Quale Eredità Lascerà Papa Francesco? Korazym.org, Andrea Gagliarducci.

28 Marzo 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Korazym.org, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

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Quale eredità lascerà Papa Francesco?

Papa Francesco guarda

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.03.2024 – Andrea Gagliarducci] – Vale la pena fermarsi sulla decisione di Papa Francesco di istituire dieci gruppi di lavoro il cui compito va oltre il Sinodo. I singoli gruppi sono interessanti se considerati in termini di contenuti, sia per ciò che contengono, sia per ciò che non contengono. Sono interessanti da considerare anche i componenti. Chi ottiene un posto a uno dei tavoli (e chi no) è quantomeno suggestivo, e probabilmente significativo.

Da un lato, Papa Francesco vuole proseguire il cammino sinodale per garantirne la continuazione anche dopo la fine del suo pontificato. D’altra parte, gli osservatori più attenti hanno notato che questi dieci gruppi di lavoro non contengono i temi più controversi.

Non c’è spazio assegnato, ad esempio, per la considerazione di donne nel sacerdozio, né per la pastorale delle coppie LGBTQ+. Le Chiese di rito bizantino, che hanno al loro attivo una grande esperienza sinodale, hanno però chiesto un tavolo di dialogo con le Chiese orientali durante l’assemblea sinodale. Nei gruppi di lavoro sono inseriti anche dei parroci.

Papa Francesco prosegue il percorso sinodale guardando ai contenuti che trovano maggior consenso nel dibattito. Il Sinodo ha respinto la proposta di menzionare esplicitamente le persone LGBTQ+ nel documento di sintesi. È stato il Sinodo a moderare, con oltre mille emendamenti, il testo di una quarantina di pagine approvato all’inizio della settimana, compresa una forma di controllo dei Nunzi Apostolici.

Inoltre, Papa Francesco si trova a portare avanti questo percorso sinodale attraverso un’iniziativa volta a riportare la modalità sinodale al centro. Non ci è sfuggito che il Sinodo è stato, come al solito, vittima di gruppi di pressione, soprattutto mediatici, e che il sistema dei moderatori e dei facilitatori, invece di aiutare il dibattito, ha permesso ad alcuni estensori di definire le bozze del testo che sarebbe poi diventata la dichiarazione finale.

La questione, però, è se la sinodalità può essere considerata l’eredità di Papa Francesco e se Papa Francesco ci crede. Trasformare il Sinodo da evento in processo è stata la grande sfida affidata dal Papa al Cardinale Mario Grech. Si tratta di un cambiamento di mentalità sostanziale. Eppure, con questo cambiamento di atteggiamento, ci ritroviamo presto vittime di lobby e di gruppi di pressione. Ad esempio, quando è stato annunciato che, per la prima volta, ci sarebbe stata anche una quota di laici per partecipare al Sinodo del 2023, diversi gruppi cattolici, pur con buone intenzioni, si sono subito mossi per avere qualcuno che li rappresentasse all’interno dell’Assemblea sinodale.

Il rischio non trascurabile è considerare l’Assemblea sinodale come un parlamento, con diritto di voto ma senza diritto di decisione. Così, il cammino sinodale rischia di fermarsi prima del traguardo, lasciando tutti delusi: chi voleva un sinodo tradizionale e chi voleva che il sinodo rappresentasse un vero cambiamento per la Chiesa. La costituzione dei gruppi di lavoro è stata richiesta proprio per riprendere lo spirito sinodale. L’obiettivo era riportare in equilibrio alcuni squilibri consentendo a tutti di parlare e prendere posizione. Tuttavia, il vero cambiamento richiederà molto lavoro.

Papa Francesco resta sempre quello che decide. Il rischio è che il Sinodo abbia una sorta di effetto Humanae Vitae 2.0 (o 3.0, se Querida Amazonia fosse la 2.0 [QUI]). Cioè, che i media lo riempiranno di aspettative, così preparandolo e tutti alla delusione. Forse la scelta del Papa di avere gruppi di lavoro che vanno oltre l’Assemblea sinodale, serve proprio ad evitare l’effetto Humanae Vitae. Niente può essere criticato definitivamente, perché tutto è ancora un lavoro in corso.

Ci chiediamo, tuttavia, fino a che punto la retorica della riforma perpetua possa continuare ad avere successo. Se il Sinodo trova un equilibrio grazie al continuo lavoro della sua segreteria, altre decisioni del Papa creano ulteriori squilibri: dalla riforma interna del Vicariato di Roma ai nuovi Statuti del Capitolo di Santa Maria Maggiore, anche quelli derivanti da una difficile equilibrio tra la volontà del Papa e la necessità di riconoscere la realtà; e ancora, dalle parole un po’ avventate sulla guerra in Ucraina – che hanno costretto il Cardinal Parolin in un’intervista a spiegare il Papa – alla voglia di dialogo a tutti i costi, anche quando questo dialogo sarebbe inopportuno.

Nell’ultima settimana, Papa Francesco ha lavorato relativamente poco, eppure le sue dichiarazioni e decisioni hanno generato molte contraddizioni. Tutto, però, sembra essere temporaneo. Nessuno – a parte forse il Cardinale Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede – può essere sicuro di godere della fiducia del Papa. I Curiali non possono nemmeno fare progetti a lungo termine. Sono limitati a un incarico a tempo determinato (cinque anni, rinnovabili solo per altri cinque) e non hanno alcuna prospettiva di restare effettivamente. Gli aspiranti diplomatici vedono il loro cursus honorum interrotto da un anno missionario, che rallenta l’ingresso nelle file diplomatiche. Un problema, perché sempre meno vengono mandati a studiare per lavorare nella diplomazia del Papa.

In breve, ci sono una serie di criticità nel sistema creato durante il pontificato di Papa Francesco, che vanno affrontate con uno sguardo al futuro. Al momento tutto passa per le mani del Papa. Sarà diverso per qualche tempo, ma se non ci sarà una struttura ben definita, il prossimo Papa dovrà ricostruire tutto da zero, una cosa che non sarà facile.

Dunque, quale eredità Papa Francesco sta lasciando al suo successore? C’è un forte impatto mediatico, centrato però sulla persona di questo Papa, e l’idea di un Papa venuto per le persone a basso reddito e per le periferie, centrata anche su questo Papa. C’è un’istituzione curiale in crisi, una classe sacerdotale con l’orgoglio ferito, e una serie di decisioni che certamente hanno cambiato il corso della storia, ma ogni cambiamento è stato in una direzione che porta a Francesco, che sarà andato.

Papa Francesco guarda al sud del mondo; le sue parole (incluse quelle sulla pace) rappresentano il pensiero di un mondo che si sente finalmente redento con questo Papa. Ma ora c’è bisogno di trovare un nuovo equilibrio, riconquistare l’istituzionalità e dare alla Chiesa una struttura che possa essere valida per il futuro. Da qui nascono documenti come quelli di Demos II e Demos (alias il cardinale Pell) [QUI e QUI] primo, le discussioni tra cardinali, i dibattiti tra sacerdoti, e perfino la polarizzazione tra entusiasti del Papa e non entusiasti. Potrebbe essere questa l’eredità che lascia questo Papa. Resta però da vedere chi vorrà raccoglierla.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].

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20 commenti

  • Christianus ha detto:

    Se Bergoglio e i suoi predecessori sono stati apostati, eretici e illegittimi lo stabilirà il futuro Concilio che restaurerà la Chiesa. Non è questione di tre cardinali. Ogni cosa sarà ristabilita: lo hanno predetto molti santi e la Santissima Vergine.
    La Chiesa delle Tenebre, come la chiama la beata Caterina Emmerick, sparirà! Dobbiamo aver fede! Questi apostati, e tali sono, hanno commesso anche un grosso errore politico: non si sono chiesti cosa accadrà loro quando l’ ordine multipolare avrà sepolto quello monopolare, o come dico io, la bestia giudaico-protestante-massonica sarà andata in perdizione. Quando la guerra suicida in cui l’Occidente si sta gettando sarà persa, pensate che non ne pagheranno le conseguenze i loro fautori? E che dire del vaccino e del COVID? La verità sta uscendo fuori. La gente sarà infuriata! Caduto l’Impero che foraggiava di dollari e sterline le sette di ogni genere, che ne sarà di chi campa con essi? Spariranno tutti, linciati dalle plebi infuriate! No, non sarà modernista o protestante il futuro della Chiesa! Non praevalebunt!

  • Adriana 1 ha detto:

    Ma certo che lascerà qualcosa…sicuramente il suo peculio che è custodito in una banca svizzera.

  • Mario ha detto:

    Quale eredità lascerà Papa Francesco? Nessuna. Come non lasciò nessuna eredità la papessa Giovanna.

  • andreottiano ha detto:

    “Papa Francesco” ricorre una dozzina di volte nel testo.
    Il successore del Papa avrà un’eredità bimillenaria.
    Quello suo, di Francesco, potrebbe scoprirsi nullatenente.
    Erediterebbe un po’ di idee da dimenticare e rapidamente.

  • Giovanni ha detto:

    Lascerà un caos micidiale.

  • G. D. ha detto:

    Possibile che su 5.000 vescovi non ce ne sia uno che dica apertamente che JMB non è il Papa?
    E che ancora non ci sia un’associazione Cattolica che in massa dica che Bergoglio è un falso papa?

    https://youtube.com/shorts/n1ujlknKn30?si=8qMFunjInUogxO5w

    • Simplicius ha detto:

      Appunto. Scendi dal monte e prova a pensarci per bene.

      • G. D. ha detto:

        Non capisco la tua risposta.
        Io sono Cristiana e resto crocifissa con Cristo sul Golgota.

        “Noi siamo quel Piccolo resto della Vera Chiesa costretta a riunirsi come duemila anni fa negli scantinati, nelle case….

        Perché la vera Chiesa non è più legata alle strutture, ma alla vera fede…
        E si fa km e km per venire a confessarsi e nutrirsi della Santa Eucaristia…
        Noi siamo gli scacciati, i reietti dagli apostati ma non dal Padre Celeste, non dal Regno dei Cieli…”

        https://youtube.com/shorts/wcRVGYd6fKw?si=hSzheG7EOi3tn6Bb

        • Simplicius ha detto:

          Nessuno dei 5000 lo dice apertamente perché purtroppo questo È il papa. Capo inadeguato di una Chiesa in crisi, ma, ahinoi, papa. Pensare che l’ultimo papa sia un defunto, per esempio Benedetto XVI o Pio XII, significa credere che la sede petrina sia vacante da parecchio tempo. Ma così non è e non può essere. Ci sono molti gruppetti che si ritengono gli unici depositari della verità cattolica, gli unici continuatori della bimillenaria esperienza cristiana, e amano autodefinirsi con espressioni come “piccolo resto”. Sono solo altrettanti esempi della sindrome degli eletti, tipica delle realtà settarie. È un momento di smarrimento generale. Ma affidarsi a cattivi maestri, magari scomunicati o perfino non credenti, è solamente un modo per perdersi e far perdere. L’era bergogliana passerà. La successiva potrà essere migliore o, speriamo di no, peggiore. Imparare a restare cattolici, DENTRO la Chiesa, anche quando il volto della Chiesa diventa irriconoscibile, è fondamentale per fare fronte a tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo.

          • Balqis ha detto:

            L’aspetto più triste della “sindrome degli eletti” contemporanea è che, a differenza di quella che caratterizzava le grandi eresie del passato, non offre alcuna speranza, ma solo un modo per sfogare le proprie frustrazioni. Quanto al fenomeno dei “cattivi maestri”, già manifestatosi in tempi relativamente più recenti, ne andrebbero indagate con maggiore attenzione le specifiche finalità, domandandosi come mai oggi il “target” prescelto sia proprio l’universo cattolico (in realtà molto più variegato di quanto si possa immaginare). ****************************************
            Simplicius, credo di averti riconosciuto! Approfitto per augurarti buona Pasqua (sempre con simpatIa 😉 )!

          • Paoletta ha detto:

            caro Simplicius, condivido quello che ha scritto. D’altra parte in 2000 di storia anni la Chiesa avra’ anche avuto Papi mediocri e dannosi, questo non e’ certo il primo…

          • luciano ha detto:

            Una perla di saggezza il suo commento!

        • Balqis ha detto:

          @G.D. come mai trovo il suo commento copiato e incollato più volte in giro per il web (e pure in questo blog)??? Sto rispondendo a un essere umano o a un bot?

  • Turiferario ha detto:

    Dopo Francesco si apriranno due possibilità: A) La Chiesa tornerà a quote più ragionevoli, eliminando tutte le disposizioni eccentriche e i comportamenti molto sopra le rigjhe che si sono visti in questi anni. B) La Chiesa proseguirà il percorso di Francesco e quindi completerà la sua trasformazione in qualcosa di molto diverso dalla sua essenza tradizionale.

    Leggo con frequenza questo blog. Trovo molto interessanti alcuni interventi, come le discussioni prodotte dai post del Pazzo e i pezzi brevi del maestro Porfirio. Apprezzo molto alcuni commentatori, come R.S., Luca Antonio, Stilumcuriale Emerito, Enrico Nibbio, Fantasma di Flambè, Lucia Bruttarò, Signora di tanto propoli, Balconis, e tutto il gruppo del C.R.E.P.A. Bravi.

  • Nathan ha detto:

    Perché avete scritto “papa” Francesco? Adesso vedrete che il monte Minus Tella tremerà dalle fondamenta e si scatenerà uno sciame sismico-entomologico di vespe e calabroni assortiti! Che il comitato scientifico del C.R.E.P.A. ci assista!

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    La istituzione di commissioni più o meno permanenti , di gruppi di lavoro, di assemblee è diventata qualcosa di maniacale, ma è tutto un tu-me-la-dai-ad- intendere.
    Ci sono gruppi che funzionano e gruppi che non funzionano. Dipende dalla competenza o incompetenza di coloro che vi partecipano e dalle capacità di dirigere un autentico lavoro di gruppo da parte di chi vi sovraintende.
    L’eredità di Papa Francesco sarà solo un mastodontico generale malinteso di tutti verso tutti.

  • Dino Brighenti ha detto:

    sul nulla non c’è niente da dire