Ci Salva Cristo, non il Leader di Turno. Aurelio Porfiri.

24 Gennaio 2024 Pubblicato da 4 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il maestro Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla Chiesa, e sul ruolo che figure anche eminenti vi possono giocare. Buona lettura e condivisione.

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Ci salva Cristo, non il leader di turno

Quando leggiamo le notizie nei media, ci capita spesso di vedere come la gente sia attratta da personalità a cui attribuisce un carisma del tutto speciale, vediamo ad esempio Trump in America, Putin in Russia o, tempo fa, Berlusconi in Italia. Spesso la personalità va anche oltre i contenuti del messaggio e le persone sembrano aver un grande bisogno di avere qualcuno che li ispiri, pur se magari non si è compreso a fondo il messaggio che questa persona porta.

Questo meccanismo è in realtà anche molto importante in un contesto religioso, dove a volte si tende a seguire leader particolarmente carismatici che ci promettono una salvezza che, secondo il loro messaggio, possiamo trovare solo grazie a loro. Pensiamo alla religiosità orientale e ad alcuni leader capaci di coinvolgere migliaia di persone nel loro movimento, come Osho Rajineesh, come Sai Baba e molti altri.

Anche in ambito cristiano abbiamo esempi di questo tipo, grandi personalità in grado di coinvolgere un enorme gruppo di persone. Penso ad alcuni come madre Teresa di Calcutta, padre Pio, Giovanni Paolo II, che la Chiesa cattolica ha indicato come modelli di vita cristiana.

Ma accanto a questi ce ne sono altri che, pur essendo stati seguiti da molte persone, hanno avuto un percorso più controverso. Un bel libro pubblicato dall’editrice Queriniana dal titolo “Il tradimento dei padri”, scritto da Celine Hoyeau affronta il tema di alcune personalità carismatiche in ambito cattolico che avrebbero approfittato della loro posizione di forza rispetto ai fedeli per perpetrare abusi.

Ora non mi interessa entrare nel merito delle vicende raccontate nel libro, chi è interessato può leggerlo e farsi la propria opinione. Mi interessa mettere in luce una reazione comune in coloro che si trovavano a fronteggiare le evidenze di abusi compiuti da fondatori che tanto ammiravano. Nel libro che ho citato viene raccontato che dopo ognuna di queste rivelazioni la reazione era di sgomento da parte dei fedeli, di incredulità, non si poteva credere che proprio quella persona che aveva fatto tante cose belle per loro potesse essere lo stesso che aveva perpetrato quegli abusi, a volte gravissimi perché, come dice il libro, “nel profondo immaginiamo che un abusatore abbia la faccia da cattivo…”. Certo, immaginiamo che qualcuno che fa certe cose così importanti nella nostra vita poi possa non essere lo stesso che ha usato la sua autorità per ottenere favori personali, inclusi quelli sessuali. Il libro ci dice che “questi uomini e queste donne erano anche personalità di talento, dotate di un’intelligenza superiore e di un’abilità eccezionale, e ci hanno abbagliato”. Già, aggiungo io, ci siamo fatti abbagliare da colui o colei che pensavamo potesse portarci una certa salvezza.

Eppure, e lo dico da cattolico peccatore, dobbiamo stare attenti a non farci ingannare da personalità di questo tipo, che sono presenti nel cattolicesimo progressista come nel cattolicesimo tradizionalista. A volte si ha l’impressione che non sono queste persone a portarci a Cristo, ma è Cristo che ci porta a queste persone, come se esse fossero il terminale ultimo dei nostri sogni e aspirazioni. Questo è profondamente sbagliato. Esse al massimo, quando sono figure positive, sono il dito che indica la luna, non sono loro stesse la luna.

Dobbiamo comprendere, anche quando pensiamo che questo leader religioso sia una grande persona oppure quando scopriamo che esso è un abusatore, un malfattore, un pervertito, che la nostra relazione fondamentale è quella con Cristo, è nel rispondere alla domanda definitiva che Lui ci pone: “voi chi dite che io sia?”. Da questa domanda parte uno dei libri più importanti di apologetica del secolo passato, Ipotesi su Gesù, scritto da Vittorio Messori, di cui ho avuto il piacere di pubblicare la versione inglese pubblicata da Sophia Institute Press. Il libro di Messori parte tutto da quella domanda: chi è Cristo? Dobbiamo capire che la salvezza non viene da personalità che pure crediamo molto affascinanti, ma alla fine essa è contenuta in quelle parole di ebraico o greco che compongono le Scritture e che si sono incarnate nella Tradizione della Chiesa, che anche le precede.

Il nostro viaggio esistenziale alla fine si risolve nella risposta che noi diamo alle parole di quel predicatore ebreo che se sono vere, ci portano ad un mondo di infinita beatitudine, se sono false ci portano al nulla. Davanti a questo anche il leader terreno più carismatico piomba nell’ombra. Tutto questo offre nuovo significato alle parole di san Pietro negli Atti degli Apostoli, parole che risuonano per noi in modo potente: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati”.  Non guardate al dito, guardate la luna.

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4 commenti

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Questo articolo, pur con abbinamenti discutibili, descrive una problematica connessa con la natura umana di chi è chiamato ad una leadership terrena.
    Il punto di partenza, confusionario e non esaustivo, mischia senza una ratio univoca, e non motivando, tre tipi di descrizioni eterogenee, non descritti e non necessariamente separati di “direzione umana”:
    1.Personaggi (politici, influencer, pensatori, scienziati, ecc) che hanno un carisma sensibile su persone.
    2. Personaggi che promettono salvezza (o felicità o pace interiore)(filosofi, guide religiose, moralisti, ecc) che hanno simpatizzanti in un contesto religioso (non cristiano).
    3. Leader “particolarmente” carismatici che “promettono” salvezza in ambito cristiano (Teresa di Calcutta, P.Pio, GP. II ).

    Le distinzioni citate però possono avere dei collegamenti interdisciplinari tra loro (vedasi politica/sociale/religione, es. la leadership di Gandhi o di M.L.King, ecc.) in una infinita variabilità di collegamenti nell’oggetto dei valori proposti; inoltre al punto 3 si mettono inopinatamente dei (santi) cristiani nel novero dei leadership carismatici che “promettono salvezza (eterna)” e che rappresentano direzioni religiose di persone che “hanno bisogno di qualcuno che le ispiri”.
    Il punto 3 parla di cristiani con evidenti caratteristiche di santità che, come uomini, sono erroneamente visti una “leadership” che non può travalicare la figura direttiva di una congregazione, una fondazione, una organizzazione (es. opus dei), laica o religiosa.
    Queste distinzioni sono una “complicazione”non necessaria, e non analizzata dal Porfiri, ma buttata lì alla buona, aggregata indistintamente e senza spiegazione in grandi contenitori, senza collegamenti analitici col problema prospettato solo successivamente: il tradimento dei valori predicati rispetto alla vita privata del leader, viziata nella sua coerenza morale.

    In campo cristiano non sembra sia concettualmente abbinabile un fondatore, un capo comunità al termine “leader”. In questa accezione il leader di fatto metterebbe al centro della sua leadership una propria filosofia ( seppur derivata/bile da una religione base) mentre un cristiano mette al centro della sua predicazione solo il Cristo e prende a piene mani da Lui, dalla Sua Parola e non certo da proprie teorie.
    Porfiri in pratica alla fine ci dice di verificare che la discriminante, fra come si predica e come si “razzola”, sia data dunque dal Cristo e nel verificare che nella direzione spirituale vi sia la Sua imitazione e l’amore fraterno. Ma non ce ne spiega il perchè. Cosa che tuttavia possiamo ricavare dalla Scrittura, se questa ci darà come risultato: “Chi ci salva non sono i leader (e neanche i santi): è solo Gesù”.
    Ecco che potremmo intravedere dei limiti o pericoli alla azione di queste guide di uomini: quando queste, pur nella leicità dei programmi e delle relative azioni, di fatto mettono se stesse al centro della loro organizzazione (religiosa), trasformandola in setta col culto di un altro dio, di un demone o di un uomo, il fondatore stesso.

    Ci soccorre per il discernimento Matteo 23, 8-12;
    “Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.”

    Matteo 23,23:
    “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescriznioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. ”

    Matteo 24,11
    “Guardate che nessuno vi inganni”

    Matteo 24,4
    “Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti”

    Ed ancora Efesini 5,6
    “Nessuno vi seduca con vani ragionamenti”

    Il vademecum della direzione spirituale lo riporta con chiarezza la Valtorta IX, 596:
    “Questa verità vi faccia saggi nel sentirvi veramente tutti fratelli fra voi, sia quelli che dirigono come quelli che sono diretti, e amatevi perciò da buoni fratelli. Né alcuno di quelli che dirigeranno si faccia chiamare guida, perché una sola è la vostra guida comune: il Cristo.
       Il più grande fra voi sia vostro servo. Non è umiliarsi esser servo dei servi di Dio, ma è imitare Me che fui mite e umile, sempre pronto ad avere amore ai fratelli miei nella carne di Adamo e ad aiutarli con la potenza che ho in Me come Dio. Né ho umiliato il divino, servendo gli uomini. Perché il vero re è colui che sa signoreggiare non tanto gli uomini quanto le passioni dell’uomo, prima fra tutte la stolta superbia.”

    Quindi nessun cristiano può essere chiamato leader, perchè la vera guida è il Cristo ed i carismi non sono di proprietà degli uomini ma affidati loro per esser messi a frutto nel servizio.

    Che delusione questo articolo!

  • GINO ha detto:

    Qui siamo al luteranismo spinto, il sacerdote divenne pastore, adesso leader.

  • E.A. ha detto:

    I leader carismatici sono in genere personaggi in cui la gente “comune” ritrova o riconosce determinate qualità, determinati valori, o quelle “giuste” istanze da difendere e per cui vale la pena schierarsi e lottare. Spesso tali leader possono considerarsi o diventare strumenti nelle Mani del Signore, per il compimento di particolari opere o azioni…nondimeno può succedere che costoro non siano o rimangano coerenti a quanto dicono o promettono… In ogni caso nessun uomo “salva” il mondo ( “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo” Ger17,5-8), il Signore Può Servirsene a Fin di Bene, ma Solo Lui è la Salvezza del Mondo per cui ha Donato la Vita! Il discorso cambia per quanto concerne la Gerarchia Ecclesiastica, perché a Capo della Sua Santa Chiesa il Signore non ha posto un leader, ma il Suo Vicario Pietro, Su Pietro ha Voluto si Edificasse, e sulla sua legittima Successione si Reggesse, Rendendola così Visibile ed Unita su tutta la Terra. Non sono perciò i cattolici a scegliersi un leader a proprio gradimento e simpatia, o a decidere se seguirlo o farne a meno qualora i conti non tornassero…! Dovere di un cattolico è quello di Restare Uniti a Cristo nella Persona del Suo legittimo Vicario sulla Terra, cioè al Papa. Qualora si prenda atto e coscienza che questa legittimità risulti dubbia, invalida, e perciò in grave pericolo per la Salvezza delle anime, un cattolico ha il sacrosanto dovere di denunciarlo e di adoperarsi, con zelo, nei modi e con i mezzi che la Grazia non Cessa Mai di Elargire, affinché sul Soglio Pietrino Sieda il legittimo Pontefice.

  • Anna ha detto:

    Caro Dott. Aurelio Porfiri.
    Sono d’accordo che noi fedeli, se davvero vogliamo restante uniti nell’ unico Corpo Misrico di Gesù Cristo, dobbiamo obbedire SOLO al legittimo PAPA = Colui che rappresenta Cristo in terra, e SOLO ai Vescovi e sacerdoti a lui UNITI. Così come ci insegna il Catechismo di San Pio X.
    Perchè, se è vero che l’autorità di Pietro è divina, ne consegue che l’autorità dell’ anti-Pietro (JMB non è divina, ma luciferina.
    E a sostegno di questa verità, ci viene incontro il grande papa Pio XII attraverso la sua sapiente enciclica: “Mystici Corporis Christi” :

    ◾CRISTO “capo della Chiesa” LA GOVERNA IN MODO VISIBILE E ORDINARIO ATTRAVERSO IL ROMANO PONTEFICE.

    ◾… Non bisogna tuttavia credere che il suo governo venga assolto soltanto in maniera invisibile (cfr. Leone XIII, “Satis cognitum”) e straordinaria.
    ◾ IL DIVIN REDENTORE GOVERNA il SUO CORPO MISTICO ANCHE IN MODO VISIBILE E ORDINARIO MEDIANTE IL SUO VICARIO IN TERRA.
    Sapete infatti, Venerabili Fratelli, come Cristo Dio, dopo aver governato in persona il “PICCOLO GREGGE”(Luc. 12, 32) durante il suo viaggio mortale, nell’ora di lasciare il mondo e ritornare al Padre, affidò al Principe degli Apostoli il governo visibile di tutta la società da lui fondata. Giacchè, sapientissimo quale egli era, non poteva mai abbandonare senza un capo visibile il corpo sociale della Chiesa che aveva fondata. NÉ a scalfire siffatta VERITÀ si può asserire che, per un PRIMATO DI GIURISDIZIONE costituito nella Chiesa, un tale corpo mistico sia stato provveduto di un DUPLICE CAPO. Pietro infatti, in forza del primato, non è altro che il Vicario di Cristo, e in tal guisa si ha di questo Corpo un solo Capo principale, cioè CRISTO, il quale, PUR CONTINUANDO A GOVERNARE IN MODO ARCANO la CHIESA direttamente da sé, VISIBILMENTE però LA DIRIGE ATTRAVERSO COLUI CHE RAPPRESENTA LA SUA PERSONA, (il papa legittimo) poiché, dopo la sua gloriosa ascensione in cielo, non lalasciò edificata soltanto in sé, ma anche in PIETRO, quale FONDAMENTO VISIBILE.
    ◾CHE CRISTO E IL SUO VICARIO COSTITUISCONO UN SOLO CAPO, lo spiegò solennemente il Nostro Predecessore Bonifazio VIII d’immortale memoria con la sua Lettera Apostolica “Unam Sanctam” (cfr. Corp. Iur. Can., Extr. comm. I, 8, 1), e la medesima dottrina non cessarono mai di ribadire i suoi Successori.

    Si trovano quindi in un pericoloso ERRORE COLORO I QUALI RITENGONO DI POTER ADERIRE A CRISTO, CAPO DELLA CHIESA, pur NON ADERENDO fedelmente AL SUO VICARIO IN TERRA. (il successore dell’unico legittimo Papa Benedetto XVI)

    ◾ Sottratto infatti questo visibile Capo e spezzati i visibili vincoli dell’unità, essi oscurano e deformano talmente il corpo mistico del Redentore, da NON POTERSI PIÙ NÉ SCORGERE NÉ RAGGIUNGERE IL PORTO DELLA SALUTE ETERNA.

    https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi.html

    ◾E CHE L’ANTIPAPA ERETICO BERGOGLIO NON SIA IL VICARIO DI CRISTO LO HA DICHIARATO LUI STESSO E CON LE PAROLE E CON LE OPERE.

    Ma attenzione perché quelli che celebrano o partecipano alle messe in comunione con l’anti-Pietro ERETICO, s Giovanni così li ammonisce:

    “CHI SALUTA L’ERETICO PARTECIPA ALLE SUE OPERE MALVAGIE”.

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