTORE e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore E LE MIE PECORE CONOSCONO ME…

    E difatti la Chiesa di Cristo è costituita dai veri cristiani che RICONOSCONO BENEDETTO XVI QUALE UNICO E ULTIMO LEGITTIMO PASTORE STABILITO DA CRISTO e gli obbediscono.

    I pastori mercenari invece, si ostinano a far parte della setta massonica dell’ANATEMA ANTICRISTO, colui che non crede nella Divinità di Gesù Cristo né nella Maternità Divina di Maria SS, e insegna un VANGELO diverso da quello di Cristo.

    E che a questi pastori mercenari non importi nulla delle pecore abbandonate e private del Pane Sacro della Vita, è ormai evidente.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Commento decisamente OT.

      • Otite ha detto:

        Il perché dell’OT è spiegato qui sopra da V. Vigolo.

      • Balqis ha detto:

        Sì. è proprio vero.
        Da notare anche la modalità espressiva scelta, con il maiuscolo ad evidenziare i passaggi destinati ad indirizzare la riflessione (che invece, per sua natura, non segue vie pre-ordinate), ma a colpire la sfera emotiva. Sembra il lavoro professionale di un pubblicitario (e pure abbastanza “navigato”). Come se si dovesse vendere un prodotto.

      • Balqis ha detto:

        Sarebbe ora che aggiornassero le parole-chiave dell’algoritmo della signora dai molti profili facebook. Probabilmente si tratta di un bot (più correttamente, di una botta).

        • Annachiara Brindolo ha detto:

          Il soggetto in questione è da tempo alle attenzioni del Dipartimento di psicopatologia cionciara del C.R.E.P.A., cui ha fornito e tutt’ora fornisce inesauribile materia di studio.

          • Balqis ha detto:

            Effettivamente, se la si guarda sotto il profilo delle opportunità di indagine clinica, la botta (ro-botta) in questione è una vera e propria miniera di possibilità di sistematica osservazione scientifica, nonostante le problematiche evidenziate in relazione alla necessità di aggiornamento delle parole-chiave dell’algoritmo che la governa.
            In uno studio ancora in corso, i due esimi cattedratici, pur se ormai ormai emeriti, Gatto e Volpe propongono un modello di analisi basato sulla correlazione con il grado di impedimento del programmatore in rapporto alla maggiore o minore ricorrenza di output quali “munus”, “gnosi”, “massoneria” e “pampero” in risposta all’input dato da parole-chiave quali “papa”, “chiesa”, ma anche “occhiali”, “camicia” e “salame Milano”. Gli esiti ancora parziali della ricerca sorprendentemente mostrano una maggiore incidenza degli output “munus” e “massoneria” proprio in risposta a quest’ultima parola-chiave.

  • Gabriela ha detto:

    Gv 10,11-18
    In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon PASTORE.
    Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
    IL MERCENARIO – CHE NON È PASTORE e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore E LE MIE PECORE CONOSCONO ME…

    E difatti la Chiesa di Cristo è costituita dai veri cristiani che RICONOSCONO BENEDETTO XVI QUALE UNICO E ULTIMO LEGITTIMO PASTORE STABILITO DA CRISTO e gli obbediscono.

    I pastori mercenari invece, si ostinano a far parte della setta massonica dell’ANATEMA ANTICRISTO, colui che non crede nella Divinità di Gesù Cristo né nella Maternità Divina di Maria SS, e insegna un VANGELO diverso da quello di Cristo.

    E che questi pastori mercenari non importi nulla delle pecore abbandonate e private del Pane Sacro della Vita, è ormai evidente.

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