Fiducia Supplicans, Argentina. Dura Dichiarazione dell’Istituto di Filosofia Pratica.

10 Gennaio 2024 Pubblicato da 3 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae,offriamo alla vostra attenzione, nella nostra traduzione, questa dichiarazione fatta in Argentina dall’Istituto di Filosfia Pratica sul documento Fiducia Supplicans. Buona lettura e diffusione.

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DICHIARAZIONE DELL’ISTITUTO DI FILOSOFIA PRATICA SULLA FIDUCIA SUPPLICANS
Qualcuno potrebbe chiedersi oggi: cosa ci fa questo Istituto di Filosofia che affronta una questione religiosa relativa a certe benedizioni? L’INFIP non è forse un’associazione civile, distinta da consorzi o associazioni di carattere confessionale e in alcuni casi controllata dall’autorità ecclesiastica?Questo è un buon punto di partenza. I membri di questo gruppo infrapolitico fondato quasi mezzo secolo fa dal dottor Guido Soaje Ramos, che rispettiamo e alle cui idee cerchiamo di essere fedeli. Quasi tutti i suoi membri sono cattolici, ma nel trattamento filosofico della questione potremmo essere ortodossi, protestanti, ebrei o anche solo uomini di buona volontà.
Nella dichiarazione vaticana del 18 dicembre 2023 non è chiaro il rispetto dell’ordine naturale, che dalla distinzione dei sessi mostra l’inclinazione all’unione sessuale ordinata alla procreazione e all’educazione dei figli, nel contesto del matrimonio come base della famiglia.
Tutto ciò è confermato dalla Rivelazione divina nelle Sacre Scritture e dai venti secoli di tradizione della Chiesa cattolica.
Questo aggiunge un’ulteriore confusione al mare di equivoci in cui stiamo navigando. Leonardo Castellani diceva: “La confusione è peggiore della menzogna”; allo stesso modo Benedetto XVI si riferisce a “questo periodo di confusione in cui ogni tipo di deviazione eretica sembra affollare le porte dell’autentica fede cattolica”, e poiché ogni chiarimento aumenta la confusione, la cosa più salutare sarebbe abrogare il documento ed è quello che chiediamo.
Come dice il cardinale Robert Sarah: “Non siamo contrari a Papa Francesco, ma ci opponiamo fermamente e radicalmente a un’eresia che mina gravemente la Chiesa perché è contraria alla fede e alla tradizione cattolica”.
Questo sant’uomo nero è stato nominato da Francesco per occuparsi della liturgia, ma lo ha circondato del peggio. Era un fiore nel fango.
Pretendeva di capovolgere gli altari, perché la Messa “rivolta verso il popolo” è assurda come il pilota di una nave che, invece di guardare il mare e le stelle, guardasse l’equipaggio e i passeggeri, secondo il paragone di un teologo protestante.
Sarah fallì nel tentativo, il tempo passò e il suo mandato scadde. Il fiore scomparve e rimase il fango, responsabile dell’intero problema della forma straordinaria del rito romano, che deve essere abolita. La nostra Chiesa oggi è divisa in due grandi campi: da una parte ci sono le nazioni in cui sta morendo, come la Germania, esempio di un’enorme simonia, l’Olanda, il Belgio, l’Irlanda… altre in cui si mantiene come la Polonia, l’Ungheria, l’Ucraina, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, in quest’ultima rafforzata dai vescovi e dai sacerdoti anglicani recuperati grazie alla lungimiranza di Benedetto XVI,… altri dove si sta ritirando come la Francia, ma dove stanno emergendo importanti sacche di resistenza, altri ancora dove si sta ritirando con meno resistenza, come Argentina, Cile, Italia, Spagna…
D’altra parte, ci sono luoghi dove la Chiesa sta crescendo, come in tutta l’Africa colorata, sotto il Sahara, e in vari Paesi dell’Asia, come Vietnam, Hong Kong, Indonesia, India. Lì si costruiscono chiese e scuole, i seminari sono pieni, le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa si moltiplicano.
Se un tempo erano nazioni missionarie l’Olanda, l’Irlanda, la Francia, la Spagna, oggi i missionari vengono dall’India, dall’Indonesia, dal Vietnam.
Questa divisione è visibile anche nelle reazioni al documento vaticano. Gioia in alcune chiese dell’Europa occidentale, obbedienza automatica dei gerarchi promossi, silenzio-assenso in molte. Contro il documento tutta l’Africa, ma anche gli episcopati dell’Europa orientale: Polonia, Ungheria, Ucraina; i dieci vescovi della Francia occidentale e molti cardinali, vescovi e sacerdoti di tutto il mondo.
Ma anche gli ortodossi hanno respinto il testo vaticano, con il metropolita della Chiesa di Budapest che ha sottolineato come esso “renda impossibile qualsiasi avvicinamento alla Chiesa di Roma”.
Una fine inaspettata per anni di sforzi ecumenici.
Questa è la realtà, dai suoi frutti si conosce l’albero.
È quindi tempo di correggere gli errori che portano alla rovina e di stimolare una crescita sana.
Per questo è necessario eliminare i malintesi e le falsità. Non si può scherzare con Dio, né ci si può prendere gioco di Lui. Né vanno bene per lavorare nella vigna del Signore coloro che mirano a salire la scala e non a servire, a fare gli sciocchi, come tanti oggi.
Negli ultimi anni siamo stati spesso soli nella difesa dell’ordine naturale e cristiano.
Oggi ci rallegriamo quindi della compagnia della Corporazione degli Avvocati Cattolici Sant’Alfonso Liguori e vorremmo concludere questa Dichiarazione con un testo tratto dalla lettera di Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire agli Efesini: “Se coloro che turbano l’ordine materiale sono colpevoli di morte, quanto più lo sono coloro che corrompono con i loro falsi insegnamenti la fede che viene da Dio, per la quale Gesù Cristo è stato crocifisso? Costoro, macchiati dalla loro iniquità, andranno nel fuoco inestinguibile, così come coloro che li ascoltano”.
Buenos Aires, 10 gennaio 2024.
Juan Antonio Vergara del Carril Segretario
Bernardino Montejano  Presidente

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3 commenti

  • Carlo ha detto:

    Purtroppo, la dura dichiarazione si rivela una morbidissima supplica filiale di più quando riconosce la legittimità dell’usurpatore argentino. E fa crescere ancora di più la confusione spirituale regnante. Ma attenzione, le parole di Sant’ Ignazio rimangono valide.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Ottima lettera, che personalmente condivido in parte. Mi lascia perplessa il finale, tratto dalla Lettera agli Efesini di Ignazio di Antiochia. Non che metta in dubbio quanto il Santo vescovo abbia affermato, è dovere di un Vescovo, santo o no, spiegare le conseguenze degli atti che si compiono. Il Signore ricompensera le opere buone di chi si sarà dimostrato anche nei fatti suo amico, mentre manderà via da sé chi si è dimostrato, anche nei fatti, suo nemico. Il comportamento di Jorge Mario Bergoglio è simile a chi bela univocamente ” Signore ! signore!” poi nei fatti lo tradisce. Laudato sì (scritto a 4 mani con l’eresiarca Leonardo Boff, suo mentore e fraterno amico), Amoris Letitia, e via di pubblicando. Poi la persecuzione degli Ordini , contemplativi e no, accusati. di pregare troppo ed aggiornarsi al computer troppo poco. Poi “i Giorni della pachamama” culminati addirittura in processione ( a cui ha partecipato pure il card. Sarah, magari come un fiore un po appassito ma c’era) e messa finale con simboli green-pachamameschi sull’altare, e poi le “confidenze” riversate nel generoso petto di Scalfari, e poi l’odio per la Santa Messa e la Confessione e gli insulti ai sacerdoti e ai fedeli “rigidi”, poi…poi potrei elencare sino a domani. Mi fermo qui. Non posso condividere l’affermazione del card. Sarah e dei membri dell’istituto di Filosofia Pratica che ” Non siamo contrari a Papa Francesco ma ci opponiamo a un’eresia …” UNA eresia ? UNA ? E sino ad ora cosa erano ? Una prova di confermazione nella Fede ai suoi fratelli ? VI siete accorti ORA che tutti questi anni sono stati un tradimento volontario a Nostro Signore prima di ogni altro ? E a questo “non siete contrari” ?

  • crisbiagio ha detto:

    Dio li benedica. Grazie. Viviamo proprio come ai tempi del primo libro dei re. Aspettiamo Elia.
    Libera nos, Domine

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