La Favola dell’Omino Rosso. Benedetta De Vito.

1 Aprile 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questo breve racconto non così fantastico come potrebbe apparire….buona lettura.

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In una reggia tuta d’oro incastonata nelle alte montagne del Belvento abitava (e abita ancora oggi) un omino  rosso dai capelli rossi, alto come un soldo di cacio, contornato da altri, tutti di pelo rosso, che conoscono una sola parola di vocabolario: “Sissignore”. Dal castello d’oro che splende tra i nevai (pur non riuscendo mai ad eguagliare la candida bellezza loro) il piccolo omino rosso, il cui casato ha per simbolo uno scudo rosso, governava l’intero mondo conosciuto fatto di quattro continenti. Era facile governare, per lui, perché aveva steso sui suoi confini una tela vivente, invenzione dei suoi maghi chiamati scienziati, che raccontava tutto ciò che lui voleva. Inoltre, grazie a una misteriosa porporina, riusciva a intorpidire le menti dei suoi sudditi che, chi prima e chi dopo, diventavano tutti quanti come i suoi cortigiani di pelo rosso.

Nel suo covo dorato, l’omino rosso, ogni notte, scendeva in un oscuro sotterraneo del suo castello per consultare il suo più sublime consulente che non aveva figura umana, ma era una voce sibilante simile al rumore che hanno in bocca i serpenti. Era l’unico al quale ubbidiva, l’omino rosso, perché ogni suo insegnamento aveva fatto avanzar di grandi passi il suo potere nel mondo. Del gran consigliere, ad esempio, l’idea di tener sempre in spavento i popoli di tutta la terra, minacciati da pestilenze, guerre, invasioni. Così la tela vivente, scrollandosi dei suoi veleni, costruiva virus letali, eserciti spaventosi, segni orripilanti nel cielo. Rise l’omino rosso al ricordo di quando costrinse l’intero mondo a vivere rintanato per mesi mentre lui e la sua corte si godevano i castelli e le ville che erano stati dei re e delle regine buttati nelle fosse! Anche la voce roca del consigliere si era fatta ridente!

E che cosa dire dell’idea ottima di dichiarare stupendo ciò che in realtà era buono solo per i sorci? Ogni casa storta meritava un premio, un battimani i libri più scritti male e un encomio chi, tra i creatori di moda, riusciva a imbruttire meglio le modelle. Dai, un capolavoro! Un’idea al bacio era stata poi quella di sostituire i bambini con cagnolini e gattini. Non era stato facile, ma la tela vivente aveva creato tante belle immagini di bimbi insonni, malati, con i pannolini sporchi. E, al contrario, micetti e cagnetti in perfetta salute, dal pelo liscio, con certi occhioni al miele colante… Rise di nuovo l’omino rosso fregandosi le manine. E intanto pensava a un’altra invenzione di genio del suo consigliere, ossia instillar nella gente l’idea che si è un poco maschi e un poco femmine e che si può scegliere come in un cataloghino. All’inizio, e questo era stato il tocco finale,  la questione era stata demandata alla “cultura”, rendendola una ghiottoneria per pochi. Solo poi gettata in pasto al volgo. Che aveva abboccato.

Tenendosi il pancino rosso, l’omino rosso accese tutti i suoi monitor che gli restituivano il mondo contaminato dalla sua tela vivente. Un omaccione con la barba ticchettava in gonnellina rosa. Una signorina portava nel passeggino il suo pug,  un signore sedeva a un bar con il suo maiale da compagnia. Che delizia, che meraviglia, si disse l’omino rosso e seguitò, col cursore, a guardare. Una bella signora mangiava un bel piatto di locuste e un’altra una scodella di grilli. Un tipo serioso masticava la gomma della carne sintetica e sorridendo ne lodava la consistenza avvilente al vicino di tavola. Sììì, disse tra sé l’omino rosso tutto soddisfatto, sono riuscito a capovolgere il mondo e piano piano andrò avanti e sempre avanti. Finché questi pecoroni si mangeranno tra loro e finalmente trionferemo noi, i Kannibali. Piroettò tutto contento l’omino rosso, bevendo la sua pozione di sangue umano (che lo rendeva così rosso…) e non si accorse di aver schiacciato un bottone della pulsantiera che consentiva a chi era osservato di veder chi lo guardava. Cioè lui.

L’omino rosso si trovò naso a naso con una bambina bionda, vestita di bianco, che portava appesa al collo l’odiosa (per lui) immagine di Maria e tra le mani il catechismo di San Pio X. La bimba, indicandolo alla sua mamma (oh com’era possibile che esistessero ancora le mamme, s’adirò l’omino rosso!) esclamò: “Mamma, guarda quel brutto omino rosso che ci sta osservando: oh non si vergogna di somigliare tanto al diavolo che c’è qui nel mio libro?”. La tela vivente si lacerò e l’omino rosso capì che mai avrebbe vinto.

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1 commento

  • Chedisastro ha detto:

    Certo, mai vincerà il rosso malefico. E guarda un po’ , a ben pensarci, è rossa la bandiera che gli illusi credono trionferà…un rosso infine mischiato al nero, il nero delle tenebre senza spiraglio di luce che l’omuncolo rosso tanto predilige, come il nero fumo delle bombe e degli infernali attrezzi scagliati nelle guerre ove regna la morte. Ma su, in alto, nonostante tutta la cattiveria del mondo e degli uomini malvagi, non può non trionfare l’azzurro, che altro non è se non il pietoso manto della Madonna che tutto e tutti avvolge invitando alla conversione. E ancor più sopra il sole splendido e le stelle che alla Madre Immacolata fanno da diadema. È il sacro pensiero di Dio scaturito dalla Sua eterna bellezza e dal suo eterno Amore. Di fronte alla Sua immensità, è solo un rosso pulviscolo l’infernale essere che tormenta il mondo.

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