Donna nel Degrado Morale e Spirituale dei Nostri Tempi. Cinzia Notaro.

11 Gennaio 2024 Pubblicato da 16 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, una fedele amica del nostro sito, Cinzia Notaro, ci invia, ex abundantia cordis, queste riflessioni accorate sul rapporto fra uomo e donna nei giorni che stiamo vivendo. Buona lettura e condivisione.

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DONNA NEL DEGRADO MORALE E SPIRITUALE

Dio creò la donna perchè fosse di aiuto e di compagnia all’uomo.

” Il Signore disse: Non è bene che l’uomo sia solo; facciamogli un aiuto simile a lui (Genesi 2,18).

Ma che genere di aiuto? Che genere di compagnia?

Sappiamo che Adamo, peccò perchè Eva fu sedotta e lo condusse sul sentiero sbagliato, sulla via della dannazione eterna; la donna cristiana,oggi, invece deve essere colei che guida l’uomo sulla via della salvezza eterna, che ci è stata mostrata dal Signore: ” E del luogo dove io vado, voi conoscete la via” (San giovanni 14,4); ” Io sono la Via, la Verità, la Vita” (San Giovanni 14,6).

Capite che ruolo e che grande impegno riveste oggi e da sempre la donna?

I due, marito e moglie, devono camminare insieme, portando i pesi gli uni degli altri, con amore e perseveranza secondo il volere divino: a volte il percorso sarà tortuoso, scivoloso, annebbiato, con dossi e curve…. ma poi la grazia di Dio lo rende piano.

Nostro Signore a tal proposito ci ricorda in Matteo 7,13-14: “Entrate per la porta stretta, perchè larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! ”

Il mondo sarebbe migliore se la donna avesse un atteggiamento casto, puro e se conservasse saldi principi morali. Quanti santi uomini ci sarebbero, se i bambini nascessero e vivessero in contesti familiari, sottomessi al divino volere, e ricevessero il buon esempio di vita cristiana dai propri genitori! Pensiamo a Santa Monica ad esempio, che alla fine ottenne da Dio la grazia della conversione di quello che poi diventò uno dei più grandi padri della Chiesa, Sant’Agostino d’Ippona.

Il suo lavoro in famiglia e nella società deve essere quello di mostrare la bontà, la misericordia di Dio tenendo presente che i propri figli saranno gli uomini di domani.

Come sarebbe piacevole e rasserenante la vita dell’uomo che sposa una donna virtuosa!

Leggiamolo nel libro del Siracide al capitolo 26: ” Beato il marito di una donna virtuosa; il numero dei suoi giorni sarà doppio. Una brava moglie è la gioia del marito, questi trascorrerà gli anni in pace. Una donna virtuosa è una buona sorte, viene assegnata a chi teme il Signore. Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce, in ogni tempo il suo volto appare sereno”.

Per evitare la caduta dell’uomo nell’abisso infernale, il Signore ha voluto dare un aiuto all’uomo, la donna che deve essere un angelo “buono”, ispiratore di buoni sentimenti, propri della donna cristiana, che con la sua dolcezza e mitezza, con la sua vita casta e santa ed il suo esempio, lo riporti sulla via giusta.

La famiglia è sacra! E’ la prima scuola dove s’impara a conoscere sè stessi, ad amare, a condividere per essere luce del mondo. E’ per questo che, i figli non possono essere affidati ai nonni, alle baby sitter, agli asili nido, ecc…; non si puo’ delegare l’educazione sin dai primi anni di vita a degli sconosciuti, seppur esperti in materia d’infanzia e soprattutto non si possono responsabilizzare i nonni, che hanno diritto, giunti ad una certa età, di stare tranquilli.

Non si possono delegare ad altri le proprie responsabilità.

Quindi il posto della donna se sposata e con figli, non è quello di andare fuori a lavorare, senza che ce ne sia il bisogno, per dimostrare spinta dall’orgoglio che anche lei ha un cervello.

Questo discorso è insensato e stolto. Inoltre, apro una breve parentesi, ci sarebbero meno divorzi e separazioni e più posti di lavoro per l’uomo! Dall’inizio dei tempi, secondo la Scrittura, la donna è sempre stata vista come l’angelo del focolare domestico.

Il posto che Dio le ha dato è più importante e privilegiato. Se istruita nella legge divina, diventa una donna saggia e sapiente che con il lavoro delle proprie mani, contribuisce al bene della propria famiglia e nello stesso tempo della società in cui vive, perchè fa crescere i propri figli cristianamente, davanti a Dio in sapienza età e grazia; ha cura della casa e del proprio marito, trova il tempo per sè stessa e per il prossimo.

Con i ritmi frenetici, di cui gli uomini sono schiavi, si diviene sempre più egoisti e la carità si spegne gradatamente. E’ la paura infatti a dominare l’uomo di oggi che non conosce Dio, la Sua Parola, che invece dovrebbe essere citata al momento giusto dalla donna: ” Cercate il regno di Dio e il resto il Signore ve lo dara’ in più, perchè sa che ne avete bisogno” (San Matteo 6, 33-34) e ancora: ” Il giusto vive di fede” (Lettera ai Romani, 1,16).

E invece assistiamo alla disgregazione familiare, alla corsa per raggiungere la felicità materiale, perchè non ci si accontenta del necessario per vivere, ma si vuole il superfluo! Cosa suggerisce la donna di oggi ai membri della propria famiglia? Si nutre della Parola di Dio? Risponde con le parole che Gesù ci ha insegnato?

La donna deve ricordarsi che nonostante la sua trasgressione ” Tuttavia – scrive Timoteo (nella sua prima lettera al capitolo 2,15) – sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia”.

Cosa il Signore vuole dalla donna sposata?

” Ugualmente voi, mogli state sottomesse ai vostri mariti perchè, anche se alcuni si rifiutano di credere alla Parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti; cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia. E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perchè il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perchè partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere” (1 Pietro capitolo 3,1-7); in Timoteo 2,9-10 si legge: ” Allo stesso modo le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia, non di trecce e d’oro o di perle e vesti lussuose, ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà”.

 

E invece quali valori le madri di oggi lasciano alle proprie figlie?

E che future nonne saranno le madri di oggi? Cosa racconteranno ai loro nipoti e cosa gl’insegneranno?

Danno esempio di castita’? Di purezza? Di modestia? O forse le spingono, a cercare il successo a tutti costi, rimandando la decisione di sposarsi e di avere figli, e nel frattempo convivendo con il fidanzato di turno? A fare concorsi per diventare Miss Italia…. Hanno cura della loro anima? Non abbiamo solo un corpo, che per i cristiani, è il tempio dello Spirito Santo. Come permettono alle loro figlie di disporre del proprio corpo? La tolleranza, la mancata correzione non sono segni di amore, anzi significa indifferenza, abbandono al proprio destino.

Gran parte di responsabilità della depravazione, in cui si trova il mondo odierno è dovuto all’invito al peccato che gran parte delle donne fanno con un abbigliamento indecoroso, non dignitoso; con l’equipararsi all’uomo e a comportarsi spesso come un uomo (difatti molte di loro, parlano volgarmente e si vestono in modo maschile, perdendo la propria femminilità, e mostrando aggressività.

La donna ha usurpato il ruolo dell’uomo nella famiglia e nella società; non è sottomessa al proprio marito, come prevede la legge del Signore. Sia chiaro che “sottomessa” non significa “schiava”, ma rispettosa del proprio marito; ovviamente anche il marito deve amare la propria moglie. Leggiamolo nella lettera agli Efesini 5,22-23: ” Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola,, alfine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia nè ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata. così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perchè chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poichè siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito”.

Non pochi uomini a questa usurpazione del proprio ruolo da parte delle donne hanno risposto perdendo molto della propria virilità, tendendo ad essere femminili.

Penso che anche questo abbia portato all’aumento della omosessualità: l’uomo cerca in un altro uomo ciò che nella donna di oggi non trova più e a causa di ciò, inevitabilmente la donna cerca in un’altra donna, quanto l’uomo ha perso.

Ricordiamo che in ognuno c’è una parte femminile ed una maschile. Quando prevale l’una, viene meno l’altra. In una persona normale le due parti piu’ o meno sono in equilibrio, ma non nei soggetti deviati, la cui parte virile viene schiacciata dalla cultura moderna e dal nuovo modo di porsi della donna nella società e nella famiglia.

La donna cominciò a lavorare fuori casa, a portare i pantaloni,poi scese nelle piazze con la sigaretta in bocca, il suo linguaggio divenne volgare, venne meno pian piano il rispetto verso il proprio marito, trascurò l’educazione dei propri figli, stabilì quanti averne e se averne; poi venne la legge sul divorzio, che segnò non di certo la liberazione da una condizione insostenibile, ma l’inizio della degenerazione morale vera e propria.

 

Le donne lavorando fuori casa, si lamentano di non avere molto tempo a disposizione; di essere penalizzate perchè devono anche occuparsi delle faccende domestiche e prendersi cura dei figli, nonchè del proprio marito, non disposto ad ascoltarle il più delle volte, in quanto bisognoso di riposo e di comprensione dopo una dura giornata di lavoro.

Oggi siamo in pieno caos a tutti i livelli.

Da dove ha origine il caos in cui viviamo?

Dalla non sottomissione alle Autorità stabilite da Dio, in quanto esse fanno le veci di Cristo. Ricordiamo le parole che Gesù disse a Ponzio Pilato: ” Tu non avresti alcun’autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto” (vangelo di San Giovanni 19,11).

Dio ha delegato la Sua Autorita’, come si puo’ leggere nella Sacra Scrittura; ubbidendo ad ogni singola Autorità, non facciamo altro che sottometterci alla suprema Autorità, Cristo Gesù Signore Nostro, che governa il mondo con la sua infinita Sapienza.

In Romani 13:1, Egli ha stabilito l’ ordine nella famiglia; tra gli sposi (in Efesini 5:21-24); tra i genitori in (Efesini 6:1-3); nella Chiesa (Ebrei 13: 17); tra i leaders spirituali (1 Corinzi 16:15-16); nella Nazione e nei governi (1 Pietro 2:13-17; Tito 3:1); tra i capi o datori di lavoro (l Pietro 2:18; Efesini 6:5-7).

Con la Sua sapienza, Dio ha dettato un ordine in cui l’uomo potesse essere felice, ma l’uomo nella sua stoltezza e superbia, nonchè orgoglio ha voluto essere l’artefice della propria felicità, mettendosi al posto di Dio e decidendo cosa, attraverso chi e in che modo raggiungere la felicità.

Sebbene a volte ci riesca, illude se stesso, perchè egli considera felicità il successo, il potere, il denaro, il sesso: tutte cose effimere che lo conducono sulla strada dell’egoismo e della perdizione eterna, in quanto noi siamo stati creati per i beni eterni e il nostro cuore non avrà pace fin quando non riposerà in Cristo (Sant’Agostino d’Ippona).

Al centro del mondo non viene messo Dio, ma l’uomo con i suoi diritti e il suo libertinaggio, con una coscienza assopita e che tende a soddisfare i propri bisogni.

E’ questo il messaggio che il mondo manda e inculca ai giovani, ai bambini.

Il mondo è pieno di persone spiritualmente morte, che non conoscono il vangelo e/o che non vi credono. Oggi non ci si scandalizza più se una persona divorzia o convive, o se è ragazza-madre, o se fuma ogni tanto la marijuana…… è diventato tutto nella norma, è scomparso il senso del peccato.

La miseria materiale dei nostri giorni è la conseguenza della nostra povertà spirituale, perchè ci si è dimenticati che per essere benedetti dal Signore, dobbiamo fare la Sua volontà, essere sottomessi alla Sua Autorità.

Se fossimo vivi dentro, se non fossimo morti spiritualmente, se davvero fossimo nati di nuovo dall’acqua e dallo Spirito, se capissimo che osservando i comandamenti amiamo Dio, noi stessi e il prossimo facciamo la nostra felicità, la nostra casa non cadrebbe mai, perchè edificata sulla roccia: “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perchè era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile ad un uomo che ha costruito la sua casa sulla sabbia.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” (Matteo cap. 7,26-27).

Abbiamo bisogno di pastori che insegnino di nuovo la Verità secondo Cristo, di pastori che curino le anime e che le sveglino dal loro torpore, e vivifichino la loro fede, che non è tradizione o sentimentalismo e passività.

I legittimi pastori devono predicare il ravvedimento e devono dire ai cattolici “fai da te ” che si sono creati un falso concetto di salvezza, che i Sacramenti se non si vivono sono nulli; non servono se non accompagnati dall’ubbidienza al Magistero per una santificazione personale.

La Chiesa ci aiuta a salvarci, a santificarci, ma il lavoro lo dobbiamo fare noi con la preghiera, i Sacramenti, le buone opere che testimoniano la nostra fede.

Dobbiamo essere un vangelo vivente, per essere luce del mondo e sale della terra. Il disordine regna nella società odierna, perchè l’avanzata del relativismo guidato dall’orgoglio, non ammette leggi che educhino le proprie coscienze ad essere sottomesse all’ Autorità Divina.

La nostra coscienza deve essere educata dalla Parola di Dio.

Ricordiamo le parole di Joseph Ratzinger, il 28 aprile 1990, in occasione del centenario della morte di Newman, dichiarò: «… fu la sua coscienza che lo condusse dagli antichi legami e dalle antiche certezze dentro il mondo per lui difficile e inconsueto del Cattolicesimo. Tuttavia, proprio questa via della coscienza è tutt’altro che una via della soggettività che afferma se stessa: è invece una via dell’obbedienza alla verità oggettiva. Il secondo passo del cammino di conversione che dura tutta la vita di Newman fu infatti il superamento della posizione del soggettivismo evangelico (nel senso del Protestantesimo, che nega il valore della Tradizione), in favore d’una concezione del Cristianesimo fondata sull’oggettività del dogma».

 

Non c’è, nei cuori dei più, il timore del Signore, un dono dello Spirito Santo che non ci fa anteporre nulla all’amore del Cristo (come insegnava nella sua regola, San Benedetto da Norcia) e che c’ispira un grande desiderio di uniformare la nostra volontà alla Sua, con amore di figli ubbidienti alla Sua legge e non come schiavi che temono la punizione.

La donna se non rigenerata dallo Spirito Santo, porterà sempre più uomini al macello interiore, spirituale fino a farli sprofondare nell’abisso dell’inferno. Se non viene risanata in lei la ferita mortale procurata dal peccato originale, attraverso il lavacro battesimale, seguito da una vita che testimonia il vangelo, non collaborerà con il Signore alla salvezza dell’umanità, perchè continuerà a comportarsi come Eva.

Cinzia Notaro

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16 commenti

  • frate ha detto:

    Alleluja! E’ 40 anni che aspettavo questa presa di coscienza da una donna con una lettera pubblica! Deo gratias!

  • G. D. ha detto:

    Cara Signora Cinzia.
    Sono d’accordo che una mamma cristiana che vuole aiutare a salvarsi il marito e i figli lontani dalla fede, dovrebbe lei per prima dare l’esempio, offrendo ogni giorno il S Sacrificio d’espiazione per i peccati propri e della famiglia, e acconstandosi ai Sacramenti almeno la domenica, come impone il terzo Comandamento.
    Io è da tre anni che desidero farlo.
    E con me migliaia di altre mamme o papà in tutto il mondo…
    Ma sono i sacerdoti che ce lo impediscono.
    Perché si ostinano a celebrare invalidamente e sacrilegalmente in comunione con l’antipapa Bergoglio e il suo ministero Lucifero massonico prolgbt, pur con piena coscienza e deliberato consenso.

    Nonostante abbia inviato centinaia lettere di supplica a tutti i preti della mia città e limitrofi, non ne ho trovato uno disposto a celebrare la messa valida come previsto durante la sede vacante.

    D’altra parte mi rendo conto quanto sia difficile per loro scegliere di prendersi cura delle anime a costo di restare soli ed emarginati, senza chiesa, senza casa e senza mensile.

    • La Signora di tutti i popoli ha detto:

      G.D. è sacrosanto ciò che dice ma lei è troppo buono/a ma se ne faccia una ragione perchè la realtà è questa: questi preti che hanno il coraggio di festeggiare il loro anniversario di consacrazione, le loro prime messe, sono degli ipocriti di prima grandezza. Festeggiano la loro condanna a morte. Costoro, pavidi nella loro essenza più profonda, attaccati allo stipendio e al piatti di spaghetti sicuro, come a dei falsi sacramenti e non meno dei loro vescovi pantofolai, se ne strafregano che i fedeli rimangano privi del Pane di vita eterna. Esseri senza spina dorsale e senza amore per le pecorelle affidate loro, preti di niente e di nessun valore per noi e non sacerdoti di Cristo ma di un lurido falso papa, è giusto che paghino con privazioni immense: perchè è di fede che chi di spada ferisca con lo stesso strumento perisca.

      • G. D. ha detto:

        Cara Signora di Tutti i Popoli,
        Grazie per il suo sostegno morale.
        Spero solo che il cuore di qualche sacerdote, leggendo il nostro accorato appello, si muova a pietà e compassione e si decida di uscire dalla Babilonia dell’antipapa impostore.

        Anche perché io credo sia ormai prossimo il terribile castigo di Dio su chi si ostina a far parte della falsa chiesa lucifero-massonica pro-lgbt dell’uomo iniqio, da cui tutti si dissociano, ma da cui nessuno vuole uscire.

        Ma L’APOCALISSE parla chiaro :

        2. IL CASTIGO DI BABILONIA
        La prostituta famosa
        … «E’ caduta, è caduta
        Babilonia la grande
        ed è diventata covo di demòni,
        carcere di ogni spirito immondo, carcere d’ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita. …

        ◾ IL POPOLO ELETTO DEVE FUGGIRE ‼️
        4 Poi udii un’altra voce dal cielo:
        «Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi FLAGELLI.

        Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
        e Dio si è ricordato delle sue iniquità…..

        per questo, in un solo giorno,
        verranno su di lei questi flagelli:
        morte, lutto e fame;
        SARÀ BRUCIATA DAL FUOCO,
        poiché potente Signore è Dio
        che l’ha condannata».

        19 Dopo ciò, udii come una voce potente di una folla immensa nel cielo che diceva:
        «Alleluia!
        Salvezza, gloria e potenza
        sono del nostro Dio;
        2 perché veri e giusti sono i suoi giudizi, egli ha condannato la grande meretrice che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
        vendicando su di lei
        il sangue dei suoi servi!».

        «Alleluia!
        Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!»

  • Prov ha detto:

    “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal CUORE degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
    Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”… MT 7,14…

    Basta a rendere più chiare le cose?

    Il buonismo è farina (avariata) del diavolo. Ogni pensiero buonista e magari politicamente corretto e magari, pure, ragionevole (in abbinamento alle precedenti due caratteristiche) viene dal maligno.

    Forse sarebbe oppotuno chiedere la Sapienza. Cosa che meravigliò pure Dio stesso quando glila chiese Salomone…

  • Paoletta ha detto:

    Personalmente sono contenta di essere ritornata a lavorare poco tempo fa. Sinceramente non mi sento usurpatrice di nulla, ne’ vado in giro nuda.

  • PEZ ha detto:

    Buongiorno Caterina,

    io la ringrazio per questo punto davvero stimolante. E’ una di quelle cose di cui sono stato sempre convinto, ma più a sensazione che altro. Adesso vedo che lo stesso padre Pio lo considerava un segnale importante.

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Dal Dei Verbum (C.V. II):
    «L’ufficio poi d’interpretare autenticamente la Parola di Dio, scritta o trasmessa, è affidato al solo magistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Il quale magistero però non è superiore alla Parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l’assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella Parola e, da questo unico deposito della fede, attinge tutto ciò che propone a credere COME RIVELATO DA DIO»
    Ho avuto da una cara amica una affermazione che mi ha portato a scrivere questo post, poichè lei ritiene erroneamente valida e lecita la Messa pur in comunione con un falso papa.
    La mia non è una opinione ma obbedienza a ciò che equiparato alla Parola, il Magistero petrino.
    Si pensi alla questione della Ecclesia de Eucharistia all’art. 39 u.c. e a come un fedele cattolico, in errore grave, voglia creare, per sua convenienza o incomprensione o ignoranza della dottrina, una gerarchia “opportunistica” delle fonti cui possa o meno sottostare.
    In termini di obbedienza dovuta in termini di “verità di fede” è irrilevante (per chierici e laici) stabilire a cosa aderire e a cosa eventualmente non sottostare: è superfluo distinguere la verità rivelata da quella scaturita dal Magistero della Chiesa…
    Infatti l’articolista dice:

    “I legittimi pastori devono predicare il ravvedimento e devono dire ai cattolici “fai da te ” che si sono creati un falso concetto di salvezza, che i Sacramenti se non si vivono sono nulli; non servono se non accompagnati dall’ubbidienza al Magistero per una santificazione personale.”

    In altre parole non si può dire che le verità di fede, comprese quelle dogmatiche, possano essere attese maggiormente o disattese in subordine o in correlazione al loro ordine “gerarchico” e quindi non si può ammettere che bisogna attenersi piuttosto al Vangelo perchè pregresso e primaziale del Cristo, piuttosto che al Magistero dei Papi e al loro potere primaziale concesso in sub ordine dal Cristo. È un errore che evidenzia una convenienza umana di fronte al dovere cristiano di obbedire piuttosto alla Parola di Dio che alla “parola” di un Papa che la serve, dimenticando che l’intero ordine gerarchico, fra norme e verità di fede, non si contraddice e non è mai in contrasto con se stesso.
    Devesi rammentare inoltre che la Parola (elargita dal nuovo o dal vecchio testamento) non è verità di fede se prima non venga interpretata e proposta come tale solo dal Magistero della Chiesa.
    Sia dunque chiaro che è in errore chi dice ad es. che una Costituzione, tipo la Universi Dom. Gregis, possa essere mai disapplicata, specialmente lì dove disponga che la elezione papale è nulla se si disattengono a tutte le disposizioni di cui tratta. Altresì che una Enciclica possa o debba essere disapplicabile se il Vangelo sembri decidere differentemente o, a fronte della dignità (divina) di un Sacramento, si sia è costretti a rinunciarvi a causa di una disposizione magisteriale.
    Il Vangelo non dice nulla in termini di verità se non questa verità venga prima insegnata secondo l’interpretazione che ne ha dato nel tempo la Chiesa.
    Ritornando alla Ecclesia de Eucharistia, chi la rifiuta con arbitrio, lì dove reputi vada contro la Parola o contro il Decalogo, in realtà rifiuta Parola e Decalogo stessi, perchè questi dottrinalmente non possono essere difformi o in contrasto col Magistero petrino e viceversa: il Papa, o i Vescovi a questo uniti, sempre sono pienamente conformati, nel giusto modo al servizio della verità rivelata e quindi dettano altrettanto cogenti disposizioni per il popolo di Dio.

    La Enciclica E. De Eucharistia afferma che una Messa ha in se la sua VALIDITÀ solo nel realizzare “ciò che vuole la Chiesa” cioè quell’elemento essenziale, oltre la dignità del ministro, le specie e le parole evangeliche, che non si fermi solo scientemente a desiderare la transustanziazione, ma voglia e persegua de facto la “comunione Ecclesiale” in cui DEVE formalizzarsi assolutamente nel nome formulato col richiamo al (vero) Pontefice e non a un elemento indegno (un antipapa), pena la irreversibile nullità della intera liturgia e del sacramento e senza alcuna sanatio nè supplet ecclesia. Tale sanatio non è prevista in tale materia nè è compresa dalla Enciclica de quo.

    • E.A. ha detto:

      Nella distopica realtà del tutto ed il contrario di tutto, in cui è sparita la logica, la razionalità, si è estinta la coerenza, si è dileguata la conoscenza, di pari passo ad un rapido e progressivo spegnimento della Fede, il quale costringe le menti, offuscate, a procedere a tentoni, ad appropriarsi di slogan, a ripetere ossessivi mantra, ad anteporre stucchevoli e perentorie premesse, a convincersi dell’inverosimile, a credere all’incredibile… ringrazio La Signora Di Tutti I Popoli per i suoi interventi sempre mirati, precisi, pregni di sapere e di sapienza, che rappresentano un vero e proprio lumicino per chi, ardentemente, desidera non perdere la rotta!!!

      • La Signora di tutti i popoli ha detto:

        Grazie E.A. per aver precisato che tutta la storia della salvezza passa e si avvale della Parola attualizzata solo dal Magistero della Chiesa, e Petrino in particolare. Chi all’occasione respinga i Papi legittimi o respinga le verità che sono da loro consacrate agli atti in un Deposito della Fede, nega il Vangelo stesso e offende la volontà di Gesù Cristo nel Suo vicario. Il Vangelo non è stato scritto per essere vissuto o interpretato secondo mode e nuove contingenze o per adattarsi a sopravvenute esigenze umane ma è donato alla comprensione del popolo di Dio che lo viva attraverso il Magistero di un Pontefice che vigila, istruisce e conferma sin dall’anno zero, dal primo mandato di Pietro, in ogni epoca passata e futura, fino al ritorno di Cristo alla fine dei tempi.

  • Prov ha detto:

    Avrei voluto scrivere con il tono sarcastico tipico dei ben pensanti progressisti che a leggere la sfilza di citazioni e considerazioni così ostinatamente cristiane si scaglierebbero violentemente, con parole di fuoco e di condanna, nel modo sguaiato e volgare che conosciamo… ma solo per rimarcare la stoltezza di tali reazioni.

    Ovviamente, al contrario, non c’è nulla da dire se non condividere con quanto detto. E pregare perché si realizzi, un giorno.

    D’altra parte, per chi ha fede, è assolutamente chiara ed evidente l’origine della volontà dissacatrice e demolitrice della famiglia, dell’uomo, della donna e di tutto il resto, per cui, stupirsene, è ormai davvero difficile.

    Una piccola nota per Caterina. Ho passato anni ed anni con donne che, quasi tutte – almeno quelle importanti per la mia vita – portavano pantaloni, sia indossandoli che per affermare il ruolo che intendevano imporre. Talmente era asfissiante e stucchevole l’ostentazione… che se ne vedevo una vestita diversamente dall’altra parte della strada mi pareva una visione Celeste, proveniente da un altro mondo, da un’altra mitologica realtà. E immaginavo un altro universo nel quale io non avrei mai potuto sperare di vivere…

  • Caterina ha detto:

    Sia lodato Gesù Cristo!
    Gentilissimo Dott. Tosatti,
    il mio commento è arrivato? Forse era troppo lungo. Ci tengo molto che almeno Lei lo legga. Le sarei molto grata se potrebbe farmi sapere. E’ cosa troppo importante–e lo dico non perchè lo dico io ma specialmente perchè lo diceva Padre Pio, e prima di lui, Dio Onnipotente. Si tratta di un fatto del tutto trascurato dalle donne, dalla Chiesa…da tutti. Con la morte di Padre Pio, morì pure quello.
    Grazie per il Suo importante servizio di pensatore Cattolico!

  • Caterina ha detto:

    Ma, l’unico modo per vivere veramente la volontà di Dio in noi (donne), è prima di tutto, spettere di portare pantaloni. Se non rinunciamo ai pantaloni, tutto il resto sarà impossibile realizzare. Padre Pio ha visto giusto anche in questo, come in tutto. Lui non ammetteva donne in pantaloni alla confessione, e quindi non potevano certo presentarsi per la Comunione. Ma non potevono neanche entrare in chiesa! Per dire…che, una donna in pantaloni, fosse la più devota e la più pia del mondo, comunque non poteva essere in grazia di Dio. E infatti la Sacra Scrittura ci dice: La donna non si vestirà da uomo, né l’uomo si vestirà da donna; poiché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo Dio.” Non c’era nessuno che amò Dio e ogni parola Sua come Padre Pio. Se non Cardinal Siri. Andate a vedere cosa ha scritto nel 1960 ‘A proposito del costume maschile della donna’.
    Nel 1998 ho avuto quella ispirazione di non mettere mai più pantaloni. Non era facile, ma non voglio prendere più spazio per dire tante cose. Mi limito a dire: mi ha cambiato totalmente. Ha guarito il mio matrimonio (perchè mi ha fatto capire come dovevo rinunciare a comandare in casa, e ordinare il mio marito…), ha guarito il rapporto con mio padre, ha guarito il mio rapporto con Dio (cioè in che modo le donne devono vivere l’umiltà di fronte a Dio? in tanto nel restituire all’uomo ciò appartiene solo a lui–i pantaloni e tutto ciò che significa. Finalmente poi, come donna ho capito Maria SS. Come donna non si può credersi vere Sue figlie se si persiste nel portare pantaloni. Invito le donne amante di Gesù Cristo e Maria SS. e desiderose forse di migliorare il loro matrimonio o rafforzare la loro Fede, di provare per due mesi a non più indossare pantaloni. …

    • La Signora di tutti i popoli ha detto:

      Cara Caterina,
      non ho niente da far rilevare alle sue scelte di vita da donna, figlia e moglie e ai suoi pantaloni che sono stati sostituiti dalla più femminile e appropriata gonna. Ad ognuna la sensibilità di donare ed anche di sacrificare comodità, stili e esteriorità a chi si ferma e non va oltre le apparenze. E questi doni, a chi non è capace di vedere le vere qualità e sensibilita della propria moglie e della propria figlia, sono enormi e dolci anche agli ​occhi di Dio. Il suo matrimonio certo valeva più dei calzoni e onorare padre e madre più di un paio di comodi jeans, bah!!
      Ma quello stesso Dio , che lei vuole compiacere, guarda al sodo, Caterina, al cuore! e non al taglio delle braghe.

      ​”Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell’intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d’oro e nell’indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore. (1Pietro 3,3-3,4)”

      ​ Paolo probabilmente aveva una non minimale misogenia e una ridotta sopportazione della visione delle forme che le grazie femminili facevano vedere oltre l’abbigliamento delle donne… ma vorrei oggi vederlo a predicare in un ambiente con 40 gradi all’ombra con i ridotti vestiti delle africane o delle sudamericane. Ma lasciamolo alle sue difficili continenze.
      Pietro, altrimenti, va all’essenza della donna: alla sua debolezza fisica forse, ma sicuramente alla sua superiorità spirituale. Alla sua intelligenza pratica e alla figura dolce e profonda che è sintetizzata dalla figura di Maria, e non certo da quella maschile, salvo eccezioni dell’altra sponda.
      Dunque la meditazione, la profondità dei sentimenti e la sensibilità della donna legati alla bellezza delle forme, degli occhi e del viso sono quel complesso armonico che di solito da fastidio non a Dio ma al maschio umano pieno di passioni e riccamente tentato dal diavoletto: l’uomo è geloso di chi ha più di lui, che tuttavia non è privo di doni e pregi, seppur minori, che la donna però ordinariamente non invidia nè brama. Da qui la prudenza delle donne, con saggezza e castità, di donare con onestà e in ogni occasione pace e concordia; donne che sanno far vedere di se ciò che occorre e nulla di più solo a chi è in grado di capire ed apprezzare.
      Dio, al contrario della piccolezza meschina maschile guarda al cuore fervente e alla umiltà, a niente altro, se non alla prudenza femminile segno di speciale intelligenza.

      • Prov ha detto:

        Oggi, S. Paolo, non potrebbe evitare la pornografia esplicita che è dappertutto, al caldo torrido dell’equatore come al freddo artico dei circoli polari.

      • ex : ha detto:

        Con ‘sta storia che “Dio guarda al cuore” vengono giustificate le peggiori porcherie che avvengono oggi, fino – se si è coerenti – alle opere immonde del tucho. Ma senza arrivare a tali “altezze” basta vedere in Estate la gente in chiesa presentarsi in mutande e ciabatte a ricevere la Comunione. Tanto… Dio guarda al cuore…

        Non c’è bisogno di scomodare le africane e le sudamericane, restiamo in Italia dove anche, in certi anni ed in alcuni periodi dell’anno, 40 gradi all’ombra si registrano: (https://www.ilgiornale.it/news/cronache/week-end-40-c-allombra-ecco-dove-far-pi-caldo-2053238.html). Però, non duemila anni fa, ma solo una manciata di decenni or sono nessuno si azzardava ad andare in chiesa (ma anche in altri locali ed edifici pubblici) nel modo cafonesco, con la scusa del caldo, come avviene oggi.

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