Tre Curiosoni alla Statale di Milano. Benedetta De Vito.

15 Gennaio 2024 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito si congeda dalla trasferta milanese con questo ultimo mini-reportage artistico dalla Statale. Buona lettura e diffusione.

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Allora, mmm, vediamo, dove eravamo, ah sì, sìsì, davanti al mostro della Statale. Siamo sempre Andreina e io e passiamo da un cortile all’altro dell’ex Ca Granda dove oggi bighellonano gli studenti ben poco affaccendati. “Oh che belle seggioline!- esplodo, indicando due seggiole con pomelli colorati che sembrano venire diritte dalla casa degli orsi di Riccioli d’oro. “Sediamoci, dai!”.

Ma Andreina, prudente, mi indica un cartiglio sul terreno. Oh Signore è un monumento a Vaclav Havel! Nooo. Più tardi leggo, basita, che a inaugurare detto memoriale (che sembra fare marameo alle mie gambe dolenti) c’era addirittura Alena Seredova… dai, no. Pazienza, ci pensa la Cappella dell’Annunziata a regalarmi la gioia del paradiso.

Ed ecco che le due curiosone, pian pianino, aprono la porta scura della Chiesa. La meraviglia! In alto ci benedice da una vetrata colorata un San Carlo giovane e tutt’intorno, racchiuso in quello scrigno d’ordine e di bellezza, c’è tutta quanta la mistica cattolica che comincio a leggere nei quadri e parlo a voce non alta e non bassa. Non so come né perché mi trovo d’un tratto intorno un bel signore alto, elegante il quale ci dice che lì in quella chiesa lui ormai è di casa e di continuare per piacere in quello che sto dicendo. Lo faccio.

Pala d’altare della Chiesa è una spettacolare Annunciazione del Guercino. Un vero e proprio tesoro! Il viso della Madonnina è di miele e mostro a lui e ad Andreina come in quel quadro sia rappresentata non solo la Vergine annunziata, ma anche la Trinità nella Persona del Padre, in alto tra le nubi, dello Spirito Santo, colombina in volo e di Maria con il Verbo incarnato in grembo, che diventerà il Bambino Santo.

Ai lati dell’altare due quadri di modesta fattura, ma stupendi. Di qua il Cor Jesu e Gesù, con l’agnellino a cavacecio, che è Buon Pastore e agnello sacrificale insieme; di là il Cuore Immacolato di Maria con il pugnale del dolore e le rose che rappresentano i cuori di chi la segue in questa valle di lacrime. Sorrido e mostro loro la mia bennibag che ha ricamato da me un bel Cuore Immacolato di Maria…

C’è anche un quadro, bello, in cui il Bambino, avvolto quasi nelle fasce, è già in premonizione di sudario. Continuo poi spiegando altro che non ricordo.

Il nostro misterioso interlocutore mi chiede di scrivergli tutto quel che ho detto. Non ha uno smart phone (Dio lo benedica), ma un cellulare vecchio stile e neppure riceve gli sms. Così, presa carta e penna, da me fornita in forma del mio taccuino rosa, mi scrive il suo indirizzo: “Non abito lontano da qui” e mi rende la penna e il taccuino rosa. Finito l’articolo, speditolo via mail a Marco Tosatti, la bella copia andrà a Milano, in una busta di carta, con su scritto nome e indirizzo del terzo curiosone, sì, come si faceva tanti anni fa.

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