Arrendersi All’Evidenza. Covid, Influenza…Cocktail di Sieri. Sicuri che Sia Sicuro?

7 Dicembre 2022 Pubblicato da 3 Commenti

AAE

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra attenzione queste riflessioni, lucide e attente, alla nuova campagna di marketing degli usuali spacciatori di sieri, mentre già si leva il coro degli “esperti” o soidisant tali, che farebbero meglio, per la loro credibilità (bassina, ahimè…) a dire al colto e all’inclita se hanno avuto, o hanno, qualche legame con chi i sieri produce e smercia. Così, tanto per la trasparenza. Nel mondo anglosassone chi parla di queste cose deve dichiarare pubblicamente che non esistono per lui conflicting interest. Perché non qui? Lo chiedano i vari conduttori di spettacoli di chiacchiere, quando invitano gli “esperti” a erudire i teledipendenti…che sorprese ci sarebbero!

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Allarme! C’è l’influenza! Era quasi scomparsa dalle scene e adesso eccotela già a fine autunno, ben prima del classico picco tra gennaio e febbraio. Che cosa succederà tra un paio di mesi?
Non è una situazione solo italiana: anche negli USA l’influenza (febbre, tosse, mal di gola) è arrivata prima del solito, già da metà ottobre, specialmente negli Stati del sud e del sud est del Paese.
Per quanto ogni stagione influenzale possa avere caratteristiche proprie, questo anticipo e questa incidenza sono inattesi e sorprendenti.  Una stranezza, come fu strana la quasi scomparsa ufficiale dell’influenza nel 2020 e soprattutto nel 2021.

Adesso sicuramente ci sarà chi sostiene che l’influenza deriva dall’aver diminuito l’uso delle mascherine. Poi c’è chi l’attribuisce alla prevalenza influenzale nella competizione virale tra i patogeni circolanti. C’è chi sosterrà che i due anni con pochi casi di influenza hanno disabituato il sistema immunitario a fronteggiarla. Poi si dirà che fa freddo (e in effetti l’aver abbassato la temperatura del riscaldamento in strutture residenziali e pubbliche abitate da giovani o anziani può contribuire a qualche raffreddore). Difficilmente si troverà chi mette in discussione le politiche vaccinali attuate, che pure non sono esenti da sospetti.

Anzi: diranno, ovviamente, che l’unica soluzione è quella di vaccinarsi! Le cassandre in servizio permanente sentenziano già che sono necessari i “vaccini”. Ma quali? Tutti e due: l’antinfluenzale insieme alla quarta dose per il Covid (per chi alle prime tre c’era già arrivato). Insieme!

Non è necessario essere malevoli per immaginare che è diventato più difficile convincere i numerosi e motivati recalcitranti a fidarsi di un preparato sperimentale dimostratosi inutile nell’evitare di contagiarsi e di trasmettere il Covid. Sta diventando sempre più complicato nascondere gli effetti avversi di questo esperimento in corso.  Sta venendo a galla che sono state violate le minime cautele di buon senso ed aggirate le stesse Determine dell’Aifa che avrebbero richiesto ai produttori almeno di rispettare i tempi di presentazione delle informazioni obbligatorie in caso di approvazione condizionale d’emergenza (PSUR)…

Quindi l’influenza diventa un alleato nel riproporre i vaccini e, già che ci siamo, a chi si vaccina proporre l’occasione per farlo a tutto spiano. L’esperimento proseguirebbe così in nuove forme: per il Covid adesso c’è il bivalente (comunque ti istruiscono con un siero mRNA ancora sulla variante alfa, ma insieme anche per l’omicron), mentre per l’influenza annuale c’è un ampio ventaglio di possibilità vaccinali, più o meno tradizionali. Quest’anno gli antinfluenzali disponibili sono tutti quadrivalenti, studiati per i due virus dell’influenza A (H1N1 e H3N2) e i due dell’influenza B. Si distinguono in:  a-Vaccino inattivato a virus ucciso o antigeni virali; b-Vaccino inattivato quadrivalente adiuvato (contiene l’adiuvante MF59 per facilitare una buona risposta immunitaria con minor quantità di antigene); c- Vaccino ad alto dosaggio; d-Vaccino vivo attenuato (spray intranasale); e- Vaccino a DNA ricombinante (prodotto tramite la tecnologia del DNA ricombinante e basato sulla produzione di una proteina antigenica uguale a quella virale ma generata in vitro).

Molti sedicenti scienziati sostengono che il cocktail è assolutamente sicuro, ma come fanno a dirlo?

Una prima banalissima domanda potrebbe essere: perché quest’anno così tante persone, anche giovani e sane, sono così propense ad ammalarsi?
Può essere che le difese immunitarie si siano indebolite? Non sarà che c’entrino qualcosa le sollecitazioni sperimentali che sono state impartite?

Alzi la mano chi ritiene terminata la sperimentazione dei preparati a mRNA, che non vi siano rischi, che non vi sia un aumento della mortalità generale e che sono state convincenti le risposte (o le mancate risposte) dovute da chi aveva beneficiato di un’autorizzazione condizionale!  Se qualcuno stesse alzando la mano, dovrebbe farsi venire un sospetto anche se avesse firmato (ripetute volte) il consenso di conoscere ciò di cui neppure Aifa è ancora a conoscenza.

Tanto più è un esperimento fare contemporaneamente più “vaccini”. Il sistema immunitario è sempre quello: chi può escludere interazioni deleterie per l’organismo?
L’unico certo di trarre un vantaggio dal cocktail vaccinale è chi vuol spingere il consumo dei milioni di dosi in stock, che presto scadranno se la quarta dose non tira.

La gravità della malattia virale (non ogni soggetto positivo sviluppa una malattia altrettanto severa) è inversamente proporzionale alla risposta specifica delle cellule T del sistema immunitario.

Ripassino: i linfociti B sono quelli che producono gli anticorpi, ma i linfociti T sono quelli che intervengono sulle cellule infette. Purtroppo è stato notato che le vaccinazioni con mRNA alterato (così da nasconderlo alle difese immunitarie e promuovere la produzione della proteina spike codificata che ottenere i relativi anticorpi) modificano il normale funzionamento del sistema immunitario. In particolare è stata vista una riduzione della funzione di segnalazione svolta dall’interferone tipo I (IFN-α). La loro azione ha impatto sia sulla risposta umorale sia sulla risposta cellulo-mediata al contagio: potenziano l’attività dei macrofagi, delle cellule NK, dei linfociti T helper e dei T citotossici killer. Aumentano la fagocitosi, l’attività citotossica e la produzione di citochine dei macrofagi. Riducono il numero dei linfociti T killer che altrimenti interferirebbero con l’azione delle cellule NK…

L’osservato indebolimento del sistema immunitario verso il contagio da Covid19 riscontrabile nella popolazione vaccinata determina tuttavia un infiacchimento generalizzato delle difese verso qualsiasi altro agente infettivo (virus, funghi o batteri) o verso situazioni precedentemente tenute sotto controllo (es. slatentizzazione di herpes) e di norma intercettate (es. genesi di tumori). La potenza del sistema immunitario adattativo e specifico (tra cui i linfociti T killer citotossici, dotati di memoria e i linfociti B con gli anticorpi) si somma all’immunità aspecifica innata. 
Tra i recettori più interessanti nel panorama dell’immunità innata ci sono i TLR (Toll-like receptors). Essi sanno individuare le impronte biochimiche dei microrganismi patogeni, determinano la maturazione delle cellule dendritiche (specializzate nel presentare l’antigene al sistema immunitario nel suo insieme) e favoriscono una risposta particolarmente tramite i linfociti T. Bisogna ribadirlo: il ruolo fondamentale dei TLR consiste nell’essere i primi a riconoscere l’intrusione di un qualcosa che potrebbe essere sgradito per chi lo ospita. Ne consegue che le mutazioni peggiorative che coinvolgono i recettori toll-like contribuiscono ad aumentare la suscettibilità umana ad alcune infezioni. Data la capacità dei toll-like receptors di attivare le cellule dell’immunità innata, se si inceppa il meccanismo viene completamente bypassata questa fetta importantissima delle nostre difese.

Domanda quasi capziosa: che cosa combina la (reiterata, boosterata e già proposta come periodica) vaccinazione anti-Covid a mRNA a questi recettori? Le ipotesi sono inquietanti.

Ecco, mentre nel nostro organismo succedono queste cose, c’è chi invita serenamente a mescolare un’altra vaccinazione.

Il Prof. Bhakdi sosteneva già un anno fa che i vaccini mRNA anti Covid erano destinati a fallire perché non c’è base razionale al loro presunto approccio terapeutico. E spiegava che il nostro organismo combatte il contagio virale attraverso essenzialmente due meccanismi. Il primo, minore ed estremamente marginale come impatto, funziona impedendo che il virus si leghi alle cellule umane e vi entri, riproducendovisi; è ciò che dovrebbe impedire il vaccino, facendo produrre anticorpi all’espressione genica virale aggancia-cellule (la spike). Il secondo, quello fondamentale, riguarda l’azione linfocitaria che uccide le cellule nelle quali il virus è penetrato, divenendo fucine di replicazione virale.

Fin dall’inizio della pandemia è stata prospettata una soluzione vaccinale, che però non ricorre ai vaccini tradizionali bensì a un’inedita somministrazione di una terapia genica completamente sperimentale.
E’ importante capire la differenza: la tecnica vaccinale mRNA costringe il nostro sistema immunitario a combattere non solo contro la proteina spike del virus, ma contro sé stesso.
Sebbene ogni vaccino determini una risposta immunitaria, non tutte le risposte immunitarie sono uguali. Alcune sono sicure e ben modulate, altre invece possono essere mal indirizzate e fuori controllo. La risposta immunitaria va infatti considerata un problema se finisce con l’attaccare l’organismo (è il caso del rigetto nei trapianti d’organo).
Forse ci vorrebbe un po’ più di cautela nel vantare meriti ed efficacia tacendo gli effetti collaterali.
In ogni caso un’influenza resta solo un’influenza ed è curabilissima, stando attenti a non trascurarla e a non sottovalutare possibili superinfezioni batteriche che sono sempre in agguato.
Da non trascurare nemmeno, soprattutto con i soggetti più a rischio, una generosa prevenzione con gli ormai noti alleati (vitamine, oligoelementi) sempre troppo sottovalutati e anzi temuti.
Temiamo l’iperdosaggio vitaminico, ma siamo sicuri che un esperimento in corso finisca bene, mescolando -senza studi previ- vaccini di ogni tipo. Sarà scienza?
AAE
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3 commenti

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Sicurissimi!… che non lo sia!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • unaopinione ha detto:

    Forse fuori argomento (ma dove lo posto altrimenti?)

    https://wochenblatt.cc/bachi-gesteht-ein-dass-er-und-cartes-vereinbart-hatten-die-agenda-2030-in-paraguay-umzusetzen/ (in tedesco).
    Secondo questo articolo, il deputato paraguayano Basilio Bachi afferma che l´ex presidente della Repubblica del Paraguay (dal 2013 fino al 2017) Horacio Cartes che tra l´altro é l´uomo piú ricco ed influente del Paraguay, avrebbe firmato nel 2016 un documento con il quale si impegnava a sostenere l´agenda 2030 (Sviluppo sostenibile dell´ONU) e che nel 2020 si sarebbe impegnato attivamente per la sua attuazione in congresso (naturalmente la domanda mi viene: lo ha fatto per mera convinzione oppure perché gli hanno promesso qualcosa in cambio?).
    Inoltre, sempre secondo il sig. Bachi, l´Unione europea avrebbe donato/cercato di donare al Paraguay (senti senti) 38 milioni di euro per introdurre l´ideologia “gender” in Paraguay, sebbene questa “causale” non dovesse essere citata nel relativo trattato di cooperazione (e dall´articolo non capisco se questo trattato/donazione ha avuto luogo o meno). La donazione sembrerebbe essere stata rifiutata (o forse solo il patto relativo al “gender”), ma il relativo programma sarebbe stato poi finanziato da Itaipú (che é il gestore binazionale – Brasile e Paraguay – delle centrali idroelettriche sul fiume Paraná e che oltre a coprire tutto il fabbisogno elettrico del Paraguay, riesce anche ad esportare l´elettricitá anche in Brasile).

    Una volta letto questo articolo sul Paraguay, oso darmi una risposta ad almeno una domanda dell´articolo (“Molti sedicenti scienziati sostengono che il cocktail è assolutamente sicuro, ma come fanno a dirlo?”), ma non sul “come” ma sul “perché”, e che qui non riporto per non incorrere in problemi di qualsiasi tipo, e dico solo: “Io credo che questi “sedicenti scienziati” abbiano la stessa “segreta” motivazione che hanno i “sedicenti giudici, politici, giornalisti, ecc.” ad affermarlo.
    Che ognuno si immagini quale possa essere.

    • unaopinione ha detto:

      Naturalmente, nel caso specifico del sig. Horacio Cartes, una delle ipotesi piú probabili (e che per mia sbadataggine non ho citato) é che abbia firmato l´agenda 2030 in quanto era tenuto a farlo perché appunto istituzionalmente tenuto a farlo (se per esempio il Paraguay si era impegnato giá prima a farlo e mancava solo la firma dovuta del presidente o simili). Ed in questo caso é chiaro anche a me che aveva un interesse a sostenere questa posizione, per non contraddirsi, una volta che avesse cessato di essere presidente. Non so peró se era nelle sue prerogative di decidere di non firmarlo

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