La Via dell’Angelo Custode a Roma Rinominata “Tritone” dai Savoiardi. Benedetta De Vito

19 Febbraio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste impressioni di una camminata per alcuni luoghi sacri della Capitale. Cogliamo l’occasione per ricordare il suo ultimo libro, dedicato proprio a Roma. Buona lettura e condivisione.

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Lungo via del Tritone, lì dove s’apre una viuzza  ombrosa che conduce alla Fontana di Trevi, c’è una piccola Chiesa, che è oratorio di Santa Maria in Via, dove a volte mi reco per la preghiera in solitaria. E’ dedicata all’Angelo custode ed è tanto piccinina e raccolta che pare di esser ospiti graditi in una bomboniera della Prima comunione. La facciata esterna, barocca, bellissima, ci accoglie con le sue statue, portanti, che sono pilastri del nostro credo: la Fede e la Speranza. Due faccine di angioletti – loro che ci guardano lungo il cammino – sorridono al nostro entrare. E ci invitano all’orazione, in loro dolce compagnia…

Sfugge, questo piccolo gioiello, costruito nel Cinquecento, ai più, ai turisti frettolosi che di Roma Eterna desiderano vedere solo i simboli che squillano ai rari studi classici. Così qui, in questo piccolo paradiso, cucito nell’oro della serenità, ricamato di Fede e di Speranza, non vengono, e al massimo, entrano, curiosi, snasano, e poi via verso lo splendore di neve della mostra della Fontana di Trevi. E poi lungo la via del Tritone… ma nooo, non si chiama così questa bella via che conduce dal Corso a Barberini! Nossignore, non via del Tritone si chiamava nella Roma papalina, sacrificata ai savoiardi che qui fecero strame della Urbs Eterna, bensì via dell’Angelo custode.

E dunque questa chiesolina che io amo dava il nome a tutta la strada e ricordava a tutti che, nell’andar per il mondo, mai ci lascia l’Angelo custode che il Signore, in somma generosità, ci ha assegnato. Ogni bambinello lo riceve in dono alla nascita e tutta la vita lo segue, lo sostiene, lo custodisce e l’ama. Per mano a Lui, tutto quanto diventa facile e armonioso. E allora che cosa hanno fatto i massoni? Certo, semplice, hanno cambiato il nome alla via, dedicandola al paganissimo tritone della fontana di piazza Barberini che se ne sta lì, placido, innocente a farsi i casi suoi e mai pensava di dare il nome a una strada…

Alla fontana del Tritone, lui lo sa, s’abbeveravano le bestie, gli armenti che, dalle campagne romane, arrivavano fin nel cuore di Roma. Per gli esseri umani, creature amate e ben distinte (in barba all’antispecismo degli animalisti) c’era la fontana delle api, con il gran conchiglione a somiglianza degli ombrelli processionali con i quali si difendeva dal sole e dalla pioggia il Santissimo durante le processioni… Anche questo è nel sogno del mio Romaamor, un inno a come eravamo meglio noi cattolici!

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6 commenti

  • Giuseppe ha detto:

    Evitiamo di renderci ridicoli o patetici e pensiamo ai problemi di oggi, non a quelli del 1870 (quando a volere Roma capitale d’Italia e la fine del dominio temporale dei papi furono anche cattolici).

    Qualcuno qui,forse,si è reso ridicolo e patetico.Io non credo.
    In compenso,e di questo son certo,qualcuno ha palesato la sua sesquipedale ignoranza.
    La toponomastica odierna fu imposta da coloro che fecero, e disfecerono,l’Italia.Prima le Insorgenze.Poi la “lotta al brigantaggio”.
    Nel Meridione.
    Quando i briganti stavano a Torino.
    Con l’avvallo della perfida Albione e della Francia pervertita.

    “Ma poiché sapete che di buon senno molti son privi….”

    Lo ripeto: studi meglio la Storia!
    Concordo.

  • Luca ha detto:

    Ma basta con questo revisionismo storico d’accatto! Via del Tritone non esisteva prima della fine dell’Ottocento. E a farla fu il Comune di Roma, non i cosiddetti “savoiardi”. A me piacciono sia i savoiardi da mangiare sia i savoiardi della Savoia, sia la Savoia sia Casa Savoia. La vertenza tra la Santa Sede e il Regno d’Italia fu risolta nel 1929 e la Roma di oggi è la Roma capitale d’Italia, non la cittadina capitale degli Stati Pontifici. Evitiamo di renderci ridicoli o patetici e pensiamo ai problemi di oggi, non a quelli del 1870 (quando a volere Roma capitale d’Italia e la fine del dominio temporale dei papi furono anche cattolici).

    • Davide Scarano ha detto:

      In sintesi:
      1) I problemi di oggi sono quelli di ieri che non sono stati risolti, basti pensare alla questione meridionale.
      2) Vi sono molte categorie di cattolici, tra cui quelli che negano Dio, con parole e comportamenti conseguenti, e vanno all’inferno. Come sta scritto nei Vangeli: “non chi dice padre ma chi fa la volontà del Padre mio”.

    • Stefano ha detto:

      Caro Luca, il revisionismo è il suo. E la scarsa conoscenza della Storia. Fior di intellettuali implorarono il neonato stato italiano di rinunciare a prendere Roma, lasciandola quello scrigno di arte e di bellezza che i secoli ci avevano consegnato. Altro che cittadina! Basta prendere la mappa di Roma del tempo di Papa Benedetto XIV, di metà ‘700, per vedere lo stupro perpetrato dopo l’unità: orribili palazzoni ministeriali, distruzioni di chiese secolari, sventramenti come quello per fare corso Vittorio Emanuele. Distruzione dell’incantevole corona di ville che circondavano la città, una per tutte la stupenda villa Boncompagni Ludovisi, descritta da Stendhal nelle sue Passeggiate romane. Poi il fascismo e le amministrazioni di sinistra hanno dato del loro con altri sventramenti e con le orribili periferie dormitorio. Lo ripeto: studi meglio la Storia!

  • Mimma ha detto:

    Il mio sogbo proibito?
    Un giro per Roma sottobraccio alla signora Benedetta

  • Mimma ha detto:

    Il mio sogno proibito?
    Un giro per Roma sottobraccio alla signora Benedetta De Vito.