Arrendersi All’Evidenza. Virologi come Mary Poppins? Un Poco di Siero e lo Zucchero va Su…

16 Luglio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra attenzione questa riflessione sui legami fra siero genico e glicemia…buona lettura. 

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BASTA UN POCO DI SIERO E LO ZUCCHERO VA SU… 
TUTTO RISCHIERA’ DI PIÙ
Un dato evidenziato da più osservatori è l’aumento della glicemia in molti dei soggetti vaccinati con la terapia genica sperimentale a mRNA. Lo zucchero nel sangue chiama insulina e l’insulina alta, provoca un’infiammazione cronica che, in presenza di agenti esterni (virus batteri), causano un raggruppamento dei macrofagi, che rilasciano ormoni che aumentano la prolattina, il TSH, l’ACTH, l’acido lattico, e stimolano la formazione di tumori.

Una situazione di iperglicemia è tale se il livello ematico di glucosio supera i 125 mg/dL a digiuno oppure i 180 mg/dL dopo due ore dall’assunzione di cibo. Tra 100 e 125 mg/dL a digiuno, si è considerati in una condizione pre-diabetica. Molte persone sono in questo stato senza rendersene conto.

La vaccinazione anti-Covid ha smascherato molte di queste situazioni asintomatiche e silenti. Lo stesso per inciso è avvenuto con altre patologie slatentizzate dopo la somministrazione del siero anti-Covid.  Anche persone affette da diabete, ma con tassi glicemici sotto controllo con le cure abituali, dopo la vaccinazione hanno sofferto di uno sbilanciamento non più contenuto adeguatamente dalla terapia usuale.

Uno dei motivi per i quali questo può avvenire risiede nell’effetto degli eccipienti presenti nei vaccini mRNA, che hanno effetti nocivi sul pancreas. Una pancreatite contribuisce certamente a un ridotto controllo del tasso glicemico, che si basa sull’intervento dell’insulina secreta nel pancreas.

La pancreatite si determina perché in quella ghiandola ci sono molti recettori ACE2. Infatti l’infezione virale può essa stessa provocare un danno pancreatico nelle cosiddette “insule”, sensibili nel misurare costantemente il livello ematico del glucosio per poi regolarlo. Sappiamo che i recettori ACE2 sono anche implicati nell’omeostasi pressoria, attraverso il sistema renina-angiotensina-aldosterone.

Un downgrade (ridimensionamento) funzionale dei recettori ACE2 (che è la risposta fisiologica alla presenza di proteina spike, tanto che sia virale, quanto prodotta per l’istruzione genica vaccinale ricevuta) è il segnale che induce un meccanismo proinfiammatorio, compresa l’attivazione dei macrofagi negli organi bersaglio, tra i quali c’è appunto il pancreas.

Quindi la presenza delle proteine spike sui recettori ACE2 determina una esagerata risposta infiammatoria fatta di una risposta immunitaria cellulare e di quella umorale (le citochine IL-1, IL-6, IFNγ, TNFα), della diminuzione del flusso ematico pancreatico, del danneggiamento della funzionalità delle cellule β che producono insulina, dell’aumento dello stress ossidativo intracellulare e una fibrosi pancreatica che assomma alla minor disponibilità di insulina anche una minor sensibilità nel produrne, conducendo a un aumento della concentrazione di glucosio nel sangue.

Purtroppo tutti sanno che questa, tra l’altro, non è una condizione favorevole per i malati tumore.     

Molti vaccinati con questo siero sperimentale hanno sviluppato un’iperglicemia, qualcuno una pancreatite, qualcuno ha scoperto di avere il diabete. Potrebbe essere dovuto: I-alla proteina spike (prodotta in quantità superiori a quelle del virus, per tempi superiori a quelli di un contagio virale, in distretti normalmente non raggiunti dal virus), II-agli eccipienti (i nanolipidi cationici che si accumulano preferenzialmente in certi organi), oppure III-all’effetto combinato di entrambe queste cause nello slatentizzare uno stato pre-patologico precedentemente tenuto sotto controllo, ma sbilanciato da questo scossone (è tipico di malattie autoimmuni che escono dalla loro asintomaticità quando si determinano le condizioni adatte).    

La pancreatite è un altro esemplare indicatore di quello che porta alle miocarditi o ai fenomeni tromboembolici. Fa capire come la terapia genica sperimentale metta a repentaglio delicatissimi equilibri e sistemi di difesa (tutto il sistema immunitario, la risposta ai tumori, il fegato, anche il tessuto nervoso).

Un ruolo fondamentale lo riveste il veicolo dell’istruzione genica, cioè dove possono accumularsi i nanolipidi (in questo senso il fegato è esposto al rischio di sviluppare epatiti). Per il cuore il rischio peggiore è dato dal sito di iniezione, qualora inopinatamente la somministrazione centrasse un vaso invece del muscolo, il che non è infrequente non essendo state nemmeno impartite precise indicazioni ai vaccinatori.  

Poi c’è l’incognita di eventuali “sostanze estranee” che qua e là (batch-related, ovvero solo in alcuni lotti) sono state rinvenute presenti nelle fiale (il grafene): queste sono sostanze che certamente hanno una potente azione proinfiammatoria e si spiegherebbe il perché certi lotti sono più associati a effetti avversi gravi e mortali.  In ogni caso il rischio di sviluppare fenomeni tromboembolici, miocarditi, epatiti, pancreatiti o iperglicemia prescinde dalla presenza di tali impurezze occasionali e costituisce uno spiegabilissimo effetto dovuto all’interazione della proteina spike con i recettori ACE2.   

Ricordando sempre che la farmacovigilanza passiva riferisce dal 1 al 10% degli effetti avversi realmente accaduti, che la segnalazione è stata fortemente ostacolata e che purtroppo il sistema di raccolta dei dati (EMA, Eudravigilance) è finanziato dalle stesse aziende produttrici con un innegabile conflitto di interessi in cui il controllato paga lo stipendio al controllore.      

Non resta che consigliare di non farsi scrupolo (se plurivaccinati, prima e dopo una somministrazione o avendo fatto il Covid, vaccinati o meno che siamo) nel chiedere al proprio medico di farsi prescrivere gli esami necessari a conoscere i valori più predittivi dei rischi possibili, specialmente in assenza di sintomi.    

Inoltre attendiamo che gli studi in corso stabiliscano se la reiterazione delle dosi peggiora lo sbilanciamento iperglicemico; se questo sbilanciamento regredisce e se lo faccia spontaneamente o dopo cura; e dopo quanto tempo, se una reinfezione da Covid interviene come o diversamente da una nuova vaccinazione.  
AAE

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3 commenti

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Senza voler infierire, ma solo perchè i numeri sono veri:

    Nei sette giorni dal 10 al 17 luglio 2021 si contarono:
    1250000 tamponi
    12500 positivi (1 su 100 dei tamponati)
    95 decessi “con Covid” (meno di 14 al giorno)

    Negli stessi sette giorni di calendario del 2022 abbiamo:
    2650000 tamponi (più del doppio!)
    662000 positivi (uno su quattro!)
    780 decessi con Covid (più di 110 al giorno)

    Suppongo che conosciate tutti l’imprecisione dei tamponi, e (nel caso del PCR) la forte dipendenza dell’esito dal numero di cicli di amplificazione.

    Più tamponi si fanno e maggiore è la presenza di positivi. Più sono i positivi e maggiore sarà il numero di decessi attribuiti al Covid, per qualsiasi causa si abbia avuto bisogno del pronto soccorso.

    Le terapie intensive sono generalmente quasi vuote e chi vi va, da positivo, non le occupa per il Covid, ma per la malattia che l’ha portato in ospedale (caso Blondet).

    Il segnale allarmistico si autoamplifica, aiutato dall’ansia di sapere l’esito del tampone al primo starnuto, anche in un luglio molto caldo che espone ad ore di aria condizionata non sempre ben usata e tollerata.

    Anche prescindendo dall’effetto di spinta del comportamento individuale e dall’incertezza di numeri gonfiabili, resta il fatto che sono soprattutto i vaccinati a non capacitarsi di poter avere contratto in piena estate una “terribile malattia respiratoria”. Poi scoprono che i loro tre dosaggi non hanno impedito il contagio, ma possono vantarsi di non essersi ammalati gravemente: si calmino e sappiano che è lo stesso per i non vaccinati.

    Intanto gli esperti chiamano il popolo alla quarta dose: la quale dose è come le tre precedenti, già acquistata e da smaltire prima che scada (anzi: per molti lotti già scaduta, ma ne è stata prorogata la validità). Ossia: non un vaccino aggiornato alle ultime varianti del virus, ma lo stesso rivelatosi inefficace avendone fatte tre dosi!

    E’ un fallimento scientifico senza pari, che conta in piena estate dei dati che se fossimo in presenza di un reale pericolo da contagio farebbero tremare le vene. Il vero pericolo però sono gli effetti collaterali dell’esperimento con mRNA che sta mietendo vittime, riempiendo i pronto soccorso, dove ti tamponano e un PCR elevatissimo ti dice anche positivo…

    La protezione vaccinale è scemata, le difese immunitarie sono compromesse, basta un’aria condizionata per manifestare malattie da raffreddamento e moltiplicando i tamponi queste si traducono in casi di Covid-19. Al che, per aiutarti, ti convincono a fare una quarta dose di vaccino scaduto di un intruglio che non ti protegge affatto dal contagio. Anzi: favorisce la possibilità di essere contagiati.

    La mascherina è un problema: sudando si bagna, l’umidità del respiro la impregna… Se c’è il virus ce lo si respira molto di più (effetto Foegen).

    Sembra una congiura, ma molte vittime si fanno male da sole offrendo con orgoglio le narici al tampone.

  • Jokerin ha detto:

    Please, let me post an article in English and a photo of our Vaxvobiscum-Pope:

    https://www.theblogmire.com/the-parallel-realities-of-life-in-pfizerworld/
    (I think the 12-letter-word is “depopulation”)
    and:
    https://i.postimg.cc/DzTVLpBc/Pfizer-Pope.png

  • Physicus ha detto:

    Quindi a me diabetico potrebbe essere fatale. Per i diabetici era fortemente raccomandato il vaccino. Io ho resistito, ma a questo punto dovrebbero farmi esenzione, non suggerirmi la quarta dose, ma i medici non lo faranno!