Ritorni a scuola di cinquant’anni fa. Benedetta De Vito.

15 Settembre 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta (BDV, in breve…) offre alla vostra attenzione questi ricordi “di stagione”…buona lettura e diffusione.

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A metà settembre, ancora ebbri di sole e di salsedine, noi bambini figli degli anni Sessanta (e di mamme che in ufficio, per carità, ci andava solo il papà!) tornavamo in città dopo i benedetti tre-mesi-tre di vacanze estive passate, di solito, nella seconda casa, che poteva esser villa o monolocale, ma che era sempre tutta naso alla brezza marina e occhi al rincorrersi delle onde smeraldine.

Eccoci, noi, abbronzati, un poco spavaldi, quasi antipatici, convinti come eravamo che  quei tre mesi fossero un diritto sacrosanto, inciso sul bronzo (lo era, ma sul cioccolato), una roba come Carosello o Canzonissima che doveva durar per sempre. E non era così.

Nessuno, nossignore, avrebbe avuto l’ardire di portarci via quei tre mesi sospesi nel blu. Sarebbe stata una rivoluzione, un Quarantotto  come – metti caso – cambiar la data al primo giorno di scuola che allora, sul calendario, cascasse il mondo, si segnava il primo di ottobre e che oggi è ballerino e cambia di scuola in scuola. Il giorno tale le elementari, il tal altro le medie e poi ancora diverso il primo giorno delle superiori. Per noi, il primo giorno di scuola era il primo d’ottobre. Punto e a capo et incipit vita nova. Che iniziava, per me, alla Standa di Viale Aldo Moro ad Olbia al reparto scuola per scegliere astucci, penne, quaderni, matite. In incanto d’emozione…

Tornavamo in città, dicevo, a trovar case e giocattoli vuoti di noi, stanze piene di solitudine, uno strano vacuo che odorava di nostalgia, come se le pareti delle nostre dimore cittadine, sconsolate, avessero sudato sale mentre noialtri, persi in altre visioni, eravamo lontani, dimentichi, ingrati e anche un poco traditori.

Tornavo anche io. E trovavo le mie bambole, le abbandonate, ricoperte da un lenzuolo bianco, come da un sudario di morte. In frigidaire com’erano, non mi pareva neanche che scalpitassero per rivedermi. Anzi, mi voltavano spalle e schiena, fredde al mio cuore acceso per loro.

I mobili in salotto – divani e poltrone e tavolini – erano altrettanti sconosciuti fantasmi a popolare uno strano mondo che, come per un incantesimo, pareva averli fatti di gesso e di sonno nero dal giorno in cui, caricata l’automobile con grandi urli dell’ingegnere mio padre (ché le partenze sono sempre un miserere…) e consumato l’abbandono, eravamo partiti, armi e bagagli,  per Cala Girgolu.
Mi perdevo, dunque, dimentica dei miei doveri da ritorno a casa, per le camere spente, rese solenni dalla penombra delle taparelle abbassate della casa romana; dentro e fuori, da una camera all’altra, come a imbastir l’antico patto domestico che ci aveva legato, io e la casa, durante gli inverni fedeli e gli autunni d’oro.

Invano. Restavo un’estranea in quelle deserte stanze e respiravo l’odore di assenza di noi, un odore che mi seccava la gola e che mi faceva scendere le tenebre nell’anima. Non riconoscevo i letti e neppure i cuscini mentre la casa pareva farmi la linguaccia,  corrucciata, come un idolo adirato che aspettasse altri bambini. Un’altra me. Una settimana dopo ero seduta nel banco smeraldino dell’Istituto Mater Dei, di nuovo io.

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1 commento

  • Proprietario di una casa sola ha detto:

    “vacanze estive passate, di solito, nella seconda casa”, indizio di come questa ricca signora viva in un mondo tutto suo, lontano dalla realtà della gente comune: costei crede che di solito, negli anni 60 le famiglie disponessero di una seconda casa al mare. Eh certo, chi di noi non ha due o più case? Negli anni 60 quasi tutte le famiglie potevano trasferire i loro rampolli a passar l’estate nella seconda casa in riviera 😏 Peccato che io sia stato bambino negli anni 80, allora tutti ‘sti padroni di case multiple non c’erano più: io e tutti i miei compagni l’estate la passavamo nell’oratorio del paese, molti non facevano neanche la settimana in albergo. A proposito, se praticamente tutti negli anni 60 avevano la casa al mare, poi perché le hanno date via tutte e le riviere si sono riempite di migliaia di alberghi?🤔

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