Morte di Dom Vittorelli: Storia di una Vergognosa Persecuzione. Mascarucci.

14 Ottobre 2023 Pubblicato da 9 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae Americo Mascarucci offre alla vostra attenzione questo ricordo di un sacerdote vittima di gogna mediatica; e assolto da tutte le accuse. Se ne è andato a 61 anni. Chi ha concorso a questa vergogna, e indirettamente alla sua prematura scomparsa, dovrebbe avere forse qualche rimorso di coscienza. Buona lettura e condivisione.

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Morte Dom Vittorelli: la storia di una vergognosa persecuzione

 

Se ne è andato in silenzio, come in silenzio è passata la sua recente assoluzione per la presunta sottrazione di fondi dell’8 per mille dai conti dell’Abbazia di Montecassino. L’ex abate Dom Pietro Vittorelli è stato trovato morto all’età di 61 anni, probabilmente stroncato da un malore improvviso più fatale dei precedenti.

La sua storia resterà a memoria d’uomo quella di un indegno linciaggio e di una schifosa gogna mediatica rivolta a senso unico contro un religioso, finito nel fango, ricoperto di accuse di ogni tipo, descritto dai media come l’essere più indegno che sia mai esistito sulla faccia della terra. Peccato che poi tutte le accuse contro di lui si siano sciolte come neve al sole, in un processo da cui Vittorelli è uscito assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”. Eppure quanti articoli sull’ex abate che aveva dirottato i soldi dei fedeli destinati alle opere di carità sui propri conti personali; quanto inchiostro per descrivere i suoi vizi privati, l’amore per il lusso, gli alberghi a cinque stelle, i ristoranti da 200 euro a persona; e poi ancora la droga e i presunti vizi omosessuali, le frequentazioni equivoche.

Non gli è stato risparmiato niente a Dom Pietro, la sua vita è stata setacciata da cima a fondo divulgando tanto gossip che nemmeno c’entrava nulla con l’inchiesta in corso. Ma si sa, quando il materiale è piccante chi se ne frega se poi nemmeno è penalmente rilevante.

Poi è arrivato il processo da cui Dom Pietro è stato assolto: innanzitutto perché quelle che era state considerate distrazioni di fondi erano in realtà operazioni perfettamente legittime come gli avvocati hanno dimostrato in modo inequivocabile, e perché tante testimonianze contro di lui alla fine sono cadute come o birilli colpiti dalla palla, spazzate via dal vento. E come sempre più spesso avviene l’assoluzione è passata quasi in sordina, con poche righe sui giornali, al punto che molti hanno saputo dell’assoluzione soltanto ieri alla notizia della scomparsa, pensando che il processo fosse ancora in corso.

Nulla ovviamente di paragonabile ai titoli da prima pagina e ai servizi lunghi e dettagliati che per mesi hanno descritto uno scandalo che non c’era. Ma che volete, quando si può infangare un uomo di Chiesa e dimostrare che questi “pretacci” predicano bene e razzolano male, perché farsi sfuggire l’occasione di sfogare tutto l’odio e la rabbia che si può covare contro chi rappresenta un’autorità in ambito ecclesiastico. Un copione già visto nei confronti del compianto cardinale George Pell, contro cui è stato scritto e detto di tutto, sbattuto in galera con l’accusa di pedofilia, e condannato nell’ambito di processi farsa dove a valere erano soltanto le tesi dell’accusa; infine assolto in via definitiva proprio perché condannato sulla base di processi a senso unico dove la difesa non era stata messa nelle condizioni di poter dimostrare nulla. E quando lo ha potuto fare le accuse sono sfumate.

L’abate Vittorelli ha avuto la fortuna (per usare un eufemismo) di morire con la fedina penale pulita essendo stato assolto in un giusto processo, dove l’impianto accusatorio ha mostrato tutti i suoi limiti e dove la difesa è riuscita a dimostrare l’inconsistenza delle accuse. Ma resta lo scempio contro un uomo, un religioso, un vescovo di Santa Romana Chiesa che forse avrebbe meritato un po’ di sano garantismo. Già, quel garantismo che dovrebbe essere alla base di una civiltà giuridica, di un vero Stato di diritto, e che invece finisce sempre per essere calpestato in favore di quell’alleanza granitica fra procure e media, con il sensazionalismo, lo scandalo, il gossip sfrenato che finiscono puntualmente per soppiantare gli elementi probatori e fanno dimenticare il principio della presunzione d’innocenza; a beneficio di un sistema mediatico che sempre più si alimenta di processi sommari, pruriginosi ad uso e consumo di un pubblico guardone, da buco della serratura.

Ecco, l’abate Vittorelli ha subito tutto questo, una gogna indegna e vergognosa di un Paese civile per la quale nessuno chiederà mai scusa pur avendo probabilmente contribuito a minare irrimediabilmente il fisico e il cuore di un uomo.

Americo Mascarucci

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9 commenti

  • Anita ha detto:

    Correzione
    Il correttore mi ha storpiato alcune parole :
    Fate voi Covid = fate vobis
    Saluti no = saluti ( senza il no )

  • Nicola ha detto:

    ” codesto è solo un altro piccolo esempio della vergognosa ignobile stampa italiana….. PICCOLO ESEMPIO ? Ma scherziamo, vero ? COLOSSALE ESEMPIO….

  • Anita ha detto:

    Qui Don Ariel pone degli interrogativi sulla vita in particolare sessuale dell Abate emerito a prescindere dall assoluzione giudiziale sulle accuse di reati finanziari di cui è stato assolto totalmente.
    https://isoladipatmos.com/e-morto-larciabate-emerito-di-montecassino-pietro-vittorelli-la-pieta-puo-cancellare-la-triste-verita/?fbclid=IwAR3Ug9XGYEz4T2xR60SbsjloXYQMr8PSFYecYcNzLoSrjXHSAqQysncfpbU

    Dall’articolo estrapolo alcuni interrogativi che Don Ariel pone :

    Considerando che vanno di moda i dubia, intendiamo porne alcuni al responsabile di questo Sito con l’espresso invito a rispondere nello stretto merito delle sette questioni che seguono:

    È vero che Pietro Vittorelli non faceva semplice uso bensì abuso di droghe pesanti e che era un cocainomane a tal punto affetto da forte dipendenza sino a finire ricoverato in una discreta clinica svizzera per essere disintossicato dove il costo per tre mesi di terapie ammontò a circa 160.000 euro?

    È vero che i gravi problemi neuro-cardiologici che debilitarono fortemente Pietro Vittorelli furono la conseguenza dell’abuso ch’egli faceva di una sostanza stupefacente nota come crack, che gli causò infine una forte trombosi?

    È vero che quando venne ricoverato d’urgenza gli specialisti che lo ebbero in cura rimasero imbarazzati apprendendo dalle analisi cliniche che Pietro Vittorelli risultava fare massiccio uso abituale di cocaina e crack e che fu proprio questo secondo la causa del grave attacco che lo aveva colpito e fortemente debilitato?

    È vero che Pietro Vittorelli era un omosessuale praticante incontenibile che conduceva una vita in totale contrasto con la morale cattolica, i principi del sacerdozio e della vita monastica e che era solito avvalersi delle prestazioni a pagamento di giovani escort omosessuali in giro per tutta Europa, lasciando di ciò traccia nelle sue chat private, acquisite poi agli atti dagli inquirenti come prove documentali, nelle quali si esprimeva con stile e linguaggio di una immoralità inqualificabile?

    È vero che Pietro Vittorelli girava per tutta Europa affetto da shopping compulsivo giungendo a spendere sino a circa 50.000 euro in un solo mese, con transazioni documentate dai tabulati delle sue carte di credito, pagando hotel a 5 stelle categoria lusso, ristoranti gourmet, boutique d’alta moda e profumerie?

    È vero che quanto contenuto nei punti 1-5 sono tutti elementi minuziosamente documentati in atti d’indagine passati poi dagli investigatori alla Santa Sede per conoscenza, in considerazione del fatto che Pietro Vittorelli era un ordinario diocesano?

    Il direttore del Sito Silere Non Possumus, noto castigatore della Curia Romana, dei prelati della Santa Sede, dei Media Vaticani, della Sala Stampa Vaticana, della Gendarmeria Pontificia e via dicendo (vedere archivio dei suoi articoli) ritiene forse che quando di mezzo ci sono le gravi e immorali prodezze di un omosessuale praticante e impenitente, il tutto vada relegato nelle sfere della sua vita privata, senza che ciò possa in alcun modo incidere a livello ecclesiale e canonico-giuridico?

    il tenore degli scambi che Pietro Vittorelli era solito avere con gli escort gay a pagamento: «io vado a cercà cazzi»

    ——
    Tutto questo non è reato …. Ma ricordo che trattasi di “ un Vescovo successore degli apostoli.
    Tutte menzogne ? Pare di no…

    • Fritz ha detto:

      Per parlare e malignare almeno si fosse un po’ onesti, si avesse la coscienza pulita. Ma don Dixan non è quel tipo che diceva che mentire è lecito e giusto? Non è quello che ha superato il limite della lettera anonima inaugurando la nuova moda di firmare per conto di altri? Solo una persona poco seria che sa di essere superprotetta dalla banda pedofili vaticana può gettare infamia e cattiverie su chi capita e farla franca. In fondo sappiamo che mr. spic & span, è quel prete che nel 100 % dei suoi interventi non parla di fede ma di solo malignità su tutto e su tutti, quello che vive per levarsi i sassolini dalle scarpe. Ma se da questo pulpito nasce la predica chi potrà mai dar fede alla Procter & Gamble vaticana?
      Perchè non interviene qui su questo blog il prete al perborato invece di usare le donne in crisi “mistica”? Quante altre donne sessulamente represse cadranno nelle grinfie dei bellocci figli di papà Bergoglio??
      Care papesse deluse dal mondo maschile, lasciate perdere questi falsi eunuchi venditori di detergenti la cui brama è far carriera nell’accondiscendere alla potente Curia Romana.

      • Anita ha detto:

        Caro Fritz
        Su Don Ariel ( o Dixan fate Covid) sono in molte cose non d accordo ma d accordissimo sul tuo giudizio ( non faccio parte del cosiddetto “ piccolo resto “ di Don Minutella ma condivido molto del discorso da lui portato avanti e conosco benissimo le vomitate di Don Ariel ) .
        Detto questo non appartengo alla categoria dei “ fan “ ne dell uno ne dell altro . perché è una categoria che non mi piace . Le situazioni non son mai nettamente bianche o nere …( tipiche dei fan … o da una parte o d all’altra ) . Nonostante trovi stucchevole il personaggio soprannominato “ Don Detersivo “ ciò non vuol dire che sia sempre nel torto a prescindere .
        Per tutta una serie di ragioni … credo che i quesiti posti da Don Ariel rispondano a verità .

        Saluti
        No

      • Anita ha detto:

        Come te sei sbagliato !!! Sono una “ quasi “ minutelliana è il don Ariel è il suo noto stucchevole comportamento mi fa ribrezzo .
        Ciò non significa che tutto ciò che dice sia sempre falso a prescindere sempre e comunque . Le tifoserie non mi piacciono .

        • Maria ha detto:

          Se dom Vittorelli aveva problemi che sembrano patologici
          andava aiutato, non perseguitato.
          Sapevano che apparteneva a una famiglia benestante, che lui come medico avrebbe potuto guadagnare se non fosse andato in convento, perché si sono inventati che aveva rubato l’Ordine e l’hanno trascinato in Tribunale? E ora, dopo l’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’, perché non gli hanno chiesto pubblicamente scusa? In Tribunale è stato portato come ladro, non per i pettegolezzi della stampa.
          Ancora, dopo morto, è disgustoso che don Ariel “parolaccia vivente” continui a insultarlo pubblicando post dal linguaggio equivoco per giustificare l’errore della persecuzione.
          Cui prodest? Davvero fa il lecchino di qualcuno più in alto?
          Perché don Ariel non parla di Rupnik maniaco feroce pieno di soldi iperprotetto dal Papa (perché entrambi gesuiti o per altro?, alla faccia delle povere sventurate che lo hanno denunciato portando tanto di prove, tempi e luoghi.

    • ex : ha detto:

      Una cosa è essere amante del pettegolezzo (una volta definito “da servette”), non certo nobilitato nell’essere definito “gossip”; altra esserlo della giustizia.

      Mi sembra biasimevole commentare un articolo che riporta un atto di giustizia con sentenza di Tribunale emesso nei confronti di una persona perseguitata per molti anni come riportato dall’articolòo, gettando fango, neanche sulla persona ma sulla sua memoria essendo egli morto, con illazioni non certe, dal momento che l’articolo di Wikipedia (la bibbia del politicamente corretto e dell’anticattolicesimo) che lo riguarda, aggiornato fino al giorno della sua morte, infarcisce tutte le vicende riportate a suo disdoro con verbi al condizionale (e tempo per appurarne la certezza in modo da modificare quei verbi all’indicativo ne è passato molto).

      Fino alla lettura di questo articolo non ero al corrente dell’esistenza dell’abate, e non so se egli sia stato, oppure no, quel campione d’immoralità definito dai pettegolezzi, ma pare che quell’«indegno linciaggio» denunciato dall’articolista prosegua anche qui dopo morto.

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Io ero rimasto alla superficiale cognizione delle infamanti accuse contro l’Abate di Montecassino. Nulla avevo saputo di un’assoluzione in processo penale. Mascarucci, che invece conosce il caso, può confermarci che non solo il processo penale, ma anche tutte le altre accuse di vizi e peccati non penali ma morali, erano infondate ?
    Codesto è solo un altro piccolo esempio della vergognosa ignobile stampa italiana, che proprio in questo momento sta aizzando senza freni e pudori la furia genocida diabolica di figli assolutamente degni del loro padre mentitore e omicida fin dal principio.

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