Versetto di Matteo Sparito dalla Bibbia CEI 2008. “Questi Demoni…”. Investigatore Biblico.

27 Gennaio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Investigatore Biblico, che ringraziamo di cuore, e che mi ha lasciato veramente interdetto. Buona lettura e diffusione.

§§§

 

 

Voglio ringraziare un Confratello Sacerdote mi ha segnalato per mail questo obbrobrio firmato CEI 2008: non si tratta di un errore di traduzione ma di un versetto molto importante del Vangelo di Matteo, completamente depennato dai traduttori.

La cosa scandalosa è che questo versetto è stato cancellato anche nella Nuova Vulgata (Nova Vulgata – Wikipedia), sebbene compaia nella Vulgata di San Girolamo, nella Bibbia Ricciotti e nella Bibbia Martini, oltre che nella Cei 74.

Il versetto è inserito nel contesto dell’episodio della liberazione dell’epilettico indemoniato: alla domanda dei discepoli sul perché non erano riusciti a liberare il giovane, Gesù risponde: “Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno” (Mt 17,21).

Come potrete verificare, un versetto così importante è stato clamorosamente cancellato nella traduzione CEI 2008.

E, come per giustificare, nella nota viene detto:

“Il versetto (Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno) manca nei manoscritti più importanti. Una frase simile si trova in Mc 9,29. È probabilmente un’aggiunta tardiva al testo di Matteo.”

Non comprendo cosa significhi che manca nei ‘manoscritti più importanti’.

Il versetto, al contrario, compare nella Vulgata di San Girolamo.

“Hoc autem genus non eiicitur , nisi per orationem et ieiunum” (Mt 17,20. Compare al versetto 20 perché in questa versione è stato considerato non un versetto a parte ma una continuazione del versetto ventesimo)

Compare nella Bibbia Martini :

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“Ma questa sorta (di demoni) non si discaccia se non mediante l’orazione e il digiuno”;

E, ancora, nella Bibbia Ricciotti:

“Ma demoni siffatti non si scacciano se non con la preghiera e col digiuno”.

Quali siano questi ‘manoscritti più importanti’, citati dai traduttori 2008 nella nota, non ci è dato  saperlo.

Una cosa è certa: la Vulgata originale di San Girolamo, la Bibbia Martini e la Ricciotti lo riportano.

Nella Nuova Vulgata (traduzione del 1979 cfr. Constitutio Apostolica – Nova Vulgata (vatican.va)) il versetto è stato cancellato.

Quello che mi lascia perplesso è, da un lato, l’importanza del versetto – si parla di preghiera, di digiuno, di demoni -, dall’altro, la fretta e l’immotivata ragione per cui viene omesso.

Questa è la versione ufficiale della Chiesa: un versetto cancellato, che non viene più letto neppure in Chiesa.

Bene, a mio parere, una gravissima responsabilità da parte dei traduttori.

Lascio come ultimo commento questo passo dell’Apocalisse:

“Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro” (Ap 22,18-19).

Grazie ancora, carissimo Confratello Sacerdote, che me lo hai segnalato!

Investigatore Biblico

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99 commenti

  • Luca antonio ha detto:

    Vede Rolando io leggo da lei nello spazio di di due interventi : “Altro che “velatamente”! Tutti i vangeli tradiscono ben altra e realistica storia!”
    Poi :
    “Se Lasciamo far comizi politici, tanti giudei lo prenderanno in parola ed allora interverranno I ROMANI [unica volta che il termine appare nel NT!!!] e distruggeranno il Tempio e deporteranno la popolazione in cattività “.
    Capisce che le due affermazioni si contraddicono tra loro ? , come e’ che i vangeli trasmettano una storia di una ribellione ai Romani nominando poi i Romani una sola volta ?, per quale motivo visto che il Potere egemone era nelle mani di coloro che cercavano di giustificare con valutazioni politiche la messa a morte del Cristo, appunto come una sua ribellione a Roma ? e’ evidente che il vero messaggio dei Vangeli fosse altro, che fosse poi tutto simulato e falso e’ opinione.

  • Luca antonio ha detto:

    Caro Rolando, ma quale sarebbe la verita’ su Matteo 2,23? Quella che dice lei ?, quale poi ?, che la prima lapide a noi nota e’ del terzo secolo DC ?, per arrivare a dire cosa?, che Matteo e’ stato scritto dopo il 3 secolo o che si e’ inventato il posto nel 1 secolo, o che ha confuso nazir,consacrato, con un posto inesistente ?.
    Qualsiasi di queste sue ipotesi si scontra sia con la logica (che qui tralascio come superflua visto quanto segue) sia con la realta’ dei fatti. Nazareth aveva insediamenti umani sin dall’eta’ del bronzo e nel 2009 e’ stata portata alla luce un’ abitazione risalente all’epoca di Cristo dalla dott. Alexander che ci ha scritto pure un libro.
    E tutto riportato nella pagina di Wikipedia alla voce Nazareth, e come le dissi all’epoca sulla stessa questione, Wikipedia e’ modificabile dagli utenti, cambi la pagina scrivendo la sua “verita’” e poi me lo faccia sapere.
    Grazie

    • Rolando ha detto:

      Che dire? Per me le sue son tutte “balle”. Lei non ha lavorato col Padre Virgilio Corbo. Non solo, non è neppure a conoscenza della documentazione in merito.
      Delle raschiature, riscritture di prima, seconda e perfino terza mano del termine sui codici, a cominciare dai più antichi , a noi pervenuti e dalle incertezze e diversi riferimenti biblici, che vanno inesorabilmente a confermare che Gesù ebreo era un consacrato NZR alla maniera di Sansone. E come tale muore in croce ed il titolo della croce lo conferma. Pilato non sapeva di villaggi inesistenti. Andava diritto al reato non alla provenienza. Datti pace. La Fede è altra cosa. Gesù non cessa di essere Dio se fosse un consacrato NZR. Anzi.

      • luca antonio ha detto:

        NON SONO MIE le “balle” ma eventualmente di wikipedia, e poi mica ho mai negato che Gesù potesse essere anche un consacrato, un consacrato di Nazareth?. Mi spiega dove vede il problema nel suo ragionare se Nazareth fosse realmente esistita al tempo di Cristo ?.

        • Rolando ha detto:

          Forse non vuol intendere bene. Gesù storico è un uomo ebreo “consacrato”, cioè un vero ebreo osservante, uno della Fedeltà al suo YHWH, uno che professava la Fede che non c’è altro ELOHIM per Israele al di fuori di EL YHWH, che aveva loro dato la terra promessa, il regno del padre David.
          Cioè Gesù storico non era un “cristiano” secondo la fantasia di Paolo di Tarso. Quel Paolo, chiunque sia, che i versetti 21 e 22 del primo capitolo di Atti, lo escludono concretamente e materialmente dai testimoni storici affidabili dell’uomo concreto Gesù. Qualcuno lo aveva detto apertamente alle orecchie di Giovanni XXIII. Quello del grande Concilio ecumenico della post modernità. Ecco perché Dio, di conseguenza, non è neppure cattolico romano. Ma a dirlo non son io.

          • Luca antonio ha detto:

            La sua ipotesi e’ chiara ma debole, si scontra con una pletora di documenti , vangeli in primis, di diverso orientamento che danno un’ altra interpretazione della figura di Cristo senza confermare mai, neanche velatamente (la sua interpretazione di Gv che fa riferisce le parole del sommo sacerdote” e’ meglio che perisca un uomo che tutta la nazione ” e’ troppo vaga e puo’ ben essere interpretata come la classica scusa morale che ogni potere si da’ per giustificare le proprie nefandezze) che Cristo fosse a capo di una qualche ribellione verso Roma; partire da una sola parola per costruirci sopra un’ intera ricostruzione storica non compenetrandola in un contesto piu’ variegato ed ampio e’ limitativo.
            Comunque apprezzo per una volta tanto che Lei sia rimasto sull’ argomento senza divagare.
            Sempre cari saluti.

          • Rolando ha detto:

            Caro Luca Antonio, tu scrivi tra l’altro: “la sua interpretazione di Gv che fa riferisce le parole del sommo sacerdote” e’ meglio che perisca un uomo che tutta la nazione ” e’ troppo vaga e puo’ ben essere interpretata come la classica scusa morale che ogni potere si da’ per giustificare le proprie nefandezze).
            Lasciamo stare le nefandezze che ogni Potere tende a scusarsi perché è il testo ispirato di Paolo che assicura che “OGNI POTERE VIENE DA DIO” (Lettera ai Romani!)
            Altro che “velatamente”! Tutti i vangeli tradiscono ben altra e realistica storia! E tanti e concreti documenti storici coevi non reggono con le cose narrate nei vangeli, nel romanzo dei vangeli, che giustamente sono libri di “fede”.
            Comunque la ringrazio per aver definito “debole” la mia (!) ipotesi perché posso avvalermi di parole ispirate anch’io. “Quando sono debole, è allora che sono forte” che tengo per me; mentre a lei lascio l’onore del seguito del pensiero di Paolo: “Quando è forte, è allora che lei è debole”. Ovviamente non nella fede, in cui valgono contemporaneamente tutti due gli opposti.

          • Rolando ha detto:

            Caro Luca Antonio.
            La radice NZR del termine “nazoreo” che appare anche nei codici più antichi del NT, ricorre, cioè è documentata, nell’aramaico di Isaia 26,2 e qui la parola “emunim”, cioè fede, fedeltà, deriva dalla radice “emeth”, verità. Questo lo asseriscono gli studiosi ebrei dell’Università di Tel Aviv. Solo così si trova una documentata risposta razionale al passo di Mt2,23 e alla citazione, nel relativo passo di Mt2,23 del codice Rehdigeranus, del solo Isaia! Ti saluto caramente.
            Il termine è poi confermato in Atti in relazione con Paolo , caporione sovversivo e Nazareth non solo non è conosciuta, ma completamente ignorata anche da Paolo quando dice che Gesù è nato da donna e dal seme di David.

    • Rolando ha detto:

      Caro Luca Antonio. Tu scrivi: “Qualsiasi di queste sue ipotesi”. Ma quale ipotesi lei sogna?
      Mi sono riferito a ciò che “tradisce” , cioè rivela Mt2,23 quando cita i Profeti [Neevim], libri della storia di Israele.
      1) “…poiché Nazireo [NZR] di ELOHIM io da utero madre di me…” Gdc16,17.
      2) “… poiché Nazireo [NZR] di ELOHIM sarà….e lui comincerà a salvare Israele”. Gdc13, 5. Esattamente come lo vede e giudica Caifa nel Sinedrio in Gv 11, 48: ” … se lo lasciamo far comizi politici, tanti giudei lo prenderanno in parola ed allora interverranno I ROMANI [unica volta che il termine appare nel NT!!!] e distruggeranno il Tempio e deporteranno la popolazione in cattività “.
      3) E come ho già spiegato, la citazione del nome del profeta Isaia nel codice Rehdigeranus, al posto del generico Profeti, cioè gli storici scrittori del Neevim, è solo una conferma semantica tratta da Isaia che il consacrato è un uomo della Fedeltà al Patto. Un esemplare perfetto.
      Il resto l’ho già scritto. Nazareth? Lo ha già detto lei!!! Il generico luogo della idealità politica galilaica [Nazara (NZR) del Corano?] da dove sorgerà anche il Figlio della Stella, Messia pure lui, sconfitto dal grande Adriano.
      Campus stellae, Compostella, dove si trovano le ossa del fratello di Gesù, Giacomo, il Giusto, che prese la guida del movimento di quelli della Fedeltà e finì assassinato.

      • Rolando ha detto:

        Caro Luca Antonio, ti saluto cordialmente e ti aggiungo queste ulteriori informazioni.
        Lettere greche maiuscole tratte dal codice Vaticano Gr 1209, Roma e ritrascritte tali quali:
        “..ΦΙΛΙΠΠΟΥΤΟΥΕΥΑΓΓΕΛΙΣΤΟΥ..”Αττι 21,8. Dicono: “DI FILIPPO L’EVANGELISTA”.
        E si conosce anche un “Vangelo di Filippo” (CG II, sec.III Papiry in the Coptic Museum at Old Cairo).
        Contiene questo passo (47):
        “Gli apostoli prima di noi, lo chiamavano così: Gesù il Nazoreo Messia; cioè Gesù, il Nazoreo, il Cristo. L’ultimo nome è il Cristo; il primo è Gesù. Quello di mezzo è il Nazoreo. Messia ha due sensi: il Cristo è il misurato. Gesù in ebraico significa la redenzione; Nazara la verità. Il Nazoreo dunque è quello della verità…”.
        E ciò conferma Giudici (Neevim traditi da Mt2,23) ed Isaia del codice Rehdigeranus che ci mette sulla strada dell’autentico significato: un autentico consacrato NZR nazireo è un uomo della verità, cioè della Fedeltà al Patto tra YHWH ed Israele/Giacobbe.

  • Rolando ha detto:

    Caro Luca Antonio, io vorrei conoscere di qui non di là: non mi interessa chiedere ad un Matteo che neanche so chi sia. Dovrei girare per tutto il paradiso a chiedere: chi è Matteo quello che ha scritto il vangelo secondo Matteo? Io desidero conoscere di qui, non di là dove non c’è più nulla da conoscere perché il cervello sarà saturo e non sentirà più bisogno alcuno. Tanti anni fa in una lezione tenuta da Luca Cavalli-Sforza, costui ci disse che a lui spiaceva morire solo per un motivo: che non avrebbe più potuto conoscere.
    Infatti tu sai già qual è la verità circa Mt2,23!
    Per questo nessun interesse ti muove. Sei già saturo.
    Allora saprai anche bene circa il salmo 82 ebraico, la relativa citazione nel vangelo secondo Giovanni e il reperto 1QpAb del II-I sec. a.C. detto “commento ad Abacuc” di cui nel mio post di ieri 30 c.m. ore 12;30.
    Non rispondermi che io so, perché so di non sapere.
    Ciao.

  • il Matto ha detto:

    😬😬😬😬😬
    🥴🥴🥴🥴🥴
    🥺🥺🥺🥺🥺
    ⚡⚡⚡⚡⚡

  • Rolando ha detto:

    Per il caro Luca Antonio. Anziché richiamare il testo masoretico del 1008, sarebbe meglio ti fermarsi a riflettere sulla preziosa scoperta che Qunram ci ha regalato a proposito del perduto testo ebraico.
    È il reperto 1QpAb del II-I sec. a.C. detto “commento ad Abacuc” (Vedi Moraldi pag. 558).
    Nessuno può dire che questo scrittore, chiunque egli sia, non conoscesse l’ebraico e l’aramaico; eppure riporta una divergenza assoluta con Abacuc 12 del testo biblico massoretico vocalizzato.
    E poi concilia perfettamente col salmo 82, 6 e 7. “… ELOHIM voi e figli di ELYON tutti voi eppure come uomo morirete…”.
    Commento ad Abacuc 1,12: “NON SEI TU FORSE DA TEMPO INCOMMENSURABILE YHWH IL MIO EL, IL MIO SANTO? TU NON MORIRAI YHWH.
    SANTO = QODESH di Dt 23,18.
    Salmo 82, 7: “Eppure come uomo morirete”
    Si nota chiara la preoccupazione per quanto afferma il salmo!
    La citazione poi nel vangelo di Giovanni è totalmente inesatta. Si tratta dei figli degli ELOHIM chiamati pure ELOHIM e non di noi uomini umani come fa capire il vangelo mettendo questo riferimento al salmo in bocca a Gesù! La LXX traduce ELOHIM con Theos è EL YHWH con Kyrios o Adonay = Aton-mio.
    Sono in attesa di Mt2,23 secondo il tuo parere. Non si è mai finito di apprendere!

    • Luca antonio ha detto:

      ??? Ma che c’entra con la “giovane donna” della mesoterica con la “vergine” della 70 ??? Mi trovi il pezzo in questione di data certa anteriore alla 70 che riporta “giovane donna” anziche’ “vergine” e poi ne scriva.
      Grazie.

      • Rolando ha detto:

        Ma che vuoi che interessi a me se era una giovane donna, se era vergine e perfino se era donna!
        Non è lei il Dio dei cristiani cattolici romani, ma Gesù (Jehoshua) nazireo o nazoreo (NZR) detto Cristo, cioè Unto, Messia, anche Malkut, cioè re. Che diventa il nuovo Dominus per Paolo di Tarso ed YHWH, quello della “casa del Padre mio”, il Theos, divagando e piegando la più malleabile LXX a piacere.
        Alla “giovane donna che sta per partorire” o incinta di Isaia ci han pensato i vescovi cattolici tedeschi. Non è una questione che mi interessa. Mi interessa il tuo parere su Mt2,23. E non vuoi rispondere. Mi interessa “Jesus nazoraios basileius Joudaion” come personaggio storico, in barba a Camillo Ruini, che mi diceva che la questione non serve a niente (=non vale la pena) se non si crede che è anche Dio! Invece serve e come nobilmente ed umanamente serve: eroe greco e ‘santo’ cristiano.
        E mi chiedo: Carlo Maria Martini, sommo biblista, come ha fatto al arrivare a dire per primo, che Dio non è cattolico romano? Forse non conosceva bene le cosiddette sacre scritture? O le conosceva più che sufficientemente bene? Perché resisti a Mt2,23? Il coraggio se uno non ce l’ha, non se lo può dare. Ma mi rifiuto di credere che tu sia un don Abbondio manzoniano. O che tu devi stare tanto guardingo su argomenti del genere, come lo fu il grande Manzoni sul toccare anche di striscio le competenze della Chiesa cattolica romana nei suoi Prossimi Sposi. Ciao

        • luca antonio ha detto:

          Legga i commenti più in basso.
          Anzi la agevolo riportando la sua domanda e la mia risposta:
          D-Non mi hai ancora spiegato dove stanno nell’AT le profezie cui allude Mt2,23 oppure se questo profeta è Isaia come dice un importante codice che ho sotto mano. Sai, sono in attesa da te cosa sai in merito come studioso. Lo chiedo a te perché volevo un confronto con quello che so io….
          Vorresti accontentare la mia peccaminosa curiosità?
          R- E se le dicessi che non si sa perche’ oggi non si sa?
          Lo chiedero’ a San Matteo quando lo incontrero’😁, nel frattempo continuero’ a pensare che e’ più’ credibile lui di quelli che a distanza di 2000 anni pretendono risposte da documenti che non esistono piu’.
          Sempre vive cordialità.

          • Rolando ha detto:

            Mi sembrava di essere stato io il primo a chiederglielo.
            Comunque fa niente. Grazie lo stesso. Ha visto più sotto in data odierna sempre, la mia professione di fede? Spero, data l’età, di non aver dimenticato qualche verità! Atto di fede, di dolore, di speranza e di carità.
            Ma quella parola di Dio che dice: “l’amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto osa” o l’altra “la lettera uccide, lo spirito vivifica”, costituiscono una continua diabolica irresistibile tentazione!
            Et ne nos inducas in tentationem sed libera nos a malo.
            Amen

          • Rolando ha detto:

            Carl Luca Antonio,
            “E se le dicessi che non si sa perche’ oggi non si sa?”
            Davvero “oggi non si sa”? Perché usa quel “si”? Questo “si” usato da lei è molto più interessante dello stesso passo di Mt2,23!
            Possibile che tu dia dell’ignorante anche a Tertulliano in quel tuo “si”?
            I Giudici appartengono ai “Profeti Anteriori” Nèviim , (grammaticoi) e già Tertulliano era turbato da questo problema (cfr. Tertulliano, adv. Marco. IV, 8) che vedeva nel nazireo Sansone ( un consacrato! ) una figura di Gesù. E Tertullo di Atti 24,5 definisce Paolo ” caporione della setta dei Nazorei!
            Gesù mi interessa incomparabilmente di più delle tre stelle della giovane donna ancora vergine o non vergine.

  • Miscredente ha detto:

    Una domanda sorge spontanea, a vedere tutto ‘sto bailamme: ma se veramente la Bibbia fosse “Parola di Dio” come sostiene qualcuno, perché Dio (a voler supporre che esista e che sia, guarda caso, proprio quello cattolico) non ha parlato in modo chiaro e preciso, consegnando a qualcuno un libro già bello pronto stampato (come ha fatto coi Mormoni facendo trovare al profeta Smith il Libro di Mormon scritto su tavole d’oro) o dettandolo a qualcuno in modo rapido e veloce (come ha fatto col Corano), invece di affidare la sua Parola a degli sconosciuti che l’hanno riportata su fragili fogli di papiro e pergamene ammuffite scritti, cancellati, riscritti, manipolati, taroccati, tradotti, ritradotti, aggiunti, tolti, variati, tagliati, cuciti, assemblati e disassemblati, selezionati nel corso di secoli, mandando a perdere gli originali e tramandando copie di copie di copie manoscritte da gente che qua e là cambiava una lettera, aggiungeva una parola, ne toglieva un’altra e così via? (Tutto questo per non rivelare poi nulla che quella gente che scriveva non sapesse già per conto suo: ad esempio, non ha rivelato la geografia del globo terracqueo o come curare le malattie o come inventare gli aeroplani e altre cose utili per l’umanità: abbiamo dovuto fare tutto da soli). Invece di una procedura così complicata, che rende la Parola di Dio parola molto umana (considerato anche che i libri della Bibbia sono stati selezionati da uomini tra tanti possibili), non poteva rendere il tutto più facile consegnando all’umanità un manuale di istruzioni già pronto all’uso? 🙂

    • Orso Garibozzi ha detto:

      forse dovremmo imparare l’umiltà di tacere e pregare . o almeno di fare il post SOLO DOPO aver recitato una decina del rosario . sicuramente Tosatti approverebbe ! 🙂

    • Rolando ha detto:

      Stimatissimo e carissimo MISCREDENTE.
      Tu non sei un miscredente, ma un grande “credente” nella Realtà, questa Realtà di cui “conosciamo” solo le forme come immagine-pensiero. Questo è il solo ed unico libro aperto tutto sacro! De rerum natura: il demone delle rivelazioni delle religioni! TANTUM RELIGIO POTUIT SUADERE MALORUM.

    • Luca antonio ha detto:

      Bella riflessione, davvero profonda…non raggiunge per intelligenza Huckleberry Finn che, bambino, non abbraccio’ la fede caldeggiata dalla nonna perche’ Dio non gli aveva materializzato la lenza da pesca richiesta, ma comunque il suo, caro miscredente, e’ uno sforzo intellettivo davvero apprezzabile.
      Ah… lo legga Le avventure di Huckleberry Finn, capolavoro.

      • daggabri@gmail.com ha detto:

        Se il ragazzo Finn non si è fatto cristiano per quel motivo, non è stato molto intelligente: avrebbe dovuto motivare la sua miscredenza col fatto che i cristiani tenevano i neri in schiavitù (obbedendo alla Bibbia) e gli strappavano a frustate la pelle della schiena dopo aver recitato le preghiere del mattino. Forse era più cristiano
        nell’ intimo Huckleberry ad aiutare il suo amico a sfuggire dalla schiavitù, dei bigotti che la domenica obbligavano i neri ad osservare il riposo domenicale e a lodare Dio, salvo massacrarli gli altri giorni.

  • Orso Garibozzi ha detto:

    ehi ragazzi … non è ancora finito ?
    certo che ‘post ne ha scatenato di putiferio “pu-ti -fe -rio” . già da dove viene ? da putifarre? non so e non m’importa.
    comunque ripeto è un bel modo di mandarsi a stendere ( i panni) l’un con l’altro [anche il mio precedente intervento tra l’altro] .

  • Stilobate ha detto:

    Bisogna ammettere che non di rado l’Investigatore sembra andare, come si suol dire, per rane: attenzione a non prender per geniali rettifiche quelle che talora sono svarioni interpretativi. *** Ma al di là di tutto, badiamo di non dar troppo spago alle parascienze filologiche, biblistiche e linguistiche, che hanno, sì, una loro interessante valenza culturale, intellettuale, accademica, enigmistica, onfaloscopica, e persino euristica, ma che ai fini della fede e della vita spirituale son del tutto accessorie e prescindibili, quando non narcotizzanti e intossicanti.

    • Rolando ha detto:

      Stilobate carissimo, che piacere leggere questo tuo saggio intervento. Io lo condivido intimamente. Ho ancora in mente ed in archivio un tuo intervento a me diretto circa il mito platonico di Er e San Paolo!
      La saluto con grande piacere.

    • Luca antonio ha detto:

      Grazie, come vede Lei, la miglior testa di questo blog, mette d’ accordo sempre tutti.
      Scriva di piu’ la prego, come le ho gia’ detto , non si tiene il lume sotto il moggio.
      Un davvero caro saluto.

    • Stilobate ha detto:

      @Luca Antonio e Rolando. Anche quando animati da istanze e concezioni discordanti, gli scambi di prospettiva, se condotti in modo onesto e rispettoso, offrono sempre positivi spunti di riflessione. Ma al di là delle questioni agitate, bisogna poi procedere a metabolizzare gli spunti raccolti: non solo quelli di “merito” (cosa si va asserendo in merito a questo o quello) ma anche quelli, spesso più illuminanti, di “posizionamento” e di “condotta” (come ci si pone di fronte a questa o quella questione e a questo e quell’interlocutore, da quale sentire si è animati, cosa si ha in vista, etc.). Ed ecco allora il tempo del silenzio. *** Ricambio il vostro cordiale saluto

  • il Matto ha detto:

    Pandemonio
    pan-de-mò-nio

    SIGNIFICATO Disordine, confusione

    ETIMOLOGIA neologismo dello scrittore inglese J. Milton come nome della capitale dell’Inferno nel poema “Paradise Lost”, del 1667. Composto dal greco: pan tutto e daimonion demonio.

    Un pandemonio è un putiferio disordinato, una situazione di confusione rumorosa; con una sola, calzante parola, è un inferno.

    L’immagine di riferimento è tanto intuitiva quanto efficace: nel poema di Milton, Pandaemonium è la capitale dell’Inferno, nuova, terrificante patria del non posatissimo esercito degli angeli caduti.

    Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/pandemonio

  • davide ha detto:

    Per correggere alcune falsità di commentatori del sito:

    Il versetto Mt 17,21 si trova in alcuni importanti codici greci antichi: Codice W (fine IV/inizio V secolo), Codice C e D (entrambi del V secolo), Codice E e L (entrambi dell’VIII secolo), Codice G (IX secolo) e altri. Anche se il versetto non era originariamente nel Codice Sinaiticus del IV secolo, né fu aggiunto dal primo correttore, uno scriba successivo lo aggiunse anche a quel manoscritto, forse già nel V o VI secolo e probabilmente non più tardi del settimo. Il versetto si trova anche in alcuni manoscritti copti siriaci e bohairici ed è nelle copie armena e slava.
    Si trova anche nel commento di Origene di Alessandria a Matteo (libro 8, cap 7), che risale al terzo secolo, e nelle Omelie di Crisostomo della fine del quarto secolo. Agostino (inizi del quinto secolo) e molti altri padri latini citano similmente il versetto come ricorrente in Matteo,3 sebbene questi casi alla fine ci dicano solo quello che già sappiamo, cioè che il versetto faceva parte della tradizione manoscritta latina.4 In ogni caso, il versetto era chiaramente diffuso in un periodo abbastanza antico nella storia della Chiesa e non può essere semplicemente cancellato.

    Uno dei mali della chiesa cattolica è aver adottato il metodo storico critico, di stampo modernista-protestante. liberatevene, come dei commentari che adottano tale metodo (nestle -aland) e che assumete come verità.
    i criteri di verità cattolica sono definiti da san vincenzo di lerino. antichità, universalità, ubiquità. tutta l’antichità conosceva questo testo e la tradizione della chiesa ce lo ha tramandato. chi siete voi modernisti per cancellarlo?

    • Rolando ha detto:

      Caro Davide.
      “i criteri di verità cattolica sono definiti da san vincenzo di lerino.”
      Come dire: ogni corrente di pensiero stabilisce la propria verità.
      La Chiesa cattolica ha scelto 4 vangeli come fondanti la Chiesa stessa, che li ha scelti, scartando gli altri! Ottimo criterio di verità!

      • Datti pace, figliuolo ha detto:

        Rolando, questo è. La Chiesa cattolica si fonda su 2 (due) colonne: Tradizione e Scrittura. La Tradizione ci consegna 4 vangeli canonici. Punto. Non ti piace? È un problema tuo, non della Chiesa. Fattene una ragione e datti pace.

        • Rolando ha detto:

          Come non mi piace? Eccome mi piace! Altrimenti dove il piacere di leggere materialmente e letterariamente quelle parole!

        • Rolando ha detto:

          Da quanti secoli, figliuolo, si invoca pace su Gerusalemme! Speriamo che non la trovi in una nuova distruzione. UBI DESERTUM FACIUNT PACEM APPELLANT.
          A che pro darmi pace, se questo è un piacere, prima della requies aeterna!?

        • Rolando ha detto:

          DATTI PACE FIGLIUOLO. Lo so bene. Il card. Lercaro mi aveva promosso nell’esame della fede con Lui sostenuto!
          In scriptis et non scriptis traditionibus(Concilio di Trento)
          Il credo romano col descendit ad inferos (Novello Orfeo).
          Il credo costantinopolitano.
          Il credo di sant’Attanasio o attanasiano.
          I sette sacramenti.
          Il dogma della Teotocos, la Madre di Dio.
          Il dogma della verginità perpetua della Vergine Maria: ante partum, in partu et post partum (le tre stelle).
          L’infallibilità del Concilio ecumenico col papa di Roma.
          L’infallibilità ex cathedra del Sommo Pontefice ed in fatto di fede e di morale.
          E tutto ciò che la santa Chiesa ci propone a credere.
          Insomma se si nega anche una sola delle verità dogmatiche insegnate dalla Chiesa Docente o si sostiene anche uno solo degli errori condannati dal Sillabo, chiunque sia battezzato appartenente alla Chiesa Docente o alla Chiesa Discente va dritto dritto all’inferno, dove oltre la pena del danno c’è l’eterna pena del fuoco ( A meno che non si penta e ritragga con una sacramentale confessione del peccato mortale o con un atto di dolore perfetto), che oltre il godimento della visione beatifica di Dio per i fortunati ferrei, monolitici credenti morti in grazia santificante, la visione di questa pena in cui i dannati si tormentano costituisce in pari tempo un di più di gioia oltre la suddetta visione beatifica, secondo, ovviamente, la teologia del bue muto e prima di lui, di san Paolo.
          Disposto a credere a tutto anche quello, che data l’età ho dimenticato. Compresa avviamente l’impossibilità di un riesame storico sulle persone catalogate nell’album dei Santi e dei beati.
          La Chiesa cattolica romana fonda se stessa sul NT che essa stessa, a sua volta, si è scelto come divinamente ispirato.

    • Gabri ha detto:

      Per fare un lavoro ben fatto e che provasse a fingere di avere una parvenza d’ imparzialità, avresti dovuto citarci anche tutti i codici dove NON compare il versetto, a meno che non ci sia un complotto mondiale per cui tali codici senza versetto non esistono e la loro esistenza sia tutta un’invenzione dei satanisti. Peraltro nessuno ha mai negato che ci siano manoscritti in cui tale versetto compare, tant’è che il versetto lo pubblicano (non è “cancellato”): si tratta di capire se siano più attendibili gli uni o gli altri. Ma visto che tutti voi siete così esperti di codici antichi e quant’altro e potete giudicare gli studi e i lavori altrui al punto di dire di lasciar perdere questo o quel commentario, perché nelle accademie ed Istituti ci sono quegli altri e voi invece di scrivere e pubblicare commentari alternativi a quelli degli eretici state a scrivere commenti sul blog di Tosatti? 🙂 Non avete nemmeno la scusa di essere ostracizzati dalla casta eretica dominante in Vaticano, perché al giorno d’oggi chiunque può autopubblicarsi a costo quasi zero un libro senza avere alle spalle una casa editrice.

  • Sempre peggio! ha detto:

    Non è ancora finita la discussione su questo articolo, che il prolifico Investigatore ne ha sfornato un altro, sulla Lettera ai Romani, in cui purtroppo dimostra ancora una volta le sue serie lacune nella traduzione dal greco: dice che una tal parola (“somiglianza”) presente una sola volta in un versetto greco, sarebbe stata erroneamente inserita due volte in Cei08. Purtroppo per lui, la parola c’è in greco una sola volta (“somiglianza della morte”) perché nel secondo caso è data per sottintesa (somiglianza “della risurrezione”) e ciò lo si deduce dal fatto che “della resurrezione”, messo da solo senza collegarlo a “somiglianza” non starebbe in piedi, non sarebbe collegato ad alcunché. E il bello è che scrive pure la frase latina, facile da capire: “similitudini mortis eius, sed et resurrectionis”: “somiglianza della morte di lui, ma anche (somiglianza, sottinteso) della risurrezione (di lui, sottinteso)”. Si tratta di due complementi di specificazione (morte e resurrezione) dipendenti dallo stesso sostantivo (somiglianza), sennò “della resurrezione” da solo non sarebbe legato a nulla: un complemento di specificazione deve sempre avere qualcosa da specificare, e lì c’è solo “somiglianza” da cui può dipendere. È veramente imbarazzante. Queste sono frasette che imparano a tradurre i ragazzini quattordicenni. Vorremmo dare un suggerimento affettuoso a questo Investigatore: ci sono degli insegnanti di greco e latino che su facebook si offrono per dare ripetizioni; ne contatti uno, al quale sottoporre i suoi articoli prima della pubblicazione, eviterà queste tristi figure.

    • Sempre peggio! ha detto:

      Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Il Nostro nell’indizio 166 scrive: “Tradurre con ‘a somiglianza della Sua Risurrezione’, è una licenza ingiustificata… Il termine usato in greco è ‘omoiomati’, ovvero simile”. Purtroppo per lui, il termine omoiomati non significa affatto “simile”, perché non è un aggettivo, ma un sostantivo: il dativo (complemento di termine) di omoíoma, e vuol proprio dire “a somiglianza” (Nel commento sopra, nella fretta ed in preda allo schock per ciò che avevo letto, avevo dimenticato la preposizione “a”), quindi la traduzione di Cei08 è letterale parola per parola, altro che licenza ingiustificata. E l’apice della comicità lo raggiunge alla fine, quando riscrive con parole sue la traduzione di Cei74, sbagliandola ma dicendo che è giusta: “così siamo stati uniti a Lui attraverso la Sua Risurrezione”; e quella di Cei08, azzeccandola ma dicendo che è sbagliata: “come siamo stati uniti a Lui per analogia alla Sua morte, così siamo stati uniti per analogia alla Sua Risurrezione” (In realtà saremo uniti, ma vabbè). Scrivendo “attraverso la sua risurrezione” lega la parola risurrezione ad un “attraverso” che nel testo non c’è, e se lo è dovuto inventare perché sennò “risurrezione” non sta in piedi, slegandola da “a somiglianza” come vorrebbe fare lui; oltretutto, a quello che nell’originale è “della risurrezione” leva chissà perché il “della” (perché non sa che è un genitivo e corrisponde a un complemento di specificazione?) e lo trasforma da genitivo ad accusativo, un pasticcio totale. Alla fine, ciò che è giusto dice che è sbagliato e ciò che è sbagliato dice che è giusto. E tutto ciò perché ciò che c’è scritto nel testo non gli piace, dice che non corrisponde alla sua idea teologica: così, per farlo aderire a ciò che lui ha deciso che debba voler dire, manipola il testo, lo smonta e lo rimonta a suo piacimento in barba a tutte le regole grammaticali e sintattiche: un macello assoluto.

  • Luca antonio ha detto:

    Rolando caro, MT 2,23, forse non ricorda lo scambio che gia’ abbiamo avuto sul punto assieme ad Adriana.
    Se lo rilegga, ma anche se fosse quello che dice lei, mi spiega che cosa possa rappresentare in un contesto di una Storia bimillenaria di atti concludenti ?.
    La mia casa nativa antica sta li’, nella valle lungo il fiume, con i suoi muri in pietra larghi e protettivi e nessuno dei miei antenati e neanche nessun contemporaneo e’ stato mai talmente deficiente da fare, su suggerimento del vicino che ci ha sempre odiato, carotaggi alle sue fondamenta per stabilire la saldezza delle stesse.
    La chiesa dei giuda ha fatto questo, permettere al nemico di verificare la “fondita’” delle fondamenta, la cosita’ della cosa direbbe Heiddeger, un richiesta che avrebbe dovuto suscitare, in una mente sana, solo il riso.
    Ma qualche deficiente/giuda evidentemente c’e’ stato e ora le fondamenta stanno cedendo e la casa e’ in rovina; ma non perche’ sia stata scoperta la verita’ , ma, al contrario perche’ si e’ surrettiziamente imposta la menzogna attraverso metodologie di ricerca tese alla confutazione piuttosto che alla conferma della solidità, conclamata dal tempo e dai fatti, delle stesse fondamenta.
    Lei, a torto, pensa che francobolli di papiri senza autore e senza contesto, interpretazioni tardive e capziose, puntini minuscoli in un affresco enorme di Storia, possano scalzare la solidita’ di opere, di civilta’ e bellezza incomparabili, e, soprattutto, di vite vissute e spese in tale contesto.
    Cordiali saluti

    • Rolando ha detto:

      Che deludente risposta! Poteva evitarla! Non sto negando Dio, né la verità della sua Fede, ma semplicemente una spiegazione che non è in grado di dare. Dice l’Eterno dei Giorni nella bibbia: i miei pensieri non sono i vostri pensieri. Ecco io chiedevo di impegnare il tuo pensiero su quel versetto, non quello del Dio del tuo Credo e tan meno la tua Fede. Il motivo mi sembra ovvio: tu non puoi pensare come Dio.
      Ma la bibbia penso che tu possa leggerla con la tua capacità intellettiva.

      • Luca antonio ha detto:

        Il mio pensiero su quel versetto…ne abbiamo gia’ parlato ad agosto 2022, ma forse non se lo ricorda, Gesu’ era detto Nazareno per due aspetti, uno perché abitante di Nazareth, due in quanto uomo consacrato, nazir se non ricordo male.. Lei, sulla scia di una lettura del testo solo ebrea, -ma mi spiega com’e’ che non c’e’ una volta che lei vada contro le letture dei “fratelli” maggiori ?- dava dignita’ di esistenza solo alla seconda interpretazione ed io obiettivo che le due avrebbero potuto benissimo andare insieme, come ad es. un abitante di Roma che possa anche chiamarsi Romano.
        Per riferimenti esterni a sostegno del Nazareno come luogo di origine potrebbe anche chiamarsi in causa Giovanni “…ma e’ uscito mai qualcosa di buono da Nazareth?.
        Caro Rolando, per il resto rimando a quanto detto che la mia non e’ una sola fede ma una ragionevole certezza basata su fatti ed eventi conseguenti che solo un profondo odio possono catalogare come illusioni o artifizi umani.
        Sempre cordiali saluti

        • Rolando ha detto:

          Caro Luca Antonio, è un giudizio o meglio un pregiudizio, ritenere “odio gratuito” il fatto di ragionare con la propria testa ed anche quello di rimanere sulle proprie convinzioni finché non vengano superate da ragioni superiori. La Fede quando si indaga in fatti storici non è una ragione valida, perché è comunque sempre valida anche a prescindere.
          Nazareth non è un luogo documentato in tutto l’AT. Non esiste, nel senso che non è conosciuto nell’AT. I Neevim cui appartiene il libro dei Giudici conoscono il termine “consacrato” “santo” (qodesh) fin dal seno materno con un termine ebraico la cui radice è NZR . Nazir, nazoreo.
          Sansone è figura di Gesù (Tertulliano). I termine torna in greco nel titolo della croce. Gesù è il consacrato re dei Giudei, fin dal seno materno per il regno del padre David. Ogni altra spiegazione è subdola come quel versetto che avrebbe, forse, voluto farla passare ma ha scoperchiato la pentola della storia reale, fattuale.
          E il grido disperato di Gesù sulla croce richiama il salmo 78,35 base granitica del 22. Questa è una solida spiegazione storia, più che la Teologia visionaria di Paolo, di cui Giacomo il fratello di Gesù, succedendogli, diffida. Il codice latino Rehdigeranus in quel versetto di Matteo cita il nome di Isaia appunto perché il consacrato è “quello della verità” ( emunim ), l’osservante, quello della fedeltà, che è radice ebraica del termine nazir. La conferma viene anche dalla setta dei Mandei che derivano da Giovanni Battista ed attribuivano a sé il titolo, appellativo, di Nazoraje cioè Osservanti. Poi abbiamo la spiegazione nel vangelo di Filippo che dice appunto che nazoreo è quello della verità. Nessuno di questi conosce Nazareth o il termine come toponimo. La storia è questa. O per lo meno è molto più convincente. La fede è un’altra cosa: non ha bisogno di spiegazioni. Il Gesù della storia fu un autentico figlio devoto di Israele che si battè con tutta la sua Fedeltà alla causa, come lui disse, “DELLA CASA DEL PADRE MIO [YHWH].

  • Lady ipsilon ha detto:

    Quante diatribe ! Ma, da dilettante (e non da laureata al pontificio istituto biblico) vorrei ricordare a tutti voi un paio di cose.
    1) Cristo afferma di essere la Via , la Verita’ e la Vita. Quindi e’ Cristo Verita’ che noi adoriamo e a cui ci comunichiamo.
    Affermare che la verita’ e’ irraggiungibile oppure che esistono diverse verita’ equivale ad allontanarsi dal messaggio cristiano.
    2) esiste una teoria matematica dell’informazione che afferma che un messaggio e’ tanto piu’ autentico quanto piu’ e’ vicino alla sua fonte.
    Se applichiamo questo ragionamento ai testi biblici vediamo che la Vulgata cioe’ la traduzione di san Gerolamo dai testi originali in lingua latina gode di una certa autorevolezza sui testi posteriori.
    Possiamo cioe’ affidarci alla Vulgata con ragionevole fiducia.

    • Rolando ha detto:

      No cara! Il 1) punto ti fa onore se tu fermamente credi a quelle parole. L’uomo sente il bisogno di porre fiducia in qualcosa.
      Ma credere che le abbia pronunciate Gesù, ciò è altra cosa.
      QUIS QUID PER ALIUM DIXIT SIBI DIXISSE PUTATUR. Quello che tu dici per un altro, sei tu innanzitutto che lo dici!
      Allora bisogna credere a tutte le parole messe in bocca a Gesù.. Non solo a quelle contenute nei quattro punti cardinali. Ci sono molti punti intermedi!
      Già Agostino nel IV secolo scriveva: EGO VERO EUANGELIUM NON CREDEREM NISI ME AUCTORITAS SANCTAE ROMANAE ECCLESIAE COMMOVERE. Io non crederei nel vangelo se non mi spingesse l’autorità della santa Chiesa di Roma. Di Roma. Chiaro? I vangeli non sono sufficienti né alla Fede, né alla salvezza. Infatti “NON PUÒ AVER DIO PER PADRE CHI NON HA LA CHIESA PER MADRE”, sentenzierà un altro Dottore. Ecc… ecc… E così il circolo vizioso è fatto: i vangeli legittimano la Chiesa e la Chiesa legittima (si sceglie) i vangeli.

      • luca antonio ha detto:

        “L’uomo sente il bisogno di porre fiducia in qualcosa.”
        Esattamente come Lei che stima testi e interpretazioni di centinaia di anni più tarde rispetto all’originale, vedi, ma è solo un esempio tra tanti, la “giovane donna” invece che “vergine” della bibbia masoterica di cui abbiamo il testo esistente più antico dell’anno 1000 dopo Cristo, 1200 anni di differenza rispetto alla Bibbia, avvallata dai rabbini dell’epoca, usata dalla chiesa cattolica per la sua tradizione. Ma la 70 per Lei, riprendendo voci postume e tardive hanno ragione gli ebrei della masoterica a giudicare la 70 una schifezza. Ah…dimenticavo, i testi di Qumran hanno sollevato più di una perplessità sulla correttezza della masoterica: “Con la scoperta di ampi frammenti della Bibbia ebraica tra i Manoscritti del Mar Morto sono state sollevate domande circa l’accuratezza testuale del Testo masoretico; cioè se il testo masoretico che costituisce la base delle più moderne traduzioni dell’Antico Testamento sia più accurato rispetto ad altre traduzioni come la Septuaginta, la Peshitta siriaca e il Pentateuco samaritano”(wikipedia ).
        Rispetto al fatto poi che Gesù non abbia detto questo o quello perchè le sue parole sono state riportate da altri (non c’erano i registratori !), sono curioso di sapere da Lei il termine tecnico di tale metodo storiografico e quando mai sia stato utilizzato per qualunque personaggio storico, così per sapere, per mio arricchimento.
        Cordialità.

        • Gabri ha detto:

          Peccato che al testo ebraico, greco o latino ognuno attribuisca di volta in volta autorevolezza a seconda di come gli conviene per sostenere le sue idee preconcette e fare dire alla Bibbia quel che vuole lui. Io seguo da anni il nostro amato Investigatore: una volta lo contestai non ricordo più a che proposito, facendogli presente che la LXX traduceva in modo diverso da come proponeva lui, ed egli mi ribatté che l’Antico Testamento è stato scritto in ebraico e all’ebraico bisogna guardare e non alle sue traduzioni; discorso analogo quando a smentirlo era la Vulgata, disse che bisogna guardare l’ebraico. In un articolo di qualche tempo fa in cui il masoretico aveva una parola che non gli piaceva, disse di guardare la LXX. È un continuo gioco dell’oca: se il greco dice una cosa che non vi va, dite che bisogna guardare il latino; se anche questo non va bene, dite che bisogna guardare all’ebraico; se questo non vi soddisfa, dite che il testo masoretico fa schifo e bisogna guardare il greco, e così via. Se la parola ragazza fosse nella LXX e vergine nel masoretico, direste che la LXX fa schifo e che bisogna guardare il masoretico; è tutto un continuo rivoltare la frittata per cucinarla secondo i vostri gusti, perché non partite dalla Bibbia per fare teologia, ma partite dal catechismo per trovare nella Bibbia ciò che potrebbe adattarsi alla dottrina. Ma per favore… Poi già uno che dice che la Bibbia non va studiata col metodo storico-critico… Magari credete pure che il pianeta Terra abbia 5000 anni in base a calcoli fatti con la Bibbia, come ancora oggi si canta nella Kalenda della Messa di Natale tridentina.

          • Rolando ha detto:

            Ben detto Gabri! Questi sono esercizi per studiosi dei lasciti della Storia! La presunta verità delle diverse dottrine teologiche da cui scaturisce un “credo” e su cui si basa la fede, centra ben poco o nulla.
            Il “mistero” di Dio [che non è un nome proprio] non è racchiuso e limitato da nessuna dottrina umana, neanche se conclamata di “rivelazione”. Tutta produzione del pensiero umano in cerca di una convenienza dominante. Fallace.

          • Luca antonio ha detto:

            Ma che bello il gioco del “sei tu che prendi quello che ti fa comodo !” … “no, sei tu!” …tu!…..tu!…
            OGNUNO prende quello che gli fa comodo.
            La differenza la fa la sostanziale razionalita’ interna del mosaico che si va a comporre e il criterio con cui lo si compone; li’ a quel punto deve subentrare, ed e’ faticoso, l’ onesta’ intellettuale. C’e’ chi si affatica a mantenerla e chi, pur di averla vinta, no.

        • Rolando ha detto:

          Luca Antonio caro, lasci stare la bibbia ebraica, che la chiesa cristiana e cattolica romana ha fatto propria, che è poi la LXX, e che comunque non corrisponde a quella ebraica nella scelta fatta dei testi di cui si compone e che comunque “è rubata” per trovarvi l’annuncio e fondare la messianicità, comunque ebraica, di un tal Gesù ebreo diventato Cristo e cattolico romano per i cittadini dell’impero e del mondo. Lasciamo. Guardiamo il NT, la “nuova alleanza” che non è certo quella intesa da Geremia! Questa nuova alleanza sulla via per Damasco; guardiamo questa, che comunque non ha mai annullato la precedente! Guardiamo la quantità enorme di vangeli, di detti di Gesù….di cui, nella sua lingua sono pervenute cinque magre parole, ma quattro assai significative e pronunciate in croce.
          Non mi hai ancora spiegato dove stanno nell’AT le profezie cui allude Mt2,23 oppure se questo profeta è Isaia come dice un importante codice che ho sotto mano. Sai, sono in attesa da te cosa sai in merito come studioso. La fede non c’entra! La fede è fede. Tanto di cappello. Lo chiedo a te perché volevo un confronto con quello che so io. Anche se….inopia magna eloqui mei!
          Vorresti accontentare la mia peccaminosa curiosità?
          In Seminario mi dicevano: e chiedi poi all’amico se viene anche all’inferno con te. Com’è romantico!

          • Luca antonio ha detto:

            E se le dicessi che non si sa perche’ oggi non si sa?
            Lo chiedero’ a San Matteo quando lo incontrero’😁, nel frattempo continuero’ a pensare che e’ più’ credibile lui di quelli che a distanza di 2000 anni pretendono risposte da documenti che non esistono piu’.

  • Agnese ha detto:

    Inquadriamo il versetto.
    Gesu’ sta parlando ai discepoli che ñon sono stati capaci di guarire un giovane epilettico.
    Gesu’ dice aai dìscepoli che non sono stati capaci di scacciare il demone a motivo della loro incredulita’ perche’ se avessero fede quanto un granel di senape potrebbero dire al monte vicino di spostarsi da qui a la’ ed esso si spostera’ e niente sarebbe loro impossibile.
    E poi , ecco, il versetto incriminato.

  • PEDRO ha detto:

    In Spagna, la traduzione di Nácar-Colunga, probabilmente la più apprezzatta durante almeno cinquanta anni, elimina il versetto in Matteo e aggiunge una nota dicendo: “questo versetto è preso da Marco 9, 29, Probabilmente un’addizione posteriore”.

    • Amparo ha detto:

      No es así, por lo menos hasta 1969, el versículo figuraba en el texto, con una nota que aclaraba que faltaba en los mejores códices. Muertos Don Eloíno Nácar Fuster y el Padre Alberto Colunga Cueto O.P. autores ambos de las primeras versiones desde 1944, la Editorial lo habrá corregido.

  • Giovanni ha detto:

    La situazione è piuttosto semplice : se metto le mani in antichi documenti tradotti e ritradotti, interpretati e reinterpretati nei quali non è semplice raccapezzarsi l’unico risultato sarà allontanarmi dalla verità . Si sa’ la verità è vicina alla fonte generatrice. Poi c’è l’approccio col quale si interpretano i testi. Sappiamo bene che certi versetti sono particolarmente scomodi. La Bibbia prevede questo modo di procedere nella chiosa finale.

    • Rolando ha detto:

      No! Giovanni, nò. Non ci si allontana mai dalla verità perché nessuno mai l’ha raggiunta e la può raggiungere.
      Si va a tentativi come ricercatori e si ricerca con tentativi (Aurelio Agostino).

  • Enrico Nippo ha detto:

    I due interventi di ROLANDO (23,48 e 00,08) aprono una voragine: posto che vi sono due schiere di esseri umani: i colti e gli ignoranti; distinzione quanto mai labile o addirittura fittizia.

    Sembra scontato che gli ignoranti debbano essere sottomessi ai colti, ma appunto qui si apre la voragine:

    i colti sono davvero tali? Quanti ciarlatani si spacciano per colti? e poi i colti non si azzannano tra di loro? E allora dove vanno a finire le certezze che essi pretendono di ammannire agli ignoranti?

    Ma non basta: tra gli ignoranti ve ne sono parecchi che credono di essere colti, ed alla loro pseudocultura aggiungono la presunzione di essere colti; se non bastasse, a questi si aggiungono gli ignoranti che aprono bocca e danno fiato.

    E ancora: né i colti né gli ignoranti possono essere certi di ciò che è scritto poiché su di esso aleggia il grigiore ineliminabile della soggettività, dacché chi può dire “io vedo il mondo e le cose come davvero sono”?

    “Cos’è la verità?” chiedeva alla Verità il grande Pilato!

    • Rolando ha detto:

      Cari Nippo, ho spiegato tante volte la semantica della parola greca aletheia usata nel NT., cioè “verità “. Chi crede fermamente ed ha una fede granitica non ha bisogno di disquisire e perdere tempo sulla tipologia dei demoni. E che quello specifico versetto ci sia o non ci sia, è assolutamente ininfluente per loro. Ad essi serve per gli “altri”.
      Quanto alla cosiddetta “verità” in campo scientifico i suoi tempi di collaudo sono lunghi, non basta una vita umana, scrive Peter Sloterdijk, perché i tempi evolutivi sono troppo lunghi ed il cervello umano si sazia meglio con certezze a portata di mano, anche se effettivamente fasulle e falsificazioni col tempo.

      • Enrico Nippo ha detto:

        “Chi crede fermamente ed ha una fede granitica” … in che o che cosa che non gli sia stato detto o che non abbia letto.

        Ognuno dipende da ciò che dicono o scrivono gli altri, ovviamente me e te compresi.

        Ora, quello che dicono o scrivono gli “altri” non può non essere soggetto a dialettica, a dubbio, a ricerca senza fine.

        E qui ritorna il grande Pilato che che chiede alla Verità cos’è la verità.

        • Rolando ha detto:

          Intanto a dirlo è stato chi ha scritto che Pilato lo ha detto. Poi sono stanco di scrivere che “verità” significa “senza dimenticanza”. Ma quale uomo può ricordare tutto? Suvvia! Pilato mica era quello scemo stupidotto che dipingono i 4vangeli, soprattutto Gv! Ci sono ben altre testimonianze!

  • Enrico Nippo ha detto:

    Certo che l’intervento di CHIARIAMO LA QUESTIONE è un altro colpo di piccone – non si contano più – all’unità dei cattolici.

    Preciso che la mia è soltanto la rilevazione di una innegabile, oggettiva, situazione, dato che non mi interessa entrare nel merito di questa o quella posizione.

    Chiarissimo che dove tutti si sentono dalla dalla parte giusta nessuno è dalla parte giusta, e dove nessuno è dalla parte giusta tutti sono dalla parte giusta.

    La musica, prima o poi, dovrà cambiare.

    • Rolando ha detto:

      Caro Enrico Nippo, ai nemici della Fede cattolica, non interessa un cavolo la “presunta” parola di Dio pervenutaci con la documentazione scritta; interessa ai credenti essenzialmente. Direi che è una “questione interna” per eccellenza. La sua sede per eccellenza è la Biblioteca Apostolica Vaticana.

    • Rolando ha detto:

      Per esempio. A quale codice si deve credere circa Mt 2,23? A quello che cita vagamente una profezia che non si trova in nessun passo dell’AT o a quello che cita il nome del profeta Isaia? (Senza dire di raschiature e seconde o terze mani!) Si deve dar credito ai più o ai pochi, tanto per esprimersi banalmente? E che dire per Atti, che contengono più errori del numero delle parole?
      Dai! Provaci.

  • Claudio Gazzoli ha detto:

    scontro tra anonimi… ma l’autore dell’articolo lo posso capire. E invece chi fa commenti neanche troppo sottilmente offensivi magari dovrebbe manifestarsi ! o no !
    Da profano, non è che San Girolamo, così casualmente, visto che erano passati solo tre secoli, poteva avere accesso a testi molto vicini a quelli originali, testi che dopo 1600 anni sono svaniti e, forse, neanche troppo casualmente. Inoltre non dobbiamo dimenticare che San Girolamo, per fare questo immenso lavoro, si era ritirato nel deserto dove si nutriva di locuste, non di abbacchio a scottadito in qualche osteria de Trastevere, come usano fare molti soloni della Curia Romana…

    • Chiariamo bene la questione ha detto:

      Appunto, “da profano”. Prima che inventassero internet, i “profani” stavano davanti alla tv a guardare Mike Bongiorno, non stavano a discutere il lavoro dei professionisti. Peraltro nemmeno adesso i “profani” si permettono di discutere su Internet come il tale palazzo o il tale ponte sono stati fatti dagli ingegneri, lasciano giustamente che se ne occupino gli specialisti del settore: non si vede perché nel campo degli studi di testi antichi qualunque uomo della strada debba sentirsi in dovere di manifestare la sua indispensabile opinione. Fate sei anni di baccellierato, due di licenza e due di dottorato al Pontificio Istituto Biblico e poi potrete dire la vostra: sennò fate come me, vi procurate i libri scritti dagli esperti del settore e leggete cosa c’è scritto sopra. Il fatto che uno debba manifestare la sua identità per rispondere a un Anonimo che da anni attacca la Chiesa italiana fa semplicemente ridere. E comunque non c’è nulla di anonimo nei miei interventi, sono citati libri facilmente reperibili e autori con nome e cognome: invece di stare a commentare la qualunque su internet, potete andare voi stessi a procurarvi i libri e consultarli, eventualmente potete anche scrivere ai loro autori per chiedere chiarimenti e manifestare loro i vostri dubbi; se avete le prove che essi sono in errore e che voi ne capite più di loro, potete pubblicare i vostri studi sulle riviste del settore e chiedere alle case editrici di correggere i libri là dove avete appurato che contengano errori😉

      • Rolando ha detto:

        “non si vede perché nel campo degli studi di testi antichi qualunque uomo della strada debba sentirsi in dovere di manifestare la sua indispensabile opinione.”
        Ritengo siano solo risentimenti di persone di fede, a giudicare dal tono degli interventi, più che persone preparate in materia paleografica greco latina del NT e sulla quantità della documentazione [testimoni] relativa a noi pervenuta ed oggetto di scrupolosi studi comparativi e con l’aiuto delle più recenti tecnologie.
        Pensano che la parola di Dio a noi pervenuta per iscritto non sia lavoro di mano di uomini e debba comunque ed assolutamente corrispondere ai parametri delle loro opinioni in materia di credo e di fede tradizionali. Ma le cose stanno ben diversamente.

        • Chiariamo ecc ha detto:

          Concordo in tutto, il loro è un atteggiamento pre-ottocentesco, prima che nascesse il metodo storico-critico nello studio della Bibbia.

      • Luca antonio ha detto:

        Caro CHIARIAMO BENE doveva fermarsi al precedente intervento che almeno aveva, a parte la saccenza tipica di chi crede di sapere tutto e proprio per questo non sa niente, il pregio di una certa precisione.
        Qui con l’appello alla “scienza” , agli “esperti”, che tutto il mondo ha avuto, anche recentemente, modo di apprezzare, dimostra la pochezza del suo impianto mentale.
        Avere la certezza che quello che sappiamo oggi sia
        piu’ completo, esaustivo e preciso di quello che sapevano coloro che hanno vissuto a ridosso degli eventi, che si sono affaticati un’intera vita a compulsare e interpretare documenti e testimonianze di cui oggi potremmo non avere piu’ traccia alcuna, che hanno spesso pagato col sangue la difesa di quelle ricerche, e’ un atto fideistico identico a quello che qui lei viene a criticare.
        Credere poi che le letture degli “esperti” odierni siano incontaminate da influenze politiche esterne (vedi il dover coniugare la Sinagoga con la Chiesa prendendo per buone, piu’ della nostre, le interpretazioni e i documenti di controparte), immacolate da interessi propri che ogni ogni uomo porta con se'(ci sono ricerche validissime in ogni campo che semplicemente non fanno fare carriera e non ottengono finanziamenti se si scontrano contro la vulgata egemone), orientate solo al vero da insegnanti illuminati (vedi il Grillo e gli Spadaro nostrani e il candido Tucho ), e’ , questo credere – oltre ad un altro atto di fede, ma al contrario- anche una dimostrazione di una inescusabile “ingenuita’”.

        • Rolando ha detto:

          Caro Luca Antonio, un conto è aver acquisito delle abilità in materia paleografica, un conto è saper di non sapere.
          Detto questo, ho la certezza che dei miei interventi lei non ha compreso niente, se non uno da convertire, riportare al “suo” di lei ovile, che ritiene sia dogmaticamente quello di Cristo. La prova? Questo suo periodo:
          “Avere la certezza che quello che sappiamo oggi sia
          piu’ completo, esaustivo e preciso di quello che sapevano coloro che hanno vissuto a ridosso degli eventi, che si sono affaticati un’intera vita a compulsare e interpretare documenti e testimonianze di cui oggi potremmo non avere piu’ traccia alcuna, che hanno spesso pagato col sangue la difesa di quelle ricerche, e’ un atto fideistico identico a quello che qui lei viene a criticare.”
          Io LA SFIDO su un versetto semplice semplice: Mt 2,23. Ripeto Mt 2,23. Non si sottragga vilmente e poi più che crepare d’orgoglio, io penserò quanto mi siano cari compagni quei teologi di professione che rubando parole al filosofo (non loro!) ribatterono: “O si crede o si ragiona”. Anzi: veda in merito anche San Girolamo.
          A risentirla. Su Mt 2,23. Non divaghi e poi stabiliremo.
          Metto in conto che potrei convertirmi ed aiutare a quel famoso verso: AB UNO DISCE OMNIS ( omnes).

        • Rolando ha detto:

          aiutare per abiurare! Povera IA!

          • Chiariamo ecc ha detto:

            Comunque finché si sta nel blog di Tosatti va tutto bene, però fuori di qua è meglio che non andiate a svalutare il Nestle-Aland, sennò vi fate ridere dietro. Pazienza non conoscerne l’esistenza, ma una volta appreso che esiste (magari cercando approfondimenti su Wikipedia per capire bene cos’è) non è sufficiente lanciare qualche insulto di stampo para-inquisitorio e qualche contumelia o vituperio e sarcasmi di vario genere, per farsi valere a livello culturale, ci vogliono ben altri argomenti. Se avete dei validi motivi per ritenere che quel libro sbagli a ritenere spurio quel versetto, potete scrivere alla Deutsche Bibelgesellschaft (Società biblica tedesca) dopo aver esaminato i vari manoscritti e presentare i risultati dei vostri studi, sennò vi conviene fare un bagno di umiltà, fate più bella figura.

        • Chiariamo ecc ha detto:

          Luca Antonio, non so quanto Lei sappia; io di certo so pochissimo, ma un minimo di cultura (e ne basta pochissima) per valutare gli articoli di questo Investigatore e non bermi passivamente, come fate voi fans di chiunque attacchi la Chiesa post-conciliare, le robe che scrive costui ce l’ho. È proprio perché so di non sapere, che vado a informarmi da chi le cose le sa. Il Nestle-Aland era il mio libro di testo di religione al liceo, un po’ di greco e latino li ho studiati quel poco che basta per sapere che codesto Investigatore fa nei suoi articoli delle analisi grammaticali quasi sempre campate in aria. Se anche voi, invece di andare dietro a chi solletica i vostri pruriti fondamentalisti antibergogliani come i topolini dietro al pifferaio di Hamelin, provaste ad usare il pensiero critico e ad informarvi anche da chi vi dice le cose che non vi piace sentirvi dire, potreste aprire un po’ la vostra mente e allargare i vostri orizzonti. Lei dice che io non so niente, ma da quello che scrive si evidenzia che Lei ne sa ancora meno di me: io, se non altro, a consultare qualche libro e a capire cosa c’è scritto sono capace😊🤷😉🙂

          • Rolando ha detto:

            NOVUM TESTAMENTUM Graece et Latine NESTLE-ALAND non può mancare in mano di chi vuol fare dei riferimenti sicuri.
            La 27 edizione del 1984, nonché l’ultima, la 28 edizione.
            Questo tesoro di compiutezza per la sua ricchezza di miniera non può mancare in mano dello studioso, di chi voglia dei riferimenti precisi.

          • Chiariamo ecc ha detto:

            E a conferma delle mie parole, quasi l’investigatore biblico volesse inconsciamente darmi ragione, a tempo di record ha pubblicato un nuovo articolo (indizio 166), in cui si avventura in un’ analisi testuale completamente errata di un versetto greco (e della sua traduzione latina) della Lettera ai Romani: un caso da manuale, un modello esemplare, un’ulteriore ennesima conferma di come questo signore abbia serie difficoltà a tradurre dal greco e dal latino le frasi più elementari, di come manifesti una scarsa conoscenza (per usare un eufemismo) dei fondamentali. Si avventura nel dire che la traduzione Cei08 è sbagliata per ragioni sintattiche, quando qualunque ragazzino che abbia frequentato con profitto il primo mese di liceo sa che è giusta, per i motivi che ho scritto in un altro commento, se sarà pubblicato. Purtroppo questo signore fa leva sul fatto che in pochi sono in grado di comprendere i suoi sbagli (solo chi abbia studiato qualche mese al liceo e si ricordi gli elementi basilari dell’analisi logica in italiano/greco/latino) e così sono tratti in errore non solo i catto-talebani che godono nel veder sputare addosso alla Chiesa post-conciliare e sono pronti a bersi la qualunque, ma anche le anime semplici in buona fede che pensano che se qualcosa viene pubblicato su internet debba di per sé essere attendibile. Che tristezza!

    • Adriana 1 ha detto:

      Così lei avvalla la “dieta” di Ursula, raccomandata anche da Harari. Feuerbach: “L’uomo è quello che mangia”.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Sì, ma infine l’uomo è ciò che pensa, e qui si apre un abisso.

        • Adriana 1 ha detto:

          “…e qui si apre l’abisso… “, o anche un offuscamento mentale.

          • Rolando ha detto:

            L’uomo è ciò che mangia!….
            L’uomo è ciò che pensa!….
            Non si apre abisso alcuno. L’uomo è “ciò che (gli) conviene”. Principio antropico.
            Ecce deus fortior me qui veniens dominabitur mihi.

          • Enrico Nippo ha detto:

            ROLANDO,

            anche tu non finisci di inondarci con citazioni in latino scritte da altri e nelle quali anche tu, evidentemente, credi.

            Anche tu, come tutti, te la canti e te la suoni.

          • Rolando ha detto:

            Ovvio, Nippo. Ognuno a modo proprio. UNICUIQUE SUUM NON PRAEVALEBUNT.
            Anche l’argomento che si pone in discussione ciascuno lo legge e lo discute col suo proprio cervello. E ciò non vuol dire che sposi le ragioni dell’altro perché ha le proprie che sembrano somiglianti! È chi vuol imporre il proprio credo ed addirittura la propria fede come assolutamente “vera”, come taluni fanno in questo sito, invitandoti a confessarti perché sei vecchio e quindi l’ombra della morte ti sovrasta, che obnubila la ragione con la fede. E… fa ridere pensando di inculcare “terrore” da farsa!. Difficile distinguere le ragioni della fede, dalle ragioni della ragione. Lo sa solo chi un credo lo ha perso. Ma la ragione penso proprio di nò! E Dio fa misericordia a chi vuole. E quand’anche uno pensasse di essere un san Michele arcangelo di fedeltà e difesa della fedeltà, sempre un servo inutile è, se è vero quanto avrebbe detto un tal Gesù Nazireo!

          • Rolando ha detto:

            E poi Nippo caro, il latino dovrebbe piacere molto ai fedeli cattolici romani della Tradizione secondo il detto di San Vincenzo da Lerino!
            In Seminario i preti insegnanti m’insegnarono (= mettere un segno dentro) che tre sono le lingue divine: ebraico, greco e latino. E penso che i tradizionalisti abbiano proprio ragione quando difendono e rivogliono la messa secondo il messale di San Pio V.
            Io li ammiro anche se non arrivo fino in fondo all’incomminsurabile ed ineffabile Bellezza in merito.
            Ogni lamentela, ad esempio, sulle traduzioni del Pater noster, ad esempio, dal greco e dal latino, è inutile.
            Quel greco e quel latino della lingua in cui Dio si è rivelato alla Chiesa cristiana, apostolica, cattolica e romana, nessuno al mondo lo può cambiare.
            Tutti i credenti dovrebbero apprendere queste due lingue per non equivocare questo buon Dio nel giorno del giudizio.
            Bisogna darsi da fare per mettere a frutto tutte le possibilità perché “ei autem, qui non habet, et quod habet, auferetur ab eo et inutilem servum eicite in tenebras exteriores”.

          • Rolando ha detto:

            La sola possibile interpretazione realistica e verisimile della parabola dei talenti di Mt 25, 14-30, di cui sopra ho citato un passo in lingua latina, è in senso politico-messianico.
            Al tempo di Gesù nazireo o nazoreo, consacrato fin dal seno materno perché santo è il concepito nella madre, il padre suo, il Dominus YHWH, è assente dal suo regno perché i Romani lo hanno contaminato, reso impuro con la presenza dell’esercito (Dt 23, 14-18) e con la collaborazione dei Sadducei traditori al potere il cui capo è Kaifas. Gesù fa appello ai Giudei fedeli al Patto che hanno ricevuto da YHWH tutto ciò che hanno ad investirlo, utilizzandolo per la causa del Regno davidico. E a non nasconderlo per procurarsi personalmente il favore dei Romani, come faceva Kaifas e compagnia bella, perché comunque, a questi collaborazionisti come ai titubanti sarà tolto tutto, completamente tutto con la vittoria sicura di YHWH.
            Eusebio di Cesarea in La teologia,19, scrive qualcosa di sorprendente: ” Il vangelo giunto fino a noi in caratteri ebraici [Vangelo secondo gli ebrei?], scriveva di tre servi, come qui, ma il primo dissipò i cinque talenti in bella vita e puttane, il secondo ne raddoppiò il frutto con onestà di impegno, il terzo lo nascose.” Ma l’inventiva e la minaccia finale, Eusebio non la legge rivolta al terzo servo (schiavo), bensì al primo che aveva ricevuto di più dal Padrone.
            Se le cose stessero come scrive sant’Eusebio di Cesarea, frequentatore della grande biblioteca di Alessandria oltre quella di Cesarea Marittima e cioè che le avesse veramente viste scritte in un vangelo nella lingua di Gesù, sarebbe sconvolgente. E perché no? Visto che ci si può anche arrivare con un semplice ragionamento di verosimiglianza pratica, calata in quel contesto, come ho fatto sopra. Chenne dicono i Nippo ed i Luca Antonio?

    • Claudio Gazzoli ha detto:

      L’errore grossolano, ma certamente strumentale da parte dei positivisti distruttori, è quello di trattare la Sacra Scrittura con le tecniche della filologia classica, come se si tattasse di un testo di Tucidide o Sallustio. Non è che, così, casualmente, vi sfugge il fatto che, soprattutto in alcuni autori, possa manifestarsi la Divina Ispirazione ?

  • piero laporta ha detto:

    Cristo Vince, nonostante i falsari

  • Maria ha detto:

    “Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro” (Ap 22,18-19).

    Quindi occorre capire: è la CEI ad avere tolto o sono stati altri ad eventi aggiunto?

  • Chiariamo bene la questione ha detto:

    Il nostro amabile Investigatore fa tenerezza, macerato com’è dal rancore verso i suoi presunti nemici. A parte il fatto surreale dell’ accorgersi con ben 15 anni di ritardo della “mancanza”, secondo lui, di questo versetto (un esperto di Bibbia come lui, non ha mai preso in mano prima il vangelo di Matteo nella versione ufficiale della Chiesa italiana?), c’è da dire che non manca alcun versetto: è segnalato in nota, esattamente come nella versione greca del vangelo di Nestle-Aland, forse la più famosa e storica edizione critica del Nuovo Testamento oggi esistente: e, con tutto il rispetto per il Nostro Anonimo detective, ci permettiamo di osservare che i signori Nestle-Aland e i successivi curatori della loro monumentale opera sono probabilmente più titolati e autorevoli di lui. Il versetto è segnalato in nota pure nella Bibbia Einaudi, in cui il vangelo di Matteo è curato dal celebre biblista e monaco di Bose Luigi D’Ayala Valva, il cui curriculum e i cui libri sono facilmente reperibili nell’internet, a differenza del Nostro Anonimo, di cui ignoriamo titoli e referenze. Anche D’Ayala nota che tale versetto è ritenuto spurio dagli esegeti, e che sarebbe stato aggiunto in un momento successivo in alcuni manoscritti, per influsso di Marco 9,29. Se il Nostro detective è desideroso di conoscere quali manoscritti riportano il versetto e quali no, invece di stare nel suo blog a scrivere che “non ci è dato saperlo”, non ha da fare altro che consultare il già citato Nestle-Aland, che uno studioso del suo calibro certamente avrà in biblioteca, e lì troverà tutte le informazioni del caso. Che tale versetto fosse di dubbia provenienza, era segnalato pure dalla Bibbia di Gerusalemme con la versione Cei74, dove il versetto era riportato sì nel testo, ma tra parentesi quadre. Martini e Ricciotti lo hanno, semplicemente perché seguono pedissequamente la Vulgata; ma siccome dalla Vulgata ad oggi sono passati 1600 anni, nel frattempo l’essere umano ha fatto progressi negli studi in tutti i campi, e nell’ambito degli studi biblici gli esegeti competenti hanno ritenuto che le fonti da cui Girolamo ha attinto e in cui il versetto era presente, fossero meno autorevoli di quelle in cui era assente. Comunque non c’è alcun complotto in corso: l’esistenza del versetto è facilmente appurabile da chi prenda in mano la Bibbia Cei08, visto che è segnalato pure in tale versione: a chi non la prende in mano e non legge, non gliene può importare di meno di tale questione.

    • Orso Garibozzi ha detto:

      Grazie signor…. “So tutto io e voi non sapete un “beep” di niente. Avevamo giusto bisogno di un saputone con il tono saccente per renderci conto che vi è la voglia pazzesca non di capire il senso delle frasi ma di giungere alla pulizia del testo. Sembra il dentista da cui andavo una volta che a forza di pulire pulire pulire mi ha tagliato il colletto ed ho perso il dente. ” Pulisci qui”, “taglia qui.. “, ” questo è inutile e non serve… ” , ” Questo è forse spurio per sicurezza lo togliamo…” Ed alla fine non resta nulla , neanche il punto finale come il mio povero dente. Siamo proprio messi bene con gli intellettuali ecclesiastici attuali! ” Pussa via !” Come diceva Alberto Sordi.😀

      • Catholicus ha detto:

        “intellettuali ecclesiastici attuali!” ? : Dio ce ne scampi e liberi; Gesù non parlava e insegnava da intellettuale saccente, del tipo “so tutto Io e voi non capite niente”, ma usava le parabole per farsi capire da tutti, istruiti o illetterati, parlava al cuore con amore, mentre questi intellettualoni parlano con evidente disprezzo di coloro a cui si rivolgono; dei loro insegnamenti ne possiamo fare benissimo a meno, che se la cantino e se la suonino tra loro, e che buon pro gli faccia. Noi andiamo alla fonte, alla sorgente non inquinata da saccenteria e presunzione. Pace e bene a tutti…

    • Rolando ha detto:

      CHIARIAMO BENE LA QUESTIONE.
      Concordo totalmente.

  • anonimo ha detto:

    Ufficio Divino salmo 109 (si recita ai Vespri di ogni domenica:
    Rubrica 1960
    109:4 Il Signore ha giurato, e non si pentirà: *Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedech.
    109:5 Il Signore sta alla tua destra: * nel giorno della sua ira ha stritolato i re.
    109:6 Egli giudicherà le nazioni, riempirà [tutto] di rovine, schiaccerà sulla terra le teste di molti:
    109:7 Egli nel suo cammino berrà dal torrente: * perciò leverà alta la testa.

    CEI 1989 approvato da cardinale Ugo Poletti 29 sett 1989
    Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek».
    Il Signore è alla tua destra, annienterà i re nel giorno della sua ira.
    Lungo il cammino si disseta al torrente e solleva alta la testa.

    Chissà, forse non vogliono spaventare i sacerdoti e i religiosi.

    Claudio Gazzoli

    • Rolando ha detto:

      Oracolo di YHWH a ATON mio:
      Siedi alla mia destra
      finché ponga i nemici tuoi
      pedana per i piedi tuoi.
      Lo scettro della forza tua
      manderà YHWH da Sion:
      Domina in mezzo ai nemici tuoi.
      Il popolo tuo generosità
      nel giorno del nerbo tuo.
      In splendori di Santità [qodesh=separato]
      dal grembo di aurora
      a te la rugiada della tua giovinezza.
      Ha giurato YHWH e non si pente:
      tu sacerdote per sempre
      al modo di Malki-Sedeq.
      Adonay alla tua destra
      ha percosso nel giorno dell’ira sua re.
      Governerà tra le genti
      è pieno di cadaveri
      ha percosso la testa su terra vasta.
      Da torrente nella via berrà
      perciò solleverà la testa.
      (Salmo 110. Bibbia ebraica)
      A aton-mio a Esaù (Gn32,5). Qui chiaramente Giacobbe definisce “Signore-mio” suo fratello Esaù.
      A mio parere non ci sono differenze significative con il testo latino della Vulgata.
      Le traduzioni nelle lingue attuali possono sbizzarrirsi a piacere.
      Tradurre è anche tradire.
      Il caso più clamoroso è quello del Pater noster. Ma nessuno, adesso, potrà più alterare i “testimoni”. E ciò basta.
      Il resto dimostra solo che come si prega così si crede. La più antica norma della Chiesa cattolica romana tramandata dall’Indiculus.

  • franco ha detto:

    ci sono altri versetti scomparsi?

  • Lucia Buttaro ha detto:

    E Ratzinger non c’entra nulla???

    • La Signora di tutti i popoli ha detto:

      Credo che l’unità dei cattolici qui non sia il target (@Nippo) delle modifiche apportate in parola, ma errori scusabili in qualche modo, che certo rimangono errori ma non siano un volontario mezzo di confusione e divisione.
      Personalmente sono dell’opinione che -per fede- esprime il Gen La Porta, poichè è certo che il Vangelo (assieme all’intera Scrittura) nella economia della Volontà Divina, raggiungerà il suo scopo (essenzialmente quello salvifico) nella Storia degli uomini che, per mistero inspiegabile, volenti o nolenti collaboratori, assisteranno al realizzarsi di quella Volontà.

      Ratizinger (per rispondere anche a Lucia Bottaro) fu cosciente del dovere della Chiesa di presentare la Parola di Dio riportata nelle Scritture in modo fedele e integrale e che è compito del Magistero interpretarle, partendo dalla loro rappresentazione grafica. Dunque affermò che la base di lettura dei testi biblici debba essere la traduzione più possibile fedele e precisa, specie perchè i testi liturgici, che glorificano la Verità, possano riportare fedelmente veri interi brani.

      Chi traduce testi stranieri (ed è noto per tanti di noi, già ai tempi del IV ginnasio per greco e latino) sa bene che chi legge deve capire il senso preciso del testo perchè non si perda quell’intenzione, il significato vero delle parole “originali” che l’autore voleva dare.
      Ma non stiamo parlando di esempi “di scuola”, o di libri da vendersi su Amazon, qui si tratta della Parola di Dio e Ratzinger ribadì che, quando si presenta un testo sacro, pur nella prospettiva in sub ordine di renderlo comprensibile, d’interpretarlo correttamente, questo debba essere comunque riportato nel lessico originale. Questo per rispetto della divina provenienza di quelle parole ma anche per consentirne la successiva, giusta (e vincolante) esegesi, se ritenuta opportuna da parte della Chiesa docente: su questa i Vescovi, e i sacerdoti per loro, fedelmente costruiscono catechesi per l’intero popolo.
      In altre parole il significato vero del Vangelo, deve essere avulso dalla materiale rappresentazione grafica che non deve modificare il lessico, nè aggiungerne nè levarne, pur nella “comprensibile tentazione” di modificarlo per rendere il giusto il significato.

      Indipendentemente dal versetto in parola, affermiamo che la Chiesa nella proposta di un testo biblico ha sempre l’esigenza di rispettare (anche in quelle che sembrano incongruenze logiche o lessicali, espresse diverse migliaia di anni addietro) l’articolazione della struttura originale, in parole, frasi e periodi e la rispondenza dei significati letterali, riservandosi certamente una intepretazione “non letterale” che attinga per fede proprio dalla Parola di Dio e riversandola infallibilmente nel “deposito della fede” a cui resta coerente.

      “[…]tutti noi sappiamo quanto profondamente la modifica delle forme e dei testi liturgici colpisca l’anima delle persone; e quindi quanto un cambiamento in un punto così centrale del testo debba inquietar[le].

      “Questa fusione fra traduzione e interpretazione per certi versi fa parte dei principi che, subito dopo il Concilio, guidarono la traduzione dei testi liturgici nelle lingue moderne. Si era ben consapevoli di quanto la Bibbia e i testi liturgici fossero [ “anche oggi sono”: Razinger parlava di un caso in cui nella Liturgia Eucaristica fu riportata modificata una parola della Scrittura, per spiegarne meglio il senso non subito intellegibile.] distanti dal mondo del linguaggio e del pensiero attuale della gente, per cui anche tradotti [letteralmente] avrebbero continuato ad essere incomprensibili per quanti partecipavano alle funzioni. Un rischio nuovo era il fatto che, attraverso la traduzione, i testi sacri sarebbero stati aperti, lì, davanti a quanti partecipavano alla Messa, e tuttavia sarebbero rimasti molto distanti dal loro mondo, ed anzi questa distanza sarebbe diventata più che mai visibile. Quindi non ci si sentì solo autorizzati, ma addirittura obbligati a immettere l’interpretazione nella traduzione, così da abbreviare il cammino verso le persone, i cui cuori e le cui menti dovevano essere raggiunti da quelle parole.”

      “[ Ma ] io stesso ho compreso sempre più chiaramente che, come orientamento per la traduzione, il principio della corrispondenza non letterale, bensì strutturale, ha i suoi limiti.

      Seguendo queste intuizioni, l’istruzione per i traduttori “Liturgiam authenticam” [del] 2001[…] ha messo nuovamente in primo piano il principio della corrispondenza letterale, senza naturalmente prescrivere un verbalismo unilaterale.
      L’importante intuizione che sta alla base di questa istruzione è la distinzione, già citata all’inizio, fra traduzione e interpretazione. Essa è necessaria sia per le parole della Scrittura, sia per i testi liturgici. Da un lato, la sacra Parola deve emergere il più possibile per se stessa, anche con la sua estraneità [ad una comprensione immediata] e con le domande che reca in sé.
      Dall’altro, alla Chiesa è affidato il compito dell’interpretazione affinché – nei limiti della nostra rispettiva comprensione – ci giunga il messaggio che il Signore ci ha destinato.

      Anche la traduzione più accurata non può sostituire l’interpretazione: fa parte della struttura della Rivelazione il fatto che la Parola di Dio venga letta nella comunità interpretante della Chiesa, che la fedeltà e l’attualizzazione si leghino tra loro.

      La Parola deve essere presente per se stessa, nella sua forma propria, a noi forse estranea; l’interpretazione deve essere misurata in base alla sua fedeltà alla Parola, ma al tempo stesso deve renderla accessibile a chi l’ascolta oggi.”

      Nb.: le frasi fra parentesi quadre sono mie.

      • Rolando ha detto:

        Tradurre è molto spesso tradire perché in mezzo c’è un’ostica e spesso equivoca interpretazione.
        “In scriptis et non scriptis traditionibus” dice il dogma tridentino. È la Chiesa Docente cattolica, apostolica, romana autorizzata ad interpretare. Per questo, fino ad ieri si può dire, era proibito tenere traduzioni in volgare della bibbia, anche se qualche copia entrava perfino nei rigidi conventi delle suore di clausura!
        Come può darsi una Chiesa Discente che osa tradurre da sé, autonomamente, i testi? Per sua funzione non può farlo, semplicemente perché non ne è in grado.

        • la signora di tutti i popoli ha detto:

          Benedetto agi’ in tal senso eliminando (almeno provandoci) nella liturgia cio’ che era interpretato con una traduzione non letterale, come ho dimostrato nelle sue parole mese fra virgolette.
          Circa la Chiesa discente, a parte le Grazie concesse ad personam, non puo’ interpretare correttamente perche’ non e’ fonte di magistero… entrambi i concetti sono stati accennati nel prec. post.

          ps. Poi ci sarebbe il discorso che i testi liturgici dovrebbero essere tradotti in lingua “volgare” a fronte della lingua latina… e qui si richiamerebbe cio’ che avvenne nel 1970 -credo- per il primo messale in italiano di Paolo VI… ma sarebbe una discussione che porterebbe lontano… e i responsabili che forzarono la mano al Papa sono morti e all’Inferno.