“Ci Sono Altre Ragioni…”. Ma Quali Ragioni? Aurelio Porfiri.

30 Gennaio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione queste brevi riflessioni su un malvezzo purtroppo molto diffuso nella Chiesa…Buona lettura e condivisione.

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“Ci sono altre ragioni”

Non so a voi, ma a me è capitato molto spesso di affrontare i problemi nella vita della Chiesa cercando le cause che li hanno scatenati e di ricevere come risposta che “no, la causa che io dimostro non è la vera ragione, ci sono altre ragioni”.

Per esempio, parlando della mia amata musica sacra, dico che una delle cause dello sfacelo attuale è che non si considera più il musicista di Chiesa come un professionista che deve essere giustamente compensato, ma la risposta è “ci sono altre ragioni”; oppure lamento l’abbandono dei repertori tradizionali come canto gregoriano e polifonia ma, anche qui, “ci sono altre ragioni”; quando poi denuncio che la crisi è aggravata dalla profonda incompetenza attuale del clero cattolico in materia di liturgia e musica sacra, dal favorire coloro che si sottomettono a questa ignoranza piuttosto che coloro che potrebbero fare qualcosa per uscire dalla situazione, dall’approccio veramente “ideologico” al Vaticano II da parte di coloro che oppongono un supposto “spirito” di cui sono gli unici ed autorizzati ermeneuti alla lettera, anche in questo caso “ci sono altre ragioni”.

MA QUALI SONO QUESTE RAGIONI?

Perché questo non te lo dicono. Mi sembra un modo per evadere la questione fondamentale, che dovrebbe spiegare a tutti noi come è stato possibile arrivare ad un tale livello di devastazione come quello in cui ci troviamo oggi, come è stato possibile lasciare incompetenti a-musicali a gestire la musica sacra in luoghi che dovrebbero essere un modello per gli altri, come si spiega il fatto che a quasi 60 anni dalla fine del Vaticano II le cose continuano a peggiorare. Vi prego, ditecele queste ragioni e non permette che possiamo pensare che continuate a mettere avanti questa frase perché vi rifiutate completamente di vedere le vere cause che ci hanno portato a questo!

Non si guarisce da una malattia se non si identifica la vera causa che l’ha prodotta.

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3 commenti

  • amos ha detto:

    Le cause sono: 1 Il Concilio che ha segato le gambe ai sacerdoti riducendone il ruolo nella chiesa e distraendoli con lo studio dei suoi documenti riempiendone il cervello con parole e parole, e a queste parole aggiungendo la cosiddetta parola di Dio che per quanto divina sempre parola è di cui la chiesa per millenni ha fatto senza o quasi. 2: l’eccessivo protagonismo del papa e dei vescovi che ha ulteriormente segato quel poco rimasto delle gambe dei sacerdoti. 3 La fine della cultura umanistica nei seminari. 4 L’abbandono e la solitudine dei sacerdoti ridotti ormai a celebrare funerali.

  • G. D. ha detto:

    Gen. Dott. Porfiri,
    per capire le ragioni, bisogna avere l’umiltà di riconoscere che il male nella Chiesa proviene dalla massoneria ecclesiastica che gradualmente ha occupato i suoi vertici ultimi 60 – 100 anni.
    E non dai legittimi PAPI attraverso i quali Gesù stesso ha governato la Sua Chiesa e diretto e confermato il C. V. II, così come spiegato chiaramente da papa Leone XIII in Satis Cognitum e da papa Pio XII in Mystici Corporis Christi.

    Gent. Aurelio, la invito ad ascoltare cosa dice Gesù a Padre Gaston Cortois riguardo il papa (allora Paolo VI) nel suo bellissimo libro” “QUANDO IL MAESTRO PARLA AL Cuore”.
    (tratto dai suoi quaderni terminati nel 1967-68)

    Gesù :
    “Mettiti con fiducia al seguito del Mio Vicario, il successore di Pietro.
    Non sbagli se ti sforzi di pensare in accordo con lui, perché in lui sono io a essere presente e a insegnare ciò di cui l’umanità ha bisogno nei tempi attuali.

    Non c’è niente di più pericoloso quanto il separarsi, anche solo interiormente, dalla Gerarchia.
    Ci si priva della ” GRATIA CAPITIS; si giunge via via all’oscuramento dello spirito, all’indurimaento del cuire:sufficienza, orgoglio e presto…. catastrofe.”
    ————————————-
    Dott. Aurelio, spero che queste parole di Gesù le facciano capire che, se Satana è riuscito ad occupare il trono di S Pietro attraverso il suo vicario JMB per distruggere la Chiesa, è perché i vescovi e i sacerdoti in questo ultimi 60 anni, si sono gradualmente separati dai legittimi vicari di Cristo, in particolare dall’ultimo Benedetto XVI, che mai ha abdicato, se pur costretto sulla croce della sede impedita.
    Ultimo legittimo Vicario di Cristo, che però, ad un anno della sua morte, nessun cardinale ha l’umiltà di riconoscere tale, né di eleggere il suo legittimo successore.
    Perché?

    Perfavore dott. Porfiri, glielo chieda lei ai cardinali come Burke, Sarah, Brandmüller etc, perché si rifiutano di ridare lo scettro del potere il mano a Cristo, l’unico che, attraverso il nuovo Pietro Romano da Lui stabilito, potrà finalmente liberare la Sua Chiesa dalle mani degli astuti nemici e tornare a guidare il suo popolo verso cieli e terra nuova, durante la grande tribolazione finale già iniziata. (San Malachia)

    La prego dott. Porfiri di chiedere a questi cardinali con cui è in contatto, di dimostrare compassione per il gregge disperso di Gesù Cristo, privato dei Pastori e del s Sacrificio valido, così come disposto dai s Canoni durante la sede vacante.

    Grazie di cuore e che Dio la benedica.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Caro maestro, non so se legga i commenti ai suoi articoli. In un certo senso, ci possono essere quasi sempre altre ragioni, perché molto spesso nessuno è in grado di individuare tutte le cause di un fenomeno storico complesso. Tuttavia, capisco bene l’uso benealtristico – terribile neologismo- – della frase. Se una ragione “pastorale” di quanto lei lamente c’è sta nell’assemblearismo che ha ammorbato Chiesa e società negli anni 60 e 70 e di cui ho conosciuto “autorevoli” rappresentanti sessantottini, ossia l’idea che al centro della celebrazione ci sia l’assemblea e che questa debba a tutti i costi cantare. Cosa poi smentita dai fatti perché ad occuparsi della musica è/era il gruppo schitarrante canzoni che solo il gruppo conosce.