Naomi, 53 anni, ha un neonato. Ma non era incinta…Utero in affitto?

6 Luglio 2023 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un post lampo per rilanciare quello che scrive Simone Pillon su Facebook commentando una notizia che…ma leggete e diffondete.

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Buongiorno amici.

È notizia di questi giorni che la supermodella britannica Naomi Campbell si sarebbe concessa lo sfizio di un secondo figlio.

Nel suo stucchevole post di benvenuto scomoda anche il buon Dio, ma dimentica di spiegare come sia arrivato il neonato, visto che lei di gravidanze non ne ha avute, e che ha negato il ricorso all’adozione.

L’unica alternativa rimasta è dunque quella dell’utero in affitto.Sapete come la pensiamo in proposito: omo o etero, poco importa (dal punto di vista della pratica in sè).

L’utero in affitto resta un’autentica tratta delle nuove schiave, ingravidate a pagamento e costrette dalla necessità (e da un contratto capestro antitetico ad ogni diritto umano) a portare avanti una gravidanza per conto terzi, salvo poi essere sedate poco prima della nascita perchè l’inevitabile pianto di dolore per la separazione forzata dal figlio potrebbe disturbare i selfie degli acquirenti.

Quel che rende la cosa ancor più odiosa è la sopraffazione classista dei nuovi ricchi, che a suon di dollari, o sterline, o euro, scoprono di poter comprare a catalogo un essere umano, e di poter avere una donna in loro pieno potere per tutto il tempo necessario a scodellare il pupo.

Tutto questo sarebbe già abbastanza, ma non è tutto.

Già ci ammoniva Paolo VI nel 1968: separare il significato unitivo e quello procreativo dell’atto coniugale avrebbe portato al sesso come attività ludico-ricreativa e alla riproduzione come attività tecno-medica.In altre parole la prospettiva è quella di una società in cui per procreare sarà necessario affidarsi alle cliniche, con la conseguenza di un crollo delle nascite e di una riproduzione garantita ai soli ricchi.Un bello schifo di futuro distopico, che ormai è sempre più presente.

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